1. La Vita e la Morte nella Mediocrità
La morte di Ivàn Il’ič Golovin, consigliere di Corte d’appello, coglie di sorpresa i suoi colleghi magistrati. Durante una pausa di un processo, la notizia suscita reazioni inaspettate. Invece del dolore, i presenti pensano subito alle possibili promozioni e ai cambiamenti di carriera. Pëtr Ivànovič, collega e amico di Ivàn, si reca alla veglia funebre. L’atmosfera è formale e poco sentita. Ivàn è composto nella bara, il suo volto sembra quasi un rimprovero per i vivi, un’idea che Pëtr Ivànovič cerca di allontanare. Un altro collega, Schwarz, lo aiuta a ritrovare la leggerezza, ricordandogli i piaceri della vita, come una partita a carte in serata.La vedova, Praskov’ja Fëdorovna, mostra a Pëtr Ivànovič un dolore che appare forzato, subito sostituito da preoccupazioni pratiche. La conversazione passa rapidamente dal lutto ai soldi, alla pensione, ai vantaggi economici che si possono ottenere dalla morte del marito. La donna è più interessata ai soldi che al dolore, mostrando un lato pratico e freddo. Anche Pëtr Ivànovič si sente sollevato quando lascia la casa, preferendo una partita a carte con gli amici, un modo per dimenticare la scomoda verità della morte.La vita di Ivàn Il’ič è stata ordinaria. Una carriera in ufficio senza grandi successi, ma sempre attenta alle regole e a ciò che pensano gli altri. Ivàn è l’immagine della persona comune: capace, socievole, ma che segue sempre la corrente, attratto da chi ha potere e desideroso di comportarsi come le persone importanti. La sua vita è stata fatta di promozioni, relazioni superficiali e un matrimonio che, dopo un inizio felice, è diventato fonte di litigi e delusioni. Ivàn si è rifugiato nel lavoro, dove poteva far valere la sua autorità ed essere apprezzato, costruendo una vita all’apparenza piacevole e rispettabile, ma in realtà vuota e falsa. Il suo unico interesse era mantenere un’esistenza comoda, dove il lavoro e il gioco a carte si alternavano, offrendo un’illusione di felicità.Capitolo 2
La mancata promozione è un duro colpo per Ivàn Il’ič. Si sente profondamente incompreso, sottovalutato e la sua ambizione di carriera è frustrata. La precarietà finanziaria aggrava la situazione. Decide quindi di cambiare vita: durante una vacanza estiva, matura l’idea di cercare nuove opportunità a Pietroburgo. Vuole un lavoro migliore, più prestigioso, lontano da un ambiente che sente ostile. Pietroburgo si rivela la scelta giusta. Grazie a fortunate coincidenze e all’aiuto di amici influenti, ottiene una nomina che supera ogni aspettativa. Non solo guadagnerà di più, ma avrà anche una posizione di rilievo rispetto ai colleghi. Questo successo cancella le amarezze passate. Ivàn ritrova l’armonia con la moglie, un tempo perduta. Insieme progettano il trasferimento, sognano la nuova casa. Arredare la dimora diventa un piacere condiviso, un progetto che unisce ancora di più la coppia. La vita torna a sorridere, tra impegni sociali e di lavoro, in un contesto di benessere. Ma questo equilibrio si incrina. Un disturbo al fianco, un sapore strano in bocca: all’inizio sono fastidi passeggeri, poi il dolore aumenta, diventa costante. La malattia entra nella vita di Ivàn Il’ič, un’ombra che oscura la serenità appena ritrovata.5. Il Non-Senso della Vita
La moglie di Ivan, tornata a casa tardi, lo trova sofferente e gli offre dell’oppio, ma lui rifiuta e congeda anche Gerasim, il servo che lo assiste. Solo e disperato, Ivan piange la sua impotenza e solitudine, interrogandosi sulla crudeltà della vita e sul silenzio di Dio, chiedendosi il perché di tanta sofferenza. In un lampo di lucidità, cerca risposte nel passato, nei ricordi d’infanzia, unico periodo di felicità autentica. Le gioie successive, il matrimonio, la carriera, tutto appare sbiadito e insignificante. La vita, anziché l’ascesa sociale che immaginava, gli si rivela come una discesa. La malattia avanza, lo confina al divano, e la morte diventa una presenza sempre più concreta. L’esistenza di Ivan si svuota, riempita solo dai ricordi che, come in una catena, lo riportano all’infanzia, unico rifugio di gioia. Ripercorre la malattia, notando come il benessere diminuisca man mano che la fine si avvicina. La vita è una caduta verso la morte, un processo inarrestabile. Ivan cerca un senso a questa sofferenza, ma invano. L’idea di non aver vissuto in modo giusto lo sfiora, ma la respinge: la sua vita è stata sempre conforme alle regole. Ma, nonostante questa apparente correttezza, la sofferenza e la morte rimangono un assurdo senza spiegazione.6. L’Illuminazione Prima della Morte
Nel giro di due settimane, la famiglia di Ivan Il’ič assiste alla richiesta formale di matrimonio da parte di Petrišèev per la mano della figlia. La felicità iniziale, però, svanisce rapidamente a causa del peggioramento di salute di Ivan, che reagisce con rabbia, rifiutando cure e famiglia, desiderando solo la pace della morte. Il vero tormento di Ivan non deriva dal dolore fisico, ma da un profondo dubbio morale. Mette in discussione il valore della sua intera esistenza, chiedendosi se abbia mai vissuto in modo autentico. Il passato, con le scelte di lavoro, famiglia e relazioni sociali, appare ora come un grande inganno, un velo che ha nascosto il vero significato della vita e della morte. Questa presa di coscienza non fa che aumentare la sua angoscia. Un breve spiraglio di sollievo e speranza, dopo una confessione e la comunione, svanisce rapidamente. La vista e le parole della moglie riportano Ivan alla cruda realtà: la sua vita è una menzogna. Odio e dolore fisico si acuiscono, culminando in un grido disperato che segna l’inizio dell’agonia. Urla e terrore della morte lo tormentano per tre giorni. Si sente intrappolato, lottando contro una forza oscura e invincibile. La giustificazione della sua vita passata gli impedisce di trovare pace. Poi, la svolta. Ivan comprende l’errore della sua vita, ma intuisce anche la possibilità di un ultimo atto di rettitudine. Questa consapevolezza porta una calma inattesa. La compassione negli occhi del figlio e della moglie suscita in lui pietà e il desiderio di liberarli dalla sua presenza. La vera liberazione, capisce, risiede nella fine del proprio tormento e, quindi, nella morte stessa. La paura svanisce, sostituita da una luce interiore e da una gioia improvvisa. La morte non è più una minaccia, ma la fine della sofferenza. Le sue ultime parole sono una rivelazione: “È finita la morte… Non c’è più.” Dopo due ore di agonia, Ivan muore, avendo trovato la pace nella consapevolezza finale.Abbiamo riassunto il possibile
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