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Risposta: “La perizia psicologica. Prospettive e metodi in psicologia e psicopatologia forense” di Luca Sammicheli è una guida completa che esplora il complesso legame tra psicologia e sistema legale, concentrandosi sul ruolo cruciale dello psicologo all’interno dei processi, sia penali che civili. Il libro ci porta dentro le aule di tribunale, analizzando come la scienza psicologica, con le sue diverse branche come la psicologia giudiziaria, criminale e forense, si intrecci con le norme del diritto. Vengono esaminati i metodi e le regole che governano l’attività dei periti e dei consulenti tecnici d’ufficio (CTU), evidenziando le sfide legate all’ammissibilità delle prove scientifiche e alla valutazione dei risultati, soprattutto quando si tratta di scienze del comportamento. Sammicheli affronta anche le questioni pratiche, come la formulazione dei quesiti, i limiti dell’intervento dello psicologo forense, e le criticità economiche legate ai compensi, specialmente nel contesto del gratuito patrocinio. È un viaggio nel mondo della psicologia forense, fondamentale per chiunque voglia comprendere come la mente umana venga analizzata e interpretata nel contesto della giustizia italiana.Riassunto Breve
La psicologia giuridica si occupa di studiare il comportamento umano all’interno del sistema legale, suddividendosi in diverse aree come la psicologia giudiziaria, che analizza le dinamiche processuali, quella criminale, che indaga le cause del crimine, quella legislativa, che influenza la creazione delle leggi, e quella rieducativa, focalizzata sul recupero dei condannati. La psicologia forense, in particolare, applica le conoscenze psicologiche ai processi legali, come nelle perizie e consulenze tecniche, operando in un’area di confine con il diritto, poiché entrambi studiano il comportamento umano, ma con finalità distinte: il diritto mira a regolare i conflitti, mentre la psicologia cerca di comprenderne le cause. Esistono poi delle “antinomie epistemologiche”, ovvero teorie psicologiche contrastanti che possono generare interpretazioni diverse dei fatti, portando a una certa sfiducia da parte del mondo giuridico, che ricerca certezze. È fondamentale distinguere la psicologia clinica, orientata al benessere del soggetto, da quella forense, il cui scopo è influenzare la situazione giuridica. La psicologia giuridica, essendo strettamente legata alle norme e alla lingua di un paese specifico, incontra difficoltà nel dialogo scientifico internazionale.Nel processo, la consulenza tecnica introduce conoscenze specialistiche che vanno oltre il sapere comune. Per essere ammissibili, queste nozioni tecniche devono seguire un iter preciso ed essere pertinenti. Il giudice, di fronte a prove scientifiche, specialmente quelle nuove, deve valutare l’affidabilità e la validità dei metodi scientifici proposti, seguendo criteri come la verificabilità, la falsificabilità, il controllo della comunità scientifica e la percentuale di errore, principi recepiti anche dalla giurisprudenza italiana. Quando invece si valutano i risultati di una scienza già ammessa, il giudice, secondo il principio dello “iudex peritus peritorum”, ha la libertà di valutare le perizie, ma deve motivare la propria scelta, basandosi non solo sulla specializzazione del perito, ma anche sulla coerenza interna ed esterna del lavoro peritale. Le scienze del comportamento, come la psicologia, presentano sfide specifiche, soprattutto nella distinzione tra ciò che rientra nello “scibile comune” e ciò che richiede un parere esperto, spesso legata alla differenza tra normalità e patologia. Tradizionalmente, il diritto si è rivolto allo psicologo per accertare disfunzioni mentali, mentre le valutazioni sulla normalità sono state considerate più alla portata del giudice. La legge italiana riconosce allo psicologo la competenza a effettuare diagnosi psicologiche, ma è cruciale distinguere tra diagnosi clinica, mirata alla cura, e diagnosi forense, focalizzata sulla rilevanza del comportamento o del disfunzionamento psichico rispetto alla norma giuridica. La competenza dello psicologo in questo ambito è supportata dalla normativa e dalla formazione universitaria.La perizia, nel processo penale, è uno strumento per portare conoscenze specialistiche. Il Codice di Procedura Penale definisce le regole per l’attività dei periti, inclusi gli psicologi, ammettendo la perizia quando sono necessarie competenze tecniche specifiche, ma ponendo limiti, come il divieto di accertare l’abitualità nel reato o la personalità dell’imputato, a meno di cause patologiche. Il perito, scelto tra iscritti ad albi o persone con particolare competenza, opera per conto del giudice e la sua nomina avviene tramite ordinanza motivata. È importante distinguere il ruolo del perito da quello del consulente tecnico di parte (CTP), che assiste il perito, proponendo indagini e formulando osservazioni per garantire il contraddittorio tecnico. La conclusione del lavoro peritale avviene con la deposizione in aula, dove il perito risponde alle domande, consultando i propri appunti. L’equiparazione del perito al testimone presenta criticità, soprattutto per quanto riguarda l’oralità e la gestione del contraddittorio durante le operazioni peritali.Nel processo civile, la figura del consulente tecnico d’ufficio (CTU) è fondamentale per portare conoscenze specialistiche. A differenza del processo penale, nel civile il CTU può avere una funzione più ampia, che include sia la percezione diretta di fatti sia la valutazione di elementi già acquisiti. L’ingresso del CTU nel processo avviene tramite un’ordinanza del giudice, che stabilisce i quesiti. Il CTU opera con una certa autonomia, potendo svolgere indagini pertinenti e necessarie, ma deve rispettare il contraddittorio, informando le parti e consentendo loro di presentare osservazioni. La relazione finale del CTU deve contenere le sue valutazioni, le osservazioni delle parti e una sintetica valutazione del CTU stesso su tali rilievi. Esistono anche i consulenti tecnici di parte (CTP), nominati dalle parti per assistere il CTU e tutelare i propri interessi, avendo il diritto di partecipare alle operazioni peritali e presentare le proprie conclusioni.Il lavoro dello psicologo in ambito forense si basa su un metodo “psicologico-normativo” che si adatta a ogni caso specifico, comprendendo la norma giuridica, traducendola in un costrutto psicologico e selezionando gli strumenti di valutazione più adatti. Le linee guida e i protocolli professionali sono utili supporti, ma non hanno valore normativo; la loro violazione non comporta nullità della perizia, ma può avere ripercussioni deontologiche. Dal punto di vista economico, i compensi variano tra consulenze private e incarichi come ausiliari del giudice, con tariffe stabilite per legge che spesso risultano inadeguate. Il regime del gratuito patrocinio presenta ulteriori complessità, con spese dei consulenti nominati dallo Stato a carico dell’erario in ambito penale, mentre nel civile gli onorari dei consulenti, sia d’ufficio che di parte, vengono “prenotati a debito”, traducendosi spesso in un mancato pagamento, specialmente in materie senza un valore economico diretto. La presenza di una sola parte ammessa al gratuito patrocinio comporta una riduzione del compenso.Riassunto Lungo
1. Psicologia e Diritto: Un Legame Complesso
La Psicologia Giuridica e le sue Branche
La psicologia giuridica studia il comportamento umano in relazione al sistema legale, suddividendosi in diverse branche specializzate. La psicologia giudiziaria si concentra sulle dinamiche che coinvolgono i protagonisti dei processi, come giudici, imputati e testimoni. La psicologia criminale, invece, indaga le cause profonde che portano alla commissione di reati. Un altro settore è la psicologia legislativa, il cui scopo è influenzare la creazione di leggi più efficaci e umane. Infine, la psicologia rieducativa si dedica al percorso di recupero e reinserimento dei condannati all’interno della società.La Psicologia Forense e il suo Ruolo nei Processi
Un’area di particolare rilievo è la psicologia forense, che applica i principi psicologici direttamente nei procedimenti legali, fornendo perizie e consulenze tecniche essenziali. Questa disciplina si posiziona in un’area di confine con il diritto, poiché entrambe si occupano del comportamento umano, seppur da prospettive differenti. Il diritto mira a regolare le interazioni sociali e a risolvere i conflitti, mentre la psicologia si adopera per comprenderne le motivazioni e le origini.Sfide e Contrasti nella Psicologia Giuridica
La psicologia giuridica si confronta con sfide significative, tra cui le cosiddette “antinomie epistemologiche”, ovvero la presenza di teorie psicologiche divergenti che possono condurre a interpretazioni differenti dei medesimi fatti. Questa pluralità di approcci a volte genera diffidenza nel mondo giuridico, che ricerca invece la certezza e l’univocità.Distinzione tra Psicologia Clinica e Forense
È fondamentale sottolineare la differenza tra la psicologia clinica e quella forense. Mentre l’obiettivo primario della psicologia clinica è il benessere e il miglioramento della salute psicologica del singolo individuo, la psicologia forense mira a fornire elementi utili per definire la situazione giuridica di una persona. Anche se un intervento di natura forense può comportare benefici sul piano clinico, la sua finalità principale rimane legata all’ambito legale.La Natura Locale della Psicologia Giuridica
La psicologia giuridica, per sua stessa natura, è profondamente legata alle normative specifiche di un paese e alla sua lingua. Questa stretta connessione con il diritto nazionale rende più complessa la sua diffusione e il suo sviluppo in un contesto scientifico internazionale, limitando il dialogo e lo scambio di conoscenze a livello globale.Se la psicologia giuridica è intrinsecamente legata alle normative nazionali, come può il capitolo affermare che la sua diffusione internazionale è limitata, senza prima aver definito quali siano i principi universali o le metodologie comuni che potrebbero trascendere i confini legali specifici?
Il capitolo evidenzia una contraddizione implicita: da un lato, riconosce la natura locale della psicologia giuridica a causa del suo legame con le normative nazionali, dall’altro, lamenta la difficoltà di diffusione internazionale senza però proporre un quadro di riferimento comune. Per colmare questa lacuna, sarebbe utile esplorare le basi concettuali e metodologiche che potrebbero unificare la disciplina a livello globale, indipendentemente dalle specificità legislative. Un approfondimento su autori che hanno lavorato sulla comparazione giuridica e psicologica, o su teorie psicologiche transculturali, potrebbe fornire gli strumenti per rispondere a questa domanda. Si suggerisce di consultare lavori che analizzino la trasferibilità di concetti psicologici in contesti legali differenti, e di considerare le opere di psicologi che hanno studiato l’impatto delle differenze culturali sui processi cognitivi e comportamentali rilevanti per il diritto.2. La Scienza nel Processo: tra Norme e Comportamenti
Il Ruolo della Consulenza Tecnica nel Processo
La consulenza tecnica è un momento cruciale nel processo giudiziario, poiché introduce nel dibattimento conoscenze specialistiche che vanno oltre il sapere comune. Queste nozioni tecniche, per essere considerate valide, devono seguire un iter preciso e essere pertinenti alla questione giuridica da risolvere. Il giudice, di fronte a prove scientifiche, specialmente quelle nuove, deve agire come un vero e proprio “epistemologo”, valutando attentamente l’affidabilità e la validità dei metodi scientifici proposti.Criteri di Ammissibilità della Prova Scientifica
Il processo di valutazione della prova scientifica si articola in due fasi principali: l’ammissibilità della prova scientifica e la valutazione dei suoi risultati. Per quanto riguarda l’ammissibilità, criteri evoluti, come quelli derivati dai casi Daubert e Kuhmo negli Stati Uniti, pongono l’accento sulla verificabilità, la falsificabilità, il controllo della comunità scientifica e la percentuale di errore. In Italia, la giurisprudenza ha recepito questi principi, richiedendo al giudice di valutare la validità scientifica di teorie e metodi, soprattutto quando si tratta di innovazioni.Valutazione dei Risultati e il Principio dello “Iudex Peritus Peritorum”
Quando si tratta di valutare i risultati di una scienza già ammessa nel processo, il giudice si trova spesso di fronte a possibili contrasti tra perizie. In questo scenario, il principio dello “iudex peritus peritorum”, ovvero il giudice esperto degli esperti, conferisce al magistrato la libertà di valutare le perizie, ma con l’obbligo di motivare la propria scelta. La valutazione non deve basarsi solo su criteri formali, come la specializzazione del perito, ma anche sulla coerenza interna ed esterna del lavoro peritale, assicurandosi che sia logicamente solido e compatibile con le altre prove emerse nel processo.Le Scienze del Comportamento e le Sfide Giuridiche
Le scienze del comportamento, in particolare la psicologia, presentano sfide specifiche quando entrano nel processo. La distinzione tra ciò che rientra nello “scibile comune” e ciò che richiede un parere esperto è spesso legata alla differenza tra normalità e patologia del funzionamento psichico. Tradizionalmente, il diritto si è rivolto allo psicologo soprattutto per accertare disfunzioni mentali, mentre le valutazioni sulla normalità sono state considerate più alla portata del giudice.La Diagnosi Psicologica: Clinica e Forense
Un punto cruciale riguarda la diagnosi. La legge italiana riconosce allo psicologo la competenza a effettuare diagnosi psicologiche, che includono anche la psicopatologia. Tuttavia, è fondamentale distinguere tra diagnosi clinica e diagnosi forense. Mentre la diagnosi clinica mira alla cura e si concentra sull’identificazione della malattia per intervenire sulla salute della persona, la diagnosi forense si focalizza sulla rilevanza del comportamento o del disfunzionamento psichico rispetto alla norma giuridica. Il focus forense è sul “come” il funzionamento psichico si relaziona alla legge, non necessariamente sull’identificazione della patologia in sé. La competenza dello psicologo a fare diagnosi, anche in ambito forense, è supportata dalla normativa e dalla formazione universitaria. La psicologia, come scienza che studia il comportamento e le funzioni mentali, sia normali che patologiche, fornisce gli strumenti necessari per tali valutazioni.Se il giudice è l'”esperto degli esperti” e deve valutare la validità scientifica dei metodi, come può farlo efficacemente quando si confronta con discipline comportamentali dove la “verificabilità” e la “falsificabilità” sono intrinsecamente più sfumate rispetto alle scienze naturali, e la distinzione tra “scibile comune” e “patologia” è così sottile da rischiare di confondere la norma giuridica con la mera assenza di una diagnosi clinica?
Il capitolo accenna alla difficoltà di distinguere tra “scibile comune” e “parere esperto” nelle scienze del comportamento, ma non approfondisce a sufficienza le implicazioni pratiche di questa distinzione per il giudice, specialmente quando le scienze comportamentali vengono applicate in ambito forense. La valutazione della “normalità” psichica, ad esempio, è un terreno minato dove la soggettività e l’interpretazione possono facilmente prevalere sulla scientificità. Per una comprensione più approfondita, sarebbe utile esplorare le metodologie di valutazione psicologica forense che cercano di oggettivare tali giudizi, magari consultando autori che si occupano di psicopatologia forense e metodologia della ricerca in psicologia, come ad esempio i contributi di autori che hanno lavorato sui criteri diagnostici e sulla validità dei test psicologici in contesti legali.3. L’Esperito in Tribunale: Regole e Limiti
Il Ruolo della Perizia nel Processo Penale
La perizia è uno strumento fondamentale nel processo penale, poiché porta conoscenze specialistiche che vanno oltre l’esperienza comune del giudice. Il Codice di Procedura Penale, negli articoli dal 220 al 233, definisce le regole per l’attività dei periti, inclusi gli psicologi. La perizia è ammessa quando sono necessarie competenze tecniche specifiche, ma ci sono dei limiti, come il divieto di accertare l’abitualità nel reato o la personalità dell’imputato, a meno che non ci siano cause patologiche.Nomina e Conferimento dell’Incarico al Perito
Il perito, scelto tra iscritti ad albi o persone con particolare competenza, opera per conto del giudice. La sua nomina avviene tramite ordinanza motivata, che indica l’oggetto dell’indagine e fissa un’udienza per il conferimento dell’incarico. In questa udienza, il perito presta giuramento, vengono formulati i quesiti e stabiliti i tempi per le operazioni peritali.Perito e Consulente Tecnico di Parte: Differenze e Interazioni
È importante distinguere il ruolo del perito da quello del consulente tecnico di parte. Quest’ultimo assiste il perito, proponendo indagini e formulando osservazioni, garantendo così il contraddittorio tecnico. Il consulente di parte può anche svolgere indagini autonome se la perizia non è disposta.Conclusione delle Operazioni Peritali e Criticità
La conclusione del lavoro peritale avviene con la deposizione in aula, dove il perito risponde alle domande del giudice e delle parti, consultando i propri appunti. Tuttavia, l’equiparazione del perito al testimone presenta delle criticità, soprattutto per quanto riguarda l’oralità e la gestione del contraddittorio durante le operazioni peritali. La corretta formulazione dei quesiti e la chiarezza nella distinzione tra “tratti” e “stati” psicologici sono cruciali per evitare fraintendimenti e garantire un’efficace acquisizione della prova scientifica.Se il CTU opera con autonomia e può svolgere indagini non espressamente richieste, come si concilia questo con il principio che non deve violare l’onere della prova delle parti, e quale è il confine preciso tra un’indagine pertinente e una che invade il campo delle allegazioni difensive?
Il capitolo descrive la figura del CTU come un esperto al servizio della verità civile, ma lascia aperte questioni cruciali riguardo ai limiti della sua autonomia. L’affermazione che il CTU possa svolgere indagini non espressamente richieste, pur rimanendo entro i confini della pertinenza e necessità, solleva interrogativi sulla potenziale sovrapposizione con l’onere della prova delle parti. Per comprendere appieno questa dinamica, sarebbe utile approfondire la giurisprudenza più recente in materia di ammissione ed esclusione delle prove nel processo civile, con particolare attenzione ai casi in cui le indagini del CTU siano state contestate per aver ecceduto i limiti del mandato o per aver supplito a carenze probatorie delle parti. La lettura di commentari al codice di procedura civile focalizzati sulla figura del CTU e sui suoi poteri, nonché di saggi che analizzano il rapporto tra CTU e CTP alla luce delle riforme processuali, potrebbe fornire un quadro più chiaro.4. La Bussola dello Psicologo Forense: Dalla Norma alla Pratica, Tra Linee Guida e Conti da Fare
Il Metodo Psicologico-Normativo
Il lavoro dello psicologo in ambito forense si basa su un metodo che non è universale, ma che si adatta a ogni caso specifico. Questo approccio, definito “psicologico-normativo”, si articola in tre passaggi fondamentali: comprendere la norma giuridica di riferimento, tradurla in un costrutto psicologico concreto e selezionare gli strumenti di valutazione più adatti. È cruciale non applicare acriticamente le stesse metodologie a ogni situazione, ma piuttosto adattare l’indagine al contesto legale.Linee Guida e il Loro Ruolo
Le linee guida e i protocolli elaborati dalle associazioni professionali sono utili strumenti di supporto, ma non hanno valore normativo o coercitivo. Servono piuttosto come indicatore di “best practice” per valutare la correttezza e l’affidabilità di un elaborato peritale, influenzando il convincimento del giudice. La loro violazione non comporta nullità della perizia, ma può avere ripercussioni sul piano deontologico se collegata alla violazione di norme del codice di etica.La Questione Economica: Consulenze Private e Incarichi Giudiziari
Dal punto di vista economico, la situazione dei professionisti varia a seconda che si tratti di consulenze private o di incarichi come ausiliari del giudice. Nei casi di consulenza privata, i compensi sono frutto di libera contrattazione tra le parti. Quando invece si opera come ausiliari del giudice, i compensi sono regolati da tariffe stabilite per legge, che spesso risultano inadeguate rispetto al reale valore del lavoro svolto. Questo porta a situazioni paradossali, dove per garantire una retribuzione equa si ricorre a “finzioni” nel computo delle ore lavorate, con potenziali implicazioni legali.Complessità del Gratuito Patrocinio
Il regime del gratuito patrocinio presenta ulteriori complessità. In ambito penale, le spese dei consulenti nominati dallo Stato sono a carico dell’erario. Nel civile, invece, gli onorari dei consulenti, sia d’ufficio che di parte quando le parti sono ammesse al gratuito patrocinio, vengono “prenotati a debito”, il che spesso si traduce in un mancato pagamento per il professionista, specialmente in materie come quelle psicologiche dove la controversia non ha un valore economico diretto. Inoltre, la presenza di una sola parte ammessa al gratuito patrocinio comporta una riduzione del 50% dell’intero compenso, ulteriormente dimezzato se entrambe le parti ne beneficiano.Se le linee guida non hanno valore normativo e la loro violazione non comporta nullità della perizia, perché il loro rispetto è considerato cruciale per influenzare il convincimento del giudice, e come si concilia questo con la potenziale “finzione” nel computo delle ore per garantire una retribuzione equa, soprattutto in assenza di un valore economico diretto nelle consulenze psicologiche?
Il capitolo solleva un punto critico riguardo alla discrepanza tra l’importanza attribuita alle linee guida e la loro effettiva forza vincolante, creando una zona grigia nella valutazione della perizia. Inoltre, la questione della remunerazione inadeguata per gli incarichi giudiziari, che porta a pratiche potenzialmente scorrette, necessita di un’analisi più approfondita delle implicazioni etiche e legali. Per comprendere meglio queste dinamiche, sarebbe utile approfondire gli studi di autori che si occupano di etica professionale e di diritto processuale, come ad esempio quelli che analizzano le responsabilità deontologiche dei professionisti forensi e le normative relative alla liquidazione degli onorari in ambito giudiziario. Un’analisi più dettagliata delle sentenze che hanno affrontato casi di contestazione di perizie basate sulla non conformità alle linee guida, o che hanno giudicato le pratiche di computo delle ore, potrebbe fornire un quadro più chiaro delle conseguenze pratiche.Abbiamo riassunto il possibile
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