1X
🔊 100%
Contenuti del libro
Informazioni
“La perestroika e la fine della DDR. Come sono andate veramente le cose” di Hans Modrow ci porta dritti negli anni cruciali che hanno cambiato l’Europa, raccontando la storia della crisi e del crollo del socialismo reale. Il libro si concentra soprattutto sull’Unione Sovietica di Gorbachev, con le sue politiche rivoluzionarie di Perestroika e Glasnost, e sulla Germania Est, la DDR, guidata da un Honecker testardamente contrario a ogni cambiamento. Vediamo come la crisi economica e l’inefficienza del sistema sovietico spingano Gorbachev a cercare riforme e apertura, mentre la leadership della DDR si chiude a riccio, convinta della propria superiorità e ignorando il malcontento crescente. È un racconto di scontri ideologici e politici tra Mosca e Berlino Est, di riforme mancate che finiscono per indebolire invece di rafforzare, e di come la nuova politica estera sovietica, che abbandona la vecchia dottrina Brezhnev, lasci gli alleati dell’Est a cavarsela da soli. Il percorso porta inevitabilmente alla caduta della DDR e alla riunificazione tedesca, un processo complesso che l’Unione Sovietica non riesce più a controllare. Il libro analizza le cause profonde del fallimento del socialismo reale e ci fa conoscere i protagonisti di quest’epoca, offrendo una prospettiva interna su come sono andate veramente le cose in quel periodo storico così denso di eventi.Riassunto Breve
Il sistema sovietico negli anni Ottanta si trova in una crisi economica profonda. La gestione centrale non riesce a sapere cosa serve produrre, i prezzi sono decisi senza logica e la qualità dei prodotti è bassa. Questo causa sprechi enormi e l’agricoltura va così male che bisogna comprare cibo dall’estero. Si diffonde un’economia nascosta e la corruzione è comune. Andropov cerca di combattere la corruzione e capire meglio la società. Con Gorbachev nel 1985 arrivano Perestrojka e Glasnost. La Perestrojka vuole cambiare l’economia, dando più libertà alle imprese e migliorando la vita sociale. La Glasnost porta trasparenza, permette di discutere eventi storici difficili e criticare il sistema. In politica estera, Gorbachev cerca la pace e il disarmo, anche da solo, per ridurre le spese militari e per la sicurezza. La Perestrojka vuole rinnovare il socialismo, non distruggerlo, e cambia l’idea che i rapporti tra paesi siano una lotta, puntando sulla convivenza pacifica. Mosca dà più autonomia ai paesi dell’Est, non usando più la forza. Ma in molti paesi, come la DDR con Honecker, i capi si oppongono ai cambiamenti, credono nel loro sistema e vedono la trasparenza come un pericolo. Questa resistenza peggiora i problemi interni. In Unione Sovietica, Perestrojka e Glasnost mostrano e aggravano i problemi economici e sociali. Il sistema centrale resta inefficiente, mancano le cose e c’è corruzione. La trasparenza porta critiche e il Partito perde potere. I tentativi di cambiare le istituzioni non funzionano. La dirigenza della DDR si oppone forte alla Perestrojka, ma la gente è sempre più scontenta. Le proteste, nate per chiedere riforme, diventano richieste di unirsi alla Germania Ovest. Mosca cambia idea sulla Germania: da sostenitrice della divisione, accetta l’unificazione. Gorbachev non aiuta la DDR in crisi, taglia i legami economici e accetta che la Germania unita entri nella NATO. Il crollo del socialismo reale e della DDR avviene per i limiti del sistema, per le riforme non fatte bene, per la resistenza dei capi locali e per la politica debole di Mosca. I rapporti tra il partito sovietico (PCUS) e quello della DDR (SED) cambiano con Gorbachev, diventano meno frequenti. Gorbachev prova a spiegare perché servono riforme, ma Honecker le rifiuta, blocca pubblicazioni e film sovietici, creando una rottura. Dopo Honecker, il nuovo partito (SED-PDS) cerca un socialismo rinnovato, più aperto e diverso dallo stalinismo rispetto a Mosca. La riunificazione tedesca preoccupa i sovietici per la perdita economica, l’espansione della NATO e i diritti dei cittadini della DDR, ma l’Unione Sovietica non riesce a influenzare molto il processo. In Unione Sovietica, la Perestrojka non risolve i problemi, porta instabilità. Il fallimento è dovuto a difetti strutturali profondi: l’economia non è veramente socialista (troppo centralizzata, burocratica, poca proprietà), il sistema politico non è democratico (abuso di potere) e si perdono i valori. Il tentativo di colpo di stato nell’agosto 1991 mostra la debolezza del potere centrale e accelera la fine dell’URSS, con El’cin che prende il potere e il PCUS che viene messo fuori legge. Questo segna la fine dei rapporti tra i partiti comunisti dell’Est. La Perestrojka, nata per rinnovare il socialismo, perde equilibrio. Le riforme economiche non funzionano per mancanza di stimoli e perché non si capisce l’importanza dell’interesse individuale e della proprietà. La nuova politica estera, positiva fuori, non è sostenuta dalla stabilità interna e l’URSS perde il controllo degli eventi. La trasparenza porta nuove falsità e fa perdere fiducia nel sistema. Il crollo dell’URSS viene da problemi strutturali: economia non socialista, politica non democratica, perdita di valori. Dopo il fallimento, nasce un capitalismo disordinato. Molti politici nuovi vengono dal vecchio sistema. Gorbachev, all’inizio coraggioso, perde la capacità di decidere, diventa vanitoso e non preparato, specialmente sulla Germania. Paragonare i regimi fascisti e sovietici non è giusto per la storia. Il capitalismo, però, non risolve i problemi del mondo, crea tensioni e disuguaglianze. Il socialismo democratico viene visto come una possibilità necessaria per superare i limiti del capitalismo, e il dibattito sulla proprietà è centrale per la sinistra che cerca alternative. Vengono presentate schede biografiche di persone importanti in questo periodo, come funzionari del partito, ministri, capi del KGB, militari e politici emergenti, per capire chi erano i protagonisti e i loro ruoli negli eventi.Riassunto Lungo
1. Riforme, Stagnazione e Sguardi Diversi
Negli anni Ottanta, il sistema sovietico affrontava una grave crisi economica con problemi profondi e diffusi. La gestione centralizzata non riusciva a raccogliere dati affidabili sulle necessità produttive del paese, portando a prezzi decisi senza una base reale e a prodotti di bassa qualità che non soddisfacevano i bisogni della popolazione. Questa situazione generava sprechi enormi e inefficienze diffuse in molti settori, paralizzando l’economia. Le perdite nell’agricoltura erano così consistenti da rendere necessarie costose importazioni per nutrire la popolazione, un segno evidente delle difficoltà interne. Parallelamente, si diffondevano un’economia non ufficiale e la corruzione, che diventavano parte integrante della vita quotidiana e minavano ulteriormente la stabilità del sistema.Le riforme di Gorbachev
Con l’arrivo di Mikhail Gorbachev nel 1985, si avviò un tentativo di affrontare la crisi attraverso l’introduzione di due politiche principali: la Perestrojka e la Glasnost. La Perestrojka, che significa “ristrutturazione”, puntava a rinnovare l’economia, riducendo il controllo centrale dello Stato e dando maggiore libertà e autonomia alle aziende per renderle più efficienti e produttive. L’obiettivo non era solo economico, ma anche quello di migliorare concretamente le condizioni di vita delle persone. In parallelo, la Glasnost, ovvero “trasparenza”, apriva le porte a una maggiore libertà di parola, di stampa e di informazione. Questa politica permetteva di discutere apertamente anche argomenti delicati o eventi storici controversi, incoraggiando una critica costruttiva verso gli aspetti problematici del sistema e favorendo un dibattito pubblico più ampio.La nuova politica estera
Sul fronte internazionale, Gorbachev cercò attivamente la pace e il disarmo, segnando una svolta significativa rispetto alla politica estera sovietica del passato. Intraprese iniziative anche senza attendere mosse dagli altri paesi e incontrò frequentemente i leader occidentali per costruire un dialogo e ridurre le tensioni. Questa nuova direzione era spinta da ragioni concrete e profonde. Da un lato, l’enorme spesa per gli armamenti e la corsa agli armamenti pesava in modo insostenibile su un’economia già in grave difficoltà, rendendo indispensabile una riduzione degli investimenti militari. Dall’altro, c’era un sincero desiderio di garantire maggiore sicurezza e tranquillità alla popolazione sovietica, allontanando lo spettro della guerra fredda e promuovendo un clima di maggiore fiducia internazionale.La resistenza al cambiamento nella DDR
La leadership della Germania Est (DDR), guidata da Erich Honecker, osservò i cambiamenti introdotti nell’Unione Sovietica con crescente scetticismo, che presto si trasformò in aperta ostilità. Honecker giudicava le riforme di Gorbachev rischiose e del tutto superflue per la DDR, che considerava un esempio di successo socialista e un modello da seguire. Nonostante i chiari segnali di difficoltà economica e sociale anche nella Germania Est, Honecker si oppose fermamente a qualsiasi modifica del sistema politico ed economico esistente. Vedeva la maggiore trasparenza promossa dalla Glasnost come un pericolo che avrebbe dato voce ai critici interni e fornito argomenti ai paesi occidentali, il cosiddetto “nemico di classe”, minando la stabilità interna del regime. Questa rigida opposizione al cambiamento non solo deteriorò i rapporti con Mosca, ma impedì alla DDR di affrontare i suoi problemi strutturali profondi, contribuendo in modo significativo alla sua successiva e rapida crisi.Il capitolo afferma che la resistenza di Honecker alle riforme di Gorbachev contribuì in modo significativo alla crisi della DDR. Ma come esattamente questa resistenza, da sola, portò al crollo così rapido?
Il capitolo, pur delineando la resistenza di Honecker, non approfondisce i meccanismi specifici che collegarono tale opposizione alla ‘rapida crisi’ della DDR. La narrazione potrebbe beneficiare dall’integrare il contesto più ampio: il crescente malcontento popolare, l’esodo di cittadini verso l’Ovest attraverso altri paesi del blocco orientale, e il ruolo cruciale degli eventi esterni e delle pressioni interne che si accumularono rapidamente nell’autunno del 1989. Per comprendere appieno la dinamica del crollo, è fondamentale esplorare la storia della Germania Est negli anni ’80, la sociologia dei movimenti di protesta e la politica internazionale dell’epoca. Approfondire il lavoro di storici della Guerra Fredda e della riunificazione tedesca può offrire una prospettiva più completa sui molteplici fattori che portarono alla fine della DDR.2. Riforme Mancate e la Fine di un Blocco
La perestrojka voluta da Gorbachev puntava a rinnovare il socialismo e a riportarlo ai suoi principi originali, non a distruggerlo. Questa trasformazione segnò l’abbandono dell’idea che le relazioni internazionali fossero una lotta di classe, proponendo invece la coesistenza pacifica per evitare la distruzione nucleare. Questa nuova visione rappresentò una rottura importante con la dottrina precedente.Le conseguenze interne
La perestrojka e la glasnost portarono alla luce e peggiorarono i problemi economici e sociali che già esistevano all’interno del paese. Il sistema centralizzato si dimostrava ancora inefficiente, causando penuria di beni e diffusa corruzione. La glasnost, permettendo maggiore libertà di espressione, portò a critiche crescenti e indebolì il controllo del Partito e dello Stato. I tentativi di riformare le istituzioni non riuscirono a ottenere sostegno né a migliorare la gestione del paese.La situazione nel blocco orientale e la resistenza della DDR
Mosca concesse maggiore autonomia agli stati del blocco orientale, ponendo fine alla dottrina Brezhnev che giustificava l’intervento sovietico. Questa libertà, però, non portò ovunque a riforme guidate da leader progressisti. In molti paesi, come la DDR e la Romania, le dirigenze più conservatrici resistettero con forza al cambiamento. Questa situazione limitò anche la capacità di Mosca di intervenire efficacemente. La dirigenza della DDR, guidata da Honecker, si oppose fermamente alla perestrojka, convinta della superiorità del proprio modello e ignorando il crescente malcontento popolare e la chiara necessità di riforme. Le manifestazioni di massa, iniziate per chiedere un rinnovamento del socialismo, si trasformarono rapidamente in richieste di unificazione con la Germania Ovest.La svolta sulla Germania e il crollo finale
La politica di Mosca verso la Germania cambiò radicalmente. Da garante della divisione, l’URSS si rassegnò all’unificazione dei due stati tedeschi. Gorbachev scelse di non intervenire per sostenere la DDR in crisi, tagliò i legami economici che erano vitali per essa e accettò i termini proposti dall’Occidente per l’unità tedesca, inclusa l’adesione della Germania unita alla NATO. Il crollo del socialismo reale e la fine della DDR furono l’esito dei limiti intrinseci del sistema, l’incapacità di attuare riforme efficaci, la resistenza al cambiamento delle leadership locali e la politica passiva e incoerente di Mosca, che non riuscì a difendere gli interessi dei suoi alleati né i propri.Il crollo del blocco sovietico fu davvero solo colpa dei suoi limiti interni e dell’incoerenza di Mosca, o il capitolo sottovaluta il ruolo attivo dell’influenza esterna?
Il capitolo analizza il crollo del blocco sovietico concentrandosi sui limiti intrinseci del sistema, sulla resistenza delle leadership locali e sull’incoerenza della politica di Mosca. Tuttavia, questa prospettiva potrebbe non dare il giusto peso al ruolo attivo giocato dalle potenze occidentali, dalla pressione economica e dall’attrattiva del modello capitalistico e democratico nel minare la stabilità del blocco dall’esterno. Per ottenere una visione più completa, sarebbe utile approfondire la storia delle relazioni internazionali durante la Guerra Fredda, l’economia politica del blocco sovietico e le strategie messe in atto dall’Occidente negli anni finali. Autori come John Lewis Gaddis o Odd Arne Westad offrono diverse prospettive sul contesto globale e sulle dinamiche che portarono alla fine del confronto bipolare.3. Relazioni Partitiche e Crollo del Socialismo Reale
I rapporti tra il PCUS e la SED cambiano molto con l’arrivo della perestrojka di Gorbačëv. Gli incontri diventano meno frequenti e diretti, specialmente quando si parla di idee politiche e di economia. Gorbačëv cerca di spiegare perché le riforme sono necessarie, ammettendo che il sistema sovietico non ha gli strumenti per risolvere i problemi e che il Partito deve guidare il cambiamento politico. Dall’altra parte, Honecker, che guida la SED, si oppone alle riforme sovietiche. Arriva a vietare la circolazione di pubblicazioni e film sovietici e limita i contatti diretti, creando una rottura tra i due partiti.Il cambiamento nella SED dopo Honecker
Dopo che Honecker lascia la guida, la nuova dirigenza della SED, che ora si chiama SED-PDS, cerca un rinnovamento profondo. Vogliono trasformare il socialismo in modo più radicale rispetto a Mosca, puntando su un’idea di pluralismo e prendendo le distanze dallo stalinismo. Gorbačëv e i suoi collaboratori guardano con interesse a questo nuovo percorso del PDS. Nonostante questo, le relazioni tra i partiti restano complicate, influenzate dai rapidi cambiamenti che avvengono sia in Germania Est sia in Unione Sovietica.La Riunificazione Tedesca e le Preoccupazioni Sovietiche
La riunificazione della Germania, che alcuni vedono come un’annessione della Germania Est, preoccupa l’Unione Sovietica per diversi motivi. Temono di perdere un partner economico importante. Sono preoccupati per l’espansione della NATO verso est. Si chiedono anche come saranno trattati legalmente gli ex cittadini della DDR. Nonostante ricevano rassicurazioni ufficiali, l’Unione Sovietica non riesce a influenzare in modo significativo come si sviluppa il processo di riunificazione.Il Crollo dell’URSS e la Fine di un’Era
In Unione Sovietica, la perestrojka non riesce a risolvere i gravi problemi economici e politici. Questo porta a una crescente instabilità nel paese. Il socialismo reale fallisce a causa di problemi di base del sistema, come la mancanza di proprietà privata e una produzione poco efficiente. Il tentativo di colpo di stato nell’agosto 1991, anche se mal organizzato, mostra quanto sia debole il potere centrale. Questo evento accelera la fine dell’URSS, portando all’ascesa di El’cin e alla decisione di mettere fuori legge il PCUS. Questi eventi segnano la fine dei legami tra i partiti comunisti del blocco orientale e obbligano le forze politiche di sinistra a trovare un nuovo ruolo in un mondo politico completamente cambiato.Ma è sufficiente criticare il fallimento sovietico e i limiti del capitalismo per dimostrare la ‘necessità’ del socialismo democratico?
Il capitolo analizza con lucidità le cause del crollo sovietico e le imperfezioni del capitalismo emerso successivamente. Tuttavia, l’affermazione che il socialismo democratico rappresenti una “via necessaria e concreta” per superare tali limiti appare più come una conclusione desiderata che una necessità logica pienamente argomentata all’interno del riassunto. Per colmare questa lacuna e comprendere meglio il fondamento di tale necessità, sarebbe utile approfondire la teoria e la pratica del socialismo democratico, studiando autori che ne hanno delineato i principi e le possibili realizzazioni concrete, confrontandoli analiticamente con le sfide poste sia dal fallimento del socialismo reale che dalle contraddizioni del capitalismo contemporaneo.5. Protagonisti di un’Epoca
Si incontrano le biografie di persone che hanno avuto incarichi importanti in un certo periodo della storia. Queste figure coprono un ampio spettro di ruoli chiave all’interno del sistema politico e sociale. Si incontrano funzionari di alto livello del Partito Comunista e membri dei principali organi decisionali come il Politburo e il Comitato Centrale. Ci sono anche ministri che gestivano settori cruciali come la Difesa, gli Interni, gli Esteri e le Finanze. Vengono descritti i capi dei servizi di sicurezza come il KGB e militari di alto rango. Sono incluse le biografie di direttori di istituti di ricerca e accademici di spicco. Si trovano anche figure politiche che hanno guadagnato importanza nel periodo post-sovietico, come presidenti, vicepresidenti e sindaci.Dettagli e Periodo
Per ogni persona, vengono fornite le date di nascita e, se necessario, quella di morte. Si elenca poi l’elenco delle posizioni più importanti che hanno ricoperto durante la loro carriera. Molte di queste biografie riguardano persone che sono state attive negli anni in cui erano al potere Brežnev, Andropov, Černenko e Gorbačëv. Le informazioni arrivano fino ai primi anni in cui la Russia era guidata da El’cin. Alcune biografie mettono in luce la partecipazione di queste persone a momenti storici fondamentali. Viene per esempio evidenziato il loro ruolo in eventi cruciali come il tentativo di colpo di stato dell’agosto 1991. Vengono presentate anche figure di altri paesi che hanno avuto rapporti importanti con l’Unione Sovietica in quel periodo.A Cosa Servono Queste Informazioni
Queste biografie aiutano a capire chi erano i protagonisti di quel periodo. Permettono di identificare facilmente le persone chiave che hanno influenzato gli eventi. Si può comprendere meglio quali incarichi avevano e quale era il loro ruolo politico e istituzionale. Questo è utile per seguire gli eventi e le decisioni prese in quegli anni cruciali. Le schede offrono un punto di riferimento rapido per orientarsi tra le figure che hanno segnato quell’epoca.Basta un elenco di cariche e nomi per capire davvero chi ha plasmato un’epoca, o si rischia di fermarsi alla superficie del potere formale?
Il capitolo, pur presentando una galleria di figure chiave, potrebbe non fornire il contesto analitico necessario per comprendere le dinamiche profonde del potere. Le cariche formali non sempre riflettono l’influenza reale, che spesso risiede in reti informali, lotte intestine e vincoli strutturali del sistema. Per andare oltre la mera identificazione dei ruoli, sarebbe utile approfondire lo studio della politologia e della storia istituzionale del periodo. Autori come Archie Brown o Richard Sakwa offrono analisi più complesse dei meccanismi di potere e dei processi decisionali in Unione Sovietica e nella Russia post-sovietica, aiutando a capire non solo chi erano i protagonisti, ma come e perché agivano in un determinato modo.Abbiamo riassunto il possibile
Se vuoi saperne di più, devi leggere il libro originale
Compra il libro[sc name=”1″][/sc] [sc name=”2″][/sc] [sc name=”3″][/sc] [sc name=”4″][/sc] [sc name=”5″][/sc] [sc name=”6″][/sc] [sc name=”7″][/sc] [sc name=”8″][/sc] [sc name=”9″][/sc] [sc name=”10″][/sc]