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Informazioni
“Italia selvatica. Storie di orsi, lupi, gatti selvatici, cinghiali, lontre, sciacalli dorati, linci e un castoro” di Daniele Zovi ti porta a scoprire un’Italia diversa, dove la natura sta tornando a riprendersi i suoi spazi, spesso molto più vicino a noi di quanto pensiamo. Dalle Alpi all’Abruzzo, fino al Sud e al Nord-Est, assistiamo al ritorno della fauna selvatica in Italia: orsi bruni e marsicani, lupi che riformano branchi, l’espansione dello sciacallo dorato, la presenza elusiva del gatto selvatico e della lince, e persino il sorprendente ritorno di lontre e castori nei nostri fiumi. Questo ripopolamento, frutto di anni di persecuzione e poi di protezione e progetti di conservazione, non è privo di sfide; la convivenza tra uomo e animali selvatici genera conflitti, danni a colture e bestiame, e richiede nuove strategie di gestione fauna selvatica per affrontare problemi come l’aumento dei cinghiali e i rischi di incontri ravvicinati. Ma al di là delle difficoltà, c’è la meraviglia di riscoprire un mondo selvatico con le sue regole, i suoi linguaggi e la sua bellezza, imparando a conoscerlo attraverso il monitoraggio, lo studio dei comportamenti e persino esperienze personali, per cercare una coesistenza possibile che arricchisca sia la natura che noi stessi.Riassunto Breve
La fauna selvatica ritorna a popolare i territori italiani, avvicinandosi anche alle aree abitate dall’uomo. Specie come lupi, orsi, sciacalli dorati, gatti selvatici, lontre e castori, un tempo perseguitate o quasi estinte a causa della caccia, della perdita di habitat e dell’inquinamento, mostrano segni di ripresa e di espansione. Progetti di conservazione e reintroduzione, insieme a leggi di protezione, favoriscono questo ritorno. L’orso bruno, ad esempio, è stato reintrodotto nelle Alpi, aumentando la popolazione, mentre l’orso marsicano in Abruzzo, sebbene numericamente ridotto, esplora aree esterne ai parchi. Lo sciacallo dorato si diffonde rapidamente in diverse regioni. I lupi si ristabiliscono in varie zone, vivendo in branchi e nutrendosi principalmente di prede selvatiche, anche se attaccano il bestiame. Il gatto selvatico, elusivo, è presente in ambienti con fitta vegetazione. La lontra e il castoro, legati agli ambienti acquatici, ricompaiono in alcune aree dopo secoli di assenza, indicando un miglioramento degli ecosistemi fluviali. Questa ricomparsa e l’espansione di specie come il cinghiale, la cui popolazione è aumentata anche a causa di introduzioni e ibridazioni, creano nuove sfide. Si verificano conflitti con le attività umane, come danni a colture e allevamenti, incidenti stradali e incontri ravvicinati. La gestione di questi conflitti include misure di prevenzione, l’uso di dissuasori e, in casi eccezionali, l’allontanamento o l’abbattimento di animali problematici. Per specie vulnerabili come l’orso marsicano o la lince, estremamente rara nel Nord-Est, si attuano strategie di conservazione e monitoraggio. La lince, come altri superpredatori, non è pericolosa per l’uomo e contribuisce all’equilibrio ecologico. La presenza di animali selvatici vicino all’uomo suggerisce che i confini tra i due mondi non sono rigidi e invita a considerare il “selvatico” non come qualcosa da temere o escludere, ma come parte di un mondo naturale da comprendere e rispettare, cercando una coesistenza possibile.Riassunto Lungo
1. Quando la Natura Ritorna Vicino a Casa
La fauna selvatica, come lupi, orsi e cinghiali, sta tornando a popolare le aree vicine agli insediamenti umani in Italia. Per secoli, molte di queste specie sono state perseguitate e portate quasi all’estinzione. Oggi, la situazione sta cambiando e la natura si riavvicina alle nostre vite quotidiane.Il Ritorno dell’Orso Bruno
Un esempio significativo di questo ritorno è quello dell’orso bruno. Grazie a progetti come il Life Ursus nelle Alpi, che ha reintrodotto orsi dalla Slovenia, la popolazione in Trentino è aumentata. Questo incremento ha permesso di superare la soglia critica necessaria per garantire la sopravvivenza a lungo termine di questa specie nell’area alpina.Come Monitoriamo gli Animali
Per seguire gli spostamenti e la crescita della popolazione di orsi, si utilizzano diverse tecniche di monitoraggio. Tra queste, c’è il monitoraggio genetico, che analizza campioni biologici come peli ed escrementi trovati sul territorio. Questo tipo di studio ha rivelato differenze nel comportamento spaziale tra i sessi. I maschi, infatti, tendono a spostarsi su aree molto vaste, esplorando nuovi territori. Le femmine, invece, restano più vicine al luogo di nascita, influenzando in modo diverso l’espansione della specie.Convivenza Difficile: Conflitti con l’Uomo
Il ritorno di grandi animali selvatici crea inevitabilmente situazioni di conflitto con le attività umane. Questi animali possono causare danni al bestiame, distruggere colture o danneggiare proprietà. Quando orsi o altri animali si abituano a cercare cibo vicino alle case o alle fattorie, perdono la loro naturale diffidenza verso l’uomo. Questi individui vengono definiti “dannosi” per via dei danni che causano. Se un animale mostra un comportamento aggressivo o provoca danni in modo ripetuto, viene considerato “problematico” o, nei casi più gravi, “pericoloso”.Strategie di Gestione e Incontri Ravvicinati
Per affrontare i conflitti, si mettono in atto diverse strategie di gestione. La prevenzione dei danni è una delle più importanti, ad esempio proteggendo le proprietà o il bestiame con recinzioni adeguate. Si possono usare anche dissuasori per allontanare gli animali, come proiettili di gomma non letali o l’impiego di cani specificamente addestrati. Nei casi in cui un esemplare è considerato problematico e le altre misure non funzionano, si può ricorrere alla cattura o, come ultima risorsa, all’abbattimento. È fondamentale sapere come comportarsi in caso di incontro ravvicinato con un animale selvatico, specialmente con una femmina con cuccioli che potrebbe reagire per difenderli. Queste reazioni sono a volte descritte come “falsi attacchi”. In queste situazioni, la cosa migliore è mantenere la calma, fare rumore per far percepire la propria presenza e allontanarsi lentamente, senza mai correre.L’Orso Marsicano: Un Caso Particolare
Un caso interessante è quello dell’orso marsicano, una sottospecie dell’orso bruno che vive nell’Appennino centrale, in particolare in Abruzzo. Questi orsi sembrano mostrare un temperamento generalmente più placido nei confronti dell’uomo rispetto ad altre popolazioni di orso bruno. Questa caratteristica potrebbe essere legata a specifiche peculiarità genetiche della loro popolazione. Nonostante le difficoltà e le sfide che la convivenza con la fauna selvatica comporta, si cerca continuamente un equilibrio per permettere all’uomo e agli animali di condividere lo stesso territorio.Se il capitolo descrive il conflitto come inevitabile conseguenza del ritorno della fauna, perché poi si concentra sulla gestione degli animali “problematici” invece che sulle cause profonde dell’interazione che porta al conflitto?
Il capitolo, nel descrivere il conflitto come ‘inevitabile’ e concentrarsi poi sulla gestione degli esemplari ‘problematici’, sembra sfiorare le cause profonde dell’interazione uomo-fauna, ponendo l’accento sull’animale piuttosto che sul contesto complesso che genera l’attrito. Per superare questa visione parziale e comprendere come favorire una reale coesistenza, al di là della mera reazione ai danni, è cruciale approfondire discipline come l’ecologia del paesaggio, la sociologia rurale e gli studi sulla percezione del rischio da parte delle comunità locali. Autori che analizzano le politiche di conservazione dal punto di vista sociale ed etico possono offrire prospettive indispensabili.2. Orsi e sciacalli in Italia
L’Orso Marsicano
L’orso marsicano vive soprattutto in Abruzzo. Si muove anche fuori dalle aree protette e interagisce con le persone del posto. Per aiutare a evitare problemi tra orsi e allevatori, si danno recinzioni elettriche. La sua dieta è principalmente vegetariana, circa l’80% del cibo che mangia è fatto di piante, frutti e bacche. Il restante 20% è composto da carcasse di animali e insetti.
La popolazione di orsi marsicani è molto piccola, si contano circa cinquanta esemplari. La loro sopravvivenza è a rischio per colpa dell’uomo, che causa morti, e perché nascono pochi cuccioli. Per cercare di salvarli, si stanno studiando diverse soluzioni, come raccogliere il loro DNA e pensare di allevarli in cattività. Ci sono stati esperimenti, come quello con l’orsetta Morena, cresciuta lontano dall’uomo per poi essere liberata. Questo caso ha mostrato che si può provare ad aiutare questi animali con l’intervento umano, anche se il risultato non è sempre quello sperato.
Lo Sciacallo Dorato
Lo sciacallo dorato è una specie che si sta diffondendo in Europa ed è arrivato in Italia dalla Slovenia negli anni ottanta. Questo animale è più piccolo del lupo, mangia un po’ di tutto ed è molto bravo ad adattarsi. Trova cibo facilmente, nutrendosi di piccoli animali, vegetali e carogne. Si trova bene in diversi posti, anche vicino alle città e ai paesi, e usa risorse come i rifiuti lasciati dall’uomo.
Questa specie si sta diffondendo velocemente e ha raggiunto molte zone d’Italia. Il lupo è un suo nemico naturale e ne limita la presenza in certi posti. Lo sciacallo dorato è protetto dalla legge italiana. Si adatta e si sposta facilmente, ma molti muoiono investiti dalle macchine sulle strade. Si muove soprattutto di notte, all’alba o al tramonto. I suoi versi, che sembrano ululati, si sentono nelle zone dove vive.
Data la sua rapida espansione e la capacità di adattarsi anche agli ambienti antropizzati, quali sono le implicazioni a lungo termine della protezione legale dello sciacallo dorato?
Il capitolo descrive con efficacia la notevole capacità di adattamento e la rapida diffusione dello sciacallo dorato, evidenziando come questa specie riesca a prosperare anche in contesti modificati dall’uomo. Tuttavia, non approfondisce le potenziali sfide gestionali o ecologiche che tale espansione, unita al suo status di specie protetta, potrebbe comportare nel lungo periodo. Per comprendere meglio queste dinamiche, sarebbe utile esplorare i temi della gestione della fauna selvatica in espansione, le interazioni tra specie native e nuove arrivi, e le normative di conservazione in contesti di cambiamento ambientale. Approfondimenti in ecologia del paesaggio e diritto ambientale, magari attraverso studi di autori che si occupano di coesistenza uomo-fauna selvatica, potrebbero fornire il contesto necessario.3. Il ritorno dei selvatici e la convivenza
I lupi sono tornati a popolare i territori italiani dopo secoli in cui erano stati allontanati. Oggi si trovano in diverse aree, come il Monte Grappa, le colline vicino a Bologna, i dintorni di Roma e la Puglia. Vivono in gruppi chiamati branchi, con una chiara organizzazione sociale guidata da una coppia dominante, detta alfa. Comunicano tra loro usando ululati, il linguaggio del corpo e segnali olfattivi. I piccoli crescono in luoghi protetti, i rendezvous, dove vengono nutriti da tutti gli adulti del branco, anche da quelli che non sono i genitori.Convivenza difficile: cibo, danni e sicurezza
Mangiano soprattutto animali selvatici come cinghiali, cervi e caprioli. Ma a volte attaccano anche animali domestici, causando problemi agli allevatori di pecore, bovili e cavalli. Per aiutare gli allevatori a proteggere i loro animali, si usano metodi come i cani da guardiania o le recinzioni elettriche. Anche se i lupi sono protetti dalla legge, purtroppo c’è ancora chi li uccide illegalmente. Le autorità, però, cercano e puniscono chi commette questi atti. È importante sapere che, in Europa, non ci sono prove che il lupo abbia attaccato l’uomo negli ultimi 150 anni.Il gatto selvatico e la protezione
Oltre al lupo, in molte regioni italiane vive anche il gatto selvatico. È un felino difficile da vedere e preferisce stare da solo. Si capisce che non è un gatto domestico guardando il suo mantello e la sua coda. Caccia piccoli mammiferi e vive in zone con molta vegetazione, dove può nascondersi. Sia il lupo che il gatto selvatico sono protetti dalla legge. Questo aiuta queste specie a diffondersi di nuovo dove trovano abbastanza cibo.È razionale considerare la lontra un ‘temibile concorrente’ per i pescatori, o questa percezione ignora la complessità degli ecosistemi fluviali e il ruolo della specie?
Il capitolo, pur riconoscendo le preoccupazioni di alcuni pescatori, non approfondisce la validità ecologica di tale percezione né le dinamiche socio-economiche che la alimentano. Per comprendere appieno questa potenziale conflittualità, è essenziale studiare l’ecologia fluviale, analizzando le reali interazioni tra predatori come la lontra e le popolazioni ittiche, e considerare i temi della gestione dei conflitti uomo-fauna selvatica, spesso trattati nell’ambito della sociologia rurale e dell’economia ambientale.6. L’alba nel bosco selvatico
Durante una vacanza in montagna, un adolescente rientra a casa a notte fonda. Il padre lo invita a uscire all’alba per provare a osservare i caprioli. Il cammino inizia su una strada asfaltata, per poi diventare sterrata. Il percorso presenta tratti dove la neve primaverile si è ghiacciata, formando l’harnost, una superficie dura capace di sostenere il peso. Altri tratti sono invece coperti da terra e fango, chiamati aapar.L’incontro nel prato
Dopo aver camminato, si raggiunge una radura dove si avvistano tre caprioli: due femmine e un maschio. Si distinguono facilmente grazie alle macchie bianche sullo specchio anale: a forma di cuore nelle femmine e a fagiolo nel maschio. Gli animali percepiscono la presenza, ma continuano a pascolare tranquillamente. Solo un movimento improvviso li fa scomparire nella foresta con una serie di salti rapidi.Sentire il selvatico
Seduti ai margini della radura, mentre il sole comincia a sorgere, la foresta si anima, riempiendosi di suoni e vibrazioni. In questo momento, si percepisce chiaramente l’esistenza di un mondo selvatico vasto e meraviglioso. È un mondo che sembra avere regole e linguaggi propri, completamente distinto dalla vita umana di tutti i giorni. Questa consapevolezza genera un forte desiderio di capire meglio questa dimensione naturale.La natura si avvicina
Altri episodi successivi mostrano come la fauna selvatica si avvicini sempre più agli spazi abitati dagli esseri umani. Un pettirosso costruisce il suo nido proprio su una porta di casa. Caprioli, camosci e persino orsi vengono avvistati in aree vicine alle abitazioni. Questi eventi suggeriscono che i confini che gli esseri umani hanno costruito tra i propri spazi e quelli naturali sono in realtà superflui e facilmente superabili dalla natura stessa.Il significato del selvatico
Il selvatico non è solo un luogo lontano o inaccessibile. Il selvatico è libertà, bellezza, emozione e rispetto. Questi concetti dovrebbero essere la base del modo in cui si intende e si interagisce con la natura.Se i confini umani sono “superflui”, come suggerito, perché la coesistenza con il selvatico è così complessa e spesso conflittuale?
Il capitolo, pur offrendo un’esperienza suggestiva, sorvola sulla complessità della coesistenza tra esseri umani e fauna selvatica. Affermare che i confini sono “superflui” basandosi su pochi avvistamenti ignora le ragioni storiche e pratiche che hanno portato alla definizione degli spazi umani e le sfide concrete dei conflitti. Per un quadro più completo, è opportuno approfondire discipline come l’ecologia applicata e la geografia umana, e leggere autori che hanno analizzato le interazioni a lungo termine tra società e ambiente, come Jared Diamond.Abbiamo riassunto il possibile
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