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Contenuti del libro
Informazioni
“Il gioco e il massacro” di Ennio Flaiano ti butta subito nella testa di Adamante, un architetto che a cinquantadue anni si sente cambiare dentro, soprattutto riguardo alle donne, mentre è a Hong Kong. Da lì, il libro ti porta in giro per il mondo, da Roma a New York, seguendo la sua ricerca un po’ disperata di un senso o forse solo di una nuova sessualità, che però si scontra con visioni strane e una gelosia che lo divora. Non è un viaggio facile, è pieno di incontri assurdi, come quello con Liza Baldwin, una ragazza complessa che sembra quasi trasformarsi, diventando ossessiva e possessiva in un modo che ricorda un cane, il cane Melampo. Flaiano mescola la realtà di queste città, spesso percepite come labirinti o palcoscenici vuoti, con incubi, simboli surreali e riflessioni taglienti sull’alienazione urbana e la difficoltà di comunicare davvero. È un libro che parla di relazioni complesse, di come cerchiamo di fuggire dalla noia o dal dolore, a volte rifugiandoci nell’istinto, ma anche del fallimento di questi tentativi e della fatica di trovare una storia, un senso, in un mondo frammentato. È come se il protagonista cercasse di disegnare una geometria perfetta sulla sabbia, sapendo già che la marea la cancellerà.Riassunto Breve
Un architetto di cinquantadue anni, Adamante, vive una trasformazione interiore a Hong Kong, sentendo un nuovo desiderio per le donne, forse dopo un incontro a Tokyo. Esplora questa spinta attraverso incontri e visioni inquietanti durante un tifone, mescolando disastri esterni e interni. Tornato a Roma, inizia una relazione fisica con Anna Bac per affrontare il cambiamento, ma diventa geloso del suo passato. Durante una malattia, ha visioni disturbanti di Anna e altre donne in scene sessuali sul televisore. Un segno sulla spalla di Anna, un morso, conferma i suoi timori. La ricerca di una nuova sessualità si manifesta con esperienze strane, visioni e gelosia. Si osserva una scena sulla Via Dolorosa dove un uomo, Lorenzo Adamante, porta una croce in una processione che diventa uno spettacolo popolare con musica e festa. Viene messo su una croce a terra e interrogato da uno speaker. Una cena in piedi mostra noia e conversazioni superficiali su astrologia e letteratura, criticando la mancanza di senso nella vita moderna e l’artificialità del cinema. Le relazioni includono più persone, con figure surreali come Gloria Ping e uno speaker invasivo, e visioni di violenza e operazioni assurde in corridoi infiniti. L’incubo finisce su una spianata dove Adamante disegna figure geometriche, creando scenografie infinite. Un giardino pieno di statue popolari appare caotico. L’esistenza si manifesta con l’orrore del riconoscimento di sé e la perdita di oggetti cancella il passato. Il viaggio ha significati diversi, il ritorno ai luoghi d’origine mostra distacco. L’amore contemporaneo è meccanico, portando a impotenza e solitudine. La percezione di sé è distorta, moltiplicata in un cubo di specchi. Un televisore rotto emette un flusso caotico di voci, un “catalogo perpetuo” di osservazioni frammentate sulla realtà disgregata. La distruzione porta silenzio ma anche rimpianto. La ricerca di una tessera mancante si lega a una conversione fallita. L’arrivo in una nuova città per un progetto artistico è un sogno o labirinto, la città un corpo o palcoscenico dove gli spettatori mettono in scena i propri drammi. L’identità nazionale si riflette nel servo comico che sostituisce l’eroe, trovando assoluzione nell’autoironia. Le relazioni, come con Florence Baker, hanno distacco. Un cimitero mostra il tentativo di comprare l’eternità. Il progetto artistico fallisce. A New York si trascorrono quattro mesi improduttivi dopo il progetto fallito, dedicati senza successo alla scrittura. La solitudine aumenta dopo il matrimonio di Florence Baker. Le serate sono amare. La scrittura langue, i racconti sembrano poveri. La compagnia del cane Melampo, lasciato da Florence, non consola. Si sente la mancanza dell’Italia e l’incapacità di scrivere in inglese. La città sembra respingere gli intellettuali in crisi. Un incontro inatteso avviene al Central Park con Liza Baldwin, figlia della signora interessata ad adottare Melampo. L’incontro per i cani rivela un equivoco. Liza, giovane e complessa, appare segnata da esperienze difficili, inclusa violenza a Parigi, e cerca un senso. Le conversazioni toccano amore, sesso, letteratura, disillusione. Una cena con Riccardo T. e Longhi offre prospettive su New York e relazioni, evidenziando la follia dei legami affettivi e la difficoltà di affrontare relazioni e solitudine a una certa età. Nonostante la decisione di partire per l’Italia, l’incontro con Liza cambia i piani. La partenza viene spostata, si torna nel vecchio albergo. L’esperienza a New York si conclude con la presenza inattesa di Liza nell’appartamento. Una relazione si sviluppa in una casa di campagna a Chappaqua. Il protagonista, uno scrittore, è in stallo creativo e teme un legame definitivo con Liza Baldwin. Liza mostra un’attenzione intensa e irrazionale, gelosia e comportamenti imprevedibili. Adotta progressivamente tratti canini, ricordando il cane Melampus: leccare, mordere, annusare, possessività, mancanza di pudore, ansia per il cibo, dormire ai piedi. Questo comportamento è interpretato come un tentativo di isolare lo scrittore, indebolire la sua volontà e rendersi l’unica presenza. Nonostante la consapevolezza, lo scrittore non riesce a liberarsi. Un viaggio a New York per incontrare un’altra donna evidenzia il senso di colpa e il richiamo verso Liza. La relazione ha momenti di connessione e conflitto, inclusa una reazione violenta di Liza a un racconto, percepito come allusione alla sua presunta follia e al rischio di abbandono. La natura distruttiva del legame suggerisce che il possesso totale richieda degradazione reciproca. La devozione canina di Liza, sebbene inquietante, riaccende il desiderio dello scrittore, consolidando l’unione. Una domenica appaiono due cani neri. Poco dopo, Liza strappa un manoscritto, scatenando violenza e mordendo un braccio. Arrivano amici, Gerald O’Malley e Joyce. La casa è in disordine. Liza prepara la cena, lecca il naso di Gerald, litiga con Joyce. La notte dopo, un incidente d’auto: Liza guida lungo la ferrovia e finisce fuori strada, fratturandosi una gamba. Dopo quindici giorni in ospedale, Liza è cambiata: calma, sicura, la casa riarredata con mobili moderni e oggetti costosi. Amici giovani e ricchi frequentano la casa, organizzano feste e attività. Un manoscritto inviato a un editore viene rifiutato. Liza mostra indifferenza e soddisfazione. Inizia a dipingere copie di Mondrian. Gerald O’Malley suggerisce che il comportamento di Liza sia recitazione o fuga dalla realtà. Liza continua a frequentare i suoi amici, comprare oggetti, riorganizzare la vita sociale. La relazione precedente sembra finita. Si decide di lasciarla, nonostante un persistente desiderio. Gerald non può aiutare, dicendo di essere un personaggio “bruciato” nella “commedia” di Liza. Una relazione tra un uomo e una donna si sviluppa e si conclude. La donna manifesta comportamenti descritti come degradazione o trasformazione verso uno stato simile a quello di un cane. Questo comportamento è interpretato come un tentativo di trovare felicità o una via di fuga da una realtà complessa che l’intelligenza non gestisce, cercando rifugio nell’istinto. L’uomo accetta, si ribella, poi rimpiange. Questa dinamica è il nucleo di un progetto artistico, inizialmente sceneggiatura per un film “Melampo”, titolo che richiama un veggente mitologico e un cane di Pinocchio. Il film non si realizza, l’idea diventa racconto. Il tema centrale è la difficoltà dei rapporti umani e la ricerca di una connessione più semplice, quasi animale. La trasformazione della donna non porta a crescita, ma a una finzione necessaria per un amore altrimenti impossibile. La storia ha una struttura circolare, senza lieto fine, tornando alla situazione iniziale, indicando il fallimento della fuga e l’impossibilità di un amore totale. Questo tema si lega a un altro racconto dell’autore. La narrazione usa appunti e un diario, mescolando autobiografia e finzione. Le opere “Oh Bombay!” e “Melampus” esistono in più versioni dattiloscritte e a stampa, mostrando un processo di revisione complesso. Per “Oh Bombay!”, la prima stesura “Oh Calcutta!” ha sette capitoli, ridotti a cinque nella versione definitiva, con modifiche di forma e contenuto. Un cambiamento importante è l’aggiunta di pagine considerate scandalose, inserite alla fine, contenenti frasi raccolte da appunti. La novella di Boccaccio viene spostata. L’incontro tra l’amico del protagonista e Anna Bac cambia conclusione da esplicita a sospesa. La riscrittura aggiunge dettagli come il primo incontro a Parigi e una citazione di Baudelaire. La versione a stampa ha sette capitoli e piccole variazioni. Anche “Melampus” ha due redazioni dattiloscritte. La seconda è creata dalla prima tramite tagli e spostamenti, passando da tre a otto capitoli. La revisione principale elimina brani e sposta altri per dare risalto a Liza rispetto a Florence Baker. Ulteriori correzioni vengono apportate per l’edizione a stampa. La stampa finale ha dodici capitoli e poche altre differenze. Gli appunti su “Melampo” derivano da un diario di lavoro tenuto mentre si cercava un produttore per un film basato sullo stesso soggetto, prima di trasformarlo nel racconto. Il quaderno contiene note sulla realizzazione del film e riflessioni su personaggi e trama, utili per comprendere il racconto. Tra gli appunti si trovano materiali incollati come un’intervista a Bergman e ritagli vari.Riassunto Lungo
1. Visioni e Trasformazione a Oriente
Adamante, architetto di cinquantadue anni, si trova a Hong Kong e percepisce una profonda trasformazione interiore. Un nuovo e intenso desiderio per le donne lo pervade, forse scatenato da un incontro avvenuto in precedenza a Tokyo. A Hong Kong, cerca attivamente di esplorare e comprendere questa nuova spinta. Visita un sarto che, oltre ai vestiti, gli presenta diverse ragazze, e frequenta una sala da ballo dove incontra hostess. Tra queste c’è Gloria Ping, da cui acquista un piccolo televisore. Durante un violento tifone, Adamante guarda il televisore e le immagini di disastro che scorrono si mescolano a visioni personali, sempre più inquietanti e difficili da decifrare.La relazione a Roma
Tornato a Roma, Adamante sceglie di iniziare una relazione con Anna Bac, vedendo in lei un modo per affrontare e gestire il cambiamento che sente dentro di sé. Il loro rapporto è inizialmente molto fisico. Tuttavia, Adamante sviluppa presto una forte gelosia per il passato di Anna, che lei racconta apertamente senza filtri.Inquietudini e segni
Durante un periodo di malattia, le inquietudini di Adamante si manifestano attraverso nuove visioni che appaiono ancora una volta sul televisore. Questa volta, le immagini mostrano Anna Bac e altre donne in scene sessuali disturbanti, alimentando i suoi timori e la sua gelosia. Un dettaglio fisico su Anna, un segno sulla spalla, diventa centrale: lei inizialmente nega di averlo, ma poi ammette che si tratta di un morso. Questa rivelazione sembra confermare le paure e i sospetti di Adamante riguardo al passato di lei o a esperienze non raccontate. Nel tentativo di trovare risposte o connessioni, Adamante prova a contattare la donna incontrata a Hong Kong e a investigare sulla televisione stessa, ma ogni tentativo non ottiene risposta.Davvero le inquietudini di un uomo possono materializzarsi magicamente sullo schermo di un televisore, o stiamo confondendo la proiezione psicologica con la realtà oggettiva?
Il capitolo descrive le visioni che appaiono sul televisore come una manifestazione diretta delle inquietudini del protagonista. Questa presentazione solleva un interrogativo fondamentale: si tratta di un evento letterale, quasi soprannaturale, in cui la psiche influenza direttamente la realtà fisica (lo schermo televisivo)? Oppure è una rappresentazione metaforica o una descrizione della percezione distorta del protagonista, magari affetto da allucinazioni o psicosi? La narrazione sembra pendere verso la prima interpretazione, creando una lacuna logica significativa. Per comprendere meglio come la mente possa “creare” o percepire la realtà in modi non convenzionali, sarebbe utile approfondire gli studi sulla psicologia della percezione e sulla psicopatologia. Un autore da considerare per esplorare i meccanismi della proiezione e dell’inconscio è Freud.2. Sogni, Spettacoli e Geometrie
Un uomo con la barba, Lorenzo Adamante, porta una croce lungo una strada affollata, ripreso da una macchina da presa. Questa scena si svolge sulla Via Dolorosa, dove negozi moderni e turisti che scattano foto creano uno strano contrasto con la processione. Le guardie spingono indietro la folla. Adamante appare sporco e affannato, e una donna che cerca di aiutarlo viene allontanata. La processione sale su una collina piena di croci, dove si svolge una festa popolare con musica e famiglie che mangiano, un altro elemento fuori posto. Adamante viene messo su una croce a terra, gli offrono una sigaretta, e uno speaker gli chiede se vuole dire qualcosa, ma lui non ricorda le parole.La noia e la superficialità moderna
Ci si ritrova a una cena in piedi dove regna la noia e le conversazioni si concentrano sull’astrologia. L’arredamento è temporaneo e scomodo, riflettendo forse un senso di precarietà. Si discute di letteratura, confrontando personaggi femminili di Boccaccio come la Principessa di Babilonia e la gentildonna del Falcone, viste come simboli di un erotismo senza memoria e della tristezza legata al ricordo. Si avverte una mancanza di cose significative da dire nella vita di oggi, che sembra ridotta a superficialità e al lavoro come unica guida morale. Anche il cinema viene criticato per la sua enfasi eccessiva e la sua artificialità.Visioni surreali e l’incubo
In un contesto che coinvolge più persone, si cerca conforto in una routine condivisa. Una proposta di matrimonio viene fatta, ma viene accolta con esitazione, segno di incertezza. Appaiono figure surreali, come Gloria Ping che osserva corpi nudi, e uno speaker che pone domande invasive. Si manifestano visioni inquietanti di violenza e corpi smembrati da creature grottesche, insieme a operazioni chirurgiche assurde. L’ambiente si trasforma in corridoi infiniti, creando un senso di smarrimento.La fine dell’incubo e le figure geometriche
L’incubo svanisce su una vasta spianata. Un uomo, che si riconosce come Adamante, disegna figure geometriche sul terreno con uno spruzzatore, creando triangoli inscritti l’uno nell’altro. Questo lavoro sembra un tentativo di costruire una scenografia infinita, forse per drammi classici. La scena si sposta poi su un giardino pieno di statue di personaggi popolari, che appaiono come un insieme caotico e privo di senso, commentate da uno speaker.Ma quale logica stringe il nesso tra la noia moderna, gli incubi surreali e il disegno geometrico?
Il capitolo dipinge quadri potenti: la processione grottesca, la cena vuota, le visioni terrificanti, l’atto solitario del disegno. Tuttavia, non è chiaro il filo conduttore che lega questi momenti. Come la critica alla superficialità contemporanea si trasforma in un paesaggio interiore di incubo? E in che modo la geometria emerge come risposta o conclusione? Per esplorare le connessioni tra critica sociale, stati psicologici alterati e ricerca di ordine o significato attraverso forme simboliche, si possono considerare autori che hanno indagato le crisi esistenziali o le rappresentazioni dell’inconscio. Approfondire la psicologia analitica o la filosofia che indaga il rapporto tra caos e forma potrebbe fornire strumenti utili.3. Frammenti di Esistenza e Commedia Umana
Riconoscimento e Perdita
L’esistenza può manifestarsi con un senso di orrore improvviso, come quando ci si riconosce in uno specchio inatteso. Perdere oggetti personali sembra cancellare le tracce del passato, offrendo una strana possibilità di negare le esperienze vissute in precedenza. Il viaggio assume significati diversi a seconda che si sia ancora in cerca di avventure amorose o si sia superata quella fase della vita. Per chi è oltre, l’esperienza del viaggio può ridursi a qualcosa di poco interessante, con poco da raccontare al ritorno. Tornare nei luoghi d’origine spesso rivela un profondo distacco, un’incapacità di ritrovare il legame emotivo con il passato. Questo ritorno non porta il conforto sperato, ma sottolinea invece la distanza che si è creata nel tempo.Amore, Percezione e Relazioni
L’amore nel mondo di oggi appare come una pratica quasi meccanica e forzata, molto lontana dall’ideale romantico del passato. Questo approccio moderno all’amore porta spesso a un senso di impotenza e a una profonda solitudine interiore. La percezione di sé diventa distorta e moltiplicata, come se ci si vedesse riflessi all’infinito in un cubo di specchi. Le riflessioni personali si scontrano continuamente con la noia e l’incapacità di trovare un vero senso nei ricordi o nella vita presente. Anche le relazioni umane, come quella descritta con Florence Baker, offrono momenti di vicinanza ma mantengono comunque un fondo di distacco e reciproca incomprensione. Nonostante gli sforzi, una vera connessione profonda sembra difficile da raggiungere.La Realtà Frammentata
Un televisore rotto emette un flusso continuo e disordinato di voci e frasi, come un “catalogo perpetuo” di osservazioni sparse. Queste osservazioni frammentate riguardano argomenti come il sesso, la vita, l’arte e la società, riflettendo una realtà percepita come disgregata e volgare. Rompere l’oggetto porta il silenzio desiderato, ma anche un senso di rimpianto, suggerendo che forse anche in quel caos c’era una forma, seppur imperfetta, di comunicazione o comprensione possibile. La ricerca di un elemento mancante, come una tessera per completare un quadro esistenziale, si lega all’idea di un cambiamento o di una comprensione che non si è realizzata. È come essere bloccati su un’immagine superficiale, incapaci di andare oltre.La Città e il Teatro della Vita
Arrivare in una nuova città per lavorare a un progetto artistico fa percepire la realtà circostante come un sogno o un labirinto difficile da capire. Anche se la città ha una sua precisione geometrica, rimane incomprensibile nella sua essenza più profonda. La città stessa sembra presentarsi come un corpo umano o come un grande palcoscenico pronto per una rappresentazione. Il teatro diventa un luogo dove non solo si assiste a spettacoli, ma dove gli spettatori stessi mettono in scena i propri drammi personali ancora irrisolti. Questo mette in luce una società che sembra essere alla ricerca di qualcuno che scriva la sua storia o le dia un significato.Identità e Fine della Ricerca
L’identità nazionale si riflette nella figura del servo comico, come Leporello, che prende il posto dell’eroe principale. Questo personaggio incarna vizi e difetti comuni a molti, trovando una sorta di perdono attraverso l’autoironia e la risata collettiva. L’atteggiamento verso la morte, osservato in un cimitero ricco e sfarzoso, mostra il tentativo di assicurarsi l’eternità attraverso l’accumulo di ricchezze materiali. Questo approccio evidenzia una mentalità che valuta il possesso anche di fronte alla fine della vita. Il fallimento del progetto artistico alla fine del percorso chiude la ricerca di una storia completa o di un senso definitivo all’interno di questa realtà fatta di frammenti.È davvero plausibile che la complessità della psiche umana si riduca a una “metamorfosi canina” come unica via di fuga dalla realtà?
Il capitolo descrive una “trasformazione” della donna in uno stato simile a quello di un cane, presentandola come un tentativo di rifugio dall’intelligenza e dalla realtà. Questa visione, sebbene potente narrativamente, semplifica eccessivamente la natura complessa dei disturbi psicologici o delle reazioni estreme allo stress. La ricerca di una “connessione più semplice, quasi animale” come soluzione ai problemi relazionali o esistenziali ignora la ricchezza e le sfide dell’esperienza umana. Per un’analisi più approfondita delle motivazioni e dei meccanismi psicologici dietro comportamenti di regressione o dissociazione, sarebbe utile consultare testi di psicologia clinica o esplorare le opere di autori che hanno indagato le profondità dell’inconscio e le sue manifestazioni, come Sigmund Freud o Carl Jung.8. Tracce di Penna e Forbici
L’evoluzione di “Oh Bombay!”
Le opere “Oh Bombay!” e “Melampus” sono passate attraverso diverse fasi, documentate da versioni dattiloscritte e a stampa che rivelano un complesso processo di revisione. “Oh Bombay!” nasce come “Oh Calcutta!” in una prima stesura di sette capitoli. Questa struttura viene poi ridotta a cinque capitoli nella versione definitiva, con modifiche significative sia nella forma che nel contenuto. Un cambiamento notevole è l’inserimento, alla fine del racconto, di pagine considerate audaci, contenenti frasi che Flaiano aveva raccolto nei suoi appunti. La novella di Boccaccio, che inizialmente apriva il racconto, viene spostata nella seconda versione per accompagnare l’episodio della festa. Anche l’incontro tra l’amico del protagonista e Anna Bac cambia esito, passando da una conclusione esplicita nella prima stesura a una più ambigua e sospesa nella versione finale. La riscrittura arricchisce il testo con dettagli come il primo incontro a Parigi, una citazione di Baudelaire, nuove battute del protagonista e una descrizione più ampia di un quadro surrealista. La versione a stampa mantiene sette capitoli e presenta solo piccole variazioni rispetto alla definitiva.Le versioni di “Melampus”
Anche “Melampus” esiste in due redazioni dattiloscritte. La seconda versione, datata 10 dicembre 1969, deriva dalla prima attraverso tagli e spostamenti che portano la struttura da tre a otto capitoli. La revisione principale consiste nell’eliminazione di nove brani dalla prima parte e nello spostamento di altri, con l’intento di dare maggiore centralità al personaggio di Liza rispetto a Florence Baker. Successivamente, vengono apportate ulteriori correzioni, riconoscibili dall’uso di inchiostri diversi, in preparazione all’edizione a stampa. Queste ultime modifiche sono per lo più piccole eliminazioni, minime aggiunte o sostituzioni di parole. La stampa finale arriva a dodici capitoli e presenta poche altre differenze rispetto alle redazioni precedenti.Gli appunti per “Melampus”
Gli appunti relativi a “Melampus” provengono da un diario di lavoro che Flaiano teneva mentre cercava un produttore per un film basato sullo stesso soggetto, prima di trasformarlo nel racconto. Questo quaderno contiene annotazioni sulla potenziale realizzazione cinematografica, toccando aspetti come la scelta degli attori, le ambientazioni, la fotografia e il montaggio. Include anche riflessioni sui personaggi e sulla trama, offrendo spunti preziosi per comprendere meglio il racconto. Tra le pagine del quaderno si trovano anche materiali incollati, come un’intervista al regista Bergman e vari ritagli, che testimoniano il processo creativo e le fonti di ispirazione.Documentare le varianti testuali è sufficiente a illuminare il processo creativo di un autore?
Il capitolo descrive meticolosamente le modifiche subite dai testi, ma si ferma alla superficie della documentazione. Per rispondere a questa domanda, è necessario andare oltre la semplice catalogazione delle varianti e addentrarsi nell’interpretazione critica. Cosa significano queste scelte? Perché l’autore ha eliminato o aggiunto determinati passaggi? Capire il processo creativo richiede l’applicazione di metodologie specifiche, come quelle della critica genetica, che analizza i manoscritti e le stesure preparatorie per ricostruire le intenzioni e le strategie compositive dell’autore. Approfondire gli studi sulle varianti d’autore permette di trasformare un elenco di cambiamenti in una vera e propria indagine sul laboratorio dello scrittore.Abbiamo riassunto il possibile
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