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Informazioni
“La guerra civile americana” di Raimondo Luraghi non è solo la solita storia di battaglie, ma scava a fondo nelle cause complesse di questo scontro epocale. Non si tratta solo di schiavitù, ma di mondi diversi: il Nord industriale in crescita contro il Sud agrario legato alla sua aristocrazia e al lavoro coatto. Il libro esplora come queste differenze economiche e sociali portarono alla secessione e a una guerra che fu anche una rivoluzione nazionalista del Nord. Ci sono personaggi pazzeschi: il mitico Robert E. Lee, simbolo del Sud sconfitto e della “Causa Perduta”, con la sua visione un po’ vecchia della guerra; l’innovativo Ulysses S. Grant, che capisce la guerra moderna e totale; il controverso genio tattico Nathan Bedford Forrest; e William T. Sherman, quello della “Marcia verso il Mare”, che applica la guerra totale per piegare il Sud. E ovviamente Abraham Lincoln, il Presidente che lotta per l’Unione e pensa già alla Ricostruzione. Il libro ti porta sui fiumi dell’Ovest, cruciali come Vicksburg, e sui campi di battaglia come Gettysburg, spiegando perché certi momenti sono stati la vera svolta. È un viaggio nella strategia, nelle visioni contrastanti e nel dramma di una nazione che si crea “con il ferro e col sangue”, mostrando come la guerra civile americana abbia plasmato gli Stati Uniti moderni.Riassunto Breve
La Guerra civile americana nasce da crisi profonde, non solo dalla schiavitù. Nel Sud, la schiavitù è la base di una società aristocratica e della sua economia, generando un senso di colpa ma anche orgoglio e identificazione di tutta la popolazione bianca con l’élite. Nel Nord, la rivoluzione industriale crea una società capitalista con nuove classi sociali e un’economia dinamica basata su industria, trasporti e lavoro salariato, alimentata dall’immigrazione. Il Sud, legato a un’agricoltura arretrata e dipendente dal lavoro coatto, necessita di espansione territoriale per sopravvivere economicamente e mantenere il proprio peso politico, minacciato dalla crescita demografica del Nord. La secessione del Sud è una reazione complessa, non solo economica, ma anche emotiva e irrazionale, legata alla difesa di un intero mondo. Il Nord borghese e capitalista vede la guerra come una rivoluzione nazionalista per creare una nazione omogenea e un vasto mercato interno. Figure chiave rappresentano le diverse visioni e approcci al conflitto. Robert E. Lee, generale sudista, incarna l’aristocrazia del Sud e una visione della guerra legata al passato, prediligendo attacchi frontali costosi e non comprendendo appieno l’impatto delle nuove tecnologie, pur dimostrando abilità difensiva e leadership. La sua figura diventa centrale nel mito sudista della “Causa Perduta”. Ulysses S. Grant, generale unionista, rappresenta la modernità militare, vedendo la guerra come una realtà dura da combattere in modo totale per raggiungere una pace duratura. Eccelle nella strategia d’insieme, nella pianificazione e nell’integrazione delle forze, come dimostra nella campagna di Vicksburg, un’operazione audace che divide la Confederazione. La sua strategia di pressione simultanea su tutti i fronti logora il Sud fino alla vittoria. Nathan Bedford Forrest, altro generale sudista, è un genio tattico istintivo, innovatore nell’uso della cavalleria come fanteria montata e nell’integrazione delle armi, anticipando concetti moderni, sebbene la sua figura sia controversa per episodi come il massacro di Fort Pillow. La svolta della guerra si colloca nel luglio 1863 con la simultanea caduta di Vicksburg e la battaglia di Gettysburg. Vicksburg, con il controllo del Mississippi, è strategicamente cruciale per dividere il Sud, mentre Gettysburg è la battaglia decisiva cercata da Lee nel fronte orientale. Molti storici considerano Vicksburg il vero punto di non ritorno per la Confederazione, indebolita fatalmente dalla perdita del fiume e dalla mancanza di una strategia confederata unificata ed efficace. William T. Sherman, generale unionista, comprende fin dall’inizio la natura lunga e sanguinosa del conflitto e la superiorità industriale del Nord. Sviluppa il concetto di “guerra totale”, applicato nella sua marcia attraverso il Sud, distruggendo risorse e minando la volontà di combattere del nemico, un approccio visto come necessario per accelerare la fine della guerra. Abraham Lincoln, Presidente dell’Unione, dimostra una ferrea volontà politica nel salvare l’Unione, considerandola preesistente agli Stati. È un presidente di guerra energico, che segue la strategia militare e utilizza il Proclama di Emancipazione come misura di guerra per indebolire il Sud e rafforzare il Nord. La sua visione per una Ricostruzione generosa e basata sulla riconciliazione, inclusa l’integrazione degli ex schiavi, viene interrotta dal suo assassinio, lasciando irrisolti i complessi problemi del dopoguerra. Dopo la vittoria del Nord capitalista, il Sud sconfitto perde la schiavitù ma mantiene aspetti della sua cultura e identità , differenziandosi dal resto degli Stati Uniti.Riassunto Lungo
1. Scontro di Mondi e Nascita di una Nazione
La Guerra civile americana non fu causata solo dalla schiavitù, ma da crisi profonde che sconvolsero la società di quel tempo. Le prime analisi storiche si concentravano solo sulla schiavitù come unica causa, ma gli studi più recenti mostrano quanto fosse un evento molto più complesso, frutto di tensioni che andavano oltre l’aspetto economico.Due Società Diverse: Nord e Sud
Nel Nord, la rivoluzione industriale portò alla nascita di nuove classi sociali: gli imprenditori e gli operai salariati. Lo sviluppo rapido dei trasporti, delle industrie e delle città trasformò radicalmente l’economia settentrionale, rendendola dinamica e basata sul lavoro libero. L’immigrazione dall’Europa fornì una grande quantità di manodopera, contribuendo alla crescita demografica ed economica di questa regione.La Società del Sud e la Schiavitù
Nel Sud, invece, la schiavitù non era soltanto un sistema economico basato sul lavoro forzato. Era la base su cui si fondava una potente classe aristocratica e l’intera civiltà sudista, con la sua cultura e la sua visione del mondo uniche. Questa società si reggeva sullo sfruttamento degli schiavi africani, un elemento che, nonostante fosse fondamentale per l’economia, generava anche tensioni interne e un diffuso senso di colpa tra alcuni strati della popolazione.Tensioni Crescenti: Economia e Politica
L’economia del Sud, legata a un’agricoltura che usava il lavoro coatto, era meno produttiva e dipendeva in molti aspetti dal Nord industrializzato. La scarsa produttività dell’agricoltura schiavista spingeva costantemente il Sud a cercare nuove terre verso Ovest per poter sopravvivere ed espandersi. Allo stesso tempo, l’aumento della popolazione nel Nord, dovuto all’immigrazione, minacciava l’equilibrio politico nazionale. Il Sud perdeva influenza alla Camera dei Rappresentanti e temeva seriamente di perderla anche al Senato se i territori dell’Ovest fossero diventati nuovi Stati “liberi”, cioè senza schiavitù.Espansione e Secessione
La spinta del Sud a espandersi era quindi anche un modo per proteggere il proprio stile di vita, non solo per motivi puramente economici. Nel Nord, gruppi come i “freesoilers”, guidati da figure come Abraham Lincoln, volevano bloccare l’espansione della schiavitù nei territori occidentali. Volevano che quelle terre fossero riservate ai coloni bianchi liberi e a un tipo di agricoltura moderna, basata sulle macchine. La decisione del Sud di separarsi dall’Unione non fu solo una mossa calcolata per difendere la schiavitù. Fu anche una reazione forte, a tratti irrazionale, alimentata dal panico generato da episodi violenti e dalla frustrazione per sentirsi isolati e attaccati nelle loro tradizioni.Identità Sudista e Supporto alla Schiavitù
È importante notare che la maggior parte della popolazione bianca del Sud, anche chi non possedeva schiavi, si sentiva legata all’élite aristocratica e al sistema schiavista. Vedevano le persone nere come inferiori e si identificavano con l’orgoglio e i valori della loro società . Questa mentalità , diffusa tra i bianchi sudisti, portava a un forte senso di identità comune, coraggio e una certa propensione alla violenza, elementi che avrebbero avuto un peso durante il conflitto.La Guerra come Rivoluzione Nazionale
La Guerra civile americana può essere vista anche come una rivoluzione nazionalista guidata dal Nord, dove dominavano la borghesia e il capitalismo. L’obiettivo di questa forza era creare una nazione unita e omogenea, un vasto mercato interno, eliminando il Sud che rappresentava un ostacolo a questa visione moderna dello Stato. Lincoln, in particolare, sosteneva l’idea che l’Unione esistesse prima dei singoli Stati che la componevano. La nascita di questa nazione unita avvenne con grande violenza, come si suol dire “con il ferro e col sangue”, sconfiggendo il Sud e mettendo a tacere anche le opposizioni interne al Nord, come i gruppi chiamati “Copperheads”.L’Esito del Conflitto
Dopo la vittoria del Nord, il modello capitalista e industriale trionfò. Il Sud fu sconfitto militarmente e subì un difficile periodo di ricostruzione imposto dal governo federale. Anche se la schiavitù fu abolita, mettendo fine a quel sistema economico e sociale, il Sud riuscì a mantenere molti aspetti della sua cultura, della sua identità e delle sue tradizioni, rimanendo in parte diverso dal resto degli Stati Uniti anche dopo la fine della guerra.Se la Guerra Civile fu una “rivoluzione nazionale” guidata dal Nord, questa interpretazione non rischia di minimizzare altre cause fondamentali?
Il capitolo propone un’interessante lettura del conflitto come “rivoluzione nazionale” volta a unificare il paese sotto un modello capitalistico. Tuttavia, concentrarsi prevalentemente su questa prospettiva rischia di non dare il giusto peso ad altri elementi cruciali. La schiavitù, ad esempio, non era solo un sistema economico, ma una questione morale e costituzionale che lacerava la nazione. Le tensioni sui diritti degli Stati rispetto al potere federale furono un campo di battaglia politico altrettanto importante. Per avere un quadro più completo, è utile approfondire la storia politica e sociale del periodo pre-bellico, studiando autori come James McPherson, Eric Foner o David Blight, che analizzano in profondità le molteplici radici del conflitto, inclusa l’inarrestabile crisi morale e politica generata dalla schiavitù.2. Il Generale di un Mondo Perduto
Dopo la Guerra Civile, il Sud sconfitto creò un mito per spiegare la sconfitta e rafforzare la propria identità . Questo mito, noto come “Causa Perduta”, si concentrava sulla figura del generale Robert E. Lee. La narrazione attribuiva la disfatta alla superiorità numerica del Nord o a presunti sabotaggi da parte di subordinati come James Longstreet, evitando di riconoscere le responsabilità di Lee nelle decisioni militari.Le origini e le idee di Lee
Robert E. Lee proveniva da un’antica famiglia aristocratica della Virginia, segnata però dal fallimento finanziario del padre. Era un uomo profondamente conservatore, diffidente verso la democrazia e critico nei confronti della schiavitù, pur credendo nella superiorità della razza bianca e nella necessità che i neri venissero guidati e avessero bisogno di tempo per progredire. La sua lealtà principale era rivolta alla Virginia, il suo stato natale, più che all’Unione o alla Confederazione stessa. Questo forte legame lo portò a rifiutare l’offerta di comandare l’esercito unionista, scegliendo invece di combattere al fianco del suo stato.Strategia militare e limiti
La formazione militare di Lee, influenzata in particolare dall’esperienza nella guerra in Messico, lo spinse a prediligere battaglie aggressive e decisive, spesso sul modello delle campagne napoleoniche. Tuttavia, non comprese appieno le profonde trasformazioni portate dalle nuove armi a canna rigata e dalla rivoluzione industriale. Queste innovazioni tecnologiche favorivano la difesa rispetto all’attacco, rendendo le cariche frontali estremamente costose in termini di vite umane. Ciò si manifestò in modo drammatico in assalti come quello di Gettysburg, dove le sue decisioni operative e tattiche, unite a una carenza di informazioni (in parte dovuta a ordini poco chiari e a uno stato maggiore inefficiente), contribuirono in modo significativo alla sconfitta.Abilità difensive e leadership
Nonostante i limiti mostrati nell’offensiva, Lee dimostrò una grande maestria nella guerra difensiva. Era eccezionale nello sfruttare il terreno a proprio vantaggio e nell’organizzare fortificazioni efficaci, specialmente negli ultimi anni del conflitto, quando le risorse confederate erano ormai scarse. La sua capacità di leadership e l’ascendente che esercitava sui suoi soldati erano qualità indiscusse che gli valsero la devozione delle truppe. Nonostante ciò, alcuni errori strategici, come la decisione di dividere le forze nel 1864, aggravarono ulteriormente la difficile situazione della Confederazione.Dopo la resa e l’ereditÃ
Dopo la resa, Lee accettò la sconfitta e promosse attivamente la riconciliazione tra Nord e Sud, rifiutando l’idea di continuare la lotta attraverso la guerriglia. Questo atteggiamento gli valse un notevole rispetto anche tra i suoi ex nemici. Tuttavia, negli ultimi anni della sua vita, sembrò in parte tornare sui suoi passi, abbracciando la narrativa della “Causa Perduta” e riaffermando alcuni dei suoi vecchi pregiudizi. Robert E. Lee rimane una figura complessa: un comandante di indubbio valore personale e tattico, ma profondamente legato a una visione della guerra e della società che il rapido progresso industriale e sociale stava rendendo obsoleta, finendo per diventare un simbolo tragico di un mondo al tramonto.Se il capitolo afferma che Lee credeva nella superiorità bianca e nella necessità di guidare i neri, come può il mito della “Causa Perduta” presentarlo come un eroe tragico senza affrontare pienamente il fondamento razziale della Confederazione?
Il capitolo introduce il mito della “Causa Perduta” e accenna alle convinzioni razziali di Lee, ma non esplora in dettaglio come il mito abbia gestito o eluso la questione della schiavitù e del razzismo, elementi centrali del conflitto e del pensiero di Lee. Per comprendere meglio questa complessa interazione tra storia, memoria e costruzione del mito, è utile approfondire gli studi sulla memoria della Guerra Civile e sulla storiografia del Sud post-bellico. Autori come David Blight hanno analizzato in profondità come il mito della “Causa Perduta” abbia spesso separato il valore militare confederato dalla causa della schiavitù, creando una narrazione che glorificava la sconfitta militare pur perpetuando la supremazia bianca. Approfondire questi studi può aiutare a capire le lacune nella presentazione del capitolo e a contestualizzare la figura di Lee all’interno di questa complessa eredità .3. Il Generale Moderno e la Guerra Totale
Ulysses S. Grant vedeva la guerra come una realtà dura e crudele, lontana da ogni idea romantica. Credeva che, quando necessaria, la guerra dovesse essere combattuta in modo totale e spietato contro l’aggressore. Lo scopo di questa lotta senza riserve era raggiungere una pace duratura per la nazione. Questa visione si poneva in netto contrasto con l’idea di una guerra combattuta secondo regole tra “gentiluomini”.Gli inizi e l’ascesa militare
La sua carriera militare non iniziò senza difficoltà . Dopo l’Accademia di West Point, affrontò una serie di fallimenti nella vita civile che lo portarono in situazioni difficili. La Guerra Civile gli offrì però una nuova e inaspettata opportunità per dimostrare il suo valore. Fin da subito, Grant dimostrò notevoli qualità militari sul campo. Possedeva un’iniziativa spiccata, rapidità nel prendere decisioni e un’abilità particolare nello sfruttare la cooperazione tra le forze dell’esercito e quelle della marina. Un esempio precoce di questa capacità fu la rapida e decisiva occupazione di Paducah.Visione strategica e stile di comando
Grant comprese a fondo la strategia generale voluta dal Presidente Lincoln per condurre l’intero conflitto. Integrò questa visione d’insieme nelle sue decisioni operative sul campo di battaglia, dimostrando eccellenza nella formulazione dei piani di battaglia complessi. Era particolarmente abile nella scelta dei comandanti a lui subordinati, affidandosi a figure capaci e affidabili come William Sherman e Philip Sheridan. La sua capacità di comando era caratterizzata da una notevole calma anche nelle situazioni più critiche, unita a grande energia nell’azione e a un coraggio personale evidente.La campagna di Vicksburg
La campagna per la conquista della strategica città di Vicksburg rappresenta un esempio lampante della sua audacia operativa e della sua capacità di pensare fuori dagli schemi tradizionali. Grant aggirò la fortezza nemica, compì un’audace traversata del fiume Mississippi in territorio ostile e avanzò in profondità nel territorio controllato dai Confederati. Abbandonò volutamente le sue linee di rifornimento per muoversi più rapidamente, scegliendo di vivere delle risorse disponibili sul posto, una mossa rischiosa ma efficace. Riuscì a sconfiggere le forze sudiste che tentavano di fermarlo e a conquistare Vicksburg. Questo successo militare fu cruciale perché divise letteralmente in due la Confederazione, tagliando le sue linee di comunicazione e rifornimento lungo il Mississippi.La strategia del 1864 e la vittoria finale
Nel 1864, Grant fu nominato Generale in capo di tutte le forze dell’Unione, assumendo il comando supremo. Con questo nuovo ruolo, attuò una strategia basata sull’attacco simultaneo e coordinato su tutti i fronti principali della guerra. L’obiettivo primario era impedire al nemico di spostare le proprie truppe da un settore all’altro per rinforzare le difese dove l’Unione attaccava. Questa pressione costante e implacabile su larga scala mirava a logorare inesorabilmente le riserve umane e materiali confederate, che erano già inferiori. Nonostante le pesanti perdite subite dalle forze dell’Unione e la strenua resistenza opposta dall’abile Generale Lee in Virginia, questa strategia di logoramento portò infine alla vittoria finale dell’Unione e alla fine della guerra.La resa e il dopoguerra
Al momento della resa definitiva del Generale Lee ad Appomattox, Grant dimostrò una notevole magnanimità e lungimiranza politica. Offrì termini di resa molto generosi ai soldati confederati, permettendo loro di tornare a casa portando con sé le loro armi personali e i loro cavalli, necessari per riprendere i lavori agricoli. Questo gesto non era solo militare, ma mostrava una chiara visione volta a favorire una rapida e fraterna riunificazione dell’Unione dopo anni di sanguinoso conflitto. Dopo la fine della guerra, la vita civile di Grant fu nuovamente segnata da difficoltà economiche e fallimenti imprenditoriali. Affrontò anche attacchi pubblici alla sua reputazione e al suo operato. Negli ultimi anni della sua vita, mentre lottava contro una grave malattia, decise di scrivere le sue memorie militari. Quest’opera è considerata ancora oggi un capolavoro sia dal punto di vista letterario per la sua prosa chiara e diretta, sia da quello storico per l’importanza della testimonianza. La pubblicazione delle memorie gli assicurò non solo un’ultima, importante vittoria personale contro le avversità , ma anche la sicurezza finanziaria per la sua famiglia dopo la sua morte.Ma cosa significa davvero “svolta decisiva” in una guerra complessa come la Guerra Civile Americana?
Il capitolo presenta un dibattito tra Vicksburg e Gettysburg come “svolta” della guerra, ma non chiarisce i criteri con cui si definisce una tale svolta. È un concetto puramente militare, strategico, economico, o politico? La mancanza di una definizione precisa rende difficile valutare appieno le argomentazioni a favore dell’uno o dell’altro evento. Per comprendere meglio questo dibattito e i suoi termini, è utile approfondire la storiografia della Guerra Civile, concentrandosi sulle diverse interpretazioni degli eventi chiave e sui metodi con cui gli storici analizzano le campagne militari e le loro conseguenze a lungo termine. Autori come James McPherson o Bruce Catton possono offrire prospettive utili per inquadrare la discussione.5. Strategie di Guerra e Visioni di Pace
Nella primavera del 1861, mentre gli Stati Uniti si dividono, si fa strada la previsione di una guerra civile lunga e sanguinosa. Questa visione contrasta con le illusioni diffuse all’epoca. Si riconosce la determinazione del Nord e la sua netta superiorità in campo industriale e tecnologico rispetto al Sud, che invece manca dei mezzi necessari per affrontare un conflitto prolungato. Nonostante la comprensione dei sentimenti del Sud e la non condivisione delle posizioni abolizioniste, l’idea di dividere l’Unione viene considerata un errore grave.La Carriera Militare e la Nascita di una Strategia
Dopo aver provato senza successo diverse professioni civili, si accetta un incarico nell’esercito unionista. La partecipazione alla battaglia di Bull Run e una notevole lungimiranza portano all’identificazione dei punti strategici chiave nell’Ovest, come Vicksburg e Chattanooga. Sotto la guida di Ulysses Grant, con cui si sviluppa un profondo rispetto reciproco, si affinano le capacità organizzative e strategiche. La fermezza in battaglia viene dimostrata a Shiloh. Le campagne di Vicksburg insegnano l’efficacia di spostare un esercito in territorio nemico senza dipendere da linee di rifornimento fisse, ma requisendo le risorse disponibili sul posto. Questo porta alla comprensione che la guerra non è solo uno scontro tra eserciti, ma deve coinvolgere l’intera popolazione e l’economia del nemico: nasce il concetto di “guerra totale”, che guiderà le operazioni future.L’Applicazione della Guerra Totale: Atlanta e le Marche
La conquista di Atlanta, un nodo strategico fondamentale, segna un punto di svolta nel conflitto. Dopo aver costretto l’abile generale confederato Johnston a continue ritirate grazie a manovre aggiranti, si affronta il più aggressivo Hood, infliggendogli perdite decisive. La successiva “Marcia verso il Mare”, prima attraverso la Georgia e poi le Caroline, rappresenta l’applicazione su vasta scala della guerra totale. Durante questa marcia, l’esercito vive a spese del territorio nemico, distruggendo infrastrutture e risorse vitali per minare la volontà del Sud di continuare a combattere. Questo approccio, visto come necessario per accelerare la fine del conflitto, si manifesta nella distruzione di Atlanta e nella severità della marcia.La Leadership di Lincoln e la Lotta per l’Unione
Dal lato politico, emerge una ferrea volontà nel non riconoscere la secessione, considerando l’Unione ancora intatta. La priorità è salvare l’Unione, non inizialmente l’abolizione della schiavitù, sebbene questa sia ritenuta moralmente sbagliata e se ne osteggi l’estensione nei nuovi territori. Si agisce come un “Presidente di guerra” energico, seguendo da vicino gli sviluppi tecnologici militari e le strategie, come la conquista dei fiumi occidentali. La ricerca di comandanti efficaci si rivela difficile fino alla nomina di Grant a generale in capo. Il Proclama di Emancipazione, emesso come misura strategica di guerra, mira a indebolire il Sud privandolo della sua forza lavoro e a dare nuovo slancio al Nord. Nonostante le critiche iniziali, il proclama raggiunge l’obiettivo di infondere entusiasmo e facilitare il reclutamento di soldati afroamericani nell’esercito unionista.La Visione per la Ricostruzione
Guardando oltre la guerra, viene elaborato un piano di Ricostruzione improntato alla generosità , basato sul perdono e sulla riconciliazione nazionale. Si propone un’amnistia generale, il reintegro degli Stati secessionisti con il consenso di una percentuale minima di elettori (il 10%) e l’accettazione del Tredicesimo Emendamento, che abolisce la schiavitù. Il piano include anche aiuti finanziari per risanare le ferite del paese, prevedendo persino un’indennità per gli ex proprietari di schiavi. Si progetta l’integrazione degli ex schiavi nella società , iniziando con la concessione dei diritti civili e del voto ai veterani che hanno combattuto per l’Unione. Questa visione di una pace giusta e duratura viene tragicamente interrotta, lasciando irrisolti i complessi problemi che la Ricostruzione avrebbe dovuto affrontare.La visione di una Ricostruzione “improntata alla generosità ” e la sua “tragica interruzione” non rischiano di semplificare eccessivamente un periodo storico ben più complesso e conflittuale?
Il capitolo presenta un quadro della Ricostruzione che, pur evidenziando l’intento riconciliatorio, non ne esplora a fondo le immense difficoltà politiche, sociali ed economiche. La realtà post-bellica fu segnata da profonde divisioni, violenza e una lotta accanita per definire lo status dei liberti e il futuro del Sud. Per comprendere appieno perché quel piano non si realizzò come immaginato, è fondamentale approfondire la storia del periodo della Ricostruzione, le dinamiche del Congresso, la resistenza nel Sud e la complessa evoluzione dei diritti civili. Autori che hanno studiato questo periodo possono offrire una prospettiva più articolata.Abbiamo riassunto il possibile
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