1. La Condanna
Pablo Ibbieta, Tom e Juan si ritrovano in una sala, interrogati con domande incalzanti sul loro coinvolgimento in azioni di sabotaggio e sulla loro conoscenza di Ramon Gris, ma le loro risposte non evitano la condanna a morte. Confinati in una cantina fredda, i tre attendono l’esecuzione, con Tom che cerca di analizzare la situazione, mentre Juan è sopraffatto dalla paura. L’arrivo di un medico belga, che si rivela essere un osservatore interessato a studiare le loro reazioni di fronte alla morte imminente, non fa che aumentare la tensione nell’aria. La notte si trascina tra riflessioni sulla morte, ricordi del passato e una paura che cresce in modo esponenziale. Tom si interroga sul significato della fine, Juan è terrorizzato all’idea della sofferenza, mentre Pablo si sente sempre più distaccato dal suo corpo, che percepisce come qualcosa di estraneo, che suda e trema indipendentemente dalla sua volontà. L’alba porta con sé l’esecuzione di Tom e Juan, mentre Pablo viene temporaneamente risparmiato e condotto in una stanza dove due ufficiali lo interrogano nuovamente su Ramon Gris. Pur conoscendo il nascondiglio di Gris, Pablo si rifiuta di rivelarlo, non per un senso di amicizia, ma per una sorta di ostinazione irrazionale. Dopo aver fornito una falsa indicazione sul nascondiglio di Gris, viene portato nel cortile insieme ad altri prigionieri e qui, in modo del tutto inaspettato, scopre che Gris è stato catturato e ucciso proprio nel cimitero, il luogo che Pablo aveva indicato per scherzo. Questa rivelazione colpisce Pablo con la forza di una rivelazione, scatenando in lui una risata isterica, un’esplosione emotiva che sottolinea l’assurdità della situazione e la sua complessa reazione di fronte alla morte.2. La prigionia della mente e del corpo
La signora Darbédat, costretta a letto dalla malattia, trascorre le sue giornate tra i ricordi del passato e il conforto dei dolci. Ogni giovedì, riceve la visita del marito, il quale si reca poi dalla loro figlia, Eva. Durante questi incontri, i due discutono del genero, Pietro, affetto da una grave malattia mentale, e della difficile situazione di Eva, la quale si ostina a vivere con lui. Il signor Darbédat, preoccupato per la figlia, vorrebbe che Pietro fosse ricoverato in una clinica, ma la signora Darbédat è consapevole che ciò non accadrà mai. Il signor Darbédat critica aspramente la dedizione di Eva nei confronti del marito, che definisce senza mezzi termini un “pazzo”. La signora Darbédat, in un momento di confidenza, rivela che Eva e Pietro intrattengono ancora rapporti intimi, un dettaglio che sconvolge profondamente il marito. Dopo il colloquio con la moglie, il signor Darbédat si reca da Eva, la quale vive con Pietro in un appartamento cupo, pervaso dall’odore dell’incenso. Il padre la trova cambiata, con un trucco pesante che ne altera i lineamenti. Nel tentativo di persuadere la figlia a ricoverare Pietro in una clinica, le racconta la storia di una madre incapace di accettare la morte del figlio. Eva ammette di essere consapevole della malattia di Pietro, ma afferma di amarlo per quello che è. Il padre, incredulo, le rivela che le condizioni di Pietro sono destinate a peggiorare fino alla demenza. Eva, pur consapevole di questa triste realtà, rifiuta categoricamente di separarsi da lui. Il signor Darbédat, furioso e impotente, abbandona l’appartamento, definendo la figlia pazza a sua volta. Rimasta sola, Eva riflette sull’incapacità del padre di comprendere la sua vita con Pietro. Si sente diversa dalle persone comuni e trova rifugio nella stanza del marito. Pietro, in uno stato confusionale, parla di complotti e di “statue” che lo perseguitano. Eva tenta di entrare nel suo mondo distorto, ma si sente esclusa. Pietro le dice di non fidarsi di lei e le racconta di un passato immaginario ad Amburgo. Improvvisamente, Pietro ha una crisi, durante la quale parla di un’incoronazione e di un esercito di occhi rossi. Eva, per la prima volta, prova paura delle “statue” e si sente vicina a Pietro. Terminata la crisi, Pietro si calma e si addormenta. Eva, angosciata e oppressa dal futuro, matura la decisione di uccidere Pietro prima che la sua malattia lo annienti completamente.4. Un Corpo Indiscreto
Lulù ed Enrico condividono un’intimità fatta di abitudini singolari. Lei ama dormire nuda per il piacere di sentire le lenzuola sulla pelle, lui la imita, più per pigrizia che per altro. La sporcizia non disturba Lulù, che la considera una parte intima di sé, ma la trascuratezza di Enrico la infastidisce. Al risveglio, lui si sente vittima di un’ingiustizia, mentre lei lo immagina come un Gulliver legato e indifeso. Lulù si interroga sulla natura dell’amore, chiedendosi se sia possibile amare anche l’interno di una persona, le sue parti meno nobili. Il pensiero di Rirette si insinua spesso nella mente di Lulù, soprattutto quando Enrico si fa insistente. Rirette critica aspramente il rapporto tra Lulù ed Enrico, spingendola a partire con Piero. Lulù si sente combattuta: prova affetto per Enrico, anche se non lo ama più. Rirette, stanca e irritata, non riesce a comprendere l’indecisione di Lulù, convinta che dovrebbe pensare alla propria felicità e non sprecare la sua vita con un uomo che non la soddisfa. La situazione precipita quando Enrico schiaffeggia Roberto, il fratello di Lulù. Questo episodio convince Lulù a lasciare Enrico. Racconta a Rirette di averlo chiuso fuori al balcone in pigiama, un gesto di ribellione e di rottura. Dopo aver lasciato Enrico, Lulù si reca da Piero, ma il senso di colpa per aver abbandonato Enrico la tormenta, spingendola a tornare da lui. Si ritrovano, piangono insieme e si addormentano, ma Lulù sa che la loro storia è destinata a finire. Rirette, appresa la notizia del ritorno di Lulù da Enrico, si sente delusa e amareggiata. Piero le mostra una lettera di Lulù in cui spiega di non poter partire a causa della profonda tristezza di Enrico. Nonostante abbia cercato di aiutare Lulù, Rirette si sente sola e abbandonata. Lulù, dal canto suo, si sente in balia degli eventi, incapace di fare ciò che realmente desidera, trascinata da una vita che non le appartiene completamente.5. La Formazione di un Capo
Luciano, turbato da un’infanzia in cui, vestito da angelo, viene scambiato per una bambina, cresce interrogandosi sulla realtà e sull’identità delle persone, inclusi i suoi genitori, sentendosi come un orfano che recita una parte nella sua stessa vita. La ricerca di serietà e importanza lo porta ad ammirare figure come il signor Bouffardier, ma si scontra con la superficialità delle sue esperienze, sentendosi diverso e come se recitasse una parte, arrivando a mettere in discussione la sua stessa esistenza e considerando il suicidio come un atto di affermazione. La sua vita prende una nuova direzione al liceo scientifico, dove si distingue per intelligenza e conoscenza dell’anatomia, e l’incontro con il surrealista Bergère lo introduce alla psicanalisi e al concetto di “inquietudine”. L’immersione in questo mondo porta Luciano a una relazione ambigua con Bergère, sperimentando il desiderio omosessuale che lo confonde e spaventa. Cercando di liberarsi da questa confusione, Luciano si avvicina a Lemordant e al suo gruppo di giovani nazionalisti, trovando in loro un senso di appartenenza e una nuova identità, abbracciando ideali di purezza e forza e trasformando la sua visione del mondo, iniziando a vedersi come un futuro capo. Si allontana da Bergère e dalla psicanalisi, abbracciando un’idea di sé come un uomo d’azione, con un destino segnato. La relazione con Maud lo porta a sperimentare il sesso, ma lo lascia insoddisfatto. La ricerca di un’identità lo spinge ad abbracciare ideali nazionalisti, trovando in essi un senso di appartenenza e di scopo, arrivando a credere di avere un diritto naturale al comando e vedendosi come un capo destinato a guidare gli altri.Abbiamo riassunto il possibile
Se vuoi saperne di più, devi leggere il libro originale
Compra il libro[sc name=”1″][/sc] [sc name=”2″][/sc] [sc name=”3″][/sc] [sc name=”4″][/sc] [sc name=”5″][/sc] [sc name=”6″][/sc] [sc name=”7″][/sc] [sc name=”8″][/sc] [sc name=”9″][/sc] [sc name=”10″][/sc]




