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RISPOSTA: “Il mistero delle tre orchidee” di Augusto Angelis ci porta nella Milano degli anni Trenta, un’epoca affascinante ma anche piena di ombre, attraverso gli occhi del Commissario De Vincenzi, un investigatore che è molto più di un semplice poliziotto: è un pensatore, un umanista con la passione per la poesia, capace di capire le persone. Il libro ci immerge nel mondo scintillante ma pericoloso della moda, con la protagonista Cristiana O’Brian, proprietaria di una casa di moda, che si ritrova al centro di un intrigo mortale. Dopo il ritrovamento di tre cadaveri, tra cui quello di Valerio e della contabile Evelina, e infine dello stesso Edward Moran (alias Russel Sage), ex marito di Cristiana, il Commissario De Vincenzi deve districare una trama complessa fatta di ricatti, false identità e un passato criminale che lega la Milano del tempo ai gangster americani. Le orchidee, un fiore che compare in modo inquietante sulla scena dei crimini, diventano il simbolo di un gioco di vendetta orchestrato con astuzia, dove ogni dettaglio, ogni testimonianza, sembra nascondere un segreto. Augusto De Angelis, considerato il padre del giallo all’italiana, crea un’atmosfera ricca di suspense, dove la psicologia dei personaggi e la complessità della trama rendono questo romanzo un classico del genere poliziesco italiano, un vero e proprio viaggio nel mistero e nella natura umana.Riassunto Breve
Il giallo italiano ha un pioniere in Augusto De Angelis, giornalista e scrittore che creò il personaggio del Commissario De Vincenzi durante il regime fascista. In quel periodo, il genere poliziesco era visto con sospetto e soggetto a restrizioni, come l’impossibilità di avere colpevoli italiani o ambientazioni comuni. Queste limitazioni resero ancora più importante la figura dell’investigatore, che divenne il fulcro della libertà creativa di De Angelis. I suoi romanzi si distinguono per trame complesse, che intrecciano eventi e personaggi da contesti diversi, uniti da legami sottili. Gli scenari, pur essendo spesso esotici, sono descritti con precisione per risultare credibili. Il Commissario De Vincenzi è un personaggio ben definito: un pensatore rigoroso ma anche un umanista, appassionato di poesia e capace di immedesimarsi nelle psicologie altrui, rendendolo un investigatore umano e familiare. La sua produzione include quindici romanzi scritti tra il 1935 e il 1942, molti dei quali sono stati ripubblicati e il suo personaggio è stato portato in televisione negli anni Settanta.La trama centrale ruota attorno a tre omicidi avvenuti nella casa di moda di Cristiana O’Brian, una donna affascinante ma con un passato oscuro. Ogni vittima è associata a un’orchidea. Il primo cadavere, quello di Valerio, viene trovato nella camera di Cristiana, mentre il secondo, Evelina, la contabile, viene rinvenuta nel suo ufficio. Valerio viene trovato strangolato in una stanza segreta, il “museo degli orrori”, e il suo corpo viene poi spostato. Un dettaglio ricorrente in entrambi i delitti è la presenza di un’orchidea, un fiore che Cristiana associa al marito, Russel Sage, un noto gangster americano conosciuto anche come Edward Moran. Le indagini rivelano che Valerio, oltre a essere uno strumento di ricatto per Cristiana, era anche un individuo corrotto che a sua volta ricattava lei. La sua morte avviene nel “museo degli orrori”, non nella stanza di Cristiana, e prove come una medaglia e un abito strappato sembrano incastrarla. Successivamente, l’attenzione si sposta su Evelina, che aveva scoperto i ricatti di Cristiana e minacciava di rivelarli. Cristiana, in preda al panico, la uccide strangolandola.L’indagine si complica con la presenza di John Bolton, fratello di Cristiana, che si rivela essere Russel Sage, un ex criminale americano. Bolton, tramite la sorella Anna, aveva ricevuto informazioni sulla moglie, Ileana, che lavorava sotto il nome di Cristiana O’Brian. Bolton sospetta che sia stato incastrato per gli omicidi, dato che le orchidee, un suo fiore preferito, sono state trovate vicino ai cadaveri. Si scopre che il vero assassino è Prospero O’Lary, in realtà Lester Gillis, un ex associato di Edward Moran dato per morto. Gillis, mosso da un desiderio di vendetta, orchestra un piano complesso per eliminare Moran e incastrare Cristiana. Utilizza le orchidee, simbolo di riconoscimento della banda di Moran, come elemento chiave per confondere le indagini e far ricadere i sospetti su Cristiana. Gillis uccide Valerio e depista le prove, poi sfrutta la situazione di panico di Cristiana dopo la morte del marito per farla accusare anche dell’omicidio di Evelina. Infine, attira Moran in una trappola, facendolo uccidere e assicurandosi che la colpa ricada ancora su Cristiana. La sua astuzia nel manipolare le prove e le percezioni porta quasi a un errore giudiziario, ma la sua stessa genialità criminale, legata al suo passato e al suo desiderio di vendetta, lo tradisce. De Angelis dimostrò una notevole consapevolezza teorica del genere, influenzato anche dalla psicoanalisi, come dimostra il suo interesse per Freud. Nonostante una carriera segnata da alti e bassi editoriali, De Angelis ottenne un buon successo di pubblico, con tirature significative per l’epoca. La sua opera ha continuato a essere apprezzata anche dopo la sua morte, con riedizioni e adattamenti televisivi che hanno mantenuto vivo l’interesse per il suo contributo al giallo italiano.Riassunto Lungo
1. L’Orchidea e il Commissario
Il Contesto di Augusto De Angelis e il Commissario De Vincenzi
Augusto De Angelis, pioniere del genere giallo in Italia, ha dato vita al Commissario De Vincenzi durante il regime fascista. In quel periodo, i romanzi polizieschi erano guardati con sospetto e soggetti a severe restrizioni, come il divieto di avere colpevoli italiani o ambientazioni quotidiane. Queste limitazioni hanno reso ancora più cruciale la figura dell’investigatore, che per De Angelis è diventato il fulcro della sua libertà creativa.Le Caratteristiche dei Romanzi e del Protagonista
Le opere di De Angelis si distinguono per trame intricate, dove eventi e personaggi provenienti da contesti diversi si intrecciano attraverso legami sottili. Gli scenari, sebbene a volte esotici, sono descritti con una precisione tale da renderli sempre credibili. Il Commissario De Vincenzi è un personaggio ben delineato: un pensatore rigoroso, ma anche un umanista con una passione per la poesia. La sua capacità di immedesimarsi nelle psicologie altrui lo rende un investigatore profondamente umano e vicino al lettore.La Trama del Giallo: Intrighi e Orchidee
La vicenda principale ruota attorno a tre cadaveri rinvenuti nella Casa di Moda di Cristiana O’Brian, una donna affascinante ma con un passato avvolto nel mistero. Ogni vittima è associata a un’orchidea, un dettaglio che aggiunge un tocco di mistero alla scena del crimine. Le indagini condotte da De Vincenzi portano alla luce eventi e personaggi dimenticati dal passato, collegando la Milano degli anni Trenta al mondo dei gangster americani. Attraverso false identità e colpi di scena ben orchestrati sia dall’investigatore che dal destino, la trama si sviluppa in modo avvincente.L’Eredità di Augusto De Angelis
Augusto De Angelis (1888-1944) ha lasciato un segno indelebile nel panorama letterario italiano, influenzando profondamente il genere giallo. Il suo personaggio più celebre, De Vincenzi, è stato anche adattato per la televisione negli anni Settanta. La sua produzione, che comprende quindici romanzi scritti tra il 1935 e il 1942, continua a essere apprezzata e molti dei suoi lavori sono stati ripubblicati, testimoniando la duratura rilevanza della sua opera.Considerando il contesto storico di restrizioni imposte dal regime fascista alla narrativa poliziesca, come è possibile che la figura del Commissario De Vincenzi, fulcro della libertà creativa di De Angelis, sia stata accettata e sviluppata senza incorrere in censure più severe, dato che le sue indagini portano alla luce “eventi e personaggi dimenticati dal passato” e collegano la Milano degli anni Trenta al mondo dei gangster americani?
Il capitolo descrive le limitazioni imposte al genere giallo durante il fascismo, ma non approfondisce le strategie narrative o le scelte tematiche che avrebbero permesso ad Augusto De Angelis di aggirare tali restrizioni, specialmente quando le sue trame intrecciano contesti potenzialmente sensibili come il crimine organizzato internazionale. Per una comprensione più completa, sarebbe utile esplorare la critica letteraria focalizzata sul periodo fascista e sul genere poliziesco, analizzando come altri autori abbiano gestito vincoli simili. Approfondire la biografia e l’opera di De Angelis, magari attraverso studi critici che analizzino il suo rapporto con la censura, potrebbe fornire ulteriori chiarimenti.Il mistero dell’orchidea e del cadavere
La scoperta macabra
Cristiana O’Brian, una stilista affermata, vive un momento di profondo turbamento durante la presentazione della sua nuova collezione. Un evento inatteso nel suo salone la scuote al punto da farla rifugiare nella sua stanza. Lì, la vista di un cadavere sul suo letto la fa svenire. Poco dopo, la sua direttrice artistica, madama Firmino, entra nella stanza e scopre il corpo di un giovane uomo, Valerio, accanto a Cristiana priva di sensi.L’inizio delle indagini
L’arrivo del commissario De Vincenzi dà il via a un’indagine intricata. Le testimonianze di Prospero O’Lary, segretario della ditta, e di Marta, la direttrice, contribuiscono a delineare un quadro confuso degli eventi. Emergono dettagli inquietanti: Valerio, un tempo legato sentimentalmente a Cristiana, viene ritrovato strangolato.Un fiore carico di mistero
La presenza di un’orchidea nella stanza della stilista aggiunge un ulteriore elemento di mistero, soprattutto perché Cristiana nutre un’avversione per questo fiore. Si scopre che l’orchidea è un dono proveniente da Russel Sage, ex marito di Cristiana, un uomo coinvolto in attività illecite.Intrecci e sospetti
Le indagini suggeriscono che Valerio possa essere stato ucciso altrove e il suo corpo successivamente spostato. Russel Sage, presentandosi sotto falso nome, appare alla sfilata e incontra Cristiana. Il suo comportamento lascia intendere un possibile coinvolgimento nella morte di Valerio, forse per impedire a Cristiana di allontanarsi. La situazione si complica ulteriormente con la possibile complicità di altri personaggi, creando un complesso intreccio di segreti e inganni.Considerando che il cadavere viene ritrovato nella stanza della stilista, ma le indagini suggeriscono che l’omicidio possa essere avvenuto altrove, come si concilia la presenza del corpo con la presunta avversione della protagonista per l’orchidea, elemento che lega l’ex marito alla scena del crimine?
Il capitolo presenta un intreccio di elementi che, sebbene mirino a creare mistero, lasciano aperte significative lacune logiche. La discrepanza tra il luogo del ritrovamento del corpo e il luogo presunto dell’omicidio, unita alla presenza di un oggetto (l’orchidea) che la protagonista detesta ma che è collegato a un sospettato, solleva interrogativi sulla coerenza della narrazione. Per approfondire la comprensione di come questi elementi possano essere collegati in modo plausibile, sarebbe utile esplorare le dinamiche psicologiche di manipolazione e depistaggio, magari consultando testi di criminologia o romanzi gialli che trattano di false piste e inganni complessi, come quelli di Agatha Christie. La gestione del contesto e la costruzione di una sequenza di eventi credibile sono fondamentali in questo genere narrativo.Il Mistero dei Doppi Omicidi e l’Orchidea
L’Indagine sui Delitti
Il commissario De Vincenzi si trova a dover risolvere due omicidi avvenuti nella casa di Cristiana O’Brian. Il primo è quello di Valerio, trovato nella camera di Cristiana, mentre il secondo riguarda Evelina, la contabile, scoperta senza vita nel suo ufficio. Le prime scoperte indicano che Valerio è stato strangolato in un luogo particolare, una stanza segreta definita “museo degli orrori”, dove erano presenti manichini privi di testa. Successivamente, il suo corpo è stato spostato. Un elemento che si ripete in entrambi i delitti è la presenza di un’orchidea, un fiore che Cristiana collega a suo marito, Russel Sage, un noto gangster americano conosciuto anche con il nome di Edward Moran.Collegamenti con il Crimine Organizzato
Le testimonianze raccolte, in particolare quella della cameriera Verna Campbell, suggeriscono un legame tra Cristiana e il mondo del crimine americano attraverso la figura del marito. De Vincenzi apprende che Evelina è stata uccisa con una collana di vetro, ritrovata addosso alla vittima. Si ipotizza che l’assassino fosse una persona conosciuta da Evelina, capace di avvicinarsi a lei senza destare sospetti, forse approfittando di un momento di distrazione, come una telefonata.Sospetti e Indizi Misteriosi
L’indagine si complica ulteriormente con la presenza di John Bolton, il fratello di Cristiana, che sembra avere legami con il passato criminale del marito. Nonostante siano stati raccolti numerosi indizi, tra cui una medaglietta trovata vicino al corpo di Valerio e la rubrica di Evelina, il collegamento tra i delitti e i sospetti rimane ancora poco chiaro. Cristiana, interrogata dagli inquirenti, fornisce risposte evasive, aumentando il mistero che circonda la vicenda. De Vincenzi si trova di fronte a una situazione complessa e inquietante, dove l’assassino sembra agire seguendo un piano ben preciso, volto a confondere le idee e a depistare le indagini.Ma se Prospero O’Lary è un genio criminale che orchestra tutto, perché la sua genialità lo tradisce proprio alla fine, portando alla sua scoperta?
Il capitolo presenta un colpo di scena finale in cui il vero assassino, Prospero O’Lary (Lester Gillis), viene smascherato a causa della sua stessa genialità. Tuttavia, la narrazione non chiarisce in modo convincente quale specifico errore o eccesso di astuzia abbia portato alla sua caduta. Per comprendere meglio le dinamiche della mente criminale e le sue potenziali falle, sarebbe utile approfondire gli studi sulla psicologia criminale e le teorie sulla fallibilità umana anche nei soggetti più intelligenti. Autori come Cesare Lombroso, sebbene con approcci oggi superati, hanno indagato a lungo sulla figura del criminale, mentre studi più moderni sulla profilazione criminale potrebbero offrire chiavi di lettura più attuali.2. Augusto De Angelis, il pioniere del giallo italiano
Il Giornalista e Scrittore
Augusto De Angelis, giornalista e scrittore, è considerato il padre del giallo in Italia. La sua carriera, iniziata prima della Prima Guerra Mondiale, ha attraversato diverse fasi, dalla scrittura di resoconti di guerra a quella di romanzi d’avventura e biografie. Nonostante le difficoltà incontrate a causa delle sue posizioni durante il fascismo, che lo portarono anche in carcere, De Angelis continuò a scrivere, dedicandosi sempre più al genere poliziesco.Il Giallo come “Genere del Presente”
La sua produzione nel campo del giallo è caratterizzata da una grande professionalità e da una capacità di costruire trame complesse e avvincenti. De Angelis riteneva il poliziesco il “genere del presente”, capace di esprimere l’azione pura e la frenesia della vita moderna. Introdusse nel giallo italiano elementi di profondità psicologica, esplorando i tormenti individuali e la centralità del caso e dell’irrazionalità.Opere e Personaggi Celebri
Tra le sue opere più significative si ricordano “L’Albergo delle Tre Rose”, “Il mistero delle tre orchidee” e “Il candeliere a sette fiamme”. Il suo personaggio più celebre è il commissario De Vincenzi, un investigatore riflessivo e sentimentale, a metà tra il poliziotto e l’intellettuale. De Angelis dimostrò una notevole consapevolezza teorica del genere, influenzato anche dalla psicoanalisi, come dimostra il suo interesse per Freud.Successo e Eredità
Nonostante una carriera segnata da alti e bassi editoriali, De Angelis ottenne un buon successo di pubblico, con tirature significative per l’epoca. La sua opera ha continuato a essere apprezzata anche dopo la sua morte, con riedizioni e adattamenti televisivi che hanno mantenuto vivo l’interesse per il suo contributo al giallo italiano.Considerando che De Angelis definiva il giallo il “genere del presente” e ne esplorava la “frenesia della vita moderna” e l'”irrazionalità”, non si rischia di sottovalutare il suo legame con le radici più profonde del genere, come l’enigma e la razionalità deduttiva, elementi che sembrano in contrasto con la sua interpretazione?
Il capitolo presenta Augusto De Angelis come un pioniere del giallo italiano, sottolineando la sua visione del genere come “genere del presente”, capace di esprimere l’azione e la frenesia della vita moderna, con un’attenzione alla psicologia individuale e all’irrazionalità. Tuttavia, questa interpretazione potrebbe lasciare in ombra la sua connessione con gli archetipi del giallo classico, dove l’enigma e la logica deduttiva giocano un ruolo centrale. Per comprendere appieno la sua opera e la sua collocazione nel panorama letterario, sarebbe utile approfondire la sua formazione e le influenze che lo hanno portato a questa specifica visione. Si potrebbe esplorare il lavoro di autori che hanno definito il giallo classico, come Conan Doyle, per confrontare le diverse concezioni del genere. Inoltre, un’analisi più dettagliata delle sue opere, magari attraverso la lettura di saggi critici dedicati, potrebbe chiarire come De Angelis abbia effettivamente integrato o superato gli elementi tradizionali del giallo nella sua produzione.Abbiamo riassunto il possibile
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