1. Kafka, tra Realtà e Finzione
Kafka è un autore importante e, stranamente, facile da leggere nonostante la sua opera sia complessa. Deve la sua fama, in parte, a Max Brod, che pubblicò i suoi manoscritti dopo la sua morte, contro la sua volontà. Lo stile di Kafka è particolare: gestisce il tempo in modo unico, dà importanza a congiunzioni e preposizioni, e usa un tono ironico, influenzato dal tedesco di Praga. Anche se affronta temi seri, nei suoi racconti si trova un umorismo sottile. Un ricordo d’infanzia mostra bambini che giocano di sera: corrono, cadono, cantano insieme, e poi vanno verso una città piena di persone definite “folli” perché sempre attive. In un altro contesto, un uomo arriva tardi a una festa con un conoscente. Con un sorriso e alcuni gesti, rivela che il conoscente è un impostore. Una volta smascherato, viene accolto calorosamente dai domestici all’ingresso.2. Il Peso delle Menzogne
Un uomo d’affari, oppresso dalle preoccupazioni per la sua piccola impresa, si sente solo e insoddisfatto. L’ascensore, al suo rientro a casa, diventa il palcoscenico dei suoi tormenti interiori. In un altro scenario, un uomo, chiuso nella sua stanza, riceve la visita di un ragazzo. Il dialogo tra i due è carico di tensione e di minacce non dette. La scena si sposta su Georg Bendemann, un giovane imprenditore che, combattuto tra la gioia per l’imminente matrimonio e il timore della reazione di un amico lontano, a San Pietroburgo, decide di scrivergli. L’esitazione nel condividere la notizia rivela un’insicurezza profonda. Quando Georg comunica al padre del fidanzamento, la situazione precipita. Il padre, inaspettatamente, accusa il figlio di ipocrisia e menzogna, soprattutto riguardo all’amico in Russia. Il confronto si fa drammatico: il padre mette a nudo le fragilità di Georg e, in un crescendo di tensione, lo condanna a morte per annegamento. Georg, sconvolto e schiacciato dal senso di colpa, fugge e si getta nel fiume. Il gesto estremo è il culmine di un rapporto padre-figlio distorto e di un’amicizia lontana, avvolta nel mistero.8. L’Arte della Sofferenza
Per raggiungere la perfezione, un artista del trapezio sceglie di vivere costantemente sospeso, giorno e notte, sulla sua sbarra. Questa dedizione assoluta, trasformatasi in una routine quasi ossessiva, non disturba il mondo esterno, se non per un leggero fastidio durante gli spettacoli. La direzione accetta questa sua scelta, riconoscendone il talento unico e comprendendo la necessità di un allenamento continuo.Durante un viaggio, l’artista confida al suo manager un’esigenza nuova: avere due trapezi invece di uno. Chiede che questa modifica diventi permanente, terrorizzato all’idea di tornare alla sbarra singola. Il manager acconsente, ma l’artista, in lacrime, rivela la sua profonda angoscia: “Come posso vivere con una sola sbarra tra le mani?”. Questa reazione inattesa preoccupa il manager, che intravede un futuro incerto per la carriera dell’artista, segnato da un malessere crescente.Un’altra forma di sofferenza, meno evidente ma altrettanto intensa, si manifesta nel rapporto tra un uomo e una donna. Lei lo critica costantemente, tormentandolo con il suo disappunto silenzioso e i suoi sintomi fisici. Non c’è amore o dipendenza tra loro, solo un’ossessione inspiegabile da parte della donna. L’uomo, pur sentendosi causa di questo tormento, si interroga sulla possibilità di cambiare, sperando invano di alleviare l’irritazione della donna.Un tempo, l’arte del digiuno attirava folle entusiaste, ma ora l’artista della fame è dimenticato. Un tempo celebre per i suoi digiuni di quaranta giorni, l’artista soffriva per l’incomprensione del pubblico, che dubitava della sua onestà e non apprezzava la sua arte. Con il passare del tempo, l’interesse per queste esibizioni svanisce, e l’artista si ritrova in un circo, relegato in un angolo, ignorato dai visitatori attratti dagli animali. Muore solo, nella sua gabbia, rivelando che la ragione del suo digiuno non era la ricerca della fama, ma l’impossibilità di trovare un cibo che gli piacesse. Al suo posto, una pantera, simbolo di vitalità e di un appetito mai sopito, occupa ora la gabbia.9. Echi di Applausi, Sussurri di Freddo
In una comunità che non ama particolarmente la musica, Josefine è una cantante che affascina tutti. Durante le sue esibizioni, anche se c’è chi discute se sia vero canto o un semplice fischio, le persone arrivano numerose. Attorno a lei, si crea un silenzio particolare. Josefine pensa di essere fondamentale, quasi una protettrice della comunità con le sue canzoni. La comunità, invece, si considera la sua protettrice, accettando quasi tutte le sue richieste. L’unica richiesta che le viene negata è quella di essere esonerata dal lavoro. Per ottenere ciò che vuole, a volte Josefine fa delle scenate: minaccia di cantare meno o finge di essere malata, tutto per avere più attenzioni. Alla fine, però, scompare. La sua assenza viene accettata con una calma che fa dubitare del reale valore della sua arte. In un contesto completamente diverso, a Brescia, durante una mostra di aerei, piloti come Blériot, Curtiss e Rougier cercano un riconoscimento concreto. Blériot ha problemi con il motore, Curtiss vince e viene festeggiato, Rougier stupisce tutti con un volo di prova eccezionale. Qui, il desiderio di fama e successo si manifesta in un’arena dove tutti possono vedere. Diverso è il bisogno di un uomo che, in cerca di carbone, spera in un tipo di riconoscimento molto più elementare: la semplice compassione. Quest’uomo cavalca il suo secchio vuoto e supplica un venditore di carbone di dargliene un po’ per scaldarsi. Il venditore sembra capire la situazione, ma sua moglie rifiuta freddamente, negando anche il più piccolo gesto di gentilezza. L’uomo, respinto e lasciato al freddo, mostra quanto possa essere doloroso vedersi negare i bisogni più semplici e un po’ di empatia umana. Un contrasto evidente con la fama, anche se passeggera, che si cerca negli spettacoli e nelle gare.Abbiamo riassunto il possibile
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