Letteratura

La linea d’ombra

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1. L’Inganno in Bottiglia

Il signor Burns si ammala gravemente, e dopo un iniziale sbarco, viene riportato a bordo poco prima della partenza. La nave salpa, ma una malattia tropicale si diffonde rapidamente, colpendo quasi tutti tranne il capitano e il cuoco, Ransome. Venti deboli e variabili intrappolano l’imbarcazione vicino all’isola di Koh-ring, bloccando il viaggio. La situazione precipita quando il capitano scopre che il chinino, unica cura per la febbre, è stato sostituito con una polvere inutile. Il capitano, sopraffatto dallo sconforto e dal senso di colpa, capisce di non poter più aiutare i suoi uomini. Il signor Burns, nel delirio, accusa la presenza maligna del precedente capitano, sepolto in mare, di portare sfortuna. Nonostante la disperazione, il capitano decide di continuare verso Singapore, sperando in un aiuto. L’equipaggio, ridotto allo stremo e senza medicine, continua a lavorare con rassegnazione. Una calma inquietante avvolge la nave, come presagio di tempesta. In una notte buia, il capitano e i pochi marinai rimasti si preparano all’ignoto, consapevoli della loro condizione disperata e delle poche forze a disposizione. La nave, silenziosa, aspetta il suo destino, in balia del mare e della malattia.

2. La Risata nel Buio

Una calma piatta avvolge la nave da diciassette giorni, quando, all’improvviso, una pioggia intensa e inaspettata la investe. Le lampade si spengono e il ponte piomba nell’oscurità. In questo scenario inquietante, emerge il primo ufficiale, il signor Burns, delirante e avvolto in un pesante cappotto. L’uomo vaneggia frasi sconnesse sul defunto capitano e sulla necessità di affrontare la situazione con coraggio. Nonostante una malattia debilitante abbia colpito gran parte dell’equipaggio, il vento, tanto atteso, torna a soffiare con forza. Il narratore, Ransome e il Francesino si ritrovano a lottare insieme per governare la nave. Nel culmine della tempesta, il signor Burns, in preda a un delirio che appare mistico, emette una risata stridula e terrificante. Questa risata agghiacciante sembra quasi richiamare il vento, che aumenta d’intensità, spezzando definitivamente la bonaccia. Dopo quaranta ore di navigazione estenuante, la nave riesce finalmente a raggiungere il porto. I soccorsi salgono a bordo e trovano un equipaggio stremato dalla malattia, ma ancora in vita. Tra loro c’è Ransome, esausto ma consapevole di essere stato fondamentale per la salvezza della nave. Nonostante ciò, decide di congedarsi, spinto dal bisogno di riposo e di cure per la sua salute precaria. Il narratore, in seguito, incontra il capitano Giles, che condivide un consiglio sulla vita, visto attraverso le difficoltà della navigazione. Tornato alla nave, il narratore offre a Ransome una lettera di raccomandazione. Ransome, però, confessa la sua profonda preoccupazione per la propria salute. Nonostante l’offerta di rimanere a bordo, sceglie di partire, lasciando il narratore a riflettere sulla fragilità della vita, emersa con forza durante la traversata appena conclusa. Mentre la nave si prepara a salpare nuovamente, questa volta verso l’Oceano Indiano, un nuovo equipaggio si appresta a prendere il posto dei precedenti compagni di viaggio.

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