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Contenuti del libro
Informazioni
“Il fenomeno umano” di Pierre Chardin è un viaggio incredibile che cerca di far dialogare la scienza dell’evoluzione con una visione più profonda del mondo. Teilhard de Chardin ci mostra l’evoluzione non come un caos casuale, ma come un processo orientato che spinge la materia verso una complessità sempre maggiore, e con essa, verso un aumento della coscienza. È come se ogni cosa avesse un “dentro” (la sua interiorità, la coscienza) e un “fuori” (la materia), e l’evoluzione li sviluppa insieme. Dalla materia inanimata alla vita, la Biosfera, fino al salto incredibile della Riflessione che crea l’uomo e la Noosfera, la sfera del pensiero, è un’unica grande storia di ascesa. L’uomo non è solo un animale evoluto, ma l’evoluzione stessa che diventa cosciente di sé. E tutto questo movimento sembra puntare verso un futuro, un centro di convergenza chiamato Punto Omega, dove tutta la coscienza si raccoglie e si perfeziona. È un tentativo affascinante di vedere l’universo come un processo vivo, che unisce scienza e fede in un’unica, immensa avventura verso lo spirito.Riassunto Breve
L’universo non è fermo, ma si costruisce nel tempo attraverso l’evoluzione. Questa evoluzione, pur con elementi casuali, mostra una direzione chiara: va verso una complessità sempre maggiore e, nella vita, verso un aumento della coscienza. Esiste una legge che lega la complessità materiale all’emergere dell’interiorità, di un “dentro” nelle cose, che diventa evidente come coscienza nell’uomo. L’evoluzione della materia inizia da elementi semplici e si organizza in strutture sempre più complesse, come atomi, molecole e poi la cellula, che rappresenta un salto fondamentale, una “rivoluzione” che porta a un nuovo livello di interiorità. La vita sulla Terra si sviluppa come un’onda unica, ramificandosi in diverse forme, ma mostrando una tendenza comune: la cerebralizzazione, cioè lo sviluppo e la concentrazione del sistema nervoso. Questa via porta ai primati e culmina nell’uomo. L’uomo si distingue per la capacità di riflessione, di pensare sul proprio pensiero. Questo non è un piccolo passo, ma un cambiamento di stato che crea una nuova sfera: la Noosfera, la sfera del pensiero che avvolge la Terra. L’evoluzione umana continua a livello collettivo, non solo fisico. L’umanità si organizza in società, sviluppa scienza e cultura, e questa socializzazione è una prosecuzione del processo evolutivo verso una riflessione collettiva. Questa convergenza delle coscienze sulla Terra è spinta dalla sfericità del pianeta e dalla natura stessa del pensiero, che cerca sempre oltre. Questo movimento non si ferma, ma tende verso un punto finale, un centro di attrazione e unificazione chiamato Omega. Omega è un punto trascendente, non solo una possibilità futura, ma già presente e operante, che attrae e unifica le coscienze. L’unione in Omega non annulla le singole persone, ma le perfeziona e le differenzia. Questa unione è resa possibile dall’amore, inteso come una forza cosmica che spinge gli esseri a unirsi. L’evoluzione, quindi, non porta alla dispersione, ma alla raccolta e alla conservazione delle coscienze in questo punto Omega. Il fenomeno cristiano, con la sua enfasi su un Dio personale che si incarna e sull’amore universale, è visto come un indizio e l’asse principale di questa convergenza verso Omega, che coincide con il Cristo. La fine dell’evoluzione sulla Terra non è una distruzione, ma un ultimo passo, un distacco dalla materia per unirsi definitivamente a questo centro spirituale.Riassunto Lungo
1. L’evoluzione come costruzione del mondo e l’emergere del pensiero
L’Evoluzione e il Senso dell’Universo Pierre Teilhard de Chardin cerca di unire la scienza e la fede cristiana, vedendo l’evoluzione non come un dettaglio secondario, ma come il processo fondamentale che dà significato all’intero universo. Anche se l’evoluzione darwiniana introduce elementi di casualità, Teilhard riconosce una tendenza profonda e direzionale in questo processo. L’evoluzione si muove verso una complessità sempre maggiore, specialmente nella vita, dove si osserva un aumento della cerebralizzazione. Questa spinta orientata, che lui chiama ortogenesi, culmina con la comparsa della coscienza e del pensiero. Secondo Teilhard, esiste una legge universale che lega la coscienza alla complessità, guidando così l’intero percorso evolutivo.La Nascita del Pensiero Umano
L’origine dell’uomo ha rappresentato una sfida particolare, sollevando interrogativi sull’unità dell’umanità e sulla natura delle capacità mentali. Alcune visioni tradizionali separavano l’evoluzione del corpo da un intervento divino per l’anima, o suggerivano differenze innate nell’intelligenza tra le popolazioni. Teilhard propone invece l’idea di un “effetto soglia”. Spiega che l’aumento progressivo della complessità cerebrale nei primati raggiunge un punto critico. Questo punto critico provoca un salto qualitativo, dando origine al pensiero riflesso. Questo evento, pur essendo una parte integrante dell’evoluzione biologica, è un momento unico che fonda l’unità psichica di tutta l’umanità, legando tutti gli esseri umani per la loro capacità condivisa di pensare in modo riflessivo.Il Compito dell’Uomo nel Mondo
La visione evolutiva di Teilhard implica che l’universo non è un sistema immutabile e perfetto fin dal principio, ma piuttosto un processo in continua trasformazione, un mondo “da costruire”. In questo divenire, la sofferenza e l’imperfezione sono aspetti inevitabili e inerenti al percorso. L’uomo, dotato di libertà e coscienza, ha un ruolo attivo in questo processo. Ha il compito di collaborare attivamente alla costruzione del mondo, impegnandosi per ridurre la sofferenza esistente e contribuire alla realizzazione di un progetto più ampio. La difficoltà o la mancata piena adesione a questo compito si lega al concetto di una frattura originaria. Tuttavia, nonostante le sfide e le imperfezioni, la visione complessiva rimane orientata verso una meta futura che l’umanità ha la possibilità di raggiungere attraverso il suo impegno.Su quali basi scientifiche si fonda l’idea di una “ortogenesi” che orienta l’evoluzione verso la complessità e la coscienza?
Il capitolo presenta l’evoluzione come un processo con una “tendenza profonda e direzionale”, una spinta orientata definita “ortogenesi”, che culmina con la coscienza. Questa visione si scontra apertamente con la comprensione scientifica prevalente dell’evoluzione, che enfatizza la casualità delle mutazioni e la selezione naturale come motori principali del cambiamento, senza un fine predeterminato o una direzione intrinseca verso la complessità o la coscienza. Per comprendere questa divergenza, è utile approfondire la biologia evoluzionistica moderna, studiando autori come Charles Darwin per le basi, e Richard Dawkins o Stephen Jay Gould per le prospettive più recenti sui meccanismi evolutivi e i pattern osservati. Approfondire la filosofia della scienza può aiutare a distinguere tra spiegazioni scientifiche basate su evidenze empiriche e interpretazioni teleologiche o filosofiche dei processi naturali.2. L’Universo ha un Dentro e un Fuori
La fisica, che un tempo studiava soprattutto come i sistemi restavano stabili e uguali a sé stessi, ha cambiato prospettiva. Ora guarda il mondo come qualcosa che si sviluppa e cambia continuamente nel tempo. Le cose non sono più viste come immagini ferme, ma come momenti specifici di processi in corso, che hanno una storia e che si estendono sia nel passato che nel futuro. L’universo intero appare come una massa in costante trasformazione, quasi come una nascita e crescita continua.L’evoluzione della materia verso la complessità
L’evoluzione della materia si manifesta come un processo in cui le cose diventano via via più complicate. Si parte da elementi molto semplici, forse fatti di luce, per arrivare alle particelle fondamentali come protoni ed elettroni. Da queste si formano gli atomi e poi le molecole. Man mano che le molecole diventano più complesse, si arriva alla vita. Questo passaggio da una forma iniziale fatta di particelle è un principio fondamentale, una sorta di legge che spinge la materia a diventare complessa fin dall’inizio. I luoghi dove si creano i composti materiali più elaborati sono spesso le stelle, che funzionano come grandi laboratori naturali nell’universo.Le leggi che governano il cambiamento
Questa evoluzione è regolata da leggi precise, che si possono misurare. Le trasformazioni fisiche e chimiche non creano energia nuova; ogni volta che si forma qualcosa di complesso, c’è bisogno di energia. Se consideriamo l’universo dal punto di vista meccanico, funziona come un sistema chiuso: per avere un progresso, deve esserci uno scambio di energia. C’è anche un’altra regola importante: in ogni trasformazione, una parte dell’energia che potremmo usare si disperde in calore. Questo fenomeno si chiama entropia. Questo significa che l’universo materiale non può continuare a cambiare e progredire per sempre; il suo sviluppo ha un limite. Passa dal semplice scorrere del tempo a diventare qualcosa con una vera e propria storia. L’evoluzione della materia è un processo che “costa” energia e che piano piano consuma la spinta iniziale, portando le combinazioni complesse a disfarsi e a tornare verso elementi più semplici.Esiste anche un aspetto “interno” delle cose
Oltre a quello che possiamo osservare e misurare dall’esterno, le cose hanno anche un aspetto “interno”, una sorta di “essere per sé”. La scienza si è spesso concentrata solo su come le cose sono determinate dalle forze esterne. Tuttavia, l’esistenza di questo aspetto interno diventa innegabile nelle forme di vita più evolute, specialmente nell’uomo, dove si manifesta come coscienza. Questo fenomeno, così evidente in noi, suggerisce che l’aspetto interno è presente ovunque in natura, anche se non lo percepiamo ai livelli più semplici. È un po’ come certe proprietà (come la velocità o la radioattività) che diventano visibili solo quando raggiungono determinate scale o intensità; allo stesso modo, l’aspetto interno si mostra pienamente solo quando la materia raggiunge certi livelli di organizzazione complessa.I due aspetti coesistono: esterno e interno
Per come è fatto, l’universo ha due aspetti che esistono insieme: quello esterno, che possiamo misurare e studiare con le leggi fisiche, e quello interno, più legato all’esperienza o alla coscienza. La materia da cui tutto è partito, oltre alle particelle che la fisica analizza, include anche un aspetto più sottile, quasi “biologico”, una specie di “previta”. Questo aspetto è necessario per spiegare come si sono formati gli stati successivi del cosmo. L’aspetto interno, la coscienza o la volontà, non compaiono all’improvviso dal nulla. La vita, in un certo senso, presuppone una “previta”. La grande sfida per la scienza è riuscire a unire questi due aspetti: quello esterno, che sembra determinato da leggi precise, e quello interno, che nell’uomo si manifesta come libertà. Questi due aspetti si presentano in modi diversi nelle varie parti o “sfere di esperienza” che troviamo in natura.Ma su quali basi scientifiche si afferma l’esistenza di un aspetto “interno” o di una “previta” nella materia fin dalle sue origini?
Il capitolo postula l’esistenza di un aspetto “interno” o di una “previta” intrinseca alla materia fin dalle sue origini, per spiegare l’emergere della complessità e della coscienza. Questa affermazione, tuttavia, si discosta significativamente dalla descrizione standard della materia fornita dalla fisica fondamentale, che si basa su proprietà misurabili e interazioni esterne. L’idea di una qualità “interna” o di una “previta” presente a livelli elementari è una posizione filosofica, non un dato empirico o una conclusione delle attuali teorie scientifiche sulle particelle o sull’origine della vita. Per approfondire questa distinzione e valutare la validità di tale postulato, è utile confrontare le prospettive della filosofia della mente, in particolare riguardo al problema della coscienza e a posizioni come il panpsichismo, con le conoscenze attuali in fisica e biologia. Approfondire autori che trattano la filosofia della scienza e la relazione tra mente e materia può fornire il contesto necessario.3. Energia, Complessità e Coscienza
L’universo si presenta con due aspetti: uno esterno, fatto di materia, e uno interno, che potremmo chiamare coscienza. L’interesse principale è capire come questa coscienza interiore si forma e si evolve nel tempo. Questo processo di sviluppo si basa su tre osservazioni fondamentali. La prima è che l’aspetto interno delle cose, fin dalla materia più semplice, non è uniforme ma è composto da “grani”, proprio come la materia stessa; sia l’esterno che l’interno sono fatti di elementi base. La seconda osservazione è che questi elementi di coscienza, all’inizio tutti simili, diventano via via più complessi e diversi nel corso del tempo, dimostrando che la coscienza è una caratteristica dell’universo che cambia ed evolve. La terza, e molto importante, è che a un livello più alto di sviluppo della coscienza corrisponde sempre una struttura materiale più ricca e organizzata. In altre parole, la complessità della materia e la crescita della coscienza sono due aspetti inseparabili dello stesso fenomeno.Come Crescono Complessità e Coscienza
Questa stretta relazione tra complessità e coscienza porta a una vera e propria legge di sviluppo per l’universo. Secondo questa legge, l’universo passa da una condizione iniziale dove esistono molti elementi materiali semplici, associati a un “interno” poco sviluppato, a una condizione successiva dove si formano meno gruppi, ma molto più complessi e con un “interno” più ricco. Nella fase più semplice, i punti di coscienza sono tantissimi ma deboli, e i loro effetti complessivi sono descritti bene dalle leggi della fisica e della chimica, che si basano su statistiche. Nella fase più complessa, gli elementi diventano meno numerosi ma molto più distinti e individuali, arrivando a mostrare una certa autonomia, come si vede nella biologia. Questa trasformazione è ciò che viene definita la legge di complessità e coscienza.L’Energia Dietro lo Sviluppo
Per capire come avviene questo sviluppo, è importante considerare il ruolo dell’energia. L’attività della coscienza, o “psichica”, dipende dall’energia materiale: è vero che “per pensare, bisogna mangiare”. Tuttavia, non si tratta di una semplice trasformazione diretta di energia fisica in energia psichica; le stesse calorie possono alimentare pensieri molto diversi. L’energia materiale e quella spirituale sono connesse, ma non seguono esattamente gli stessi percorsi; una piccola quantità di energia fisica può sostenere sviluppi spirituali molto grandi e inaspettati. Si può pensare che ogni tipo di energia abbia una natura fondamentale “psichica”, divisa in due componenti principali: l’energia tangenziale, che tende a unire e mantenere insieme gli elementi allo stesso livello di complessità (corrisponde alla nostra normale energia fisica), e l’energia radiale, che invece spinge gli elementi verso una maggiore complessità e una maggiore “centratura” interiore. L’energia radiale cresce man mano che aumenta la complessità, e per costruire questa complessità viene utilizzata l’energia tangenziale. Anche se potrebbe sembrare che l’energia totale dell’universo aumenti sia in forma radiale che tangenziale (il che parrebbe contraddire le leggi di conservazione), l’aumento significativo dell’energia tangenziale si verifica solo quando si raggiungono livelli radiali molto alti, come nell’essere umano. A livelli di complessità inferiori, la somma totale delle energie tangenziali rimane sostanzialmente costante a livello statistico. Il processo di completamento dell’universo è legato all’esaurimento di una quantità iniziale di energia tangenziale “libera”.I Primi Passi Sulla Terra
Per vedere come questo processo di complessità e sviluppo interiore si manifesta, possiamo guardare ai primi stadi della Terra. In quel periodo, la materia si organizzava in grandi strati o sfere (come la Barisfera, la Litosfera, l’Idrosfera, l’Atmosfera e la Stratosfera). La chimica della Terra prendeva due direzioni principali: la cristallizzazione, che portava alla formazione di strutture molto stabili ma con una complessità limitata, e la polimerizzazione, che creava composti organici più complessi e meno stabili. Quest’ultima via, anche se produceva una quantità minore di materia rispetto alla cristallizzazione, era fondamentale. Era infatti in questa zona di polimerizzazione che l’aspetto “interno” della Terra cominciava a concentrarsi e a organizzarsi in forme più ricche. Questo esempio terrestre illustra un principio più generale: nessun risultato finale importante nell’evoluzione può comparire dal nulla; deve essere già presente, almeno in forma iniziale o potenziale, fin dai primordi.Come si conciliano concetti come “Noosfera” e “Punto Omega”, presentati come fasi evolutive, con le attuali conoscenze scientifiche, in particolare quando vengono legati a specifiche dottrine teologiche come l’Incarnazione cristiana?
Il capitolo propone una visione dell’evoluzione che trascende l’ambito strettamente biologico e fisico, introducendo concetti come la Noosfera e il Punto Omega, fino a connetterli con la teologia cristiana. Questa sintesi tra evoluzione, coscienza collettiva e un punto finale di convergenza guidato da un principio assimilato a Dio-Omega è profondamente speculativa e non trova riscontro nelle attuali teorie scientifiche. Per comprendere la genesi e il contesto di queste idee, è fondamentale approfondire il pensiero dell’autore che le ha elaborate, Pierre Teilhard de Chardin, e confrontarsi con discipline come la filosofia della scienza e il dialogo tra scienza e religione.17. L’asse dell’Evoluzione e il Punto Omega
Il cosmo si sviluppa in modo organico, passando da forme semplici a forme più complesse. Questo aumento di complessità è legato a una crescita dell’interiorità, che possiamo intendere come psiche o coscienza. Questa regola che lega complessità e coscienza si vede ovunque, suggerendo che una forma base di coscienza sia presente anche nei livelli più semplici dell’organizzazione. La vita stessa emerge come una spinta universale verso questa maggiore complessità e interiorità.L’Evoluzione Umana e la Riflessione
Nella storia dell’uomo, l’evoluzione raggiunge un punto cruciale con la nascita della capacità di pensare in modo individuale. Questa capacità porta con sé nuove caratteristiche biologiche: l’organizzazione interna guidata dall’ingegno, l’emergere di forze che attraggono o respingono le persone tra loro e il desiderio di una sopravvivenza senza limiti. Queste qualità danno al gruppo umano una grande capacità di agire e adattarsi.La Socializzazione come Nuova Fase Evolutiva
Il processo evolutivo continua a livello di gruppo attraverso la socializzazione umana. Questo non è solo un modo di organizzarsi esternamente, ma è il proseguimento di quel movimento cosmico che si ripiega su se stesso, ora su scala sociale. L’organizzazione tecnica della società aumenta la tensione psichica, la consapevolezza del tempo e dello spazio e la voglia di scoprire cose nuove. Questa socializzazione è una nuova tappa nell’evoluzione umana, orientata verso un pensiero condiviso e collettivo. Essa rende più intensa la capacità di inventare, le forze di attrazione (che ora riguardano idee e sentimenti) e la necessità di un progresso che non si fermi.Verso il Punto Omega
Questo movimento collettivo tende verso un secondo momento cruciale di riflessione, che è superiore e riguarda l’intera collettività. Si pensa che questo punto permetta al pensiero, nato dal ripiegamento della materia, di entrare in contatto con un centro spirituale che sta al di là di tutto, chiamato Punto Omega. Questo punto è ciò che spinge l’evoluzione, ciò che raccoglie tutto e ciò che rende questo sviluppo cosmico irreversibile.Il Cristianesimo e l’Amore Universale
Il cristianesimo, visto come un fenomeno concreto, si distingue per la sua capacità di generare vita e un nuovo stato di coscienza: l’amore verso tutti. Questo amore è una realtà psicologica concreta e attiva. Mentre altre religioni antiche faticano ad adattarsi alle nuove scoperte scientifiche e all’idea di evoluzione, il cristianesimo si dimostra più forte e necessario. L’immensità e la connessione dell’universo offrono un contesto favorevole a capire il Cristo come il centro di un mondo che sta convergendo. Il cristianesimo è l’unica forza capace di abbracciare il mondo intero con un’azione completa basata sulla carità, unendo l’insieme e la singola persona e spingendo ad amare il processo stesso dell’evoluzione.Il Cristianesimo come Asse Evolutivo
Considerato come una linea di sviluppo evolutivo, il cristianesimo si muove nella direzione che si ipotizza per la crescita della coscienza, puntando verso un’unione basata sull’amore. La sua relazione con un polo spirituale trascendente che rappresenta la convergenza universale conferma che il Punto Omega si trova al vertice del mondo. Questo indica che il cristianesimo rappresenta la direzione principale dell’evoluzione.Natura dell’Evoluzione e del Punto Omega
Questa visione non significa che il processo cosmico abbia un risultato già deciso; il successo dipende dalle possibilità e dalle scelte libere, anche se nei grandi sistemi la tendenza è verso un risultato quasi inevitabile. Materia e spirito sono legati tra loro; la coscienza è un risultato della complessità e, ai livelli più alti, diventa indipendente e tende a unirsi al Punto Omega, sostenendo così l’importanza dello spirito. Un Universo che converge implica che il Centro che unisce tutto (Omega) esiste già da prima e sta al di là del mondo, realizzando l’unione con Dio non fondendosi con Lui, ma diventando diversi e comunicando attraverso l’amore.Ma è davvero così scientificamente fondato o logicamente necessario collegare l’evoluzione biologica e sociale a un ‘Punto Omega’ trascendente e identificare il cristianesimo come il suo ‘asse’ principale?
Il capitolo propone una visione dell’evoluzione che, pur partendo da premesse osservabili come l’aumento di complessità, giunge a conclusioni altamente speculative che esulano dal campo della scienza empirica e si addentrano in quello della teologia e della filosofia. L’idea di un “Punto Omega” trascendente che guida l’evoluzione e l’identificazione di una specifica religione come la sua direzione privilegiata sono concetti che non trovano riscontro nelle teorie scientifiche standard sull’evoluzione. Per comprendere appieno la provenienza e la natura di queste affermazioni, è indispensabile approfondire il pensiero dell’autore che le ha formulate, in particolare le opere di Pierre Teilhard de Chardin, che fornisce il contesto filosofico e spirituale per questa visione teleologica del cosmo e dell’evoluzione.Abbiamo riassunto il possibile
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