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Contenuti del libro
Informazioni
“Io, Leonardo da Vinci. Vita segreta di un genio ribelle” di Massimo Polidoro ti porta dentro la vita incredibile di Leonardo da Vinci, il genio del Rinascimento che non era solo un artista pazzesco ma anche uno scienziato, ingegnere e inventore con una curiosità senza limiti. Il libro esplora il suo percorso, partendo dalla sua nascita un po’ fuori dagli schemi e dalla formazione nella bottega del Verrocchio a Firenze, dove ha superato presto il maestro. Vedrai come si è spostato tra le corti più importanti d’Italia, da Milano sotto Ludovico il Moro, dove ha dipinto capolavori come l’Ultima Cena e ha lavorato a progetti ambiziosi, a Roma, affrontando sfide e rivalità, fino ad arrivare in Francia, accolto dal re Francesco I. Non si concentra solo sulle sue opere d’arte iconiche come la Gioconda, ma scava a fondo nei suoi studi anatomici, idrografici, sul volo e in tutte le idee geniali annotate nei suoi taccuini. È la storia di un uomo che non si è mai fermato, sempre alla ricerca di risposte, un vero “genio ribelle” che ha lasciato un’eredità che va ben oltre la pittura.Riassunto Breve
Leonardo da Vinci nasce figlio illegittimo, un fatto che non gli impedisce di crescere in un ambiente che stimola la sua curiosità per la natura. La sua educazione è poco convenzionale, impara a scrivere al contrario. Il padre notaio riconosce il suo talento e lo manda a Firenze nella bottega di Verrocchio, dove si forma in pittura, scultura, meccanica e anatomia, superando presto il maestro. Un’accusa lo porta a nascondere i suoi sentimenti. Non avendo successo a Firenze, si trasferisce a Milano presentandosi a Ludovico il Moro come ingegnere militare, ma è la sua abilità musicale ad aprirgli le porte della corte. A Milano lavora come pittore e organizzatore di eventi, realizza opere come la Vergine delle Rocce e la Dama con l’ermellino, e progetta un grande monumento equestre che però non viene completato a causa della guerra. La sua curiosità lo spinge a studiare ogni cosa, dai volti umani alle macchine, annotando tutto nei suoi taccuini. Ha abitudini particolari come il vegetarianismo e l’amore per gli animali. Prende con sé il giovane Salaì e accoglie la madre a Milano. Dopo la caduta di Ludovico il Moro, lascia Milano e torna a Firenze. Riceve l’incarico di dipingere l’Ultima Cena a Santa Maria delle Grazie, concentrandosi sull’espressione emotiva dei personaggi, ma la tecnica sperimentale usata causa presto il deterioramento dell’opera. Non accumula ricchezze, spendendo tutto per i suoi studi e assistenti. Viaggia a Mantova e Venezia, interessandosi di ingegneria militare e idraulica, proponendo soluzioni ma rifiutando di usarle per distruzione. Offre i suoi servigi al sultano ottomano senza successo. Tornato a Firenze, approfondisce matematica e geometria. Entra al servizio di Cesare Borgia come ingegnere, viaggiando e studiando, ma la brutalità del Borgia lo allontana. A Firenze gli viene affidata la Battaglia di Anghiari, che rimane incompiuta per problemi tecnici e la rivalità con Michelangelo. Si dedica allo studio della natura, in particolare dei fossili, sviluppando teorie innovative. Torna a Milano sotto il dominio francese, accolto da Trivulzio e d’Amboise. Si dedica a studi idrografici e anatomici, collaborando con Marcantonio della Torre e accogliendo Francesco Melzi come allievo per trascrivere i suoi appunti. I suoi taccuini si riempiono di studi su architettura, astronomia, geologia, ottica, dinamica dei fluidi. Il volo umano è una sua ossessione, conduce esperimenti cercando di superare i limiti umani. Si interroga su fenomeni naturali come vortici, origine dell’acqua, luce lunare, colore del cielo, arcobaleno, basando le sue teorie sull’esperienza. Continua a dipingere, iniziando il ritratto di Lisa del Giocondo, la Gioconda, con un approccio innovativo alla luce e all’atmosfera. Non consegna il dipinto al committente, portandolo con sé e modificandolo. A Roma, invitato da Giuliano de’ Medici, si trova in difficoltà, con alloggi modesti e poche commissioni. Le sue ricerche anatomiche vengono interrotte. Cerca di farsi notare con feste e scherzi, ma senza successo alla corte papale. Nonostante le difficoltà, continua a lavorare e studiare, la sua curiosità non si spegne. Trova un nuovo inizio in Francia grazie all’ammirazione del re Francesco I, che gli offre prestigio e libertà. Organizza i suoi appunti e rivede le sue opere. Esplora geometria, meccanica, anatomia, pittura, applicando le conoscenze in progetti come una città ideale a Romorantin. Anche se alcuni progetti restano incompiuti, la sua influenza è notevole. La sua vita è una costante ricerca della conoscenza e attività creativa. Negli ultimi anni continua a lavorare e sperimentare. La sua eredità non sono solo le opere d’arte, ma anche i suoi studi e appunti che continuano a ispirare. La sua figura è quella di un uomo che trasforma la curiosità in innovazione e progresso, lasciando un’impronta indelebile.Riassunto Lungo
1. La Formazione di un Genio Rinascimentale
La nascita di Leonardo da Vinci avviene in un contesto insolito: è un figlio illegittimo. Nel Rinascimento, questa condizione poteva limitare le sue opportunità, ma la famiglia lo accoglie con amore, e il nonno ne registra la nascita con orgoglio. Cresce in un ambiente rurale, a contatto con la natura, che stimola la sua innata curiosità. La sua educazione è libera e non convenzionale: impara a scrivere da sinistra verso destra, in modo speculare, una caratteristica che lo rende unico e che contribuirà al suo alone di mistero.Il percorso artistico
Il padre, notaio, intuisce il suo talento artistico e lo introduce alla bottega di Andrea del Verrocchio, a Firenze. Qui Leonardo si forma in diverse discipline: pittura, scultura, meccanica e anatomia. La sua abilità supera presto quella del maestro, come dimostra l’aneddoto dell’angelo dipinto nel “Battesimo di Cristo”, opera del Verrocchio in cui la mano di Leonardo è evidente. La sua bellezza e il suo talento lo rendono un modello per le opere del Verrocchio, contribuendo ad accrescere la sua fama.Ombre e difficoltà
Un’accusa di omosessualità, un reato grave all’epoca, lo segna profondamente, costringendolo a celare i suoi sentimenti e a vivere con cautela. Nonostante il talento, Leonardo non ottiene il successo sperato a Firenze e, dopo aver aperto una sua bottega, decide di cercare fortuna altrove. Si trasferisce a Milano, presentandosi a Ludovico Sforza, detto il Moro, come ingegnere militare, abile nella progettazione di macchine belliche. Paradossalmente, è la sua abilità musicale ad aprirgli le porte della corte milanese, dove inizialmente lavora come musico e intrattenitore.La vita alla corte di Milano
A Milano, Leonardo lavora come pittore, realizzando opere come “La Vergine delle Rocce” e “La Dama con l’ermellino”, ma anche come organizzatore di spettacoli e feste, mettendo a frutto la sua creatività e le sue conoscenze tecniche. Progetta un enorme monumento equestre in onore del padre di Ludovico, un’opera ambiziosa che rimarrà incompiuta. La sua curiosità insaziabile lo spinge a studiare ogni aspetto della realtà, dai volti umani, che cataloga minuziosamente, alle macchine da guerra, annotando le sue osservazioni in liste di cose da fare e da approfondire. La sua vita è un turbinio di incontri, studi e progetti. Leonardo si distingue per la sua personalità singolare: è vegetariano, ama gli animali e ha abitudini peculiari. Accoglie nella sua casa un giovane garzone di nome Giacomo, detto Salaì, con cui instaura un rapporto complesso, fatto di affetto e rimproveri. Infine, offre ospitalità alla madre Caterina, con cui vive fino alla sua morte, ricongiungendosi a quella figura materna che aveva segnato la sua infanzia.Se Leonardo da Vinci era così geniale e talentuoso in molteplici discipline, come mai, nonostante un’accusa infamante, non riuscì a ottenere il successo sperato a Firenze e fu apprezzato a Milano inizialmente per le sue doti musicali, un talento non menzionato tra quelli in cui eccelleva?
Il capitolo, pur delineando la formazione e le prime esperienze di Leonardo, omette di analizzare a fondo le ragioni del suo mancato successo a Firenze. Viene menzionata un’accusa di omosessualità, ma non è chiaro se questa sia stata l’unica causa del suo allontanamento. Inoltre, il fatto che a Milano sia stato inizialmente apprezzato come musico, pur essendo presentato come ingegnere militare, solleva interrogativi sulla coerenza del suo percorso e sull’effettiva ricezione del suo talento poliedrico. Per approfondire questo aspetto, sarebbe utile consultare gli studi di psicologia sociale e di storia del lavoro, per comprendere meglio le dinamiche di potere e di riconoscimento del talento nel Rinascimento. Autori come Michel Foucault e Pierre Bourdieu potrebbero fornire spunti interessanti per analizzare il rapporto tra Leonardo, il contesto sociale e le strutture di potere dell’epoca.Capitolo 2: Leonardo, tra Arte, Scienza e Potere
Il ritorno a Firenze e l’Ultima Cena
Dopo un periodo di successo a Milano al servizio di Ludovico il Moro, Leonardo da Vinci lascia la città a causa delle imminenti guerre, che interrompono anche il suo ambizioso progetto di un monumento equestre in bronzo. Tornato a Firenze, affronta difficoltà economiche, ma riceve l’incarico di dipingere l’Ultima Cena nel refettorio di Santa Maria delle Grazie. Qui, Leonardo si dedica completamente all’arte, concentrandosi sull’espressione emotiva dei personaggi e studiando i loro moti d’animo. Nonostante il successo, l’opera inizia a deteriorarsi a causa della tecnica sperimentale utilizzata. L’approccio di Leonardo al denaro è singolare: non accumula ricchezze, ma investe tutto nei suoi studi, assistenti e materiali.Viaggi e studi di ingegneria
Dopo l’esperienza milanese, Leonardo si sposta tra Mantova e Venezia. In queste città, si dedica all’ingegneria militare e allo studio delle acque, proponendo soluzioni innovative per la difesa. Nonostante l’ingegnosità delle sue invenzioni, rifiuta di metterle in pratica per non causare distruzione. Successivamente, offre i suoi servigi al sultano ottomano, ma senza ottenere risultati concreti. Questi viaggi e studi ampliano le sue conoscenze, ma lo tengono lontano dalla pittura per un certo periodo.Al servizio di Cesare Borgia
In un periodo di incertezza, Leonardo accetta l’incarico di architetto e ingegnere militare al servizio di Cesare Borgia. Questa posizione gli offre l’opportunità di viaggiare e studiare diverse regioni italiane, arricchendo ulteriormente il suo sapere. Tuttavia, la brutalità e la spietatezza del Borgia entrano in conflitto con i principi di Leonardo, spingendolo a lasciare l’incarico e a fare ritorno a Firenze.La Battaglia di Anghiari e gli studi sulla natura
Tornato a Firenze, Leonardo riceve l’incarico di decorare la Sala del Gran Consiglio con la Battaglia di Anghiari. Nonostante l’impegno, l’opera rimane incompiuta a causa di problemi tecnici e della rivalità con Michelangelo, anch’egli impegnato in un’opera nella stessa sala. In questo periodo, Leonardo si dedica anche allo studio della natura, in particolare all’origine dei fossili, sviluppando teorie innovative per l’epoca. La sua curiosità e il suo desiderio di conoscenza lo portano ad approfondire la matematica e la geometria, discipline che influenzano profondamente il suo approccio all’arte e alla scienza.Se Leonardo, come descritto nel capitolo, rifiutava di mettere in pratica le sue invenzioni militari per non causare distruzione, come si concilia questo con il suo servizio come architetto e ingegnere militare per Cesare Borgia, noto per la sua brutalità e spietatezza?
Il capitolo presenta una contraddizione evidente tra l’asserita avversione di Leonardo per la distruzione causata dalle sue invenzioni e la sua collaborazione con una figura storicamente associata alla violenza e alla conquista come Cesare Borgia. Questa incongruenza solleva dubbi sulla coerenza del personaggio di Leonardo delineato nel capitolo e necessita di un approfondimento. Per comprendere meglio questa apparente contraddizione, sarebbe utile esplorare le fonti primarie relative al periodo di Leonardo al servizio di Cesare Borgia, analizzando le sue lettere, i suoi appunti e le testimonianze dei contemporanei. Inoltre, un’analisi più approfondita del contesto storico e politico dell’epoca, con particolare attenzione alle dinamiche di potere e alle alleanze tra gli stati italiani del Rinascimento, potrebbe fornire una chiave di lettura più sfumata. In aggiunta, per comprendere meglio il personaggio di Cesare Borgia, si consiglia di approfondire la figura di Machiavelli.3. L’Incessante Ricerca di Leonardo
Dopo aver lasciato il servizio di Cesare Borgia, Leonardo da Vinci torna a Milano, accolto con favore dai francesi. Il maresciallo Trivulzio e il governatore Charles d’Amboise, riconoscendo il suo straordinario talento, competono per assicurarsi i suoi servigi. Attratto dalla prospettiva di stabilirsi nuovamente nella città, Leonardo accetta le loro offerte, immergendosi in studi idrografici e anatomici. In questo periodo stringe una proficua collaborazione con Marcantonio della Torre e accoglie come allievo il giovane Francesco Melzi, che lo assiste nella trascrizione dei suoi innumerevoli appunti.Gli Studi Scientifici
La mente di Leonardo è animata da una curiosità insaziabile, che lo spinge a indagare ogni aspetto della realtà. I suoi taccuini si arricchiscono di studi che spaziano dall’architettura all’astronomia, dalla geologia all’ottica, fino alla dinamica dei fluidi. Tra le sue ossessioni, il volo umano occupa un posto di rilievo: sul tetto della Corte Vecchia conduce esperimenti audaci, nel tentativo di superare i limiti imposti dalla forza muscolare umana. Leonardo si interroga incessantemente sui fenomeni naturali che lo circondano, come i vortici e l’origine dell’acqua, la luce lunare, il colore del cielo e l’arcobaleno. La sua mentalità scientifica lo porta a rifiutare categoricamente le teorie non supportate dall’esperienza diretta.La Gioconda e l’Innovazione nel Ritratto
Parallelamente alla sua frenetica attività di ricerca, Leonardo continua a dedicarsi alla pittura. Inizia il ritratto di Lisa del Giocondo, destinato a diventare la celebre Gioconda. Il suo approccio al ritratto è rivoluzionario, caratterizzato da un’attenzione meticolosa alla luce e all’atmosfera. Nonostante la commissione, Leonardo non consegna il dipinto, scegliendo invece di portarlo con sé a Milano e successivamente a Roma, dove apporta ulteriori modifiche.Le Difficoltà a Roma e l’Incessante Ricerca
A Roma, Leonardo si trova ad affrontare una serie di difficoltà. Nonostante l’invito di Giuliano de’ Medici, l’alloggio che gli viene messo a disposizione è modesto e le commissioni ricevute sono di scarsa rilevanza. I suoi assistenti tedeschi si dimostrano inaffidabili, e le sue ricerche anatomiche subiscono un brusco arresto. Leonardo cerca di attirare l’attenzione organizzando feste e scherzi, ma la corte papale non sembra apprezzare i suoi sforzi. Nonostante le avversità, Leonardo continua instancabilmente a lavorare e a studiare, dimostrando una sete di conoscenza che non si spegne mai. La sua eredità più grande è proprio questa sua incessante ricerca di risposte, un invito a osservare il mondo con occhi nuovi e a non dare nulla per scontato.[/membership]Se Leonardo da Vinci era così geniale e apprezzato, come mai a Roma, centro nevralgico del potere e della cultura rinascimentale, non ricevette le attenzioni e le commissioni che il suo talento meritava?
Il capitolo descrive un Leonardo instancabile, un genio poliedrico che spazia dalla pittura all’ingegneria, dall’anatomia all’idraulica. Eppure, giunto a Roma, sembra quasi essere messo in ombra, relegato a un ruolo marginale. Come si concilia questo apparente fallimento con l’immagine di un Leonardo celebrato e ricercato dalle corti di mezza Europa? Per comprendere meglio questa fase della vita di Leonardo, sarebbe utile approfondire il contesto storico e culturale della Roma di inizio ‘500. In particolare, si potrebbe indagare il rapporto tra il papato e gli artisti, nonché le dinamiche di potere all’interno della corte papale. Un’analisi delle figure di Leone X e Giuliano de’ Medici, ad esempio, potrebbe fornire spunti interessanti. Inoltre, sarebbe utile approfondire la figura di artisti contemporanei a Leonardo, come Raffaello e Michelangelo, per comprendere meglio il clima competitivo dell’epoca e le possibili rivalità che potrebbero aver ostacolato l’ascesa di Leonardo a Roma.4. L’Eredità di un Genio Insuperabile
Dopo un periodo di relativa inattività a Roma, Leonardo da Vinci trova un nuovo inizio in Francia, accolto con ammirazione dal re Francesco I. Il re gli offre una posizione di prestigio, che gli consente di lavorare lontano dalle pressioni economiche e dalle rivalità artistiche sperimentate in Italia. Questo trasferimento segna una fase di intensa attività e di libertà creativa per Leonardo, che non solo prosegue i suoi studi e progetti, ma si dedica anche all’organizzazione dei suoi appunti e alla revisione delle sue opere.Esplorazione e Applicazione del Sapere
La sua curiosità insaziabile lo spinge a esplorare diversi campi del sapere, dalla geometria alla meccanica, dall’anatomia alla pittura. Leonardo non si accontenta di studiare, ma cerca di applicare le sue conoscenze in progetti concreti. Tra questi, spicca la pianificazione di una città ideale a Romorantin. Sebbene alcuni progetti rimangano incompiuti, la sua influenza sull’architettura e sull’arte del tempo è innegabile.Un’Eredità Duratura
La vita di Leonardo è segnata da una costante ricerca della conoscenza e da un’incessante attività creativa, che prosegue anche negli ultimi anni. La sua mente non conosce sosta, come dimostrano il suo continuo lavoro e la sua sperimentazione. L’eredità di Leonardo non si limita alle opere d’arte, ma si estende ai suoi studi e ai suoi appunti, che continuano a ispirare e a influenzare il pensiero scientifico e artistico. La sua figura emerge come quella di un uomo che ha saputo trasformare la sua curiosità in un motore di innovazione e di progresso, lasciando un’impronta indelebile nella storia.Se Leonardo da Vinci ha goduto di un periodo di libertà creativa e assenza di pressioni economiche in Francia, perché molti dei suoi progetti, come la città ideale di Romorantin, sono rimasti incompiuti?
Il capitolo celebra l’eredità di Leonardo da Vinci e la sua libertà creativa in Francia, ma non spiega perché, nonostante le condizioni apparentemente ideali, diversi suoi progetti siano rimasti incompiuti. Per comprendere appieno la complessità di questo aspetto, sarebbe utile approfondire la storia dell’urbanistica e dell’architettura del Rinascimento, nonché le specifiche circostanze storiche e personali che hanno influenzato la vita e l’opera di Leonardo in Francia. Si potrebbe, ad esempio, esplorare il contesto politico e sociale dell’epoca, analizzando le dinamiche della corte di Francesco I e le possibili interferenze o cambiamenti di priorità che potrebbero aver ostacolato la realizzazione dei progetti di Leonardo. Inoltre, un’analisi più approfondita della psicologia e del metodo di lavoro di Leonardo, attraverso lo studio delle sue biografie e dei suoi scritti, potrebbe rivelare dettagli significativi sulle sue scelte e sul suo approccio alla progettazione. Autori come Martin Kemp e Serge Bramly potrebbero offrire spunti interessanti in questo senso.Abbiamo riassunto il possibile
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