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Informazioni
La nascita dello stalinismo” di Michal Reiman è un libro che ti porta dentro un momento cruciale della storia dell’URSS, spiegando come il regime di Stalin non sia nato per caso, ma da una serie di crisi profonde alla fine degli anni Venti. Se ti interessa capire come si è passati dalla Nuova Politica Economica (NEP) a un sistema super repressivo, questo libro è perfetto. Vedrai come una grave crisi economica sovietica, iniziata nel 1927 con problemi di approvvigionamento e industrializzazione forzata, abbia scatenato una lotta di potere interna pazzesca. Personaggi come Stalin, Bucharin e Rykov si scontrano su come salvare il paese, mentre la repressione politica aumenta a dismisura, con l’OGPU che diventa sempre più potente e usa metodi violenti, come nel famoso processo di Sachty. Il libro mostra come la sconfitta dell’opposizione interna URSS, sia di sinistra che moderata, abbia consolidato il potere di Stalin e aperto la strada a politiche estreme come la collettivizzazione forzata e un controllo totale sulla società, segnando la vera nascita dello stalinismo. È una lettura fondamentale per capire le origini di uno dei regimi più duri del ventesimo secolo.Riassunto Breve
La formazione del sistema stalinista non segue direttamente le idee iniziali del socialismo, ma nasce dalle difficoltà del momento. Il periodo di guerra civile e il “comunismo di guerra” creano un gruppo dirigente abituato a usare la forza e a non dare peso alla vita delle persone, un modo di pensare che resta. La Nuova Politica Economica (Nep) porta un po’ di calma e ripresa economica, ma sotto la superficie ci sono problemi che peggiorano. Verso la fine degli anni Venti, una crisi economica grave colpisce il paese. Mancano soldi per l’industria, l’agricoltura non produce abbastanza, l’industria statale non funziona bene e la disoccupazione aumenta. Questa situazione peggiora i contrasti dentro il partito. L’opposizione propone soluzioni diverse, ma la direzione guidata da Stalin sceglie una strada più isolata e basata sull’agricoltura lenta, una scelta che non risolve i problemi.La crisi economica si unisce a una crisi sociale. Cibo e beni di prima necessità scarseggiano, i salari reali diminuiscono e le condizioni di vita peggiorano. Questo crea malcontento tra operai e contadini. Il fallimento della raccolta del grano nel 1927 è un momento chiave. I contadini non vendono il grano, e il governo risponde con misure molto dure: confische forzate, uso di leggi speciali e invio di funzionari con poteri eccezionali. Questo genera violenza nelle campagne.La crisi economica e sociale viene usata per giustificare una forte repressione. Eventi come l’uccisione di un diplomatico diventano scuse per reintrodurre il terrore politico e le repressioni di massa, usando l’OGPU, la polizia segreta. Il “processo di Sachty” contro ingegneri nel 1928 serve a dare la colpa dei problemi economici a sabotaggi interni e stranieri, deviando la rabbia degli operai e aumentando il controllo dell’OGPU su tutto.Dentro il partito, lo scontro tra la linea dura di Stalin e i moderati (come Bucharin) diventa aperto. I moderati vogliono tornare alla Nep e fermare le misure d’emergenza, mentre Stalin spinge per un’industrializzazione rapidissima e la collettivizzazione forzata, dicendo che la lotta di classe sta aumentando. Stalin usa la sua posizione per eliminare i moderati, accusandoli e usando gli apparati di sicurezza. L’opposizione, sia di sinistra che moderata, viene schiacciata. I suoi leader vengono espulsi, arrestati e mandati via. L’OGPU diventa sempre più potente e interviene negli affari del partito e dello Stato.L’applicazione dei piani di sviluppo accelerato porta a un’oppressione sociale fortissima. Nell’industria si lavora a ritmi massacranti, i salari scendono. Nelle campagne, le requisizioni forzate causano carestie e fame. Il regime usa arresti di massa e terrore per imporre i piani e fermare ogni resistenza.Nonostante la repressione, la grave situazione economica rende necessario cercare aiuto dall’estero, con crediti e specialisti stranieri. Le potenze capitalistiche, però, sono diffidenti e aspettano concessioni, specialmente sul controllo del commercio estero. Azioni repressive contro specialisti stranieri danneggiano i rapporti e rendono più difficile ottenere l’aiuto necessario.La crisi economica continua con cali di produzione e carenza di materie prime. Aumentano i sabotaggi e le attività contro il governo, specialmente nelle aree industriali e rurali. La sorveglianza sugli elementi “borghesi” è considerata insufficiente. L’OGPU segnala una situazione pericolosa. Il peggioramento economico aumenta il malcontento operaio. Le autorità locali sono spesso inefficaci. Si ordina una sorveglianza stretta sugli specialisti “borghesi”, considerati nemici anche se apparentemente leali. Chi non agisce con energia contro il sabotaggio è considerato un criminale. La crisi e l’inefficacia minacciano l’esistenza stessa del governo.Riassunto Lungo
1. La Crisi e la Svolta Repressiva
Le origini dei metodi violenti e repressivi che caratterizzano lo stalinismo si trovano nelle condizioni storiche del “comunismo di guerra” e della guerra civile. Durante questo periodo, emerse un nuovo ceto dirigente, spesso impreparato, che fece largo uso di metodi amministrativi e della violenza, perdendo di vista il valore della vita umana. Questo modo di pensare e agire divenne parte integrante del bagaglio mentale che avrebbe poi alimentato il sistema stalinista.Il Periodo della Nep
La Nuova Politica Economica, avviata nel 1921, rappresentò una fase di parziale ritorno alla normalità. Furono ripristinati i mercati e l’uso della violenza diminuì, portando a una maggiore stabilità economica e sociale. La vita civile poté riprendere e le condizioni di vita di operai e contadini migliorarono, anche se alcune disuguaglianze persistevano. In questi anni, il potere personale di Stalin cominciò a crescere, ma era ancora bilanciato dalla direzione collettiva del partito e dalla presenza di voci di opposizione interna che potevano esprimersi.La Crisi del 1927
Nonostante l’apparente stabilizzazione raggiunta verso la metà degli anni Venti, profonde contraddizioni stavano maturando all’interno del paese. La crisi esplose nel 1927, innescata dalla politica di industrializzazione accelerata e dalle debolezze strutturali dell’economia sovietica. La produzione industriale non era ancora tornata ai livelli precedenti la guerra, mancavano investimenti dall’estero, l’industria statale soffriva di inefficienza e l’agricoltura non riusciva a fornire le risorse necessarie in modo sufficiente. Questa situazione portò a una crescente disoccupazione e a un generale peggioramento delle condizioni economiche.Conflitto Politico e Contesto Internazionale
La difficile situazione economica alimentò intensamente la lotta politica interna, in particolare lo scontro con l’opposizione di sinistra. Questa fazione proponeva un piano di industrializzazione più rapida, una maggiore apertura all’economia mondiale e una democratizzazione interna del partito. La direzione del partito, guidata da Stalin, Bucharin e Rykov, optò invece per una linea più isolazionista e uno sviluppo agricolo più lento, una scelta che si rivelò instabile. A peggiorare il quadro, la crisi internazionale del 1927, segnata dal fallimento in Cina e dalla rottura delle relazioni con la Gran Bretagna, indebolì la posizione dell’Urss e aumentò la paura di una guerra imminente. Questo contesto esterno spinse la leadership verso decisioni più dure, ritenute necessarie per rafforzare la difesa e accelerare lo sviluppo industriale. Il nervosismo della dirigenza era ulteriormente accresciuto dai timori di instabilità interna e dalla crescente forza dell’opposizione.La Svolta Repressiva
Eventi specifici, come l’assassinio del diplomatico Vojkov nel giugno 1927, divennero pretesti per reintrodurre repressioni di massa e terrore politico, condotti principalmente dall’OGPU, la polizia segreta. Questo segnò un netto ritorno ai metodi brutali già visti durante il “comunismo di guerra”. Le repressioni suscitarono forte indignazione all’estero, danneggiando ulteriormente le relazioni internazionali dell’Unione Sovietica.Lo Schiacciamento dell’Opposizione
All’interno del partito, il conflitto si intensificò tra la linea più dura sostenuta da Stalin e le posizioni moderate. L’opposizione di sinistra guadagnò terreno, presentando pubblicamente la sua piattaforma programmatica. Temendo di perdere il controllo, la direzione proibì la diffusione di questo documento e utilizzò l’OGPU per reprimere l’opposizione, ricorrendo anche a provocazioni, come la presunta scoperta di una “tipografia clandestina”. La repressione divenne sistematica, con numerosi arresti ed espulsioni dal partito. L’intervento dell’OGPU negli affari interni del partito venne progressivamente normalizzato, diventando uno strumento ordinario di lotta politica. I tentativi dell’opposizione di organizzare manifestazioni pubbliche nel novembre 1927 furono violentemente repressi. Stalin e l’OGPU utilizzarono rapporti falsificati per giustificare la “liquidazione” dei principali leader dell’opposizione. Il XV Congresso del partito, tenutosi nel dicembre 1927, ratificò formalmente l’espulsione dell’opposizione. I suoi capi furono arrestati e deportati all’inizio del 1928. La crisi politica del 1927 si concluse così con l’annientamento di ogni forma di opposizione interna legale e con il consolidamento del potere di Stalin e del sistema repressivo, con l’OGPU che estese la sua influenza e il suo controllo su tutte le strutture dello Stato e del partito.Il capitolo descrive la svolta repressiva come una risposta quasi inevitabile a crisi economiche e minacce esterne. Ma quanto questa narrazione minimizza le scelte politiche deliberate e la spietata lotta per il potere interno come veri motori della repressione?
Questa domanda sorge spontanea dalla lettura del capitolo, che pur menzionando la lotta politica interna e il consolidamento del potere di Stalin, sembra attribuire un peso preponderante a fattori esterni e a debolezze strutturali nell’innescare la svolta repressiva. Per comprendere appieno le dinamiche che portarono al terrore stalinista, è cruciale approfondire la storia del Partito Bolscevico, le biografie dei suoi leader e le teorie sul totalitarismo. Autori come Robert Conquest o Sheila Fitzpatrick offrono prospettive fondamentali su questi temi.2. La stretta sulla Russia: crisi, repressione e lotta di potere
Una grave crisi economica colpisce l’Unione Sovietica dalla fine del 1927. La causa principale è la difficoltà di finanziare gli ambiziosi piani di sviluppo industriale, in particolare nei settori metallurgico e meccanico. I tentativi di raccogliere fondi tramite prestiti esteri e interni non riescono. Per questo, si stampa più moneta, causando un aumento dei prezzi e una mancanza di beni nei negozi. Allo stesso tempo, l’agricoltura non produce abbastanza per coprire i bisogni del paese, e la quantità di prodotti agricoli venduti sul mercato diminuisce.Le difficoltà sociali e il malcontento
Le difficoltà economiche portano a una crisi sociale diffusa. Cibo e prodotti di prima necessità scarseggiano sia nelle città che nelle campagne. Le autorità riducono il potere d’acquisto dei salari e limitano i diritti dei lavoratori, aumentando il malcontento tra la popolazione. La direzione del partito bolscevico, all’inizio, è più concentrata a combattere gli oppositori politici che ad affrontare la gravità di questa crisi crescente. Il primo piano economico quinquennale, che prevedeva una crescita più lenta, non riesce a risolvere la situazione. Si cerca aiuto dall’estero, ma i tentativi di ottenere prestiti e accordi economici incontrano resistenze, anche a causa della crisi economica mondiale.Il fallimento della raccolta del grano
Un momento cruciale è il fallimento della raccolta obbligatoria di cereali nell’autunno del 1927. Ci sono diverse ragioni per questo problema: i raccolti sono stati scarsi in alcune aree importanti, la politica dei prezzi non è stata corretta e mancano beni industriali da vendere ai contadini in cambio del grano. I contadini, specialmente quelli più ricchi, decidono di non vendere il loro grano, sperando in condizioni migliori in futuro. Questo porta a misure estreme da parte del governo.Le misure straordinarie e la repressione
La crisi nella raccolta del grano spinge le autorità ad adottare misure eccezionali. Vengono organizzate confische forzate di grano e si usa l’articolo 107 del codice penale per punire chi non consegna il prodotto. Funzionari del partito e attivisti vengono mandati nelle campagne con poteri speciali, creando delle “troike” con ampia autorità. Queste azioni portano a violenza e decisioni arbitrarie, esasperando ulteriormente i contadini.La crisi nelle città e il processo di Sachty
La crisi sociale si estende anche alle città, dove mancano i rifornimenti e le condizioni di vita degli operai peggiorano. Aumentano le ore di lavoro, i salari reali diminuiscono e crescono la disoccupazione e problemi sociali come l’alcolismo e la criminalità. Le tensioni aumentano tra città e campagna, tra operai e specialisti, e si diffonde l’antisemitismo. Il “processo di Sachty” contro ingegneri e tecnici nel 1928 diventa uno strumento politico. Viene usato per dare la colpa delle difficoltà economiche a sabotaggi interni e a un presunto piano straniero. Il processo, basato su prove deboli e confessioni ottenute con la forza, serve a dirigere la rabbia degli operai verso gli specialisti e a giustificare un aumento della repressione e del controllo da parte della polizia segreta (OGPU) sull’economia e sulla società.Lo scontro politico nel partito
La crisi e le misure adottate accentuano i contrasti all’interno della leadership del partito. Emergono due posizioni: quella dei moderati, come Rykov e Bucharin, che propongono di tornare alla precedente politica economica (la NEP) e di abolire le misure straordinarie, e quella di Stalin. Stalin, pur facendo alcune piccole concessioni strategiche, insiste per un’industrializzazione molto rapida, la collettivizzazione forzata delle campagne e una maggiore pressione sui contadini. Sostiene che la lotta tra le classi sociali si stia inasprendo. Nonostante i tentativi dei moderati, la linea di Stalin prevale, portando a un aumento della violenza e del controllo statale e segnando un cambiamento profondo nella politica sovietica.Il capitolo lega strettamente la repressione e la svolta staliniana alla crisi economica, ma non si rischia così di sottovalutare quanto queste politiche fossero invece il frutto di una precisa e preesistente visione ideologica, ben oltre la semplice gestione di un’emergenza?
Il capitolo descrive efficacemente la crisi economica e sociale e le misure repressive come una risposta diretta a tali difficoltà. Tuttavia, la narrazione potrebbe beneficiare di un maggiore approfondimento sul ruolo delle dinamiche politiche interne al partito e, soprattutto, sull’ideologia bolscevica in evoluzione, in particolare il concetto di “inasprimento della lotta di classe” promosso da Stalin. Questo elemento ideologico non era solo una reazione alla crisi, ma un potente motore politico che giustificava la repressione dei “nemici di classe” (contadini ricchi, specialisti “borghesi”) e la spinta verso la collettivizzazione forzata, indipendentemente dalla sola necessità economica. Per esplorare queste sfumature e comprendere meglio le complesse cause della svolta del 1928-29, è utile approfondire la storia del pensiero politico bolscevico, le lotte di potere nel partito dopo Lenin e le diverse interpretazioni storiografiche di questo periodo cruciale. Autori come Robert Conquest o Stephen Kotkin offrono prospettive diverse sulle motivazioni e le conseguenze di queste politiche.3. La svolta forzata
Alla fine degli anni Venti, all’interno del partito che guidava l’URSS c’era un forte disaccordo su come far crescere il paese. Da una parte c’erano i moderati, con figure come Rykov e Bucharin. Loro proponevano uno sviluppo più equilibrato, che tenesse conto delle condizioni reali dell’economia, specialmente dell’agricoltura, e del benessere della gente. Dall’altra parte, Stalin e i suoi sostenitori spingevano per far crescere l’industria molto velocemente, un vero e proprio “salto in avanti”. I loro piani economici avevano obiettivi estremamente ambiziosi, spesso lontani dalla realtà, e chiedevano sforzi enormi. Stalin usò la sua posizione di potere per imporre la sua visione. Screditò i moderati, accusandoli di “deviazione di destra” e di “capitolazionismo”, e li isolò politicamente. Attraverso campagne sui giornali, allontanamenti dal partito e un uso sempre maggiore dei servizi di sicurezza (OGPU), eliminò ogni opposizione interna, compresa quella rimasta della sinistra guidata da Trockij. La sconfitta dei moderati all’inizio del 1929 rafforzò il potere di Stalin e aprì la strada alla realizzazione dei suoi piani.L’impatto dei piani economici sulla società
Mettere in pratica questi piani, in particolare il primo piano quinquennale, portò a un aumento fortissimo dell’oppressione sociale. Nell’industria, si imposero ritmi di lavoro estenuanti, si ridussero gli stipendi e le condizioni di vita degli operai peggiorarono. Nelle campagne, la pressione sui contadini aumentò in modo drastico con la requisizione forzata del grano, causando carestie e fame diffusa. Il regime usò misure estremamente severe, come arresti di massa e terrore sociale, per assicurarsi che i piani fossero eseguiti e per fermare ogni forma di resistenza o disaccordo. Questo periodo segnò la nascita di un sistema di governo basato sullo sfruttamento crudele e sul controllo totale della società per raggiungere obiettivi economici decisi dall’alto.Il capitolo riduce un complesso scontro politico-istituzionale a un mero problema di “autonomia inaccettabile” degli organi locali?
Il capitolo descrive le azioni degli organi locali come un ostacolo alla politica centrale, ma non approfondisce le ragioni profonde di tale contrasto. In contesti politici complessi, le azioni di apparati di sicurezza locali possono derivare da interpretazioni divergenti delle minacce, da dinamiche burocratiche interne, o persino da agende politiche concorrenti. Per comprendere appieno la situazione, sarebbe necessario esplorare le motivazioni e la struttura interna di questi organi, andando oltre la semplice etichetta di “sabotaggio”. Approfondire studi di scienza politica, sociologia delle organizzazioni o storia istituzionale del periodo potrebbe fornire gli strumenti analitici necessari.7. La Crisi Economica e la Necessità di Vigilanza
Nelle aree industriali si nota un aumento di sabotaggi e azioni contro il governo. La sorveglianza sui gruppi borghesi che operano nell’economia, affidata all’Ispezione operaia e contadina, non è sufficiente. La mancanza di collaborazione con l’OGPU, la polizia politica, rende più facile l’azione dei nemici. L’OGPU stessa conferma che il movimento contro il governo sta riprendendo forza nei distretti industriali e considera la situazione molto pericolosa.La crisi economica alimenta il malcontento
La grave situazione economica peggiora le cose. Le misure prese per aumentare le scorte di cereali e la produzione di materie prime non funzionano come dovrebbero, anche se a marzo c’è stato un piccolo miglioramento negli ammassi rispetto a febbraio. I prezzi dei beni alimentari continuano a salire. Questa situazione difficile viene usata dai nemici interni per mettere in cattiva luce il governo. Il peggioramento dell’economia e la mancanza di cibo causano malcontento tra gli operai, che chiedono aumenti di stipendio. Tuttavia, la situazione finanziaria non permette di soddisfare queste richieste. L’inattività delle autorità locali peggiora l’umore degli operai e viene vista come un segno di debolezza dai gruppi borghesi.La minaccia degli specialisti borghesi
I collaboratori provenienti dalla borghesia non devono influenzare gli operai né incitarli. Ogni comportamento sospetto da parte di questi specialisti deve essere segnalato immediatamente all’OGPU. Si devono usare solo i collaboratori borghesi che lavorano a stretto contatto con l’Ispezione operaia e contadina e con l’OGPU. Nonostante mostrino lealtà, questi collaboratori sono visti come nemici che desiderano il ritorno del capitalismo. Ci sono stati casi assurdi in cui specialisti di origine proletaria sono stati sospettati ingiustamente di sabotaggio solo perché non usavano certi macchinari. È necessario punire i veri responsabili, ma senza cercare capri espiatori innocenti.Le misure di controllo e le conseguenze dell’inazione
Il Comitato centrale del partito e l’ufficio di presidenza del Comitato esecutivo hanno ordinato una sorveglianza stretta sugli specialisti borghesi, sia sul lavoro che nella vita privata. Se vengono scoperte attività contro il governo, queste persone devono essere sospese immediatamente dal lavoro. Questo serve a proteggere l’industria dai sabotaggi. Le misure adottate devono essere comunicate entro il 5 aprile. La produzione è in calo da sei mesi e la crisi delle materie prime minaccia seriamente l’economia, rendendo possibili la chiusura di fabbriche e l’aumento della disoccupazione. L’inefficacia degli organi locali del partito e dello Stato, insieme al sabotaggio da parte della popolazione delle campagne, rappresenta un grave pericolo per l’esistenza del governo operaio. È fondamentale agire con decisione; non fare nulla è considerato un crimine. I funzionari che non fanno il loro dovere o che favoriscono il sabotaggio devono essere rimossi dall’incarico e denunciati.Se la crisi economica e il malcontento operaio sono così gravi, perché il capitolo concentra la colpa sul sabotaggio e sui “nemici interni” piuttosto che sulle politiche economiche del governo, ammettendo al contempo errori nelle accuse?
Il capitolo dipinge un quadro in cui la crisi è causata principalmente da forze ostili e sabotaggio, spostando l’attenzione dalle possibili responsabilità delle politiche economiche adottate. Per comprendere meglio questa narrazione e le sue implicazioni, è fondamentale approfondire il contesto storico ed economico in cui si colloca il capitolo, analizzando le specifiche misure economiche in atto e il clima politico che portava a individuare nemici interni. Un’indagine sulla storia dell’Unione Sovietica in quel periodo, e sulle teorie economiche che la guidavano, sarebbe illuminante. Autori come Conquest o Service possono fornire prospettive utili su questi temi.Abbiamo riassunto il possibile
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