Contenuti del libro
Informazioni
“Il meraviglioso giuoco. Pionieri ed eroi del calcio italiano 1887-1926” di Enrico Brizzi ti porta indietro nel tempo, proprio agli albori del nostro calcio, raccontando come questo sport, nato nelle nebbie inglesi, abbia messo radici in Italia tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento. È un viaggio che parte da città come Torino e Genova, dove i primi club come il Genoa Cricket and Athletic Club e l’Internazionale Torino hanno dato il via a tutto, grazie anche a figure leggendarie come James Richardson Spensley e Herbert Kilpin, veri pionieri del calcio italiano. Vedrai nascere rivalità storiche, come quelle tra Genoa, Milan e Juventus, e l’espansione del gioco in tutta la penisola, da Roma con la Lazio e il Roman, fino al Sud con Messina, Palermo e Napoli. Il libro esplora le prime, caotiche stagioni dei campionati italiani, le scissioni che hanno segnato la Federazione (FIGC) e la nascita di squadre iconiche come l’Inter, le imprese di squadre sorprendenti come la Pro Vercelli, l’impatto devastante della Prima Guerra Mondiale e la difficile transizione verso il professionismo, culminata nella Carta di Viareggio e nell’ingerenza del Fascismo. È la storia di un’epoca “romantica”, fatta di passione pura, rivalità accese e personaggi indimenticabili, che hanno gettato le basi per il calcio che conosciamo oggi.Riassunto Breve
Il calcio moderno nasce in Inghilterra a metà Ottocento e arriva in Italia alla fine del secolo, soprattutto a Torino e Genova. Qui nascono i primi club come l’Internazionale Torino e il Genoa Cricket and Athletic Club. Nel 1898 si crea la Federazione Italiana del Football e si gioca il primo campionato nazionale, vinto subito dal Genoa che domina i primi anni. Figure importanti come James Richardson Spensley e Herbert Kilpin sono tra i pionieri. Il Milan nasce nel 1899 per sfidare il Genoa e vince nel 1901, ma il Genoa torna presto a vincere trofei. Intanto emerge la Juventus. A livello internazionale, nel 1904 nasce la FIFA. Nei primi anni del Novecento, il calcio italiano cresce. La Juventus vince nel 1905, rompendo il dominio del Genoa. Ci sono rivalità forti, specialmente a Milano e Genova. Tensioni interne portano alla scissione nella Juventus e alla nascita del Torino. Nel 1908 la Federazione prova a fare due campionati, uno per italiani e uno aperto agli stranieri, creando problemi e portando club importanti a ritirarsi. Emerge la Pro Vercelli, una squadra di dilettanti che vince il campionato italiano. La divisione porta alla nascita dell’Inter Milano, fondata da chi voleva più stranieri. Il derby di Milano inizia subito. Il calcio si diffonde anche in altre zone come Veneto, Emilia e Firenze. A Roma, la Lazio nasce nel 1900, precedendo altre squadre e affermandosi nei campionati locali. In Sicilia, il calcio arriva nel 1900 con Messina e Palermo, che si sfidano per trofei come la Coppa Whitaker e la Coppa Lipton, contesa anche con il Naples FBC, nato nel 1904. Il campionato 1909/10 ha una polemica con lo spareggio Pro Vercelli-Inter, dove la Pro Vercelli schiera i giovani per protesta. La Nazionale italiana debutta nel 1910. Nei primi anni Dieci, la Pro Vercelli domina vincendo tre scudetti di fila, diventando un modello. Nascono nuovi rivali come il Casale, che vince nel 1913-14 interrompendo il ciclo della Pro Vercelli. Arrivano allenatori stranieri che portano nuove idee. La Nazionale cerca di migliorare. La Pro Vercelli e il Torino fanno tournée in Sud America con risultati diversi, il Torino lascia il segno in Brasile. Il campionato 1914-15, allargato, viene fermato dalla Prima Guerra Mondiale. Molti giocatori e dirigenti muoiono al fronte, ma il calcio continua con tornei minori. Dopo la guerra, c’è voglia di ripartire. Gabriele D’Annunzio inventa lo scudetto. Il calcio cresce molto, anche a livello amatoriale con l’ULIC. La FIGC fatica a gestire tutte le squadre. I club più grandi si staccano e formano la CCI nel 1921, creando due campionati. Quello della CCI diventa il più importante. Dopo un anno, si trova un accordo: i club della CCI tornano nella FIGC e il campionato viene riformato e unificato. Negli anni Venti, il calcio si muove verso il professionismo e diventa molto popolare, superando il ciclismo. Le società diventano più complesse, come la Juventus con gli Agnelli. C’è bisogno di un campionato nazionale unico. Il regime fascista che sale al potere usa il calcio per farsi pubblicità. La riforma Colombo è l’ultima fatta senza l’intervento diretto del regime. Il Genoa vince ancora, ma le partite diventano più dure e violente. La Nazionale fatica contro le squadre dell’Europa centrale e il calcio sudamericano, che vince le Olimpiadi con l’Uruguay. La Carta di Viareggio introduce il professionismo, limita gli stranieri e mette la Federazione sotto il controllo fascista. Il regime impone fusioni tra squadre per motivi politici, cambiando nomi e simboli. Questa centralizzazione, anche se limita la libertà, aiuta il calcio italiano a crescere e a usare talenti stranieri, preparando i successi futuri. Finisce l’epoca “romantica” e inizia quella del professionismo e della politica nel calcio.Riassunto Lungo
1. La Nascita del Gioco: Dalle Nebbie Inglesi ai Campi Italiani
L’origine inglese del calcio moderno
Il calcio moderno nasce in Inghilterra nella metà del XIX secolo. Deriva da antichi giochi popolari e viene codificato per la prima volta nel 1863 dalla Football Association inglese, stabilendo regole precise. Da qui, il gioco si diffonde rapidamente in tutta Europa. Studenti, commercianti e marinai britannici contribuiscono a portarlo in diversi paesi. In Italia, il calcio inizia a diffondersi verso la fine del secolo, in particolare nelle città di Torino e Genova.I primi club italiani: Torino e Genova
A Torino, il ritorno dall’Inghilterra di Edoardo Bosio è fondamentale. Nel 1887, Bosio fonda il Football & Cricket Club, una delle prime società calcistiche italiane. Poco dopo, nel 1889, il Duca degli Abruzzi promuove la nascita del Nobili Torino. Queste due squadre si uniscono in seguito, dando vita all’Internazionale Torino. Anche Genova è un centro importante per la nascita del calcio italiano. Qui, la comunità inglese crea nel 1893 il Genoa Cricket and Athletic Club. Inizialmente, il club si concentra sul cricket, ma presto apre le porte anche al calcio, diventando una delle squadre pioniere in Italia.La Federazione Italiana del Football e il primo campionato
Nel 1898, viene fondata la Federazione Italiana del Football, l’organo ufficiale del calcio italiano. Nello stesso anno, si tiene a Torino il primo campionato nazionale. Il Genoa dimostra subito la sua forza, vincendo le prime tre edizioni del campionato. In questi primi anni, emergono figure importanti per il calcio italiano. Tra queste, spiccano James Richardson Spensley del Genoa ed Herbert Kilpin. Kilpin, dopo aver giocato a Torino, si trasferisce a Milano e partecipa alla fondazione del Milan nel 1899.L’affermazione del Milan e la rivalità con il Genoa
Il Milan nasce con l’obiettivo di competere con le squadre più forti del momento, Genova e Torino. Nel 1901, il Milan riesce a interrompere il dominio del Genoa, vincendo il campionato. Tuttavia, il Genoa non tarda a riconquistare la vetta, vincendo nuovamente il titolo e aggiudicandosi anche trofei prestigiosi come la Coppa Fawcus e la Palla d’Argento Dapples. Questi successi testimoniano la superiorità del Genoa nei primi anni del calcio italiano. Contemporaneamente, nel panorama calcistico piemontese, inizia a farsi notare la Juventus, destinata a diventare una delle squadre più importanti d’Italia.La nascita della FIFA e il contesto internazionale
Nel 1904, viene fondata la FIFA, la Federazione Internazionale del Calcio. La FIFA nasce con lo scopo di organizzare e regolamentare il calcio a livello mondiale. Questo evento rappresenta un momento cruciale per la crescita del calcio come sport globale. Anche se il calcio italiano è ancora agli inizi, si inserisce subito in questo contesto internazionale. Il movimento calcistico italiano mostra una rapida crescita e un crescente entusiasmo popolare, ponendo le basi per il futuro sviluppo di questo sport in Italia.Ma ridurre la nascita del calcio italiano a una mera importazione britannica non è eccessivamente semplicistico?
Il capitolo descrive la diffusione del calcio dall’Inghilterra all’Italia, concentrandosi sugli aspetti cronologici e sui protagonisti. Tuttavia, manca un’analisi più approfondita del contesto sociale italiano. Perché il calcio attecchì così rapidamente in Italia? Forse sarebbe utile esplorare se nel tessuto sociale italiano esistessero già elementi predisponenti all’accoglienza di questo sport, indipendentemente dall’influenza britannica. Approfondimenti di storia sociale e culturale dell’Italia di fine Ottocento potrebbero fornire una risposta più articolata.2. Ascesa e Scissioni nel Calcio Italiano
I primi successi e le rivalità regionali
Nei primi anni del Novecento, il calcio in Italia diventa sempre più popolare e si sviluppa rapidamente. Il campionato del 1905 è vinto dalla Juventus, che per la prima volta batte il Genoa, fino a quel momento la squadra più forte. Questa vittoria della Juventus indica un cambiamento nel calcio italiano. La squadra vincente era composta soprattutto da studenti, il che dimostra che il calcio era ancora uno sport dilettantistico, anche se si stava organizzando meglio.Tensioni e nuove divisioni
Le gare diventano più interessanti con le rivalità tra squadre della stessa regione, soprattutto a Milano e Genova. Qui, Milan, US Milanese, Genoa e Andrea Doria si sfidano per essere le migliori. Nel Milan emerge Herbert Kilpin, un giocatore molto importante che porta la squadra a nuove vittorie. Però, all’interno della Juventus nascono dei problemi che portano a una divisione. Da questa divisione nasce il Torino, una nuova squadra creata da chi voleva un calcio più semplice e legato alle tradizioni locali.La Federazione e la questione degli stranieri
Nel 1908, la Federazione Italiana Giuoco Calcio cerca di dare più importanza ai giocatori italiani. Decide quindi di creare due campionati diversi: uno chiamato “federale”, aperto anche ai giocatori stranieri, e uno “italiano”, riservato solo a giocatori italiani. Questa scelta crea molta confusione e alcune squadre importanti come Milan, Genoa e Torino decidono di non partecipare al campionato federale. In questa situazione difficile, una squadra di provincia, la Pro Vercelli, vince inaspettatamente il campionato italiano. La Pro Vercelli era composta da giocatori non professionisti e rappresentava un modo diverso di intendere il calcio, più legato al territorio e meno allo spettacolo.La nascita dell’Inter e l’espansione del calcio
La divisione dei campionati crea molti problemi e porta a un’altra importante novità: la nascita dell’Inter Milano. L’Inter nasce da un gruppo di persone che erano in disaccordo con le regole del Milan che limitavano l’uso di giocatori stranieri. Subito dopo la sua fondazione, inizia la rivalità tra Inter e Milan, il famoso derby di Milano, che rappresenta le diverse idee e passioni sportive dell’epoca. Intanto, il calcio si diffonde anche in altre regioni come il Veneto e l’Emilia, dove nascono squadre come Venezia e Bologna. Anche Firenze entra nel mondo del calcio con diverse nuove squadre, tra cui il Florence FBC, che per un periodo diventa la squadra più forte della Toscana, prima che nascano nuove rivalità anche in questa città.Se la narrazione si concentra sulle divisioni e scissioni, non tralascia forse un’analisi più approfondita delle motivazioni ideologiche e sociali che hanno portato a queste spaccature nel calcio italiano nascente?
Il capitolo descrive le divisioni e le nuove fondazioni di squadre come eventi quasi spontanei, senza indagare a fondo le correnti di pensiero, le ideologie sportive e le dinamiche sociali che hanno realmente plasmato queste scelte. Per comprendere appieno le ragioni di queste scissioni, sarebbe utile esplorare il contesto storico-sociale dell’Italia di inizio Novecento, approfondendo le dinamiche regionali, il nascente nazionalismo e le diverse concezioni dello sport tra élite e classi popolari. Approfondimenti sulla storia dello sport e sulla sociologia del calcio potrebbero offrire strumenti utili per rispondere a questa domanda.3. Pionieri del Football Italiano
Le Origini del Calcio a Roma e la Nascita della Lazio
La storia del calcio a Roma inizia con la Lazio, la società calcistica più antica della città. La sua identità è rimasta forte nel tempo, anche quando si è pensato di unirla ad altre squadre romane. Prima della rivalità tra Lazio e Roma, il calcio romano era già attivo con altre squadre come Audace e Virtus. La Lazio fu fondata nel 1900 da Luigi Bigiarelli, un bersagliere che inizialmente si dedicò al podismo. Successivamente, Bruto Seghettini, proveniente da Parigi, portò il calcio nella Lazio, introducendo il pallone e le regole del gioco.La Competizione Romana e la Nascita del Roman
Nel 1901 nacque il Roman, una squadra con un’origine diversa rispetto alla Lazio. Il Roman era visto come un club di aristocratici, mentre la Lazio aveva radici più popolari. Il calcio a Roma continuò a svilupparsi con campionati locali, dove la Lazio divenne presto la squadra più forte, vincendo più volte fino a quando fu creato il campionato nazionale.Il Calcio Arriva in Sicilia e la Rivalità tra Messina e Palermo
Il calcio arrivò in Sicilia nel 1090 grazie a Alfredo Marangolo e Ignazio Majo Pagano, due studenti siciliani che avevano studiato a Londra. Loro fondarono rispettivamente il Messina e l’Anglo-Panormitan. Tra Messina e Palermo nacque subito una forte rivalità, e la Coppa Whitaker divenne il primo trofeo simbolo di questa competizione.La Coppa Lipton e l’Ascesa del Naples FBC
In seguito, un altro trofeo importante divenne la Coppa Lipton, contesa tra Palermo e Napoli. Il Naples FBC nacque nel 1904 in una pizzeria grazie a marinai inglesi e italiani. In poco tempo, il Naples FBC diventò una delle squadre più importanti del Sud Italia e sfidò il Palermo per vincere la Coppa Lipton.La Contestata Finale del Campionato di Prima Categoria 1909/10
Il campionato di Prima Categoria del 1909/10 fu segnato da una polemica durante lo spareggio tra Pro Vercelli e Inter. La Pro Vercelli protestò contro la data scelta per la partita decisiva e decise di far giocare la squadra giovanile contro l’Inter. La Pro Vercelli perse la partita con un risultato molto pesante. Questo episodio mise in evidenza i problemi della Federazione nel gestire il calcio italiano.Il Debutto della Nazionale Italiana
Nello stesso periodo, debuttò anche la nazionale italiana, vincendo la prima partita 6-2 contro la Francia. Però, nella partita successiva contro l’Ungheria, la nazionale italiana subì una sconfitta pesante. Questi risultati mostrarono che la strada per raggiungere un livello di calcio internazionale di alto livello era ancora lunga.La “riconciliazione” fu realmente tale, o si trattò di una resa negoziata che lasciò irrisolte le tensioni di fondo?
Il capitolo descrive la riunificazione come un epilogo positivo, ma omette di analizzare criticamente le dinamiche di potere e gli interessi in gioco. La semplificazione del campionato, presentata come soluzione, potrebbe aver favorito specifici gruppi a scapito di altri. Per comprendere appieno le ragioni della divisione e i termini della successiva riunificazione, sarebbe utile approfondire le dinamiche politiche e sociali dell’Italia post-bellica, studiando autori come Gramsci o storici specializzati nella storia del calcio italiano.7. L’Ultima Riforma Romantica
Il calcio italiano cambia volto negli anni ’20
Negli anni ’20, il calcio italiano vive una fase di grande cambiamento. La Prima Divisione di questi anni segna una svolta importante, portando il calcio verso un sistema più elitario, come voluto da Vittorio Pozzo e altri. Il calcio diventa più popolare del ciclismo e riflette le identità locali e le rivalità tra città. Le partite attirano un pubblico sempre più vasto e le società calcistiche crescono economicamente, diventando realtà complesse. Un esempio è l’interesse della famiglia Agnelli per la Juventus, che dimostra questa nuova importanza economica del calcio.La spinta verso il professionismo e l’intervento del fascismo
In questo periodo, si sente sempre più forte la necessità di rendere il calcio professionistico e di creare un campionato nazionale unificato. Il regime fascista, che stava prendendo sempre più potere, capisce l’importanza di queste richieste e le usa per aumentare il proprio consenso tra la popolazione. La riforma Colombo è l’ultima decisione presa in autonomia dal mondo del calcio, prima che la politica iniziasse a controllarlo direttamente. I campionati tra il 1922 e il 1926 rappresentano sia il momento migliore che l’inizio della fine del calcio pionieristico.Il Genoa domina, ma emergono problemi e rivalità
Il Genoa si afferma come la squadra più forte, ma il campionato è segnato da un agonismo sempre più acceso e da episodi di violenza. Le finali contro il Bologna sono molto discusse e piene di polemiche. Intanto, la nazionale italiana non riesce a competere con le squadre più forti dell’Europa centrale e assiste alla crescita del calcio sudamericano, con la vittoria dell’Uruguay alle Olimpiadi.La Carta di Viareggio e la fine del romanticismo
La voglia di modernizzare il calcio porta alla creazione della Carta di Viareggio. Questa introduce il professionismo, mette un limite al numero di giocatori stranieri e concentra il potere nelle mani della federazione, che era controllata dal regime fascista. Il governo fascista interviene direttamente sulle società calcistiche, obbligando alcune a fondersi e a riorganizzarsi per motivi politici. Vengono cambiati nomi e simboli delle squadre per uniformarli all’ideologia fascista. Anche se sembra strano, questa limitazione delle libertà nel mondo del calcio crea le basi per i successi internazionali che arriveranno in futuro. Il calcio italiano stava per entrare in una nuova fase, lasciandosi alle spalle il periodo romantico e aprendo le porte all’era del professionismo e della politica.È davvero plausibile sostenere che la fascistizzazione del calcio, con la conseguente limitazione delle libertà, abbia “creato le basi” per i successi futuri, o si tratta di una narrazione teleologica che giustifica a posteriori un intervento autoritario?
Il capitolo sembra suggerire una relazione causale diretta e positiva tra l’intervento fascista nel calcio e i successi internazionali successivi. Tuttavia, tale affermazione appare problematica e necessita di un’analisi più critica. È fondamentale interrogarsi se i successi futuri siano una conseguenza diretta delle restrizioni imposte dal regime, o se siano piuttosto il risultato di altri fattori concomitanti, come l’evoluzione delle strategie di gioco, gli investimenti economici successivi, o la naturale crescita del movimento calcistico italiano. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire studi di storia dello sport che analizzino il periodo in questione senza pregiudizi ideologici, e consultare opere di storici come Renzo De Felice per comprendere meglio le dinamiche complesse del periodo fascista e le sue reali influenze sui vari aspetti della società italiana.Abbiamo riassunto il possibile
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