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Contenuti del libro
Informazioni
“Il Potere dell’Autoipnosi e della Meditazione” di Marco Antuzi è quel tipo di libro che ti fa capire un sacco di cose su come funzioni tu. Non parla di teorie strane, ma di come la tua mente crea la tua realtà, partendo dalle immagini mentali che proietta e dalle credenze, sia quelle consce che quelle inconsce, che ti porti dentro. Capisci perché certe emozioni negative o risultati che non ti piacciono arrivano, e che non è colpa del mondo fuori, ma di come lavori dentro. Poi ti spinge a guardare davvero il presente, il Qui ed Ora, con domande semplici, per aumentare la tua consapevolezza di quello che senti e vuoi adesso, non ieri o domani. Ti insegna anche a non farti travolgere dai pensieri nocivi, a prenderne la giusta distanza, perché non sei i tuoi pensieri. E la parte più figa è che ti dà gli strumenti, tipo l’autoipnosi, per parlare direttamente al tuo inconscio, inserire suggestioni positive e cambiare quelle credenze limitanti che ti bloccano. È un viaggio dentro di te per riprendere il controllo e ottenere i risultati che desideri, partendo da come usi la tua mente.Riassunto Breve
La mente crea immagini che sembrano reali e influenzano molto come ci sentiamo e cosa facciamo. Funziona così: le immagini nella testa portano a certe emozioni, le emozioni guidano le azioni, e le azioni determinano i risultati che otteniamo. Quindi, se si cambiano le immagini interne, cambiano le emozioni e i risultati. Anche le parole che si usano per parlare a se stessi sono importanti. Le emozioni brutte e i risultati che non piacciono vengono da tre cose principali. La prima è usare immagini negative, che fanno pensare a cose che spaventano o a fallimenti. L’effetto di queste immagini dipende anche da come sono, tipo quanto sono grandi, che colori hanno o quanto sembrano lontane. La seconda cosa sono le credenze che non si sanno di avere. Sono idee che si prendono senza averle provate, spesso dalla gente intorno. Queste credenze possono far sentire insicuri e agire in modo che poi l’idea iniziale sembra vera, anche se non ci sono prove. La terza cosa sono le credenze che si sanno di avere. Anche se si pensa che essere razionali sia sempre un bene, pure le idee consapevoli possono creare problemi. La realtà non è uguale per tutti, ognuno la costruisce a modo suo. Le credenze, sia quelle che si sanno che quelle che non si sanno, vanno bene se aiutano a raggiungere quello che si vuole, non vanno bene se lo impediscono. Cambiare le immagini e le credenze è fondamentale per cambiare le emozioni e i risultati. Ci sono modi specifici per farlo. Essere consapevoli significa capire cosa si prova e cosa si pensa proprio in questo momento, nel presente. È diverso dal sapere solo che una cosa esiste. Essere consapevoli vuol dire sentire l’esperienza. Vivere nel presente è importante perché solo il presente esiste; il passato non c’è più e il futuro dipende da quello che si fa ora. Confrontare quello che si vive ora con il passato distrae e può creare problemi. Per diventare più consapevoli, si usano quattro domande sul presente. La prima è “Cosa voglio?”, che significa cosa si desidera adesso, sapendo che i desideri cambiano. La seconda è “Cosa sento?”, per capire le emozioni e le sensazioni del corpo in questo momento. Quello che si sente dentro è giusto, non importa cosa pensano gli altri o se c’è una realtà oggettiva diversa. L’inconscio reagisce in modo unico a quello che succede fuori. La terza domanda è “Cosa mi aspetto?”. Capire le proprie aspettative nel presente aiuta a capire se un’esperienza piace e cosa si cerca, anche nelle relazioni. La quarta domanda è “Che cosa evito?”. La paura spesso porta a cercare di scappare senza pensarci, tipo rimandando le cose. Evitare quello che si teme aumenta la paura; affrontarlo un po’ alla volta la fa diminuire. Le domande che iniziano con “Cosa” aiutano a capire l’esperienza presente e a diventare più consapevoli. Le domande che iniziano con “Perché” non servono molto, perché fanno pensare ai motivi e al passato, allontanando dal sentire di adesso. Il corpo e l’inconscio mandano segnali importanti su come si vive la realtà dentro. L’inconscio sa come soddisfare i bisogni in modo efficace, ma bisogna imparare ad ascoltarlo. Farsi spesso queste quattro domande aiuta a esplorare il proprio mondo interno e a capire emozioni e sensazioni che spesso non si notano. Nella mente ci sono pensieri che arrivano da soli e che fanno male. Non sono giusti o sbagliati in sé, ma diventano un problema se non aiutano a stare bene. Per gestire questi pensieri, un modo è non farsi coinvolgere troppo. La prima cosa è capire che i pensieri sono solo pensieri e non dicono chi si è. Il cervello produce pensieri normalmente. Non si può fermare il cervello dal pensare, ma si può capire che i pensieri non sono una parte fissa di sé. Ci sono esercizi per fare questo. Un modo è guardare i pensieri che passano senza cercare di mandarli via, combatterli o cambiarli. Si guarda che ci sono, ricordando che “Io non sono i miei pensieri”. Un altro modo è guardare i pensieri e accettarli così come sono. Se si cerca di combattere un pensiero, diventa più forte. Accettare i pensieri li fa diventare meno potenti e smettono di dare fastidio, come un fiume che invece di essere bloccato, viene fatto scorrere via. Un terzo modo è ripetere una frase scelta, un mantra, per occupare lo spazio nella mente dove stanno i pensieri che danno fastidio. Il mantra può avere un significato importante o essere una frase semplice da ripetere, l’importante è che riempia la mente con qualcosa che non fa stare male o che fa stare bene. Fare uno di questi esercizi per un po’ di tempo, almeno 23 giorni, aiuta a far sì che i pensieri che fanno soffrire diano meno fastidio e abbiano meno importanza. Non si possono eliminare i pensieri che fanno soffrire, ma si può far sì che abbiano meno effetto. Non bisogna credere di essere i pensieri che fanno male. Uscire dalla propria mente permette di vivere la vita seguendo quello che si desidera e quello che è importante per sé. L’autoipnosi permette di entrare in contatto con la parte più profonda di sé. Serve a mettere idee positive nell’inconscio, a cambiare i pensieri che limitano e ad aumentare le emozioni belle. È uno strumento forte e più facile dell’ipnosi fatta da altri. Una tecnica semplice è il truismo. Si chiudono gli occhi e si ripetono almeno cinque cose vere sulla situazione di adesso, e poi si aggiunge un’idea che si vuole far entrare. La mente accetta l’idea dopo aver accettato le cose vere. Le affermazioni devono essere facili. Facendo pratica si possono dire meno cose vere e più idee. Parlare più lentamente e fare delle pause prima delle idee le rende più efficaci. L’immaginazione crea uno stato di trance. Immaginare cose come scendere una scala con dieci gradini aiuta a scendere nella mente, dando idee ad ogni passo. Idee brevi si possono usare anche mentre si fanno cose normali, mettendo insieme cose vere e idee. Per rendere l’autoipnosi più efficace si usa la respirazione profonda. Inspirando si ripete “Io sono”, espirando “Calmo e rilassato”. Le idee date mentre si espira vengono accettate meglio. Le parole usate si trasformano in immagini, che creano emozioni. Scegliere parole legate all’emozione che si vuole e immaginare l’immagine giusta rende l’effetto più forte. Usare parole diverse con lo stesso significato aumenta l’effetto. Le immagini devono essere personali e si possono cambiare (colore, nitidezza, grandezza, se si è dentro o fuori dall’immagine) per potenziarle. Modi di parlare come “Lascio che” o “Lasciarsi andare” guidano l’inconscio. Usare un linguaggio un po’ vago evita di far attivare la parte logica della mente. Immaginare “Come se” si fosse già in trance aiuta a entrarci. La trance è una cosa normale che si prova ogni giorno. Fare autoipnosi significa entrare in questo stato volontariamente. Con l’allenamento, diventa più facile perché il cervello impara a rifare l’esperienza. Un modo per fare autoipnosi include trovare un posto tranquillo, togliersi cose che stringono, chiudere gli occhi, respirare piano, usare cose vere e idee fino a sentirsi rilassati, e poi usare l’immaginazione.Riassunto Lungo
1. Come la mente costruisce la tua esperienza
La mente ha un potere straordinario: proietta immagini che noi percepiamo come la nostra realtà. Queste immagini influenzano profondamente come ci sentiamo e come agiamo. Il processo è un circolo preciso: le immagini che abbiamo nella mente generano le nostre emozioni, le emozioni guidano i nostri comportamenti e i comportamenti che mettiamo in atto determinano i risultati che otteniamo nella vita. Questo significa che se riusciamo a cambiare le immagini che abbiamo dentro, possiamo cambiare le nostre emozioni e, di conseguenza, i risultati che raggiungiamo. Anche le parole che usiamo per parlare a noi stessi, il nostro dialogo interiore, sono molto potenti e contribuiscono a questo processo.Ci sono principalmente tre meccanismi che portano a provare emozioni negative o a ottenere risultati che non desideriamo. Capire questi meccanismi è il primo passo per poterli modificare e creare un’esperienza di vita più positiva e costruttiva.Le Immagini Negative
Il primo di questi meccanismi è l’uso di immagini mentali negative. Queste sono immagini che richiamano nella nostra mente scenari che ci creano ansia, paura o che associamo a fallimenti passati. L’impatto di queste immagini non dipende solo da cosa rappresentano, ma anche da come le “vediamo” nella nostra mente. Ad esempio, la loro grandezza, la vividezza dei colori o la distanza a cui le percepiamo possono amplificare o diminuire la loro influenza negativa sulle nostre emozioni. Immagini grandi e vicine, magari molto colorate, tendono ad avere un impatto emotivo più forte.Le Credenze Inconsce
Un altro meccanismo importante sono le credenze inconsce. Si tratta di convinzioni che abbiamo assorbito nel tempo, spesso fin da quando eravamo piccoli, senza averle verificate direttamente con l’esperienza. Queste credenze possono derivare dall’ambiente in cui siamo cresciuti, da quello che ci è stato detto o che abbiamo osservato. Anche se non sono basate su fatti oggettivi, queste convinzioni possono portarci ad avere comportamenti insicuri o limitanti. Questi comportamenti, a loro volta, possono creare situazioni che sembrano confermare la credenza iniziale, trasformandola in una realtà percepita, anche se non corrisponde alla verità oggettiva.Le Credenze Consce
Il terzo meccanismo riguarda le credenze consce. Spesso pensiamo che le convinzioni razionali e consapevoli siano sempre positive, ma non è così. Anche quello che crediamo a livello conscio può crearci delle difficoltà e ostacolare il nostro benessere o il raggiungimento dei nostri obiettivi. Questo accade perché la realtà non è un dato fisso e uguale per tutti, ma è in gran parte una costruzione personale, influenzata dalle nostre credenze. Sia le convinzioni inconsce che quelle consce sono utili (funzionali) se ci aiutano a raggiungere i nostri scopi, mentre sono dannose (disfunzionali) se ci bloccano o ci allontanano da ciò che desideriamo.Cambiare per Migliorare
Per innescare un cambiamento positivo nella nostra vita, modificando le emozioni che proviamo e i risultati che otteniamo, è fondamentale agire sulle immagini mentali e sulle credenze che ci portiamo dentro, sia quelle inconsce che quelle consce. Cambiare questi elementi interni è il modo più efficace per interrompere il circolo negativo e crearne uno virtuoso. Fortunatamente, esistono metodi e tecniche specifiche che permettono di correggere queste associazioni interne e costruire un’esperienza di vita più allineata ai nostri desideri e al nostro potenziale.Ma la “realtà” esterna, quella che non dipende dalle nostre immagini mentali, non ha forse un peso determinante sui risultati che otteniamo?
Il capitolo descrive con efficacia il potere della mente nel plasmare la nostra esperienza soggettiva, ma rischia di trascurare l’influenza ineludibile del mondo esterno sui “risultati” concreti nella vita. L’idea che cambiare le immagini interiori basti a modificare radicalmente i risultati ottenuti potrebbe apparire riduttiva di fronte a fattori oggettivi come le condizioni socio-economiche, le opportunità disponibili, gli eventi imprevisti o le strutture di potere esistenti. Per ottenere una visione più completa e meno deterministica, che integri la dimensione interna con quella esterna, sarebbe utile esplorare discipline come la sociologia, che analizza l’impatto dei contesti sociali sugli individui, o la psicologia ambientale, che studia l’interazione tra persone e ambiente fisico e sociale. Autori come Pierre Bourdieu o Zygmunt Bauman offrono prospettive fondamentali sul peso delle strutture esterne sull’esperienza individuale e sui risultati di vita.2. Esplorare il presente con le domande
Avere consapevolezza significa essere presenti a ciò che si prova e si pensa proprio ora, nel Qui ed Ora. Questo è diverso dalla semplice coscienza, che è solo sapere che qualcosa esiste. Essere consapevoli implica invece sentire l’esperienza nel momento in cui accade. Vivere pienamente nel Qui ed Ora è cruciale, perché solo il presente è reale; il passato non c’è più e il futuro dipende interamente dalle azioni che si compiono adesso. Confrontare l’esperienza presente con il passato distrae e può creare inutili complicazioni.Le domande per esplorare il presente
Per sviluppare questa consapevolezza, si possono usare quattro domande specifiche, tutte concentrate sul momento presente. La prima domanda è “Cosa voglio?”. Si intende ciò che si desidera in questo preciso istante, riconoscendo che i desideri cambiano continuamente. La seconda domanda è “Cosa sento?”. Questa invita a connettersi con le emozioni e le sensazioni fisiche che si provano adesso. Il modo in cui si sente soggettivamente è sempre valido, senza bisogno di giudizi esterni o di conformarsi a una presunta realtà oggettiva. L’inconscio, infatti, reagisce agli stimoli esterni in un modo unico per ogni persona.Comprendere aspettative ed evitare paure
La terza domanda è “Cosa mi aspetto?”. Capire le proprie aspettative nel presente aiuta a valutare quanto un’esperienza sia soddisfacente e a riconoscere ciò che si sta cercando, anche all’interno delle relazioni con gli altri. Infine, la quarta domanda è “Che cosa evito?”. Spesso la paura spinge a mettere in atto strategie di fuga inconsce, come rimandare le cose o evitarle del tutto. Evitare ciò che si teme, però, non fa che aumentare la paura; affrontarla gradualmente è l’unico modo per ridurla.Perché le domande “Cosa” sono più utili
Le domande che iniziano con “Cosa” sono strumenti potenti per indagare l’esperienza attuale e aumentare la consapevolezza di sé. Al contrario, le domande che iniziano con “Perché” sono meno efficaci, perché tendono a spostare l’attenzione sui motivi e sul passato, allontanando dal sentire del momento presente. Il corpo e l’inconscio inviano segnali importanti sulla propria realtà interiore. L’inconscio è capace di rispondere ai bisogni in modo molto efficace, ma è fondamentale imparare ad ascoltare i suoi messaggi. Porre regolarmente queste quattro domande permette di esplorare il proprio mondo interno e di diventare consapevoli di emozioni e sensazioni che spesso vengono ignorate.Ma è davvero possibile comprendere sé stessi e superare le proprie difficoltà ignorando il “Perché”?
Il capitolo suggerisce di concentrarsi esclusivamente sulle domande che iniziano con “Cosa”, liquidando quelle che iniziano con “Perché” come meno efficaci. Tuttavia, questa visione sembra trascurare un aspetto fondamentale dell’auto-comprensione: la ricerca delle cause e delle origini dei propri stati d’animo, comportamenti e credenze. Comprendere perché proviamo certe emozioni, perché mettiamo in atto determinate strategie di evitamento, o perché abbiamo certe aspettative, è spesso cruciale per poterle affrontare e modificare in modo duraturo. Limitarsi al “Cosa” presente rischia di essere una descrizione superficiale senza accesso alle radici del problema. Per approfondire l’importanza del “Perché” nella psicologia umana, si possono esplorare le opere di autori come Freud, Jung, o anche le teorie della terapia cognitivo-comportamentale che, pur focalizzate sul presente, indagano le cause dei pensieri disfunzionali.3. Distanza dai Pensieri Nocivi
La mente produce naturalmente pensieri, inclusi quelli che percepiamo come intrusivi o nocivi. Questi pensieri non sono intrinsecamente giusti o sbagliati, ma possono diventare problematici quando non contribuiscono al nostro benessere o non sono funzionali alla nostra vita. Per gestire l’impatto di questi pensieri, un approccio efficace è imparare a prenderne distanza.Imparare a prendere distanza inizia riconoscendo che un pensiero è solo un pensiero. Non definisce chi siamo. Il cervello è una macchina che pensa, e non possiamo semplicemente spegnerla o impedirle di generare idee. Possiamo però diventare consapevoli che questi prodotti della mente non sono una parte essenziale del nostro essere, separando l’osservatore dal pensiero osservato.Tecniche per Prendere Distanza
Un modo per praticare questa distanza è osservare i pensieri che attraversano la mente. Non si tratta di cercare di cacciarli, combatterli o modificarli. Si osserva semplicemente la loro presenza, mantenendo chiara la consapevolezza che “Io non sono i miei pensieri”. Questo approccio si basa sull’idea che tentare di lottare contro un pensiero spesso lo rafforza. Accettare i pensieri così come sono permette loro di perdere gradualmente la loro energia e smettere di tormentarci. È come permettere a un fiume di scorrere liberamente nei suoi canali, piuttosto che cercare di arginarlo con forza.Un’altra tecnica utile per creare spazio mentale e ridurre l’impatto dei pensieri intrusivi è l’uso di un mantra. Si sceglie una frase specifica e la si ripete mentalmente. Il mantra può avere un significato profondo e positivo, o essere una frase semplice e neutra. L’obiettivo è occupare lo spazio nella mente che altrimenti sarebbe riempito dai pensieri problematici, sostituendoli con un contenuto privo di carica emotiva negativa o, al contrario, carico di valore positivo scelto consapevolmente.La pratica costante di queste tecniche, protratta per un periodo sufficiente (idealmente almeno 23 giorni in modo continuativo), aiuta a diminuire l’intrusività e il peso emotivo dei pensieri dolorosi. Anche se non possiamo eliminare volontariamente i pensieri che ci causano sofferenza, possiamo ridurre significativamente il loro impatto sulla nostra vita. Non identificarsi con i pensieri dolorosi è fondamentale. Riuscire a uscire dalla fusione con la propria mente permette di vivere un’esistenza più allineata con le proprie aspettative e i propri valori personali.[/membership]È davvero sufficiente ‘osservare’ o ‘sostituire’ i pensieri per gestirli, o manca un pezzo fondamentale?
Il capitolo, pur offrendo tecniche interessanti per la gestione dei pensieri, non approfondisce il perché questi metodi dovrebbero funzionare a un livello più profondo, né considera le situazioni in cui potrebbero non essere sufficienti. Per comprendere meglio l’efficacia e i limiti di approcci basati sull’osservazione o sulla sostituzione dei pensieri, è utile esplorare le basi scientifiche e cliniche. Approfondire discipline come la psicologia cognitiva e le neuroscienze, e leggere autori che hanno studiato a fondo la relazione tra mente, pensieri ed emozioni, come Aaron Beck o Steven C. Hayes, può fornire il contesto necessario per valutare l’applicabilità di queste tecniche in diversi scenari psicologici.4. Le Chiavi dell’Autoipnosi Efficace
L’autoipnosi permette di entrare in contatto con la parte più profonda di sé. È uno strumento potente che serve a inserire suggestioni positive nell’inconscio, sostituire pensieri che ci limitano e aumentare le emozioni positive. È più semplice dell’ipnosi fatta da altri, rendendola accessibile a chiunque voglia esplorare e migliorare il proprio stato interiore.Tecniche Fondamentali per l’Autoipnosi
Una tecnica base molto efficace è l’uso dei truismi. Si inizia chiudendo gli occhi e ripetendo a se stessi almeno cinque affermazioni che sono vere sulla situazione presente. Queste affermazioni, essendo indiscutibilmente vere, preparano la mente ad accettare ciò che segue. Subito dopo i truismi, si introduce una suggestione desiderata. L’idea è che, una volta che la mente ha accettato diverse verità, diventa più aperta ad accogliere anche la suggestione. Le affermazioni devono essere semplici e facili da verificare. Con la pratica costante, è possibile ridurre il numero di truismi necessari e aumentare la quantità o la complessità delle suggestioni. Rallentare il ritmo delle parole e inserire brevi pause prima di dare le suggestioni può aumentare notevolmente l’efficacia di questo metodo.L’immaginazione è un altro elemento chiave per indurre uno stato di trance autoindotta. Visualizzare immagini specifiche aiuta a guidare la mente verso uno stato più ricettivo. Un esempio classico è immaginare di scendere una scala di dieci gradini; ad ogni passo che si scende mentalmente, si può dare una suggestione a se stessi, sentendosi scendere sempre più in profondità nella propria mente. Suggestioni brevi e mirate possono essere utilizzate anche durante le attività quotidiane, combinando magari un truismo veloce con una suggestione immediata per rinforzare un pensiero o un’emozione desiderata.Per rendere l’autoipnosi ancora più efficace, si integra spesso la respirazione profonda e consapevole. Un metodo consiste nell’inspirare ripetendo mentalmente o a bassa voce ‘Io sono’, e nell’espirare dicendo ‘Calmo e rilassato’. Questo ritmo aiuta a calmare il sistema nervoso e a focalizzare la mente. Le suggestioni che vengono date durante la fase di espirazione tendono ad essere meglio accettate dall’inconscio, poiché il corpo e la mente sono in uno stato di maggiore rilassamento e apertura.Potenziare l’Effetto con Parole e Immagini
Le parole che scegliamo hanno un potere enorme, perché si trasformano nella nostra mente in immagini. Queste immagini, a loro volta, generano specifiche emozioni dentro di noi. È fondamentale scegliere parole che siano strettamente legate all’emozione che si desidera provare o indurre. Visualizzare l’immagine corrispondente alla parola o alla suggestione rafforza ulteriormente l’effetto desiderato. Variare i sinonimi per esprimere lo stesso concetto può aumentare l’impatto della suggestione, mantenendo la mente attenta e ricettiva. Le immagini mentali dovrebbero essere il più possibile personali e significative; possono essere modificate nella propria mente – cambiandone il colore, la messa a fuoco, la dimensione, o sperimentando se viverle in prima persona (associazione) o vederle dall’esterno (dissociazione) – per potenziarne ulteriormente l’efficacia.Esistono anche schemi linguistici specifici che possono guidare dolcemente l’inconscio in uno stato ricettivo. Frasi come ‘Lascio che…’ o ‘Lasciarsi andare…’ suggeriscono un processo naturale e senza sforzo. Usare un linguaggio volutamente vago può essere utile per aggirare la mente logica e analitica, permettendo alla suggestione di arrivare più direttamente alla parte profonda di sé. Immaginare ‘Come se’ si fosse già nello stato desiderato – ‘Come se fossi già completamente rilassato’, ‘Come se avessi già raggiunto il mio obiettivo’ – è un modo potente per indurre quello stato o quella condizione.La Trance: Uno Stato Naturale Accessibile a Tutti
È importante capire che la trance non è uno stato strano o artificiale, ma un fenomeno del tutto naturale che sperimentiamo quotidianamente. Momenti in cui siamo assorti in un libro, persi nei nostri pensieri mentre guidiamo, o completamente concentrati su un’attività, sono forme di trance leggera. Praticare l’autoipnosi significa semplicemente imparare a indurre volontariamente questo stato naturale per uno scopo specifico. Con l’allenamento regolare, diventa progressivamente più facile entrare in questo stato, perché il cervello impara a riprodurre l’esperienza e a rispondere più rapidamente ai segnali che gli diamo.Per iniziare la pratica dell’autoipnosi, si può seguire uno schema generale. Si comincia trovando un luogo tranquillo dove non si verrà disturbati e rimuovendo qualsiasi restrizione fisica, come abiti stretti o scarpe. Poi si chiudono gli occhi, si inizia a respirare lentamente e profondamente per calmare il corpo e la mente. Si procede usando la tecnica dei truismi seguita dalle suggestioni, ripetendole fino a sentire un piacevole stato di rilassamento. A questo punto, si può integrare l’uso dell’immaginazione per approfondire lo stato o per visualizzare il risultato desiderato.Ma su quali basi scientifiche si fondano l’efficacia e i meccanismi descritti per l’autoipnosi?
Il capitolo descrive tecniche potenti e ne afferma l’efficacia, ma omette di fornire il contesto scientifico che ne supporti le basi e i meccanismi d’azione, come l’accesso all’inconscio o l’aggiramento della mente logica. Questo lascia il lettore senza gli strumenti per valutare criticamente le affermazioni. Per colmare questa lacuna, è fondamentale esplorare la letteratura scientifica sulla psicologia della suggestione, la neuroscienza degli stati alterati di coscienza e le ricerche sull’ipnosi clinica. Approfondire il lavoro di autori che hanno studiato l’ipnosi da una prospettiva empirica può offrire una visione più completa e basata sull’evidenza.Abbiamo riassunto il possibile
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