Letteratura

Il rinvio

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1. Esistenzialismo, Politica e Letteratura in Sartre

La filosofia esistenzialista di Sartre pone al centro l’individuo, definito come creatore del proprio destino attraverso la libertà, la scelta e la responsabilità, rifiutando norme predeterminate e ponendo le esperienze di angoscia e nausea come fondamentali per la consapevolezza della libertà. La sua fama, spesso frutto di malintesi, lo spinse a cercare un’integrazione tra esistenzialismo e marxismo, quest’ultimo visto come la filosofia dominante dell’epoca. Inizialmente distante dall’impegno politico, l’occupazione nazista segnò una svolta nel suo percorso, portandolo a un coinvolgimento attivo e alla fondazione della rivista “Les Temps Modernes”, veicolo dell’idea che la libertà individuale fosse intrinsecamente legata a quella collettiva. Nonostante le divergenze con numerosi intellettuali, mantenne un’influenza notevole, specialmente tra i giovani. Il suo legame con il Partito Comunista Francese fu complesso e ambivalente, un rapporto in cui le due parti si vedevano reciprocamente come la “cattiva coscienza” l’una dell’altra. Si dedicò a diverse cause politiche, mostrando coraggio e lealtà, sempre supportato da Simone de Beauvoir. Per il filosofo, la letteratura non era un’arte fine a sé stessa, ma uno strumento di espressione e trasformazione del mondo. L’impegno dello scrittore comportava una responsabilità verso la realtà, e tacere su un problema equivaleva a mutilare il mondo stesso. “La nausea” esplora l’angoscia e la gratuità dell’esistenza, mentre “Il muro” pone l’uomo di fronte a situazioni estreme. Il ciclo romanzesco “Le vie della libertà” rappresenta il tentativo di incarnare le sue teorie sull’impegno, sebbene egli stesso ne riconoscesse i limiti. “L’età della ragione” si concentra sui problemi personali di un gruppo di individui, mentre “Il rinvio” amplia la prospettiva al contesto storico degli Accordi di Monaco, mostrando l’intreccio tra le vicende individuali e gli eventi sociali.

2. L’Attesa della Guerra

In un’Europa percorsa da tensioni, diversi personaggi attendono con ansia gli sviluppi di una situazione incerta. In un albergo solitario, un vecchio negoziatore si prepara a un incontro cruciale, mentre la gente comune, in diverse città, si interroga sul futuro. Milan, ormai privo di speranza, osserva il ritorno dei vicini che avevano abbandonato la città, mentre un bambino grida slogan a favore di Hitler. La tensione sale quando Milan cerca aiuto telefonando, ma si imbatte in un operatore tedesco che lo schernisce. Anna, la sua compagna, cerca di mantenere la calma, ma la paura è tangibile. A Parigi, Maurice e Zézette passeggiano discutendo della guerra imminente. Maurice, un operaio, si sente fuori posto in mezzo al lusso borghese, mentre Zézette sembra affascinata dalla città. L’incontro con Brunet, un compagno di partito, non porta conforto: nonostante la sua retorica, Brunet appare distante dalla realtà vissuta dai lavoratori. In una località balneare, Odette e Mathieu discutono della guerra. Odette si sente impotente in quanto donna, mentre Mathieu appare rassegnato. La musica e il paesaggio offrono un breve sollievo, ma l’ombra della guerra incombe. Un vecchio negoziatore, dopo un incontro senza risultati, si prepara a partire, mentre un giornalista cerca di catturare l’essenza della Francia in attesa. In un ospedale, Charles, malato, riflette sulla sua condizione e sulla guerra imminente. La sua infermiera, Jeannine, gli rivela che saranno trasferiti a causa della vicinanza alla frontiera. Charles si sente impotente e arrabbiato per la sua situazione. A Marsiglia, Gros-Louis, un pastore, trova una città chiusa e tesa. Incontra un uomo di colore che gli parla degli scioperi e della guerra. Daniel e Marcelle, una coppia, si godono un momento di pace in campagna, ma la guerra sembra incombere anche su di loro. A casa, Milan e Anna ascoltano un annuncio radiofonico che annuncia la mobilitazione generale in Cecoslovacchia. La speranza si riaccende, ma la paura rimane. In Marocco, Pierre e Maud si preparano a partire, ma la paura della guerra si insinua nella loro relazione. Pierre, ossessionato dalla guerra, mostra a Maud un libro di ferite di guerra, rivelando la sua profonda angoscia. La guerra si manifesta in modi diversi: per Odette è un’ombra che si allunga sul mare; per Maurice è un ritorno alla dura realtà della classe operaia; per Charles è una minaccia alla sua già precaria esistenza. La pace, fragile e precaria, sembra sul punto di infrangersi.

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8. La Notte dell’Accordo

Masaryk e Mastny, membri della delegazione cecoslovacca, attendono con ansia l’esito dei negoziati, mentre la tensione pervade l’aria e Ashton-Gwatkin ostenta indifferenza. Un’auto della polizia ha condotto la delegazione all’hotel, un dettaglio che ne evidenzia l’impotenza e che spinge Masaryk a domandarsi con amarezza se la Cecoslovacchia conservi ancora la sua sovranità. Ashton-Gwatkin risponde sottolineando la difficoltà dei negoziati con Hitler e avverte che, in caso di rifiuto dell’accordo, la Cecoslovacchia si troverà ad affrontare la Germania da sola, senza il sostegno di Francia e Gran Bretagna. In una sala, Chamberlain, Daladier e Léger attendono i delegati cechi, e Chamberlain annuncia che Francia e Gran Bretagna hanno firmato un accordo sulle rivendicazioni tedesche sui Sudeti. Mastny legge l’accordo: entro il 10 ottobre i territori contesi dovranno essere evacuati e progressivamente occupati dalle truppe tedesche. Masaryk chiede chiarimenti sui “territori prevalentemente germanici”, ma Chamberlain non risponde, dimostrando disinteresse. Léger spiega che si tratta di maggioranze calcolate secondo le proposte accettate dalla Cecoslovacchia. L’accordo prevede un plebiscito, ma l’effettiva internazionalità dei contingenti è dubbia, ipotizzando la presenza di sole truppe inglesi. Masaryk chiede se il membro cecoslovacco della commissione avrà pari diritto di voto e Chamberlain risponde affermativamente. La lettura dell’accordo prosegue, rivelando che la commissione internazionale stabilirà le frontiere e che i cittadini avranno un diritto di opzione. Masaryk chiede se l’articolo che menziona modifiche alle zone trasferibili garantisca la protezione degli interessi vitali della Cecoslovacchia, ma Daladier tace. Léger afferma che l’articolo può essere considerato una garanzia, ma invita alla modestia. Masaryk commenta amaramente l’assenza di garanzie. Infine, l’accordo impone al governo cecoslovacco di liberare i tedeschi dei Sudeti dalle forze militari e i prigionieri politici tedeschi.

9. La Pace Inattesa

La pace viene annunciata in modo inaspettato, tramite un soldato che sventola un giornale, cogliendo tutti di sorpresa. La notizia, che giunge tramite un soldato con un giornale, lascia Gros-Louis, un contadino arruolato, incredulo. La conferma arriva da una foto di leader europei sorridenti. La reazione generale è un misto di gioia e incertezza, ben rappresentata dalla signora Birnenschatz, mentre suo marito si vergogna del suo precedente sostegno alla pace. Gros-Louis, pronto a tornare alla vita civile, si scontra con un maresciallo ignaro degli ultimi sviluppi, e la tensione accumulata sfocia in uno scontro fisico. Altri soldati, come Gomez, Garcin e Lopez, leggono la notizia sui giornali, ma provano un amaro senso di sconfitta. Mathieu, riflettendo sul futuro, si sente libero ma disilluso, consapevole che la sua vita a Parigi rimarrà immutata. Daladier, al suo ritorno da Monaco, viene accolto da una folla in festa, ma la sua reazione è di disprezzo verso l’entusiasmo popolare. Ivich scoppia in lacrime, convinta che la guerra avrebbe dato più significato alla vita. Milan, in preda all’alcol, esprime disprezzo per la pace e per il figlio che Anna aspetta. La pace, dunque, non porta con sé una gioia condivisa, ma un complesso intreccio di emozioni contrastanti: sollievo, disillusione e rabbia si mescolano in un quadro complesso e sfaccettato.

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