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Contenuti del libro
Informazioni
“Il morto piovuto dal cielo e altri racconti” di Georges Simenon è una raccolta che ti porta subito nel vivo di misteri e crimini che non sono mai quello che sembrano. Dimentica le solite indagini, qui Simenon scava a fondo nei segreti delle persone. Trovi storie pazzesche, come un medico che riceve lettere anonime che gli distruggono il matrimonio con manipolazione psicologica, o un cadavere che spunta fuori in un orto, pieno di segreti di famiglia e ricatto. C’è anche un caso super intricato tra Parigi e Bruxelles con identità scambiate e un baule misterioso, e un omicidio su una nave dove un ricatto legato a un vecchio crimine viene a galla. Spesso c’è un investigatore un po’ fuori dagli schemi, tipo il dottor Dollent, che capisce le persone meglio di chiunque altro. Simenon è un maestro a creare atmosfere e a farti vedere quanto possono essere complicate le vite nascoste dietro le apparenze. Se cerchi racconti gialli intelligenti e con un tocco dark sulla natura umana, questa raccolta è perfetta.Riassunto Breve
Un medico, Philippe Lourtie, riceve lettere e foto anonime che accusano la moglie Madeleine di frequentare locali malfamati, mentre Madeleine riceve prove simili su Philippe. Entrambi negano, creando tensione. L’amico dottor Jean Dollent indaga e scopre che qualcuno li ha attirati separatamente in quei posti per farli fotografare e scambiare le prove, un attacco psicologico per distruggere il loro matrimonio. Si sospetta una persona vicina, forse il padre di Madeleine, geloso, o un amico innamorato di lei.In un altro caso, un cadavere viene trovato nell’orto di una ricca famiglia. L’uomo non ha documenti e sembra un omicidio. La nipote del proprietario sospetta sia suo padre, creduto morto, e accusa lo zio. Il dottor Jean Dollent viene incaricato di indagare privatamente. Le indagini rivelano che l’uomo è il padre, scampato a un incendio e che ricattava il fratello. L’uomo ha inscenato il proprio suicidio nel giardino per farlo sembrare un omicidio e vendicarsi del fratello che lo aveva fatto internare. Dollent scopre la verità ma non la rende pubblica per proteggere la famiglia.A Parigi, il corpo di una ballerina ungherese viene trovato in un albergo. Un uomo presente dice di averla trovata morta. Un giovane si presenta dicendo di essere il suo amante e spara a un uomo che crede sia quello dell’albergo. Le indagini portano a Bruxelles, dove la ballerina frequentava un albergo legato a un commerciante olandese. Si scopre che il vero commerciante è stato ucciso e il suo corpo spedito a Parigi in un baule. L’uomo ferito è un criminale che ha ucciso il commerciante a Bruxelles e poi la ballerina a Parigi, forse perché sapeva troppo. Il criminale viene catturato.Su un piroscafo, un uomo viene ucciso a colpi di pistola. La figlia di un ricco uomo d’affari viene trovata sulla scena con l’arma. Un detective indaga e si concentra sulla paura dell’uomo ucciso e sulla presenza del suo guardaspalle. Si scopre che l’uomo ucciso ricattava l’uomo d’affari con una lettera che provava che quest’ultimo aveva ucciso il suo socio. L’uomo d’affari ha ucciso il ricattatore per recuperare la prova. La figlia potrebbe aver cercato di proteggere il padre.Riassunto Lungo
1. Un Piano Diabolico
Un medico di nome Philippe Lourtie si è sposato da poche settimane con Madeleine. La loro vita tranquilla viene turbata dall’arrivo di lettere anonime che accusano Madeleine di avere una doppia vita segreta. Queste lettere sono scritte a macchina e contengono dettagli precisi, come l’indicazione di un locale malfamato al porto, il bar Tonneau d’Argent, dove Philippe dovrebbe recarsi per trovare la moglie. Insieme alle lettere, arrivano anche fotografie che sembrano mostrare Madeleine in quel bar e in un locale notturno nella città di Rouen. Parallelamente, anche Madeleine riceve fotografie che ritraggono Philippe negli stessi luoghi sospetti. Entrambi i coniugi negano con forza di essere mai stati in quei posti, oppure forniscono spiegazioni evasive sui motivi della loro presunta presenza.L’intervento del Dottor Dollent
Profondamente turbato da questa situazione misteriosa e dalle crescenti tensioni con la moglie, Philippe decide di chiedere aiuto a un suo amico di vecchia data. Si rivolge al dottor Jean Dollent, una figura nota per la sua capacità di risolvere enigmi e misteri complessi. Dollent osserva attentamente la relazione tra Philippe e Madeleine, notando la palese tensione e la reciproca diffidenza che si è creata tra loro. Durante una cena organizzata con alcuni amici e il padre di Madeleine, il professor Gromaire, Dollent decide di mettere alla prova i presenti. Inizia a parlare apertamente di argomenti delicati come il traffico di droga, osservando con attenzione le reazioni di chi lo ascolta. Nota risposte particolarmente intense e nervose da parte di alcuni invitati, in particolare da Kling, un amico di Philippe che è segretamente innamorato di Madeleine, e dallo stesso professor Gromaire. La discussione si accende ulteriormente quando Kling e Philippe si confrontano in modo acceso proprio a proposito di Madeleine, dimostrando quanto la situazione stia influenzando i loro rapporti.La scoperta del piano
Per fare chiarezza sulla vicenda, il dottor Dollent decide di condurre un’indagine personale e discreta. Si reca nei luoghi menzionati nelle lettere anonime e nelle fotografie: il bar Tonneau d’Argent al porto e il locale notturno a Rouen. Qui, parlando con i proprietari e il personale dei locali, fa una scoperta cruciale. Apprende che sia Philippe che Madeleine sono effettivamente stati in quei posti, ma in momenti diversi e separatamente l’uno dall’altra. I gestori confermano che entrambi hanno mostrato le foto del coniuge, chiedendo se l’altro frequentasse abitualmente quei luoghi. Queste informazioni confermano i sospetti di Dollent: Philippe e Madeleine sono vittime di un piano estremamente elaborato e crudele. Qualcuno li ha attirati di proposito in quei locali isolatamente per farli fotografare in un contesto compromettente. Successivamente, le prove fotografiche sono state scambiate tra i due, alimentando il sospetto reciproco e distruggendo la fiducia nel loro matrimonio appena iniziato.Una guerra di nervi
Dollent spiega ai coniugi che la situazione in cui si trovano non è frutto di un tradimento reale, ma di un attacco psicologico mirato. Li definisce vittime di una vera e propria “guerra di nervi”, progettata per sfruttare le loro debolezze. Il piano fa leva sulla loro natura riservata e sul loro forte desiderio di mantenere le apparenze di una vita perfetta e senza problemi. La manipolazione mira a farli dubitare l’uno dell’altra, isolandoli e minando le fondamenta del loro rapporto basato sulla fiducia. Questo attacco non cerca un danno fisico, ma punta a distruggere il legame affettivo e la serenità della coppia attraverso il sospetto e la paura.I possibili colpevoli
Mentre Dollent indaga e chiarisce la dinamica del piano, emergono dettagli sui personaggi coinvolti. Il professor Gromaire, padre di Madeleine, confessa a Dollent i suoi sentimenti contrastanti. Ammette di provare una profonda gelosia per la felicità che sua figlia ha trovato con Philippe e un senso di inutilità nella sua vita da quando Madeleine si è sposata. Poco dopo, Kling, l’amico innamorato di Madeleine, tenta il suicidio. Questo gesto sembra essere motivato sia dal suo amore non corrisposto per Madeleine sia dal forte turbamento causato dalla complessa situazione che si è creata. Tutti gli indizi raccolti e le reazioni osservate portano Dollent a una conclusione precisa. Il piano diabolico è opera di una persona molto vicina alla coppia, qualcuno che conosce bene le loro dinamiche e le loro fragilità. La manipolazione psicologica e la volontà di distruggere il matrimonio puntano con forza verso il professor Gromaire come il probabile responsabile di questa complessa macchinazione.Davvero una semplice gelosia e un senso di inutilità bastano a spiegare un piano così diabolico e complesso, soprattutto quando il capitolo non chiarisce come sia stato materialmente realizzato?
Il capitolo identifica un probabile colpevole basandosi su movente e reazioni emotive, ma sorvola sui dettagli pratici e logistici di un inganno così elaborato. Per comprendere meglio come stati psicologici possano tradursi in azioni criminali complesse e come tali piani possano essere attuati (o smascherati), sarebbe utile approfondire discipline come la criminologia e la psicologia forense. Autori che trattano di comportamento criminale e tecniche investigative possono offrire spunti su come si collegano motivazioni profonde e l’esecuzione materiale di un reato, colmando la lacuna su come il piano sia stato effettivamente messo in atto.2. La Vendetta nel Giardino
Un cadavere viene trovato nell’orto della famiglia Vauquelin-Radot a Dion. L’uomo non è identificato, ha un aspetto trasandato ma indossa una lavallière, ed è stato pugnalato al petto. Non ha documenti, le etichette dei vestiti sono state rimosse, e sul coltello non ci sono impronte. Nel suo portafoglio viene trovato un messaggio con lettere ritagliate che fissa un appuntamento per lunedì alle nove nel “posto stabilito”, l’ora e il giorno in cui l’uomo è morto.Le Prime Indagini
Martine Vauquelin-Radot, nipote del proprietario, sospetta che il morto sia suo padre, Marcel, creduto morto cinque anni prima in un incendio in un manicomio a Dakar. Martine accusa lo zio Robert dell’omicidio e decide di assumere un medico, il dottor Jean Dollent, per condurre un’indagine privata e scoprire la verità.Indizi dal Passato
Le indagini portano alla luce un dettaglio significativo: Robert Vauquelin-Radot inviava regolarmente somme di denaro a un certo “signor Gélis”. Quest’uomo viaggiava lungo la costa africana, da Dakar a Città del Capo, per poi risalire verso l’Europa, toccando città come Amburgo, Anversa e Parigi, fino ad arrivare a Bordeaux, l’ultima tappa prima di Dion. Questa corrispondenza di denaro inizia poco dopo la presunta morte di Marcel e termina poco prima del ritrovamento del corpo nel giardino.Scoperta nel Giardino
Anche il giardiniere del castello, Cogniot, fa delle scoperte strane dopo il ritrovamento del corpo. Nota una buca scavata vicino a un fico, un metro pieghevole srotolato e paletti piantati vicino a un ruscello. Queste attività non sono state svolte da lui e sembrano indicare che qualcuno stesse preparando o marcando dei punti specifici nel giardino poco prima dell’evento.La Verità Rivelata
Mettendo insieme tutti gli elementi, il dottor Dollent giunge a una conclusione sorprendente: l’uomo morto è Marcel Vauquelin-Radot. Marcel non è morto nell’incendio a Dakar, ma è scampato e ha iniziato a ricattare il fratello Robert, chiedendo denaro in cambio del suo silenzio e minacciando di tornare a reclamare la figlia Martine. Robert ha inviato somme crescenti per tenerlo lontano, ma ha interrotto i pagamenti quando Marcel si è avvicinato troppo.Il Piano della Vendetta
Spinto dalla follia e da un profondo desiderio di vendetta contro il fratello che lo aveva fatto internare e gli aveva sottratto tutto, Marcel ha architettato un piano elaborato per rovinare Robert. Ha deciso di inscenare il proprio suicidio nel giardino del castello, facendolo sembrare un omicidio. Ha rimosso le etichette dai vestiti e ha portato con sé il messaggio con le lettere ritagliate per indirizzare i sospetti e creare un mistero. Ha preparato la scena nel giardino, scavando la buca e piantando i paletti, per rendere l’indagine ancora più complessa e attirare l’attenzione. Si è pugnalato al petto appoggiandosi al muro, come suggerisce un graffio trovato sulla parete, e ha pulito il manico del coltello per non lasciare impronte, sapendo che l’assenza di impronte avrebbe fatto pensare a un assassino esterno.L’Epilogo
Robert Vauquelin-Radot, consapevole della verità o almeno del legame con il fratello, ha cercato di nascondere i fatti e ostacolare l’inchiesta per proteggere la reputazione della famiglia e la sua posizione sociale, temendo che emergesse la follia e la vita sregolata di Marcel. Il dottor Dollent, pur avendo scoperto l’intera verità sul suicidio architettato da Marcel, decide di non rivelarla ufficialmente alle autorità. Lascia il caso irrisolto per la giustizia, ma ottiene da Robert la promessa che darà al fratello una sepoltura dignitosa.Come può un piano di vendetta basato su un suicidio inscenato come omicidio, con tanto di indizi enigmatici come scavi nel giardino e messaggi ritagliati, reggersi in piedi logicamente agli occhi di un investigatore?
Il capitolo presenta un intreccio complesso, ma la connessione tra l’atto del suicidio e gli indizi lasciati (la buca, i paletti, il metro, il messaggio) non appare del tutto coerente con l’obiettivo dichiarato di far sembrare l’evento un omicidio e rovinare il fratello. Un investigatore esperto si interrogherebbe sulla logica di tali preparativi in relazione a una morte auto-inflitta. Per comprendere meglio le sfide della logica investigativa e della costruzione di un mistero, potrebbe essere utile approfondire testi sulla criminologia o sulla tecnica narrativa del giallo, studiando autori come C. Lombroso o E.A. Poe.3. Il baule di Bruxelles
A Parigi, in una stanza d’albergo modesta, viene trovato il corpo senza vita di Lydia Nielsen, una ballerina ungherese. Accanto a lei c’è Kees Van der Donck, un commerciante olandese. L’uomo racconta di aver incontrato Lydia a un luna park e di averla trovata morta al suo ritorno, dopo essere uscito un momento per recuperare il portafoglio dimenticato. Un dettaglio colpisce subito gli investigatori: la vittima è completamente vestita, un particolare che solleva seri dubbi sulla versione fornita da Van der Donck.Le prime piste e un colpo di scena
Poco dopo, un giovane belga di nome René Fabry si presenta alla polizia. Dichiarando di essere l’amante di Lydia, descrive la ragazza come una persona seria e insospettabile. La situazione prende una svolta drammatica quando Fabry, convinto di aver individuato l’uomo che crede sia Van der Donck, gli spara al Grand Hôtel di Parigi. L’uomo ferito, tuttavia, non riporta lesioni gravi e la sua identità resta inizialmente incerta.L’indagine si sposta a Bruxelles
Le indagini sulla vita di Lydia portano gli inquirenti a Bruxelles. Si scopre che la ballerina lavorava in un locale notturno e frequentava spesso grandi alberghi. Tra questi, spicca la suite 658 dell’Hôtel Métropole, una stanza che risulta frequentemente occupata dal vero Kees Van der Donck. Un piccolo appunto trovato tra gli effetti personali di Lydia, un pezzo di menu con le parole “Maionese di gamberetti” e il numero 658, suggerisce un forte legame tra la vittima, Bruxelles e quella specifica suite d’albergo.La scoperta nel baule
Le ricerche su Kees Van der Donck rivelano un dettaglio cruciale: l’uomo ha spedito un grande baule dalla stazione Gare du Midi di Bruxelles al deposito bagagli della Gare du Nord a Parigi, indirizzandolo a sé stesso. Il baule viene immediatamente recuperato e aperto. Al suo interno, la macabra scoperta: il cadavere del vero Kees Van der Donck.La verità viene a galla
L’uomo ferito da René Fabry, che si era presentato come Van der Donck, viene finalmente identificato. Si tratta di Peter Krull, un noto criminale olandese. La ricostruzione degli eventi porta a una conclusione sconvolgente. Krull ha ucciso il vero Van der Donck a Bruxelles, molto probabilmente proprio nella suite 658 dell’Hôtel Métropole, e ha poi nascosto il corpo nel baule spedito a Parigi. Incontrata Lydia, che si trovava lì forse per incontrare il vero Van der Donck, Krull l’ha pagata per assicurarsi il suo silenzio. Successivamente, a Parigi, Krull ha incrociato di nuovo Lydia, forse perché la ragazza intendeva ricattarlo, e l’ha uccisa nella stanza dell’Hôtel Beauséjour. Il suo finto ritorno per il portafoglio e la successiva chiamata alla polizia erano un tentativo maldestro di sviare le indagini. Krull riesce a fuggire dall’ospedale dove era ricoverato, ma la sua fuga dura poco e viene catturato. René Fabry, l’innamorato che aveva sparato per vendetta, viene assolto durante il processo.[/membership]Ma quali erano i veri legami che univano la ballerina al criminale, e qual era il movente dietro la catena di omicidi?
Il capitolo, pur ricostruendo la sequenza degli eventi, lascia ampie zone d’ombra sui moventi e sulle precise dinamiche che legano i personaggi. Non è chiaro perché il criminale abbia ucciso la prima vittima, né quale fosse l’esatto ruolo della ballerina, al di là di una generica ipotesi di ricatto. Per comprendere meglio come si costruisce una trama investigativa solida, è fondamentale approfondire l’analisi del movente criminale e la psicologia dei personaggi. Discipline come la criminologia e la psicologia investigativa offrono gli strumenti per esplorare queste complessità.4. Il Segreto Nascosto nel Guardaspalle
A bordo del piroscafo Martinique, un evento tragico sconvolge la traversata: Paul Cairol, noto come Popaul, viene trovato senza vita nella sua cabina, ucciso da un colpo di pistola alla schiena. La scena del crimine vede la presenza di Antoinette Lardilier, figlia del facoltoso uomo d’affari Éric Lardilier, che viene trovata con l’arma del delitto tra le mani e subito arrestata.L’Indagine Inizia
Per fare luce sull’accaduto, un detective, il dottor Jean, prende in mano le indagini. La sua attenzione si concentra fin da subito sul comportamento che Popaul aveva tenuto durante il viaggio. Molti avevano notato la sua insolita paura e il fatto che fosse sempre accompagnato dal suo guardaspalle, un uomo bantu di nome Victor Hugo. Si viene a sapere che Popaul aveva parlato di una grande ricchezza che non teneva in banca e del suo forte desiderio di non fare ritorno in Africa. Il medico di bordo ricorda un dettaglio importante: Popaul teneva con estrema cura un piccolo portafoglio di coccodrillo, che ora però risulta introvabile.La Ricerca del Movente
Questi elementi portano a ipotizzare che la causa dell’omicidio sia legata a un documento o a qualcosa di valore nascosto proprio in quel portafoglio scomparso. La cabina di Popaul viene perquisita a fondo, ma non viene trovato nulla di rilevante. Il detective comincia a pensare che l’assassino sia una persona che si trova a bordo della nave. Ritiene inoltre che Popaul sia sceso rapidamente nella sua cabina perché si era accorto che l’oggetto che nascondeva era in pericolo, forse proprio nel momento in cui il suo guardaspalle non era al suo fianco.Una Trappola per l’Assassino
Con l’obiettivo di smascherare il colpevole, il detective decide di diffondere la voce sulla teoria del documento nascosto nel portafoglio. Organizza quindi il rilascio di Victor Hugo, ma lo fa mettere sotto stretta sorveglianza. L’idea è osservare chi cercherà di avvicinare il bantu, pensando che possa essere a conoscenza del nascondiglio o del contenuto del portafoglio. La strategia porta presto a un risultato: Éric Lardilier viene visto mentre cerca di parlare con Victor Hugo.La Verità Nascosta
A questo punto, una perquisizione più approfondita su Victor Hugo rivela la chiave del mistero: una lettera è stata cucita all’interno dei suoi vestiti. Questa lettera è stata scritta da Roger Bontemps, un uomo che era socio in affari di Lardilier, poco prima di morire avvelenato. Nello scritto, Bontemps accusa chiaramente Lardilier di averlo ucciso per prendere il controllo della loro attività in Gabon. Popaul aveva trovato questa lettera e la stava usando per ricattare Lardilier. È per recuperare questa prova incriminante del suo precedente omicidio che Lardilier ha ucciso Popaul. Quanto ad Antoinette Lardilier, trovata con la pistola, è probabile che sospettasse del padre e che abbia cercato di proteggerlo prendendo l’arma.Ma davvero l’intera soluzione si regge su un “è probabile”?
Il capitolo, nel dipanare la matassa dell’omicidio, offre una spiegazione per il movente e l’identità dell’assassino. Tuttavia, la presenza di Antoinette Lardilier sulla scena del crimine, con l’arma in pugno, viene liquidata con una supposizione (“è probabile che sospettasse del padre e che abbia cercato di proteggerlo”). Questo lascia un vuoto logico significativo: un elemento così incriminante come essere trovati con l’arma del delitto meriterebbe una spiegazione più solida e integrata nella catena degli eventi. Per approfondire come si costruiscono narrazioni investigative che non lascino appigli o spiegazioni deboli, è utile studiare la struttura del giallo classico e le tecniche di depistaggio e risoluzione. Autori come E.A. Poe o A. Conan Doyle offrono esempi di come ogni dettaglio possa essere cruciale e richieda una spiegazione rigorosa all’interno della trama.Abbiamo riassunto il possibile
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