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Contenuti del libro
Informazioni
“La montagna è dentro di te” di Brianna Wiest è quel tipo di libro che ti fa pensare un sacco, perché ti sbatte in faccia una verità scomoda ma liberatoria: spesso, il vero casino nella nostra vita lo creiamo noi stessi, con l’auto-sabotaggio. Non è pigrizia o sfiga, ma una roba inconscia, una specie di difesa strana che cerca di proteggerci da paure che neanche sapevamo di avere, tipo quella di non essere abbastanza o di perdere il controllo. Il libro ti prende per mano e ti dice: ok, riconosciamo questo auto-sabotaggio, capiamo perché lo facciamo (spesso per bisogni subconsci non soddisfatti) e poi vediamo come superarlo. Non è una cosa facile, richiede di guardarsi dentro, affrontare le emozioni represse, capire cosa vogliamo davvero (autenticità!) e smetterla di cercare scuse o di preoccuparsi troppo di quello che pensano gli altri o di paure irrazionali. Parla di quanto sia importante l’azione, anche imperfetta, di come gestire le relazioni e l’ambiente intorno a noi, e di come trovare una vera pace interiore e forza mentale non nascondendo i problemi, ma affrontandoli. È un percorso di crescita personale, un viaggio verso la padronanza di sé, che ti insegna che le difficoltà non sono muri, ma gradini per diventare la versione migliore di te stesso, riscoprendo magari quella gioia e quella capacità di credere che avevamo da bambini. Insomma, ti fa capire che la vera sfida e la vera avventura sono dentro di te.Riassunto Breve
Il principale ostacolo nella vita è spesso la persona stessa. Questo fenomeno, l’auto-sabotaggio, emerge quando si percepisce una distanza tra la situazione attuale e quella desiderata, e gli sforzi per colmare il divario incontrano resistenza. Non è masochismo, ma una strategia inconscia per soddisfare bisogni inespressi, spesso un meccanismo di difesa contro paure irrazionali e associazioni negative inconsce, come il timore di non essere all’altezza o di perdere il controllo. Queste azioni, apparentemente illogiche, proteggono da vulnerabilità percepite, mantenendo un senso di familiarità disfunzionale. Superare l’auto-sabotaggio richiede introspezione, riconoscere responsabilità, identificare problemi concreti e affrontare credenze limitanti. Manifestazioni comuni sono resistenza, superamento della soglia di felicità e perfezionismo. Il cambiamento radicale implica confrontarsi con la scomodità, ridefinire l’identità e abbandonare vecchie abitudini. La padronanza di sé risiede nella comprensione delle motivazioni profonde, trasformando i sintomi in crescita. Agire è fondamentale, anche senza perfezione immediata; il progresso costante permette di apprendere ed evolvere. L’ansia di creare qualcosa di straordinario può paralizzare; l’azione concreta su ciò che conta guida il cambiamento. Elaborare le emozioni è cruciale; reprimerle limita l’espressione e porta all’evitamento. Un’elaborazione sana implica riconoscere eventi scatenanti, validare reazioni e trovare azioni correttive. La vita è misurata dai risultati, non dalle intenzioni; giustificazioni e scuse ostacolano gli obiettivi. L’ambiente circostante influenza il percorso; uno spazio disordinato ostacola il potenziale. Creare un ambiente organizzato supporta il benessere. Piccoli cambiamenti ambientali impattano sul senso di controllo e stress. Interrogarsi sull’autenticità dei desideri è essenziale; inseguire obiettivi non propri porta insoddisfazione e auto-sabotaggio. Rivalutare gli obiettivi e allinearli con la propria essenza è necessario per una vita piena. Le decisioni devono riflettere chi si è diventati. Riconoscere che la definizione di successo può cambiare è fondamentale; il vero successo può essere serenità quotidiana o qualità delle relazioni. Abbandonare ciò che non è più in linea crea spazio per nuove strade. Il giudizio verso gli altri, come pettegolezzo e critica, è auto-sabotaggio. Criticare il successo altrui per insicurezza associa successo a negatività, frenando il proprio avanzamento. Interiorizzare giudizi negativi sulla ricchezza può sabotare sforzi finanziari. I giudizi diventano regole autoimposte. Un programma sovraccarico compromette l’efficacia; semplificare, stabilire priorità, delegare e rinunciare al superfluo è imperativo. La tendenza a creare caos deve essere sostituita dalla ricerca di semplicità. L’eccessiva attività può essere una difesa. Sviluppare strategie più sane, come costruire autostima e definire limiti relazionali, è necessario. Le persone frequentate influenzano la vita; relazioni stressanti o tossiche sono auto-sabotaggio. Relazioni che generano inferiorità o invidia richiedono di allentare i legami. Costruire una cerchia di persone supportive è essenziale. Preoccuparsi eccessivamente di paure irrazionali è una forma insidiosa di auto-sabotaggio, spesso schermo per timori più profondi. Identificare la vera natura delle paure è il primo passo per superarle. L’energia sprecata nel controllare scenari negativi immaginari potrebbe decifrare il messaggio nella paura stessa. La paura rivela bisogni sottostanti: perdita di reddito simboleggia sicurezza, paura del futuro riflette insoddisfazione presente, ansia decisionale maschera difficoltà a scegliere. Al cuore delle paure profonde c’è un messaggio sui valori personali. Identificare cosa si vuole proteggere aiuta a trovare modi sani per farlo. Il ciclo di auto-sabotaggio si manifesta in modi sottili: maggiore consapevolezza di ciò che non si vuole, focalizzazione su preoccupazioni, ricerca di approvazione esterna, ignorare dati di realtà, fuggire dai problemi, paura delle emozioni, perseguire obiettivi altrui, dubitare del potenziale, voler controllare tutto, attendere passivamente, non riconoscere progressi. Nasce da “impegni” subconsci legati a bisogni fondamentali inappagati. Comprendere questi impegni è cruciale. Alimentare i bisogni fondamentali attenua i sintomi. Affrontare le emozioni represse è essenziale; la resistenza è un segnale. Riconnettersi all’ispirazione aiuta a superare la resistenza. Accogliere emozioni come rabbia o tristezza permette di elaborarle. Dissociare azione ed emozione è chiave; si è frenati dalla mancanza di “voglia” di cambiare a causa della preferenza emotiva per la familiarità. È possibile riprogrammare questa preferenza, allenandosi a desiderare comportamenti benefici. Agire prima di sentirsi pronti genera slancio. I “triggers” emotivi sono guide verso la libertà; ogni emozione negativa porta un messaggio. Reprimere le emozioni trasforma sfide isolate in problemi cronici. Il problema non è il trigger, ma la gestione emotiva. Comprendere il “perché” di un trigger lo rende un catalizzatore di cambiamento. Le emozioni negative hanno funzioni: rabbia definisce confini, tristezza elabora perdita, senso di colpa invita a correggere comportamenti, imbarazzo segnala azioni non allineate ai valori, vergogna porta all’autocondanna, gelosia cela tristezza ma rivela desideri, risentimento nasce da aspettative disattese, rimpianto indica cosa cambiare. La paura cronica segnala necessità di protezione, ma il controllo si riacquista accettando incertezza e agendo su ciò che è controllabile. I sistemi di guida interni sussurrano finché non urlano, indicando aree da trasformare. Ignorarli porta a dissociazione e vittimismo. I comportamenti auto-sabotanti soddisfano bisogni inespressi. Riconoscerli e soddisfarli sanamente è la chiave. Bisogni di validazione, connessione, affetto e sicurezza sono validi; negarli è un errore. L’autosufficienza totale è un’illusione; la connessione umana è essenziale. Bisogni di sicurezza finanziaria, validazione professionale e benessere ambientale sono legittimi. La mente subconscia comunica tramite auto-sabotaggio, offrendo saggezza sui bisogni reali. Interpretare questi segnali, ascoltando l’istinto presente senza proiettare paure future, è cruciale. L’istinto autentico è calmo. Distinguere intuizioni calme da pensieri ansiosi è fondamentale. Soddisfare i bisogni essenziali tramite cura di sé è la base per superare l’auto-sabotaggio e costruire una vita equilibrata. Il corpo reagisce al trauma irrigidendosi; la guarigione richiede lavoro fisico e auto-rassicurazione. Ristabilire sicurezza significa affrontare le paure direttamente. Superare il trauma implica smettere di dare per scontati pensieri e sentimenti. Diventare la versione più potente di sé richiede visualizzazione e azione allineata, processando difficoltà senza aggressività. La validazione emotiva è potente; validare i sentimenti altrui è riconoscere la loro legittimità. Permettere a sé stessi di provare pienamente le emozioni è essenziale per elaborarle. Vivere pienamente richiede principi guida, verità oggettive sulle conseguenze delle azioni, piuttosto che ispirazione momentanea. Definire principi in vari ambiti costruisce una base solida. Il vero scopo della vita è l’esistenza stessa e il continuo lavoro su di sé. Trovare lo scopo implica interrogarsi su cosa si è disposti a sopportare, immaginare la versione ideale e identificare ciò che fluisce naturalmente. Lo scopo emerge spesso dalle difficoltà. La padronanza di sé si raggiunge controllando le emozioni consapevolmente, riconoscendole e scegliendo come reagire. Le emozioni represse agiscono come pregiudizi inconsci. Controllare le emozioni significa essere coscienti e scegliere la reazione, gestendo il comportamento. La vera forza mentale è affrontare quotidianità e sfide con equilibrio. La pace interiore è connessione con la saggezza interna, consapevolezza che tutto andrà bene, un ritorno a uno stato naturale di calma. Non è da creare, ma riscoprire dentro. La mente tende a distaccarsi da questa pace fidandosi di pensieri distorti. Riconnettersi richiede affrontare il “bambino interiore” spaventato, rassicurandolo. La chiave è accettare il disagio, rimanere presenti, riconoscere le preoccupazioni come proiezioni. La forza mentale si coltiva con pianificazione, umiltà e richiesta di aiuto. Il disagio indica necessità di cambiamento. Godere della vita significa smettere di cercare di dominare gli altri e apprezzare piccole gioie. Relazioni positive sono fondamentali. Mantenere una mente aperta all’apprendimento e considerare le sfide opportunità arricchisce la vita. Da bambini, la vita è immaginazione e gioco, credendo pienamente. Questa capacità permane ma è soffocata. Vivere appieno richiede dedicare tempo alle attività amate nell’infanzia. Riconnettersi con l’infanzia interiore permette una vita semplice e trasformativa, accettando sé stessi. La vita è crescita personale. Le difficoltà sono opportunità e svolte. Diventare maestri di sé significa assumersi responsabilità totale, anche per ciò che sfugge al controllo. La risposta agli eventi è chiave. Molti vivono senza capire di essere artefici delle proprie difficoltà e di poterle superare. La maestria è riconoscere di possedere le qualità per affrontare le sfide; superarle è lo scopo ultimo. Le difficoltà non sono insormontabili, ma segnali per evolvere e trasformarsi. La crescita personale impatta positivamente il mondo. Cambiare sé stessi è il primo passo per cambiare vita e affrontare sfide maggiori. Al termine del percorso, si comprende il valore di ogni passo e si prova gratitudine per le difficoltà che hanno indicato la strada. La vita è continuo divenire; le sfide superate sono esperienze preziose che definiscono chi si diventa. Il significato delle difficoltà risiede nella trasformazione che generano.Riassunto Lungo
1. La Montagna Interiore
Spesso, nella vita di ciascuno, l’ostacolo principale è rappresentato dalla persona stessa. Questo si manifesta con l’auto-sabotaggio, un fenomeno che emerge quando si avverte una distanza tra la situazione in cui ci si trova e quella desiderata. In questi casi, gli sforzi per ridurre questo divario incontrano una forte resistenza e generano disagio. È importante capire che l’auto-sabotaggio non è semplice masochismo o mancanza di volontà, ma piuttosto una strategia inconscia per rispondere a bisogni che non vengono espressi apertamente.Le Cause dell’Auto-Sabotaggio
L’auto-sabotaggio si presenta frequentemente come un meccanismo di difesa, una reazione a paure irrazionali e a collegamenti negativi che non sono consapevoli. Questi comportamenti che ci limitano nascono da timori profondi, come la paura di non essere all’altezza delle situazioni, di perdere il controllo degli eventi, o di trovarsi di fronte a ciò che non si conosce. Anche se le azioni auto-sabotanti possono apparire prive di logica, in realtà hanno lo scopo di proteggere da fragilità che si percepiscono, mantenendo uno stato di familiarità e di apparente sicurezza, anche se questo stato è dannoso per noi.Come Superare l’Auto-Sabotaggio
Per riuscire a superare l’auto-sabotaggio, è necessario intraprendere un percorso di introspezione profonda. Questo significa riconoscere le proprie responsabilità nelle situazioni, individuare i problemi concreti che si affrontano e mettere in discussione le convinzioni limitanti che influenzano la percezione di sé stessi e del mondo circostante. Alcune manifestazioni comuni di auto-sabotaggio sono la resistenza al cambiamento, il timore della felicità e la ricerca eccessiva della perfezione. Per realizzare un cambiamento vero e profondo, è fondamentale affrontare le situazioni che creano disagio, ridefinire l’immagine che si ha di sé e abbandonare le abitudini che non sono più utili per la persona che si vuole diventare. La chiave per controllare sé stessi sta nel comprendere le ragioni profonde che guidano l’auto-sabotaggio, trasformando così i sintomi in opportunità per crescere a livello personale.Ma se l’auto-sabotaggio non fosse sempre una strategia inconscia, come suggerisce il capitolo, ma derivasse anche da fattori consci o ambientali, le soluzioni proposte sarebbero ancora valide?
Il capitolo presenta l’auto-sabotaggio principalmente come un meccanismo di difesa inconscio, il che potrebbe essere una visione limitata. Per una comprensione più completa, sarebbe utile esplorare anche le dimensioni consce e ambientali dell’auto-sabotaggio. Approfondimenti sulla psicologia comportamentale e sulla sociologia potrebbero offrire una prospettiva più ampia. Autori come Kahneman per la psicologia comportamentale e Bourdieu per la sociologia potrebbero essere utili per ampliare la visione.2. L’importanza dell’azione e dell’autenticità
Agire è fondamentale, anche senza cercare subito la perfezione. Voler ottenere risultati perfetti fin da subito può bloccare l’azione. È meglio concentrarsi sul miglioramento costante piuttosto che sulla perfezione, che è impossibile da raggiungere. Avanzare, anche se piano piano, permette di imparare dagli sbagli e di crescere verso gli obiettivi che ci interessano. L’ansia di fare qualcosa di eccezionale può rendere difficile realizzare progetti importanti. Invece, agire in modo concreto, concentrandosi su ciò che è davvero importante per noi, è ciò che spinge il cambiamento.L’importanza di gestire le emozioni
Un altro punto essenziale è saper gestire le proprie emozioni. Non affrontare o ignorare le emozioni negative impedisce di esprimersi pienamente e porta a evitare situazioni che potrebbero essere positive ma che ci spaventano a livello emotivo. Gestire bene le emozioni significa capire cosa le scatena, accettare le proprie reazioni emotive e decidere come comportarsi di conseguenza. È fondamentale capire da dove nasce il disagio, accettare che le proprie emozioni sono valide e trovare modi costruttivi per gestirle.Dare valore ai risultati concreti
La vita si misura in base a quello che si realizza, non in base alle intenzioni. Le scuse e le giustificazioni diventano degli ostacoli che ci impediscono di raggiungere i nostri obiettivi. Dare importanza alle scuse significa metterle davanti alle proprie ambizioni. Bisogna smettere di usare le scuse come se fossero risultati veri.L’influenza dell’ambiente
L’ambiente in cui viviamo ha un grande effetto sul nostro percorso personale. Un ambiente disordinato o che non va bene per noi può rendere difficile esprimere al massimo le nostre capacità. Creare uno spazio organizzato e adatto alle nostre esigenze, che ci faccia stare bene sia emotivamente che praticamente, è un passo importante. Anche piccoli cambiamenti nell’ambiente, come mettere in ordine o aggiungere elementi positivi, possono migliorare molto la sensazione di avere il controllo della situazione e ridurre lo stress.Cercare l’autenticità nei propri desideri
Infine, è fondamentale chiedersi se i nostri desideri sono davvero autentici. Spesso, inseguiamo obiettivi che non corrispondono a ciò che vogliamo veramente, ma che sono influenzati da quello che gli altri si aspettano da noi o da ambizioni che non sono più attuali. Quando si cerca una direzione che non è quella giusta per noi, possono nascere insoddisfazione e la tendenza a sabotare noi stessi. È necessario ripensare ai propri obiettivi e farli combaciare con la nostra vera natura per vivere una vita piena e significativa. Le decisioni che prendiamo devono mostrare chi siamo diventati, liberandoci da regole fisse e da quello che pensano gli altri.Ma è davvero sufficiente agire e gestire le emozioni per raggiungere una vita piena e significativa, come suggerisce il capitolo, o stiamo ignorando le complesse interazioni tra fattori sociali, economici e personali che modellano il nostro percorso?
Il capitolo presenta una visione forse eccessivamente semplificata del percorso di realizzazione personale. Sebbene l’azione e la gestione delle emozioni siano indubbiamente importanti, è cruciale considerare come fattori esterni, come il contesto socio-economico e le dinamiche relazionali, influenzino profondamente le nostre opportunità e i nostri desideri. Per una comprensione più completa, sarebbe utile esplorare discipline come la sociologia e la psicologia sociale, approfondendo autori come Erving Goffman o Pierre Bourdieu, che analizzano come le strutture sociali e le interazioni influenzino l’individuo.3. Superare l’Autosabotaggio
Rivedere la definizione di successo
Riconoscere che la propria idea di successo ha bisogno di essere ripensata è molto importante. Il vero successo può essere trovare serenità ogni giorno, dare più importanza ai viaggi che al lavoro, oppure avere relazioni affettive e amicali di qualità. Bisogna accettare che il lavoro o gli obiettivi che ci eravamo dati all’inizio potrebbero non essere più quello che vogliamo ora. Lasciare andare quello che non ci interessa più serve a trovare nuove strade più adatte a noi. Per fare questo, bisogna essere coraggiosi e superare l’orgoglio, guardando la realtà in modo chiaro.Il giudizio verso gli altri come ostacolo
Giudicare gli altri, soprattutto spettegolezzi e critiche sulle loro scelte, impedisce di raggiungere il successo personale. Quando critichiamo il successo degli altri per sentirci meglio con noi stessi, ci mettiamo in una situazione di auto-sabotaggio. Inconsciamente, colleghiamo il successo a qualcosa di negativo, e quindi evitiamo di fare cose per migliorare la nostra vita, perché abbiamo paura di diventare come l’immagine negativa che abbiamo in mente. Allo stesso modo, se pensiamo male delle persone ricche, potremmo sabotare senza volerlo i nostri sforzi per avere una situazione economica stabile, perché associamo la ricchezza a sensi di colpa o all’essere visti male dagli altri. I giudizi che diamo agli altri diventano regole che imponiamo a noi stessi, limitando le nostre possibilità.Semplificare le attività e stabilire priorità
Avere troppe cose da fare e non essere organizzati rende meno efficaci e produttivi. È fondamentale fare le cose in modo più semplice, decidere cosa è più importante, delegare compiti se possibile e rinunciare a ciò che non serve. Invece di creare confusione e urgenza senza motivo, dobbiamo cercare la semplicità e avere delle abitudini. Concentrarsi sulle cinque attività principali di ogni giorno è un buon inizio. Spesso, essere sempre occupati è un modo per difendersi, per sentirsi importanti o per evitare impegni o persone. Bisogna trovare modi più sani per gestire queste situazioni, come aumentare la fiducia in sé stessi ottenendo risultati concreti e imparare a dire di no in modo gentile ma deciso.L’influenza delle persone che frequentiamo
Le persone che frequentiamo hanno un grande impatto sulla nostra vita. Avere rapporti con persone che ci fanno sentire stressati o insicuri è una forma di auto-sabotaggio. Anche relazioni negative non troppo gravi possono fare male nel tempo. Se una relazione ci fa sentire inferiori o invidiosi, è meglio allentare un po’ i rapporti. Non serve essere scortesi, ma è importante capire che le persone che ci circondano influenzano il nostro futuro. È essenziale crearsi un gruppo di persone che ci sostengono, ci danno ispirazione e hanno obiettivi simili ai nostri. Le relazioni sociali dovrebbero darci energia e motivazione, non stanchezza e frustrazione. Creare una rete di amicizie positive richiede tempo e impegno, iniziando con piccoli gesti come invitare qualcuno per un caffè o ricontattare persone che stimiamo. Prendersi cura di queste amicizie è molto importante per il nostro benessere.Paure irrazionali come meccanismo di difesa
Preoccuparsi troppo di paure senza motivo e di cose che difficilmente accadranno è un modo nascosto di auto-sabotaggio. Queste paure, spesso legate a cose lontane o improbabili, nascondono paure più profonde e reali. Concentrarsi su paure irrazionali ci permette di evitare di affrontare ansie concrete. Quando ci accorgiamo di essere bloccati in un ciclo di paure infondate, è utile chiedersi quali sono le vere ansie che ci preoccupano. Per esempio, la paura di viaggiare in auto potrebbe nascondere la paura di perdere il controllo o di affrontare il futuro. L’ansia di perdere il lavoro potrebbe essere legata alla paura di non essere capaci o di essere umiliati. Capire quali sono le nostre vere paure è il primo passo per superarle.Ma davvero la mente adulta può essere ridotta a un “bambino interiore” bisognoso di rassicurazioni?
Il capitolo presenta una visione semplicistica della psiche umana, riducendo la complessità della mente adulta alla metafora del “bambino interiore”. Questa analogia, sebbene suggestiva, rischia di banalizzare le sfumature emotive e cognitive dell’esperienza adulta, suggerendo una dipendenza eccessiva da un’ipotetica figura genitoriale interna. Per una comprensione più articolata della psiche, sarebbe utile esplorare le teorie psicologiche che affrontano lo sviluppo dell’identità e la gestione delle emozioni in età adulta, come quelle proposte da autori quali Jung o Fromm, che offrono modelli più complessi e meno riduttivi della mente umana.7. Riscoprire la Gioia e Padroneggiare il Proprio Percorso
Quando si è piccoli, la vita è piena di immaginazione e di gioco. Si crede in tutto e si vive ogni cosa pienamente. Questa capacità di immaginare e di giocare rimane anche quando si diventa adulti, ma spesso il mondo intorno a noi la nasconde. Per vivere bene, è importante dedicare tempo alle cose che ci piacevano da bambini, come dipingere o giocare, e farlo solo per il piacere di farlo. Riconnettersi con il bambino che è dentro di noi ci aiuta a vivere in modo semplice e profondo, accettando noi stessi completamente.Crescita personale e difficoltà
La vita è un percorso di crescita personale e le difficoltà che si incontrano non sono un male, ma occasioni per crescere e cambiare in meglio. Diventare padroni di sé stessi significa prendersi la responsabilità della propria vita, anche di quello che non si può controllare. Quello che conta davvero non è cosa succede, ma come reagiamo a quello che succede.Affrontare le sfide per evolvere
Molte persone non capiscono che sono loro a creare le proprie difficoltà e che hanno la forza di superarle. Essere maestri di sé stessi significa capire di avere le qualità giuste per affrontare i problemi e che superarli è lo scopo della vita. Le difficoltà non sono ostacoli impossibili da superare, ma segnali che ci dicono che dobbiamo cambiare, sviluppare le nostre capacità e diventare la persona che vogliamo essere.Il valore della trasformazione
Crescere personalmente ha un effetto positivo su tutto quello che ci circonda. Cambiare noi stessi è il primo passo per migliorare la nostra vita e affrontare sfide ancora più grandi. Alla fine di questo percorso, si capisce quanto è importante ogni passo fatto e si è grati per le difficoltà incontrate, perché sono state quelle a mostrarci la strada per realizzarci. La vita è un cambiamento continuo e le difficoltà, una volta superate, diventano esperienze importanti che ci aiutano a diventare quello che siamo. Il vero senso delle difficoltà è proprio il cambiamento che ci portano.Ma è davvero utile considerare ogni difficoltà come un’opportunità di crescita personale, ignorando le difficoltà che possono essere oggettivamente negative e persino traumatiche?
Il capitolo sembra suggerire che qualsiasi difficoltà sia intrinsecamente positiva perché porta alla crescita personale. Questa visione ottimistica potrebbe trascurare la realtà di difficoltà oggettivamente negative, come traumi o malattie gravi, che possono avere effetti devastanti sulla vita di una persona e non sempre si traducono in una crescita positiva. Per una comprensione più equilibrata, sarebbe utile approfondire la psicologia del trauma e la resilienza, studiando autori come Bessel van der Kolk e Viktor Frankl, per comprendere come affrontare le avversità in modi più complessi e realistici.Abbiamo riassunto il possibile
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