Questo libro esplora le fondamenta del significato nella sociologia, partendo dalla natura scientifica della disciplina e dalla sua capacità di interpretare i fenomeni sociali. Si analizza la distinzione tra esperienza vissuta e concettualizzazione, approfondendo come il significato emerga dalla riflessione e dall’autointerpretazione. Il testo guida il lettore attraverso la comprensione dell’altro, esaminando come la coscienza altrui sia percepita e interpretata nel mondo sociale. Vengono delineate le strutture del mondo sociale, dall’ambiente immediato ai contesti più ampi dei contemporanei e dei predecessori, svelando come la tipizzazione influenzi la nostra comprensione. Infine, si affronta l’oggettività del senso soggettivo, mostrando come la sociologia comprendente analizzi l’agire sociale, distinguendo tra significato soggettivo e oggettivo.
1. Le Fondamenta del Significato nella Sociologia
La Sociologia è una scienza?
Si discute spesso se la sociologia possa essere considerata una scienza, soprattutto per quanto riguarda i suoi metodi e i suoi obiettivi. A differenza di altre discipline, la sociologia si interroga sulla validità delle scienze sociali stesse. Si chiede anche quale sia la realtà concreta e immediata che sta alla base di queste scienze. I fenomeni sociali possono essere visti in due modi: come eventi esterni con cause precise, simili ai fenomeni naturali, oppure come espressioni di un pensiero collettivo, che si possono capire ma non ridurre a semplici leggi naturali. L’approccio del sociologo è spesso influenzato da idee filosofiche e giudizi personali. Questo solleva domande importanti: qual è l’oggetto di studio della sociologia? È l’essere umano nella sua totalità, oppure solo i suoi comportamenti sociali?L’approccio di Simmel e Weber
Simmel ha introdotto l’idea di studiare le “forme sociali”. Secondo questo approccio, bisogna concentrarsi sui comportamenti dei singoli individui per capire i fenomeni sociali. Weber ha sviluppato ulteriormente questa idea con la sua “sociologia comprendente”. Weber强调 l’importanza di essere oggettivi e di descrivere la realtà sociale senza esprimere giudizi di valore. Per Weber, l’azione sociale e la relazione sociale sono fondamentali per l’analisi sociologica. Le strutture sociali complesse possono essere spiegate partendo dai comportamenti dei singoli e dal significato che questi danno alle loro azioni.I limiti della sociologia di Weber
La sociologia di Weber si concentra sull’interpretazione del significato soggettivo dell’agire sociale. Per fare questo, Weber suggerisce di usare metodi specifici, come i “tipi ideali”, per scegliere gli elementi più importanti da analizzare. Nonostante questo, l’opera di Weber ha dei limiti teorici. Si ferma a un livello di analisi che non riesce a esplorare completamente la complessità del significato dell’azione sociale. Weber non distingue in modo chiaro tra diversi aspetti del significato. Ad esempio, non distingue tra l’azione come processo in divenire e l’azione una volta che è compiuta. Oppure, non distingue tra come una persona capisce se stessa e come viene capita dagli altri.La necessità di approfondire il concetto di significato
Capire il significato nel mondo sociale è difficile perché il mondo sociale stesso è fatto di azioni con un significato, sia per le persone che vivono in questo mondo, sia per gli studiosi che lo analizzano. La sociologia deve quindi mettere in discussione ciò che appare ovvio nella vita di tutti i giorni. Questo perché il mondo sociale che la sociologia studia è lo stesso mondo in cui viviamo e a cui diamo un significato con le nostre azioni. Perciò, è fondamentale analizzare a fondo come si forma il significato. Bisogna andare alle radici profonde dei fenomeni di significato e comprensione, esplorando la coscienza interiore del tempo, ispirandosi alle filosofie di Bergson e Husserl. Solo così si può dare un fondamento più solido alla sociologia comprendente.Ma se Weber riconosce l’importanza del significato soggettivo, in cosa consiste esattamente questa “incompletezza” della sua analisi, e in che modo Bergson e Husserl diventano essenziali per superarla?
Il capitolo critica l’approccio di Weber per una presunta incompletezza nell’analisi del significato, suggerendo un approfondimento filosofico con Bergson e Husserl. Tuttavia, non chiarisce in modo specifico quali aspetti del significato Weber trascurerebbe e come le filosofie proposte colmerebbero tali lacune. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile esplorare in dettaglio le critiche mosse alla sociologia weberiana, approfondendo le teorie del significato in autori come Husserl e Bergson, per comprendere quali strumenti concettuali offrano per un’analisi più completa dell’azione sociale.2. L’Eco dell’Esperienza: Il Significato nella Durata
La differenza tra esperienza vissuta e riflessione sull’esperienza
Si distingue tra il vivere le esperienze mentre accadono e il pensarci sopra in un secondo momento, organizzandole nel tempo e nello spazio. La durata interiore, chiamata ancheLa riflessione: un distacco dal flusso di coscienza
La riflessione è l’atto di pensare che si separa dal flusso immediato della coscienza. Avviene quando ci allontaniamo dal semplice vivere e iniziamo a ragionare sulle nostre esperienze, collocandole in un contesto di tempo e spazio definiti. La nostra percezione interna del tempo funziona grazie a due meccanismi principali: la ritenzione e la riproduzione. La ritenzione è la capacità di mantenere nella coscienza l’impressione di ciò che abbiamo appena vissuto, permettendoci di sentire il fluire degli eventi. La riproduzione, invece, è la facoltà di ricordare in un secondo momento, creando un senso di identità degli oggetti e delle esperienze nel tempo oggettivo.Come nasce il significato dall’esperienza passata
Il significato emerge solo quando ci concentriamo su ciò che abbiamo vissuto in passato, trasformando quell’esperienza in qualcosa di definito e separato dal presente. Solo l’esperienza passata, chiamataL’azione progettata e la motivazione
L’agire, a differenza del reagire automaticamente, implica avere un progetto, cioè immaginare in anticipo l’azione che si vuole compiere. Il senso dell’agire sta proprio in questa azione progettata che precede il comportamento vero e proprio, indirizzandolo verso la sua realizzazione. La ragione per cui agiamo, la motivazione, si trova in questo progetto, in questa azione pensata in anticipo, che possiamo chiamareNon rischia questa enfasi sulla soggettività del significato di rendere problematico qualsiasi discorso oggettivo e condiviso sull’esperienza?
Il capitolo, concentrandosi sulla genesi soggettiva del significato dall’esperienza passata, potrebbe implicitamente sminuire la possibilità di una comprensione oggettiva e intersoggettiva del mondo. Se il significato è primariamente un prodotto della riflessione individuale, come possiamo superare il relativismo e costruire una conoscenza valida per tutti? Per rispondere a questa critica, sarebbe utile esplorare le correnti filosofiche che si sono confrontate con il problema dell’oggettività e della verità, come il realismo filosofico o il pragmatismo. Autori come Putnam o Davidson potrebbero offrire strumenti concettuali per ripensare il rapporto tra esperienza soggettiva e realtà oggettiva, e per comprendere come il significato possa essere sia personale che condivisibile. Inoltre, approfondire la filosofia della scienza potrebbe fornire un quadro teorico per analizzare come la conoscenza oggettiva viene costruita e validata attraverso processi intersoggettivi e pubblici.3. L’Eco dell’Altro: Comprendere nel Mondo Sociale
Come capiamo gli altri
Per capire gli altri, partiamo da noi stessi, da come interpretiamo noi stessi. Non possiamo entrare direttamente nella mente degli altri. Possiamo però osservare quello che fanno, come si comportano, le loro espressioni. Questi comportamenti sono come dei segnali che noi interpretiamo. Per farlo, usiamo le nostre esperienze personali e immaginiamo che gli altri provino emozioni e pensieri simili ai nostri.Il ruolo del tempo e dei limiti nella comprensione
Capire gli altri è un processo che avviene nel tempo, mentre le persone interagiscono tra loro. È importante ricordare che non potremo mai capire completamente cosa pensa veramente un’altra persona. Possiamo solo arrivare a una comprensione limitata, perché non possiamo sapere esattamente come l’altro interpreta se stesso e il mondo. Per capire gli altri, osserviamo diversi aspetti: i cambiamenti nel corpo, le azioni che compiono e i segni che ci mandano.Cosa sono i segni
I segni sono diversi dagli indizi. I segni sono creati apposta, sono azioni o oggetti fatti con l’intenzione di comunicare qualcosa. Questi segni hanno due tipi di significato: uno oggettivo, che è quello che tutti capiscono, e uno soggettivo, legato a chi ha creato il segno e alla situazione specifica. Per capire veramente l’altro, dobbiamo capire entrambi i tipi di significato. Dobbiamo ricordare che ogni volta che interpretiamo un segno, lo facciamo basandoci sulle nostre esperienze e su quello che già sappiamo.Senso oggettivo e soggettivo nei prodotti umani
Quando analizziamo quello che le persone fanno, gli oggetti che creano o le opere d’arte, è fondamentale distinguere tra il significato oggettivo e quello soggettivo. Ogni cosa che una persona produce ci dice qualcosa su di lei. Possiamo interpretare queste cose in due modi: guardando al loro significato generale, oppure cercando di capire cosa voleva esprimere chi le ha create. Questa doppia possibilità è molto importante per capire l’essere umano e ci spinge a riflettere su come cerchiamo di capire gli altri e su cosa stiamo veramente studiando quando lo facciamo. Capire gli altri è quindi un processo complesso che si basa sull’interpretazione e che ci permette di entrare in relazione con il mondo sociale.Ma è davvero possibile “oggettivare” il senso soggettivo senza snaturarlo o ridurlo a una mera astrazione teorica?
Il capitolo sembra presupporre una linearità forse eccessiva nel passaggio dal senso soggettivo all’oggettivazione scientifica. Si potrebbe mettere in dubbio se i “tipi ideali”, pur utili strumenti analitici, non comportino una semplificazione eccessiva della complessità e fluidità del senso soggettivo. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile esplorare le critiche al concetto di “tipo ideale” e approfondire approcci sociologici che pongono maggiore enfasi sull’interpretazione qualitativa e contestuale del senso, come quelli proposti da autori quali Schutz o Garfinkel.7. Comprendere l’Agire Sociale: Significato e Interpretazione
L’azione umana e il suo significato
L’analisi sociologica si concentra sulle azioni delle persone, ma non su tutte le azioni: solo quelle azioni che hanno un significato per chi le compie. Queste azioni non sono semplici comportamenti automatici, ma sono azioni pensate e dirette verso altre persone. Queste azioni influenzano gli altri e, allo stesso tempo, sono influenzate dagli altri.Il significato soggettivo e oggettivo
Per capire veramente un’azione sociale, è importante distinguere due tipi di significato. C’è il significato soggettivo, che è il senso che la persona che compie l’azione dà a quell’azione. Poi c’è il significato oggettivo, che è come un osservatore esterno interpreta quell’azione, cercando di capirne il senso.Comprendere attraverso l’interpretazione
La sociologia non si limita a osservare cosa fanno le persone. Cerca di capire perché le persone fanno certe azioni, cercando di entrare nel loro modo di pensare. Per fare questo, usa l’interpretazione, un processo che avviene in diversi passaggi. Si parte dalla semplice percezione di un’azione, per poi ricostruire le ragioni profonde e le motivazioni che hanno spinto una persona a compierla.Le diverse sfere sociali
Il mondo sociale in cui viviamo è diviso in diverse parti, come tanti cerchi concentrici. Possiamo distinguere tre sfere principali in cui avvengono le azioni sociali:- Il mondo ambiente: è la sfera più vicina a noi, fatta dalle persone con cui interagiamo direttamente, faccia a faccia, nel nostro spazio fisico. In questo contesto, la comprensione delle azioni è immediata e diretta.
- Il mondo dei contemporanei: è la sfera delle persone che vivono nel nostro stesso periodo storico, ma che non conosciamo direttamente. Per capire le azioni di queste persone, usiamo delle “categorie” o degli schemi mentali che ci aiutano a interpretarle.
- Il mondo dei predecessori: è la sfera delle persone che sono vissute prima di noi, nel passato. Anche in questo caso, per capire le loro azioni, ci basiamo su schemi interpretativi e modelli ideali che ci permettono di dare un senso alle loro azioni, anche se non le abbiamo vissute direttamente.
L’obiettivo della sociologia comprendente
La sociologia che si basa sulla comprensione si impegna ad analizzare come sono fatte queste sfere sociali e come funzionano i processi di interpretazione che usiamo per capire le azioni degli altri. L’obiettivo è creare una teoria generale su come comprendiamo le azioni sociali, tenendo conto che il significato delle azioni può essere complesso e variare molto.Criteri di validità dell’interpretazione sociologica
Per capire se un’interpretazione sociologica è valida, si usano due criteri fondamentali: l’adeguatezza di senso e l’adeguatezza causale. L’adeguatezza di senso significa che l’interpretazione deve essere coerente e sensata rispetto al contesto culturale e ai significati condivisi dalle persone. L’adeguatezza causale significa che l’interpretazione deve essere in grado di spiegare le cause probabili di un’azione, collegandola a determinati fattori sociali e individuali. Questi criteri guidano la ricerca sociologica verso una comprensione sempre più precisa e completa della realtà sociale.Ma se l’interpretazione sociologica dipende da “schemi mentali” e “modelli ideali”, non rischiamo di proiettare le nostre categorie sul mondo sociale, invece di comprenderlo veramente?
Questo capitolo introduce concetti fondamentali per la sociologia comprendente, ma la centralità attribuita all’interpretazione solleva interrogativi sulla sua potenziale soggettività. Se la comprensione delle azioni altrui si basa su “schemi mentali” e “modelli ideali” preesistenti, come possiamo garantire che la nostra interpretazione non sia distorta dalle nostre stesse categorie di pensiero? Per affrontare criticamente questa questione, è consigliabile esplorare le correnti filosofiche che si sono interrogate sui limiti dell’oggettività nelle scienze umane, come l’ermeneutica e la filosofia della scienza, approfondendo autori come Hans-Georg Gadamer o Paul Feyerabend.Abbiamo riassunto il possibile
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