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Contenuti del libro
Informazioni
“La Comune di Parigi. Raccolta di otto conferenze” di Arturo Labriola ti porta nel cuore di un evento pazzesco: la Comune di Parigi del 1871. Non è stata una rivolta qualsiasi, ma un vero punto di svolta, vista come la prima rivoluzione operaia dopo la fine di un’epoca borghese. Tutto nasce dal caos in Francia dopo la sconfitta contro la Prussia e la caduta di Napoleone III. Mentre il governo nazionale guidato da Adolphe Thiers a Versailles vuole la pace, Parigi, con la sua forte classe lavoratrice repubblicana e socialista, vuole resistere. Questo scontro porta il popolo parigino, armato nella Guardia Nazionale, a prendere il controllo della città. Il libro esplora come la Comune abbia cercato di creare un nuovo tipo di governo, basato sull’autogestione operaia, non usando la vecchia macchina statale borghese ma provando a costruirne una nuova. Vedrai le figure chiave come Auguste Blanqui e le diverse idee su come fare la rivoluzione. Purtroppo, nonostante lo spirito rivoluzionario, mancavano organizzazione e capacità pratiche, e la Comune finì schiacciata dalla brutale repressione dell’esercito di Versailles. Ma il suo sacrificio non è stato inutile: ha cambiato per sempre il socialismo francese, rendendolo più radicale e consapevole della lotta di classe. È una storia intensa di speranza, lotta e tragedia che ha segnato la storia.Riassunto Breve
La Comune di Parigi del 1871 segna un punto di svolta nella storia delle rivoluzioni, chiudendo l’era delle rivoluzioni borghesi e aprendo quella delle rivoluzioni proletarie. Nasce dal crollo del Secondo Impero francese, indebolito da problemi interni e dalla sconfitta nella guerra franco-prussiana. La caduta di Napoleone III porta alla Repubblica, ma emerge un forte contrasto tra il governo nazionale, che cerca la pace, e Parigi, che vuole resistere. Questo scontro spinge il popolo parigino a prendere il controllo della città. La Comune è il primo tentativo di governo della classe operaia. Si ritiene che la classe lavoratrice non possa usare lo Stato borghese esistente, ma debba distruggerlo e crearne uno nuovo per l’emancipazione economica. Il potere politico operaio è visto come uno strumento transitorio per trasformare la società, non un fine. L’esperienza della Comune alimenta dibattiti tra chi vede la rivoluzione legata alla maturità economica e promuove riforme parlamentari, e chi, come nel sindacalismo rivoluzionario, enfatizza l’azione diretta e la lotta di classe. Dopo la caduta dell’Impero, a Parigi prevalgono idee repubblicane, socialiste e anticlericali tra gli operai, che capiscono la necessità della libertà politica per il miglioramento economico. Figure come Proudhon influenzano il socialismo francese con l’idea di un’organizzazione autonoma dei lavoratori separata dai partiti borghesi. L’Assemblea Nazionale eletta dopo Sedan ha una maggioranza monarchica e si sposta a Versailles, aumentando la tensione con Parigi. Il tentativo del governo di Thiers di disarmare la Guardia Nazionale parigina il 18 marzo fallisce, le truppe fraternizzano con la folla e Thiers decide di ritirarsi da Parigi, lasciando la città senza autorità. Il Comitato Centrale della Guardia Nazionale, composto da proletari, si trova inaspettatamente al potere e indice le elezioni per il Consiglio della Comune. Il Consiglio eletto riflette diverse correnti rivoluzionarie, con una forte presenza operaia. La Comune, nata da un movimento spontaneo, assume un carattere sempre più socialista, basato sull’autonomia comunale e l’armamento popolare, ma è afflitta da divisioni e inesperienza. Nonostante lo spirito rivoluzionario e il controllo di risorse come la Banca di Francia, la Comune fallisce rapidamente per mancanza di capacità pratica e organizzazione. I membri eletti spesso mancano delle competenze tecniche necessarie per gestire un governo in crisi. La gestione militare è caotica, con cambi di comando e strategie inadeguate. L’esercito di Versailles, riorganizzato, attacca Parigi. L’entrata in città il 21 maggio è facilitata da errori difensivi. La difesa si affida a barricate e atti isolati di valore, ma manca un piano coordinato. La Comune ricorre all’incendio di edifici pubblici. Con l’avanzata dei versagliesi inizia una repressione brutale, con massacri di federati e civili. In risposta, la Comune ordina l’esecuzione di ostaggi. La resistenza si concentra in alcune aree ma è sopraffatta. Figure chiave muoiono in combattimento. La Comune cessa di esistere come autorità organizzata. La repressione è feroce, con migliaia di uccisi, arresti di massa e condanne. La brutalità dimostra la violenza del conflitto di classe. Nonostante la sconfitta militare, la Comune ha un impatto profondo. L’esperienza del suo fallimento sanguinoso e della repressione trasforma il socialismo francese, spingendolo verso posizioni più radicali, internazionaliste e basate sulla coscienza di classe, influenzato dal “martirio” dei comunardi.Riassunto Lungo
1. L’evento Comune e le vie della rivoluzione operaia
La Comune di Parigi nel 1871 segna un momento cruciale. Non è solo un evento, ma il punto di svolta che chiude l’epoca delle rivoluzioni guidate dalla borghesia e apre quella delle rivoluzioni operaie. Tutto nasce dalla crisi e dalla caduta del Secondo Impero francese. Questo regime era debole per la corruzione e isolato politicamente, logorato dai suoi problemi interni e soprattutto dalla sconfitta nella guerra contro la Prussia tra il 1870 e il 1871. La perdita militare a Sedan causa la fine del potere di Napoleone III e la nascita della Repubblica. Tuttavia, il governo provvisorio cerca un accordo di pace, mentre Parigi vuole continuare a combattere. Questa forte tensione tra la capitale e il governo nazionale spinge i cittadini di Parigi a prendere direttamente il potere sulla città.La Comune come Governo Operaio
La Comune si afferma come il primo vero governo guidato dalla classe operaia. L’idea centrale è che i lavoratori non possono semplicemente prendere e usare lo Stato esistente, quello costruito dalla borghesia. Devono invece smantellarlo e crearne uno completamente nuovo, basato su regole e principi differenti. La Comune stessa è vista come il modello politico che permette ai lavoratori di liberarsi economicamente. Il potere politico nelle mani degli operai non è un obiettivo finale, ma uno strumento potente per cambiare profondamente la società borghese. Questo potere, definito “dittatura del proletariato”, è considerato un passaggio temporaneo, necessario per arrivare a una società futura dove non esisteranno più né lo Stato né le diverse classi sociali.Le Lezioni della Sconfitta e i Dibattiti Futuri
Le vicende della Comune, e soprattutto la sua sconfitta, diventano un punto di partenza per discussioni fondamentali su come si debba fare una rivoluzione. Emergono due visioni principali che si scontrano. Da una parte, c’è chi pensa che la rivoluzione sia possibile solo quando il sistema capitalistico è pienamente sviluppato economicamente, e che il modo migliore sia agire attraverso riforme e il parlamento. Dall’altra, c’è chi crede nell’azione diretta, nella lotta tra le classi e anche nella violenza come strumenti necessari per separarsi in modo netto dal mondo borghese. Questa seconda idea si ritrova, ad esempio, nel sindacalismo rivoluzionario di Georges Sorel. Queste diverse interpretazioni su come i lavoratori devono lottare e sul ruolo che lo Stato dovrebbe avere influenzano profondamente il pensiero politico e le azioni future.Ma la Comune fu davvero il “primo governo operaio” e il modello universale per ogni futura rivoluzione, o si tratta di un’interpretazione parziale?
Il capitolo presenta la Comune come un fatto compiuto e univoco: il primo governo operaio e il modello da seguire. Tuttavia, la composizione sociale e politica della Comune era più eterogenea di quanto suggerito, e le lezioni tratte dalla sua esperienza furono oggetto di accesi dibattiti e interpretazioni divergenti all’interno del movimento operaio internazionale. Per comprendere appieno la complessità di questo evento e le sue molteplici eredità, è fondamentale approfondire la storia stessa della Comune, le diverse correnti politiche che vi parteciparono e le analisi critiche che ne furono fatte successivamente. Utile confrontarsi con le visioni di autori come Marx, Lissagaray, e le successive discussioni che videro protagonisti, ad esempio, Lenin e Kautsky.2. La Francia dopo l’Impero: Parigi e la reazione monarchica
La caduta del Secondo Impero lascia un vuoto di potere in Francia, liberando le diverse forze politiche presenti nel paese. In questo contesto, emerge un forte contrasto tra la capitale, Parigi, e le province. Parigi, in particolare la sua classe lavoratrice, ha un orientamento marcatamente repubblicano, socialista e anticlericale. Questa parte del proletariato non si accontenta di semplici miglioramenti economici, ma cerca riforme democratiche profonde e aspira a un ideale sociale diverso, distinguendosi così dagli operai meno politicizzati del resto del paese.L’Assemblea Nazionale e il Governo Provvisorio
Dopo la sconfitta militare a Sedan, l’Impero crolla e viene proclamata la Repubblica. Adolphe Thiers viene posto a capo del potere esecutivo del nuovo governo provvisorio. Tuttavia, l’Assemblea Nazionale eletta in quel periodo riflette soprattutto il desiderio di pace delle province ed è composta in larga maggioranza da monarchici. Questa Assemblea si trova in netto contrasto con Parigi, che invece ha resistito all’assedio prussiano e vorrebbe continuare la guerra. Thiers e l’Assemblea monarchica scelgono di negoziare rapidamente una pace con la Prussia, accettando condizioni molto dure che includono la cessione di territori e il pagamento di un’indennità. Sebbene Thiers guidi formalmente una Repubblica, le sue azioni e quelle dell’Assemblea sono orientate verso una possibile restaurazione della monarchia. La decisione di spostare la capitale da Parigi a Versailles è vista come una mossa strategica per allontanarsi dal clima rivoluzionario della capitale e affermare l’autorità del governo conservatore.La Classe Operaia Parigina e le Idee Socialiste
A Parigi, la classe operaia comprende che per ottenere miglioramenti economici duraturi è indispensabile conquistare anche la libertà politica. Per questo motivo, si sviluppa un intenso sentimento repubblicano e anticlericale, alimentato anche dal sostegno di una parte della gioventù intellettuale. Diverse correnti socialiste circolano, ma il socialismo economico, come quello sansimonista, è talvolta cooptato dal governo imperiale per giustificare riforme paternalistiche. Al contrario, il socialismo politico basato sulla lotta di classe è apertamente osteggiato. La borghesia industriale, dal canto suo, si oppone sia al socialismo di stato che a quello rivoluzionario, vedendoli come una minaccia ai propri interessi. Anche la scienza ufficiale, rappresentata dagli economisti liberali dell’epoca, respinge il socialismo, definendolo una teoria assurda e promuovendo invece i principi della proprietà privata e della disuguaglianza come fondamenti naturali della società.L’Influenza di Proudhon
Una figura di grande rilevanza per il socialismo francese è Proudhon. Egli promuove un socialismo chiaramente orientato verso la classe operaia, anticapitalistico e profondamente antistatale. La sua visione si basa sull’organizzazione autonoma dei lavoratori attraverso il mutualismo, un sistema di cooperazione e scambio reciproco al di fuori del controllo dello stato e del capitale. Proudhon insiste con forza sulla necessità che il proletariato si separi nettamente dai partiti borghesi e agisca in modo indipendente per conquistare la propria emancipazione. Questo approccio sottolinea l’importanza dell’autonomia operaia nella lotta per un nuovo ordine sociale.Il Conflitto Fondamentale
Lo scontro tra Parigi, con la sua popolazione prevalentemente repubblicana e socialista che ha sopportato l’assedio e desidera continuare la lotta, e l’Assemblea Nazionale a maggioranza monarchica e conservatrice, che cerca la pace e una restaurazione dell’ordine tradizionale, non è solo una divergenza su questioni politiche immediate. Rappresenta in realtà un conflitto di classe profondo e fondamentale che segnerà il destino della Francia nei mesi successivi.Il capitolo riduce lo scontro a un conflitto di classe fondamentale, ma non si rischia di trascurare altre dinamiche politiche, sociali e culturali che animavano la Francia post-imperiale?
Il capitolo presenta una dicotomia molto netta tra una Parigi rivoluzionaria e socialista e province conservatrici e monarchiche, interpretando lo scontro come un conflitto di classe fondamentale. Tuttavia, questa visione, pur potente, potrebbe semplificare eccessivamente un quadro storico complesso. Parigi non era un blocco monolitico, e al suo interno convivevano diverse anime repubblicane, radicali e socialiste con sfumature differenti, non tutte riducibili all’influenza di Proudhon o a una pura lotta di classe economica. Allo stesso modo, le province avevano le loro complessità politiche e sociali. Per comprendere appieno il periodo, è utile approfondire la storia politica e sociale della Terza Repubblica nascente, esplorando la varietà dei movimenti repubblicani e socialisti a Parigi e la composizione sociale e politica delle province, oltre le categorie immediate di “monarchici” e “conservatori”. Autori come Robert Tombs o Jacques Rougerie offrono prospettive storiografiche che analizzano in modo più sfaccettato la complessità di quel periodo cruciale della storia francese.3. Parigi si solleva e il potere inatteso del popolo
Dopo l’assedio, Parigi, specialmente la classe operaia, provava un forte desiderio di rivincita. C’era il timore che l’Assemblea di Bordeaux, composta in maggioranza da conservatori, potesse mettere in pericolo la Repubblica. La città era armata; la Guardia Nazionale, formata da operai, aveva compreso l’importanza di unirsi contro le divisioni di classe. Il governo cercava di disarmare Parigi per poterla controllare meglio e forse restaurare la monarchia. L’Assemblea, trasferitasi a Versailles, aumentò il malcontento a Parigi con decisioni impopolari. Non offrirono aiuto finanziario per le scadenze di affitti e cambiali, creando difficoltà per la piccola borghesia e i lavoratori. Questo, insieme al risentimento per la capitolazione e la pace affrettata, aumentò la sfiducia verso il governo centrale.Un nuovo potere: il Comitato Centrale della Guardia Nazionale
In questa situazione di crescente tensione, emerse il Comitato Centrale della Guardia Nazionale. Si trattava di un nuovo potere, nato dall’organizzazione militare spontanea dei cittadini armati. Questo comitato non era riconosciuto ufficialmente dal governo, ma rappresentava la volontà popolare. Era composto principalmente da operai (proletari) e difendeva gli interessi della classe lavoratrice, diventando un punto di riferimento per la resistenza parigina.Il 18 marzo: il tentativo fallito di riprendere i cannoni
Il 18 marzo, il governo guidato da Thiers tentò di riprendere i cannoni che la popolazione aveva raccolto a Montmartre e Belleville. L’operazione non riuscì. Mancavano i mezzi di trasporto necessari e le truppe inviate iniziarono a fraternizzare con la folla. Le donne, in particolare, si opposero con forza al tentativo di disarmo. In questo caos, i generali Lecomte e Clément Thomas furono fucilati. Le circostanze esatte non sono del tutto chiare, ma sembra che siano stati vittime di odi personali e della rabbia popolare.La fuga del governo e la città lasciata a sé stessa
Temendo la situazione, Thiers prese una decisione drastica: abbandonare Parigi. Lasciò la città portando con sé il governo e le truppe che gli erano rimaste fedeli. Questo ritiro inatteso lasciò Parigi senza alcuna autorità centrale, costringendola di fatto a gestire il proprio destino. Il Comitato Centrale si trovò così, all’improvviso, investito di un potere immenso. Era impreparato a questa responsabilità e incerto su quali passi compiere.La decisione di eleggere la Comune
Nella confusione generale, il Comitato Centrale prese una decisione fondamentale: indire elezioni per formare un Consiglio municipale autonomo, che sarebbe diventato noto come la Comune. Affidarono anche il comando della Guardia Nazionale a una persona che non si dimostrò all’altezza del compito. L’Associazione Internazionale dei Lavoratori, inizialmente poco influente, iniziò ad avvicinarsi al Comitato Centrale. Questo accadde mentre i gruppi borghesi e radicali si allontanavano, spaventati dal carattere sempre più rivoluzionario che il movimento stava assumendo.La nascita della Comune di Parigi
Le elezioni del 26 marzo portarono alla formazione del Consiglio della Comune. Questo Consiglio era composto da diverse correnti politiche, tra cui socialisti, blanquisti e giacobini, ma con una netta prevalenza di rappresentanti della classe operaia. La Comune nacque come risposta spontanea e difensiva alla situazione, ma sviluppò rapidamente un carattere sempre più orientato verso il socialismo. Rappresentò il primo tentativo storico di un governo guidato dalla classe lavoratrice. Si fondava sui principi dell’autonomia comunale, sull’idea che il popolo dovesse essere armato e sul controllo diretto da parte dei cittadini. Nonostante questi ideali, la Comune dovette affrontare fin da subito divisioni interne e una generale mancanza di esperienza amministrativa.Davvero il fallimento della Comune si riduce a una semplice “mancanza di capacità” organizzativa?
Il capitolo mette in risalto le carenze pratiche e la disorganizzazione come cause primarie della caduta della Comune. Tuttavia, concentrarsi unicamente sugli aspetti interni rischia di trascurare il contesto storico e la sproporzione di forze in campo. Per comprendere appieno la complessità degli eventi, è fondamentale considerare la potenza militare e politica dello stato contro cui la Comune si trovò a lottare, le dinamiche della repressione e le interpretazioni che vedono il fallimento non solo come una questione di inesperienza, ma come l’esito di uno scontro frontale tra classi e sistemi di potere. Approfondire le analisi di autori come Marx, Engels, e gli storici che hanno studiato la Comune da prospettive diverse, incluse quelle che enfatizzano la violenza della reazione, può offrire una visione più completa e meno riduttiva.5. Il Sacrificio che Trasformò il Socialismo
La difesa militare di Parigi da parte della Comune si basa sull’idea che la battaglia decisiva si svolga nelle strade della città. Questa visione si ispira a scontri passati, come quelli del luglio 1830, ma non tiene conto delle esigenze della guerra moderna. Una difesa efficace richiede disciplina, organizzazione e la capacità di adattarsi alle nuove tattiche. Le milizie della Comune non possiedono queste qualità fondamentali, il che le rende vulnerabili di fronte a un esercito preparato.L’Assalto dell’Esercito di Versailles
Intanto, l’esercito di Versailles viene riorganizzato e posto sotto il comando del maresciallo Mac-Mahon. Le truppe preparano l’attacco concentrando le forze su obiettivi chiave. Dopo aver conquistato il forte d’Issy e il forte di Vanves, puntano su punti strategici come il Point-du-Jour. L’ingresso a Parigi avviene il 21 maggio, reso più facile dall’abbandono delle posizioni difensive a Passy e Auteuil. Questo cedimento viene segnalato da una spia di nome Ducatel.La Disorganizzazione della Comune
Di fronte all’avanzata nemica, la leadership della Comune si dimostra impreparata e disorganizzata. Delescluze, che ha la responsabilità della guerra, all’inizio nega persino l’ingresso delle truppe nemiche. L’ultima riunione della Comune è un momento di grande confusione e si conclude con la dispersione dei suoi membri, incapaci di coordinare una risposta efficace.La Resistenza e le Misure Disperate
La difesa si affida a manifesti che incitano alla guerra rivoluzionaria popolare, ma manca un vero piano d’azione coordinato. Nonostante alcuni atti di coraggio isolati, come la difesa organizzata da Brunel in certi punti, l’esercito di Versailles continua ad avanzare rapidamente all’interno della città. Di fronte alla sconfitta imminente, la Comune ricorre all’incendio di edifici pubblici. Questa misura è usata sia come tentativo disperato di rallentare l’avanzata nemica, sia come atto di vendetta.La Repressione Brutale
Con l’avanzata dei soldati di Versailles, inizia una repressione estremamente violenta. A Montmartre e in altre zone conquistate, le truppe massacrano i federati catturati e anche civili sospetti, inclusi molti giovani. In risposta a queste esecuzioni sommarie, alcuni membri della Comune, come Rigault e Ferré, ordinano a loro volta la fucilazione di ostaggi che avevano detenuto. Thiers, capo del governo di Versailles, rifiuta uno scambio di ostaggi con Blanqui, un leader della Comune prigioniero, contribuendo ad alimentare ulteriormente la spirale di violenza.La Caduta Finale
La resistenza si concentra in alcune aree, come il quartiere di Belleville, ma la mancanza di rifornimenti e munizioni rende la lotta insostenibile. Figure importanti della Comune cadono in combattimento, tra cui Dombrowski e Rigault. Delescluze sceglie di affrontare la morte su una barricata, come simbolo di resistenza. La Comune cessa così di esistere come autorità organizzata, travolta dalla forza militare e dalla propria disorganizzazione.Le Conseguenze della Sconfitta
La repressione che segue è vastissima e spietata. Migliaia di federati vengono uccisi, molti anche dopo la fine degli scontri. Seguono arresti di massa, processi rapidi e condanne severe, che vanno dalla morte al carcere. La brutalità mostrata dall’esercito di Versailles mette in luce la profondità del conflitto di classe che attraversa la società francese.L’Eredità per il Socialismo
Nonostante la sconfitta militare, l’esperienza della Comune ha un impatto duraturo. Il suo fallimento sanguinoso e la successiva repressione subita dai comunardi trasformano il movimento socialista francese. Da orientamenti più utopici o inclini a cercare compromessi nel sistema democratico, emerge un socialismo nuovo. Questo nuovo corso è più radicale, pone l’accento sull’internazionalismo e si basa su una forte coscienza di classe, profondamente segnato dal “martirio” di coloro che hanno combattuto per la Comune.È davvero il “sacrificio” della Comune l’unico o il principale motore della trasformazione del socialismo, o questa lettura semplifica eccessivamente la complessa eredità dell’esperienza?
Il capitolo presenta la sconfitta e la repressione della Comune come il catalizzatore principale di una trasformazione radicale del socialismo francese. Tuttavia, questa lettura, pur valida, rischia di semplificare un’eredità complessa e dibattuta. Diverse correnti politiche e teoriche hanno interpretato l’esperienza della Comune in modi divergenti, enfatizzando aspetti differenti del suo fallimento e del suo significato storico. Per approfondire, è essenziale confrontarsi con le analisi di autori come Marx, Engels e Bakunin, che offrirono letture immediate e influenti degli eventi, e studiare le diverse storiografie sulla Comune che ne hanno dibattuto il ruolo nella storia del movimento operaio e socialista.Abbiamo riassunto il possibile
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