1X
🔊 100%
Contenuti del libro
Informazioni
“La guerra civile in Francia” di Karl Marx è un testo fondamentale che analizza gli eventi drammatici del 1871, concentrandosi sulla nascita e sulla tragica fine della Comune di Parigi. Scritto per l’Associazione internazionale degli operai, il libro non è solo una cronaca della guerra franco-prussiana e del conflitto tra Parigi e il governo di Versailles guidato da Thiers, ma soprattutto un’analisi profonda della natura dello Stato borghese e una difesa appassionata del potere operaio. Marx vede nella Comune il primo tentativo concreto di costruire un nuovo tipo di potere politico, basato sull’autogoverno dei produttori e su una democrazia dal basso, radicalmente diverso dalla macchina statale centralizzata. Il testo descrive la repressione brutale della Comune da parte delle forze di Versailles, spesso con l’aiuto della Prussia, rivelando la violenza intrinseca del dominio di classe. È un’opera cruciale per capire le idee di Marx sulla transizione al comunismo e il ruolo dell’Internazionale nella lotta globale dei lavoratori.Riassunto Breve
La guerra tra Francia e Prussia nel 1870 è un conflitto voluto dai governi e dalle classi dominanti, non dai popoli. Luigi Bonaparte, che si mantiene al potere con le guerre, vede l’Associazione internazionale degli operai come un nemico e ne perseguita i membri. L’Internazionale denuncia la guerra come un’assurdità criminale e dinastica, chiamando all’unità degli operai di tutte le nazioni. Gli operai francesi e tedeschi si scambiano messaggi di pace, riconoscendo i despoti come nemici comuni. La Prussia, dopo la vittoria del 1866, adotta metodi bonapartisti e rende la guerra inevitabile. Con la caduta del Secondo Impero e la proclamazione della repubblica a Parigi, la guerra prussiana si trasforma da difensiva a offensiva, puntando all’annessione di territori come l’Alsazia e parte della Lorena. Questa pretesa si basa su considerazioni militari, ma stabilire confini nazionali su tali basi è anacronistico e porta a un ciclo infinito di guerre. L’annessione rischia di spingere la Francia verso un’alleanza con la Russia. La classe operaia tedesca chiede una pace dignitosa per la Francia e si oppone all’annessione. A Parigi, dopo il 4 settembre 1870, un governo provvisorio guidato da figure come Thiers e Favre prende il potere. Questo governo teme gli operai armati più della Prussia e inganna la popolazione sulla resistenza. La capitolazione di Parigi il 28 gennaio 1871 serve a preparare la guerra civile contro la repubblica e Parigi. Un’Assemblea nazionale dominata da monarchici viene eletta con l’obiettivo di schiacciare Parigi. Thiers tenta di disarmare la Guardia nazionale parigina, composta principalmente da operai. Il tentativo fallisce il 18 marzo 1871 grazie alla resistenza della Guardia nazionale e alla fraternizzazione dei soldati. Questo porta alla fuga del governo a Versailles e all’instaurazione della Comune di Parigi. La Comune è un governo di operai. I suoi consiglieri sono eletti a suffragio universale, responsabili e revocabili. L’esercito permanente è abolito e sostituito dal popolo armato. La polizia diventa uno strumento responsabile della Comune. Funzionari pubblici, giudici e magistrati sono elettivi e pagati con salari da operai. La Chiesa è separata dallo Stato e le sue proprietà espropriate. L’istruzione diventa gratuita e laica. La Comune rappresenta l’antitesi dello Stato centralizzato, visto come strumento di dominio di classe. Mira a restituire alla società le funzioni usurpate dallo Stato parassita e a realizzare l’emancipazione economica del lavoro. La Comune non costruisce un nuovo Stato tradizionale, ma una nuova società, preparando la fase transitoria verso il comunismo. Mentre la Comune attua misure sociali, il governo di Versailles, con l’aiuto della Prussia che libera i prigionieri di guerra, si prepara a riconquistare Parigi con la forza. Thiers inganna le province e promuove leggi repressive. Bismarck impone un trattato di pace che dà alla Prussia il controllo sulla politica interna francese e libera l’esercito per schiacciare Parigi. L’attacco a Parigi porta a un massacro brutale. Questa violenza mostra la natura della “civiltà” borghese come barbarie contro i lavoratori ribelli. Le accuse contro la Comune, come l’uso del fuoco e l’esecuzione di ostaggi, sono risposte difensive alle azioni di Versailles. L’alleanza tra l’esercito francese e quello prussiano per massacrare il proletariato di Parigi rivela il carattere internazionale del dominio di classe e la crisi della società borghese. La lotta tra lavoratori e capitalisti continua. L’Associazione Internazionale dei Lavoratori, attaccata dai governi, rappresenta il legame tra i lavoratori avanzati a livello mondiale.Riassunto Lungo
1. La Comune di Parigi e la trasformazione dello Stato
Karl Marx, nel 1871, scrisse “La guerra civile in Francia” per l’Associazione internazionale degli operai. In questo scritto, analizza a fondo gli eventi della Comune di Parigi. Unisce un’analisi storica dettagliata a una critica forte verso il governo di Versailles, guidato da Thiers, e una difesa appassionata della Comune stessa. Spiega come si è formato lo Stato borghese e quale sia la vera natura del potere che dovrebbe appartenere ai lavoratori. La rivoluzione di Parigi assume un significato che va oltre la città, rappresentando un valore per tutta la nazione, in netto contrasto con la scelta della borghesia di arrendersi alla Prussia. La Comune non è solo un evento, ma la prima volta che l’ideale di “repubblica sociale”, nato nel 1848, prende forma nella realtà. Da questa esperienza, emerge un punto fondamentale: i lavoratori non possono semplicemente impadronirsi della struttura statale così com’è per usarla a proprio vantaggio. È necessario, invece, costruire dalle fondamenta un tipo di potere politico completamente nuovo.Come funziona il nuovo potere
Questo nuovo potere dei lavoratori si basa su un’organizzazione della società che non è centralizzata. Mette al posto del governo tradizionale, concentrato in pochi, l’autogoverno diretto di chi produce. L’unità della nazione non viene imposta dall’alto, ma nasce da una democrazia che parte dalla base. Le assemblee che rappresentano il popolo uniscono in sé sia il potere di fare le leggi che quello di metterle in pratica. Chi viene eletto ha un mandato che può essere revocato, i funzionari sono scelti direttamente dal popolo, e non c’è più separazione tra l’esercito e i cittadini. In questo modo, il potere dello Stato come lo conosciamo, accentrato e pieno di burocrazia, smette di esistere. L’autorità e le decisioni passano direttamente nelle mani degli organismi locali, le comuni. Il potere esercitato dai lavoratori, attraverso l’esperienza della Comune, non crea un nuovo Stato simile a quello vecchio. Piuttosto, pone le basi per costruire una società completamente diversa. Questa fase è un passaggio fondamentale, che prepara il terreno per arrivare alla società comunista.L’opera fu pubblicata per la prima volta in inglese già nel 1871 e si diffuse rapidamente in tutto il mondo, venendo tradotta in molte lingue. L’edizione disponibile in italiano si basa sulla terza edizione inglese, che fu rivista dallo stesso Marx. Questa edizione include anche un’importante introduzione scritta da Engels nel 1891 e due testi precedenti di Marx che riguardano la guerra tra Francia e Prussia.Ma è davvero così agevole smantellare l’apparato statale esistente e sostituirlo con un autogoverno diffuso, come il capitolo sembra delineare?
Il capitolo descrive con passione l’ideale di un potere radicalmente nuovo, basato sull’autogoverno locale e sulla fusione di funzioni legislative ed esecutive, come incarnato dalla Comune. Tuttavia, la narrazione omette di affrontare le immense complessità pratiche e le sfide storiche insite nella transizione da uno Stato centralizzato a una struttura così decentralizzata. La semplice descrizione del modello non esaurisce la questione della sua realizzabilità e sostenibilità nel confronto con le forze ostili, interne ed esterne. Per una comprensione più completa, sarebbe utile approfondire gli studi di scienza politica sul concetto di Stato e potere, le analisi storiche più ampie sulla Comune di Parigi che considerino anche le sue difficoltà interne e la sua sconfitta, e confrontarsi con diverse interpretazioni del pensiero marxista e post-marxista sullo Stato e la rivoluzione. Approfondire autori come Max Weber, o le diverse correnti del pensiero socialista post-Marx, può offrire prospettive cruciali sulle sfide della trasformazione politica radicale.2. La guerra dei despoti e l’unione degli operai
La guerra tra Francia e Prussia nel 1870 non è voluta dai popoli, ma è una conseguenza diretta delle decisioni prese dai governi e dalle classi dominanti. Luigi Bonaparte, che si mantiene al potere anche grazie ai conflitti, vede nell’Associazione internazionale degli operai un pericoloso nemico. Prima del voto popolare del maggio 1870, egli perseguita i membri dell’Internazionale in Francia, accusandoli ingiustamente di complottare. La vera ragione di questa repressione è che l’Internazionale aveva apertamente denunciato il plebiscito, definendolo un voto a favore del dispotismo interno e della guerra. Nelle città francesi, gli operai rifiutano di approvare il plebiscito, ma i voti delle zone rurali finiscono per prevalere.La reazione in Francia
La guerra che scoppia nel luglio 1870 viene percepita come una ripetizione del colpo di Stato avvenuto nel 1851. In Francia, l’opposizione politica e la stampa indipendente condannano fermamente questo conflitto. I membri francesi dell’Internazionale si esprimono attraverso manifesti, definendo la guerra una “assurdità criminale” e un conflitto “esclusivamente dinastico”. Questi appelli invitano all’unità gli operai di tutte le nazioni. Mentre il governo organizza manifestazioni a favore della guerra, i veri operai scendono in piazza per chiedere la pace, dimostrando una volontà diversa da quella ufficiale.Le responsabilità della Prussia
La Prussia ha una responsabilità significativa nella situazione che porta alla guerra. Otto von Bismarck ha collaborato con Luigi Bonaparte con l’obiettivo di reprimere l’opposizione interna e unificare la Germania sotto la dinastia degli Hohenzollern. Dopo la vittoria del 1866, la Prussia non crea una Germania libera, ma adotta metodi simili a quelli bonapartisti. Questo modo di agire rende inevitabile lo scoppio del conflitto.La posizione degli operai tedeschi
Se la classe operaia tedesca permettesse che la guerra si trasformi in un’offensiva contro il popolo francese, le conseguenze sarebbero estremamente negative. Tuttavia, i principi promossi dall’Internazionale sono molto forti in Germania. Gli operai tedeschi, in diverse città, rispondono agli appelli lanciati dai francesi. Essi condannano le guerre volute dalle dinastie regnanti, rifiutano l’idea di un antagonismo tra nazioni e chiedono che siano i popoli a decidere sulla pace e sulla guerra. Riconoscono gli operai di ogni paese come amici e considerano i despoti i loro veri nemici.L’unione degli operai per la pace
La Russia rappresenta una potenziale minaccia, e un’alleanza tra la Prussia e lo zar riporterebbe la Germania sotto l’influenza russa. L’alleanza tra le classi operaie a livello internazionale viene vista come lo strumento fondamentale per mettere fine alle guerre. Lo scambio di messaggi di pace tra gli operai francesi e tedeschi, avvenuto proprio mentre il conflitto era in corso, è un evento storico senza precedenti. Questo scambio indica chiaramente l’inizio di una nuova forma di società, basata sulla pace tra le nazioni e sul lavoro dei popoli. L’Associazione internazionale degli operai è la forza che apre la strada a questa nuova società.L’opposizione alla guerra era davvero così unanime e ideologicamente compatta all’interno del movimento operaio internazionale?
Il capitolo dipinge un quadro piuttosto netto dell’opposizione alla guerra da parte dell’Associazione internazionale degli operai, presentandola come una forza unita e ideologicamente coerente. Tuttavia, la storia del movimento operaio del XIX secolo, e in particolare quella della Prima Internazionale, è segnata da profonde divisioni interne, dibattiti accesi e prospettive nazionali talvolta divergenti, anche su temi cruciali come la guerra e il nazionalismo. Per comprendere appieno la complessità di questa opposizione, sarebbe utile approfondire la storia interna dell’Internazionale, le diverse correnti di pensiero che la attraversavano (come quelle marxiste, proudhoniane, bakuniniane) e le specifiche condizioni politiche e sociali nei diversi paesi, che potevano influenzare la posizione dei lavoratori. Approfondire autori che hanno studiato la storia del socialismo e dei movimenti operai, come Eric Hobsbawm, può offrire una visione più sfaccettata.3. La Guerra si Trasforma: Conquista e Falsa Sicurezza
Con la caduta del Secondo Impero e la proclamazione della repubblica a Parigi, la guerra iniziata come difensiva da parte della Prussia cambia completamente natura. Ora si trasforma in una guerra di pura conquista. Nonostante le prime dichiarazioni del re Guglielmo, che diceva di combattere solo l’imperatore e non il popolo francese, i gruppi militari prussiani più influenti puntano chiaramente all’annessione di nuovi territori. Affermare che il popolo tedesco sia pacifico mentre si cercano conquiste e si mantiene un grande esercito è una contraddizione evidente. L’attenzione si concentra sulle fortezze francesi, ma si ignorano quelle russe, creando un quadro incompleto della situazione militare europea.L’Illusione delle “Garanzie Materiali”
Questa svolta verso la conquista trova appoggio nella classe media tedesca. Essi giustificano la richiesta di annettere l’Alsazia e parte della Lorena presentandola come una “garanzia materiale” necessaria per proteggersi da future aggressioni francesi. Questa argomentazione si basa su sole considerazioni militari, ma stabilire i confini di una nazione solo in base a motivi strategici è un approccio superato e insostenibile nel lungo periodo. Le linee militari possono sempre essere migliorate con nuove annessioni, creando un ciclo senza fine di richieste territoriali e potenziali conflitti. La storia insegna che le “garanzie materiali” imposte a chi è stato sconfitto non impediscono future resistenze, come dimostra l’esperienza della Prussia stessa dopo il trattato di Tilsit con Napoleone. Inoltre, l’annessione di territorio francese rischia concretamente di spingere la Francia a cercare un’alleanza con la Russia, una mossa che minaccerebbe seriamente la pace in Europa e potrebbe portare a nuove guerre devastanti.La Posizione degli Operai Tedeschi
La classe operaia tedesca, che inizialmente aveva sostenuto la guerra per l’indipendenza e per liberarsi dal Secondo Impero, ora cambia la sua posizione. Chiede con forza una pace giusta e dignitosa per la Francia e il pieno riconoscimento della repubblica francese appena nata. Gli operai protestano apertamente contro l’annessione dell’Alsazia-Lorena, agendo in questo modo non solo per i propri interessi, ma per promuovere la pace, la libertà e il progresso della civiltà in generale. La loro voce si leva contro la logica della conquista e dimostra una visione più ampia e solidale rispetto a quella di altre classi sociali.La Situazione Politica in Francia
Nel frattempo, la repubblica francese si trova nelle mani di un governo provvisorio. Questo governo è composto da elementi diversi, tra cui sostenitori della monarchia orleanista e repubblicani di estrazione borghese. Alcuni membri di questo governo guardano con preoccupazione e timore alla crescente forza e organizzazione della classe operaia francese. Esiste la possibilità concreta che questo governo provvisorio possa usare la repubblica semplicemente come una fase temporanea, un passaggio intermedio per preparare e attuare una restaurazione della monarchia in Francia.La Strategia per gli Operai Francesi
Gli operai francesi si trovano ad affrontare una situazione estremamente difficile, con il nemico prussiano alle porte del paese. In questo momento critico, un tentativo di rovesciare il governo provvisorio attuale sarebbe considerato un’azione imprudente e rischiosa. La strategia più efficace per loro è invece quella di sfruttare al massimo le libertà che la nuova repubblica, per quanto imperfetta, offre. Devono concentrarsi sul rafforzare la propria organizzazione di classe, unendosi e diventando sempre più consapevoli della propria forza. Il futuro stesso della repubblica francese dipenderà in larga misura dalla solidità e dalla saggezza dimostrate dagli operai. Anche gli operai inglesi mostrano il loro sostegno alla repubblica francese e si oppongono fermamente a qualsiasi tentativo di dividere o smembrare il territorio della Francia.L’Importanza dell’Azione Internazionale
Di fronte a questi eventi, l’azione congiunta e coordinata della classe operaia a livello internazionale diventa fondamentale. Una posizione di passività o indifferenza in questa crisi europea porterebbe inevitabilmente a nuovi e più violenti conflitti in futuro. Soprattutto, la mancanza di intervento da parte dei lavoratori rafforzerebbe ulteriormente il potere di coloro che dominano la società: i signori della spada (i militari), i signori della terra (i proprietari terrieri) e i signori del capitale (i grandi finanzieri e industriali), aumentando la loro capacità di sfruttamento e controllo sugli operai stessi.Il capitolo dipinge un quadro netto tra la purezza della Comune e la malvagità di Versailles, ma la storia non è forse più complessa di un semplice scontro tra bene e male?
Il capitolo presenta una visione molto specifica e partigiana degli eventi, concentrandosi sul “tradimento” di Versailles e idealizzando la Comune. Per ottenere una comprensione più completa, è fondamentale esplorare interpretazioni storiche alternative che analizzino le complessità interne della Comune, le sfide pratiche che affrontò, e le motivazioni (non solo malvagie) delle azioni del governo di Versailles. Approfondire la storiografia del Secondo Impero e della Terza Repubblica, leggendo autori che offrono prospettive diverse sulla Comune di Parigi, è essenziale per superare una narrazione unilaterale.5. La repressione della Comune e la natura del dominio borghese
Il governo di Versailles, guidato da Thiers, sferra un attacco contro Parigi. L’esercito usato è stato rinforzato con i prigionieri di guerra liberati dalla Prussia, ma è un esercito poco affidabile che richiede una stretta sorveglianza. I forti che difendono Parigi vengono conquistati non con la forza militare, ma attraverso la corruzione. Nonostante ciò, la resistenza mostrata dai difensori di Parigi dimostra chiaramente che l’esercito di Versailles non sarebbe riuscito a vincere affidandosi unicamente alla forza delle armi. Una volta che l’esercito si sente pronto, Thiers abbandona ogni apparenza di voler trovare un accordo e dichiara apertamente che sarà spietato nella sua azione. L’ingresso delle truppe a Parigi segna l’inizio di un massacro brutale, una violenza che rivela la vera natura della cosiddetta “civiltà” borghese, che si manifesta come pura barbarie e vendetta contro i lavoratori che osano ribellarsi.Le mosse politiche e l’inganno di Thiers
Mentre il governo di Versailles prepara l’attacco, le province francesi si mobilitano chiedendo una riconciliazione con Parigi. Chiedono anche il riconoscimento della repubblica e maggiori libertà per i comuni. Tuttavia, Thiers e i suoi ministri considerano queste richieste come un vero e proprio crimine. Thiers cerca di ottenere il sostegno delle province organizzando elezioni municipali, ma i risultati gli sono sfavorevoli: i nuovi consigli comunali eletti arrivano persino a minacciare di formare un’assemblea nazionale alternativa. Di fronte a questa situazione, Thiers adotta una strategia basata sull’inganno. Parla pubblicamente di voler raggiungere una riconciliazione, ma allo stesso tempo prepara segretamente l’attacco militare. Inoltre, promuove l’approvazione di leggi estremamente repressive, come un nuovo codice per la deportazione. Le sue promesse di clemenza si rivelano completamente false e hanno l’unico scopo di creare un pretesto per giustificare il massacro che sta per compiersi. A complicare ulteriormente la situazione interviene Bismarck, che impone un trattato di pace. Questo trattato non solo dà alla Prussia il controllo sulla politica interna francese, ma libera anche l’esercito prussiano che era prigioniero, permettendo così a Thiers di avere più forze a disposizione per schiacciare Parigi. Thiers accetta senza esitazione queste dure condizioni.La difesa della Comune
Le accuse rivolte alla Comune, come l’uso del fuoco e l’esecuzione di ostaggi, devono essere comprese come risposte difensive necessarie di fronte alle azioni violente del governo di Versailles. È stato il governo di Versailles a bombardare Parigi indiscriminatamente e a giustiziare sommariamente i prigionieri della Comune. In questo contesto di estrema violenza, la Comune ha fatto ricorso al fuoco principalmente come misura difensiva per ostacolare l’avanzata delle truppe nemiche, non per puro vandalismo o distruzione senza scopo. Allo stesso modo, la decisione di prendere ostaggi non è stata un atto di gratuita crudeltà, ma un tentativo disperato di proteggere i propri prigionieri, minacciando di rispondere alle esecuzioni del governo di Versailles. Queste azioni, per quanto estreme, erano la reazione a una repressione spietata.La lotta di classe internazionale
L’alleanza che si forma tra l’esercito francese e quello prussiano con l’obiettivo comune di massacrare il proletariato di Parigi è un evento di enorme significato. Questo dimostra in modo lampante il carattere internazionale del dominio di classe: i governi e le classi dominanti di diverse nazioni si uniscono contro i lavoratori ribelli, superando le rivalità nazionali quando i loro interessi di classe sono minacciati. Questa alleanza rivela anche la profonda crisi in cui si trova la società borghese, incapace di risolvere i propri conflitti interni se non attraverso la violenza più brutale contro i lavoratori. La lotta tra la classe operaia e la classe capitalista è un conflitto che non si ferma ai confini nazionali. In questo scenario, l’Associazione Internazionale dei Lavoratori emerge come un punto di riferimento fondamentale. Nonostante sia attaccata e perseguitata dai governi di tutta Europa, l’Internazionale rappresenta il legame vitale che unisce i lavoratori più consapevoli e attivi a livello mondiale, organizzando la solidarietà e promuovendo la causa comune.È sufficiente interpretare la repressione della Comune unicamente come espressione della “natura del dominio borghese” e della lotta di classe internazionale?
Il capitolo offre una prospettiva chiara, ma la complessità degli eventi storici raramente si riduce a un’unica chiave interpretativa. La Comune di Parigi fu un crocevia di tensioni politiche, sociali e nazionali post-sconfitta militare, con dinamiche interne e conflitti che andavano oltre la sola lotta di classe. Per approfondire, sarebbe utile considerare le diverse interpretazioni storiografiche dell’evento, esaminando il contesto politico francese dell’epoca e le molteplici forze in gioco. Approfondire gli studi di storia sociale e politica del XIX secolo e consultare diverse analisi storiografiche può aiutare a cogliere la ricchezza e le contraddizioni di quel periodo cruciale.Abbiamo riassunto il possibile
Se vuoi saperne di più, devi leggere il libro originale
Compra il libro[sc name=”1″][/sc] [sc name=”2″][/sc] [sc name=”3″][/sc] [sc name=”4″][/sc] [sc name=”5″][/sc] [sc name=”6″][/sc] [sc name=”7″][/sc] [sc name=”8″][/sc] [sc name=”9″][/sc] [sc name=”10″][/sc]





