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Kandinskij, Wassily Kandinsky” di Wassily Kandinsky è un viaggio affascinante nella mente e nell’arte di un pioniere, Wassily Kandinsky, che ha cercato di dipingere non ciò che vedeva fuori, ma ciò che sentiva dentro, esplorando il profondo legame tra l’arte e lo spirituale. Questo libro ripercorre la sua incredibile evoluzione, partendo dai primi lavori influenzati dal simbolismo russo e dal fauvismo, passando per il periodo cruciale a Monaco e Murnau dove nasce il gruppo del Cavaliere Azzurro e le prime opere astratte, inclusi gli affascinanti dipinti su vetro che uniscono arte popolare e temi spirituali. Scopriamo come la sua ricerca lo porti a teorizzare la “necessità interiore” e a vedere la pittura come un linguaggio visivo paragonabile alla musica, influenzato da figure come Schönberg, e come questa connessione si rifletta nelle sue celebri Composizioni e Improvvisazioni. Il percorso continua con l’esperienza al Bauhaus, dove la sua arte si orienta verso l’astrazione geometrica, teorizzata in “Punto, linea, superficie”, pur mantenendo una forte componente spirituale che lo distingue da altri movimenti. Infine, il libro esplora l’ultimo periodo a Parigi, caratterizzato da forme organiche e un uso vibrante del colore, un vero e proprio “periodo sintetico” che chiude un’esistenza dedicata alla costante ricerca di nuove armonie visive. Attraverso le pagine, si dipana la vita di Kandinsky, segnata anche da tempi turbolenti, ma sempre focalizzata sulla sua missione artistica: rendere visibile l’invisibile, creando un’arte astratta che parlasse direttamente all’anima.Riassunto Breve
L’arte di Kandinskij cerca di esprimere un bisogno spirituale profondo, puntando a una forma che non dipende dal mondo esterno ma comunica un impulso interiore. Questa ricerca guida tutta la sua attività. Inizia con influenze simboliste e fauviste, passa all’astrazione lirica con temi spirituali, insegna al Bauhaus e nelle opere finali include elementi che ricordano il surrealismo. Interpretare la sua pittura è complesso perché unisce significato e struttura astratta. Kandinskij crede che il massimo realismo coincida con la massima astrazione e che la forma nasca da una “necessità interiore”. Queste idee sono centrali nei suoi scritti del 1911-1912, come “Dello spirituale nell’arte”. Le pitture su vetro di quel periodo sono importanti perché mostrano come temi riconoscibili si trasformano in elementi astratti. Prima di dedicarsi all’arte, lascia la carriera di giurista, attratto dalla vecchia Russia, dalle illustrazioni e dal teatro. Trova ispirazione romantica a Monaco e Murnau, usando colori puri e forti contrasti nei paesaggi, ritrovando temi russi come cupole e cavalieri. Sente un legame con l’artista Ciurlionis che unisce simbolismo e musica. Intorno al 1911 compaiono strisce scure, a zig-zag o a spirale, legate all’idea di “empatia” astratta, dove le sagome degli oggetti naturali vengono ricreate per trasmettere sensazioni interiori. Elementi figurativi come lance e cavalli diventano segni, mentre arcobaleno e sole nascono dal colore puro. La grande striscia nera a spirale appare per la prima volta nella “Composizione V”. I dipinti su vetro hanno un significato particolare, legati all’arte popolare e primitiva, permettendo di rappresentare contenuti in modo leggibile e ingenuo con effetti di brillantezza. La pittura sul rovescio crea un effetto di ribaltamento. Esempi come il Diluvio universale su vetro sono punti di partenza per opere astratte come la “Composizione VI”, dove l’obiettivo è rappresentare la sensazione della catastrofe attraverso la forma. Temi religiosi e mitologici si mescolano, riflettendo l’interesse per la cultura russa e un sincretismo religioso. Nonostante l’affetto per questi lavori, Kandinskij si muove verso l’astrazione, abbandonando gli elementi figurativi per esprimersi con forme libere, un percorso parallelo a un cammino spirituale. Anche con riferimenti figurativi residui, l’importanza si sposta sui nodi di linee, contrasti di colore e sensazioni. Il percorso verso l’astrazione è strettamente legato al linguaggio musicale. Sviluppa una teoria della sintesi delle arti, l'”opera d’arte monumentale”, basata sull’identità interiore tra diverse forme artistiche. Vede la musica di Schönberg come puramente psichica e inizio della “musica del futuro”. Il legame tra musica e pittura ha radici nella teosofia e nell’idea di “vedere” immagini prodotte dai suoni. La struttura dei suoi quadri si avvicina alla fusione tra melodia e armonia in Schönberg. Titoli come Impressione, Improvvisazione, Composizione derivano dalla musica e indicano l’allontanamento dall’oggetto. “Impressione III (Concerto)” è una risposta diretta a Schönberg. “Città antica II” è la prima opera che legge come brano musicale, comprendendo il potere dell’arte e la capacità della pittura di sviluppare forze pari alla musica senza l’oggetto. Dopo un periodo in Russia, torna in Germania nel 1922 e insegna al Bauhaus. La sua pittura si orienta verso l’astrazione geometrica, pur mantenendo legami con elementi organici. Le sue teorie sono esposte in “Punto, linea, superficie” (1926), sottolineando le “tensioni che vivono negli elementi”. Si distingue da suprematisti e costruttivisti russi mantenendo il suo spiritualismo. La “Composizione VIII” (1923) segna un ritorno alle grandi composizioni con forme più definite e “fredde”. Il cerchio assume un ruolo centrale dalla metà degli anni Venti, simbolo di perfezione e legame con il cosmico. L’interesse per la musica si manifesta nella scenografia per i “Quadri di un’esposizione” di Musorgskij. Dopo la chiusura del Bauhaus nel 1933, si trasferisce a Parigi. La pittura cambia, con molte immagini, forme organiche come amebe ed embrioni, e pittogrammi che ricordano l’arte popolare russa. Concetti sul colore da “Dello spirituale nell’arte” restano importanti: il bianco come silenzio ricco, il nero come silenzio senza futuro che fa risaltare i colori. Le ultime Composizioni, la IX e la X, mostrano questo cambiamento, mescolando geometria e forme organiche, usando colori brillanti ed effetti di trasparenza. Le forme organiche si legano all’interesse per l’embriologia e al significato spirituale dell’origine della vita, e all’ambiente artistico parigino, con legami con idee surrealiste. Usa nuove tecniche come la sabbia. Appaiono composizioni a scacchiera con segni biomorfici. Il periodo parigino è definito “sintetico”, con opere finali di piccolo formato, leggerezza e delicatezza. Figure di animali marini, uccelli e spirali appaiono spesso. L’ultima acquerello mostra una danza di creature marine. Opere come “Accordo reciproco” sembrano rappresentare una sintesi tra diverse forme di astrazione. Vasilij Kandinskij nasce a Mosca nel 1866. Un viaggio in Italia suscita le prime impressioni legate ai colori. Studia diritto ed economia, interessandosi alle arti decorative russe. La scoperta degli impressionisti a Mosca nel 1895 è una svolta. Nel 1896 rifiuta una carriera universitaria per dedicarsi alla pittura a Monaco. Fonda gruppi artistici come Phalanx e il Cavaliere azzurro con Franz Marc, pubblicando “Lo Spirituale nell’arte”. Espone in Europa e negli Stati Uniti. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale torna in Russia, impegnandosi in attività culturali per il nuovo regime. Nel 1921 ritorna in Germania e insegna al Bauhaus. Pubblica “Punto, linea, superficie”. Prende la nazionalità tedesca. La chiusura del Bauhaus da parte dei nazisti nel 1933 lo porta a Parigi. Le sue opere vengono confiscate come “arte degenerata”. Prende la nazionalità francese. Continua a dipingere a Parigi fino a pochi mesi prima della morte nel dicembre 1944.Riassunto Lungo
1. La Ricerca della Forma Interiore
L’arte di Kandinskij nasce dal desiderio di esprimere un profondo bisogno spirituale. Cerca una forma che non dipenda dalla realtà visibile, ma che comunichi direttamente un sentimento interiore. Questo obiettivo guida tutto il suo percorso artistico. Si parte dai primi lavori influenzati dal simbolismo russo e dal fauvismo. Si passa poi all’astrazione lirica, spesso legata a temi spirituali. La ricerca continua durante l’insegnamento al Bauhaus e nelle opere più tarde, dove compaiono elementi vicini al surrealismo. Comprendere la sua pittura può essere complesso, perché unisce un significato profondo a una struttura completamente astratta.Gli Inizi e le Prime Influenze
Prima di dedicarsi completamente all’arte, Kandinskij abbandona la sua carriera di giurista. È affascinato dalla cultura tradizionale russa, dalle sue illustrazioni e dal teatro. Trova poi una forte ispirazione romantica soggiornando a Monaco e Murnau, in Baviera. I suoi primi lavori mostrano un puntinismo su sfondi scuri, influenzato da un gruppo di artisti russi. Successivamente, a Parigi, scopre il fauvismo e rimane colpito dall’uso intenso e puro del colore da parte di pittori come Matisse. Curiosamente, non si rivolge invece agli espressionisti tedeschi del suo tempo. Kandinskij sviluppa una predilezione per i colori freddi, in particolare il blu, che considera profondamente spirituale, e per il bianco. Nei paesaggi dipinti a Murnau, sperimenta forti contrasti, rappresentando montagne blu intenso e nuvole bianchissime, e riprende temi cari alla tradizione russa come cupole e figure di cavalieri. Sente una particolare affinità con l’artista lituano Ciurlionis, che riusciva a fondere simbolismo e una sorta di struttura musicale nelle sue opere.
Le Idee Chiave: Necessità Interiore e Astrazione
Alla base della sua visione artistica c’è la convinzione che il massimo realismo si raggiunga attraverso la massima astrazione. Sostiene che ogni forma artistica debba nascere da una profonda “necessità interiore”. Questi concetti sono esposti in modo centrale nei suoi scritti pubblicati tra il 1911 e il 1912, in particolare nel saggio fondamentale “Dello spirituale nell’arte”. Le opere dipinte su vetro realizzate in quel periodo sono particolarmente significative. Mostrano chiaramente come figure e temi ancora riconoscibili si trasformino gradualmente in elementi puramente astratti all’interno delle sue composizioni. Un esempio notevole è l’immagine usata per la copertina del suo saggio, che deriva proprio da uno studio preparatorio per un dipinto su vetro.
Verso l’Astrazione Pura e il Concetto di Empatia
Intorno al 1911, nelle sue tele iniziano a comparire nuovi elementi grafici. Si notano strisce scure, linee a zig-zag e forme a spirale. Queste si uniscono all’uso intenso del colore e alla prospettiva appiattita già presenti nelle sue opere influenzate dal fauvismo. Questo sviluppo è strettamente connesso alla sua idea di “empatia” intesa in senso astratto. Secondo Kandinskij, ciò che colpisce non è la forma riconoscibile degli oggetti naturali, ma la loro sagoma astratta, la loro essenza. Queste sagome vengono poi reinventate e usate per comunicare direttamente un’emozione o una sensazione interiore. Nella “Composizione IV”, ad esempio, figure come lance e cavalli si trasformano in semplici segni grafici. Elementi come l’arcobaleno e il sole non sono rappresentati figurativamente, ma nascono dalla pura combinazione di colori. Nella “Composizione V” fa la sua prima apparizione la grande striscia nera a spirale, un elemento che diventerà ricorrente nelle sue opere successive.
Ma come può il “massimo realismo” scaturire dalla “massima astrazione”?
Il capitolo presenta come concetto centrale della visione di Kandinskij l’idea che il massimo realismo si raggiunga attraverso la massima astrazione. Questa affermazione, per quanto affascinante, non viene adeguatamente argomentata nel testo. Non è chiaro quale tipo di “realismo” si intenda e come la rinuncia alla rappresentazione figurativa possa effettivamente condurre a una comprensione più profonda o autentica della realtà, sia essa esteriore o interiore. Per colmare questa lacuna logica e comprendere appieno la giustificazione di tale principio, sarebbe fondamentale approfondire la teoria estetica di Kandinskij, in particolare attraverso la lettura dei suoi scritti teorici. Un confronto con le filosofie dell’arte del periodo e con le diverse correnti che portarono all’astrattismo potrebbe inoltre fornire il contesto necessario per valutare la validità e l’originalità di questa tesi.2. Vetro e Spirito: Icone Popolari e la Via all’Astrazione
I dipinti su vetro sono molto importanti per Kandinskij e il gruppo del Cavaliere Azzurro. Questa tecnica artistica è legata all’interesse per l’arte popolare e semplice, come gli ex-voto che si trovano in Baviera. Dipingere sul vetro permette di rappresentare le idee in modo chiaro e diretto, quasi ingenuo. Si possono usare colori molto brillanti e puri, e la tecnica di dipingere sul retro del vetro crea un effetto speciale, quasi magico, perché l’immagine appare rovesciata.Temi religiosi e simbolici
Molti dipinti su vetro affrontano temi religiosi importanti, come il Giudizio finale e la Resurrezione. Opere come il Giudizio finale, Ognissanti I e Ognissanti II sono ricche di dettagli. Si trovano simboli cristiani, come l’angelo che suona la trompa o la colomba, ma anche figure che vengono dalla mitologia antica delle popolazioni ugrofinniche, come lo sciamano Pam o Zlata Baba. Questo mix di simboli diversi mostra l’interesse di Kandinskij per la cultura russa e la sua idea di una “doppia fede”, dove i miti antichi e il cristianesimo si uniscono. Anche opere come Vita variopinta, dipinta a tempera nel 1907, mostrano scene piene di vita russa con elementi simbolici. Alcune figure possono essere interpretate in due modi diversi, per esempio una madre con il suo bambino può rappresentare sia la Madonna che Zlata Baba. Questo rafforza l’idea del sincretismo, cioè l’unione di diverse credenze.Esempi specifici e significati
Un esempio importante è il dipinto su vetro sul Diluvio universale, creato nel 1911. Kandinskij lo considera l’inizio della sua Composizione VI. L’artista voleva rappresentare la sensazione della catastrofe usando le forme, andando oltre la semplice immagine. Alcuni elementi, come la barca a tre remi o forme che sembrano vive, tornano spesso e sono legati a idee di catastrofe, salvezza e Apocalisse. Kandinskij spiegava queste opere usando il linguaggio delle forme, collegandole a sensazioni che provava, per esempio la parte centrale della Composizione VI gli ricordava un bagno di vapore russo. Ci sono anche i dipinti su vetro San Giorgio I e San Giorgio II, del 1911. Mostrano San Giorgio, che è il santo protettore sia di Mosca che della Baviera. Si notano dettagli come la linea diagonale della lancia o il disegno della trojka, un simbolo di Mosca. Altre opere su vetro, come Con il sole (1910) e Piccole gioie (1913), contengono elementi che parlano della fine dei tempi e mettono in contrasto parti tranquille con parti piene di movimento, per rappresentare il bene e il male. Anche il dipinto su vetro Signora a Mosca (1912), anche se rovinato, è simile a un altro dipinto con lo stesso nome. Questo lavoro esplora l’idea del conflitto tra lo spirito e la materia, e si collega all’opera Macchia nera.Il passaggio all’astrazione
Anche se Kandinskij amava molto questi dipinti su vetro, a un certo punto si è spostato verso l’arte astratta. Ha iniziato a lasciare da parte le figure riconoscibili per esprimersi solo con forme libere. Questo passaggio all’astrazione non era solo un cambiamento nello stile, ma anche un percorso spirituale verso un’epoca nuova. A volte si trovano ancora piccoli riferimenti a figure (come una barca o una montagna), ma quello che conta di più sono le linee che si incrociano, i colori messi uno accanto all’altro e le sensazioni che creano. Questo si vede bene nello sviluppo delle sue Composizioni. Prendendo di nuovo l’esempio della Composizione VI, anche se ci sono ancora tracce di eventi esterni, l’interpretazione è astratta. Questo dimostra come le forme e i colori diventino un linguaggio che parla da solo, quasi un “inno di lode”.Ma quanto sono definitive queste interpretazioni simboliche e questa ‘doppia fede’, o il capitolo le presenta con eccessiva sicurezza?
Il capitolo offre spunti interessanti sul legame tra Kandinskij, l’arte popolare e i temi spirituali, ma l’interpretazione di simboli complessi e l’idea di un sincretismo così definito meritano un approfondimento critico. L’attribuzione di significati specifici a figure o forme, soprattutto nel passaggio all’astrazione, può essere un terreno scivoloso, dove il rischio di proiettare interpretazioni è alto. Per esplorare meglio la validità e i limiti di queste letture, sarebbe utile confrontarsi con studi di storia dell’arte che analizzano l’opera di Kandinskij da diverse prospettive e con testi di ermeneutica che discutono i processi interpretativi nell’arte. Approfondire le ricerche di studiosi come Jelena Hahl-Fontaine o Vivian Endicott Barnett, oltre agli scritti dello stesso Kandinskij, può fornire un quadro più completo e sfumato.3. Armonie Visive e Sonore
Per Kandinskij, il percorso verso l’arte astratta è profondamente legato al linguaggio della musica. L’artista immagina una sintesi delle arti, un’opera d’arte “monumentale” dove diverse forme artistiche collaborano e trovano un’identità interiore comune.La musica come modello per la pittura
Questa idea di legame tra musica e pittura ha radici storiche. Figure come Baudelaire e Skrjabin, e l’uso musicale della parola nella poesia simbolista, avevano già esplorato questa connessione. Una fonte importante per Kandinskij è la teosofia, con l’idea di “vedere” immagini evocate dai suoni e il concetto di “vibrazione” che suggerisce un’armonia tra l’anima e il cosmo. La pittura, come la musica, deve liberarsi dalla necessità di rappresentare il “bello naturale” o un “contenuto” esteriore per esprimere unicamente ciò che è interiore.Le influenze musicali: Wagner e Schönberg
Kandinskij critica il dramma musicale di Wagner perché, a suo parere, musica e pittura vi sono subordinate al testo o alla scenografia, giustapposte anziché fuse. Tuttavia, riconosce a Wagner un passo verso la liberazione dal “bello naturale”, un percorso che vede proseguire con Debussy e culminare in Schönberg. La musica di Schönberg è vista come puramente psichica, l’inizio della “musica del futuro”. Kandinskij si trova influenzato sia dall’immersione cosmica e lirica di Wagner sia dalla struttura innovativa di Schönberg. La sua pittura, con colori accostati in modo a volte dissonante e l’assenza di confini netti tra linee e colori, riflette la fusione tra melodia e armonia presente nelle composizioni di Schönberg.Le opere che “suonano”
Molti dipinti di Kandinskij hanno titoli che derivano esplicitamente dal linguaggio musicale, come “Impressione”, “Improvvisazione”, “Composizione”. Questi titoli indicano quanto l’opera si allontani dalla rappresentazione dell’oggetto naturale. Un esempio significativo è Impressione III (Concerto), che è una risposta diretta al primo concerto di Schönberg. In questo quadro, il giallo e il nero rappresentano rispettivamente la massima sonorità e il silenzio, evidenziando la novità dell’atonalismo.Le prime intuizioni
Già nel 1902, Città antica II è la prima opera che Kandinskij sperimenta leggendola come un brano musicale. Nelle sue memorie, racconta questa esperienza insieme alla suggestione provata di fronte a un Covone di Monet e all’ascolto del Lohengrin di Wagner. Questi eventi gli mostrano il potere profondo dell’arte e la capacità della pittura di raggiungere una forza espressiva pari a quella della musica, mettendo in discussione l’idea che l’oggetto sia un elemento indispensabile nel quadro.Il capitolo afferma che il trasferimento a Parigi ha causato un cambiamento radicale nello stile di Kandinskij, ma quali sono le prove concrete che questo cambiamento non fosse già in gestazione o dovuto ad altre cause?
Il capitolo, pur descrivendo le trasformazioni stilistiche, non scava a fondo nel nesso causale tra il trasferimento a Parigi e l’emergere di forme organiche e simboli. Presentare il cambiamento come una diretta conseguenza del nuovo ambiente parigino rischia di semplificare eccessivamente, ignorando possibili evoluzioni interne all’artista o altre influenze non strettamente legate a quel contesto specifico. Per gettare luce su questo punto, sarebbe utile esplorare in modo più dettagliato la biografia e gli scritti di Kandinskij negli anni cruciali della transizione, approfondire la natura esatta delle sue interazioni con artisti come Miró e Arp, e considerare il più ampio contesto scientifico e culturale dell’epoca che potrebbe aver alimentato l’interesse per l’embriologia o altre discipline. Un’analisi più sfaccettata della storia dell’arte moderna e della vita dell’artista è necessaria per fornire una risposta più completa.6. Un percorso tra colori e tempi turbolenti
Vasilij Kandinskij nasce a Mosca nel 1866. Durante l’infanzia, un viaggio in Italia suscita le prime impressioni legate ai colori, un’esperienza che lo segna profondamente. Studia diritto ed economia politica nella sua città natale, ma si interessa anche alle arti decorative locali durante un viaggio nella provincia di Vologda. La scoperta delle opere degli impressionisti francesi a Mosca nel 1895 rappresenta una svolta decisiva, spingendolo a considerare seriamente la carriera artistica. Questa passione lo porta a rifiutare una promettente carriera universitaria nel 1896 per dedicarsi completamente alla pittura a Monaco di Baviera.Gli anni di Monaco
Una volta a Monaco, si immerge nello studio dell’arte e incontra Gabriele Münter, che diventa una figura importante nella sua vita e compagna. In questi anni, Kandinskij è molto attivo nella scena artistica, fondando gruppi innovativi come Phalanx e la Nuova associazione degli artisti di Monaco. È un periodo di grande esplorazione creativa, durante il quale dipinge i suoi primi quadri significativi e lavora a testi fondamentali per la sua teoria artistica, come “Il suono giallo”. Questa fase segna l’inizio del suo percorso verso nuove forme espressive.Verso l’Astrattismo e il Blaue Reiter
Il suo cammino artistico prosegue con incontri cruciali, come quello con Franz Marc nel 1910, anno in cui dipinge quello che è considerato il suo primo acquerello astratto. L’anno successivo, decide di lasciare la Nuova associazione per fondare, insieme a Marc, il gruppo del Cavaliere azzurro (Blaue Reiter), un’esperienza fondamentale per l’arte moderna. Durante questo periodo, pubblica il suo influente saggio “Lo Spirituale nell’arte”, che espone le sue teorie sull’arte non figurativa. La sua fama cresce e le sue opere vengono esposte in diverse città europee, partecipando anche all’importante Armory Show negli Stati Uniti nel 1913.Il ritorno in Russia
Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale nel 1914, Kandinskij fa ritorno in Russia. Dopo la Rivoluzione d’ottobre, si impegna attivamente in attività culturali e organizzative per il nuovo regime, dedicandosi alla riorganizzazione delle istituzioni artistiche e culturali del nuovo stato. Questo impegno istituzionale lo porta a dipingere meno rispetto agli anni precedenti. In questo periodo, nel 1917, sposa Nina Andreevskij, che gli sarà accanto per il resto della vita.L’esperienza al Bauhaus
Nel 1921, Kandinskij ritorna in Germania, dove l’anno successivo inizia a insegnare al Bauhaus, la celebre scuola di arte e design. Insegna prima a Weimar e poi segue la scuola nei suoi spostamenti a Dessau e Berlino. Durante gli anni del Bauhaus, continua a sviluppare la sua teoria artistica e pubblica un altro testo chiave, “Punto, linea, superficie”, nel 1926. Fonda inoltre il gruppo dei Quattro azzurri insieme a Klee, Feininger e Jawlenskij, consolidando legami artistici importanti. Nel 1928, ottiene la nazionalità tedesca.Gli ultimi anni a Parigi
La chiusura del Bauhaus da parte dei nazisti nel 1933 costringe Kandinskij a trasferirsi a Parigi. Il clima politico in Germania diventa ostile alla sua arte, tanto che nel 1937 le sue opere presenti nei musei tedeschi vengono confiscate, considerate “arte degenerata”. Nonostante le difficoltà, continua a lavorare e nel 1939 prende la nazionalità francese. Prosegue la sua attività di pittore a Parigi, anche durante l’occupazione tedesca nella Seconda Guerra Mondiale. Lavora incessantemente fino a pochi mesi prima della sua morte, che avviene nel dicembre 1944.Il capitolo accenna al suo impegno con il nuovo regime in Russia e alla conseguente riduzione della pittura. Ma cosa significò realmente questo impegno per l’artista e la sua opera?
Il capitolo nota che durante il suo ritorno in Russia, Kandinskij si dedicò meno alla pittura a causa del suo impegno istituzionale per il nuovo regime. Tuttavia, non esplora in profondità la natura di questo impegno, il contesto politico e culturale della Russia post-rivoluzionaria, né come questa fase abbia potuto influenzare la sua visione artistica o le sue scelte future. Per comprendere meglio questo periodo cruciale, sarebbe utile approfondire la storia della Rivoluzione Russa e le politiche culturali dei primi anni Venti, oltre a consultare studi specifici sulla biografia di Kandinskij che analizzino in dettaglio la sua attività in quel contesto. Autori che si sono occupati dell’arte russa del periodo o biografi di Kandinskij possono offrire prospettive essenziali.Abbiamo riassunto il possibile
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