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Informazioni
“Irrazionalità” di Stuart Sutherland è un libro che ti apre gli occhi su quanto siamo davvero poco razionali, anche quando pensiamo di esserlo. Non è solo una questione di errori occasionali, ma di bias cognitivi e euristiche mentali profondamente radicate nel nostro modo di pensare. Sutherland esplora come l’irrazionalità umana si manifesti in ogni aspetto della vita, dall’individuo che sovrastima rischi rari per l’errore di disponibilità, al conformismo sociale che ci spinge a seguire la massa, fino all’obbedienza all’autorità che può portare a conseguenze estreme. Non si ferma alla mente singola: analizza come l’irrazionalità pervada i gruppi con il pensiero di gruppo, le organizzazioni con sprechi e decisioni fallimentari (costi sommersi), e persino ambiti critici come la medicina con errori nelle probabilità condizionate o l’ingegneria con l’eccesso di sicurezza. Il libro svela le trappole della mente, dalle illusioni di controllo alla distorsione delle evidenze per difendere le nostre credenze, mostrando i limiti dell’intuizione rispetto all’analisi oggettiva. È un viaggio affascinante nelle radici dell’irrazionalità, offrendo spunti su come riconoscerla e, forse, trovare dei rimedi per prendere decisioni migliori. Se ti interessa capire perché facciamo scelte strane e come funziona davvero la nostra testa, questo libro è una lettura fondamentale.Riassunto Breve
Le persone spesso valutano la realtà basandosi su ciò che è più facile da ricordare, come eventi rari e drammatici, ignorando rischi più comuni ma meno evidenti. Questo errore di disponibilità, insieme all’effetto primacy dove le prime informazioni contano di più, e all’effetto alone che giudica in base a una singola caratteristica, distorce il giudizio. L’obbedienza all’autorità spinge individui a seguire ordini anche contro la coscienza, spiegando comportamenti estremi. Il conformismo sociale porta ad adeguarsi al gruppo, anche quando si sa che ha torto, per paura dell’isolamento, e nelle folle amplifica emozioni irrazionali. L’effetto spettatore, una forma di conformismo passivo, riduce la responsabilità individuale in emergenza. L’irrazionalità si estende ai gruppi, creando un confine tra “noi” e “loro”, estremizzando opinioni e generando pensiero di gruppo che soffoca il dissenso e porta a decisioni rischiose. Si creano stereotipi negativi verso gli esterni basati su informazioni distorte. Anche le organizzazioni sono permeate da irrazionalità: negli enti pubblici per mancanza di responsabilità e incentivi perversi, nel privato per avidità e attaccamento a tradizioni obsolete, portando a scelte fallimentari. Un bisogno distorto di coerenza porta a giustificare decisioni prese, anche sbagliate, e a cadere nell’errore dei costi sommersi, continuando progetti fallimentari per non ammettere l’errore. Si sopravvalutano i beni posseduti rispetto al loro valore reale. L’uso di ricompense esterne può diminuire l’interesse intrinseco per un’attività, mentre la percezione di controllo aumenta l’impegno. Emozioni intense e stress riducono la flessibilità mentale e la capacità di risolvere problemi, limitando l’analisi e l’apprendimento. L’autocontrollo è cruciale per decisioni ponderate. Una volta formata un’opinione, si resiste al cambiamento, ignorando prove contrarie e cercando conferme, un errore sistematico che impedisce di apprendere dagli errori. Si distorcono le evidenze per difendere le proprie convinzioni, la memoria diventa selettiva. Si creano correlazioni illusorie ignorando dati negativi e lasciandosi influenzare da aspettative e stereotipi. L’errore nel collegare eventi è comune anche senza preconcetti, a meno di usare dati numerici. In medicina, l’errata interpretazione delle probabilità condizionate porta a diagnosi imprecise e decisioni dannose. L’eccessiva sicurezza diagnostica e la sottovalutazione dei rischi sono comuni. L’eccesso di sicurezza si manifesta nel giudizio a posteriori, credendo che eventi passati fossero prevedibili, distorcendo la memoria e impedendo di apprendere dagli errori. Porta a sopravvalutare la capacità di prevedere il futuro. In ingegneria, fiducia eccessiva e ragionamenti errati causano disastri, sottovalutando limiti umani e reazioni del pubblico. Si ignora il pericolo e si sovrastima il controllo sul caso. Nella percezione dei rischi, si sovrastimano pericoli drammatici e si sottovalutano quelli diffusi. Di fronte a decisioni complesse, ci si accontenta di soluzioni “abbastanza buone” (satisficing), ignorando il ritorno alla media e fidandosi troppo di giudizi basati su predittori imperfetti. La fallacia del giocatore d’azzardo vede schemi in eventi casuali. L’intuizione ha limiti, le analisi formali e attuariali sono superiori nel prevedere esiti complessi. La teoria dell’utilità propone un modello per decisioni razionali valutando la desiderabilità soggettiva degli esiti, ma prevedere la felicità è difficile. La credenza nel paranormale nasce dal bisogno di spiegazioni, retaggi culturali ed errori cognitivi come l’effetto disponibilità, conformismo, distorsione delle evidenze e sottovalutazione delle coincidenze. Le origini dell’irrazionalità sono evolutive (istinto vs riflessione, conformismo), strutturali (reti neurali che semplificano), pigrizia mentale (euristiche), ignoranza statistica e il self-serving bias che protegge l’autostima. Per contrastarla, servono mentalità aperta, analisi dei dati, cercare prove contrarie, riconoscere errori e apprendere la statistica. La razionalità è cruciale nelle decisioni importanti e professionali. Coltivare abitudini razionali porta ad agire in modo ponderato.Riassunto Lungo
1. Le dinamiche dell’irrazionalità umana
Come valutiamo la realtà
Le persone valutano la realtà basandosi sulle informazioni che vengono subito in mente, non sempre su dati oggettivi. Questo modo di pensare è chiamato “errore di disponibilità”. A causa di questo errore, si tende a dare troppa importanza a eventi che fanno notizia e sono rari, come gli attacchi di squali o gli incidenti aerei. Allo stesso tempo, si sottovalutano i rischi più comuni ma meno eclatanti, come gli incidenti stradali o le malattie del cuore. In pratica, quanto più facilmente ci ricordiamo di qualcosa, tanto più pensiamo che sia frequente o probabile.L’importanza delle prime impressioni
Un altro errore simile è l’effetto primacy. Questo effetto ci dice che le prime informazioni che riceviamo su qualcosa influenzano molto il nostro giudizio finale. In altre parole, la prima impressione conta davvero, e tutto ciò che apprendiamo dopo viene interpretato alla luce di questa prima impressione. Un meccanismo simile è l’effetto alone. Quando l’effetto alone entra in gioco, se notiamo una caratteristica positiva o negativa in una persona o in una cosa, tendiamo a giudicare tutto il resto in modo simile, positivo o negativo. Quindi, una singola caratteristica che notiamo per prima può distorcere completamente la nostra percezione.L’obbedienza all’autorità
Un altro fattore molto potente che ci porta a comportarci in modo irrazionale è l’obbedienza all’autorità. Diversi studi hanno dimostrato che persone normali possono arrivare a fare azioni molto gravi, anche fare del male ad altri, semplicemente perché credono di dover obbedire a ordini dati da figure che considerano superiori. Questo accade anche quando queste azioni vanno contro la loro coscienza e i loro principi morali. Questo meccanismo aiuta a capire come mai nella storia ci sono state atrocità terribili. In questi casi, l’obbedienza cieca a chi aveva il potere ha avuto la meglio sulla coscienza delle singole persone.Il conformismo sociale
Un altro comportamento molto comune è il conformismo sociale, cioè la tendenza a fare quello che fa la maggioranza. Alcuni esperimenti hanno dimostrato che le persone, pur sapendo che la maggioranza sbaglia, preferiscono rinunciare al proprio giudizio e allinearsi con il gruppo. Questo avviene perché tutti desideriamo sentirci parte di un gruppo ed abbiamo paura di essere esclusi. Questo desiderio di appartenenza e la paura di rimanere isolati ci spingono a conformarci, influenzando le nostre decisioni e i nostri comportamenti in molti aspetti della vita, dalla moda alle scelte etiche.Il conformismo nelle folle
Nelle situazioni di gruppo, il conformismo può diventare ancora più forte e portare a comportamenti irrazionali estremi. Ad esempio, nelle folle, il conformismo può amplificare le emozioni, sia positive che negative, e portare a reazioni esagerate come il panico, la violenza o conversioni di massa.L’effetto spettatore
Anche l’effetto spettatore è una forma di conformismo, anche se in questo caso si tratta di un conformismo passivo. L’effetto spettatore si verifica quando, in situazioni di emergenza in cui sarebbe necessario intervenire, la presenza di altre persone fa diminuire il senso di responsabilità individuale. In pratica, quando ci sono altre persone intorno, ci sentiamo meno responsabili di agire e intervenire, pensando che qualcun altro lo farà al posto nostro. Questo effetto può avere conseguenze molto gravi in situazioni di pericolo.Conclusioni
In conclusione, molti dei nostri comportamenti e delle nostre decisioni non sono guidati dalla logica e da valutazioni oggettive, ma da meccanismi mentali automatici, dalla pressione sociale e da tendenze psicologiche che ci portano a comportarci in modo irrazionale. Questi fattori ci allontanano da scelte razionali e consapevoli.Ma il capitolo non rischia di presentare una visione eccessivamente deterministica e negativa della natura umana, trascurando la capacità di pensiero critico e di razionalità che pure ci contraddistingue?
Il capitolo, pur descrivendo efficacemente alcune tendenze irrazionali, potrebbe beneficiare di una maggiore discussione sui meccanismi che permettono agli individui di mitigare questi effetti. Approfondire le opere di autori come Daniel Kahneman, pioniere nello studio dell’economia comportamentale, potrebbe offrire una prospettiva più equilibrata e completa sulla complessa interazione tra razionalità e irrazionalità nel comportamento umano. Inoltre, esplorare il campo della psicologia cognitiva potrebbe arricchire la comprensione di come sviluppiamo strategie per superare i bias cognitivi.2. Quando l’Irrazionalità Diventa Sistema: Gruppi, Enti e Scelte Distorte
L’influenza del gruppo e il pensiero di gruppo
Quando si entra a far parte di un gruppo, si crea automaticamente una distinzione tra “noi” e “loro”. Questa divisione può portare a fenomeni come il conformismo, ovvero la tendenza a uniformarsi alle opinioni del gruppo, e la polarizzazione, cioè l’estremizzazione delle opinioni individuali. Questi fenomeni si amplificano nei gruppi decisionali, dove può emergere il cosiddetto “pensiero di gruppo”.Questo “pensiero di gruppo” è caratterizzato da una illusione di invulnerabilità e di moralità condivisa tra i membri del gruppo. Chi pensa in questo modo crede che il gruppo sia invincibile e che le sue decisioni siano sempre giuste e moralmente corrette. Questa illusione porta a soffocare il dissenso interno, perché chi esprime dubbi o critiche viene visto come un elemento di disturbo. Di conseguenza, il gruppo prende decisioni irrazionali e rischiose, perché manca un confronto aperto e sincero tra le diverse opinioni.
Un’altra conseguenza negativa della divisione tra “noi” e “loro” è la creazione di stereotipi negativi verso i gruppi esterni. Questi stereotipi sono spesso basati su informazioni sbagliate o incomplete, e alimentano pregiudizi difficili da eliminare. In questo modo, l’appartenenza al gruppo può portare a giudizi affrettati e negativi sugli altri, basati su generalizzazioni e non sulla conoscenza reale delle persone.
L’irrazionalità nelle organizzazioni
L’irrazionalità non riguarda solo i singoli individui o i piccoli gruppi, ma si estende anche alle grandi organizzazioni, sia pubbliche che private. Negli enti pubblici, ad esempio, si possono verificare sprechi e inefficienze a causa della mancanza di responsabilità personale. Se nessuno si sente veramente responsabile del buon funzionamento dell’ente, è più facile che si verifichino errori e sprechi.Un altro problema tipico degli enti pubblici sono gli incentivi sbagliati legati al budget. Se un ente viene premiato con più fondi se spende tutto il budget a disposizione, si crea un incentivo a spendere anche in modo inefficiente, pur di non perdere finanziamenti futuri. Infine, la promozione basata sull’anzianità, invece che sul merito, può portare a posizioni di responsabilità persone non competenti, creando ulteriori problemi di inefficienza. Tutti questi fattori contribuiscono a creare una “follia istituzionale”, ovvero un sistema in cui l’irrazionalità diventa la norma.
Anche nel settore privato si possono prendere decisioni irrazionali. A volte, queste decisioni sono guidate dall’avidità dei manager, che pensano solo al proprio guadagno personale e non al bene dell’azienda. Altre volte, sono le ambizioni personali a spingere verso scelte sbagliate, come investimenti rischiosi o acquisizioni azzardate. In altri casi ancora, è l’attaccamento alle tradizioni del passato a impedire di prendere decisioni razionali, portando a scelte aziendali sbagliate e investimenti errati. Un esempio tipico è quello dei consulenti finanziari, che spesso, invece di consigliare in modo indipendente, seguono la massa e ottengono risultati peggiori del mercato.
La ricerca di coerenza e gli errori che ne derivano
Un altro meccanismo psicologico che aggrava l’irrazionalità è il bisogno di coerenza. Le persone tendono a voler apparire coerenti con le proprie decisioni passate, anche quando queste si rivelano sbagliate. Per questo motivo, tendono a giustificare le decisioni che hanno preso, anche quelle sbagliate, cercando di vedere solo gli aspetti positivi e minimizzando quelli negativi. Questo meccanismo si attiva ancora prima di fare una scelta, portando a preferire le opzioni che ci sembrano più coerenti con le nostre idee preesistenti, anche se meno razionali.Questa ricerca di coerenza può portare a diversi errori. Uno di questi è l'”errore dei costi sommersi”. Si verifica quando una persona continua a investire in un progetto fallimentare solo per non ammettere di aver sbagliato all’inizio. Invece di abbandonare il progetto e limitare le perdite, si continua a investire irrazionalmente, sperando di recuperare i soldi già spesi. Un altro errore legato alla coerenza è la sopravvalutazione dei beni che possediamo. Tendiamo a dare più valore alle cose che sono già nostre, rispetto al loro reale valore di mercato. Questo avviene perché cedere un bene che possediamo ci sembra una perdita, e quindi cerchiamo di evitarla, anche a costo di fare scelte irrazionali.
Infine, anche di fronte a azioni spiacevoli o immorali, le persone tendono a minimizzarne la gravità per mantenere una coerenza interna. Se una persona si comporta in modo scorretto, tenderà a giustificare il proprio comportamento, cercando di convincersi che non ha fatto nulla di male o che le conseguenze negative sono state minime. In questo modo, si cerca di mantenere una immagine positiva di sé stessi e di evitare il senso di colpa. Tutto questo dimostra come l’irrazionalità, a livello individuale, di gruppo e organizzativo, si auto-alimenta attraverso meccanismi psicologici profondamente radicati, che rendono difficile prendere decisioni veramente razionali.
Se l’irrazionalità è così profondamente radicata come descritto, come mai le organizzazioni e i gruppi, pur con i loro errori, riescono comunque a funzionare e a raggiungere obiettivi?
Il capitolo presenta un quadro convincente dei meccanismi che portano all’irrazionalità a vari livelli. Tuttavia, si potrebbe controbattere che la realtà operativa di gruppi e organizzazioni dimostra una capacità di funzionamento e di raggiungimento degli obiettivi che sembra in contrasto con una visione di irrazionalità sistemica e pervasiva. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile esplorare ulteriormente le dinamiche che, pur in presenza di tali meccanismi irrazionali, permettono alle strutture sociali di mantenere una certa efficacia. Approfondimenti in sociologia delle organizzazioni e nella teoria dei sistemi complessi potrebbero offrire una prospettiva più articolata. Autori come Edgar Morin, con la sua riflessione sul pensiero complesso, potrebbero fornire strumenti utili per analizzare come sistemi intrinsecamente imperfetti possano comunque generare ordine e risultati.3. Le Trappole della Mente: Premi, Emozioni e Ignoranza Selettiva
L’Effetto Nocivo delle Ricompense Esterne
L’uso di premi materiali per spronare le persone può paradossalmente ridurre l’interesse genuino verso l’attività che si vuole incentivare. Questo accade perché le ricompense esterne, come denaro o riconoscimenti formali, sminuiscono il valore di attività che sarebbero altrimenti considerate piacevoli e appaganti per sé stesse. Questo effetto controproducente è stato osservato in diverse fasce d’età, dai bambini agli adulti, e in vari ambiti, dall’istruzione al volontariato. È interessante notare come anche le punizioni severe si dimostrino meno efficaci nel modificare i comportamenti a lungo termine rispetto a minacce più moderate eragionate. Il segreto per una motivazione efficace non risiede quindi nel premio o nella punizione, ma nella percezione di controllo e di scelta: quando le persone sentono di avere autonomia sulle proprie azioni, interiorizzano più profondamente i valori e le motivazioni che le guidano.L’Importanza della Scelta e della Partecipazione
In contesti lavorativi e scolastici, un approccio che promuova la partecipazione attiva e la libertà di scelta si rivela molto più efficace dei sistemi basati esclusivamente su premi e punizioni. Dare alle persone la possibilità di contribuire alle decisioni e di sentirsi parte attiva di un progetto aumenta significativamente il loro impegno e la loro soddisfazione. Questo tipo di approccio partecipativo non solo migliora la motivazione, ma favorisce anche un ambiente di lavoro o di apprendimento più positivo e collaborativo, superando i limiti intrinseci dei modelli motivazionali tradizionali. In definitiva, la chiave per una motivazione autentica e duratura è dare valore alla libertà di scelta e al coinvolgimento attivo delle persone.L’Impatto delle Emozioni sulla Razionalità
Le emozioni intense e le pulsioni forti possono compromettere seriamente la nostra capacità di ragionare lucidamente. Quando siamo sopraffatti da stress, paura, rabbia o da un’eccessiva motivazione indotta dalla prospettiva di grandi ricompense, la nostra mente diventa meno flessibile e meno capace di affrontare problemi complessi. In queste situazioni di forte tensione emotiva, tendiamo a focalizzarci sulle prime soluzioni che ci vengono in mente, spesso trascurando alternative più efficaci e ponderate. Questo accade perché le emozioni intense restringono il nostro campo visivo mentale, limitando la capacità di analizzare la situazione in modo ampio e di considerare diverse prospettive.Stress e Apprendimento: Un Circolo Vizioso
Non solo la capacità di risolvere problemi, ma anche la memoria e la capacità di apprendere nuove informazioni risentono negativamente dello stress e delle emozioni intense. Quando siamo stressati, il nostro cervello fatica a concentrarsi e a processare nuove informazioni in modo efficace. Questo crea un circolo vizioso: lo stress ostacola l’apprendimento, e la difficoltà di apprendere aumenta ulteriormente lo stress. Per questo motivo, è fondamentale imparare a gestire le proprie emozioni e a ridurre i livelli di stress, soprattutto in contesti in cui è necessario prendere decisioni importanti o acquisire nuove competenze.La Sfida del Cambiamento di Opinione
Una volta che abbiamo preso una decisione o ci siamo formati un’opinione su qualcosa, tendiamo istintivamente a resistere al cambiamento, anche quando ci troviamo di fronte a prove evidenti che dimostrano il nostro errore. Questo fenomeno, profondamente radicato nella psicologia umana, si manifesta in diversi modi, ad esempio nella riluttanza a cercare attivamente informazioni che possano contraddire le nostre convinzioni più radicate. Spesso, preferiamo circondarci di persone e di fonti di informazione che confermano ciò che già pensiamo, creando una sorta di camera di risonanza che rafforza le nostre posizioni iniziali, anche se errate.Ignoranza Selettiva e le Sue Conseguenze
Questa tendenza a evitare le informazioni che mettono in discussione le nostre certezze si traduce spesso in un atteggiamento di chiusura e di ignoranza selettiva nei confronti delle evidenze contrarie. Quando ci imbattiamo in dati o fatti che non combaciano con le nostre opinioni, tendiamo a ignorarli, a sminuirli o a interpretarli in modo distorto pur di non dover ammettere di aver sbagliato. Questo errore sistematico del pensiero umano è presente in ogni ambito della nostra vita, dalle decisioni personali alle scelte professionali, e può avere conseguenze anche molto gravi, come dimostra tragicamente il caso di Pearl Harbor, citato come esempio emblematico di cecità di fronte all’evidenza. Per migliorare la nostra razionalità e prendere decisioni più sagge, è quindi fondamentale coltivare la capacità di mettere in discussione le nostre stesse idee e di cercare attivamente evidenze che le falsifichino, anziché limitarci a cercare conferme.Se il capitolo critica l’irrazionalità della credenza nel paranormale, non rischia di ignorare le complesse motivazioni psicologiche e sociali che la alimentano, riducendo un fenomeno umano complesso a mero errore cognitivo?
Il capitolo sembra liquidare la credenza nel paranormale come semplice frutto di errori di pensiero e pregiudizi cognitivi. Tuttavia, questa prospettiva potrebbe essere riduttiva. Non considera adeguatamente il ruolo che fattori psicologici come il bisogno di significato, la gestione dell’incertezza, o il conforto emotivo possono giocare nel sostenere tali credenze. Per una comprensione più completa, sarebbe utile esplorare le teorie psicologiche e sociologiche che studiano le motivazioni profonde dietro le credenze irrazionali, approfondendo autori come Jung per la psicologia del profondo e Durkheim per la sociologia delle credenze.8. Radici e Rimedi dell’Irrazionalità
Le Origini dell’Irrazionalità
L’irrazionalità umana nasce da molteplici fattori profondamente legati alla nostra esistenza. Una prima ragione si trova nella nostra storia evolutiva. Per la sopravvivenza era fondamentale reagire subito ai pericoli, quindi l’istinto aveva la priorità sulla riflessione. Questa tendenza istintiva è ancora presente in noi, e si manifesta con reazioni automatiche quando siamo stressati o quando proviamo emozioni forti. Anche il bisogno diUniformarsi al gruppo, utile per la convivenza e la sopravvivenza collettiva, può diventare irrazionale se applicato in modo eccessivo e senza ragionamento.Il Ruolo del Cervello e le Scorciatoie Mentali
Un’altra causa dell’irrazionalità è legata al funzionamento del cervello. Le reti neurali del cervello sono molto veloci ed efficienti nell’elaborare le informazioni, ma tendono anche a generalizzare e semplificare la realtà, il che può portare a commettere errori. Fenomeni come l’effetto disponibilità e l’effetto alone nascono proprio da questa tendenza a dare troppa importanza alle informazioni più evidenti e immediate, trascurando dati meno visibili ma che potrebbero essere importanti. La pigrizia mentale, che ci spinge a usare delle ‘scorciatoie mentali’ per prendere decisioni rapide, è un’ulteriore causa di irrazionalità. Queste scorciatoie, chiamate euristiche, sono utili in molte situazioni, ma possono anche farci sbagliare in modo sistematico.L’Influenza dell’Ignoranza e dei Pregiudizi Personali
Non conoscere le basi della statistica e del calcolo delle probabilità è un altro importante motivo di irrazionalità. Spesso, questa mancanza di conoscenza è dovuta a un sistema educativo non sempre efficace. Questa lacuna porta a fare valutazioni sbagliate in molti campi, per esempio nel capire il concetto di ritorno alla media o nel giudicare correttamente la probabilità che un evento accada. Infine, il “self-serving bias”, cioè la tendenza a voler confermare le nostre opinioni e a proteggere l’immagine positiva di noi stessi, ci rende difficile cambiare idea o ammettere di aver sbagliato.Strategie per Superare l’Irrazionalità
Per ridurre l’irrazionalità, è essenziale sviluppare una mentalità aperta e disponibile al cambiamento. È importante analizzare con attenzione i dati disponibili prima di arrivare a conclusioni affrettate. Bisogna anche essere consapevoli che cambiare idea non è una debolezza, ma una dimostrazione di intelligenza e maturità. Imparare a cercare informazioni che mettano in dubbio le nostre convinzioni e a riconoscere gli errori tipici del pensiero irrazionale, come i costi sommersi, è fondamentale. Anche la statistica è uno strumento molto utile per affrontare in modo razionale i problemi di tutti i giorni e del lavoro. Usare la statistica ci aiuta a prendere decisioni migliori e ad avere più successo nel lavoro. Anche se la spontaneità è apprezzabile nella vita privata, la razionalità è indispensabile, soprattutto quando dobbiamo prendere decisioni importanti o in ambito professionale, dove l’irrazionalità può avere conseguenze negative serie. Allenarsi a usare la razionalità attraverso la pratica e la riflessione costante può portare a comportarsi razionalmente quasi in modo automatico, sviluppando un modo di essere che dà priorità a scelte ben ponderate e consapevoli.Ma se l’irrazionalità fosse anche la culla della creatività e dell’innovazione, non staremmo curando il sintomo invece della malattia?
Il capitolo sembra concentrarsi eccessivamente sulla soppressione dell’irrazionalità, quasi fosse un difetto da estirpare. Tuttavia, la storia del progresso umano è costellata di atti apparentemente irrazionali che hanno portato a scoperte e avanzamenti. Forse dovremmo interrogarci se il problema non sia piuttosto la rigidità di un sistema che non sa incanalare l’irrazionalità in modo costruttivo. Per ampliare la prospettiva, si suggerisce di esplorare il pensiero laterale di Edward de Bono e le ricerche sulla creatività e l’innovazione in contesti organizzativi.Abbiamo riassunto il possibile
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