Contenuti del libro
Informazioni
“Il programma di Licio Gelli. Una profezia avverata” di Antonella Beccaria si immerge nella storia recente della `politica italiana` per capire quanto del `piano di rinascita democratica` della `P2` sia rimasto attivo anche dopo la fine formale della loggia di `Licio Gelli`. Il libro esplora come la `storia d’Italia` degli `anni ’80` e `anni ’90` sia stata segnata dall’ascesa della `videocrazia`, un sistema dove il `controllo media`, soprattutto della televisione, diventa centrale per esercitare il potere, un’evoluzione che trova in `Berlusconi` una figura chiave. Non solo media, ma anche i delicati rapporti tra `politica italiana` e `magistratura`, le tensioni emerse con `Tangentopoli` e i tentativi di riforma della giustizia vengono analizzati come parte di un disegno più ampio. L’autrice cerca di rintracciare i `retaggi occulti` e le persistenze di certe dinamiche di `potere occulto` e influenze, mostrando come figure legate alla `P2` abbiano continuato a ricoprire ruoli importanti. È un libro che ti fa riflettere su quanto le trame del passato influenzino ancora oggi il nostro presente, invitando a guardare oltre lo spettacolo mediatico per capire le vere dinamiche del potere.Riassunto Breve
Nonostante la fine ufficiale della loggia Propaganda 2, le idee e le strategie contenute nel suo piano di rinascita democratica sembrano aver influenzato profondamente l’Italia negli ultimi decenni. Un aspetto centrale è la trasformazione della politica, che si lega sempre più ai media, in particolare alla televisione, dando vita alla “videocrazia”. In questo sistema, il potere si esercita controllando l’audience e trasformando la politica in uno spettacolo, dove le decisioni sono influenzate dall’opinione pubblica mediata piuttosto che dalle istituzioni tradizionali. L’ascesa di Fininvest, poi Mediaset, e la rottura del monopolio RAI, simboleggiata da eventi come il Mundialito del 1980, mostrano una strategia aggressiva per dominare il panorama mediatico, spesso attraverso mezzi controversi e superando ostacoli legali. Episodi come l'”editto bulgaro” evidenziano la pressione politica sui media per limitare le voci critiche. Questa dinamica di controllo mediatico e intreccio tra interessi privati e politici riflette obiettivi già presenti nel piano della P2. Inoltre, figure legate alla P2 hanno continuato a ricoprire ruoli politici importanti, come Gianni Letta, Publio Fiori, Fabrizio Cicchitto, Gustavo Selva e Antonio Martino. Le loro carriere e le loro posizioni politiche mostrano una persistenza di certe logiche di potere e influenza. Anche vicende finanziarie e imprenditoriali, come quelle legate al Banco Ambrosiano, al gruppo Rizzoli o a figure come Callisto Tanzi e Florio Fiorini, presentano schemi operativi (scalate bancarie ed editoriali, legami con la politica) che richiamano il contesto della P2. Silvio Berlusconi viene indicato come una figura chiave in questa continuità, visto da Gelli stesso come un successore ideale nel portare avanti certe strategie di influenza politica e mediatica. Un altro ambito di tensione è il rapporto tra politica e magistratura. Si osservano frequenti critiche al sistema giudiziario e tentativi di riforma che sembrano mirare a un maggiore controllo politico sulla magistratura, riecheggiando obiettivi del piano gelliano di ridefinire gli assetti istituzionali. Queste dinamiche, che includono anche la persistenza di influenze occulte e legami tra politica, finanza e criminalità organizzata, rappresentano anomalie ricorrenti nel tessuto italiano. Tuttavia, a queste persistenze si contrappone una capacità di reazione da parte di una parte sana della società, che si manifesta nell’azione di magistrati, giornalisti e cittadini.Riassunto Lungo
1. L’Avvento della Videocrazia: Dal Mundialito alla Politica Spettacolo
La Videocrazia e il Controllo dei Media
La politica e i media, specialmente la televisione, sono diventati la stessa cosa. Si parla di “videocrazia” per descrivere un sistema dove il potere si esercita controllando l’audience e lo spettacolo televisivo. Questo controllo dei media era stato previsto nel “Piano di rinascita democratica”. Licio Gelli e la P2 avevano preparato il terreno per questo sistema, e Silvio Berlusconi lo ha poi portato avanti in modo efficace.Il Mundialito del 1980: Simbolo della Transizione alla Videocrazia
Il Mundialito del 1980 è un evento che rappresenta il passaggio al potere della televisione. Ha segnato l’inizio della “telecrazia” e la fine del monopolio della Rai. Per affermarsi, la “videocrazia” ha dovuto superare ostacoli legali e politici, a volte usando metodi discutibili. Eventi tragici come suicidi e omicidi sono avvenuti in questo periodo di cambiamento, legati alla lotta per il controllo dei media.La Politica come Spettacolo e la Resistenza alla Videocrazia
La politica si è trasformata in uno spettacolo. Le decisioni politiche sono influenzate dall’audience televisiva, che prende il posto delle istituzioni rappresentative. Questo sistema è nato da situazioni complesse e a volte poco chiare. Per contrastare la videocrazia, è necessario reagire attivamente. Un primo passo è rifiutare la televisione come principale luogo dove si fa politica e criticare il sistema della “videocrazia”. Spegnere la televisione e non seguire programmi come “Porta a Porta” è un modo concreto per opporsi a questo sistema.Ma è davvero possibile ridurre la complessa evoluzione del sistema politico-mediatico italiano a una narrazione lineare che parte dal “Piano di rinascita democratica” e culmina con la “videocrazia” berlusconiana, senza considerare la pluralità di fattori economici, sociali e culturali che hanno contribuito a plasmare il panorama attuale?
Il capitolo sembra presentare una visione deterministica dello sviluppo della “videocrazia”, quasi fosse un piano preordinato e lineare. Tuttavia, la realtà storica è raramente così semplice. Per comprendere appieno le dinamiche in gioco, sarebbe utile approfondire studi sulla sociologia dei media e sulla storia della televisione in Italia, considerando anche il contesto economico e culturale dell’epoca. Autori come McLuhan, con la sua analisi sull’impatto dei media, o Bourdieu, con i suoi studi sul potere simbolico, potrebbero offrire strumenti concettuali utili per una comprensione più articolata del fenomeno.2. L’Ombra Lunga della P2
Il Piano di Rinascita Democratica della P2
L’interrogativo di partenza è se il piano di rinascita democratica della loggia massonica Propaganda 2 si sia concretizzato, nonostante la fine dell’era di Licio Gelli. Si vuole capire se le linee guida di quel piano, ritrovato nel 1982, abbiano trovato applicazione nella realtà italiana degli ultimi trent’anni.Licio Gelli: Analista e Non Profeta
Licio Gelli viene presentato non come un profeta, ma piuttosto come un analista. Gelli ha delineato un piano con diversi aspetti importanti. Tra questi aspetti ci sono: il bipolarismo politico, il controllo dei mezzi di comunicazione, la riforma della giustizia, la ridefinizione degli assetti politico-amministrativi, e il primato del governo rispetto al parlamento. Questi argomenti non sono nuovi, ma sono discussi spesso nel dibattito pubblico italiano negli ultimi anni.Il Ritorno Mediatico di Gelli e la Questione dell’Influenza
Nel 2008, Gelli è tornato a farsi vedere nei media attraverso un programma televisivo. Questo ritorno ha riproposto la questione della sua influenza. Già nel 2003, Gelli affermava di avere una sorta di paternità morale sulla politica attuale. La trasmissione televisiva lo ha presentato come una persona che ha ispirato strategie politiche e finanziarie che vanno oltre la storia della sua loggia.Coincidenze tra P2 e Vicende Finanziarie e Politiche
Ci sono delle coincidenze tra persone legate alla P2 e vicende finanziarie e politiche successive. Ad esempio, vengono citati i casi di Callisto Tanzi e Florio Fiorini. Le loro storie imprenditoriali e finanziarie hanno dei punti in comune con le logiche operative attribuite alla P2. Queste logiche includono scalate bancarie ed editoriali, legami con la politica e problemi con la giustizia. Questi episodi, insieme al fenomeno dei “furbetti del quartierino”, ricordano molto il contesto della P2.Il Ruolo del Banco Ambrosiano e del Gruppo Rizzoli-Corriere della Sera
Viene ricordato il ruolo del Banco Ambrosiano di Roberto Calvi. Questo banco era usato come strumento per operazioni finanziarie complicate. Si ricordano anche le vicende del gruppo Rizzoli e del Corriere della Sera. Questi erano al centro di manovre finanziarie e politiche che hanno coinvolto persone legate alla loggia P2.Silvio Berlusconi e la Continuità delle Strategie della P2
Infine, viene sottolineata la figura di Silvio Berlusconi. Gelli lo indicava come il suo successore ideale. Si parla del suo percorso politico, dalla presunta operazione di divisione del Movimento Sociale Italiano fino a diventare il leader di Forza Italia. Si suggerisce che ci sia una continuità con le strategie di influenza politica che erano già state delineate nel piano della P2. Anche nella sinistra politica, vengono accennate delle riorganizzazioni che, anche se in un contesto diverso, sembrano ricordare alcune logiche di unione e esclusione presenti nel piano di Gelli.Se le coincidenze tra il piano della P2 e gli eventi successivi sono così evidenti, perché il capitolo non approfondisce le teorie della cospirazione e il rischio di scambiare correlazione per causalità?
Il capitolo sembra costruire un’argomentazione basata principalmente sulla coincidenza temporale e tematica tra il piano della P2 e sviluppi politici ed economici successivi. Tuttavia, questa linea argomentativa rischia di cadere nella fallacia logica del post hoc ergo propter hoc. Per comprendere meglio la questione, sarebbe utile esplorare le dinamiche delle teorie del complotto e le insidie del ragionamento induttivo. Autori come Umberto Eco hanno analizzato a fondo questi temi, offrendo strumenti critici per distinguere tra coincidenze sospette e reali nessi causali. Approfondire la storia italiana del periodo, con particolare attenzione alle dinamiche politiche, economiche e sociali, potrebbe fornire un contesto più ampio per valutare l’effettiva influenza della P2, al di là delle semplici coincidenze.3. Retaggi Occulti
L’eredità della P2 nella politica italiana
L’esperienza politica di figure di spicco svela legami profondi con ambienti che risalgono al periodo della P2. Queste connessioni suggeriscono una persistenza di certe dinamiche e influenze nel panorama politico italiano successivo. Il capitolo analizza come figure emerse in quel contesto abbiano continuato a esercitare un ruolo significativo, evidenziando una continuità di potere e relazioni occulte. Attraverso l’esame di diversi casi, si può comprendere meglio come il passato della loggia P2 abbia lasciato un segno duraturo nelle dinamiche politiche successive. Le storie di questi personaggi offrono uno spaccato inquietante sulla persistenza di reti di influenza che attraversano la storia italiana.Gianni Letta e i legami con il mondo della P2
Gianni Letta, figura chiave come sottosegretario alla presidenza del consiglio, emerge per le sue connessioni con ambienti legati alla P2. Il suo ruolo di direttore del quotidiano Il Tempo, all’epoca di proprietà di Renato Angiolillo, lo collega indirettamente a Bruno Tassan Din, amministratore delegato della Rizzoli e membro della P2. Un elemento significativo è un’intercettazione telefonica che rivela i rapporti tra la moglie di Angiolillo e Tassan Din. In questa conversazione, Tassan Din raccomanda Calvi ad ambienti politici e giudiziari, suggerendo un intreccio di relazioni influenti. Durante la direzione di Letta, Il Tempo pubblica un’intervista a Licio Gelli, in cui quest’ultimo nega coinvolgimenti di ministri e capi dei servizi segreti nella loggia P2. Questa intervista assume i toni di un avvertimento indirizzato all’allora capo del governo Arnaldo Forlani, indicando una possibile strategia di pressione e condizionamento politico.Publio Fiori: dalla Democrazia Cristiana ai movimenti centristi
Anche Publio Fiori, figura politica di rilievo, risulta essere stato membro della P2. La sua carriera politica è caratterizzata da una lunga traversata attraverso diverse fasi e schieramenti. Inizia nella Democrazia Cristiana, per poi approdare ad Alleanza Nazionale. In seguito, prende le distanze da Gianfranco Fini e fonda movimenti centristi, dimostrando una capacità di adattamento e riposizionamento nel panorama politico. Un aspetto distintivo di Fiori sono le sue proposte di controllo partitico sulla politica. In particolare, evoca la creazione di un organismo simile al CSM, ma di natura politica. Questo organismo avrebbe l’obiettivo di contrastare corruzione e tesseramento illecito, con un’azione mirata anche sui rimborsi elettorali, rivelando una visione di controllo politico sulle dinamiche interne dei partiti e sulla gestione delle risorse finanziarie.Fabrizio Cicchitto: una lunga carriera tra PSI, P2 e Forza Italia
Fabrizio Cicchitto è un altro personaggio che emerge per la sua appartenenza alla P2 e per una lunga carriera politica. Dopo un passato socialista, Cicchitto si avvicina alla P2, ufficialmente per ragioni di protezione personale. Successivamente, entra nell’orbita craxiana, consolidando la sua posizione politica. Con l’avvento di Forza Italia, Cicchitto trova una nuova collocazione politica, ricoprendo ruoli parlamentari di rilievo. Nonostante una presenza costante in Parlamento, si segnala per un’elevata assenza nelle votazioni, un dato che solleva interrogativi sul suo effettivo impegno e partecipazione all’attività legislativa.Gustavo Selva: giornalismo, politica e le controversie sulla P2
Gustavo Selva, giornalista e senatore di Alleanza Nazionale, è un altro nome collegato alla P2, sebbene abbia sempre negato il suo coinvolgimento. La sua figura è stata al centro di una controversia mediatica per aver utilizzato il 118 per raggiungere uno studio televisivo, un episodio che ha suscitato critiche e polemiche sull’uso improprio di risorse pubbliche. Nonostante la presenza del suo nome negli elenchi della P2, Selva ha sempre respinto ogni accusa di appartenenza alla loggia, mantenendo una posizione di negazione pubblica.Antonio Martino: il mancato ingresso nella P2 e la carriera ministeriale
Antonio Martino, economista e deputato del Popolo delle Libertà, rappresenta un caso particolare. Tentò di affiliarsi alla P2, ma l’intervento della guardia di finanza lo impedì, interrompendo il suo avvicinamento alla loggia. Nonostante questo mancato ingresso nella P2, la sua carriera politica è stata significativa, portandolo a ricoprire incarichi ministeriali di rilievo. Questo episodio suggerisce come anche figure che non hanno completato il percorso di affiliazione alla P2 possano comunque aver raggiunto posizioni di potere e influenza nel sistema politico.Persistenza e influenza delle reti occulte
Questi esempi indicano una persistente presenza di figure legate alla P2 in posizioni di potere nella politica italiana successiva. Questa continuità suggerisce che le reti di relazioni e le dinamiche occulte emerse nel periodo della loggia P2 abbiano continuato a esercitare un’influenza significativa nel sistema politico e istituzionale italiano, ben oltre lo scioglimento della loggia stessa. L’analisi di queste figure permette di comprendere meglio le trame nascoste e le continuità sotterranee che caratterizzano una parte della storia politica italiana contemporanea.Ma quindi, le “tensioni” descritte nel capitolo sono semplici schermaglie politiche, oppure sintomo di una disfunzione più profonda nel sistema giudiziario italiano?
Il capitolo si concentra sulle tensioni e le riforme, ma manca un’analisi critica delle accuse mosse alla magistratura. Per comprendere appieno la questione, sarebbe utile approfondire le dinamiche del sistema giudiziario italiano, studiando le opere di politologi e sociologi del diritto. Questo permetterebbe di distinguere le critiche politiche strumentali da eventuali problemi reali nel funzionamento della giustizia.6. Lo Specchio delle Anomalie Italiane
Le divisioni sindacali come esempio di problemi italiani
In Italia, nel 2008, si è verificata una spaccatura tra i sindacati, soprattutto durante le trattative per l’Alitalia. Questo evento non è stato un caso isolato, ma ha mostrato problemi politici e sociali più profondi e comuni in Italia. La CGIL si è trovata in contrasto con CISL e UIL, una divisione simile a quella vista in altre occasioni, come nelle proteste contro i tagli alla scuola e nelle discussioni sulle politiche economiche. Già nel 2002, con il “Patto per l’Italia” e la modifica dell’articolo 18, si era verificata una situazione simile. Anche allora, come nel 2008, una parte del sindacato era stata esclusa, e alcune sigle sindacali si erano avvicinate al governo e a Confindustria.Le anomalie italiane e le influenze nascoste
Questi eventi nel mondo sindacale sono solo un esempio di problemi più grandi in Italia, dove ci sono ancora oggi influenze nascoste e azioni segrete. Anche se la P2 è stata ufficialmente sciolta e persone come Gelli sono state condannate, figure legate a questi ambienti hanno ancora potere in settori importanti come la politica, i giornali e la finanza. La speranza di un grande cambiamento promesso da Mani Pulite non si è realizzata completamente, e la mafia è ancora presente nell’economia e nella politica. Scrittori come Saviano hanno criticato lo Stato, accusandolo di essere complice o di accettare passivamente queste situazioni che danneggiano tutti.La reazione della società civile
Nonostante questi problemi italiani che continuano, c’è anche una parte sana della società che reagisce. Questa reazione si è vista nelle indagini sulla P2, fatte da persone che lavoravano all’interno dello Stato, nel lavoro di giornalisti e magistrati, e nell’attenzione dei cittadini comuni. Anche se sembra che una certa decadenza sociale si stia avverando, la risposta della società civile è un elemento importante su cui contare per combattere questi problemi.Ma è davvero così lineare la connessione tra le divisioni sindacali e le trame oscure della P2 e della mafia? Non rischiamo di semplificare eccessivamente un quadro ben più complesso?
Il capitolo presenta le divisioni sindacali come sintomo di anomalie italiane più profonde, ma la relazione causale tra questi eventi non è chiaramente esplicitata. Per comprendere meglio le dinamiche in gioco, sarebbe utile approfondire studi di sociologia politica e storia italiana contemporanea, concentrandosi sulle opere di autori che hanno analizzato le zone d’ombra del potere in Italia, come Falcone e Borsellino per la mafia, o giornalisti d’inchiesta che hanno indagato sulla P2 e simili fenomeni.Abbiamo riassunto il possibile
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