Letteratura

La Divina Commedia a

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1. Viaggio Celeste e Verità Lunari

L’universo è un riflesso della presenza di Dio, che si manifesta in modo diverso in base alla purezza di ciò che la riceve. Inizia un viaggio straordinario verso il cielo più splendente, l’Empireo, un luogo di meraviglie che la mente umana fatica a comprendere. Di questa esperienza si racconta ciò che la memoria riesce a conservare, e si chiede aiuto ad Apollo per trovare le parole giuste. Il viaggio ha inizio quando si sale verso la sfera del fuoco, grazie allo sguardo di Beatrice, fisso verso il sole. Questo sguardo provoca un cambiamento profondo, un’esperienza che va oltre i limiti umani. Ci si chiede se questo viaggio avvenga con il corpo o con lo spirito, e Beatrice spiega che ogni cosa nell’universo è disposta secondo un ordine stabilito da Dio, che guida ogni creatura verso il suo scopo. Questo ordine è come una forza che spinge verso l’Empireo, superando ogni ostacolo, come un fiume che scorre verso il mare. Una volta giunti nel cielo della Luna, immersi in una luce intensa, si affronta il mistero delle macchie lunari, che sulla Terra vengono erroneamente interpretate come il volto di Caino. Beatrice spiega che queste macchie non sono dovute a differenze di densità della Luna. Attraverso un esperimento con degli specchi, dimostra che la diversa luminosità dipende invece dalle influenze degli angeli, che agiscono sui corpi celesti. Ogni cielo riceve e trasmette queste influenze, mostrando la potenza divina in modi diversi. Nel cielo della Luna appaiono anime simili a immagini riflesse, che si trovano qui perché non hanno mantenuto i loro voti. Tra queste, c’è Piccarda Donati, che racconta di essere stata una suora, poi rapita dal convento e costretta a rinunciare ai suoi voti. Nonostante si trovi in questo cielo, Piccarda è felice, perché la sua volontà è in armonia con quella di Dio: desidera solo ciò che ha. La posizione delle anime nei diversi cieli riflette i diversi gradi di grazia divina, ma ogni luogo è pieno di gioia. Infine, nasce una domanda: è possibile compensare i voti non mantenuti a causa della violenza subita? Si aprono così nuove riflessioni sulla giustizia di Dio e sulla volontà dell’uomo.

2. Tra Voti Celesti e Imperi Terreni

Nel cielo di Mercurio, Beatrice spiega che l’amore divino è una luce intensa e pura, che illumina la mente. Ogni altro amore nasce da un’idea non chiara di questa luce. Il discorso si sposta poi sui voti. Il dono più grande che Dio ha fatto all’uomo è la libertà di scegliere. Fare un voto significa rinunciare a questa libertà per amore di Dio. Cambiare idea e sostituire un voto con un’opera buona è sbagliato, perché è come usare per beneficenza qualcosa già dato a Dio. La Chiesa può annullare un voto, ma l’importante è la volontà di mantenerlo e l’oggetto della promessa. Non bisogna fare voti senza pensarci bene, come dimostrano storie di voti sbagliati e conseguenze tragiche. Sempre nel cielo di Mercurio, appare l’anima di Giustiniano, l’imperatore che ha riformato le leggi romane seguendo l’ispirazione di Dio. Giustiniano racconta la storia dell’Impero Romano, da Enea a Carlo Magno, mostrando come l’aquila imperiale abbia guidato Roma in imprese gloriose e periodi di pace voluti da Dio. L’imperatore critica chi usa il simbolo dell’impero in modo sbagliato, causando divisioni. Ricorda poi Romée de Villeneuve, un uomo umile e laborioso, accusato ingiustamente, la cui storia fa riflettere sulla virtù e sull’invidia. Beatrice spiega poi un dubbio sulla giustizia di Dio nella morte di Cristo e nella punizione degli Ebrei. La crocifissione è stata una giusta punizione per il peccato originale, ma ingiusta perché inflitta a Cristo, che è Dio. Da questo evento sono nate la salvezza per gli uomini e la punizione per i colpevoli. Dio ha scelto la passione di Cristo come mezzo di salvezza per mostrare insieme misericordia e giustizia, e per riparare in modo adeguato al peccato umano. Beatrice chiarisce anche il mistero della creazione: Dio ha creato direttamente le creature che non muoiono, mentre gli elementi del mondo, che possono cambiare, derivano da cause indirette. Nel cielo di Venere, appare Carlo Martello, che si lamenta della sua breve vita e dei problemi causati dal fratello Roberto in Sicilia. Carlo Martello spiega che Dio dà a ogni uomo capacità diverse, utili alla società. Le stelle influenzano queste capacità, ma le scelte dell’uomo possono cambiarle. È sbagliato forzare qualcuno a fare qualcosa per cui non è portato, come nel caso del fratello Lodovico, più adatto alle armi che alla religione, e di Roberto, inadatto a governare. Bisogna seguire le proprie inclinazioni naturali per stare bene con sé stessi e con gli altri.

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8. Visione Celeste e Ordine Divino

Dio crea gli angeli per amore, non per necessità, ma per diffondere la sua gloria. Questi esseri, nati in un singolo istante al di fuori del tempo, si sono subito divisi: alcuni sono rimasti fedeli, altri, guidati da Lucifero, si sono ribellati per orgoglio. Gli angeli buoni, umili e devoti a Dio, lo contemplano direttamente e partecipano alla sua felicità. Il loro numero è infinito, a testimonianza dell’immensità divina, così vasto che l’uomo non riesce a immaginarlo. Esiste una critica verso la predicazione terrena, spesso vuota e lontana dal Vangelo, che mette al primo posto l’apparenza e la filosofia, non la sacra scrittura. Una luce intensa e purificatrice si mostra nell’Empireo, preparando alla visione del paradiso. Questa luce poi si trasforma in un fiume, e infine in un lago rotondo: è la Candida Rosa, dove risiedono angeli e beati. Questa visione supera ogni immaginazione umana, immergendo in una gioia profonda. La Candida Rosa appare come un grande anfiteatro, con anime beate sedute su gradini infiniti, che riflettono la luce di Dio. Gli angeli, come api laboriose, volano tra i beati, portando pace e amore. Una linea di donne ebree divide a metà la Rosa, separando chi ha creduto nel Cristo che doveva venire e chi nel Cristo già venuto. Eva, Rachele, Sara e altre occupano posti precisi, così come San Giovanni Battista, San Francesco, San Benedetto e Sant’Agostino, in una perfetta simmetria. I bambini innocenti, salvati per grazia, siedono nei gradini più bassi, mostrando come la giustizia divina operi in modi misteriosi. L’arcangelo Gabriele rende omaggio a Maria, figura centrale e culmine della creazione. Attorno a lei si trovano Adamo, San Pietro, San Giovanni Evangelista, Mosè, Sant’Anna e Santa Lucia, personaggi fondamentali nella storia della salvezza. Per arrivare alla visione di Dio, è necessario pregare la Vergine Maria, mediatrice per eccellenza.

9. L’Estasi Divina: Visione dell’Unità e della Trinità

San Bernardo prega la Vergine Maria, la più alta di tutte le creature, chiamandola figlia di suo figlio. La prega di intercedere, con la sua umiltà e potenza, per permettere di innalzare lo sguardo verso la fonte di ogni bene. Bernardo si unisce alla preghiera, chiedendo che l’intercessione di Maria possa liberare dalla condizione umana e condurre alla gioia più alta. Maria accoglie la preghiera, guardando verso la luce di Dio. Il desiderio di vedere Dio si fa più forte e, con la guida di Bernardo, lo sguardo si alza verso la luce divina. La vista diventa così potente da superare ogni parola e ricordo. È come un sogno che lascia una forte emozione, anche se non si ricorda più. In questa luce, si vede l’amore che tiene unito tutto l’universo, dove ogni cosa creata trova il suo posto. Questa visione dà una gioia immensa, anche se non si può spiegare a parole. La mente è completamente presa da questa unità, un’esperienza che supera tutte le altre. La luce divina appare poi come tre cerchi, uguali per forma e colore, che rappresentano la Trinità. Il secondo cerchio è il riflesso del primo, come un arcobaleno che nasce da un altro, e il terzo è come un fuoco che parte da entrambi. Nel secondo cerchio, si vede un volto umano, l’immagine di Dio che si è fatto uomo. La mente umana non riesce a capire come l’uomo e Dio possano essere uniti, ma all’improvviso arriva un’intuizione che illumina tutto. L’amore, che muove tutto l’universo, guida il desiderio e la volontà, in un movimento perfetto.

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