Contenuti del libro
Informazioni
“Il tempo e la vita” di Eugenio Borgna ti porta in un viaggio incredibile dentro di noi. Non parla del tempo che vedi sull’orologio, ma del nostro “tempo vissuto”, quello che sentiamo dentro, che cambia con noi e che è diverso per ognuno. Borgna esplora questa dimensione super personale usando la psichiatria, la filosofia e la letteratura, facendoci vedere come autori come Agostino o Proust hanno già capito quanto sia legato alla memoria e alla nostalgia. Il libro ti fa capire come il dolore, la noia e persino la speranza siano intrecciati con il nostro modo di vivere il tempo. È affascinante vedere come questo “tempo interiore” si trasformi, a volte si blocchi o si spezzi, specialmente quando si parla di sofferenza psichica, come nella depressione o nella schizofrenia, o nella malattia di Alzheimer. Non ci sono luoghi fisici o personaggi nel senso classico, ma i veri protagonisti sono le idee dei grandi pensatori e l’esperienza umana stessa, con le sue fragilità e la sua dignità. È un libro che ti fa riflettere su quanto il tempo che sentiamo sia diverso da quello che misuriamo, e su quanto sia fondamentale per capire chi siamo e cosa proviamo.Riassunto Breve
Il tempo si presenta in due modi diversi: uno che si misura con gli orologi, uguale per tutti, e uno che si sente dentro, che è personale e cambia da persona a persona. Questo tempo interiore, o tempo vissuto, è quello che conta per capire come le persone sentono la vita. Pensatori come Agostino e scrittori come Proust hanno capito che questo tempo dentro di noi non è fisso, ma è legato a come ricordiamo le cose, alla nostalgia, al dolore o anche alla noia. Il tempo vissuto cambia molto durante la vita. Quando si è giovani, a volte sembra che passi piano, mentre da adulti sembra accelerare. Anche quello che succede fuori, come una guerra, può cambiare come sentiamo il tempo, facendo sembrare lunghe le attese e angosciose le notti. La malattia, specialmente quella mentale, stravolge il tempo interiore. Nella depressione, il futuro scompare, resta solo il passato pesante, e le ore non passano mai. Nelle malattie gravi come la schizofrenia, il tempo dentro si rompe, non c’è più un legame tra passato, presente e futuro, e la persona si sente persa in un presente strano. Anche l’Alzheimer distrugge il tempo vissuto: il futuro non esiste più, il presente è confuso e i ricordi del passato si perdono. Però, anche in queste situazioni difficili, la persona mantiene la sua dignità. Emozioni come la nostalgia sono legate al tempo, è il desiderio di tornare a momenti o luoghi passati, diverso dal rimpianto. La speranza invece guarda avanti, ma si nutre di quello che ricordiamo. La noia è un altro stato legato al tempo interiore che si ferma, scollegato dal tempo fuori. È un vuoto che fa sentire il tempo come bloccato. La noia può portare a cercare distrazioni o a sentirsi indifferenti, specialmente nei giovani. Nella società di oggi, piena di stimoli superficiali, è facile sentirsi annoiati e vuoti dentro. La gioia, al contrario, sembra non avere tempo, nasce da dentro e fa sentire una specie di desiderio di qualcosa di infinito. Il dolore, sia fisico che mentale, cambia anche lui la percezione del tempo, rendendo la vita fragile. Capire come una persona sente il tempo dentro è fondamentale, specialmente per chi si occupa di curare le malattie della mente. Ascoltare con attenzione, a volte anche nel silenzio, è importante per capire la sofferenza e aiutare le persone a ritrovare un senso del tempo e della vita. La filosofia, la letteratura e la musica aiutano a esplorare queste dimensioni profonde del tempo umano, che è una parte essenziale di come viviamo e sentiamo il mondo.Riassunto Lungo
1. Le Forme del Tempo Interiore
Le due dimensioni del tempo
Esistono due modi diversi in cui il tempo si manifesta. Da una parte, c’è il tempo che possiamo misurare in modo preciso e oggettivo, come quello segnato dagli orologi. Dall’altra parte, c’è un tempo interiore, personale e soggettivo, che chiamiamo tempo vissuto. Questo tempo vissuto è diverso per ognuno di noi e cambia da persona a persona. Il tempo vissuto è proprio quello che vogliamo capire meglio, studiandolo attraverso la psichiatria, la filosofia e la letteratura.Il contributo di Agostino e Proust
Figure importanti come Agostino e Proust ci hanno aiutato molto a capire il tempo interiore. Agostino, nel suo libro “Confessioni”, ha messo in luce quanto il tempo sia un’esperienza personale. Proust, invece, nel libro “Ricerca del Tempo Perduto”, ha mostrato come il passato rimane vivo nella nostra memoria e può tornare a galla all’improvviso. Il tempo interiore è strettamente legato a cose come i ricordi, la nostalgia, il dolore e la noia, e influenza profondamente il modo in cui viviamo.Il tempo interiore in psicopatologia
Quando parliamo di disturbi psicologici, le alterazioni del tempo vissuto diventano particolarmente importanti. Ad esempio, nella depressione, il futuro sembra sparire e rimane solo l’ombra del passato. Nelle psicosi, il tempo interiore può rompersi in tanti pezzi, perdendo ogni legame con il tempo misurabile. La psichiatria fenomenologica, con studiosi come Minkowski, considera il tempo interiore come un elemento fondamentale per capire i diversi modi in cui si manifestano i disturbi psicologici.Tempo interiore nell’arte e nella filosofia
Anche la letteratura e la filosofia ci aiutano a comprendere meglio questa dimensione soggettiva del tempo, grazie alle riflessioni di scrittori e pensatori come Mann, Shakespeare, Leopardi, Rilke e Eliot. Persino la musica, come hanno spiegato Hersch e Brendel, ci offre un punto di vista unico sul tempo, rivelando quanto l’esperienza del tempo sia legata alle nostre emozioni e a ciò che percepiamo dentro di noi. Il tempo vissuto non è quindi solo un argomento per filosofi o psicologi, ma è una parte essenziale della vita di ogni essere umano, che si presenta in molti modi diversi e che dobbiamo continuare a studiare per capirlo fino in fondo.Ma il “tempo interiore” descritto in questo capitolo non rischia di essere una nozione eccessivamente vaga e poco definita?
Il capitolo introduce il concetto di “tempo interiore” come una dimensione soggettiva e personale, distinta dal tempo oggettivo misurabile. Tuttavia, la vaghezza della definizione potrebbe sollevare dubbi sulla sua effettiva utilità scientifica e filosofica. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire le ricerche sulla psicologia della percezione del tempo, e studiare autori come William James, che ha esplorato la natura della coscienza e dell’esperienza soggettiva, per comprendere meglio come concettualizzare e studiare rigorosamente il “tempo interiore”.2. Le Forme Mutabili del Tempo Vissuto
La Natura Soggettiva del Tempo
Il tempo non scorre sempre uguale per tutti, ma cambia profondamente nel corso della vita e a seconda di cosa ci succede. Non viviamo il tempo nello stesso modo: la nostra esperienza personale del tempo cambia con l’età e con le emozioni che proviamo. Quando siamo adolescenti, il tempo può sembrare molto lento e pieno di pensieri, mentre quando diventiamo adulti sembra che corra più veloce. Anche quello che succede intorno a noi può cambiare la percezione del tempo. Ad esempio, durante una guerra, aspettare sembra non finire mai e le notti possono diventare molto angoscianti.L’Impatto della Malattia Mentale sul Tempo
Anche le malattie mentali possono cambiare profondamente il modo in cui viviamo il tempo. Nelle strutture per malati mentali, come i manicomi, il tempo può sembrare fermo e sempre uguale, sia per chi è malato sia per chi si prende cura di loro. Questo crea una situazione isolata e distorta dalla realtà. Però, se si usa un approccio umano per curare le persone, si può aiutare a far coincidere di nuovo il tempo oggettivo, quello misurabile, con il tempo soggettivo, quello personale. In questo modo, la vita riprende ad avere un senso.Riflessioni Filosofiche e Letterarie sul Tempo
Alcuni filosofi, come Seneca, hanno pensato a quanto sia breve la vita e a quanto sia importante usare bene il tempo. Seneca spiegava che alcune persone sprecano il tempo in cose inutili, mentre altre lo usano per diventare più sagge dentro. Anche la letteratura e la poesia hanno cercato di capire meglio le diverse sfumature del tempo che sentiamo dentro di noi. Virginia Woolf, ad esempio, descrive il tempo come un flusso continuo di pensieri un po’ tristi e difficili da afferrare. Antonia Pozzi, invece, parla dell’ansia che ci viene pensando a quanto velocemente scappa il tempo, soprattutto quando si è giovani.Il Tempo Onirico e la Dimensione del Sogno
Anche quando sogniamo, il tempo diventa qualcosa di strano, diverso dal tempo che viviamo quando siamo svegli. Nei sogni, tante esperienze possono sembrare condensate in un tempo brevissimo. La fenomenologia, una branca della filosofia, si chiede se il sogno sia un modo diverso di vivere la realtà. I sogni ci fanno capire come i problemi emotivi si possono manifestare in un tempo e in uno spazio diversi da quelli della realtà di tutti i giorni.Nostalgia, Speranza e la Psichiatria
La nostalgia è un sentimento complesso legato al passato, un desiderio di tornare a persone, luoghi o momenti che abbiamo perso. È diversa dal rimpianto, che è un dolore più forte e ci fa sentire responsabili per quello che non abbiamo fatto. La nostalgia, anche se è un po’ malinconica, può anche essere positiva, perché ci aiuta a vedere il presente e il futuro in modo diverso, attraverso i ricordi del passato. Anche la speranza è legata al tempo, perché ci spinge verso il futuro ma si nutre anche dei ricordi. Quando una persona pensa al suicidio, il rapporto tra nostalgia e speranza diventa fondamentale. In questi casi, è importante capire come la persona vive il tempo e le emozioni più profonde, per poterla aiutare davvero. La speranza, alla fine, può dare un nuovo significato alla nostalgia, creando un legame continuo tra passato, presente e futuro. Questo legame è essenziale per una psichiatria che vuole capire davvero l’esperienza umana in tutte le sue emozioni.In che modo specifico le malattie mentali alterano la percezione del tempo, e quali meccanismi neurobiologici o psicologici sottendono a queste alterazioni?
Il capitolo afferma che le malattie mentali cambiano la percezione del tempo, ma non approfondisce i meccanismi specifici. Per comprendere meglio questa affermazione, sarebbe utile esplorare la ricerca in neuroscienze e psicologia cognitiva sulla percezione del tempo in diverse condizioni psichiatriche. Approfondimenti sulla neurobiologia dei ritmi circadiani, sui sistemi dopaminergici e serotoninergici, e sugli studi psicologici sulla distorsione temporale in disturbi come la depressione o la schizofrenia potrebbero fornire una comprensione più completa. Autori come Ernst Pöppel nel campo della neurofenomenologia del tempo o studi clinici specifici sui disturbi psichiatrici e la percezione temporale potrebbero essere utili.3. Ascoltare l’Infinito nel Dolore Umano
L’esperienza dell’Infinito e la sua Risonanza nel Dolore
L’indagine si concentra sui percorsi interiori che conducono a percepire l’infinito, sia nel nostro mondo interiore che nella realtà esterna. Si cerca di capire come questa esperienza dell’infinito si rifletta nel dolore che proviamo come esseri umani. Analizzando le nostre emozioni e i diversi stati d’animo, possiamo scoprire la possibilità di raggiungere realtà interiori molto profonde. Queste realtà ci permettono di allontanarci da ciò che appare nella vita di tutti i giorni, dalle semplici apparenze superficiali. L’esperienza dell’infinito si manifesta in due modi principali: quando contempliamo spazi senza limiti, come descritto da Pascal e Leopardi, e quando ci guardiamo dentro, esplorando la nostra anima, come racconta Musil nei suoi romanzi.L’Infinito Leopardiano e la Percezione della Realtà secondo Musil
Leopardi immaginava l’infinito pensando a spazi immensi e silenzi che vanno oltre la nostra comprensione. Musil, invece, descrive l’infinito come un’idea che ci disturba, che cambia il modo in cui vediamo la realtà. Per Musil, l’infinito non è qualcosa di rassicurante, ma un concetto che mette in discussione le nostre certezze.La Dimensione Mistica e Soggettiva dell’Infinito
L’esperienza mistica dell’infinito, come raccontano Teresa d’Ávila e Giovanni della Croce, si unisce alla nostra interiorità più profonda. In questa esperienza mistica, si rivela un forte desiderio di qualcosa di assoluto, di un’entità superiore, che va oltre la semplice logica e razionalità. La figura dell’angelo, nelle opere di Rilke, rappresenta questa tensione verso qualcosa che è al di là della nostra comprensione. L’angelo oscilla tra un’esperienza mistica, quasi divina, e una dimensione più personale e soggettiva.La Malinconia come Porta d’Accesso all’Infinito del Dolore
Anche la malinconia, uno stato d’animo spesso considerato negativo, può essere vista in modo diverso. Non è solo un limite o un difetto, ma può diventare un modo per accedere all’infinito del dolore e della disperazione. Questi aspetti sono parte integrante della vita umana, esperienze che tutti, in un modo o nell’altro, possiamo provare.Il Legame Indissolubile tra Dolore e Tempo
Il dolore, che è un’esperienza comune a tutti gli esseri umani ma allo stesso tempo personale e unica, è strettamente legato al tempo. Quando proviamo dolore, entriamo in una dimensione esistenziale particolare, dove la fragilità della vita si mostra in tutta la sua evidenza. Il dolore fisico e quello psicologico si influenzano a vicenda, cambiando profondamente il modo in cui percepiamo il tempo e il mondo che ci circonda.La Malattia, il Tempo Alterato e il Ruolo Terapeutico della Parola
La malattia, che spesso è causa di dolore, modifica il nostro rapporto con il tempo. Il tempo può sembrare più lungo o più corto, possiamo vivereExperiences in modo intenso il presente oppure essere ossessionati dal passato o preoccupati per il futuro. In questo contesto di sofferenza, le parole diventano fondamentali. Le parole possono curare o ferire, dare speranza o disperazione. La relazione tra chi cura e chi è malato, basata sull’ascolto attento e sulla comprensione profonda, è essenziale per affrontare il dolore e la malattia. Questa relazione umana riconosce il valore e l’importanza della sofferenza di ogni persona.Accostare noia e Alzheimer come diverse “prigioni del tempo” non rischia di banalizzare la complessità neurobiologica dell’Alzheimer, riducendola a una mera intensificazione di un’esperienza esistenziale comune?
Il capitolo presenta un parallelismo suggestivo tra la noia e l’Alzheimer come “prigioni del tempo”, ma questa analogia potrebbe risultare fuorviante. Mentre la noia è descritta come una percezione alterata del tempo legata a fattori esistenziali e psicologici, l’Alzheimer è una patologia neurodegenerativa con basi biologiche complesse. Assimilare le due condizioni, seppur in termini metaforici, potrebbe oscurare le profonde differenze nei meccanismi cerebrali e nelle implicazioni cliniche. Per comprendere meglio la distinzione tra esperienza soggettiva del tempo alterato e patologia neurologica, sarebbe utile approfondire studi di neuroscienze cognitive sul tempo e sulla memoria, e consultare opere di neurologi specializzati in demenze come Oliver Sacks, per una prospettiva più clinica e umana sulla malattia di Alzheimer.5. Il Tempo Interiore: Metamorfosi nella Sofferenza Psichica
L’esperienza del tempo nella vita umana
Il tempo che viviamo ogni giorno è molto importante per l’esistenza di tutti. Questo tempo può cambiare molto quando una persona soffre di problemi mentali come la depressione e la schizofrenia. La filosofia, i libri e la psicologia studiano da sempre argomenti difficili come l’ansia, la tristezza profonda e la disperazione. Questi studi mettono in primo piano come le persone vivono il tempo, che è diverso dal tempo misurato con orologi e calendari.La depressione e l’alterazione del tempo
Quando una persona è depressa, non vede più il futuro, perde la speranza e il passato diventa pesante, pieno di sensi di colpa e rimpianti. Il tempo dentro di sé sembra allungarsi o accorciarsi, le ore diventano lunghissime e non si riesce a immaginare un futuro. In questi momenti, la morte può sembrare una soluzione, perché la depressione cambia profondamente il modo in cui si vive il tempo e la vita stessa.La schizofrenia e la trasformazione del tempo
Nella schizofrenia, il modo in cui si percepisce il tempo cambia ancora di più. Il tempo vissuto sembra sparire, lo spazio dentro di sé si allarga e il presente si blocca in un momento eterno, senza legami con il passato e il futuro. Il contatto con la realtà diventa più debole e il tempo non ha più un ordine logico, causando un forte senso di estraneità e un’angoscia grandissima.Ascolto e comprensione del tempo interiore
In entrambe queste condizioni, la difficoltà con il tempo interiore è fondamentale e richiede grande attenzione e ascolto. Gli psichiatri che si occupano di queste sofferenze devono usare parole adatte per aiutare le persone, riconoscendo la loro dignità e il loro dolore. Anche il silenzio può essere importante per capire, aprendo la strada all’ascolto dei sentimenti più profondi e al mistero del tempo che ognuno vive dentro di sé.Ma è davvero possibile parlare di “tempo interiore” in termini scientifici, o rischiamo di rimanere intrappolati in un labirinto di soggettività senza via d’uscita?
Il capitolo introduce la nozione di “tempo interiore” come elemento centrale nella sofferenza psichica, ma non chiarisce se tale concetto sia da intendersi in senso metaforico o se possa essere oggetto di indagine scientifica rigorosa. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire le neuroscienze cognitive del tempo, per capire come il cervello elabora la percezione temporale, e la filosofia della mente, per esaminare criticamente la natura della soggettività e dell’esperienza interiore. Approfondimenti sugli studi di autori come Henri Bergson sul concetto di durata potrebbero arricchire ulteriormente la discussione.Abbiamo riassunto il possibile
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