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Informazioni
Il teatro e il suo doppio” di Antonin Artaud è un libro che ti sbatte in faccia l’idea che il teatro come lo conosciamo è morto, una bugia che non ci dice niente della vera vita. Artaud, con la sua esperienza personale intensa, cerca un teatro che sia un’operazione vitale, quasi magica, non una semplice rappresentazione. Parla del suo Théâtre Alfred Jarry come un esperimento per creare eventi unici che scuotano lo spettatore fin dentro il corpo, non solo la mente. Vuole un linguaggio scenico fatto di gesti, suoni, luci, oggetti, un vero linguaggio fisico che vada oltre le parole e tiri fuori quello che è nascosto, come nei sogni o nelle forze oscure della coscienza. È una ricerca di una realtà sconvolta, che mescola il personale con il cosmico e il sociale. Descrive la messa in scena quasi come un meccanismo vivente, preciso e potente. Artaud esplora anche altri approcci, come quello dell’Atelier di Charles Dullin o il teatro di Roger Vitrac, che cercano una realtà più profonda. Ma l’idea più forte è quella del Teatro della Crudeltà, non violenza gratuita, ma un rigore che ci mette di fronte alle forze implacabili dell’esistenza, come una peste che purifica. Per lui, l’attore è un atleta dell’affetto, che usa il corpo e il respiro per incarnare le passioni. È un viaggio nel teatro come alchimia scenica, un’arte che non imita ma trasforma, usando un linguaggio ritrovato per parlare direttamente all’anima dello spettatore.Riassunto Breve
Il teatro come esiste oggi è considerato superato, una finzione che non riesce più a toccare la realtà profonda né a coinvolgere davvero chi guarda. Si cerca un teatro nuovo, che sia un’operazione vitale e magica, un evento unico e reale che scuota lo spettatore fin dentro, agendo sui sensi e sul corpo, non solo sulla mente. L’obiettivo non è imitare la vita di tutti i giorni, ma creare una realtà scenica intensa e vera, anche se temporanea, che riveli ciò che è nascosto nello spirito e nella coscienza. Questo richiede di abbandonare gli elementi scenici tradizionali come luci decorative, scenografie e costumi superficiali, concentrandosi invece sulla forza comunicativa dell’azione stessa. Il testo scritto perde la sua centralità e diventa un elemento tra gli altri, spesso usato per il suo valore sonoro o magico; il linguaggio principale è quello fisico e concreto fatto di gesti, suoni, luci, oggetti e movimenti, organizzati con precisione per colpire direttamente la sensibilità. Questa ricerca porta al concetto di Teatro della Crudeltà, inteso non come violenza fine a sé stessa, ma come rigore metafisico, una necessità cosmica che porta le cose alla loro conclusione, l’implacabile determinazione della vita stessa. Il teatro deve confrontarsi con temi universali, i grandi miti e le forze naturali, l’uomo nella sua totalità al di là della psicologia individuale. Lo spettacolo si estende per avvolgere lo spettatore, usando un linguaggio di segni che comunica direttamente all’intuito, come avviene in alcune tradizioni teatrali non occidentali. L’attore in questo teatro è un “atleta dell’affetto”, capace di localizzare e manifestare i sentimenti nel corpo, usando la conoscenza del respiro e dei punti di appoggio fisici per scavare nella propria personalità e creare un legame profondo con il pubblico. Questo teatro rinnovato mira a restituire alla scena la sua funzione magica e vitale, agendo sulla sensibilità per riconciliare con il divenire e misurarsi con il destino, riportando la metafisica negli spiriti in un’epoca che l’ha dimenticata.Riassunto Lungo
1. Il Teatro come Operazione Vitale
La vita e l’opera di Artaud sono difficili da conoscere a fondo perché le sue esperienze personali si mescolano spesso con l’invenzione nei suoi scritti. La sua attività è stata molto varia: ha scritto, recitato in teatro e al cinema, e ha sviluppato teorie sul teatro.La Critica al Teatro Tradizionale
Un’idea fondamentale del suo pensiero è la forte critica al teatro come era fatto in quel tempo. Lo vedeva in crisi, incapace di creare qualcosa di veramente autentico e vivo. Per questo, con iniziative come il Théâtre Alfred Jarry, ha voluto che ogni spettacolo fosse un evento reale e unico, capace di coinvolgere lo spettatore in modo completo. L’obiettivo non era fare finta che la scena fosse la realtà di tutti i giorni, ma usare la forza e la verità dell’azione teatrale stessa per comunicare.Un’Esperienza Intensa e Trasformativa
Questa ricerca mira a toccare profondamente chi guarda, facendogli sentire che una parte importante della sua vita è in gioco. L’esperienza a teatro diventa un’azione che agisce non solo sulla mente, ma anche sui sensi e sul corpo dello spettatore. Per raggiungere questo, si rifiutano le cose che si usano di solito in scena, come luci particolari, scenografie elaborate e costumi vistosi. Queste cose sono considerate superficiali e lontane dalla verità che si cerca. L’importante è che nasca un mondo vero, anche se dura solo per il tempo dello spettacolo, un mondo che sia vicino alla realtà vissuta. Le parole scritte sono viste soprattutto per il loro suono. Gli elementi visivi sono ridotti per dare più peso alla serietà e all’inquietudine di quello che succede in scena.Il Teatro della Crudeltà e la Vita di Artaud
Questa ricerca di un teatro che sia un’esperienza forte e che cambi le persone si sviluppa nel concetto del Teatro della Crudeltà. Questa idea è strettamente legata alla vita di Artaud, che è stata segnata da seri problemi di salute e da periodi passati in ospedali psichiatrici. La sua esigenza di un’espressione teatrale così radicale nasce anche da queste difficoltà personali.Affermare che l’esigenza di un teatro radicale “nasce anche” dalle difficoltà personali di Artaud non rischia di patologizzare eccessivamente la sua visione artistica?
Il capitolo accenna al legame tra la vita travagliata di Artaud e la sua ricerca teatrale, ma non esplora a fondo come questa relazione si manifesti e quali altre influenze abbiano plasmato il suo pensiero. Ridurre la complessità del Teatro della Crudeltà a una mera conseguenza di problemi di salute rischia di sminuire la sua portata filosofica, artistica e la sua critica radicale alla cultura occidentale. Per comprendere meglio questo aspetto, è fondamentale leggere direttamente gli scritti di Artaud e approfondire gli studi critici sulla sua opera, considerando anche il contesto storico e culturale (come il Surrealismo) in cui si è sviluppato il suo pensiero. Approfondire la filosofia del corpo e le teorie sul rapporto tra arte e vita può offrire ulteriori prospettive.2. Il Teatro come Operazione Magica
Il teatro come lo conosciamo oggi è visto come qualcosa di falso. Riflette un tempo in cui le persone sono confuse spiritualmente. Non c’è più una vera realtà che la parola ‘teatro’ descriva.
Un Nuovo Teatro: Magia e Rivelazione
Per questo, l’obiettivo è cambiare il teatro. Deve diventare uno strumento per mostrare ciò che è nascosto dentro di noi, nel nostro spirito. Deve rendere visibile e concreto ciò che è oscuro. Questo nuovo tipo di teatro non vuole ingannare con illusioni. Vuole mostrare immagini chiare e vere che parlino direttamente alla nostra interiorità. Gli oggetti e le scene sul palco sono quello che sono, nel loro significato più semplice, non simboli di qualcos’altro. I movimenti degli attori e la regia sono come segni che rivelano un linguaggio nascosto, legato al destino della vita e ai nostri sogni. L’idea è tornare alle origini profonde del teatro per farlo rinascere completamente. Si vuole portare sul palco le parti più oscure della nostra coscienza e il fascino dei sogni. Questo teatro è visto come una vera e propria azione magica. Non punta solo a quello che vediamo o a emozioni superficiali. Cerca di toccare un’emozione più profonda, che riveli i desideri segreti del cuore. La vita stessa, così com’è, non può essere semplicemente mostrata. Questo tentativo è quasi mistico, perché si rischia di perdere o salvare una parte importante del nostro spirito e della nostra consapevolezza. Questa non è una rivoluzione che cambia solo chi ha il potere o che dipende dalla tecnologia. È un cambiamento che va in profondità, un ritorno a un modo di pensare più antico, una trasformazione della nostra essenza.
Il Teatro Alfred Jarry: La Pratica
Il Teatro Alfred Jarry è lo strumento pratico per portare avanti questa idea. Funziona in modo vivo, cambiando in base alle situazioni e anche al caso. Gli spettacoli vengono ripensati continuamente. Questo teatro rompe con le regole tradizionali perché segue un bisogno profondo dello spirito. Cerca di mostrare quello che la vita di solito nasconde o dimentica. Presenta gli errori che possono portare a nuove idee e le illusioni dei sensi in modo crudo e concreto. Il Teatro Jarry non copia la vita. Cerca invece di continuarla, come un’azione magica che risponde a un bisogno spirituale di chi guarda. È un progetto molto ambizioso. Il Teatro Jarry è nato per usare il teatro, non per essere al suo servizio. Non segue ciecamente autori o testi, ma sceglie solo le opere che esprimono la condizione spirituale che cerca. L’obiettivo è uno ‘spettacolo completo’, che non mescoli il teatro con la letteratura o altre forme d’arte. Deve rispondere a ciò che sentiamo e ci preoccupa oggi. Si cerca un’emozione che ci coinvolga direttamente, la forza dei gesti e delle parole. Vuole mostrare la realtà da ogni angolazione, usando anche l’allucinazione per creare effetti drammatici.
Ma come si distingue questa “operazione magica” dalla semplice suggestione o dalla proiezione soggettiva, se l’obiettivo è rivelare una verità interiore oggettiva o un destino?
Il capitolo propone una visione affascinante del teatro come strumento di rivelazione spirituale e “operazione magica”, capace di mostrare l’interiorità nascosta e persino il destino. Tuttavia, la descrizione di come questo avvenga concretamente e di come si possa verificare che ciò che viene mostrato sia effettivamente una “verità” interiore o un “linguaggio nascosto” e non una mera interpretazione, un’illusione sensoriale (che pure il teatro Jarry sembra voler usare) o una suggestione indotta, rimane nebulosa. Per approfondire la possibilità e i limiti di un teatro che mira a toccare dimensioni profonde e non razionali, senza cadere nell’arbitrarietà o nell’incomunicabilità, sarebbe utile esplorare le teorie sul teatro rituale, le riflessioni sulla psicologia del profondo legate all’arte (come quelle di Carl Jung) e le pratiche del teatro d’avanguardia che hanno cercato di superare la rappresentazione tradizionale per agire direttamente sullo spettatore, come quelle proposte da Antonin Artaud.3. La sfida del Teatro Alfred Jarry
Il Teatro Alfred Jarry si propone di distruggere il teatro che esiste oggi in Francia, perché lo considera superato dalla tecnologia. Per fare questo, usa specifici modi di fare teatro che attaccano le idee e le regole su cui si basa il teatro attuale. Cerca così di parlare della vera realtà di oggi.Le Difficoltà Incontrate
Tra il 1927 e il 1930, il teatro ha messo in scena quattro spettacoli, affrontando moltissime difficoltà. Mancavano i soldi, era difficile trovare sale adatte e attori, perché spesso i direttori li bloccavano. C’erano problemi con la censura e la polizia interveniva. Ci sono stati anche sabotaggi e molta concorrenza. Anche il pubblico e chi scriveva recensioni spesso mostravano di essere contrari.
Lo Stile e gli Obiettivi Artistici
Nonostante tutte queste opposizioni, il teatro vuole mostrare cose vere e concrete. Vuole criticare le opere che considera banali e i valori che ritiene falsi. L’obiettivo è far vedere gli “avvenimenti autentici” della vita in Francia. Lo stile cerca di essere molto chiaro, con dialoghi corti e personaggi che rappresentano tipi comuni. L’umorismo è usato per portare chi guarda verso un “riso assoluto”. Un altro scopo è esplorare sentimenti come la vergogna.
La Messa in Scena e le Influenze
Per rendere l’esperienza forte e intensa, la messa in scena usa oggetti veri, maschere, voci diverse e effetti che colpiscono i sensi. Questo serve a creare un senso di paura e l’idea di un destino inevitabile. Il teatro prende spunti da diverse tradizioni, come quelle della Cina, degli afroamericani e dell’Unione Sovietica. Si ispira anche a opere come Ubu Roi e ai lavori di Raymond Roussel.
Se il ‘teatro tradizionale’ è criticato per il suo ‘primato della parola’, è davvero plausibile o persino auspicabile un teatro che sia ‘indipendente dal testo scritto’, e quali nuove sfide o limitazioni potrebbe incontrare questo ‘nuovo linguaggio’?
Il capitolo presenta una forte critica al teatro basato sul testo, proponendo un’alternativa radicale fondata su un “nuovo linguaggio” non verbale. Tuttavia, non esplora a fondo le potenziali difficoltà o i limiti intrinseci di un approccio scenico che rinuncia quasi del tutto alla parola come veicolo primario di significato complesso o narrazione strutturata. Per comprendere meglio questa tensione tra testo e scena, e per valutare la fattibilità e le implicazioni di un teatro “indipendente” dalla parola, sarebbe utile approfondire la storia delle avanguardie teatrali che hanno esplorato linguaggi non verbali, studiare discipline come la semiotica teatrale e la teatro-antropologia, e confrontarsi con il pensiero di autori come Antonin Artaud, Jerzy Grotowski o Eugenio Barba, che hanno cercato di superare i confini del teatro di parola, ma si sono anche confrontati con le sfide di tale ricerca.11. L’atleta dell’affetto e il respiro dell’anima
L’attore è come un atleta del cuore, possiede una “muscolatura affettiva” che corrisponde ai punti fisici dove si localizzano i sentimenti. C’è un vero e proprio organismo affettivo che lavora sulle emozioni in parallelo al corpo fisico. I movimenti interiori, quelli legati al dramma e ai sentimenti, si manifestano negli stessi punti del corpo che si usano per lo sforzo fisico, ma la loro “corsa” avviene dentro l’attore.Il respiro è fondamentale per l’attore. La sua ampiezza e la sua densità sono in relazione inversa all’azione che si manifesta all’esterno. Ogni sentimento ha un suo respiro specifico, il cui ritmo dà forma all’emozione e distingue le passioni. Conoscere i tempi giusti del respiro, come insegnato da antiche tradizioni, è di grande importanza.Come il respiro plasma le emozioni
L’applicazione della conoscenza della respirazione non si limita ad accompagnare lo sforzo emotivo, ma può anche provocarlo attivamente. Esiste una “produzione meccanica” del respiro che sviluppa uno sforzo interiore di qualità simile, rendendolo poi spontaneo. Il respiro usato volontariamente riaccende la vita interiore e permette all’attore di esplorare a fondo la propria personalità. Combinando i diversi tipi di respiro, che possono essere suddivisi in sei modi (neutro, maschile, femminile e le loro combinazioni), si possono ritrovare e manifestare sentimenti che sembravano mancare.La localizzazione dei sentimenti nel corpo
È importante per l’attore diventare consapevole di dove si localizzano i pensieri legati ai sentimenti nel corpo. I punti che usiamo per appoggiare uno sforzo fisico sono gli stessi da cui si irradiano i sentimenti. L’essere umano può essere visto come uno “spettro” da cui si diffondono le forze affettive, e l’affettività è come una materia fluida, soggetta a cambiamenti. Credere nella concretezza dell’anima e delle passioni permette all’attore di imparare a dominarle, un po’ come fa un guaritore. Sentimenti considerati “femminili”, come l’angoscia, sembrano appoggiarsi su certi punti di sforzo creando una sensazione di vuoto, mentre uno stato “maschile” crea una geometria interna opposta. Conoscere questi punti specifici, ad esempio le reni per i sentimenti femminili o il plesso solare per la rabbia, consente di attivare l’affettività potenziale che è già dentro l’attore.Ritrovare il legame con lo spettatore
Questa profonda conoscenza del corpo aumenta la forza e la presenza interiore dei sentimenti nell’attore. È un elemento cruciale per ricostruire un legame forte con chi guarda, lo spettatore. Il pubblico, infatti, può identificarsi con ciò che vede e sente sul palcoscenico anche attraverso il respiro e il ritmo dell’attore. La sola “magia” del teatro non basta senza questa consapevolezza scientifica delle localizzazioni corporee. Il teatro moderno ha purtroppo perso questa preziosa scienza, concentrandosi quasi unicamente sulla parola e dimenticando l’importanza del corpo e persino la capacità di esprimersi con un grido. Conoscere dove i sentimenti si manifestano nel corpo aiuta a ricostruire quella “catena magica” che permette di riscoprire l’idea di un teatro che sia anche sacro.Su quali basi scientifiche o fisiologiche si fonda l’idea di una “muscolatura affettiva” localizzata in punti specifici del corpo, e perché questa “scienza” sarebbe andata perduta?
Il capitolo presenta l’idea di un “organismo affettivo” con una “muscolatura” e punti di localizzazione specifici per i sentimenti come una “scienza” di cui il teatro moderno avrebbe perso consapevolezza. Tuttavia, questa descrizione di una precisa corrispondenza tra emozioni e punti fisici specifici, distinta dalla generale interazione mente-corpo, non trova ampio riscontro nelle attuali conoscenze scientifiche in fisiologia, neuroscienza o psicologia dell’emozione. Per valutare la validità di queste affermazioni e capire a quale tradizione o modello specifico si riferisca il capitolo, sarebbe utile approfondire gli studi contemporanei sulla somatizzazione delle emozioni e le discipline che esplorano il legame tra corpo e affettività, come alcune metodologie di training attoriale basate sul lavoro corporeo o specifiche pratiche somatiche.Abbiamo riassunto il possibile
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