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Informazioni
“La cabala dell’asino” di Nuccio Ordine è un libro che ti fa vedere l’asino in un modo totalmente nuovo. Dimentica l’idea che sia solo un simbolo di ignoranza; qui l’asino (l’asinità) diventa un emblema super complesso, che racchiude in sé opposti come sapienza e stupidità, umiltà e forza. Ordine, riprendendo soprattutto le idee di Giordano Bruno, usa questo simbolo per esplorare temi enormi della filosofia rinascimentale, come il continuo mutamento dell’universo e l’importanza cruciale della fatica e del lavoro (contrapposti all’ozio) per raggiungere la vera conoscenza. Vedrai come l’asino sia legato a figure come Mercurio, rappresentando l’unione dei contrari, e come il libro ti spinga a guardare oltre le apparenze, proprio come si fa con i Sileni. Non è un libro con una trama o un luogo preciso, ma un viaggio affascinante nelle idee, nella ricerca della verità e nella comprensione che il sapere è un percorso dinamico e mai finito, pieno di sfide ma incredibilmente ricco.Riassunto Breve
Il simbolo dell’asino ricorre in diverse opere, inizialmente con rinvii, per poi diventare centrale in testi successivi. Questa figura presenta una forte ambiguità, incarnando coppie di opposti come benefico e demoniaco, potente e umile, sapiente e ignorante. L’asino è legato a riti di fertilità e divinità, ma anche alla morte e a figure negative. Nella Bibbia è cavalcatura di re e simbolo di forza, ma anche di umiltà e fatica. La sua sapienza è associata alle grandi orecchie, simbolo di ascolto, mentre è anche proverbialmente simbolo di stupidità. Il legame con Mercurio (Cillenio) rappresenta la *coincidentia oppositorum*, dove qualità opposte coesistono. L’universo è in continuo mutamento, una legge che riguarda ogni cosa, inclusi gli dèi. Questa realtà dinamica porta a una riforma celeste dove l’asino assume un ruolo centrale e ambiguo. Esiste un’asinità negativa, legata all’ozio, alla pigrizia e al rifiuto della conoscenza, che mantiene in una condizione bestiale. C’è anche un’asinità positiva, caratterizzata da umiltà, pazienza e predisposizione alla fatica e al lavoro, qualità essenziali per acquisire sapienza e progredire. L’uomo si distingue per l’uso della mano, strumento che permette all’ingegno di operare e superare la condizione bestiale. Il percorso verso la conoscenza richiede impegno costante; la Fatica permette di superare ostacoli e influenzare il destino. L’asinità-negativa si manifesta nell’ideologia dell’ozio, che loda un’età dell’oro senza sforzo umano, e in certi approcci filosofici rigidi, come gli scettici che evitano la fatica del ragionamento o gli aristotelici chiusi nei loro sistemi. Anche l’idea religiosa della “santa ignoranza” che rifiuta il sapere terreno è una forma di asinità-negativa. La Fortuna governa con la sua ruota di mutazione, ma l’uomo può influenzarla con fatica e diligenza. La dignità sta nell’impegno costante nella ricerca e nell’azione. La ricerca della verità è un cammino difficile che richiede ragione, scienza, sapienza, umiltà e tolleranza; non c’è un punto d’arrivo definitivo, la verità coincide con la ricerca stessa, un processo continuo di esplorazione della natura e della dialettica tra unità e molteplicità. La conoscenza diventa un faro in un mondo dinamico. La religione, per essere efficace, deve adattarsi alla vita civile e allo Stato, come simboleggiato dal centauro Chirone. La ricerca della conoscenza e l’attività individuale sono fondamentali, incarnate nel mito di Prometeo (asino positivo) contro gli asini negativi che rifiutano il sapere. Il percorso del sapere è faticoso, ma inesauribile. Il simbolo dell’asino, apparentemente umile, nasconde un significato profondo, come i Sileni, figure ridicole all’esterno ma preziose all’interno. Per capire il vero valore, nelle persone o nei testi, bisogna andare oltre l’apparenza con impegno. Questo si lega alla dialettica degli opposti e alla necessità di navigare tra serio e comico. La letteratura rinascimentale esplora l’asino per rappresentare natura umana e conoscenza, spesso evidenziando la doppia valenza: ignoranza/testardaggine e saggezza legata a concretezza/adattamento. L’onocentauro unisce queste nature per una vita equilibrata. La metamorfosi in asino suggerisce che scendere nella sfera animale è necessario per confrontarsi con la realtà mutevole. L’asino negativo rappresenta l’ignoranza ostinata e la pedanteria, chiusa nelle regole, mentre l’asino positivo incarna una saggezza dall’esperienza e consapevolezza dei limiti, spingendo alla ricerca continua. La scrittura riflette questa complessità, abbandonando modelli rigidi per un linguaggio che specchia la varietà dell’universo. La letteratura diventa strumento filosofico, una “filosofia-pittura”. La bellezza è relativa, dipendente dalla prospettiva. La vera sapienza non sta in regole fisse, ma nell’esplorare la complessità. La conoscenza si distingue tra chi si ferma alla superficie (grammatici, matematici legati ai “segni”) e chi penetra il senso profondo (filosofi che cercano “sentimenti” e “verificazioni”). La filosofia deve andare oltre il calcolo per comprendere la natura, abbracciando un universo infinito e un pensiero libero. Questo approccio “qualitativo” vede materia e uomo in evoluzione, contro una filosofia “quantitativa” di calcolo e dominio. La conoscenza è un processo dinamico, non formule fisse. Scienza, filosofia e vita sono intrecciate, riflettendo la precarietà dell’universo. Questa unità dei saperi, una “nouvelle alliance”, trova riscontro in teorie moderne che vedono scienze umane e naturali convergere in un universo lontano dall’equilibrio, dove evento e incertezza sono centrali. La ricerca della conoscenza è un percorso aperto, simboleggiato dall’asinità positiva, che rappresenta la complessità e fluidità del reale. Come Saul che cerca asini e trova un regno, la ricerca può portare a scoperte inattese, rivelando i “massimi secreti di natura” nell’unione dei saperi.Riassunto Lungo
1. L’Asino Cillenico: Simbolo di Contrari e Sapienza
L’asino è un simbolo che torna spesso, apparendo in vari libri. All’inizio, in opere come il Cantus Circaeus del 1582, l’analisi su questo animale viene rimandata. Anche un libro che è andato perduto, L’Arca di Noè, citato in scritti successivi, sembrava avere l’asino come figura centrale. Nello Spaccio de la bestia trionfante, pubblicato nel 1584, c’è un altro accenno: si parla della sostituzione di alcune costellazioni importanti, lasciando uno spazio vuoto che sembra aspettare qualcosa.L’asino diventa protagonista
L’attesa viene ripagata in Cabala del cavallo pegaseo e nell’Asino cillenico, entrambi del 1585. Qui l’asino è finalmente al centro della scena. Viene spiegato il riferimento lasciato in sospeso nello Spaccio: l’Asinità, intesa sia come concetto generale sia nelle sue forme concrete, sale in cielo e prende posto accanto alla Verità. Questo modo di procedere sembra quasi raccogliere idee sparse, un po’ come un vasaio che usa gli avanzi di argilla per creare qualcosa di nuovo.Un simbolo pieno di contrasti
Il simbolo dell’asino è profondamente ambiguo, capace di rappresentare qualità opposte. È visto sia come benefico che demoniaco, potente e umile, sapiente e ignorante. Nelle culture antiche è legato a riti di fertilità e a divinità come Dioniso e Iside. Tuttavia, è associato anche alla morte e a figure oscure come Seth e Tifone. Nella Bibbia, l’asino è la cavalcatura di re e persone importanti, simbolo di grande forza, come nel caso di Sansone. Allo stesso tempo, incarna l’umiltà e la fatica, essendo spesso paragonato al servo.Tra sapienza e ignoranza
La saggezza attribuita all’asino è spesso collegata alle sue grandi orecchie, viste come simbolo di una grande capacità di ascolto e quindi di conoscenza profonda. I cabalisti, in particolare, lo considerano un emblema di sapienza proprio per la sua umiltà e la sua capacità di sopportare. Eppure, nella cultura popolare, l’asino è proverbialmente il simbolo dell’ignoranza e della stupidità, creando un contrasto molto forte.L’incontro con Mercurio
Il legame tra l’asino e Mercurio, chiamato anche Cillenio, è fondamentale. Questa relazione rappresenta la coincidentia oppositorum, ovvero l’incontro e la coesistenza degli opposti. Le caratteristiche dell’asino sembrano l’esatto contrario di quelle di Mercurio, eppure i contrari si conoscono e fanno parte dello stesso insieme. L’asino incarna qualità positive come la vittoria e l’onore, ma anche quelle negative come l’umiltà e l’ignoranza. Anche Mercurio non è una figura univoca: ha aspetti legati a un’eloquenza potente ma anche a un’incapacità di comunicare. Un elemento che li accomuna è la lira, simbolo dell’armonia necessaria per affrontare la complessità e la varietà della vita. Nel dialogo che conclude questa esplorazione, l’Asino e Mercurio si riconoscono l’uno nell’altro come “tutto in tutti”, mostrando come la molteplicità e i contrasti possano coesistere nella stessa essenza.Ma questa complessa alchimia simbolica, che eleva l’asino a emblema di sapienza e coincidentia oppositorum, non è forse una costruzione intellettuale specifica, che necessita di un contesto più ampio per essere compresa appieno?
Il capitolo presenta un’interpretazione del simbolo dell’asino di notevole complessità, evidentemente radicata in specifici testi e in un sistema filosofico particolare. Tuttavia, la sua elevazione a emblema di sapienza e coincidentia oppositorum rischia di apparire una costruzione intellettuale arbitraria se non viene adeguatamente contestualizzata. Mancano riferimenti a come il simbolo dell’asino sia stato inteso in altre tradizioni culturali e filosofiche, al di fuori del corpus testuale considerato. Per colmare questa lacuna e comprendere la specificità (o l’universalità) di tale interpretazione, sarebbe fondamentale esplorare il simbolismo animale nella storia delle religioni e nella mitologia comparata, e approfondire il pensiero dell’autore a cui i testi si riferiscono, studiando le sue opere filosofiche e magiche che spiegano l’uso di simboli e allegorie.2. La Ruota del Cambiamento e il Simbolo dell’Asino
L’universo intero è in costante trasformazione. Questa legge di mutamento non riguarda solo la materia o gli esseri viventi, ma tocca ogni cosa, persino le divinità. Anche Giove, la figura più alta, sperimenta gli effetti del tempo e del cambiamento fisico, dimostrando che nulla, neanche ciò che sembra eterno, è immune da questa continua variazione. Questa realtà di flusso incessante si contrappone all’idea di un mondo immutabile e stabile. È proprio la consapevolezza di questa universale mutazione a portare a una sorta di riforma o riorganizzazione, anche a livello celeste, spingendo alla riflessione sul ruolo dell’uomo e sulla via da percorrere.Il Simbolo dell’Asino: Due Volti
In questo contesto di cambiamento, il simbolo dell’asino assume un significato centrale e complesso. Tradizionalmente visto come simbolo di ignoranza e goffaggine, l'”asinità” rivela in realtà un aspetto doppio. Esiste un’asinità negativa, legata all’ozio, alla pigrizia mentale e al rifiuto di cercare la conoscenza. Questa condizione mantiene le persone in uno stato quasi bestiale, impedendo loro di elevarsi. Tuttavia, esiste anche un’asinità positiva, caratterizzata da qualità preziose come l’umiltà, la pazienza e, soprattutto, una grande predisposizione alla fatica e al lavoro costante. Queste virtù sono considerate fondamentali per poter raggiungere la sapienza e contribuire al progresso della civiltà umana.La Mano Umana e la Via della Sapienza
Ciò che distingue l’uomo dagli altri animali non è una differenza fondamentale nella natura dell’anima, ma piuttosto la sua particolare struttura fisica. La mano, in particolare, gioca un ruolo cruciale. È la mano lo strumento che permette all’ingegno umano di manifestarsi concretamente, di costruire, di trasformare l’ambiente e, in senso lato, di esercitare un dominio sulla realtà circostante. L’uso sapiente della mano, guidato dall’intelligenza e dalle qualità positive dell’asinità (come la predisposizione alla fatica), consente all’uomo di superare la sua condizione puramente animale e di aspirare a uno stato quasi divino, avvicinandosi alla conoscenza e alla piena realizzazione del proprio potenziale.Il Valore della Fatica e il Percorso Eroico
Il cammino verso la conoscenza e questa elevazione spirituale è tutt’altro che semplice; richiede un impegno continuo e notevole. La Fatica, intesa come sforzo costante e determinato, è l’elemento chiave per superare gli ostacoli che si presentano lungo il percorso. Supportata da altre virtù come l’industria (operosità) e la tolleranza (resilienza), la Fatica permette di affrontare le difficoltà e di “afferrare la Fortuna pe’ capelli”. Questa espressione significa che l’uomo può, attraverso la sua azione e il suo impegno, influenzare positivamente il proprio destino, anziché subirlo passivamente. Coloro che scelgono questo “camino de la difficoltà”, preferendolo alle “cose ordinarie e facili”, dimostrano un valore superiore e vivono un’esistenza che può essere definita eroica per la sua intensità e il suo scopo elevato.Ma davvero l’asino, simbolo di goffaggine, incarna la via verso la sapienza, e la mano è l’unico strumento che ci eleva?
Il capitolo propone un’interpretazione suggestiva ma specifica di simboli tradizionalmente carichi di significati diversi. L’idea che l’asinità possa avere un volto positivo e che la mano sia il discriminante fondamentale dell’essere umano meriterebbe un’argomentazione più approfondita per chiarire le basi di tale lettura e il suo legame con la premessa sulla mutevolezza universale. Per esplorare queste tematiche e confrontare diverse prospettive, si potrebbe approfondire lo studio della storia dei simboli e delle loro interpretazioni in diverse culture, magari leggendo autori come Chevalier o Jung. Parallelamente, un confronto con la filosofia dell’antropologia e la filosofia della mente, attraverso autori come Cassirer o Gehlen, potrebbe aiutare a comprendere meglio le diverse teorie su ciò che definisce l’essere umano e il ruolo del corpo e dell’intelletto.3. L’ozio dell’asino e la fatica della verità
Esiste un modo di essere che si può definire “asinità-negativa”. Questo stato è caratterizzato da ozio, arroganza e una visione ristretta delle cose. Si contrappone all'”asinità-positiva”, che è invece legata all’impegno, alla fatica e alla sapienza. L’asinità-negativa si manifesta, ad esempio, nell’idea che esista un’età dell’oro in cui la natura provvede a tutto da sola, senza che l’uomo debba fare alcuno sforzo. Questa visione idealizzata dell’ozio si scontra con la realtà, che richiede operosità e impegno per costruire la civiltà e per acquisire conoscenza.L’asinità-negativa nel sapere e nella fede
L’atteggiamento di asinità-negativa si ritrova anche nel modo in cui alcune persone si rapportano alla conoscenza. Ci sono filosofi, come certi scettici, che affermano di non sapere nulla. Questo serve loro per evitare la fatica di pensare e ragionare in profondità. Altri, come certi aristotelici, credono al contrario di sapere già tutto, basandosi su sistemi di pensiero chiusi e rigidi che non ammettono dubbi o cambiamenti. Entrambi questi approcci, pur essendo opposti, portano a una situazione di stallo intellettuale, impedendo un vero e libero rapporto con il sapere. Un’altra forma di asinità-negativa si manifesta in alcune idee religiose che promuovono la cosiddetta “santa ignoranza”. Secondo questa visione, rinunciare alla conoscenza terrena sarebbe l’unica via per ottenere la salvezza spirituale. Questo modo di pensare porta all’immobilità, al rifiuto dello studio della natura e alla svalutazione dell’ingegno umano.L’uomo e la Fortuna
L’universo è influenzato dalla Fortuna, che con la sua ruota porta continui cambiamenti e mutamenti negli eventi della vita. Tuttavia, l’uomo non è semplicemente una pedina passiva in balia del destino. Attraverso l’impegno, la diligenza e la perseveranza, è possibile influenzare la Fortuna e saper cogliere le occasioni che si presentano. La vera dignità della vita non dipende dal raggiungimento di un risultato certo e garantito, ma risiede piuttosto nello sforzo costante e nell’impegno continuo sia nella ricerca della conoscenza che nell’azione concreta.Il cammino della verità
Trovare la verità è un percorso impegnativo e difficile che richiede l’uso della ragione, della scienza e della sapienza. È un cammino che si affronta con umiltà e tolleranza. Non esiste un’unica strada maestra o un punto d’arrivo definitivo dove la verità si manifesta una volta per tutte. La verità stessa coincide con la ricerca continua, un processo senza fine di esplorazione della natura e delle sue infinite forme. Questa esplorazione riguarda ogni aspetto del reale, dalle cose più grandi a quelle apparentemente più piccole. Comprendere il legame profondo tra l’unità dell’universo e la sua molteplicità aiuta l’uomo a orientarsi in un mondo che è sempre in movimento. In questo contesto dinamico, la conoscenza acquisita attraverso la ricerca diventa un punto fermo, un faro che offre stabilità.Se l’asino e il suo doppio senso ci parlano della natura umana e della conoscenza, come si lega tutto questo alla ‘lingua della natura’ promessa dal titolo?
Il capitolo, pur esplorando la ricca simbologia dell’asino e il pensiero di Bruno su ignoranza e linguaggio, lascia in ombra il legame esplicito con la ‘lingua della natura’ menzionata nel titolo. Non è chiaro come la dualità dell’asino o lo stile ‘specchio’ di Bruno si inseriscano in una concezione più ampia di una ‘lingua’ con cui la natura stessa si manifesterebbe o potrebbe essere interpretata. Per approfondire questo aspetto e comprendere meglio il contesto filosofico e cosmologico in cui Bruno operava, è utile esplorare la storia della filosofia rinascimentale, con particolare attenzione al pensiero di Giordano Bruno stesso, e la storia delle idee relative al rapporto tra uomo, natura e conoscenza nel periodo.6. Oltre i Segni: L’Alleanza dei Saperi
La conoscenza si manifesta in modi diversi, distinguendo chi si ferma alla superficie da chi cerca il senso profondo delle cose. Nelle scienze umane, questa differenza si nota tra i grammatici, che si concentrano solo sulle parole e sulla loro forma, e i filosofi, che invece indagano i “sentimenti”, ovvero il significato più intimo e complesso. Allo stesso modo, nelle scienze naturali, la distinzione è tra i matematici, legati ai “segni”, alle formule e al calcolo numerico, e i filosofi, che cercano le “verificazioni” direttamente nella natura, osservando e comprendendo i fenomeni nel loro manifestarsi reale. Questa differenza sottolinea come l’accesso alla verità richieda di andare oltre la semplice manipolazione di simboli per abbracciare una comprensione più ricca e contestualizzata.La visione di Giordano Bruno
Giordano Bruno incarna questa ricerca di una conoscenza più profonda. Pur apprezzando il lavoro dei matematici, come le osservazioni e i “segni” forniti da Copernico che descrivevano il moto dei pianeti, Bruno sostiene che la filosofia debba spingersi oltre il puro calcolo. Per lui, il pensiero filosofico deve mirare a comprendere la vera natura dell’universo, non limitandosi a descriverla matematicamente. La sua visione rifiuta l’idea di un cosmo chiuso, finito e governato da leggi rigide e predeterminate, abbracciando invece uno spazio infinito dove la mente umana è libera di esplorare e concepire possibilità illimitate. Questo approccio si allinea a una filosofia “qualitativa”, che considera la materia e la realtà in continua trasformazione ed evoluzione, e vede l’uomo stesso come un essere in costante divenire, in netto contrasto con una filosofia “quantitativa” che tende a ridurre tutto a numeri, misurazioni e un desiderio di dominio sulla natura.L’unità dinamica dei saperi
La conoscenza, dunque, non è un insieme di formule fisse e immutabili, ma un processo dinamico, in continuo movimento e progressione. Scienza, filosofia e vita stessa sono profondamente intrecciate, riflettendo la complessità intrinseca e la precarietà che caratterizzano l’universo. Questa unità dei saperi, che potremmo definire una “nouvelle alliance” o una nuova alleanza, trova sorprendentemente riscontro nelle teorie scientifiche più moderne. Queste teorie vedono le scienze umane e naturali convergere in una comprensione di un universo lontano dall’equilibrio perfetto, un universo dove l’evento inatteso e l’incertezza non sono eccezioni da eliminare, ma elementi centrali della realtà stessa, superando l’idea di una legge puramente deterministica che governa ogni cosa.La ricerca come percorso aperto
La ricerca della conoscenza è un percorso intrinsecamente aperto e non lineare, un cammino simboleggiato dalla figura della “asinità” positiva. Questa immagine rappresenta la complessità, la fluidità e anche l’umiltà necessaria nell’approcciarsi al reale, riconoscendo che non tutto può essere immediatamente compreso o categorizzato. Proprio come nella storia biblica di Saul che, cercando degli asini smarriti, finisce per trovare un regno inaspettato, la ricerca può condurre a scoperte del tutto impreviste e rivoluzionarie. Queste scoperte rivelano i “massimi secreti di natura”, i misteri più profondi dell’esistenza, spesso non in ambiti separati, ma proprio nel “punto de l’unione”, laddove i diversi saperi e le diverse prospettive si incontrano e si fondono.Davvero la conoscenza si riduce a questa netta separazione tra chi “si ferma alla superficie” e chi cerca il “senso profondo”?
Il capitolo presenta una dicotomia piuttosto rigida tra approcci alla conoscenza, quasi a suggerire che chi si occupa di “segni” o “parole” sia intrinsecamente superficiale rispetto a chi cerca il “senso profondo” o le “verificazioni”. Questa distinzione rischia di semplificare eccessivamente la realtà del processo conoscitivo. Matematica e grammatica non sono mere manipolazioni di simboli vuoti, ma strumenti potenti per strutturare il pensiero e indagare la realtà in profondità; la filosofia stessa si avvale di un linguaggio preciso e di strutture logiche. Per comprendere meglio l’interazione complessa tra questi diversi approcci, e superare una visione così separata, sarebbe utile approfondire la filosofia della scienza e l’epistemologia, leggendo autori come Karl Popper, che hanno indagato il metodo scientifico e la crescita della conoscenza, o studiando la semiotica per comprendere il ruolo dei segni nella costruzione del significato.Abbiamo riassunto il possibile
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