1X
🔊 100%
Contenuti del libro
Informazioni
“Il vicolo delle cause perse” di Claudio Paglieri è un giallo italiano che parte subito forte con l’omicidio di Barbara Ameri a Rapallo, un caso complicato fin dall’inizio perché la scena del crimine viene manomessa. L’indagine finisce nelle mani del giovane e ambizioso vicecommissario Nicola Giampieri, che si trova subito in difficoltà, mentre in parallelo seguiamo la storia del commissario Marco Luciani, un ex poliziotto esperto ma in crisi personale, che viene spinto a tornare sul caso. La trama si infittisce velocemente, passando dai primi sospetti come il broker Giulio Mantero a nuove piste che coinvolgono personaggi ambigui come Maurizio Merli e sua sorella Emanuela Merli, e si scopre che dietro l’omicidio c’è molto di più di un semplice delitto passionale o legato al lavoro. Tra segreti nascosti nell’archivio del broker, morti sospette che sembrano suicidi ma non convincono, e l’ombra dei servizi segreti che cercano di insabbiare tutto, l’indagine diventa una corsa contro il tempo e contro poteri forti che non vogliono che la verità venga fuori. È un thriller avvincente ambientato tra la Liguria e Genova, che ti tiene col fiato sospeso fino alla fine per capire chi è il vero assassino e quali segreti si nascondono dietro questo caso.Riassunto Breve
Una ragazza, Barbara Ameri, viene trovata morente nel suo ufficio e muore subito dopo. La scena del crimine è stata pulita, rendendo l’indagine difficile. Il vicecommissario Nicola Giampieri, giovane e con ambizioni, segue il caso, ma non trova subito un movente o l’arma. Il primo sospettato è il suo capo, Giulio Mantero, che sembra agitato e ha un alibi debole. L’indagine è complicata dalla pressione e dal fatto che Mantero ha conoscenze importanti. Intanto, l’ex commissario Marco Luciani, che si è dimesso e ha problemi personali, viene spinto a tornare sul caso, creando tensione con Giampieri che vuole farcela da solo. Si scopre che la madre di Mantero ha pulito l’ufficio perché aveva dei dubbi sul figlio. Emerge anche che Barbara era in ufficio il sabato prima di morire e ha preso un dischetto dal computer. Luciani, coinvolto dai genitori di Barbara, trova un biglietto e scopre che Barbara è stata in un locale e forse con un ragazzo, Giacomo Carrisi. Le indagini si spostano sulla vita privata di Barbara. Una nuova pista porta a Maurizio Merli, un uomo con precedenti legato a Mantero, che abita vicino e frequenta lo stesso locale di Barbara. Si scopre che il computer di Barbara è stato acceso prima di quanto si pensasse. Figure misteriose che dicono di essere dei servizi segreti avvertono un investigatore di non cercare complicazioni nel caso. Maurizio Merli scappa in Francia e viene trovato morto in un bosco, presentato come suicidio. Le circostanze della sua morte sembrano strane, e la sorella dice che è stato ucciso per chiudere il caso. L’indagine ufficiale si chiude con Merli come assassino suicida, ma mancano movente e arma, e ci sono troppi dubbi. Il padre di Luciani suggerisce legami tra l’omicidio e affari sporchi del padre di Mantero, protetti da persone potenti. La verità nascosta è che Barbara ha trovato un file su Merli nell’archivio del suo capo, che parlava di un furto di medicinali legato a un’operazione di solidarietà e di un accordo per il suo silenzio. Barbara ha copiato questo file. Poco dopo, Merli muore in modo sospetto. Giampieri trova il file copiato a casa di Barbara, sente di essere in pericolo e mette dei segnali. Giampieri muore per un’overdose, ma Luciani scopre che temeva intrusioni e un suo messaggio fa pensare ai servizi segreti nel caso di Barbara. Luciani scopre che Barbara aveva vinto una crociera e che Emanuela Merli, sorella di Maurizio, l’aveva aiutata in un concorso radiofonico. Barbara ha provato a ricattare Emanuela con le informazioni sul fratello. Emanuela Merli è l’assassina di Barbara, l’ha colpita con un martelletto quando il ricatto non è riuscito. La morte di Giampieri, anche se causata da droga e altro, viene coperta dai servizi segreti, che fanno sparire Davide Risi, il poliziotto che dava la droga a Giampieri, per non far scoprire il loro coinvolgimento nella morte di Merli e nell’operazione segreta. Luciani trova Emanuela Merli in Svizzera e la affronta su un sentiero di montagna, dove lei cade e muore. Luciani cade e si ferisce. Dopo questo, Luciani vuole lasciare la polizia, ma i suoi uomini gli mostrano la loro lealtà e gli restituiscono la lettera di dimissioni, che lui brucia. Per Luciani restano domande aperte sulla vera ragione della morte di Merli, sulla morte di Giampieri e sulla scomparsa di Amalia. Si scopre a parte che due uomini hanno usato Amalia per drogare Giampieri con un sonnifero per rubare un disco legato a un’operazione segreta. Sono entrati in casa sua dopo che Amalia l’aveva drogato, ma lo hanno trovato già morto. Hanno preso il disco e, con aiuti in Questura, hanno cancellato prove dal computer di Barbara. Vedono Amalia come un problema perché non è una professionista.Riassunto Lungo
1. L’indagine difficile e le vite in bilico
Una ragazza, Barbara Ameri, viene trovata agonizzante nel suo ufficio a Rapallo e muore poco dopo. La scena del crimine risulta compromessa perché viene pulita prima dell’arrivo della polizia. Le indagini vengono affidate al vicecommissario Nicola Giampieri. Giampieri è giovane e ambizioso, e deve gestire il caso nonostante la mancanza di un movente chiaro e dell’arma del delitto. Il principale sospettato è il suo capo, il broker Giulio Mantero, che appare nervoso e ha un alibi debole.L’Approccio Investigativo
Giampieri collabora con il commissario locale Venuti e il sostituto procuratore Monica Serra. Serra è cauta nell’indagare Mantero a causa delle sue conoscenze influenti. Giampieri utilizza metodi analitici per affrontare il caso. Tra questi metodi c’è l’analisi statistica dei casi di omicidio. Questa analisi inizialmente suggerisce un parente come probabile colpevole, ma poi si sposta verso il datore di lavoro o un collega quando si considera il luogo del delitto.La Situazione di Marco Luciani
Parallelamente, l’ex commissario Marco Luciani sta affrontando problemi personali significativi. Noto per la sua integrità, ha dato le dimissioni dalla polizia. Attualmente è alle prese con lo sfratto dalla sua casa. A ciò si aggiunge la malattia terminale del padre, con cui ha un rapporto difficile. Nonostante la sua complessa situazione, c’è pressione affinché torni a occuparsi del caso Ameri. Questa pressione nasce dal fatto che Giampieri sembra incontrare molte difficoltà nell’indagine.Tensioni e Resistenze
Luciani, tuttavia, resiste a questa possibilità di tornare in servizio. La tensione aumenta nell’ambiente investigativo. Da un lato c’è Giampieri, determinato a risolvere il caso da solo per avanzare nella sua carriera. Dall’altro lato ci sono coloro che ritengono necessario il ritorno di Luciani per la sua esperienza. Questo crea un clima di conflitto riguardo alla direzione da prendere nell’indagine.Ma l’analisi statistica dei casi di omicidio, per quanto affascinante, è davvero lo strumento principe per sbrogliare un singolo, intricato delitto, specie quando la scena è stata irrimediabilmente alterata?
Il capitolo introduce l’uso dell’analisi statistica come metodo investigativo, suggerendo che possa orientare l’indagine verso determinate categorie di sospetti (parenti, datori di lavoro, colleghi) in base a dati generali o al luogo del delitto. Tuttavia, l’applicazione di probabilità derivate da un ampio campione di casi a un singolo evento specifico, per di più privo di prove cruciali a causa della compromissione della scena, solleva seri interrogativi sulla sua efficacia e pertinenza. Un’indagine si basa sulla raccolta e interpretazione di prove specifiche del caso in esame, non su tendenze statistiche generali che non tengono conto delle infinite variabili uniche di ogni crimine. Per comprendere meglio i limiti e le potenzialità (nonché i rischi di un uso improprio) di tali approcci, sarebbe utile approfondire le discipline della criminologia, delle scienze forensi e della metodologia investigativa, che trattano la complessità della prova e del ragionamento deduttivo e induttivo nel contesto giudiziario.2. Nuove piste e vecchi investigatori
L’indagine sull’omicidio di Barbara Ameri incontra subito notevoli difficoltà, in parte a causa della forte pressione mediatica e dell’opinione pubblica. Molti cittadini si schierano apertamente a favore dell’avvocato Mantero, che era stato inizialmente sospettato, e criticano l’operato della polizia. Il vicecommissario Giampieri è la persona incaricata di gestire il caso e deve affrontare queste resistenze esterne e le complicazioni interne all’indagine fin dall’inizio.Un elemento cruciale emerge da un’intercettazione telefonica. Viene registrata una conversazione tra l’avvocato Mantero e sua madre. Dalle loro parole si scopre che la madre, subito dopo il delitto, aveva pulito l’ufficio del figlio. La donna confessa di aver agito così perché aveva avuto un breve, terribile sospetto che il figlio potesse essere coinvolto, e voleva cancellare ogni possibile traccia. L’intercettazione rivela anche un dettaglio fondamentale riguardante Barbara: si trovava nel suo ufficio il sabato mattina prima di essere uccisa e, cosa importante, aveva prelevato un dischetto dal computer. Questa scoperta sposta l’attenzione degli investigatori, orientandola verso il contenuto di quel dischetto.Un’indagine parallela
Contemporaneamente, una linea investigativa separata prende forma. Il commissario Luciani, pur essendo in aspettativa dal servizio, viene coinvolto nel caso. Sono i genitori di Barbara a rivolgersi a lui, chiedendogli aiuto per capire cosa sia successo alla loro figlia. Luciani accetta e inizia a esaminare i documenti di Barbara e a visitare i luoghi che frequentava. Durante la visita nella casa della vittima, trova un biglietto da visita del locale “Saffophone”. Decide di indagare personalmente in questo posto per capire se Barbara ci fosse stata di recente. Parlando con il personale del locale, scopre che Barbara era effettivamente stata lì la sera prima di morire. Inizialmente con delle amiche, ma poi era tornata una seconda volta quella stessa sera, in compagnia di un ragazzo. Consultando i registri degli avventori o del personale presente, Luciani riesce a identificare chi potrebbe essere stato con lei: Giacomo Carrisi.Le indagini, sia quelle ufficiali che quella condotta da Luciani, portano a esplorare aspetti più intimi e privati della vita di Barbara. Emerge, ad esempio, che Barbara aveva avuto una relazione significativa in passato con un’amica, un dettaglio che potrebbe essere rilevante per capire gli ultimi eventi della sua vita. Inoltre, diverse testimonianze suggeriscono che il suo comportamento era apparso insolito e preoccupato nei giorni immediatamente precedenti la sua morte. La ricerca dell’assassino si concentra ora su queste nuove direzioni, scavando nel passato e nelle relazioni personali di Barbara per trovare il movente e l’identità del colpevole.Davvero un elemento “fondamentale” come il dischetto può semplicemente svanire dall’indagine senza lasciare traccia narrativa?
Il capitolo presenta l’intercettazione telefonica come un momento chiave, da cui emerge il dettaglio “fondamentale” del dischetto prelevato da Barbara. Viene esplicitamente detto che questa scoperta “sposta l’attenzione degli investigatori”. Eppure, nel resto del riassunto, il dischetto scompare completamente dalla narrazione. L’indagine si concentra su altre piste, come il locale “Saffophone” e le relazioni private di Barbara, senza mai spiegare se il dischetto sia stato recuperato, cosa contenesse, o perché non sia più considerato rilevante. Questa omissione crea una notevole lacuna logica: un elemento definito “fondamentale” non può semplicemente evaporare da un’indagine senza una giustificazione narrativa, altrimenti la sua iniziale enfasi risulta ingiustificata. Per comprendere meglio come le prove vengono gestite e come le piste investigative si sviluppano (o si esauriscono) in una narrazione, sarebbe utile approfondire i principi della criminologia investigativa e le tecniche narrative tipiche del genere giallo, magari leggendo autori che curano particolarmente la coerenza procedurale.3. Dietro il caso chiuso
L’indagine sull’omicidio di Barbara Ameri prende il via con la raccolta delle prime testimonianze utili a ricostruire i fatti. Viene anche sequestrato il computer della vittima nella speranza di trovare indizi utili a capire cosa sia successo. Le verifiche iniziali su questi elementi non offrono elementi decisivi per risolvere il caso e l’indagine sembra non progredire rapidamente. Tuttavia, una nuova pista di indagine si apre concentrandosi su Maurizio Merli, un uomo che emerge come potenziale sospettato. Quest’uomo ha precedenti penali ed è collegato all’avvocato Mantero, che era il datore di lavoro di Barbara, stabilendo così un primo legame con la vittima. Si scopre inoltre che Merli frequentava un locale dove Barbara era stata vista poco prima dei fatti, un dettaglio che lo avvicina ulteriormente alla scena. La sua residenza si trova anche nelle vicinanze del luogo dove è avvenuto il delitto, collocandolo fisicamente vicino al luogo del crimine.Sospetti e interferenze
Un elemento che complica il quadro investigativo emerge dall’analisi approfondita del computer di Barbara. Si scopre che il dispositivo è stato acceso e spento la mattina stessa dell’omicidio, ma l’orario registrato è precedente a quello inizialmente considerato per i fatti. Questo dettaglio inaspettato mette in discussione gli alibi che erano stati costruiti basandosi sulla prima testimonianza raccolta, costringendo gli investigatori a riconsiderare la cronologia degli eventi. Parallelamente, figure non identificate iniziano a manifestarsi, aggiungendo un ulteriore livello di mistero e pressione sul caso. Queste persone si presentano come appartenenti ai servizi di sicurezza dello Stato e contattano uno degli investigatori incaricati del caso. Lo avvertono in modo esplicito di non proseguire su determinate direzioni di indagine, suggerendo che il caso sia più semplice di quanto appaia e che non abbia collegamenti con questioni di sicurezza nazionale, un chiaro tentativo di limitare l’ambito dell’indagine.La tragica fine di Maurizio Merli
Mentre l’indagine prosegue tra nuove piste e avvertimenti, Maurizio Merli viene rintracciato. Si scopre che è fuggito e si trova in Francia, rendendo necessario un coordinamento internazionale per la sua cattura. Poco tempo dopo il suo ritrovamento, Merli viene trovato morto. Il suo corpo viene rinvenuto in un bosco situato vicino al confine italiano, in circostanze che appaiono subito sospette. La versione ufficiale presentata è quella del suicidio, volta a chiudere rapidamente il caso. Tuttavia, le circostanze in cui viene trovato il cadavere sollevano immediatamente forti dubbi tra chi esamina la scena. Aspetti come la posizione specifica del corpo e la natura delle ferite non sembrano compatibili con un atto volontario di togliersi la vita. La sorella di Merli rifiuta categoricamente l’idea che si sia suicidato. Anzi, accusa apertamente le autorità di averlo ucciso per poter chiudere rapidamente il caso e nascondere la verità.Una conclusione che non convince
Nonostante i molti interrogativi sollevati dalle circostanze della morte di Merli, l’indagine ufficiale viene dichiarata conclusa. La versione accettata è che Maurizio Merli sia l’assassino di Barbara Ameri e che la sua morte sia quindi un suicidio avvenuto dopo il delitto. Tuttavia, questa conclusione affrettata lascia aperte questioni fondamentali e irrisolte che minano la sua credibilità. Non viene mai chiarito un movente credibile per l’omicidio commesso da Merli, un elemento essenziale in qualsiasi indagine. L’arma del delitto non viene mai ritrovata, un’assenza significativa che rende difficile collegare Merli al crimine. Le modalità sospette della morte di Merli non vengono adeguatamente spiegate o smentite dalle autorità, alimentando i sospetti. Questi elementi rendono la versione ufficiale debole e poco convincente per molti, lasciando una sensazione di incompletezza e di verità nascosta.Ombre sul caso: nuove rivelazioni
A gettare ulteriori ombre sulla verità ufficiale e a suggerire scenari più complessi interviene il padre di Marco Luciani. Essendo un ex poliziotto, possiede informazioni riservate che decide di rivelare, offrendo una prospettiva diversa sul caso. Fornisce dettagli sul padre dell’avvocato Mantero e sui suoi affari, suggerendo un possibile collegamento con l’omicidio. Suggerisce con forza che l’omicidio di Barbara possa essere legato a traffici illeciti, attività illegali che sarebbero state abilmente mascherate dietro la facciata di operazioni umanitarie per non destare sospetti. Secondo le sue informazioni, questi traffici godrebbero della protezione di figure molto potenti, capaci di influenzare le indagini e coprire la verità. Questa rivelazione offre un possibile contesto più ampio e inquietante per il delitto, suggerendo che Barbara possa essere stata uccisa perché coinvolta o a conoscenza di questi affari illeciti protetti da poteri forti. Nonostante la chiusura formale del caso con l’identificazione di Merli come colpevole, i dubbi sulla reale verità dei fatti rimangono più forti che mai, alimentati da queste nuove informazioni.Perché i servizi segreti erano coinvolti nel caso di Maurizio Merli fin dall’inizio?
Il capitolo afferma che i servizi segreti hanno coperto la morte di Nicola Giampieri per evitare che la loro precedente implicazione nel caso Merli e nel presunto suicidio di Maurizio venisse scoperta. Tuttavia, non viene mai chiarito quale fosse la natura di questa “precedente implicazione”. Questa lacuna lascia inspiegato il movente originale dei servizi segreti, rendendo il loro successivo depistaggio un elemento narrativo privo di un fondamento logico completo. Per comprendere meglio come e perché le agenzie statali possano intersecarsi con vicende criminali apparentemente minori, potrebbe essere utile approfondire la storia dei servizi segreti o la letteratura di spionaggio, magari leggendo autori come John le Carré.5. Verità Nascoste e Lealtà
Sulla scala di montagna, Marco Luciani si trova faccia a faccia con Emanuela Merli. Luciani soffre di vertigini, e in un momento di tensione, Emanuela cade nel vuoto. Paralizzato dalla paura per l’accaduto e per la sua condizione, Luciani perde l’equilibrio a sua volta, cadendo e riportando delle ferite.La decisione di lasciare e il sostegno della squadra
Dopo l’incidente, Luciani è profondamente scosso da quanto successo in montagna. Questo evento lo porta a prendere una decisione drastica: lasciare la polizia. Il questore Iaquinta si prepara a formalizzare la sua uscita, preparando la lettera di dimissioni necessaria. Tuttavia, gli agenti della squadra Omicidi, i suoi uomini più fidati guidati da Iannece, Calabrò e Failla, non accettano l’idea di perdere il loro commissario e si oppongono fermamente alla sua partenza.Il ritorno in Questura e il gesto di lealtà
Nonostante la decisione presa, Luciani torna in Questura per ritirare le sue cose personali. Qui, i suoi agenti gli riservano una sorpresa inaspettata organizzando una festa per lui. Durante la festa, gli regalano un nuovo paio di racchette da tennis, un gesto che mostra il loro affetto e il desiderio che lui resti. Luciani scopre che la lettera di dimissioni, che aveva consegnato a Iannece, non è mai arrivata sulla scrivania del questore, ma gli è stata restituita dai suoi uomini. Capisce così il profondo significato del loro gesto di lealtà e decide di rimanere. Con un atto simbolico, usa la candela della torta per bruciare la lettera di dimissioni.Le domande che restano aperte
Anche se il caso principale sembra chiuso e ha deciso di non lasciare la polizia, per Luciani rimangono ancora diverse domande senza risposta. Vuole capire il vero motivo che ha spinto Maurizio Merli al suicidio. Cerca la verità sulla morte del suo vice, Nicola Giampieri, un evento che lo ha segnato profondamente. Inoltre, non sa cosa sia successo ad Amalia dopo il loro ultimo incontro e perché sia scomparsa.La verità sulla morte di Giampieri e il complotto
Emergono dettagli su una verità separata che riguarda proprio la morte di Nicola Giampieri. Si scopre che due uomini hanno sfruttato Amalia per un loro piano. L’hanno usata per drogare Giampieri, facendogli assumere un potente sonnifero nascosto in una crema. Il loro obiettivo era rubare un disco che conteneva informazioni legate a un’operazione segreta di grande importanza. Sono riusciti a entrare in casa di Giampieri dopo che Amalia lo aveva drogato, ma lo hanno trovato già morto. Una volta preso il disco che cercavano, con l’aiuto di contatti interni alla Questura, sono riusciti a cancellare tutte le prove relative alla loro azione dal computer di Barbara Ameri. Ora vedono Amalia come un potenziale rischio perché non è coinvolta professionalmente in questi ambienti e temono che possa parlare e rivelare quanto accaduto.Ma davvero un commissario ‘profondamente scosso’ e con una ‘decisione drastica’ di lasciare il servizio può essere convinto a restare da una festa e una lettera intercettata?
Il capitolo descrive Luciani come “profondamente scosso” e la sua decisione di dimettersi come “drastica”. Tuttavia, il suo ritorno in servizio avviene in modo piuttosto repentino, quasi come una reazione immediata a un gesto di lealtà, per quanto toccante. Questo passaggio solleva interrogativi sulla coerenza psicologica del personaggio e sulla rappresentazione delle dinamiche professionali all’interno di un corpo di polizia, dove l’intercettazione di documenti ufficiali, anche a fin di bene, rappresenta una grave infrazione. Per comprendere meglio le complessità della psicologia umana di fronte a eventi traumatici e le rigide procedure delle forze dell’ordine, si potrebbero approfondire studi sulla psicologia del trauma e testi che trattano di diritto e procedure di polizia.Abbiamo riassunto il possibile
Se vuoi saperne di più, devi leggere il libro originale
Compra il libro[sc name=”1″][/sc] [sc name=”2″][/sc] [sc name=”3″][/sc] [sc name=”4″][/sc] [sc name=”5″][/sc] [sc name=”6″][/sc] [sc name=”7″][/sc] [sc name=”8″][/sc] [sc name=”9″][/sc] [sc name=”10″][/sc]