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Informazioni
“Il mito della nascita dell’eroe” di Otto Rank è un libro che ti fa pensare un sacco a perché le storie degli eroi, tipo quelle di Sargon, Mosè o Edipo, si somigliano così tanto in culture diversissime. Rank non si ferma a dire che si sono copiate, ma va a scavare nell’origine miti, dicendo che la risposta sta tutta dentro di noi, nella psicologia dei miti. È come se i nostri sogni e le nostre fantasie da bambini fossero la vera fonte di queste narrazioni. C’è questo archetipo eroe ricorrente: il neonato speciale che viene abbandonato, spesso in acqua (un simbolismo nascita pazzesco!), ma poi viene salvato da gente umile o animali. Rank lo collega al nostro “romanzo familiare”, cioè quelle fantasie un po’ segrete che abbiamo da piccoli sui nostri genitori, magari desiderando che fossero diversi o sentendo rivalità, tipo nel complesso edipico. Alla fine, l’esposizione infantile miti e tutto il resto sono proiezioni di queste dinamiche interne, un modo per elaborare la lotta per l’indipendenza e il rapporto col padre. È affascinante vedere come queste storie antiche siano in realtà uno specchio della nostra anima e delle nostre esperienze più profonde fin da piccoli, e Rank lo spiega in modo super chiaro, analizzando un sacco di miti comparati.Riassunto Breve
Le storie di eroi, figure mitiche e fondatori leggendari tramandate dalle civiltà antiche presentano somiglianze notevoli tra culture diverse. Mentre alcune teorie suggeriscono idee innate comuni o una diffusione da un’unica origine geografica, una prospettiva psicologica indica che i miti nascono dalla psiche umana, in particolare da sogni e fantasie. I miti non sono solo rappresentazioni di fenomeni naturali, ma proiezioni dell’immaginario umano. Un motivo ricorrente è la nascita straordinaria dell’eroe, spesso caratterizzata dall’esposizione a pericoli e da un salvataggio miracoloso. Esempi si trovano nelle storie di Sargon, Mosè, Edipo, Dioniso, Perseo, Ciro, Romolo, Gesù e Zoroastro, dove l’infante viene abbandonato (spesso in acqua) ma salvato da figure umili o animali. Questo schema narrativo sottolinea l’eccezionalità dell’eroe fin dalla nascita. Il racconto tipico dell’eroe nato da genitori illustri, destinato all’eliminazione ma salvato e cresciuto in contesti umili prima di ritrovare i genitori e ottenere gloria, suggerisce una radice psicologica profonda. Queste narrazioni si collegano all’attività fantastica infantile, in particolare al “romanzo familiare”, dove il bambino idealizza i genitori ma poi sviluppa fantasie di sostituzione e rivalità, specialmente verso il padre. La psicoanalisi aiuta a comprendere queste fantasie inconsce. L’esposizione dell’eroe in acqua simboleggia la nascita stessa, con l’acqua che rappresenta il liquido amniotico e la cassa l’utero. Il mito dell’esposizione è una rappresentazione simbolica della nascita e delle dinamiche familiari primarie, in particolare il rapporto con il padre, spesso visto come ostile. Usanze ancestrali di esposizione infantile, sebbene apparentemente crudeli, possono essere interpretate come rituali di protezione. Il mito dell’infanzia eroica è una costruzione adulta che proietta il “romanzo familiare” infantile, investendo l’eroe con fantasie di grandezza e ribellione contro l’autorità paterna. Questi miti esprimono dinamiche come il complesso edipico e la lotta per l’indipendenza dal padre, con la madre spesso vista come alleata protettiva. Anche in contesti diversi, come il teatro, si osservano meccanismi simili di proiezione e risoluzione di impulsi repressi. Nel teatro nel teatro di Amleto, la rappresentazione dell’omicidio del re padre agisce come catalizzatore per l’impulso di vendetta di Amleto, rivelando la sua ambivalenza e permettendogli di vivere vicariamente l’atto che non riesce a compiere, in un meccanismo di identificazione e sostituzione che tocca anche la sfera edipica.Riassunto Lungo
1. Le Radici Psicologiche dei Miti
Miti di Eroi e Fondatori
Le civiltà antiche hanno raccontato storie di eroi, personaggi mitici e fondatori leggendari, spesso arricchendole con dettagli fantastici sulla loro nascita e giovinezza. Un aspetto interessante è che storie simili si trovano in culture molto diverse tra loro. Questo fa sorgere una domanda: perché culture così distanti hanno raccontato storie così simili?Teorie sull’Origine Comune dei Miti
Per rispondere a questa domanda, sono state proposte diverse teorie.Idee innate e migrazione dei miti
Alcuni studiosi pensano che esistano idee innate, presenti in tutti gli esseri umani, che derivano da un modo di pensare comune a tutti. Altri credono che questi racconti siano nati in un luogo preciso e poi si siano diffusi in altre regioni. La teoria più recente, chiamata “migrazione concettuale”, suggerisce che i miti si siano sviluppati in vari popoli e poi siano stati trasmessi ad altri attraverso racconti orali o scritti.L’Importanza dell’Origine Psicologica
Nonostante le diverse teorie sulla diffusione dei miti, la domanda principale riguarda la loro origine iniziale. Nei miti si nota una tendenza a rappresentare gli eroi seguendo sempre lo stesso schema narrativo, soprattutto riguardo alla loro nascita. Questo ci porta a considerare non tanto il luogo geografico di origine, ma piuttosto come nasce il mito nella mente umana.Interpretazioni Tradizionali e Psicologiche
Le interpretazioni classiche dei miti spesso li considerano come personificazioni di fenomeni naturali. Ad esempio, l’eroe neonato potrebbe rappresentare il sole che sorge. Però, c’è anche un’altra idea: i miti nascono dalla psiche umana, cioè dalla nostra mente più profonda. Sogni e fantasie, che sono aspetti fondamentali della psiche, sono considerati fonti importanti per la creazione dei miti. Studiare i sogni, in particolare, può aiutarci a capire i simboli e i temi che ricorrono nei miti.La Psiche Umana e il Mito di Edipo
Secondo l’interpretazione psicologica, i miti non sono semplici descrizioni di eventi naturali, ma piuttosto modi in cui la nostra immaginazione si esprime, e che poi vengono proiettati sul mondo esterno, sul cosmo. Il mito di Edipo, per esempio, mostra temi universali come il desiderio di un bambino verso la madre e la rivalità verso il padre. Questi temi si trovano spesso nei sogni e nelle fantasie di molte persone. Quindi, capire l’origine psicologica dei miti ci aiuta a comprendere meglio il loro significato profondo e il ruolo fondamentale che la psiche umana ha nella loro creazione.Ma se i miti nascono dalla psiche, come spiega il capitolo le somiglianze tra miti di culture che non si sono mai incontrate?
Il capitolo, pur introducendo l’affascinante prospettiva psicologica sull’origine dei miti, non affronta in modo esaustivo la questione delle somiglianze transculturali. Se l’origine fosse puramente psichica e individuale, come si giustificherebbe la ricorrenza di temi e figure mitologiche in società geograficamente e culturalmente distanti, che non hanno avuto contatti diretti? Per rispondere a questa domanda cruciale, sarebbe utile integrare la prospettiva psicologica con studi di antropologia culturale e storia delle religioni. Approfondire autori come Mircea Eliade o James Frazer, che hanno esplorato le strutture universali del mito e i processi di diffusione culturale, potrebbe fornire una visione più completa e sfaccettata del fenomeno mitologico.2. L’Infanzia Predestinata: Eroi Salvati dalle Acque e dal Pericolo
Il Tema Narrativo del Salvataggio Miracoloso
Nelle storie antiche di diverse culture, si nota un racconto che si ripete spesso: la nascita di un eroe è piena di eventi straordinari. Questi racconti parlano di bambini speciali che, appena nati, si trovano in situazioni molto pericolose, ma vengono salvati in modo miracoloso. Questi bambini vengono spesso lasciati in ceste o scatole e abbandonati su fiumi o in mare, oppure portati in luoghi selvaggi per scappare da cattive profezie o da persone che li vogliono uccidere. Però, invece di morire, l’eroe viene salvato da persone semplici come pastori, giardinieri o pescatori, o anche da animali come lupi, aquile o cani, che diventano i loro protettori.Esempi di Storie Mitologiche
Questo tipo di racconto si trova in molte storie antiche diverse:- Babilonia: La storia di Sargon racconta di un bambino messo in un cesto e abbandonato.
- Bibbia: La storia di Mosè narra di un bambino lasciato sulle acque di un fiume.
- India: Le storie di Karna raccontano di un eroe abbandonato appena nato.
- Grecia: Le storie di Edipo, Dioniso e Perseo hanno tutte parti in cui l’eroe viene abbandonato e salvato.
- Persia: La storia di Ciro narra di un bambino nascosto per salvarlo.
- Roma: La storia di Romolo e Remo, allattati da una lupa, è un altro esempio.
- Religione: Anche le storie di Gesù e Zoroastro raccontano di infanzie speciali e protette.
Cosa Significa Questo Racconto
Il fatto che questo racconto del salvataggio si ripeta, ci fa capire che l’eroe è speciale fin dalla nascita. Essere salvati da situazioni pericolose dimostra che il destino di questi eroi è particolare e che c’è qualcosa di divino nella loro vita. Questi inizi difficili fanno capire che questi personaggi diventeranno grandi eroi e faranno cose importanti nella storia e nei miti della loro cultura. Il fatto che questo racconto sia presente in tante culture diverse, fa pensare che sia un modo di raccontare storie che tutti capiscono e che serve a celebrare quanto è speciale un eroe fin da bambino.Ma se questo schema narrativo è così diffuso, non potrebbe trattarsi di una mera convenzione letteraria, piuttosto che di una prova inconfutabile di un destino eroico preordinato?
Il capitolo presenta un’analisi interessante del tema del salvataggio infantile nelle narrazioni eroiche, ma sembra mancare di una riflessione critica sulla natura stessa di questi racconti. L’universalità del motivo potrebbe infatti suggerire non tanto una predestinazione divina, quanto piuttosto la forza di un archetipo narrativo profondamente radicato nell’immaginario collettivo. Per comprendere meglio questa prospettiva, sarebbe utile esplorare le teorie della narratologia e della mitologia comparata, approfondendo autori come Northrop Frye e studiosi di antropologia culturale.3. Nascita ed Infanzia Mitica degli Eroi
Le storie mitologiche di diverse culture raccontano spesso vicende simili riguardo alla nascita e alla giovinezza degli eroi. Un esempio è Mithra, che nasce già adulto dalla roccia e armato. Dei pastori nascosti assistono a questo evento, che sembra legato a leggende antiche di diluvi e di fuoco cosmico, suggerendo quindi una nascita miracolosa. Anche Siegfried ha una nascita straordinaria: viene abbandonato in un vaso di vetro in un fiume, ma una cerva lo salva e lo cresce. In seguito, viene allevato dal fabbro Mimir, diventando in poco tempo fortissimo e sviluppando capacità eccezionali.Altri Eroi con Infanzie Simili
Anche le storie di Wolfdietrich, Horn, Wieland e Artù presentano elementi comuni. Wolfdietrich viene abbandonato nella foresta, ma gli animali selvatici lo proteggono. Horn, Wieland e Artù hanno tutti origini misteriose e crescono in contesti umili, prima di rivelare la loro vera nobiltà. La storia di Tristano racconta di una nascita segnata dal dolore e dalla separazione. Tristano viene rapito e poi ritrovato, e la sua vita è caratterizzata da vicende di passione e perdita che si ripetono.Eroi di Origine Divina
Le vicende di Lohengrin e del Cavaliere del Cigno raccontano di eroi con origini divine che arrivano per aiutare chi è in difficoltà, spesso trasportati da un cigno. Lohengrin appare per difendere Elsa, che è innocente, ma chiede di non essere interrogato sulle sue origini, avvertendo che se la sua identità divina fosse rivelata, dovrebbe andarsene. Quando il divieto viene infranto, Lohengrin rivela la sua natura divina e torna al Graal, lasciando i suoi figli e il rimpianto per la sua partenza. La storia di Scéaf riprende questi temi: un bambino straniero arriva dal mare sopra una fascina di grano. Viene accolto come un dono straordinario e diventa re, per poi scomparire nello stesso modo misterioso in cui è arrivato. Questo finale sottolinea il legame mitico tra padre e figlio.Elementi Comuni nei Miti di Nascita Eroica
Questi racconti mettono in luce come le storie mitologiche sulla nascita degli eroi seguano schemi simili in diverse culture. Le caratteristiche comuni sono:- Origine straordinaria: la nascita dell’eroe è spesso miracolosa o legata a eventi eccezionali.
- Abbandono e crescita miracolosa: l’eroe viene spesso abbandonato da bambino, ma cresce in modo prodigioso, sviluppando abilità speciali.
- Destino eccezionale: la vita dell’eroe è segnata da un destino fuori dal comune, spesso legato a imprese eroiche e al suo ruolo di guida o salvatore.
È davvero esaustivo ridurre fenomeni culturali complessi come i miti eroici e disturbi mentali a mere proiezioni del “romanzo familiare” e del complesso edipico?
Il capitolo offre un’interpretazione psicoanalitica suggestiva, ma non chiarisce se questa prospettiva sia sufficiente a spiegare la genesi e la diffusione universale dei miti eroici, né se sia scientificamente provato che disturbi mentali complessi derivino direttamente da dinamiche familiari infantili. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile confrontare questa interpretazione con altre teorie antropologiche, sociologiche e psicologiche. Approfondire le opere di autori come Carl Jung, che ha esplorato gli archetipi dell’inconscio collettivo, o di studiosi di mitologia comparata come Mircea Eliade, potrebbe offrire una visione più ampia e sfaccettata del fenomeno mitologico.6. Lo Specchio dell’Anima: Il Teatro nel Teatro di Amleto
Il teatro nel teatro, nella tragedia di Amleto, non serve solo a dimostrare la colpevolezza del re Claudio. È soprattutto il momento più importante in cui la storia e la psicologia dei personaggi si evolvono, mettendo in luce i pensieri nascosti del protagonista. All’inizio, Amleto è sconvolto per la morte di suo padre e per il matrimonio troppo rapido di sua madre. Poi, lo spirito del padre gli rivela di essere stato assassinato. Amleto decide quindi di vendicarlo, ma passa molto tempo prima che riesca a fare qualcosa.Il ruolo chiave della rappresentazione teatrale
In questa situazione di indecisione, arriva la rappresentazione teatrale. Anche se sembra che lo scopo principale sia provare la colpa di Claudio, in realtà il significato più vero di questo “teatro nel teatro” riguarda Amleto stesso. La rappresentazione teatrale funziona come una spinta per la vendetta che Amleto sente dentro di sé ma non riesce a mettere in pratica. Vedere in scena l’omicidio del padre re risveglia in Amleto il desiderio di vendicarlo, spingendolo finalmente ad agire.La scoperta dei significati nascosti
L’omicidio del re che viene rappresentato non si limita a stimolare la vendetta. Anzi, svela un significato più profondo e segreto. Amleto, che ha organizzato la rappresentazione, assiste a un atto che lui stesso vorrebbe compiere ma non riesce: l’omicidio del re attuale, che avviene sulla scena. Il re ucciso nella finzione teatrale rappresenta sia il padre di Amleto che suo zio Claudio. Amleto si identifica chiaramente con l’assassino nella pièce, evidenziando il suo rapporto ambiguo con la figura paterna.Un meccanismo di sostituzione
Quindi, il teatro nel teatro diventa uno spazio di sostituzione. Amleto mette in scena e vive attraverso la rappresentazione un’azione che non riesce a compiere nella realtà. Questo meccanismo di identificazione e sostituzione si estende anche alla sfera sessuale. La rappresentazione simbolica dell’omicidio attraverso il veleno versato nell’orecchio allude all’atto sessuale stesso, pieno di significati legati al complesso di Edipo. Identificandosi con l’omicida nella rappresentazione, Amleto elimina simbolicamente il rivale per sua madre e allo stesso tempo si mette nei panni del padre che è stato eliminato.Il teatro nel teatro in Amleto svela la complessa psicologia del protagonista e il potere liberatorio del dramma. Offre un modo per esprimere ed elaborare gli impulsi repressi, sia per il personaggio di Amleto sia, in generale, per l’artista che crea e mette in scena queste dinamiche.È davvero esaustivo ridurre la complessità del “teatro nel teatro” di Amleto unicamente alla lente psicoanalitica del complesso di Edipo, o tale interpretazione rischia di oscurare altre chiavi di lettura altrettanto valide e pertinenti del capolavoro shakespeariano?
Il capitolo presenta un’analisi focalizzata sull’interpretazione psicoanalitica, in particolare sul complesso edipico, come chiave di lettura principale per comprendere le motivazioni di Amleto e il significato del “teatro nel teatro”. Sebbene questa prospettiva possa offrire spunti interessanti, è importante considerare se essa non limiti la comprensione della ricchezza e della stratificazione di significati presenti nell’opera. Per ampliare la prospettiva critica, sarebbe utile esplorare altre interpretazioni letterarie e filosofiche del dramma, considerando anche il contesto storico e culturale in cui è stato scritto. Approfondire il pensiero di autori come Northrop Frye, critico letterario di rilievo, potrebbe offrire strumenti interpretativi più ampi e diversificati.Abbiamo riassunto il possibile
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