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Contenuti del libro
Informazioni
“Kim Jong-un il nemico necessario” di Loretta Napoleoni ti porta dentro la Corea del Nord, un paese spesso visto solo come una minaccia, per capire davvero come funziona. Il libro scava nelle radici storiche, dalla colonizzazione giapponese alla Guerra di Corea e la successiva divisione della Corea, per spiegare come è nato il regime attuale e l’ideologia Juche, che non è solo politica ma una vera fede che legittima la dinastia Kim e il rigido sistema Songbun. Scoprirai come sopravvive l’economia nordcoreana, tra pianificazione fallita, mercati informali (jangmadang) tollerati per necessità e una segreta “economia di corte”. Viene spiegato perché il programma nucleare nordcoreano è visto come essenziale per la loro sicurezza e il ruolo oscuro di figure come A.Q. Khan del Pakistan nella proliferazione. Si parla anche dei cyber attacchi attribuiti a Pyongyang e di come le sanzioni internazionali non abbiano piegato il regime. È un viaggio per capire Kim Jong-un e perché la Corea del Nord resiste a suo modo, esplorando scenari futuri e la difficile via della diplomazia.Riassunto Breve
La Corea ha una storia complessa, segnata da un profondo legame con la Cina e dalla successiva colonizzazione giapponese che ha lasciato ferite profonde e divisioni. Dopo la liberazione, il paese non trova l’unità ma viene diviso lungo il 38° parallelo, una conseguenza della Guerra Fredda tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Questa divisione porta alla nascita di due stati con ideologie opposte: il Nord, guidato da Kim Il-sung, e il Sud, influenzato dagli USA. La Guerra di Corea, devastante per il Nord, rafforza l’idea della necessità di autodifesa. Kim Il-sung sviluppa l’ideologia Juche, che funziona come una religione di stato incentrata sul leader, sulla purezza razziale del popolo coreano e sull’autosufficienza. Questa dottrina, che rielabora concetti confuciani di gerarchia, giustifica il potere ereditario della dinastia Kim e si manifesta nel sistema di caste Songbun, che determina la posizione sociale in base alla storia familiare. Entrambe le Coree usano il nazionalismo e la purezza etnica per legittimarsi a vicenda. Inizialmente il Nord, con risorse e industria, ha uno sviluppo superiore, ma il Sud, con l’aiuto americano e regimi autoritari come quello di Park Chung-hee, supera il Nord economicamente entro gli anni Settanta. La Zona Demilitarizzata (DMZ) è il simbolo fisico di questa divisione irrisolta. La sopravvivenza del regime nordcoreano non si basa solo sulla repressione, ma anche su un’economia improvvisata che bilancia il controllo statale con la necessità di permettere attività di mercato per la sopravvivenza della popolazione, specialmente dopo la carestia degli anni Novanta che ha visto il collasso del sistema di distribuzione statale e l’emergere dei mercati informali (jangmadang), che oggi rappresentano la principale fonte di reddito per molte famiglie. Esiste anche una segreta “economia di corte” che finanzia l’élite e genera corruzione diffusa. Il sistema giudiziario serve a proteggere il regime, usando pene severe e la colpevolezza per associazione per scoraggiare il dissenso. Nonostante le sanzioni, l’economia informale e il commercio con la Cina permettono al paese di resistere e mostrare una certa crescita. Le persone trovano modi per integrare i bassi salari statali e accedere a beni proibiti, mentre una nuova classe di imprenditori (donju) accumula ricchezza. La Corea del Nord è spesso accusata di attacchi informatici globali, anche se le prove sono spesso incerte e le sue capacità sono limitate rispetto ad altre potenze. Il regime investe nella guerra cibernetica come strumento di difesa, spionaggio e guadagno, ma incolpare la Corea del Nord serve anche a scopi esterni. Il programma nucleare è visto dal regime come una garanzia di sopravvivenza e deterrenza, un timore radicato dalla storia e rafforzato dalla sorte di altri leader che hanno rinunciato alle armi non convenzionali. Il Pakistan, tramite la rete clandestina di A.Q. Khan, ha avuto un ruolo nella proliferazione nucleare verso la Corea del Nord, in cambio di tecnologia missilistica. Nonostante le tensioni e le sanzioni, il paese ha fatto progressi significativi nel settore nucleare e missilistico. Affrontare la situazione richiede diplomazia, poiché opzioni militari come la “decapitazione” o l’attacco agli impianti sono considerate troppo rischiose. La Cina, pur partecipando alle sanzioni, non abbandonerà completamente la Corea del Nord, che funge da cuscinetto. Accettare la Corea del Nord come membro del “club nucleare” è una possibilità difficile ma considerata per garantire la pace.Riassunto Lungo
1. Fame, Razza e Fede: La Genesi Nordcoreana
La Corea ha un legame storico profondo con la Cina, un rapporto che ha visto l’influenza del confucianesimo plasmare una società rigidamente feudale. Questo sistema era caratterizzato da classi sociali ereditarie e da una diffusa schiavitù, condizioni che persistettero fino al 1894. Successivamente, la colonizzazione giapponese, durata dal 1910 al 1945, ha sfruttato intensamente il paese, cercando di distruggere la cultura locale e accentuando ulteriormente le divisioni sociali preesistenti. Durante questo periodo, l’aristocrazia del Sud dimostrò spesso una tendenza alla collaborazione con gli occupanti, mentre nel Nord si manifestò una maggiore resistenza.L’Ascesa di Kim Il-sung e l’Impatto della Guerra
È in questo contesto di resistenza che emerse la figura di Kim Il-sung, che si distinse combattendo i giapponesi in Manciuria e costruendo attorno a sé un’immagine leggendaria. Già in questa fase iniziale, sperimentò riforme agrarie basate sulla collettivizzazione delle terre. Dopo la liberazione dal dominio giapponese, la penisola coreana fu tragicamente divisa, preludio alla Guerra di Corea (1950-1953). Questo conflitto, alimentato dalla rivalità tra Stati Uniti e Unione Sovietica e dai profondi contrasti interni coreani, causò distruzioni immani soprattutto nel Nord del paese. L’esperienza devastante della guerra radicò profondamente nella mentalità del regime e della popolazione l’idea che l’autodifesa e l’indipendenza fossero necessità assolute per la sopravvivenza della nazione.L’Ideologia Juche
Fu proprio in risposta a questi traumi storici e alla necessità percepita di proteggere il paese da influenze e aggressioni esterne che Kim Il-sung sviluppò l’ideologia Juche. Questa dottrina si propose come un’alternativa ai modelli esterni, sia capitalisti che comunisti, e finì per funzionare come una vera e propria religione di stato. Il Juche pone il leader al centro, venerato come il padre della nazione, e promuove l’idea del popolo coreano come una razza pura e superiore. Questa dottrina rielabora e reinterpreta concetti confuciani tradizionali legati alla gerarchia e all’importanza della famiglia, fornendo una giustificazione ideologica per il mantenimento del potere ereditario all’interno della dinastia Kim.Autosufficienza e Sistema Sociale
L’ideologia Juche enfatizza in modo cruciale il principio dell’autosufficienza in tutti i campi: politico, economico e militare. Questa enfasi sull’indipendenza totale è una diretta conseguenza dei traumi subiti nel corso della storia, percepiti come minacce costanti alla sovranità nazionale. La fede nella purezza razziale del popolo coreano e la lealtà assoluta al leader sono i pilastri su cui si regge l’intero sistema sociale. Questo include in particolare il Songbun, un complesso sistema di caste che classifica ogni cittadino in base alla storia familiare e al grado di fedeltà dimostrato al regime. Questa combinazione unica di nazionalismo estremo, teoria razziale e culto della personalità del leader contribuisce a forgiare un’identità nazionale distintiva e a cementare un legame potentissimo e indissolubile tra il regime e la popolazione.Basta il “trauma storico” a spiegare la nascita di un culto della personalità così estremo e di un sistema di caste razziali come il Songbun?
Il capitolo giustamente sottolinea l’impatto devastante della storia coreana e della guerra sulla genesi dell’ideologia Juche e del sistema sociale nordcoreano. Tuttavia, attribuire la complessità di un culto della personalità così radicato e di un sistema di stratificazione sociale basato sulla “purezza razziale” solo ai traumi subiti potrebbe risultare una semplificazione eccessiva. Per comprendere appieno questi fenomeni, è necessario esplorare altre dimensioni: la scienza politica, per analizzare le dinamiche dei regimi totalitari e le strategie di consolidamento del potere; la sociologia, per studiare la creazione e il mantenimento dei sistemi di controllo sociale e delle caste; e la psicologia, per approfondire gli aspetti del culto della personalità e l’impatto psicologico del trauma collettivo, ma anche dell’indottrinamento. Approfondire il pensiero di autori come Bruce Cumings sulla storia coreana, Hannah Arendt sul totalitarismo o Robert Jay Lifton sulla psicologia dei culti può fornire strumenti critici per analizzare questi aspetti che il capitolo accenna ma non sviscera completamente.2. La Corea Divisa e la Lotta per l’Identità
Dopo la Seconda guerra mondiale, la Corea non ottiene una vera liberazione, ma viene divisa al 38° parallelo dagli Stati Uniti e dall’Unione Sovietica. Questa separazione, voluta dalla Guerra Fredda, spezza legami familiari e sociali per frenare l’avanzata del comunismo. Nel 1948 nascono due Stati con idee e sistemi opposti: il Nord comunista, che poi si baserà sull’ideologia Juche sotto Kim Il-sung, e il Sud autoritario e capitalista, influenzato dall’America.Identità e Percorsi Economici Diversi
Per legittimarsi e indebolire l’altro, entrambe le Coree puntano sulla purezza etnica e su nazionalismi contrastanti. Il Nord fonda la sua identità sulla resistenza anti-giapponese guidata da Kim Il-sung. Il Sud, senza una figura eroica simile, costruisce la sua identità sul nazionalismo anticomunista. Questa rivalità si vede anche nell’economia. All’inizio, il Nord è avvantaggiato: eredita risorse industriali e riceve aiuti sovietici, sviluppandosi più velocemente del Sud, che invece affronta inflazione e disoccupazione.La Svolta Economica del Sud
Le difficoltà economiche del Sud portano al colpo di Stato militare di Park Chung-hee nel 1961. Il suo governo autoritario, appoggiato dagli USA, si concentra con decisione sulla crescita economica attraverso le esportazioni. Park ha un passato nell’esercito giapponese, a differenza di Kim Il-sung. Questa differenza aiuta gli Stati Uniti a presentare il conflitto come una lotta tra il bene (anticomunismo) e il male (comunismo). Il Sud riceve notevoli aiuti americani e trae vantaggio economico dalle guerre di Corea e Vietnam. Questo sostegno e questa strategia permettono al Sud di superare economicamente il Nord entro la fine degli anni Settanta.La Zona Demilitarizzata: Un Simbolo Doloroso
La Zona Demilitarizzata (DMZ) lungo il 38° parallelo è il simbolo fisico di questo conflitto ancora aperto. Nonostante l’armistizio, è un’area pesantemente militarizzata. Rappresenta l’assurdità della divisione ed è un luogo di profondo dolore per le famiglie separate. I costi per mantenere militarizzata la DMZ sono enormi per entrambe le Coree e per gli Stati Uniti, che mantengono truppe nella regione, incluso il Giappone.Impatti Esterni e la Scelta del Nord
Anche il Giappone beneficia economicamente dalla Guerra di Corea, diventando una base di rifornimento essenziale per gli USA. Questo contribuisce al “miracolo economico” giapponese, favorito dall’alleanza con gli Stati Uniti. Vedendo ciò, la Corea del Nord si convince ancora di più che l’unica via per la sopravvivenza della nazione sia l’autosufficienza completa.È davvero solo merito degli Stati Uniti e delle guerre se il Sud Corea è diventato ricco?
Il capitolo, nel descrivere la svolta economica del Sud Corea, pone un’enfasi notevole sul sostegno americano e sui benefici derivati dalle guerre. Sebbene questi fattori siano stati indubbiamente rilevanti, presentare il “miracolo economico” quasi esclusivamente come una conseguenza di aiuti esterni e circostanze belliche rischia di ignorare o sminuire la complessità delle politiche interne e del modello di sviluppo adottato. Il capitolo non approfondisce, ad esempio, il ruolo cruciale giocato dallo stato autoritario di Park Chung-hee nella pianificazione economica, nel sostegno mirato a specifiche industrie e nella creazione dei grandi conglomerati che hanno guidato la crescita. Per comprendere appieno come il Sud Corea sia passato dalla povertà alla prosperità, è fondamentale esplorare la storia del suo sviluppo industriale e le strategie adottate a livello nazionale. Approfondire il pensiero di economisti che hanno studiato i modelli di sviluppo dell’Asia orientale, come Ha-Joon Chang o Alice Amsden, può offrire una prospettiva più completa e meno riduttiva.3. L’Equilibrio Precario del Regime Nordcoreano
La sopravvivenza del regime non dipende solo dalla repressione o dall’ideologia. L’economia, basata sulla dottrina Juche, non segue un piano rigido come il modello sovietico. È piuttosto un sistema che si adatta continuamente per garantire la sopravvivenza dello Stato e della dinastia Kim. Proprio la mancanza di una pianificazione dettagliata e il forte sostegno al leader hanno permesso all’economia una certa flessibilità nel tempo.La Crisi degli Anni Novanta e la Risposta del Regime
Dopo il crollo dell’Unione Sovietica e una serie di disastri naturali, il Paese ha affrontato una grave carestia negli anni Novanta. Il sistema statale di distribuzione del cibo non ha retto. Per superare questa difficoltà, il regime ha permesso alla popolazione di creare mercati informali e ha parzialmente spostato la gestione economica verso le realtà locali, mettendo di fatto la responsabilità della sopravvivenza direttamente sulle spalle dei cittadini.L’Economia Segreta della Corte
Accanto all’economia ufficiale, esiste una rete economica nascosta, spesso chiamata “economia di corte”. Questa rete è gestita da organismi specifici, come la Sezione 39. Il suo scopo principale è finanziare l’élite del Paese e assicurarsi la loro fedeltà, anche attraverso regali molto costosi. I fondi provengono da denaro pubblico che viene deviato e da valuta estera guadagnata con attività come la vendita di armi o la gestione di permessi speciali per il commercio, noti come “waku”. Il sistema dei waku genera molta corruzione, con funzionari che chiedono continuamente tangenti.Le Purghe di Kim Jong-un
Le azioni di Kim Jong-un, come l’esecuzione di suo zio Chang Sung-taek, servono a rafforzare il suo potere. Queste purghe mirano anche a combattere la corruzione diffusa e a riprendere il controllo sulla valuta estera. Questo controllo è particolarmente importante per affrontare le sanzioni internazionali che limitano le risorse del Paese.Il Sistema Giudiziario e Sociale
Il sistema giudiziario non serve a garantire giustizia ai cittadini, ma a proteggere il regime. Non rispetta i principi di legge e applica pene molto severe, incluse esecuzioni pubbliche. Usa anche il concetto di colpevolezza per legame familiare (yeon jwa je) per scoraggiare ogni forma di opposizione. La società è divisa in caste (songbun) che determinano come le persone vengono trattate, anche se a volte pagare tangenti può attenuare queste rigidità. Questo sistema si applica anche agli stranieri, come dimostra il caso di Otto Warmbier, evidenziando i pericoli dovuti alla mancanza di normali rapporti diplomatici con certi Paesi.Se il Pakistan ha giocato un ruolo così centrale nella proliferazione nucleare, come mai è stato escluso dall’Asse del Male e l’Occidente ha chiuso un occhio?
Il capitolo suggerisce che la mancata azione dei servizi segreti occidentali e l’esclusione del Pakistan dall'”Asse del male” siano legate principalmente a scambi di favori politici, in particolare nel contesto dell’Afghanistan e della guerra al terrorismo. Questa spiegazione, pur plausibile, potrebbe beneficiare di un’analisi più approfondita delle complesse dinamiche geopolitiche e delle priorità strategiche che hanno guidato le decisioni delle potenze occidentali. Per comprendere appieno questo apparente paradosso, è utile esplorare i campi delle Relazioni Internazionali, della Geopolitica e della Storia della Proliferazione Nucleare. Autori come Stephen Cohen o David Albright offrono prospettive preziose su questi temi, aiutando a contestualizzare il ruolo del Pakistan e le scelte politiche internazionali nel panorama della sicurezza globale.7. Scenari e la Via della Pace con la Corea del Nord
La situazione tra Donald Trump e Kim Jong-un crea forte preoccupazione tra esperti e media. Entrambi i leader usano un linguaggio aggressivo e mostrano un approccio lontano dalla diplomazia. Kim Jong-un continua a lanciare provocazioni, mettendo alla prova i limiti accettati a livello internazionale.Opzioni militari e i loro rischi
Un possibile approccio militare prevede un attacco mirato per eliminare Kim Jong-un, un’azione chiamata “decapitazione”. Tuttavia, questa strategia è ritenuta poco efficace. Il sistema di difesa nordcoreano è progettato per proteggere il leader su più livelli, consentendogli di trovare rifugio in bunker sotterranei in caso di un attacco improvviso. Un’altra opzione militare consiste nell’attaccare gli impianti missilistici nucleari della Corea del Nord. Molti di questi siti sono nascosti nel sottosuolo e la loro posizione esatta non è sempre nota, rendendo difficile un colpo risolutivo. Un’azione del genere scatenerebbe quasi certamente una reazione da parte di Pyongyang, che potrebbe rispondere usando armi nucleari, forse contro gli Stati Uniti, ma più probabilmente contro la Corea del Sud o il Giappone. La Corea del Nord possiede anche una grande quantità di artiglieria pesante schierata al confine con il Sud, pronta a colpire.La via della diplomazia e il ruolo della Cina
Considerando i rischi delle opzioni militari, la diplomazia emerge come l’unica strada che sembra offrire una possibilità. Gli Stati Uniti hanno cercato di fare pressione sulla Cina affinché imponesse sanzioni più severe alla Corea del Nord, come quelle approvate dalle Nazioni Unite alla fine del 2017. Tuttavia, la Cina non abbandonerà mai completamente il regime di Pyongyang. La Corea del Nord rappresenta un’importante zona cuscinetto al confine cinese. Anche se Pechino ha mostrato una posizione più dura di recente, nel lungo periodo continuerà a mantenere relazioni economiche e commerciali con Pyongyang.Accettare la realtà nucleare
Un’altra possibilità, che alcuni considerano l’unica in grado di garantire una pace duratura, è accettare la Corea del Nord come una potenza nucleare, facendola entrare a far parte del “club nucleare” mondiale. Questa non è una soluzione che Donald Trump accetterebbe facilmente, data la sua posizione rigida sul disarmo nucleare. Tuttavia, la sua propensione a cercare grandi “affari” potrebbe spingerlo a considerare l’integrazione della Corea del Nord nella comunità internazionale come parte di un accordo più ampio.Accettare una potenza nucleare imprevedibile come la Corea del Nord è davvero la via per una “pace duratura”, o il capitolo ignora i rischi catastrofici della proliferazione e della deterrenza instabile?
Il capitolo, pur menzionando l’opzione di accettare la Corea del Nord nel “club nucleare”, non approfondisce adeguatamente le enormi implicazioni di una tale scelta. Presentare questa possibilità come una via per la “pace duratura” richiede un’analisi molto più robusta dei concetti di deterrenza nucleare, stabilità strategica e dei pericoli specifici posti da un regime come quello nordcoreano. Per comprendere meglio questi temi, è fondamentale studiare le teorie della deterrenza (ad esempio, gli scritti di Thomas Schelling), la storia della proliferazione nucleare e gli studi specifici sulla strategia e le capacità della Corea del Nord.Abbiamo riassunto il possibile
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