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Informazioni
Il sistema di documentazione digitale” di Alessandro Alfier non è il solito libro noioso sulla storia dei documenti antichi. Dimentica l’idea che la diplomatica sia solo roba da Medioevo! Questo libro ti porta nel cuore di come i documenti funzionano oggi, esplorando l’evoluzione della loro forma, dal papiro alla firma digitale. Scoprirai che la forma di un documento, analogico o digitale, non è un dettaglio, ma è fondamentale per dargli valore legale e sociale. È come un codice segreto che la legge e la tecnologia usano per garantire che un documento sia autentico e affidabile. Il libro ti guida attraverso questo complesso sistema documentale, mostrandoti come concetti storici come l’ancoraggio archivistico si trasformano nell’era dei metadati e della gestione documentale digitale. Capirai il ruolo cruciale di leggi come il CAD e il regolamento eIDAS nel definire le regole del gioco per i documenti informatici. È un viaggio affascinante nel mondo dove diritto, tecnologia e storia si incontrano per costruire la certezza documentale che usiamo ogni giorno, spesso senza accorgercene.Riassunto Breve
La diplomatica, che studia i documenti, non è una cosa vecchia che serve solo per i documenti del Medioevo, come si pensa spesso. Non è ferma, ma studia come si fanno e si usano i documenti in ogni tempo, anche oggi con quelli digitali. All’inizio, nel Seicento, serviva per controllare se i documenti antichi erano veri. Per questo è rimasta legata al passato per tanto tempo. Ma il suo vero lavoro è capire il fenomeno del documento in generale. C’è chi dice che dovrebbe guardare di più a cosa servono i documenti e a come nascono, non solo se sono veri. Anche gli archivisti pensano che aiuti a capire i documenti di oggi e come funziona la pubblica amministrazione. Non è vero che i documenti di oggi non hanno regole o forme come quelli vecchi. La forma, cioè come un documento è fatto e riconoscibile, è sempre importante perché gli dà significato e lo fa usare nella società. Per la legge, un documento rappresenta qualcosa usando segni e regole. Per come funzionano le cose nella società, un documento è una scrittura che ha valore perché le istituzioni lo riconoscono, e per questo deve seguire certe regole condivise. I documenti digitali hanno forme complicate. Pensa alla firma digitale: usa codici e sistemi che sembrano difficili, ma servono a garantire chi ha fatto il documento e che non è stato cambiato, un po’ come faceva il sigillo nel Medioevo. Questo dimostra che i documenti digitali hanno forme nuove e complesse che la diplomatica può studiare. Il mondo dei documenti oggi è un po’ incasinato, cambia sempre per via delle leggi, della tecnologia e di come si gestiscono le cose. La diplomatica, anche se ha avuto momenti difficili, si rinnova studiando la storia di come si fanno i documenti. Guardare al passato e al sistema aiuta a capire come i documenti cambiano, perché le funzioni che devono fare, specialmente quelle legali, e le forme che prendono si influenzano a vicenda. Le forme dei documenti nascono, diventano comuni e poi cambiano, è un ciclo continuo. Un documento è una scrittura che serve a fare cose legali, a dare certezze nella vita di tutti i giorni. Il suo valore legale viene dalla sua forma, non da quello che c’è scritto dentro. La legge dice quali forme valgono come documenti e quanto sono importanti. Nel digitale, una regola importante è che la forma digitale vale come quella scritta su carta. Così, anche i documenti digitali, pure quelli che registrano solo fatti e non sono scritti (come certi dati automatici), valgono per la legge. Ci sono sempre più documenti così, e questo fa capire che l’idea di documento si allarga. La diplomatica rinnovata aiuta a vedere tutto questo sistema documentale di oggi in modo unito, capendo che i documenti sono sempre legati alla legge e alla forma, e che la forma e la funzione li fanno evolvere, anche nel digitale. I documenti valgono per la legge e danno certezze se seguono modelli stabiliti dal diritto, che si chiamano forme giuridiche. Queste forme servono a cose diverse, tipo a far esistere un atto o a usarlo come prova, e hanno diversi livelli di importanza. Con il digitale, le vecchie forme legali esistono sia su carta che in digitale. La forma digitale chiede nuove cose, come le firme elettroniche diverse, che danno più o meno sicurezza e valore legale. La firma digitale usa un sistema di chiavi e certificati dati da enti affidabili. La sicurezza dei documenti digitali non dipende solo dalla firma, ma anche da come vengono gestiti e conservati in sistemi appositi. Questo è come l’antica idea di “ancoraggio archivistico”. Anche se digitale e analogico si equivalgono, ci sono casi in cui non è così, tipo per il testamento scritto a mano, o quando le copie digitali sostituiscono gli originali su carta per conservarli, o quando un giudice valuta liberamente documenti digitali non standard. Anche la data certa di un documento digitale per gli altri richiede strumenti specifici, diversi dalla data scritta nel documento. Oltre alle regole legali, i documenti hanno anche “forme documentarie”, cioè strutture tipiche che li fanno riconoscere e usare, aggiungendo altre regole non scritte dalla legge. La forma dei documenti non dipende solo dalle leggi, ma anche dalla cultura e dalla società. Le forme documentarie cambiano e adattano le funzioni legali, non solo le seguono. C’è un modo di fare i documenti che ha regole sue, un po’ separate da quelle della legge. I documenti non sono sempre pezzi singoli. Nel diritto, per dare valore a processi complicati, si usano “forme documentarie maggiori”, che sono gruppi di documenti, come i fascicoli, che mostrano tutto quello che è successo in un procedimento. Questa idea di mettere insieme documenti per dare valore legale a processi si trova anche nel diritto privato. La credibilità legale dei documenti, chiamata *fides*, è sempre stata garantita anche conservandoli in archivi pubblici. L'”ancoraggio archivistico” è nato nell’antica Roma e significa conservare i documenti in archivi gestiti da autorità pubbliche per renderli certi. Registrare i documenti nell’archivio è fondamentale per questo. Nel sistema digitale di oggi, l’ancoraggio archivistico continua con i sistemi di gestione documentale e le regole internazionali. Siccome il documento digitale non è legato a un pezzo di carta, le informazioni su di esso (metadati) diventano fondamentali. I metadati raccontano da dove viene il documento digitale, cosa gli è successo e quanto è affidabile, sostituendo le note scritte sui documenti fisici. Il documento digitale è come un pacchetto che contiene il testo o i dati e i metadati. Questo rende meno chiara la differenza tra originale e copia, e si guarda di più a dove è nato il documento e a come è stato gestito, tutto registrato dai metadati. Esiste una serie di leggi, decreti e regolamenti, sia italiani che europei, che stabiliscono le regole per tutto questo, dalla firma digitale alla conservazione, definendo come si fanno e si usano i documenti nell’amministrazione e nella vita civile, specialmente in digitale.Riassunto Lungo
1. La forma del documento oltre il Medioevo
La diplomatica non è solo lo studio dei documenti antichi, legati al Medioevo come spesso si pensa. Non è una disciplina statica o utile solo per il passato. Il suo vero compito è studiare come nascono e funzionano i documenti in generale, in ogni periodo storico e in ogni luogo. Questo include anche i documenti di oggi, compresi quelli digitali, che a volte sembrano meno formali. Capire la documentazione come attività e come risultato è il cuore di questa disciplina, che va ben oltre i confini temporali tradizionali.Le origini e il legame con il Medioevo
Il motivo per cui la diplomatica si è concentrata così tanto sul Medioevo risale al Seicento. In quel periodo, la disciplina nacque per un bisogno pratico: verificare se i documenti antichi erano veri, soprattutto per risolvere questioni legali e di proprietà. Era fondamentale distinguere i documenti autentici da quelli falsi. Nonostante il mondo sia cambiato molto da allora, la diplomatica è rimasta legata a quel periodo storico. È diventata una materia di studio storico basata sulla raccolta e l’analisi precisa dei fatti.Il superamento dei limiti tradizionali
Oggi, molti studiosi discutono su come la diplomatica possa andare oltre i suoi confini storici. Alcuni pensano che sia più importante studiare a cosa servono i documenti e come vengono creati, non solo se sono autentici. Altri, in particolare chi lavora negli archivi, vedono la diplomatica come uno strumento prezioso. Credono che possa aiutare a capire i documenti che usiamo tutti i giorni e come funziona l’organizzazione del lavoro e della burocrazia. C’è un impegno costante per rendere questa disciplina rilevante per il presente.Perché la forma del documento è sempre importante
Non è vero che i documenti di oggi non hanno regole formali come quelli antichi. La forma di un documento, cioè la sua struttura riconoscibile e il suo valore simbolico, è sempre fondamentale. È la forma che permette a un documento di essere usato e di avere un significato nella società. La legge, per esempio, vede il documento come qualcosa che rappresenta una realtà, usando simboli e regole condivise. In modo simile, si può dire che un documento è un’iscrizione che ha un valore ufficiale, ma solo se rispetta certi requisiti formali che tutti riconoscono. Questo gli dà validità ed efficacia.La complessità dei documenti digitali
Anche i documenti digitali, come la firma elettronica, mostrano regole formali molto elaborate. La firma elettronica non è una semplice immagine, ma un sistema complesso fatto di codici segreti (chiavi crittografiche), calcoli matematici (hash) e processi di protezione e lettura dei dati. Questo insieme di regole e simboli serve a garantire chi ha creato il documento e che non sia stato modificato. In questo senso, la sua funzione è simile a quella di un sigillo usato nel Medioevo. Questo dimostra che i documenti digitali non sono meno formali, ma hanno semplicemente nuove e intricate strutture simboliche. La diplomatica è perfettamente in grado di analizzare e comprendere queste nuove forme di documentazione.È davvero così semplice estendere l’analisi diplomatica, nata sui documenti cartacei e i sigilli, alle complesse e mutevoli forme digitali?
Il capitolo afferma con decisione la capacità della diplomatica di analizzare i documenti digitali, sottolineando la persistenza della forma e la complessità delle nuove strutture simboliche. Tuttavia, non approfondisce sufficientemente quali siano le specifiche metodologie e gli adattamenti necessari per passare dall’analisi di un documento fisico con protocolli consolidati a quella di un flusso di dati o di un oggetto digitale dinamico. La semplice analogia tra sigillo e firma elettronica, pur suggestiva, potrebbe non bastare a coprire l’intera gamma delle sfide poste dalla documentazione digitale. Per comprendere meglio questa transizione e le sue implicazioni metodologiche, sarebbe utile approfondire gli studi sulla diplomatica digitale e la teoria dei documenti digitali, esplorando autori come Luciana Duranti o le ricerche nell’ambito delle Digital Humanities applicate agli archivi e alla documentazione.2. La persistenza della forma nel divenire documentale
La complessità dei documenti oggi e il ruolo della diplomatica
Oggi i documenti sono molto complessi, influenzati da leggi, tecnologia e dai modi in cui vengono gestite le informazioni. La diplomatica, la disciplina che studia i documenti, ha attraversato un periodo di crisi, ma trova nuovo slancio e significato guardando alla storia di come i documenti si sono creati e trasformati nel tempo. Per comprendere il fenomeno dei documenti nel suo continuo cambiamento, sia nel corso della storia che all’interno di sistemi specifici, è utile un approccio che consideri sia la storia che l’insieme delle regole. Il motore di questo cambiamento sta nel rapporto tra ciò che il documento deve fare, specialmente per legge, e come appare. Le forme dei documenti non sono fisse, ma si evolvono: nascono, diventano uno standard riconosciuto, e poi cambiano o scompaiono, in un ciclo di vita costante.Che cos’è un documento? Funzione legale e forma
Un documento è fondamentalmente una forma scritta che ha lo scopo di realizzare funzioni legali, dando certezza alla vita delle persone e della società. La sua importanza legale deriva proprio dalla sua forma specifica, più che dal contenuto che rappresenta. È l’ordinamento giuridico, cioè l’insieme delle leggi, a stabilire quali forme sono considerate documenti validi e con quale forza legale, attraverso regole chiare e precise. La rilevanza di un documento per la legge dipende quindi da come è fatto, dalla sua struttura e dalle sue caratteristiche formali stabilite dalle norme. Questo legame stretto tra forma e valore legale è un elemento centrale per capire la natura profonda del documento.Il documento nell’era digitale
Nell’ambiente digitale, un principio fondamentale stabilisce che la forma fatta con strumenti informatici ha lo stesso valore della forma scritta tradizionale. Questo significa che i documenti digitali sono considerati pienamente validi dal punto di vista legale. Anche quelli che non sono testi, ma registrano solo fatti o dati (chiamati documenti narrativi), possono avere valore giuridico. La creazione sempre maggiore di documenti narrativi, spesso generati in automatico da sistemi informatici, mostra come l’idea stessa di documento debba allargarsi. È necessario includere questa vasta e crescente varietà di forme e tipologie documentali, che si manifestano in una “geografia” documentale in continua espansione.La diplomatica rinnovata offre una visione unita per capire il sistema attuale dei documenti. Riconosce che un documento ha sempre una natura legale e una forma definita. Studia la dinamica tra funzione e forma che guida la sua evoluzione, anche nel nuovo scenario digitale. Questa prospettiva aiuta a interpretare la complessità e i cambiamenti in atto nel mondo della documentazione. Permette di vedere la continuità storica anche nelle innovazioni più recenti.Ma se la forma è il fondamento della validità legale, come può la diplomatica rinnovata garantire questa certezza nell’era digitale, dove la “forma” stessa è sempre più fluida, automatizzata e potenzialmente disconnessa dall’intenzione umana?
Il capitolo sottolinea giustamente il legame storico e giuridico tra forma e funzione legale del documento. Tuttavia, nel passaggio all’ambiente digitale, la natura stessa della “forma” subisce una trasformazione radicale. Non si tratta più solo di inchiostro su carta o di una struttura testuale fissa, ma di bit, algoritmi e processi automatizzati che generano “documenti” (o record) la cui forma può essere dinamica, effimera o persino non immediatamente percepibile dall’uomo. Affermare che la forma digitale ha lo stesso valore di quella tradizionale richiede di esplorare in profondità come si definisce e si garantisce l’autenticità, l’integrità e l’imputabilità di queste nuove “forme”. Per comprendere meglio questa sfida, è utile approfondire discipline come l’informatica giuridica, la scienza dell’informazione e l’archivistica digitale, e confrontarsi con autori che hanno studiato la natura dei record digitali e le problematiche della loro conservazione e validità nel tempo, come Kenneth Thibodeau o Luciano Floridi.3. La forma scritta tra analogico e digitale
I documenti assumono valore legale e diventano affidabili per la vita sociale quando rispettano modelli precisi stabiliti dalla legge, chiamati forme giuridiche. Queste forme hanno scopi diversi: a volte servono a garantire che un atto esista davvero (si dice “ad substantiam”), altre volte servono solo a poterlo dimostrare in tribunale (si dice “ad probationem”). A seconda della forma usata, il documento ha un diverso grado di efficacia.Il passaggio al digitale
Con l’arrivo del digitale, il modo in cui i documenti vengono trattati in Italia si basa sul principio che la versione digitale ha lo stesso valore di quella tradizionale, se rispetta certe regole. Questo significa che le vecchie forme legali esistono ora sia su carta che in formato digitale. Il formato digitale richiede nuovi requisiti, spesso legati all’uso di firme elettroniche.Firme elettroniche e autenticità digitale
Esistono diversi tipi di firme elettroniche, dalla semplice alla qualificata o digitale, ognuna con un diverso livello di sicurezza e valore legale. La firma digitale, ad esempio, funziona grazie a un sistema di chiavi segrete e certificati rilasciati da enti fidati. Ma l’autenticità di un documento digitale non dipende solo dalla firma. È importante anche come il documento viene gestito e conservato all’interno di sistemi appositi, un concetto chiamato “ancoraggio archivistico”, che ne garantisce l’affidabilità nel tempo.Eccezioni e casi particolari
Anche se la regola generale è che digitale e analogico si equivalgono, ci sono delle eccezioni. In alcuni casi l’equivalenza non si applica affatto (come per il testamento scritto a mano), in altri funziona in modo un po’ diverso. Ad esempio, a volte le copie digitali possono sostituire gli originali cartacei per la conservazione, oppure un giudice può valutare liberamente documenti digitali che non seguono le regole standard. Anche stabilire una data certa per un documento digitale che valga anche per altre persone richiede strumenti specifici, come la validazione temporale elettronica, che è diversa dalla semplice data scritta nel documento.Oltre le forme legali: le forme documentarie
Oltre alle forme giuridiche richieste dalla legge, i documenti sono influenzati anche da “forme documentarie”. Queste sono strutture tipiche e modi di presentare le informazioni che si sono affermati nel tempo e che definiscono l’aspetto e l’organizzazione del documento. Aggiungono un ulteriore livello di formalismo che rende il documento riconoscibile e utilizzabile nella vita di tutti i giorni.Ma l’ancoraggio digitale, basato su metadati e sistemi informatici, può davvero offrire la stessa fides storica garantita dalla custodia fisica in un archivio pubblico?
Il capitolo, pur descrivendo l’evoluzione, sorvola sulle criticità intrinseche del passaggio. L’archivio storico offriva una garanzia fisica e istituzionale tangibile. Il sistema digitale, per quanto normato, si affida a metadati la cui integrità e inalterabilità nel tempo non sono scontate come la custodia di un oggetto fisico in un luogo sicuro. Per approfondire questa complessa transizione e le sue implicazioni sulla certezza documentale, è fondamentale esplorare i temi della sicurezza informatica applicata ai beni digitali, la disciplina della conservazione digitale a norma, e le riflessioni sulla natura stessa del documento nell’era digitale. Utile sarebbe confrontarsi con autori che trattano di archivistica contemporanea e diritto dell’informatica.5. Le Basi Normative
Questo testo elenca le principali norme che regolano diverse materie, dalle procedure civili e amministrative fino all’uso degli strumenti digitali nella pubblica amministrazione e tra privati. Queste regole stabiliscono il quadro legale per molte attività quotidiane, garantendo certezza e validità agli atti compiuti. Si tratta di un insieme di disposizioni che definiscono come devono essere gestiti documenti, comunicazioni e processi in vari contesti legali e amministrativi. L’obiettivo è fornire un riferimento chiaro per chi opera in questi settori, assicurando uniformità e rispetto dei diritti. L’insieme di queste norme forma la base indispensabile per comprendere il funzionamento del sistema giuridico e amministrativo.Le Fonti Principali
Tra le fonti normative fondamentali si trovano i pilastri del diritto italiano, come il Codice civile e il Codice di procedura civile, che disciplinano i rapporti tra privati e le relative azioni legali. A questi si aggiungono leggi ordinarie cruciali per il funzionamento dello Stato, in particolare quelle che hanno riformato la pubblica amministrazione e definito le regole del procedimento amministrativo, stabilendo i principi di trasparenza, efficienza e partecipazione. Queste leggi pongono le basi per l’interazione tra cittadini e istituzioni, garantendo procedure chiare e definite per la gestione degli affari pubblici. Esse rappresentano il fondamento su cui si innestano le normative più specifiche. Comprendere queste basi è essenziale per navigare nel complesso mondo del diritto e dell’amministrazione.
Le Norme per l’Amministrazione Digitale
Un’area normativa di grande importanza riguarda il settore digitale, regolato principalmente dal Codice dell’amministrazione digitale (CAD), introdotto tramite specifici decreti legislativi e successivamente aggiornato per stare al passo con l’evoluzione tecnologica. Un altro riferimento chiave è il Testo unico della documentazione amministrativa (TUDA), emanato con decreti del Presidente della Repubblica, che fornisce regole precise sulla gestione dei documenti da parte degli uffici pubblici. A livello europeo, il Regolamento eIDAS è fondamentale, poiché stabilisce un quadro comune per l’identificazione elettronica e i servizi fiduciari, facilitando le transazioni digitali sicure tra paesi membri. L’attuazione di queste leggi digitali è dettagliata da regole tecniche specifiche, che coprono aspetti pratici come la creazione, l’invio, la copia, la conservazione a lungo termine e la verifica dei documenti informatici, oltre a definire i sistemi di archiviazione, i diversi tipi di firme elettroniche (da quelle semplici a quelle avanzate e qualificate, inclusa la firma digitale) e il funzionamento del protocollo informatico per registrare i flussi documentali. Queste norme assicurano che gli strumenti digitali abbiano pieno valore legale e siano gestiti in modo sicuro e affidabile.
Ambiti Specifici e Riferimenti Recenti
Esistono poi leggi che toccano ambiti più specifici, come l’ordinamento del notariato, che disciplina l’attività dei notai e la formazione degli atti pubblici, ora possibili anche in formato informatico. Altre norme riguardano i sistemi informativi utilizzati dalle pubbliche amministrazioni, definendo standard e requisiti per la gestione dei dati e dei processi. Il tema delle firme elettroniche è trattato sia a livello nazionale che comunitario, per garantirne la validità e l’interoperabilità. Normative specifiche tutelano i beni culturali, mentre altre promuovono il riutilizzo dei documenti detenuti dal settore pubblico, favorendo la trasparenza e l’innovazione. Un riferimento più attuale è costituito dalle Linee guida pubblicate dall’Agenzia per l’Italia digitale (AgID), che offrono indicazioni operative sulla formazione, gestione e conservazione dei documenti informatici, integrando e specificando le disposizioni legislative. Queste diverse fonti normative lavorano insieme per creare un quadro legale completo e aggiornato.
Il “quadro legale completo e aggiornato” descritto dal capitolo garantisce davvero la certezza e l’efficienza nella pratica, o nasconde una realtà di complessità e disorientamento per cittadini e operatori?
Il capitolo offre una panoramica delle basi normative, presentandole come un sistema coerente e funzionale volto a garantire certezza e validità. Tuttavia, non affronta le sfide concrete della loro applicazione quotidiana, in particolare nell’ambito dell’amministrazione digitale, dove la rapidità dell’evoluzione tecnologica e la stratificazione delle norme (leggi, decreti, regole tecniche, linee guida) possono generare incertezze e difficoltà operative. Per comprendere appieno la distanza tra la norma sulla carta e la sua effettiva implementazione, sarebbe utile approfondire gli studi sull’efficacia delle norme giuridiche, l’analisi critica della burocrazia digitale e le ricerche sull’esperienza degli utenti (cittadini e imprese) nell’interazione con i sistemi amministrativi digitali. Discipline come la sociologia del diritto, il diritto amministrativo applicato e gli studi di e-government offrono strumenti critici per esplorare queste tematiche.Abbiamo riassunto il possibile
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