Contenuti del libro
Informazioni
“Il fattore Renzi” di Emanuele Bormida ti porta a esplorare come funziona il potere oggi, partendo dal concetto di potere carismatico di Max Weber e dalla sua evoluzione. Il libro analizza la leadership politica e come, specialmente in Italia, la personalizzazione politica sia diventata centrale, complice l’enorme influenza dei media. Vedrai come la politica italiana è passata da un sistema dominato dai partiti politici a uno dove il leader e la sua immagine contano più di tutto, soprattutto nell’era mediatica. Si parla di come la televisione abbia cambiato le regole del gioco, trasformando la politica in uno spettacolo e favorendo una comunicazione politica più diretta ed emozionale. Il libro usa la figura di Matteo Renzi come caso studio emblematico per capire queste dinamiche, analizzando il suo stile comunicativo innovativo e perché, nonostante tutto, non sempre ha portato al successo sperato. È un viaggio per capire il legame tra leader, cittadini e media nel mondo politico di oggi.Riassunto Breve
Il potere carismatico è un concetto importante per capire come funziona il potere e come cambia la società. Non è solo l’individuo eccezionale a contare, ma anche come interagisce con la gente e il momento storico, specialmente durante le crisi. La leadership serve a guidare un gruppo verso un obiettivo, e nelle democrazie si basa sulla capacità di convincere e creare un legame emotivo, non sulla forza. Il carisma, secondo Weber, è una qualità speciale che i seguaci attribuiscono a un leader, che gli dà fiducia e obbedienza, soprattutto nei momenti difficili. Non è qualcosa che si ha dalla nascita, ma nasce dalla relazione con chi segue, ed è qualcosa che può finire se il gruppo non lo riconosce più. Ci sono diversi modi di essere leader, alcuni che spingono le persone a crescere, altri che si basano su premi e punizioni. Parlare bene è fondamentale per un leader, sia con le parole che senza, per far capire a tutti dove si vuole andare. Capire bene il contesto in cui ci si trova è un’altra cosa importante. Weber parla di tre tipi di potere riconosciuto come giusto: quello basato sulle regole, quello sulla tradizione e quello carismatico. Quest’ultimo è quello che può cambiare le cose in modo profondo, perché si basa sulla devozione verso il leader. Però il carisma è fragile e col tempo cambia, magari diventando più organizzato o più simile alle regole. Nella politica di oggi, il carisma è molto presente, soprattutto dove la gente vota direttamente per il leader. Weber pensava che i sistemi basati sui partiti e sulla burocrazia potessero rendere difficile trovare leader carismatici veri. Nel Novecento, i regimi totalitari hanno usato il carisma in modo estremo, sfruttando le crisi per promettere soluzioni con leader forti, a volte autoritari. Le crisi, infatti, sono un momento in cui le persone cercano qualcuno di speciale che dia speranza. Il modo in cui la democrazia funziona e la leadership cambiano molto con la personalizzazione della politica, che i media hanno reso ancora più forte. Oggi la politica è dominata dalle singole persone, dalla scelta di chi guida a come si gestisce il potere. Questo succede perché il potere del leader arriva direttamente alle emozioni delle persone, anche grazie al fatto che i cittadini partecipano di più e lo Stato è più presente. In Italia, prima, i partiti erano al centro di tutto, facevano da tramite tra la gente e le istituzioni, ma a volte prendevano troppo potere, limitando la volontà popolare. I leader venivano scelti dentro i partiti, spesso tra di loro, e questo li rendeva lontani dalla gente. Poi è arrivata la televisione e ha cambiato tutto. I media sono diventati un collegamento diretto tra i leader e i cittadini, togliendo importanza ai partiti. La politica è diventata uno spettacolo, dove l’immagine e chi è il leader contano tantissimo. Personaggi come Pertini e Craxi avevano già capito come usare i media per parlare direttamente con chi votava. La televisione ha imposto di essere semplici e di puntare sulla persona, favorendo chi sapeva comunicare subito e toccare le emozioni. I politici hanno iniziato a costruire la propria immagine pubblica per piacere alla gente. Questo ha reso la politica uno show, dove l’aspetto e l’intrattenimento spesso contano più di quello che si vuole fare. Anche se i media hanno dato più visibilità ai leader, non è detto che abbiano reso più facile per tutti arrivare a guidare, perché il potere politico e dei media controlla ancora molto le cose. Il sistema politico italiano si è allontanato dai vecchi partiti per puntare di più sulla leadership personale e su un rapporto più diretto con la gente. L’opinione pubblica non si fida più dei partiti, visti come lenti, e guarda direttamente alle istituzioni e ai leader. Negli anni Novanta, quando i grandi partiti sono andati in crisi, sono nati partiti che pensano solo a vincere le elezioni subito, senza analizzare i problemi sociali. La politica è diventata una cosa personale, con leader che decidono quasi tutto e partiti che lavorano per loro per vincere i voti. I media che non dipendono dai partiti sono diventati molto importanti, saltando le mediazioni e rendendo la politica più semplice e spettacolare. Anche strumenti come i referendum, spinti dai media, hanno contribuito a questo cambiamento, facendo credere alla gente di avere un potere diretto che in realtà ha portato a un sistema con due schieramenti principali e leader forti. La riforma elettorale che puntava a dare la maggioranza a chi vinceva, anche se non ha creato due soli partiti come si sperava, ha reso più forte la divisione in due blocchi e la centralità dei leader. Questo ha portato a governi più stabili, ma anche a un legame tra leader e chi li segue basato più sulle emozioni e sugli interessi personali. La politica è diventata una rappresentazione, guidata dalla logica dei media e dei sondaggi, con leader che si definiscono populisti che non vogliono intermediari e cercano di parlare direttamente con il popolo. La personalizzazione ha spostato l’attenzione da cosa si vuole fare a chi è il leader, mettendo in risalto le sue qualità personali e trasformando la politica in un mercato dove conta il marketing. Matteo Renzi è un esempio di leader che usa una comunicazione che punta sulle emozioni e racconta la sua storia, un po’ come Berlusconi e Obama, per avere successo in una politica sempre più legata ai media e alla persona. La politica diventa così un racconto facile da capire, dove l’emozione e l’immagine del leader sono più importanti dei programmi. La comunicazione di Renzi cerca di essere più vicina alla gente, usando un linguaggio di tutti i giorni, ironico, che sembra autentico, come quello toscano. Cerca di creare un’identità che la gente capisca e a cui si senta vicina. Il suo modo di parlare segue uno schema: prima è d’accordo, poi aggiunge qualcosa, poi attacca, usando gesti decisi e un tono di voce sicuro. Spesso attacca le idee, non le persone, e si presenta come parte di una nuova generazione. Per farsi credere e rendere le cose chiare, usa dati, dice chi sono le sue fonti e parla della sua esperienza. Metafore, ironia e umorismo lo aiutano a creare un legame e a farsi ricordare, un po’ come faceva Berlusconi con l’umorismo per rendere le sue idee più convincenti. L’ironia lo fa sembrare diverso dal politico tradizionale, uno che vuole cambiare le cose. Usa anche proverbi e modi di dire toscani per creare un’atmosfera familiare. Le metafore prese dallo sport o dalla scuola rendono il discorso più concreto. Parlare della sua famiglia lo fa sembrare una persona normale, un padre che ha un sogno per i suoi figli, come se fosse un leader che si preoccupa per tutti. Anche i riferimenti al suo passato da scout e arbitro servono a farlo sembrare affidabile e onesto. A differenza di Berlusconi, che si presentava come un eroe fuori dal comune, Renzi si propone come un eroe normale. La sua comunicazione è fatta per chi non segue molto la politica tradizionale ma è più attento all’immagine e alle emozioni. Il messaggio è semplice, corto, ripetuto e pieno di cose che toccano le emozioni, funziona bene in televisione, dove il suo modo di parlare diretto e pieno di slogan si adatta ai tempi veloci. In televisione, Renzi cura molto come si muove, i gesti e la voce per sembrare sicuro e coinvolgere la gente. Anche come si veste è pensato per sembrare una persona normale, evitando di sembrare uno che sta sopra gli altri. Vestiario semplice ma curato lo fa sembrare dinamico e vicino alla gente comune. Questo modo di comunicare, anche se nuovo e attento ai media, non gli ha fatto vincere le primarie nel 2012. Nonostante parlasse sempre meglio, ha perso per errori nella strategia, come lo slogan “rottamazione” che non è piaciuto a tutti, non aver capito bene chi doveva votarlo e la difficoltà di convincere persone diverse tra loro in un voto solo del centrosinistra. La sua campagna, anche se fatta bene dal punto di vista della comunicazione, non è stata giusta per quel tipo di elezione.Riassunto Lungo
1. L’Ascesa del Carisma: Potere, Crisi e Trasformazione Sociale
Il potere carismatico e la sua influenza sociale
Il potere carismatico è un concetto complesso. Spinge a riflettere sulla natura del potere e su come funziona nella società. Spesso si interpreta la storia concentrandosi sulle azioni di persone importanti. Però, è essenziale capire che c’è un rapporto tra la persona e la società. I leader e le persone comuni si influenzano a vicenda, creando un cambiamento continuo.La leadership: guidare attraverso l’attrazione e la persuasione
La leadership si dimostra quando si riesce a guidare un gruppo verso un obiettivo comune. Un leader bravo sa influenzare le scelte e le azioni degli altri. Nelle democrazie, il potere di un leader non viene dalla forza. Viene invece dalla sua capacità di attrarre e convincere le persone, creando fiducia e coinvolgimento emotivo. Il carisma, una qualità che attrae e coinvolge emotivamente, è fondamentale in questo processo.La definizione di carisma secondo Weber
Secondo Weber, il carisma è una qualità speciale che viene attribuita a una persona. Le persone che seguono il leader carismatico lo considerano eccezionale, quasi sovrumano. Questa qualità gli permette di ottenere obbedienza e fiducia totale, specialmente nei momenti difficili. Il carisma non è qualcosa che si ha dalla nascita. Si crea invece nel rapporto tra il leader e le persone che lo seguono. Inoltre, il carisma non dura per sempre, ma dipende dal continuo riconoscimento da parte del gruppo.Diversi tipi di leadership e l’importanza della comunicazione
Ci sono vari tipi di leadership. Ad esempio, la leadership trasformazionale spinge le persone a crescere e le guida attraverso le crisi. Invece, la leadership transazionale si basa sul dare premi o punizioni. Per un leader, comunicare è fondamentale, sia con le parole che con il comportamento. La comunicazione serve a creare una visione comune e obiettivi condivisi. Un’altra qualità importante è l’intelligenza contestuale, cioè la capacità di capire la situazione e adattarsi.Il potere carismatico come forza rivoluzionaria
Weber individua tre tipi di potere legittimo: legale, tradizionale e carismatico. Il potere carismatico si basa sulla devozione verso il leader. È un potere rivoluzionario, capace di cambiare profondamente i valori e i comportamenti della società. Però, il carisma non è stabile e cambia nel tempo. Può diventare una struttura fissa, oppure trasformarsi in forme di potere più razionali o democratiche.Il ruolo del carisma in politica e nei momenti di crisi
In politica, il carisma è molto importante, soprattutto nelle democrazie dove il leader è scelto direttamente dal popolo. Weber critica i sistemi parlamentari e burocratici. Secondo lui, questi sistemi possono impedire che emerga una vera leadership carismatica. Le dittature del Novecento sono un esempio estremo di carisma. Hanno sfruttato i momenti di crisi e promesso un futuro migliore guidato da capi carismatici, ma spesso autoritari e manipolatori. I momenti di crisi sono il terreno ideale per il carisma. Quando le persone si sentono insicure, cercano guide eccezionali che possano dare soluzioni e speranza.Se il carisma è una forza rivoluzionaria e potente, come mai il capitolo sembra concentrarsi maggiormente sulla sua importanza positiva, trascurando i rischi di manipolazione e autoritarismo insiti nel potere carismatico, soprattutto alla luce degli esempi storici di dittature?
Il capitolo presenta il carisma come una forza trasformativa, specialmente in momenti di crisi, ma manca di un’analisi critica sui potenziali pericoli. Affermare che il carisma è rivoluzionario suggerisce un cambiamento positivo, ma la storia è piena di esempi in cui leader carismatici hanno guidato movimenti distruttivi e autoritari. Per rispondere alla domanda, sarebbe utile approfondire le dinamiche psicologiche e sociali che rendono il carisma suscettibile all’abuso, studiando autori come Hannah Arendt che ha analizzato le origini del totalitarismo, o Erich Fromm che ha esplorato la psicologia della distruttività umana. Approfondire questi aspetti potrebbe fornire una visione più completa e critica del fenomeno carismatico.2. La Politica Personale nell’Era Mediatica
Trasformazione della Democrazia e Leadership
Con l’avvento della personalizzazione politica, il legame tra democrazia e leadership cambia profondamente. Questo fenomeno è accentuato dalla crescente influenza dei media. Oggi la politica è sempre più caratterizzata da singole figure che dominano la scena, dalla scelta dei leader alla gestione del potere. Questo avviene in un contesto favorevole, dove il potere personale dei leader si estende alla sfera emotiva delle persone, grazie alla partecipazione diretta dei cittadini e al ruolo sempre più importante dello Stato.Il Modello della Prima Repubblica Italiana
In Italia, durante la Prima Repubblica, esisteva un tipo di democrazia particolare, dove i partiti avevano un ruolo centrale. Questi partiti erano il cuore del sistema politico e si ponevano come intermediari tra i cittadini e le istituzioni. Tuttavia, questo sistema ha portato i partiti a concentrare troppo potere nelle loro mani, limitando la sovranità popolare e creando un sistema in cui i partiti stessi avevano il controlloDecisioni importanti spesso venivano prese all’interno dei partiti, attraverso meccanismi interni, portando alla formazione di una classe politica chiusa in sé stessa e distante dai bisogni dei cittadini.L’Impatto della Televisione sulla Politica
L’arrivo della televisione ha completamente cambiato questo scenario. I media sono diventati dei canali diretti tra i leader e i cittadini, diminuendo l’importanza dei partiti. La politica si è trasformata in uno spettacolo, dove l’aspetto esteriore e la personalità del leader hanno preso sempre più importanza. Già figure politiche come Pertini e Craxi avevano intuito questa tendenza, utilizzando i media per creare un rapporto diretto con gli elettori.La Spettacolarizzazione della Politica
La televisione ha introdotto una logica di semplificazione e di attenzione alla persona, favorendo quei leader capaci di comunicare in modo semplice e diretto, toccando le emozioni delle persone. I politici sono diventati quasi dei venditori di sé stessi, costruendo un’immagine pubblica per ottenere il consenso. Questo processo ha portato a una spettacolarizzazione della politica, dove spesso l’intrattenimento e l’apparenza contano più dei programmi politici concreti. Nonostante i media abbiano dato più spazio ai leader, l’accesso alle posizioni di comando non è diventato più democratico. Rimane ancora fortemente influenzato dalle dinamiche del potere politico e dai media stessi.Se la “spettacolarizzazione” della politica è presentata come un problema, il capitolo non rischia di idealizzare eccessivamente la Prima Repubblica, dimenticando le critiche di partitocrazia e distanza dai cittadini che esso stesso menziona?
Il capitolo critica la spettacolarizzazione, ma rischia di presentare un quadro eccessivamente negativo, quasi nostalgico di un’epoca precedente. Se la Prima Repubblica aveva i suoi problemi, come evidenziato nel testo stesso, è utile chiedersi se il passaggio alla politica mediatica sia solo un declino o una trasformazione complessa con luci e ombre. Per rispondere, si suggerisce di approfondire la storia politica italiana del periodo, studiando autori come Giovanni Sartori per i sistemi partitici, e di esplorare le dinamiche della comunicazione politica con studiosi come Marshall McLuhan, per capire meglio l’impatto dei media sulla politica.3. La Politica in Scena: Ascesa della Personalizzazione e dei Media
Trasformazione del sistema politico italiano
Il sistema politico italiano ha cambiato direzione in modo radicale. I partiti tradizionali hanno perso importanza, mentre sono diventate più importanti forme di partecipazione diretta e figure di leader forti. L’opinione pubblica non considera più i partiti come dei buoni intermediari, e preferisce rivolgersi direttamente ai leader e alle istituzioni.Declino dei partiti e ascesa della personalizzazione
Negli anni Novanta, i grandi partiti popolari sono entrati in crisi. Questo ha aperto la strada a nuovi tipi di partito, i cosiddetti “partiti pigliatutto”. Questi partiti si concentrano soprattutto sull’ottenere voti subito, invece di studiare a fondo i problemi della società. La politica è diventata più incentrata sulle persone, con leader che prendono tutte le decisioni importanti. I partiti sono diventati soprattutto dei mezzi per far eleggere questi leader.Ruolo centrale dei media
I media che non dipendono dai partiti hanno iniziato ad avere un ruolo molto importante. Questi media superano il ruolo di intermediari che avevano i partiti. Allo stesso tempo, la politica è diventata più semplice e spettacolare, proprio per via dei media.Referendum e democrazia diretta
I referendum e l’idea di democrazia diretta, promossi dai media, hanno contribuito a questo cambiamento. I cittadini hanno avuto l’impressione di poter decidere direttamente, ma in realtà si è creato un sistema politico con due poli principali e conLeader forti. La riforma elettorale maggioritaria non ha creato il bipartitismo che si pensava, ma ha reso più netta la divisione in due poli e ha dato più importanza alla figura del leader. Questo ha portato a governi che cambiano, ma anche a governi più stabili. Però, il legame tra leader e elettori si basa soprattutto sulle emozioni e sugli interessi personali, più che sui programmi politici.Politica come spettacolo e marketing
La politica si è trasformata in uno spettacolo, seguendo le regole dei media e dei sondaggi. Sono arrivati leader populisti che non vogliono fare da intermediari e cercano un contatto diretto con il popolo. La personalizzazione ha spostato l’attenzione dai programmi politici alle persone che sono leader. Si mettono in evidenza le loro caratteristiche personali e la politica diventa una specie di mercato guidato dalle tecniche di marketing.Matteo Renzi e la politica mediatica
Matteo Renzi è un esempio chiaro di leader che usa la comunicazione emotiva e racconta storie personali per ottenere il consenso. In questo modo, Renzi ricorda altri leader come Berlusconi e Obama. Tutto questo avviene in un sistema politico dove i media e la personalizzazione sono sempre più importanti. La politica diventa così un racconto semplificato, dove l’emozione e l’immagine del leader contano più dei programmi politici veri e propri.[/membership]Ma è davvero solo colpa dei media e della “personalizzazione” se la politica italiana è cambiata?
Il capitolo descrive una trasformazione politica complessa, riducendola però a una narrazione lineare di “declino dei partiti” e “ascesa della personalizzazione” guidata dai media. Si potrebbe chiedere: non si rischia di semplificare eccessivamente un fenomeno multifattoriale? Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire studi di sociologia politica e scienza della comunicazione, analizzando ad esempio autori come Giovanni Sartori per la teoria dei partiti, e Marshall McLuhan per capire meglio l’impatto dei media sulla società e sulla politica. Inoltre, un approccio più critico potrebbe considerare anche fattori socio-economici e culturali che influenzano il cambiamento politico, evitando di attribuire ai media un ruolo causale esclusivo e forse eccessivo.4. La Comunicazione Politica di Renzi: Uno Stile Innovativo, un Successo Mancato
Uno stile comunicativo informale e vicino al pubblico
La comunicazione politica di Renzi si caratterizza per un tentativo di ridurre la distanza tra chi governa e i cittadini. Abbandonando le formalità e i toni distaccati tipici della politica tradizionale, Renzi adotta un linguaggio che vuole apparire colloquiale, ironico e molto vicino alla vita di tutti i giorni. L’obiettivo principale è costruire un’immagine di leader percepibile e inclusiva. Per raggiungere questo scopo, Renzi utilizza un modo di parlare che richiama le espressioni tipiche della Toscana, regione da cui proviene, puntando sull’effetto di autenticità e familiarità. La sua strategia comunicativa si articola in tre fasi principali: prima ‘asseconda’ il sentire comune, poi ‘aggiunge’ elementi di novità e infine ‘attacca’ le posizioni avversarie. Questo approccio è sostenuto da una gestualità energica e da un tono di voce sempre coerente con il messaggio che vuole trasmettere. È importante notare che l’attacco di Renzi si concentra spesso sulle idee e sulle proposte, piuttosto che sulle persone, rimanendo in un confronto tra generazioni senza mai risultare eccessivo o offensivo.Le tecniche retoriche per aumentare la credibilità
Per aumentare la sua credibilità e rendere il suo discorso più concreto e facilmente comprensibile, Renzi utilizza diverse tecniche retoriche. Nel corso dei suoi interventi, cita spesso dati statistici, richiama fonti autorevoli ed esperte e fa riferimento diretto alla sua esperienza di amministratore pubblico. Inoltre, metafore, ironia e umorismo diventano strumenti fondamentali per creare un legame empatico con il pubblico e rendere il messaggio più facile da ricordare. In particolare, l’uso dell’umorismo segue l’esempio di Berlusconi, che aveva dimostrato come questa tecnica potesse rendere le proprie tesi più accettabili e credibili. L’ironia, in particolare, permette a Renzi di allontanarsi dall’immagine tradizionale del politico serioso e distante, presentandosi invece come una persona dinamica e orientata al cambiamento. Anche l’uso di proverbi e detti popolari tipici della Toscana contribuisce a creare un’atmosfera di familiarità e vicinanza con l’ascoltatore.Metafore, riferimenti alla famiglia e immagine di leader ‘normale’
Renzi utilizza spesso metafore legate al mondo dello sport e della scuola, perché sono ambiti che fanno parte dell’esperienza comune della maggior parte delle persone, rendendo il suo discorso più concreto e facilmente immaginabile. Allo stesso modo, i frequenti riferimenti alla famiglia contribuiscono a dipingere Renzi come un leader ‘normale’, una figura simile a quella di un padre di famiglia che si impegna per realizzare un futuro migliore per i propri figli. In questo modo, Renzi trasforma la sua immagine in quella di un leader attento e premuroso nei confronti dei cittadini, quasi un ‘padre di famiglia’ della nazione. Anche i richiami al suo passato di scout e di arbitro di calcio contribuiscono a costruire un’immagine di persona affidabile e fondamentalmente onesta. Proprio su questo punto si nota una differenza importante rispetto a Berlusconi: mentre quest’ultimo tendeva a presentarsi come un personaggio straordinario, quasi un ‘supereroe’, Renzi si propone in modo opposto, come un ‘eroe ordinario’, uno di noi che però si impegna in politica.Un linguaggio adatto alla televisione e all’emotività
La comunicazione di Renzi è chiaramente pensata per un pubblico che non è particolarmente interessato ai contenuti politici più tradizionali e che è invece più sensibile all’impatto delle immagini e alle emozioni. Per questo motivo, il suo messaggio è costruito per essere semplice, breve, ripetitivo e ricco di elementi che suscitano emozioni immediate. Questa strategia si dimostra particolarmente efficace in televisione, dove il linguaggio di Renzi, incisivo e fatto di slogan, si adatta perfettamente ai tempi rapidi e ai formati brevi tipici del mezzo televisivo. Proprio in televisione, Renzi dedica grande cura all’espressività del corpo, alla gestualità e al tono della voce, elementi che utilizza consapevolmente per trasmettere un senso di sicurezza e per coinvolgere emotivamente il pubblico.L’immagine ‘casual’ e la sconfitta elettorale
Anche l’immagine pubblica di Renzi è studiata nei dettagli per riflettere uno stile di vita e una condizione sociale percepiti come comuni e ‘normali’, evitando accuratamente di trasmettere un’impressione di superiorità elitaria o di distanza dai problemi quotidiani delle persone. La scelta di un abbigliamento ‘casual’, ma comunque curato, rientra in questa strategia e contribuisce a rafforzare l’immagine di un leader dinamico, moderno e vicino alla gente comune. Nonostante l’indubbia innovazione e l’attenzione alle dinamiche dei media dimostrate da questo stile comunicativo, esso non si è rivelato sufficiente a garantire il successo elettorale nelle primarie del 2012. Infatti, nonostante una performance comunicativa in costante miglioramento, la sconfitta in quelle primarie può essere attribuita principalmente ad alcuni errori strategici. Tra questi, si possono ricordare l’effetto negativo e inatteso dello slogan della “rottamazione”, una difficoltà nell’identificare correttamente il target elettorale di riferimento e, infine, la complessità di mobilitare un elettorato trasversale in un contesto specifico come quello delle primarie del centrosinistra. In conclusione, la campagna di Renzi, pur avendo introdotto elementi di novità stilistica nel linguaggio politico, si è dimostrata inadeguata nel contesto specifico delle primarie del 2012, non riuscendo a tradursi in un successo elettorale.Se lo stile comunicativo di Renzi era così innovativo e adatto ai media, come mai non è stato sufficiente a garantirgli il successo elettorale nel 2012?
Il capitolo descrive in dettaglio le strategie comunicative di Renzi, sottolineando la loro modernità e adattabilità ai media. Tuttavia, la conclusione evidenzia un fallimento elettorale. Sorge quindi spontanea una domanda: l’efficacia della comunicazione politica può essere misurata unicamente in base al successo elettorale? Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire studi sulla comunicazione politica e sul marketing elettorale, considerando autori come Lippmann e Lazarsfeld, per comprendere meglio la complessità del rapporto tra comunicazione, opinione pubblica e risultati elettorali.Abbiamo riassunto il possibile
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