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Contenuti del libro
Informazioni
“La mente che scodinzola. Storie di animali e cervelli” di Giorgio Vallortigara ti porta in un viaggio affascinante nel mondo della cognizione, sfidando le idee comuni su come funzionano le menti. Dimentica l’evoluzione come una scala lineare e la percezione come uno specchio perfetto della realtà; questo libro esplora come la mente animale e quella umana siano plasmate dall’evoluzione per la sopravvivenza, non per una verità oggettiva. Scoprirai il ruolo sorprendente del cervello asimmetrico in specie diverse, dai cani che scodinzolano in modo diverso a seconda delle emozioni, alle galline in allevamento, mostrando come la specializzazione emisferica influenzi tutto, dalla navigazione alla comprensione sociale. Vedremo come l’intelligenza sociale sia cruciale, esplorando la domesticazione e l’auto-domesticazione umana, e come una fisica intuitiva sembri innata anche nei pulcini. Il libro indaga le capacità cognitive condivise, dimostrando che il pensiero esiste anche senza linguaggio, e tocca temi complessi come le radici biologiche delle credenze e della moralità. Attraverso esperimenti su animali incredibili come Alex il pappagallo, che dimostrava una comprensione profonda, o uccelli capaci di pianificare il futuro, Vallortigara ci mostra che la cognizione animale è molto più ricca di quanto pensiamo, offrendo prospettive nuove per capire non solo loro, ma anche noi stessi e le nostre menti modellate dall’evoluzione.Riassunto Breve
Si mette in discussione l’idea comune di un’evoluzione lineare con l’uomo al vertice e la nozione che la percezione sia una rappresentazione fedele della realtà. L’evoluzione non segue una scala di progresso; tutte le specie sono adattate al loro ambiente specifico. La complessità non è sinonimo di superiorità evolutiva; la selezione naturale favorisce la sopravvivenza. La percezione non è uno specchio fedele del mondo esterno, ma uno strumento per la sopravvivenza, un’illusione sufficientemente efficace per agire e riprodursi. L’asimmetria cerebrale, con specializzazioni tra emisferi, è presente in diverse specie, non solo nell’uomo, e offre vantaggi evolutivi, come l’efficienza nell’elaborazione simultanea di compiti diversi. Questa lateralizzazione influenza comportamenti e funzioni cognitive, come lo scodinzolio asimmetrico nei cani legato alle emozioni o la preferenza per l’emicampo visivo sinistro. Nelle popolazioni, l’asimmetria direzionale emerge come strategia stabile. L’intelligenza animale è complessa e varia; l’intelligenza sociale canina, superiore a quella dei lupi nel comprendere segnali umani, è un prodotto della domesticazione. Esiste una comprensione intuitiva della fisica, osservata nei pulcini, che fornisce una base innata per comprendere il mondo. Animali come i corvi dimostrano come l’esperienza si integri con questa sapienza intuitiva. Le condizioni ambientali influenzano lo sviluppo cerebrale; la complessità ambientale è cruciale per lo sviluppo, anche se può indurre stress sociale in condizioni innaturali. Il cervello animale mostra specializzazione emisferica simile all’uomo, con il destro più abile nel riconoscimento individuale e il sinistro nella categorizzazione. L’inferenza transitiva, importante per la navigazione sociale, è influenzata dalla pressione sociale. Capacità cognitive fondamentali come riconoscere oggetti nascosti, comprendere la permanenza degli oggetti, percepire la causalità e quantificare sono condivise tra specie umane e non umane, esistendo anche senza linguaggio. Il linguaggio umano si distingue, ma il pensiero esiste indipendentemente da esso, come mostrano neonati e pazienti afasici. Il linguaggio potrebbe integrare moduli cognitivi preesistenti, superando limiti come la cognizione numerica precisa per grandi quantità. Differenze cognitive si osservano anche tra i sessi, con possibili predisposizioni biologiche che influenzano le preferenze e le strategie di elaborazione delle informazioni. La coscienza è distinta dalla percezione, emerge dal monitoraggio delle risposte interne e crea un senso del Sé, forse per attribuire valore all’esistenza. L’intelligenza animale include una prospettiva temporale, con specie capaci di pianificare per il futuro. Il cervello umano possiede meccanismi innati, come il rilevatore di vita e la tendenza a cercare agenti causali e scopi (teleologia), che predispongono a interpretare il mondo in modi specifici. Questa inclinazione, unita al dualismo mente-corpo e all’essenzialismo psicologico, facilita l’accettazione di concetti soprannaturali e la credenza religiosa. La moralità umana emerge dalla complessa interazione sociale e dalla selezione naturale, attraverso meccanismi come la selezione di parentela e l’altruismo reciproco basato sulla reputazione, non da principi divini. La passione per l’originalità si lega all’essenzialismo, attribuendo valore a oggetti per la loro essenza unica. Comprendere l’origine evolutiva di queste predisposizioni biologiche aiuta a capire il pensiero e il comportamento umano.Riassunto Lungo
1. La Prigione Percettiva: Illusioni e Cervelli Asimmetrici
Idee sbagliate su mente e cervello
Ci sono due idee sbagliate molto comuni su come funzionano la mente e il cervello. La prima è che gli esseri viventi siano ordinati in una scala, dal più semplice al più complesso, con l’uomo al vertice. Si pensa che anche le capacità mentali seguano questa scala. La seconda idea sbagliata è che il cervello serva a darci una copia esatta della realtà. Queste due idee, però, non sono corrette.L’evoluzione non è una scala gerarchica
L’evoluzione non è un percorso lineare verso una maggiore complessità. Tutte le specie viventi sono evolute allo stesso modo, ma in ambienti diversi. Avere strutture biologiche complesse non significa essere superiori dal punto di vista evolutivo. L’evoluzione premia la sopravvivenza e la riproduzione, non la complessità. Un esempio è la retina dell’occhio umano, che sembra costruita al contrario. Questo dimostra che l’evoluzione è fatta di adattamenti che capitano, non di progetti perfetti.La percezione è un’illusione utile
La percezione non è uno specchio della realtà esterna, ma uno strumento per sopravvivere. Per vivere e riprodursi, gli organismi non hanno bisogno di vedere il mondo come è veramente, ma di avere un’illusione che funzioni. Anche nel modo in cui gli animali comunicano si vede che l’inganno e la manipolazione sono comuni. La percezione funziona allo stesso modo: è un insieme di trucchi evolutivi che ci aiutano a essere efficaci, non a conoscere la verità.L’asimmetria del cervello
Il cervello non è simmetrico, e questa asimmetria ci fa capire meglio come funziona la mente. Nei cani, per esempio, il modo in cui scodinzolano cambia a seconda delle emozioni. Se sono contenti, scodinzolano di più verso destra; se sono tristi o spaventati, scodinzolano di più verso sinistra. Questo perché i due lati del cervello sono specializzati: il lato sinistro serve per avvicinarsi alle cose, quello destro per allontanarsi. Anche se lo scodinzolio asimmetrico non è fatto apposta per comunicare, ci fa capire che le funzioni del cervello non sono distribuite in modo uniforme. Ci sono altri esempi di questa asimmetria. Per esempio, preferiamo usare la parte sinistra del campo visivo e immaginiamo i numeri disposti su una linea da sinistra a destra. Queste preferenze non sono solo culturali, ma hanno una base biologica nel cervello. Anche quando i cani annusano usano le narici in modo diverso: la narice destra è preferita per gli odori nuovi, quella sinistra per gli odori conosciuti. Tutto questo dimostra che i due lati del cervello sono specializzati e che questa specializzazione influenza il nostro comportamento.Se la percezione è una ‘illusione utile’, non rischiamo di cadere in un relativismo radicale dove ogni ‘illusione’ è valida, anche quelle che ci allontanano dalla comprensione del mondo?
Il capitolo presenta la percezione come una ‘illusione utile’, ma questa definizione solleva interrogativi sul rischio di relativismo. Se la percezione non mira alla verità ma all’utilità, come possiamo distinguere tra ‘illusioni’ che ci aiutano a navigare il mondo e quelle che ci allontanano da una comprensione più profonda della realtà? Per approfondire, si suggerisce di esplorare le opere di filosofi come Kant, che ha discusso i limiti della nostra conoscenza del ‘noumeno’, o neuroscienziati come Antonio Damasio, che studia il ruolo delle emozioni nella percezione e nella presa di decisione.2. Cervelli Asimmetrici, Menti Sociali e Fisica Intuitiva
Si è scoperto che l’asimmetria tra i due emisferi del cervello, caratterizzata da funzioni diverse per l’emisfero destro e sinistro, non è esclusiva degli esseri umani. Al contrario, questa specializzazione emisferica è presente in diverse specie animali. Questa organizzazione del cervello offre dei vantaggi importanti dal punto di vista evolutivo. Ad esempio, permette di svolgere più compiti contemporaneamente in modo più efficiente. Quando si osserva un gruppo di individui, si nota che spesso la maggior parte mostra lo stesso tipo di asimmetria, ovvero la stessa lateralizzazione. Questo fenomeno emerge come una strategia stabile nel corso dell’evoluzione. La selezione naturale favorisce questa asimmetria direzionale, anche grazie a meccanismi come la selezione dipendente dalla frequenza e alle interazioni sociali tra individui. Un esempio di questo fenomeno è il mancinismo negli esseri umani. Il fatto che i mancini siano una minoranza potrebbe rappresentare un vantaggio in contesti competitivi, contribuendo a mantenerne la presenza nel tempo.L’Intelligenza Sociale: Un Prodotto dell’Evoluzione
L’intelligenza sociale dei cani è un esempio notevole di come l’evoluzione possa plasmare le capacità cognitive. I cani, infatti, mostrano una capacità di comprendere i segnali comunicativi umani superiore a quella dei lupi. Questa caratteristica è considerata un risultato diretto del processo di domesticazione. Un esperimento interessante sulle volpi domestiche ha evidenziato come la selezione artificiale per la docilità possa portare a cambiamenti significativi nell’intelligenza sociale. Questi studi suggeriscono che un percorso simile potrebbe aver caratterizzato l’evoluzione umana. Si ipotizza che l’auto-domesticazione, un processo evolutivo in cui gli esseri umani hanno selezionato inconsciamente tratti come la cooperatività e la ridotta aggressività all’interno della propria specie, abbia giocato un ruolo cruciale. Questo processo potrebbe aver favorito lo sviluppo di comportamenti sociali complessi e di un’intelligenza spiccatamente sociale negli esseri umani.La Fisica Intuitiva: Una Base Innata per la Comprensione del Mondo
Anche la capacità di comprendere intuitivamente le leggi fondamentali della fisica sembra essere presente fin dalla nascita. Numerose ricerche sui pulcini hanno dimostrato che questi animali possiedono una predisposizione innata a riconoscere situazioni fisicamente impossibili. Ad esempio, i pulcini sono in grado di comprendere principi come la solidità degli oggetti e il concetto di occlusione, ovvero la capacità di un oggetto di nasconderne un altro, anche senza averne avuto esperienza diretta. Questa “fisica intuitiva”, sebbene si limiti a principi elementari, rappresenta una base innata fondamentale per l’apprendimento e la comprensione delle relazioni di causa-effetto che regolano il mondo che ci circonda. Anche in specie più complesse, come i corvi, si osserva come questa sapienza fisica intuitiva ereditaria si integri con l’esperienza individuale. La famosa favola di Esopo, in cui un corvo riesce a sollevare il livello dell’acqua in una brocca inserendovi dei sassi, dimostra come i corvi siano in grado di risolvere problemi complessi sfruttando sia le loro predisposizioni innate sia la capacità di apprendere dall’esperienza, rivelando una forma di intelligenza profondamente radicata in meccanismi evolutivi antichi.Ma quanto è davvero “intuitiva” questa fisica intuitiva?
Il capitolo presenta la “fisica intuitiva” come una base innata e universale per la comprensione del mondo fisico. Tuttavia, è fondamentale interrogarsi sulla reale portata di questa intuizione. Non rischiamo forse di sottovalutare il ruolo cruciale dell’esperienza e dell’apprendimento nello sviluppo della comprensione fisica? Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire le ricerche sulla psicologia dello sviluppo e le teorie sull’apprendimento embodied, considerando autori come Piaget e Vygotskij, per comprendere meglio come l’interazione con l’ambiente modella la nostra comprensione del mondo fisico.3. La Mente Divisa: Emisferi Specializzati e Intelligenza Animale
Cervello e Ambiente: il Caso delle Galline
Le condizioni di allevamento influenzano significativamente lo sviluppo cerebrale e il benessere delle galline. In particolare, l’ambiente complesso degli allevamenti free-range, pur promuovendo una maggiore efficienza dell’ippocampo, induce stress sociale a causa della densità innaturale di individui, portando a comportamenti aggressivi e piumaggio danneggiato. Al contrario, le condizioni restrittive degli allevamenti in batteria, sebbene limitino lo sviluppo dell’ippocampo, riducono lo stress sociale. La complessità ambientale, più che la mera ampiezza dello spazio, emerge come fattore cruciale per lo sviluppo cerebrale.Specializzazione Emisferica nel Mondo Animale
Il cervello animale, similmente a quello umano, presenta una specializzazione emisferica. L’emisfero destro si dimostra più abile nel riconoscimento individuale, elaborando le caratteristiche uniche degli stimoli, mentre l’emisfero sinistro eccelle nella categorizzazione, identificando le proprietà comuni. Questa asimmetria funzionale si riflette anche nella capacità di inferenza transitiva, essenziale per la navigazione sociale e la determinazione della gerarchia. Le femmine e gli individui socialmente subordinati mostrano una maggiore competenza in questo tipo di ragionamento logico, suggerendo un legame tra pressione sociale e sviluppo cognitivo.Analogie con le Abilità Savant Umane
Nonostante le differenze, si riscontrano analogie tra le specializzazioni cognitive animali e le abilità savant umane. Tuttavia, i talenti animali rappresentano adattamenti specifici al loro ambiente ecologico, mentre la sindrome savant è caratterizzata da un isolamento di abilità eccezionali in un contesto di deficit cognitivi generalizzati. Studi sui tassisti londinesi evidenziano come l’esperienza plasmi la struttura cerebrale, con l’ippocampo posteriore che si espande in risposta alle esigenze della navigazione spaziale. La capacità di formare categorie concettuali è fondamentale per la sopravvivenza animale, permettendo di generalizzare esperienze e rispondere efficacemente all’ambiente. La focalizzazione sui dettagli, invece, è cruciale per il riconoscimento individuale e le interazioni sociali complesse. La modulazione dell’attività emisferica, come dimostrato attraverso la stimolazione magnetica transcranica, può influenzare il bilanciamento tra analisi dettagliata e categorizzazione, suggerendo che abilità savant latenti possano essere presenti anche in individui non autistici.Se le “radici biologiche del credere” sono così innate, come si spiega la varietà delle religioni e delle pratiche spirituali nel mondo, e il loro cambiamento nel tempo?
Il capitolo presenta un’interessante prospettiva sulle basi biologiche della credenza, ma sembra trascurare la cruciale influenza del contesto culturale e storico. Se la tendenza a credere fosse puramente innata e biologicamente determinata, ci aspetteremmo una maggiore uniformità nelle espressioni religiose umane. Per comprendere appieno la complessità del fenomeno religioso, sarebbe utile integrare questa prospettiva biologica con studi antropologici e sociologici. Approfondire autori come Clifford Geertz, esperto di antropologia interpretativa, o Mircea Eliade, storico delle religioni, potrebbe offrire una visione più completa e sfaccettata.7. Menti Modellate dall’Evoluzione
L’origine della moralità umana
La moralità umana non nasce da principi divini o da comandi celesti. Al contrario, è il risultato delle complesse interazioni sociali e del processo di selezione naturale. I comportamenti altruistici e di collaborazione, fondamentali per la sopravvivenza di un gruppo, si sono sviluppati grazie a meccanismi come la selezione di parentela e l’altruismo reciproco. Questi meccanismi favoriscono il passaggio dei geni alle generazioni successive. La reciprocità, sia quella diretta che quella indiretta basata sulla reputazione, ha un ruolo cruciale nella formazione dei sistemi morali umani, indipendentemente da qualsiasi precetto religioso.La predisposizione a credere nel soprannaturale
La tendenza degli esseri umani a credere nel soprannaturale non è una caratteristica specifica che si è evoluta per quello scopo. Piuttosto, è una conseguenza indiretta di meccanismi cognitivi che si sono sviluppati per altre ragioni. La mente umana è portata naturalmente a identificare intenzioni e cause, anche quando non ci sono. Questa inclinazione, unita alla tendenza a cercare scopi e funzioni in ogni cosa (pensiero teleologico) e alla separazione intuitiva tra corpo e mente (dualismo), rende più facile accettare concetti soprannaturali. Inoltre, l’essenzialismo psicologico, ovvero la credenza che le categorie siano definite da caratteristiche nascoste e fondamentali, rafforza ulteriormente questa predisposizione a credere nel soprannaturale.La passione per l’originalità
La passione per ciò che è originale e unico ha radici profonde nell’essenzialismo. Attribuiamo un valore speciale agli oggetti originali perché li percepiamo come portatori di un’essenza unica, legata alla loro storia o a chi li ha creati. Questa tendenza influenza il modo in cui valutiamo le cose e ci porta a distinguere l’originale da una copia, anche quando sono praticamente identici. È importante sottolineare che questi meccanismi cognitivi, pur essendo tendenze biologiche innate, non ci vincolano in modo assoluto. Comprendere da dove vengono queste predisposizioni può aiutarci a essere più consapevoli delle ragioni che guidano i nostri pensieri e comportamenti, sia in campo scientifico che umanistico.Ma se la morale e la credenza nel soprannaturale fossero solo ‘conseguenze indirette’ di meccanismi evolutivi, come spiega il capitolo la varietà e la complessità delle espressioni morali e spirituali umane nelle diverse culture e epoche storiche?
Il capitolo sembra concentrarsi sui meccanismi evolutivi innati, tralasciando il ruolo cruciale che la cultura e la storia giocano nel plasmare le nostre credenze e i nostri valori morali. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire discipline come l’antropologia culturale e la storia delle religioni, studiando autori come Geertz per comprendere la varietà culturale delle espressioni morali e spirituali.Abbiamo riassunto il possibile
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