Contenuti del libro
Informazioni
“Immobilità diffusa. Perché la mobilità intergenerazionale è così bassa in Italia” di D. Checchi… questo libro ti fa capire perché in Italia è così difficile “cambiare classe sociale” rispetto ai tuoi genitori. Parla di come il tuo background familiare, cioè quanto guadagnavano i tuoi, che lavoro facevano e quanto avevano studiato, influenzi tantissimo il tuo percorso. Non è solo una questione di soldi, ma anche di cultura e contatti. Il libro spiega come queste disuguaglianze sociali si trasmettano da una generazione all’altra, condizionando le tue scelte di istruzione, da che scuola superiore fai all’università, e poi come entri nel mercato del lavoro. Vediamo che in Italia l’influenza dei genitori è forte, più che in altri paesi europei, e questo si vede sia nei livelli di studio raggiunti sia nei lavori e negli stipendi. Anche trovare lavoro spesso dipende da reti sociali e contatti, e la ricchezza familiare, magari ricevuta in eredità, gioca un ruolo importante. Insomma, il libro analizza tutti questi fattori, dal sistema scolastico a come si accede a certe professioni, per spiegare perché la mobilità intergenerazionale qui da noi è così limitata. È un quadro chiaro di come le origini contino ancora tanto.Riassunto Breve
La condizione economica e sociale dei genitori, che include il loro livello di istruzione, il lavoro che fanno e quanti soldi hanno, influenza molto il percorso di vita dei figli. Queste condizioni determinano le scelte sulla scuola, il rendimento, la probabilità di finire gli studi e come si entra nel mondo del lavoro. Chi parte svantaggiato per via della famiglia d’origine tende a ripetere questo svantaggio. C’è un legame stretto tra i soldi dei genitori e quelli che guadagneranno i figli. Questo succede in vari modi, per esempio perché avere più soldi in famiglia aiuta a studiare di più e meglio, o perché il lavoro dei genitori può offrire contatti utili. Questa influenza non è uguale ovunque; è meno forte nei paesi del nord Europa, mentre in paesi come l’Italia la situazione dei genitori conta molto sia per l’istruzione che per quanto si guadagna, suggerendo che le regole e le politiche di un paese possono fare la differenza. In Italia, è difficile cambiare posizione sociale rispetto ai genitori. L’istruzione è vista come uno strumento per migliorare, ma le differenze legate alla famiglia d’origine rimangono forti, anche se in generale la popolazione studia di più. L’istruzione dei genitori, il loro lavoro e le risorse educative in casa influenzano molto la scelta della scuola superiore, come decidere di andare al liceo. Le famiglie con meno soldi o più caute fanno più fatica a mandare i figli all’università, e la probabilità di laurearsi è inferiore per chi viene da famiglie con bassa istruzione. Anche come è organizzata la scuola e le differenze tra regioni contano nel mantenere queste disuguaglianze. Anche trovare lavoro dipende dalla famiglia. Spesso si usano contatti personali, come amici o parenti, e questo è più comune per chi viene da famiglie con una posizione sociale elevata. Usare questi canali informali a volte significa guadagnare meno, soprattutto per chi ha studiato di più o non viene da famiglie ricche. Per alcune professioni, come ingegneri o architetti, il merito negli studi è importante per guadagnare di più, ma anche le conoscenze familiari possono aiutare all’inizio della carriera. Anche la ricchezza, specialmente le case, passa dai genitori ai figli. Ricevere eredità o donazioni è comune in Italia, e questo è stato influenzato anche dalle politiche fiscali sulle successioni. La famiglia diventa una rete di aiuto fondamentale in Italia, anche perché non c’è un forte sistema di sostegno pubblico per tutti, e questo contribuisce a mantenere le disuguaglianze tra generazioni.Riassunto Lungo
1. L’Impronta Economica dei Genitori
L’immobilità tra generazioni rallenta lo sviluppo di una società. La situazione economica e sociale dei genitori, che include il loro titolo di studio, il reddito e l’occupazione, influenza in modo significativo il percorso di vita dei figli. Queste condizioni determinano le scelte scolastiche, il rendimento negli studi, la probabilità di abbandonare la scuola e l’ingresso nel mondo del lavoro. In questo modo, lo svantaggio vissuto dai genitori tende spesso a ripetersi nei figli. Esiste una chiara correlazione positiva tra il reddito dei genitori e quello che i figli raggiungeranno da adulti. Questa persistenza delle disuguaglianze economiche varia notevolmente da un paese all’altro. Come si trasmettono le disuguaglianzeLa trasmissione di queste disuguaglianze tra generazioni avviene attraverso diversi percorsi. Un ruolo è giocato da fattori genetici, ma sono fondamentali i canali economici, culturali o familiari e sociali. Il canale economico, in particolare, è strettamente legato al reddito e alla ricchezza della famiglia e ha un impatto diretto e forte sulle opportunità di istruzione e sui risultati nel mondo del lavoro. Le risorse economiche disponibili in famiglia possono facilitare l’accesso a scuole migliori, a supporti didattici o a esperienze formative extra-scolastiche. Allo stesso modo, la mancanza di queste risorse può creare ostacoli significativi nel percorso educativo e professionale dei giovani.
Cosa dicono le ricercheUna ricerca condotta su 13 paesi europei ha analizzato l’impatto del tenore di vita familiare, misurato anche attraverso i problemi finanziari incontrati dai genitori. I risultati confermano che il contesto economico di origine influenza in modo significativo il livello di istruzione che i figli riescono a raggiungere. La ricerca mostra anche che le condizioni economiche dei genitori hanno un effetto diretto sui salari che i figli guadagneranno da adulti. Questo accade persino quando i figli hanno completato lo stesso percorso di studi. È stato osservato, per esempio, che anche l’occupazione del padre può influenzare i salari dei figli, suggerendo l’importanza delle reti sociali e delle opportunità che queste possono offrire.
L’influenza delle politiche socialiL’intensità di questi effetti cambia molto a seconda del modello di welfare adottato dai diversi paesi. Nei paesi nordici, per esempio, l’influenza del contesto economico e lavorativo dei genitori sui salari e sull’istruzione dei figli è meno marcata. Al contrario, in paesi mediterranei come l’Italia e la Spagna, tutte le variabili legate alla situazione dei genitori influenzano in modo significativo sia il percorso di studi che i salari futuri dei figli. Questo dimostra come le istituzioni e le politiche pubbliche abbiano un ruolo cruciale nel limitare la trasmissione delle disuguaglianze da una generazione all’altra. Interventi mirati nel campo dell’istruzione, del supporto alle famiglie e del mercato del lavoro possono quindi fare una grande differenza nel promuovere una maggiore mobilità sociale.
Ma il peso (scomodo?) della biologia non conta nulla nella trasmissione delle disuguaglianze?
Il capitolo accenna ai fattori genetici come possibili canali di trasmissione delle disuguaglianze, ma non li esplora a fondo, concentrandosi quasi esclusivamente sugli aspetti economici, culturali e sociali. Questa impostazione, sebbene metta giustamente in luce l’importanza cruciale dell’ambiente, trascura l’interazione complessa tra predisposizioni biologiche e contesto socio-economico nella determinazione degli esiti individuali. Per avere un quadro più completo, è fondamentale considerare come l’ereditarietà (non solo genetica in senso stretto) possa influenzare tratti che impattano il percorso di vita, e come questi interagiscano con le opportunità ambientali. Approfondire discipline come la genetica comportamentale e la sociologia che studia l’interazione tra natura e cultura, e leggere autori che analizzano il capitale umano da prospettive multidisciplinari, aiuterebbe a colmare questa lacuna e a capire se il peso della biologia è davvero così trascurabile.2. Radici e percorsi: l’istruzione tra generazioni in Italia
In Italia, la posizione di partenza di una persona influenza molto il suo percorso futuro. Questa disuguaglianza si trasmette dai genitori ai figli e si manifesta in diversi ambiti: nel livello di istruzione raggiunto, nel tipo di lavoro che si troverà e nello stipendio. Per molti, l’educazione è vista come lo strumento principale per superare queste differenze e migliorare la propria situazione sociale ed economica. Tuttavia, il legame tra l’origine familiare e il successo scolastico è ancora molto forte. La trasmissione delle disuguaglianze attraverso l’istruzione è un aspetto cruciale da comprendere.Miglioramenti e Divari Persistenti
Nel corso del tempo, il livello medio di istruzione in Italia è cresciuto per tutta la popolazione. C’è stata anche una diminuzione della disuguaglianza nei percorsi scolastici, misurata con specifici indicatori, soprattutto per chi proviene da famiglie con poca istruzione. Nonostante questo miglioramento generale, resta un forte divario. I figli di genitori che non hanno studiato molto continuano ad avere livelli di istruzione significativamente più bassi rispetto ai figli di genitori laureati, e questa differenza si vede ancora oggi nelle generazioni più giovani.L’Influenza della Famiglia
Il livello di istruzione dei genitori è strettamente legato a quello che raggiungeranno i figli. Questo legame dipende molto dalla situazione economica della famiglia e dalla possibilità di accedere a prestiti o aiuti finanziari per gli studi. L’educazione dei genitori, il tipo di lavoro che fanno (quanto è considerato importante o “di prestigio”) e la presenza di libri o altri strumenti per imparare a casa aumentano le probabilità che un figlio scelga di frequentare scuole superiori che aprono la strada all’università, come il liceo. È interessante notare che l’influenza diretta dell’istruzione dei genitori sulla scelta del liceo è un po’ diminuita nel tempo, mentre è cresciuta l’importanza del loro lavoro e delle risorse educative disponibili in casa.Ostacoli all’Università
Per i ragazzi che provengono da famiglie con un basso livello di istruzione, la probabilità di laurearsi è minore rispetto a chi ha genitori laureati. Questa differenza non è cambiata molto nel corso degli anni, dimostrando una notevole persistenza del divario nell’accesso all’istruzione superiore. La mancanza di soldi liquidi disponibili per affrontare le spese universitarie è un ostacolo importante per le famiglie meno istruite e riduce la possibilità che i figli si iscrivano all’università. Anche la preoccupazione dei genitori per il futuro e la paura di rischiare (la cosiddetta “avversione al rischio”) influisce sulla scelta di andare all’università, ma questo fattore non sembra colpire di più le famiglie meno agiate rispetto alle altre.Il Ruolo del Sistema Scolastico
Infine, il modo in cui è organizzata la scuola superiore in Italia, con i suoi diversi indirizzi di studio che possono indirizzare precocemente i ragazzi verso percorsi distinti, e le differenze nei risultati degli studenti tra le varie regioni del paese contribuiscono a mantenere vive queste disuguaglianze nell’istruzione legate all’origine socio-economica.Se l’istruzione è lo strumento per superare le disuguaglianze, perché il capitolo non affronta le responsabilità del sistema nel perpetuarle?
Il capitolo analizza con precisione i meccanismi di trasmissione intergenerazionale delle disuguaglianze educative, ma sembra concentrarsi prevalentemente sulla descrizione del fenomeno e sui fattori familiari. Manca un’analisi approfondita del ruolo attivo (o passivo) delle politiche educative e del sistema scolastico stesso nel contrastare o, al contrario, nel rafforzare tali divari. Per comprendere appieno come si possa intervenire, sarebbe fondamentale esaminare le proposte di riforma, le esperienze internazionali e le teorie che studiano l’istruzione come leva di mobilità sociale non solo a livello individuale ma anche strutturale. Approfondire autori come Pierre Bourdieu, che ha analizzato il ruolo della scuola nella riproduzione sociale, o studi specifici sulle politiche educative e il loro impatto sulla disuguaglianza, aiuterebbe a colmare questa lacuna.3. L’Impronta delle Origini sui Percorsi di Studio e Lavoro
Le condizioni della famiglia influenzano molto la scuola che i giovani scelgono e se continuano a studiare o iniziano a lavorare. Se la famiglia ha un reddito più alto, è meno probabile che i ragazzi tra i 15 e i 18 anni smettano di studiare per cercare un lavoro. I giovani che vivono con un solo genitore o in famiglie con tanti figli piccoli hanno più possibilità di iniziare a lavorare presto. Anche il tipo di scuola superiore fa la differenza: chi frequenta scuole medie superiori o professionali inizia a lavorare più facilmente di chi va al liceo o agli istituti tecnici. Spesso, la scelta della scuola superiore dipende da quanto i genitori hanno studiato e dalle loro condizioni economiche. I figli di genitori con studi più alti tendono a scegliere i licei, dove meno studenti abbandonano gli studi.Come si cerca lavoro
Il modo in cui le persone trovano lavoro, usando canali ufficiali o contatti personali, cambia a seconda della famiglia da cui provengono. I contatti personali includono parenti, amici, conoscenti o conoscere direttamente chi offre il lavoro. In Italia, è molto comune usare i contatti personali per cercare un impiego. Un’analisi su chi ha finito le superiori o l’università mostra che le persone che vengono da famiglie più ricche, come la borghesia, trovano lavoro più spesso tramite parenti o perché conoscono già il datore di lavoro. Invece, chi viene da famiglie di classe media o operaia usa di più amici e conoscenti per trovare lavoro.L’impatto sull’inizio carriera
Usare contatti personali per trovare lavoro di solito porta a stipendi mensili più bassi rispetto all’uso di canali ufficiali. Questo vale soprattutto per chi ha una laurea e per chi non viene da famiglie della borghesia. Per chi ha solo il diploma, conoscere direttamente chi offre il lavoro aumenta la possibilità di avere un contratto a tempo indeterminato, specialmente se non si viene da famiglie ricche. In alcune professioni come l’ingegnere o l’architetto, l’influenza diretta del lavoro del padre è limitata. Tuttavia, le conoscenze della famiglia, come gli amici dei genitori, aiutano a trovare il posto dove fare pratica. Avere successo negli studi universitari è molto importante per guadagnare di più in queste professioni.Davvero il merito è l’unico motore del successo professionale in Italia, o contano di più le eredità e le giuste conoscenze?
Il capitolo, pur sottolineando l’importanza del merito accademico e dell’esperienza per il reddito professionale, introduce elementi che sembrano minare questa visione. La menzione dell’accesso alla professione tramite contatti universitari e docenti, unita al potenziale vantaggio iniziale derivante dal lavorare in studi di famiglia o di parenti, suggerisce che le reti relazionali e il background familiare abbiano un peso non trascurabile. Questo aspetto diventa ancora più critico se messo in relazione con la sezione sul trasferimento della ricchezza, che evidenzia come una quota crescente di patrimonio derivi da eredità e donazioni, specialmente immobiliari. Se la ricchezza si trasmette di generazione in generazione e l’accesso a opportunità professionali è facilitato da contatti e legami familiari, è lecito chiedersi quanto il successo sia effettivamente determinato dal solo merito individuale e quanto invece sia influenzato da fattori ereditari e relazionali. Per approfondire questa complessa interazione tra merito, capitale sociale ed ereditarietà, sarebbe utile esplorare studi sulla mobilità sociale, l’economia dell’istruzione e l’impatto delle disuguaglianze patrimoniali. Autori che si occupano di stratificazione sociale ed economia della disuguaglianza possono offrire prospettive preziose.5. Destini e Opportunità: L’Influenza Familiare
La situazione economica e sociale della famiglia di origine ha un forte impatto sul percorso di vita di una persona. Le risorse di partenza, sia economiche che culturali, influenzano molte scelte importanti, come quelle legate all’istruzione e all’ingresso nel mondo del lavoro. Questo legame tra la famiglia e le opportunità future contribuisce a definire il cammino di ciascuno.Eredità e ricchezza familiare
La ricchezza, soprattutto quella legata alle proprietà immobiliari, tende a passare da una generazione all’altra. Dopo il 2000, l’abolizione delle tasse sulle eredità ha reso ancora più probabile ricevere beni in eredità, e questo vantaggio è stato maggiore per le famiglie già ricche. La possibilità di ricevere un’eredità immobiliare dipende da vari fattori, tra cui l’età, il livello di istruzione, la ricchezza personale, il reddito e la zona geografica in cui si vive.L’influenza sulle scelte educative
Le risorse di cui dispone la famiglia influenzano in modo significativo le decisioni scolastiche. Ad esempio, la scelta di continuare gli studi dopo la scuola dell’obbligo, di iscriversi all’università o di optare per un certo tipo di percorso formativo è spesso legata alla condizione economica e culturale della famiglia. Le famiglie con meno risorse economiche o meno propense al rischio tendono a preferire studi più brevi che permettano un ingresso più rapido nel mondo del lavoro. La situazione finanziaria familiare ha un ruolo anche nella probabilità che un giovane abbandoni gli studi prima di completarli.Accesso al lavoro e reti sociali
Anche nel mercato del lavoro, i legami familiari e le conoscenze sociali possono facilitare la ricerca e l’ottenimento di un impiego. Questo vantaggio è particolarmente evidente per chi proviene da contesti sociali più favoriti. L’accesso a determinate professioni, come quelle che richiedono un periodo di praticantato, può essere agevolato dalle reti familiari. Inoltre, avviare un’attività in proprio o aprire uno studio professionale richiede spesso un investimento iniziale non indifferente, e la difficoltà nell’ottenere prestiti bancari rende il sostegno economico della famiglia una risorsa fondamentale.Trasformazioni del mercato del lavoro e ruolo della famiglia
La riforma del mercato del lavoro del 1997 ha cambiato le modalità di ingresso, portando a un aumento dei contratti a tempo determinato come forma iniziale di impiego. Nonostante ciò, si è osservata anche una diminuzione del lavoro non dichiarato e della disoccupazione tra i giovani. Una parte dei lavoratori con contratti temporanei riesce poi a ottenere posizioni più stabili. In un contesto dove manca un sistema di protezione sociale valido per tutti, la famiglia diventa una rete di sicurezza essenziale, ma questo ruolo rafforza anche la tendenza a una scarsa mobilità sociale tra le generazioni.Politiche per favorire la mobilità sociale
Per aumentare le opportunità e permettere a più persone di migliorare la propria condizione sociale rispetto a quella di partenza, sono necessarie azioni su diversi fronti. È importante offrire sostegno economico alle famiglie per affrontare i costi dell’istruzione, migliorare i servizi di orientamento scolastico per aiutare i giovani a scegliere il percorso più adatto, facilitare l’accesso al lavoro attraverso canali chiari e meritocratici, ridurre gli ostacoli che rendono difficile entrare in alcune professioni o avviare un’impresa, e rafforzare le reti di supporto pubblico per offrire maggiore sicurezza e opportunità a tutti.Ma è davvero così semplice l’impatto della riforma del 1997, o il capitolo omette di considerare la crescente precarietà che ha generato?
Il capitolo accenna alla riforma del mercato del lavoro del 1997 e ai suoi effetti, citando l’aumento dei contratti a termine e la diminuzione del lavoro non dichiarato e della disoccupazione giovanile. Tuttavia, l’impatto di quella riforma è stato oggetto di ampio dibattito e critiche, con molti che evidenziano come abbia contribuito a creare un mercato del lavoro duale e ad aumentare la precarietà per le nuove generazioni, con conseguenze sulla mobilità sociale e sulla sicurezza economica. Per una comprensione più completa, sarebbe utile approfondire gli studi di economia del lavoro e sociologia economica che hanno analizzato a fondo le conseguenze a lungo termine di tali interventi normativi. Autori come Tito Boeri o Chiara Saraceno hanno trattato ampiamente questi temi.Abbiamo riassunto il possibile
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