Contenuti del libro
Informazioni
“Irriducibile. La coscienza, la vita, i computer e la nostra natura” di Federico Faggin è un libro che ti fa mettere in discussione tutto quello che pensavi di sapere sulla realtà. Dimentica la visione classica e materialista che vede l’universo come un insieme di oggetti separati e prevedibili; la fisica quantistica ci ha mostrato un mondo molto più strano, dove le particelle sono connesse in modi misteriosi e il futuro non è predeterminato. Faggin esplora la differenza fondamentale tra le macchine, anche quelle con intelligenza artificiale, che elaborano solo informazioni simboliche senza capire il significato, e gli organismi viventi, che hanno coscienza, libero arbitrio e un tipo di informazione “viva”. Il punto centrale è che la coscienza non è un semplice prodotto del cervello, ma potrebbe essere una proprietà fondamentale dell’universo, forse legata a entità coscienti chiamate seity, che danno origine alla realtà fisica attraverso la loro interazione. È un viaggio affascinante che sfida il riduzionismo e suggerisce che la vita e il significato sono al centro della nostra natura e dell’universo stesso.Riassunto Breve
La visione classica della realtà, basata sulla fisica di Newton, descriveva un mondo fatto di materia solida e separata, governato da leggi fisse e prevedibili in uno spazio e tempo assoluti. Questa prospettiva ha portato a grandi progressi ma non spiega tutto. La fisica quantistica ha mostrato una realtà diversa fatta di energia e informazione, non continua e indeterminata, dove le parti sono connesse istantaneamente (entanglement) e l’osservatore influenza la realtà. Questo sfida il materialismo e il riduzionismo, suggerendo che la realtà non è oggettiva e separata dall’osservatore, ma un tutto non separabile. Le macchine, come i computer, elaborano simboli (bit) in modo meccanico e deterministico, senza comprenderne il significato; l’informazione per loro è solo una distinzione tra stati. Gli organismi viventi sono diversi dalle macchine classiche; sono sistemi complessi e olistici che non si possono capire solo smontandoli. La vita nasce solo da altra vita. L’informazione negli esseri umani e negli organismi viventi include il significato, l’esperienza e la comprensione, che sono legati alla coscienza. Negli organismi viventi, materia, energia, informazione e significato sono uniti in quella che viene chiamata informazione viva. Le cellule sono sistemi aperti e dinamici che elaborano informazioni in modi complessi, forse anche quantistici. Gli organismi sono olistici, cioè il tutto ha proprietà che le singole parti non hanno. Possiedono coscienza e libero arbitrio, proprietà non algoritmiche che permettono comprensione, creatività e azioni non prevedibili da algoritmi, distinguendoli radicalmente dalle macchine artificiali. La scienza tradizionale fatica a spiegare la coscienza e il libero arbitrio, a volte li vede come semplici effetti dell’attività cerebrale. Ma l’esperienza interiore (qualia), come sentire un profumo, non si riduce a segnali fisici; è il significato che diamo ai simboli. Le macchine non hanno questa esperienza. Si propone che la coscienza non sia un prodotto della materia, ma una proprietà fondamentale dell’universo, presente fin dall’inizio, forse legata a stati quantistici puri che sono privati e non copiabili. In questa visione, la realtà fisica emerge da una realtà quantistica più profonda, che a sua volta deriva dall’informazione quantistica e dal “pensiero” di entità coscienti fondamentali chiamate seity. Le seity sono enti coscienti con libero arbitrio e identità. Le leggi fisiche non sono regole fisse esterne, ma emergono dagli accordi e dalle interazioni comunicative tra queste seity. L’universo inanimato è un risultato delle interazioni coscienti e libere delle seity, non la loro causa. La conoscenza è un’esperienza interiore cosciente, diversa dall’informazione che è solo una rappresentazione esterna o un simbolo. L’informazione quantistica, essendo privata, rappresenta l’interiorità. Gli organismi viventi sono strutture complesse, sia quantistiche che classiche, che fungono da ponte e permettono alle seity di interagire con la realtà fisica e ottenere autoconoscenza attraverso l’esperienza vissuta. L’identificazione con il corpo limita il libero arbitrio e la percezione. La morte è vista come un risveglio da questa identificazione. La probabilità è legata alla conoscenza parziale e al libero arbitrio dell’osservatore cosciente. Il significato viene prima dei simboli ed è l’essenza della conoscenza. La creazione di simboli complessi, inclusa la vita, non nasce dal caso o dalle sole leggi sintattiche, ma da un’idea, un desiderio e un’intenzione interiori, guidati dal significato che le seity vogliono esprimere. L’universo è indeterministico, con uno scopo e un significato intrinseci, dove coscienza e libero arbitrio sono fondamentali. La scienza si è concentrata troppo sui simboli e sulla matematica, allontanandosi dalla conoscenza basata sull’esperienza vissuta, che dà significato; il simbolo non può sostituire l’esperienza diretta. La sola razionalità non basta a comprendere la realtà, specialmente l’interiorità descritta dalla fisica quantistica; servono anche intuizione, emozioni e immaginazione. L’universo è interconnesso e aperto; le descrizioni basate su algoritmi separati sono incomplete. Le leggi fisiche non creano la realtà, ma sono un effetto dell’autoconoscenza delle seity che comunicano significato attraverso simboli. La materia è l’aspetto simbolico di questi enti coscienti. Lo scopo della vita è la conoscenza di sé, che implica affrontare e superare le distorsioni interiori. È necessaria una nuova scienza empatica che unisca conoscenza scientifica e conoscenza vissuta. La coscienza è la guida e l’amore universale è la legge che connette tutto. L’integrazione di scienza e coscienza aumenta l’unione con il Tutto.Riassunto Lungo
1. La Realtà Oltre la Visione Classica
La comprensione della realtà fisica ha subito una trasformazione profonda nel corso del tempo. Per molti secoli, il mondo era visto come composto da materia solida e distinta, governato da leggi precise e prevedibili. Questa prospettiva, tipica della fisica classica e promossa da figure come Galileo e Newton, descriveva un universo in cui spazio e tempo erano entità fisse e assolute. Si pensava che, conoscendo lo stato iniziale di ogni elemento, si potesse determinare con certezza il suo futuro, una visione che ha alimentato grandi progressi scientifici e la rivoluzione industriale.La Nascita di Nuove Idee
Verso la fine del XIX secolo, però, questa visione iniziò a mostrare delle crepe, con l’emergere di fenomeni che le leggi classiche non riuscivano a spiegare. Il XX secolo ha visto lo sviluppo della fisica quantistica e della relatività, che hanno svelato una realtà molto diversa. La materia non è più vista come fatta di oggetti separati e inerti, ma piuttosto come energia in vibrazione e informazione a livello fondamentale. Le particelle più piccole sono considerate manifestazioni di campi quantistici, non sfere solide, e la realtà a questo livello si presenta in modo discontinuo, a “pacchetti” (quanti), anziché continuo.Il Mondo Quantistico: Indeterminazione e Connessione
La meccanica quantistica ha introdotto il concetto di indeterminismo. Non è possibile conoscere contemporaneamente e con precisione assoluta certe coppie di proprietà di una particella, come la sua posizione e la sua velocità. La realtà si manifesta attraverso stati probabili, e l’atto stesso di osservare o misurare un fenomeno quantistico ne influenza il risultato. Fenomeni come l’entanglement, in cui due particelle rimangono connesse in modo istantaneo indipendentemente dalla distanza che le separa, suggeriscono che le diverse “parti” della realtà sono legate tra loro in un modo profondo e non locale, come se lo spazio tra loro non esistesse. Questo indica che la realtà è un insieme indivisibile e che l’idea di poterla scomporre in parti indipendenti non è completa.I Limiti della Certezza e della Previsione
Anche in ambiti diversi dalla fisica quantistica, la certezza e la prevedibilità hanno mostrato i loro limiti. La matematica stessa ha incontrato confini alla completezza e alla determinazione assoluta. Inoltre, anche nei sistemi descritti dalla fisica classica, la previsione a lungo termine può essere impossibile a causa del fenomeno del caos, dove piccole variazioni nelle condizioni iniziali portano a risultati enormemente diversi nel tempo.L’Osservatore e la Realtà Manifesta
La visione scientifica più recente suggerisce che la realtà fisica non è un’entità completamente oggettiva ed esterna, indipendente dall’osservatore, come si credeva in passato. L’esistenza sembra emergere dalle interazioni, e chi osserva è parte integrante della realtà che sta osservando. Questa prospettiva apre la porta alla possibilità che la coscienza umana possa giocare un ruolo attivo nel modo in cui la realtà si manifesta.Coscienza Umana e Informazione Meccanica
È importante distinguere la conoscenza che possiede l’essere umano, che è ricca di significato (semantica) e consapevole, dall’informazione gestita dalle macchine. Quest’ultima è di tipo simbolico, basata su regole meccaniche e priva di consapevolezza. La coscienza umana permette di attribuire significato alle cose, di avere dubbi e di compiere scelte libere, qualità che non si trovano nei sistemi puramente meccanici. La semplice complessità di un sistema non è sufficiente a generare la coscienza.Le Sfide Filosofiche della Nuova Fisica
Le scoperte della fisica quantistica mettono in discussione visioni del mondo basate unicamente sul materialismo e sul riduzionismo, l’idea che tutto possa essere spiegato riducendolo alle sue parti fondamentali. Suggeriscono l’esistenza di una realtà più profonda, misteriosa e unificata. Questo potrebbe portare verso una visione monistica, in cui materia e l’aspetto interiore della mente e della coscienza non sono entità separate, ma manifestazioni di un’unica realtà fondamentale.La fisica quantistica dimostra davvero che la coscienza umana gioca un ruolo attivo nel manifestare la realtà, o stiamo facendo un salto logico non supportato dalla scienza?
Il capitolo accenna alla possibilità che la coscienza umana influenzi la manifestazione della realtà, collegandola alle scoperte della fisica quantistica e mettendo in discussione il materialismo. Tuttavia, questa interpretazione del ruolo dell’osservatore nella meccanica quantistica è altamente dibattuta e non costituisce un consenso scientifico consolidato. Spesso si confonde l’atto di misurazione (un’interazione fisica) con la coscienza in senso filosofico. Per approfondire questa complessa relazione e le sue implicazioni, è fondamentale studiare le diverse interpretazioni della meccanica quantistica e confrontarsi con la filosofia della mente. Autori come David Bohm hanno esplorato connessioni profonde, mentre altri, come Sean Carroll, offrono prospettive che separano nettamente la fisica dalla coscienza. Approfondire la filosofia della scienza, con autori come Karl Popper, può aiutare a distinguere tra teorie scientifiche verificabili e speculazioni filosofiche.2. Macchine, Vita e il Significato dell’Informazione
Le macchine, come computer e robot, funzionano in modo prevedibile e basato su regole precise. Sono sistemi che seguono principi fisici classici e eseguono istruzioni contenute nei loro programmi. L’informazione per queste macchine è qualcosa di oggettivo e misurabile. Viene rappresentata da bit, che sono semplicemente distinzioni tra due stati, come 0 e 1. Il computer lavora su questi bit molto velocemente, ma non capisce cosa significano; il vero significato esiste solo per chi ha creato il programma.La Complessità della Vita
Gli organismi viventi sono diversi dalle macchine classiche. Sono sistemi molto complessi dove interagiscono fenomeni sia classici che quantistici. Non possiamo capirli completamente o ricrearli semplicemente mettendo insieme le loro parti, perché la vita nasce solo da altra vita. Questa complessità li rende non riducibili a una semplice somma dei loro componenti.Informazione e Comprensione Umana
Per gli esseri umani, l’informazione non si ferma al livello dei simboli come i bit. Include il significato che diamo alle cose, una comprensione che è personale e legata alla nostra coscienza, alle nostre emozioni e a tutto ciò che viviamo. Mentre le macchine elaborano simboli in modo automatico, noi esseri umani diamo a questi simboli un significato profondo e personale. Questo processo di dare significato è una caratteristica fondamentale della nostra intelligenza.Intelligenza Artificiale e Intelligenza Umana: Le Differenze
Anche i sistemi di intelligenza artificiale più avanzati, che sanno lavorare con molti dati, non hanno una vera comprensione o la capacità di scegliere liberamente. Se a volte sembrano imprevedibili, questo dipende dalla grande quantità di dati che elaborano o dalla complessità dei loro algoritmi, non dal fatto che siano consapevoli o autonomi. C’è una differenza essenziale tra l’intelligenza artificiale, che si basa sul manipolare simboli, e l’intelligenza umana, che è caratterizzata dalla capacità di capire e dalla coscienza.Se la vita “nasce solo da altra vita”, come si concilia questa affermazione con le ricerche sull’origine della vita stessa, tema centrale per distinguere organismi e macchine?
Il capitolo afferma con decisione che “la vita nasce solo da altra vita”, un punto che, nel contesto della distinzione tra organismi e macchine, sembra ignorare o liquidare il vasto campo di ricerca sull’origine della vita (abiogenesi). Questo tema è invece cruciale per definire cosa sia la vita a un livello fondamentale e come possa essere emersa da sistemi non viventi, distinguendosi così dalle macchine. Per approfondire questa lacuna, sarebbe utile esplorare le discipline dell’abiogenesi e della biologia sintetica, magari leggendo autori come Pier Luigi Luisi o Stuart Kauffman.3. La Vita oltre i Bit Classici
La grande quantità di informazioni disponibili oggi non si traduce automaticamente in una maggiore conoscenza. L’eccesso di dati, al contrario, può rendere difficile assimilarli e comprenderli appieno. Il modo in cui l’informazione è concepita nei sistemi di comunicazione o nei computer, basato su simboli con un significato definito e una probabilità misurabile, non basta a descrivere l’informazione così come esiste negli organismi viventi. È necessario un concetto diverso per cogliere la complessità della vita stessa.L’Informazione Viva
Negli organismi viventi, l’informazione non è separata dalla materia e dall’energia. Nelle cellule, ad esempio, materia, energia, informazione e significato formano un’unica entità inseparabile, che possiamo definire “informazione viva”. In questo contesto, il significato di un’informazione è strettamente legato sia al simbolo che la rappresenta, sia alla materia e all’energia con cui è connessa. Questa interconnessione profonda è fondamentale per comprendere i processi vitali. La vita stessa può essere vista come un’esperienza, e la coscienza è ciò che permette a un organismo di percepire sé stesso e il mondo circostante.
Come le Cellule Elaborano l’Informazione
Le cellule possiedono la capacità di elaborare informazioni in modi che la scienza sta ancora esplorando. Questo processo potrebbe coinvolgere proprietà sia classiche che quantistiche, forse legate a porzioni del DNA che non codificano proteine. A differenza dei computer tradizionali, che sono sistemi statici con componenti hardware e software ben distinti e processi prevedibili, le cellule sono sistemi dinamici e aperti. Scambiano continuamente materia, energia e informazione con l’ambiente esterno. All’interno di una cellula, la stessa materia può assumere ruoli diversi a seconda del momento e del contesto: può essere informazione, energia o materiale strutturale.
La Natura Olistica e la Coscienza
Gli organismi viventi manifestano proprietà olistiche, il che significa che il loro insieme è ben più della semplice somma delle singole parti. Ogni singola cellula, ad esempio, contiene in sé il “piano” completo dell’intero organismo. Gli organismi viventi possiedono anche coscienza e libero arbitrio. Queste sono proprietà non algoritmiche, che permettono la comprensione profonda, la capacità di fare previsioni e di compiere azioni creative. Tali capacità sono considerate impossibili per i computer classici e sembrano connesse alla natura quantistica della realtà a livelli fondamentali.
Perché i Modelli Attuali Non Bastano
Studiare la vita esclusivamente attraverso modelli biochimici o approcci riduzionistici, trattando gli organismi come semplici macchine classiche, non è sufficiente. Per comprendere veramente la vita, è necessario adottare un approccio che tenga conto dell’informazione viva, della natura olistica degli organismi, delle loro proprietà quantistiche e della presenza di coscienza e libero arbitrio. La capacità degli organismi di auto-riprodursi, di adattarsi a situazioni inattese e di mantenere l’equilibrio interno a diversi livelli (dall’ecosistema alla singola cellula) dimostra una complessità e un’autonomia che li distinguono in modo radicale dalle macchine artificiali che conosciamo.
Su quali basi empiriche poggia questa complessa architettura di “seity”, spazi e “incarnazioni”?
Il capitolo introduce una serie di concetti (seity, spazio-C, spazio-I, spazio-F, teoria QIP) che, pur affascinanti, sembrano mancare di un solido ancoraggio nella fisica e nella biologia attualmente validate. La transizione dalla meccanica quantistica, una teoria fisica descrittiva, a un modello che include entità coscienti fondamentali (“seity”) che si “incarnano” e perseguono “scopi” non è giustificata da evidenze empiriche o da un consenso scientifico consolidato. Affermare che un tale approccio “risolva” problemi come quello della combinazione della coscienza richiede una dimostrazione rigorosa che vada oltre la mera postulazione di nuove entità e spazi. Per valutare criticamente queste affermazioni, è utile approfondire la filosofia della mente, in particolare il cosiddetto “hard problem” della coscienza, le diverse interpretazioni della meccanica quantistica e il dibattito sul rapporto tra mente e materia. Esplorare il lavoro di autori come D. Chalmers o R. Penrose può offrire prospettive diverse e stimolanti su questi temi complessi.7. Significato e Coscienza nella Realtà
La scienza, nata con l’intento di descrivere i fenomeni naturali che ci circondano, ha nel tempo sviluppato una visione prevalentemente meccanica della vita. In questa prospettiva, la coscienza è stata spesso considerata un semplice effetto secondario dei processi materiali. L’eccessiva fiducia riposta negli strumenti matematici e nei simboli astratti ha portato a un certo allontanamento dalla conoscenza che deriva direttamente dall’esperienza vissuta. È proprio l’esperienza personale e diretta, infatti, a rappresentare la vera fonte del significato profondo. Un simbolo, per quanto utile, non può mai sostituire la realtà che descrive, così come la parola “compassione” non è l’esperienza concreta di provare compassione. Comprendere veramente la realtà richiede di andare oltre la sola descrizione simbolica e riconnettersi con il vissuto.Oltre la sola Razionalità
La sola razionalità, intesa come pensiero logico e analitico, si dimostra insufficiente per cogliere appieno la complessità della realtà, specialmente quando si affrontano temi come l’interiorità o i concetti avanzati esplorati dalla fisica quantistica. Accanto alla ragione, esistono capacità umane fondamentali come l’intuizione, le emozioni e l’immaginazione. È l’unione armonica di queste diverse forme di percezione e comprensione che può condurre a una verità più completa e profonda. La mente analitica ha limiti intrinseci nel descrivere fenomeni non lineari o sistemi altamente interconnessi. Integrare il rigore logico con la sensibilità emotiva e l’insight intuitivo apre nuove e più ricche vie alla conoscenza.La Natura Interconnessa della Realtà
L’universo si presenta come un sistema profondamente interconnesso e intrinsecamente aperto, lontano dall’immagine di una macchina deterministica basata su algoritmi isolati. Le descrizioni che si affidano unicamente a modelli separati risultano incomplete e non possono fornire previsioni assolute sul futuro. Le leggi fisiche stesse, piuttosto che essere principi creatori della realtà, appaiono come un effetto emergente della progressiva autoconoscenza di entità coscienti. Queste entità, qui definite “seity”, comunicano significato attraverso l’uso di simboli, e la materia stessa può essere interpretata come l’aspetto simbolico di questi esseri coscienti. La realtà è quindi intessuta di significato e connessioni profonde a un livello fondamentale.L’Idea alla Base della Creazione
Ogni atto creativo, sia esso un’invenzione frutto dell’ingegno umano o l’emergere della vita stessa, non scaturisce da un assemblaggio casuale di componenti esterne. Al contrario, si osserva che l’idea, il concetto interiore, precede sempre la sua realizzazione concreta nel mondo fisico. Ogni forma di esistenza prende origine da un’idea interna, alimentata da un desiderio profondo e guidata da un’intenzione specifica. La vita, in particolare, non sembra emergere per puro caso o combinazione fortuita. È piuttosto il risultato diretto della creatività e della conoscenza inerente alle “seity”, le entità coscienti che animano e danno forma all’universo. Questo suggerisce l’esistenza di un principio organizzatore e intenzionale alla radice dell’esistenza.Lo Scopo della Vita: La Conoscenza di Sé
Lo scopo ultimo dell’esistenza sembra risiedere nel percorso di conoscenza di sé, un viaggio interiore che porta a un progressivo ampliamento della consapevolezza. Questo cammino di autoconoscenza implica necessariamente la volontà di affrontare e superare le distorsioni interiori che limitano la nostra percezione e le nostre interazioni con il mondo. Tra queste distorsioni, il bisogno di sentirsi superiori agli altri si manifesta come un ostacolo significativo e pervasivo. Questa tendenza genera inevitabilmente competizione, divisione e conflitto, impedendo la realizzazione dell’unione e la piena espressione del potenziale interiore. La crescita personale autentica passa quindi attraverso il superamento consapevole di queste barriere psicologiche autoimposte.Integrare Testa, Cuore e Pancia
La vera conoscenza che conduce all’unione non è confinata alla sfera intellettuale; richiede l’integrazione armonica di tutti gli aspetti dell’essere umano. È indispensabile unire la razionalità e il pensiero analitico (rappresentati dalla “testa”) con la sensibilità emotiva e l’intelligenza del sentire (il “cuore”) e con la capacità di agire e l’istinto (la “pancia”). Il cuore, in particolare, è riconosciuto come la fonte di quelle capacità che vanno oltre la logica puramente algoritmica ed è considerato il centro nevralgico per stabilire un’unione autentica con gli altri e con il tutto. Coltivare l’intelligenza emotiva e l’intuizione è cruciale per raggiungere una comprensione olistica e superare le divisioni, sia quelle interne che quelle che percepiamo nel mondo esterno.Verso una Nuova Scienza Empatica
Per poter progredire nella comprensione della realtà, si rende necessaria l’emergere di una nuova forma di scienza, una scienza che sia empatica e capace di unire la conoscenza ottenuta tramite l’osservazione esterna e l’analisi con la conoscenza profonda che deriva dall’esperienza vissuta in prima persona. In questa visione ampliata, la coscienza non è più vista come un semplice epifenomeno, ma come la guida fondamentale che permea e informa ogni aspetto dell’esistenza. L’amore universale, inteso non come sentimento superficiale ma come forza intrinseca di connessione profonda, è la legge fondamentale che lega insieme tutti gli elementi dell’universo. L’integrazione consapevole di scienza e coscienza non solo amplia la nostra comprensione intellettuale, ma accresce significativamente il nostro senso di unione con il Tutto e con ogni sua singola parte.Su quali basi empiriche o logiche si fondano affermazioni così radicali sulla natura della realtà e della coscienza, che sembrano contraddire decenni di ricerca scientifica?
Il capitolo presenta una visione del mondo affascinante, ma solleva interrogativi fondamentali sulla sua compatibilità con le conoscenze consolidate. Affermare che la coscienza sia primaria, che le leggi fisiche emergano da entità coscienti (“seity”) o che la materia sia un loro aspetto simbolico, richiede un’argomentazione estremamente robusta e, idealmente, qualche forma di validazione. Il capitolo non offre un quadro chiaro su come queste idee possano essere verificate o integrate con i modelli scientifici attuali. Per esplorare questi temi in modo critico, è utile approfondire la filosofia della scienza, in particolare il dibattito tra materialismo e idealismo, e studiare le basi della fisica quantistica (evitando interpretazioni New Age non supportate) e della neuroscienza, per comprendere lo stato attuale della ricerca sulla coscienza. Autori come Karl Popper per la filosofia della scienza, o fisici come Carlo Rovelli per la fisica quantistica, possono offrire prospettive utili, così come neuroscienziati che studiano la coscienza.Abbiamo riassunto il possibile
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