Contenuti del libro
Informazioni
“La fasciosfera. Come l’estrema destra ha vinto la battaglia della rete” di Dominique Doucet si immerge in un tema super attuale e un po’ inquietante: come l’estrema destra francese ha usato internet per farsi sentire quando i media tradizionali la ignoravano o la criticavano. È un viaggio nella nascita della “fasciosfera”, questo universo online fatto di siti come Fdesouche o Le Salon Beige, che sono diventati punti di riferimento per diffondere idee anti-immigrazione, anti-Islam, e un certo tipo di “reinformazione” di destra. Il libro non si ferma qui, esplora anche figure controverse come Alain Soral e Dieudonné, che hanno trovato nel web il loro palcoscenico per antisemitismo e teorie complottiste, o youtuber che usano la rete per negazionismo e xenofobia. È affascinante (e un po’ spaventoso) vedere come internet, nato per connettere, sia diventato un campo di battaglia ideologico, permettendo a queste voci di raggiungere un sacco di gente, creare comunità online e rompere quella che viene chiamata la “spirale del silenzio”. Doucet analizza questa battaglia culturale che si combatte sui nostri schermi, mostrando come l’estrema destra abbia saputo sfruttare la libertà della rete, pur dovendo fare i conti con i rischi di un discorso incontrollato. È una lettura che ti fa capire quanto il web abbia cambiato le regole del gioco politico e sociale.Riassunto Breve
L’estrema destra francese usa internet per superare i blocchi dei media tradizionali, cercando fin dagli anni Ottanta vie alternative come il Minitel e i videogiochi prima di arrivare al web. Questa scelta serve a diffondere il messaggio e a parlare direttamente con chi vota, aggirando quella che vedono come ostilità dei giornali e delle televisioni. Un esempio importante è Fdesouche.com, nato come blog e diventato un grande sito che raccoglie notizie contro l’immigrazione e l’Islam, superando anche i siti ufficiali del Front National. Fdesouche usa un modo di fare deciso, scegliendo e riproponendo articoli per insistere su temi come l’identità. Però, internet è un po’ un problema per il Front National: se da un lato aiuta a farsi conoscere, dall’altro espone il partito a commenti e idee troppo spinte che sono difficili da controllare e possono rovinare l’immagine. Il partito deve quindi cercare un equilibrio tra l’uso della rete e il controllo di quello che viene detto online per sembrare più accettabile e convincere più persone. Dagli anni Novanta, internet è diventato un posto dove l’estrema destra si trova bene. Siti come SOS Racaille permettono a persone anonime di diffondere messaggi razzisti e pieni d’odio, e figure come Joël Sambuis usano la rete per istigare alla violenza. Più avanti, personaggi come Dieudonné e Soral, esclusi dai media normali, usano internet per diffondere idee contro gli ebrei e teorie del complotto. Per loro, il web è un palco e un modo per fare soldi, vendendo spettacoli e prodotti. Gesti come la “quenelle” diventano simboli che si diffondono velocemente e diventano anche un modo per fare commercio. Questo mostra come la “fasciosfera”, cioè l’ambiente online dell’estrema destra, sia cambiata, passando da siti nascosti a fenomeni che usano i media e il commercio, grazie alla libertà e all’anonimato del web. Anche il mondo cattolico di destra si muove online, per esempio con il gruppo “Manif pour tous” e il sito “Le Salon Beige”. Quest’ultimo è un punto di riferimento per i cattolici conservatori, parlando di temi come la bioetica, la famiglia e la politica, con idee chiare sull’identità e posizioni molto conservatrici. “Le Salon Beige” riesce a mobilitare le persone e critica molto i media tradizionali, visti come schierati a sinistra. Siti come Polémia, OJIM e TV Libertés fanno parte di un movimento più ampio di “reinformazione” di destra, che non si fida dei media principali e dice di dare informazioni “vere” e “diverse”. Figure come Jean-Yves Le Gallou parlano di una “guerra culturale” e dell’importanza di influenzare le idee generali. Internet e i social media sono fondamentali per far circolare queste storie alternative e raggiungere tante persone. Nonostante sembrino professionali, questi media faticano a uscire dalla loro nicchia e a competere con i media tradizionali, restando spesso in un giro di persone che la pensano già allo stesso modo, anche se vorrebbero avere un impatto politico e culturale più grande. Internet è un campo di battaglia per le idee dell’estrema destra, che usa anche contenuti forti come la pornografia e i video per diffondere messaggi radicali. Progetti come PornoQuenelle hanno provato a usare il porno per diffondere idee politiche estreme, ma senza successo. Persone come Électre usano il proprio corpo e contenuti espliciti per promuovere idee nazionaliste e contro gli stranieri, vedendo il porno come un’arma politica, ma anche questi tentativi hanno avuto poco successo e hanno portato all’isolamento. Ci sono anche youtuber di estrema destra come Vincent Reynouard, Hervé Ryssen e Boris Le Lay che usano YouTube per raggiungere tante persone e diffondere idee che negano l’Olocausto, sono contro gli ebrei o piene di odio verso gli stranieri. Spesso perseguitati dalla legge, trovano in internet un posto dove parlare e un modo per guadagnare con donazioni e vendendo contenuti. Google, con il suo motore di ricerca, è uno strumento chiave perché decide quali siti si vedono di più. Nel 2016, cercando parole come “uguaglianza” o “libertà”, uscivano tra i primi risultati contenuti di gruppi di estrema destra. Questo significa che questi gruppi non sono più nascosti online, ma possono arrivare a molte persone e influenzare quello di cui si parla. Internet ha cambiato il modo in cui circolano le informazioni, permettendo a gruppi politici meno importanti di raggiungere un vasto pubblico. La rete ha tolto i limiti che prima impedivano alle idee estreme di apparire sui media normali. Persone come Alain Soral possono parlare direttamente con gli utenti, aprendo il mercato delle idee a chiunque voglia partecipare. L’estrema destra, arrabbiata con i media tradizionali, ha usato questa possibilità di cambiare le cose. La forza della “fasciosfera” online sta nel rompere la “spirale del silenzio”. Le persone che hanno paura di essere isolate tendono a non dire le loro idee se pensano che la maggioranza non le condivida. Internet, creando gruppi online basati su idee simili, incoraggia le persone a esprimersi e a sentirsi parte di una comunità, anche se le loro idee sono estreme. Questi gruppi diventano come delle stanze dove le stesse idee vengono ripetute senza che nessuno le metta in discussione. Rispondere alla “fasciosfera” è difficile. Le azioni legali contro l’odio online hanno mostrato i loro limiti. Collaborare con chi gestisce i siti per rimuovere i contenuti estremi è un’altra strada, ma c’è sempre il rischio di limitare la libertà di espressione, con risultati inaspettati. Alcuni pensano che sia meglio affrontare la “fasciosfera” direttamente online, creando un messaggio opposto. Ci sono iniziative del governo e tentativi di youtuber di sinistra, ma la sfida è grande. La forza della “fasciosfera” online riflette una lotta culturale più ampia, alimentata da un senso di smarrimento e dalla voglia di ordine e normalità in una società che sembra più debole. La risposta a tutto questo non può essere solo punire o giudicare, ma deve guardare alle cause culturali e ideologiche profonde del fenomeno.Riassunto Lungo
1. La Rete Nera: Ascesa e Ambivalenza del Web per l’Estrema Destra Francese
Internet è diventato uno strumento fondamentale per l’estrema destra francese, in particolare per il Front National (FN). Questo è dovuto principalmente alle difficoltà che questi movimenti incontrano nei media tradizionali.La Strategia di Internet del Front National
Già negli anni ’80, il FN cercava modi alternativi per comunicare il proprio messaggio. Utilizzò diverse piattaforme, dal Minitel ai videogiochi, arrivando poi ad adottare rapidamente internet come strumento politico. Questa scelta nasceva dalla necessità di superare quella che percepivano come una censura e un’ostilità da parte dei media principali. L’obiettivo era stabilire un contatto diretto con gli elettori, senza intermediari.Fdesouche.com: Un Aggregatore di Notizie di Estrema Destra
Un esempio di questa tendenza è Fdesouche.com, un sito web fondato da Pierre Sautarel. Nato come un blog personale, si è trasformato in un sito che raccoglie notizie contro l’immigrazione e contro l’Islam. Fdesouche è diventato rapidamente un punto di riferimento importante nella cosiddetta “fasciosfera”. Ha superato in popolarità persino i canali di comunicazione ufficiali del Front National. La linea editoriale del sito è molto decisa: seleziona e ripropone articoli provenienti da media tradizionali, concentrandosi sui temi cari all’estrema destra e creando un effetto di grande insistenza su questi argomenti.Internet: Un’Arma a Doppio Taglio per il FN
Nonostante i benefici in termini di diffusione e capacità di mobilitazione, internet presenta anche degli aspetti negativi per il FN. Se da un lato permette di evitare i controlli dei media e di raggiungere un vasto pubblico, dall’altro lato espone il partito a situazioni difficili da gestire. La libertà di parola online, spesso invocata, si traduce frequentemente in commenti estremisti e posizioni radicali. Questi contenuti sono difficili da controllare e rischiano di danneggiare l’immagine pubblica del partito. Il FN si trova quindi in una posizione complicata: deve sfruttare le potenzialità comunicative della rete, ma allo stesso tempo deve cercare di controllare ciò che viene detto online. L’obiettivo finale è migliorare la propria immagine e ampliare il consenso elettorale, andando oltre la cerchia ristretta dei militanti di estrema destra.Ma è davvero solo una questione di “censura” dai media tradizionali, o non stiamo forse semplificando eccessivamente un panorama mediatico ben più complesso?
Il capitolo presenta la narrazione della “censura” subita dall’estrema destra come la motivazione principale per la sua migrazione e successo online. Tuttavia, ridurre la questione a una semplice reazione alla “censura” potrebbe essere riduttivo. Per comprendere appieno le dinamiche in gioco, sarebbe utile esplorare più a fondo le teorie della comunicazione politica e le trasformazioni del sistema mediatico contemporaneo. Approfondimenti sui lavori di autori come Manuel Castells o Zygmunt Bauman, potrebbero fornire strumenti concettuali utili per analizzare la complessa interazione tra media digitali, movimenti politici e opinione pubblica.2. L’Alba Digitale della Fasciosfera
Internet diventa importante per l’estrema destra francese a partire dagli anni Novanta. In questo periodo, nascono siti web come SOS Racaille, creato da Joël Sambuis. Questi siti diventano luoghi di ritrovo online per persone razziste che vogliono rimanere anonime. L’anonimato di internet permette a queste persone di diffondere facilmente messaggi pieni di odio e xenofobia. Joël Sambuis, il fondatore di SOS Racaille, è una figura controversa con precedenti penali. Sambuis sembra essere capace di manipolare le persone e spingerle a compiere azioni violente, come suggerisce il suo possibile coinvolgimento nell’attentato contro Chirac.L’evoluzione della strategia online
Dopo questa prima fase, altri personaggi come Dieudonné e Soral iniziano a usare internet per diffondere le loro idee antisemite e complottiste. Questi individui erano stati esclusi dai media tradizionali, quindi internet è diventato per loro uno strumento fondamentale per farsi sentire e anche per fare soldi. Dieudonné, grazie a video che diventano virali online, e Soral, con discorsi che sembrano intellettuali, creano una comunità di persone che si sentono “dissidenti”. Attraverso questa comunità online, riescono a vendere i loro prodotti e spettacoli.La “quenelle” come simbolo
La “quenelle” diventa il simbolo di questa comunità online di estrema destra. Questo gesto, che si diffonde rapidamente online, diventa allo stesso tempo un modo per riconoscersi tra membri della comunità e un prodotto commerciale. La storia di questi siti e personaggi mostra come la fasciosfera si sia trasformata nel tempo. Da semplici siti anonimi, è diventata un vero e proprio fenomeno mediatico e commerciale, sfruttando la libertà e l’anonimato che offre internet.L’anonimato di internet è davvero l’unico colpevole, o il capitolo ignora le cause profonde che hanno reso fertile il terreno per la ‘fasciosfera’ in Francia?
Il capitolo sembra concentrarsi sull’anonimato online come fattore scatenante, ma trascura il contesto socio-politico francese. Per capire meglio le radici di questo fenomeno, sarebbe utile approfondire le dinamiche sociali e politiche della Francia degli anni ’90 e 2000. Studiare autori come Michel Wieviorka, che analizza le dinamiche del razzismo e dei movimenti sociali, potrebbe offrire una prospettiva più completa.3. Salotti Beige e Soldati Digitali: Ascesa della ‘Reinformazione’ Cattolica e di Destra
La “reinformazione” cattolica di destra in Francia
In Francia, si osserva una mobilitazione del cattolicesimo di destra, in particolare attraverso il movimento “Manif pour tous” e la piattaforma online “Le Salon Beige”.“Le Salon Beige”: piattaforma di riferimento e critica dei media tradizionali
“Le Salon Beige” è diventato un punto di riferimento importante per un pubblico cattolico conservatore. Questa piattaforma offre contenuti focalizzati su temi come la bioetica, la famiglia e la politica, seguendo una linea editoriale che si dichiara identitaria e reazionaria.Mobilitazione e “reinformazione”
“Le Salon Beige” si caratterizza per la sua capacità di mobilitazione e per una critica radicale verso i media tradizionali. Questi ultimi sono percepiti dalla piattaforma come ostili e orientati ideologicamente a sinistra.Professionalizzazione e figure chiave
La piattaforma “Le Salon Beige”, inizialmente diretta da Michel Janva e in seguito acquisita da Guillaume de Thieulloy, ha professionalizzato la “reinformazione” cattolica. È diventata uno strumento di pressione politica e culturale nel panorama francese.Il movimento più ampio della “reinformazione” di destra
Parallelamente a “Le Salon Beige”, esiste un movimento più ampio di “reinformazione” di destra. Questo movimento include siti web come Polémia, OJIM e TV Libertés.Caratteristiche comuni e sfiducia nei media mainstream
Questi media alternativi condividono una profonda sfiducia nei confronti dei media principali. Si presentano come fonti di informazione “veritiera” e “dissidente”, in contrapposizione a quella che considerano l’informazione dominante.La “guerra culturale” e la “metapolitica”
Figure di spicco come Jean-Yves Le Gallou teorizzano l’esistenza di una “guerra culturale”. In questo contesto, la “metapolitica” viene considerata uno strumento fondamentale per influenzare il dibattito pubblico e orientare la società.Internet e social media come strumenti di diffusione
Internet e i social media sono diventati strumenti essenziali per diffondere queste narrazioni alternative. Questi canali permettono di raggiungere un pubblico vasto e diversificato, interessato a queste tematiche.Limiti e portata della “reinformazione”
Nonostante un aspetto professionale, questi media di “reinformazione” incontrano difficoltà nel superare una dimensione di nicchia. Spesso, faticano a competere con l’influenza dei media tradizionali più consolidati.Circuito ideologico ristretto e ambizioni politiche
Questi media di “reinformazione” rimangono spesso confinati all’interno di un circuito ideologico limitato. Nonostante ciò, ambiscono ad avere un impatto politico e culturale significativo nella società francese.Ma il capitolo non rischia di presentare una visione eccessivamente unitaria e monolitica dell’ “estrema destra digitale”, trascurando le profonde differenze ideologiche e strategiche che esistono al suo interno?
Questo capitolo sembra delineare un quadro in cui l’estrema destra digitale agisce in modo coordinato e con obiettivi comuni, come se fosse un blocco ideologico omogeneo. Tuttavia, è fondamentale considerare che l’estrema destra è un campo variegato, che include gruppi e individui con agende politiche e filosofiche spesso divergenti, se non addirittura in conflitto tra loro. Per comprendere appieno la complessità del fenomeno, sarebbe utile approfondire le diverse correnti ideologiche che compongono l’estrema destra, analizzando le loro specifiche strategie di comunicazione online e le loro interazioni, o mancate interazioni, nel cyberspazio. Approfondimenti in sociologia politica e storia delle idee politiche, con autori come Zeev Sternhell e Emilio Gentile, potrebbero offrire strumenti concettuali utili per distinguere le molteplici anime dell’estrema destra e per evitare generalizzazioni eccessive.5. La Rete: Nuovo Palcoscenico per l’Estremismo
Google e l’accesso all’informazione online
Google è diventato uno strumento fondamentale per trovare informazioni su internet, grazie al suo motore di ricerca. L’algoritmo di Google decide quali siti web sono più visibili, influenzando così quali contenuti vengono notati dalle persone. Un esempio importante è che nel 2016, cercando parole come “égalité” o “liberté”, i primi risultati mostravano contenuti di gruppi di estrema destra. Questo dimostra che questi gruppi non sono più nascosti online, ma possono raggiungere molte persone e influenzare le notizie.Internet e la trasformazione dell’informazione
Internet ha cambiato il modo in cui riceviamo notizie, permettendo a gruppi politici meno importanti di parlare a un pubblico vasto. La rete ha reso più libero il mondo dell’informazione, eliminando gli ostacoli che prima impedivano alle opinioni estreme di diffondersi attraverso i giornali e la televisione. Personaggi come Alain Soral possono parlare direttamente con gli utenti, aprendo a tutti la possibilità di esprimere le proprie idee politiche. L’estrema destra, sentendosi esclusa dai media tradizionali, ha sfruttato al massimo questa nuova opportunità.La “spirale del silenzio” e le comunità online
La forza dei gruppi estremisti online sta nella loro capacità di superare la “spirale del silenzio”. Le persone spesso non dicono ciò che pensano per paura di essere escluse dagli altri se le loro idee non sono quelle della maggioranza. Internet, creando gruppi online di persone con gli stessi interessi, incoraggia a esprimersi e libera la parola di chi condivide certe idee, anche estreme. Questi gruppi diventano luoghi chiusi dove si sentono sempre le stesse opinioni, senza spazio per il confronto.Le risposte alla diffusione dell’estremismo online
Non è facile rispondere al problema dell’estremismo online. Usare le leggi contro l’odio è una possibilità, ma non sempre funziona. Un’altra idea è che le autorità collaborino con i siti internet per eliminare i contenuti estremisti. Però, decidere cosa censurare e cosa no è complicato e può avere conseguenze negative sulla libertà di espressione. Alcuni propongono di rispondere all’estremismo online nello stesso modo, creando contenuti online che dicono il contrario. Iniziative del governo e di youtuber di sinistra come Usul vanno in questa direzione, ma è molto difficile. La forza dell’estremismo online è un segno di un problema culturale più grande, causato dalla mancanza di punti di riferimento e dalla ricerca di autorità e regole in una società fragile. Per risolvere questo problema, non basta solo vietare o criticare, ma bisogna capire le cause culturali e ideologiche dell’estremismo.Ma siamo sicuri che la diffusione dell’estremismo online sia un fenomeno inedito, o piuttosto una riproposizione, amplificata dalla tecnologia, di dinamiche sociali preesistenti?
Il capitolo sembra concentrarsi eccessivamente sulla novità del fenomeno online, quasi che l’estremismo fosse una creatura di internet. Una prospettiva più critica dovrebbe interrogarsi sulle radici profonde dell’estremismo, che affondano in dinamiche sociali, politiche e psicologiche complesse e tutt’altro che nuove. Per comprendere appieno la questione, sarebbe utile approfondire studi sociologici e politologici sull’estremismo, considerando autori come Franco Ferrarotti o Umberto Eco, per contestualizzare il fenomeno in una prospettiva storica e sociale più ampia.Abbiamo riassunto il possibile
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