Introduzione
Negli anni ’70 e ’80, la famiglia viveva in Belgio, dove il padre, Antony, lavorava come avvocato per Procter & Gamble. Nonostante i vari traslochi nei dintorni di Bruxelles, una costante era la presenza di fotografie e souvenir esposti su mensole e davanzali. Tra questi, vi erano immagini del padre in uniforme, del matrimonio dei genitori nel 1953 e del nonno paterno, Lionel, insieme a sua moglie, Myrtle. Un ritratto in pelle del re Giorgio VI, firmato il giorno della sua incoronazione, e altre fotografie della famiglia reale erano anche parte della collezione.Da bambino, l’autore non prestava molta attenzione al significato di queste immagini, sebbene sapesse che il legame con la regalità derivava da Lionel, che era morto nel 1953. La sua conoscenza del nonno si limitava al fatto che fosse stato il logopedista del re. Con il passare degli anni e l’arrivo dei propri figli, l’interesse per la genealogia crebbe, portando a scoprire dettagli sulla sua famiglia, tra cui una bisnonna con quattordici figli e un bisnonno che emigrò in Australia nel 1850.Dopo la morte del padre nel 2001, l’autore si trovò a esaminare i documenti personali conservati in un armadio. Tra questi, vi erano lettere e fotografie raccolte dal nonno, ordinatamente archiviate. Nel giugno 2009, l’autore fu contattato da Iain Canning, produttore del film “Il discorso del re”, che lo portò a comprendere meglio il ruolo di Lionel nella vita del re Giorgio VI, il quale lottava contro un grave difetto di parola. Questo evento accese l’interesse dell’autore per la storia del nonno e il suo impatto.Il film, diretto da Tom Hooper e con un cast di attori noti, si proponeva di essere storicamente accurato. L’autore iniziò a esplorare i documenti del nonno, scoprendo diari dettagliati delle sue interazioni con il re e corrispondenza con Giorgio VI. Tuttavia, si rese conto che mancavano lettere e diari degli anni ’20 e ’30, inclusa una lettera scritta dal re nel 1944, che avrebbe voluto trovare.La ricerca portò l’autore a contattare parenti, Buckingham Palace e archivi reali, ma senza successo. Durante le riprese del film, incontrò Geoffrey Rush, che interpretava il nonno, e si rese conto di quanto fosse simile la sua esperienza con quella del padre, che amava recitare poesie.Filming si concluse nel gennaio 2010, segnando l’inizio di un viaggio personale per l’autore, che desiderava raccontare la vita completa del nonno. Nonostante il suo status professionale, poco era noto sui metodi di Lionel. Nel luglio 2010, un cugino contattò l’autore, informandolo di aver trovato documenti relativi al nonno. Questi includevano corrispondenza tra Lionel e il re e diari di viaggio della nonna, che fornirono nuove informazioni sulla loro vita insieme.Questi materiali formarono la base del libro, realizzato con l’aiuto di Peter Conradi. L’autore esprime il desiderio che i lettori condividano il suo interesse per il nonno e la sua relazione con il re Giorgio VI. Nonostante la ricerca approfondita, rimangono ancora informazioni potenzialmente sconosciute su Lionel Logue, e l’autore invita chiunque abbia ulteriori dettagli a contattarlo.Capitolo 1: Dio salvi il re
Il re Giorgio VI, al secolo Alberto Federico Arturo Giorgio, si sveglia nel suo letto a Buckingham Palace il 12 maggio 1937, alle 3 del mattino, disturbato dai preparativi per la sua incoronazione. A soli cinque mesi dall’assunzione del trono, il re si prepara a uno dei giorni più importanti della sua vita. La cerimonia di incoronazione, tradizionalmente fissata diciotto mesi dopo l’ascesa al trono, è stata anticipata a causa dell’abdicazione del suo predecessore, Edoardo VIII, avvenuta a dicembre 1936. Giorgio VI, che ha preso il nome in onore del padre, affronta una giornata carica di tensione e aspettative.Nella periferia di Londra, Lionel Logue, un australiano che ha assunto un ruolo significativo nella vita del re come specialista della parola, si prepara anch’esso per la giornata. Con la moglie Myrtle, Logue parte per Westminster, mentre la città si riempie di una folla di sostenitori. Il re, ansioso e senza appetito, annota nel suo diario la sua preoccupazione per la cerimonia imminente.La cerimonia di incoronazione si svolge a Westminster Abbey, un evento di grande importanza nazionale. Il momento centrale è l’unzione, in cui l’arcivescovo di Canterbury unge il re con olio consacrato, un atto che simboleggia la sua consacrazione al servizio del popolo. Giorgio VI, afflitto da un balbuzie che lo ha tormentato sin dall’infanzia, si prepara a affrontare la pressione di parlare in pubblico. Negli ultimi mesi, ha dovuto affrontare voci sulla sua salute, alimentate dai sostenitori del fratello Edoardo, ora in esilio.La mattina della cerimonia, la folla acclama i membri della congregazione mentre si dirigono verso l’abbazia. Logue e la moglie arrivano in tempo per prendere posto. Il re e la regina viaggiano in una sontuosa carrozza, il Gold State Coach, mentre la presenza della regina Elizabeth offre conforto al re. Durante la cerimonia, le figlie del re, la principessa Margaret e la principessa Elizabeth, si comportano in modo vivace, mentre la madre, la regina Mary, cerca di tenerle a bada.Logue, presente tra i dignitari, ha svolto un ruolo cruciale nella preparazione del re per la cerimonia. Negli undici anni precedenti, ha lavorato con lui per affrontare la balbuzie, sviluppando strategie per migliorare la sua eloquenza. Tuttavia, le parole della cerimonia non possono essere modificate, e il re si trova di fronte alla vera prova.La cerimonia inizia con l’arrivo dei principi e delle principesse. Quando il re avanza, Logue osserva con apprensione. Nonostante i nervi, il re riesce a pronunciare le sue parole con chiarezza, nonostante alcuni imprevisti durante la cerimonia. Alla fine, il re e la regina tornano a Buckingham Palace, accolti da una folla entusiasta, nonostante la pioggia.La giornata culmina con un discorso radiofonico che il re deve tenere in diretta. Logue ha lavorato con lui per preparare il testo, e nonostante le ansie del re riguardo al microfono, entrambi si sentono pronti. Il re inizia il suo discorso, esprimendo gratitudine per il supporto del popolo e promettendo di servire la nazione. Al termine, Logue è colpito dalla performance del re, che ha parlato con una voce forte e chiara.Il giorno successivo, Logue si ritira a letto, ignorando le congratulazioni che arrivano dai suoi amici. I giornali lodano il discorso del re, paragonando la sua voce a quella del padre. Entrambi, re e Logue, si sentono soddisfatti del successo della giornata storica.Capitolo 15: Vittoria
La notizia della resa della Germania nel 1945 suscitò entusiasmo e sollievo in Gran Bretagna. Il 8 maggio 1945, migliaia di persone si radunarono a Londra per festeggiare. La resa tedesca era attesa da giorni e, alle 15:00, Winston Churchill annunciò che il cessate il fuoco era stato firmato. Nella sua allocuzione, Churchill onorò coloro che avevano combattuto e coloro che avevano perso la vita. Concluse avvertendo che il Giappone rimaneva una minaccia.Poco dopo, il Re, simbolo di resistenza nazionale, si affacciò al balcone di Buckingham Palace, accompagnato dalla Regina e dalle due principesse. Il Re e Churchill fecero otto apparizioni pubbliche in un giorno di celebrazioni. Il 10 maggio, Logue ricevette una chiamata per preparare il discorso del Re. Il giorno successivo, il Re apparve stanco ma pronto a pronunciare le sue parole di gratitudine per la vittoria.Il discorso del Re esprimeva riconoscenza per la liberazione dalla Germania e sottolineava la necessità di affrontare la situazione in Estremo Oriente. Riconobbe i sacrifici di chi aveva contribuito alla vittoria e invitò il popolo britannico a mantenere la dignità in onore di coloro che erano morti. La celebrazione si protrasse, con le principesse che si unirono alla folla in incognito.Tuttavia, la gioia per la vittoria fu segnata da una tragedia personale per Logue. Mentre si trovava in ospedale per un intervento chirurgico, sua moglie Myrtle ebbe un attacco cardiaco e morì pochi giorni dopo. Logue, devastato dalla perdita, ricevette un telegramma di condoglianze dal Re, che si offrì di aiutarlo.Nonostante il dolore, Logue continuò a lavorare. Il 15 agosto 1945, il Re aprì il Parlamento, celebrando la fine della guerra dopo la resa del Giappone. Il nuovo governo laburista si impegnò in riforme radicali, mentre il Re, preoccupato per alcune misure, mantenne un atteggiamento di rispetto verso il nuovo governo.La vita quotidiana rimase difficile per molti britannici, con razionamenti che continuarono anche dopo la guerra. Logue continuò la sua pratica, esprimendo il desiderio di tornare in Australia, ma la sua salute era compromessa. Un caso significativo fu quello di Jack Fennell, un giovane balbuziente che ricevette aiuto da Logue per superare le sue difficoltà.Nel 1947, Logue vendette la sua casa, sentendosi sopraffatto dai ricordi di una vita condivisa con Myrtle. I suoi figli, ora adulti, affrontarono le proprie sfide. Tony, il più giovane, ebbe problemi di salute dopo un’operazione, mentre Logue si trovò a dover affrontare la solitudine.Il 10 luglio 1947, fu annunciato il fidanzamento della Principessa Elisabetta con Filippo. Il Re, inizialmente scettico, alla fine acconsentì al matrimonio, che si svolse il 20 novembre 1947. La salute del Re continuò a deteriorarsi, e nonostante i suoi sforzi per mantenere un’immagine pubblica forte, soffriva di problemi di salute legati allo stress della guerra e al fumo.Nel 1947, il Re intraprese un tour in Sud Africa, ma il viaggio si rivelò faticoso. Tornato a casa, iniziò a soffrire di crampi e dolori. Dopo vari esami, gli fu diagnosticata l’arteriosclerosi. Logue, preoccupato per la salute del Re, continuò a offrirgli supporto.Il Re, pur affrontando problemi di salute, si preparò per il suo messaggio di Natale, dimostrando progressi nel suo modo di comunicare. La sua salute rimase un tema di preoccupazione, ma il Re continuò a lavorare, mantenendo un contatto regolare con Logue.Capitolo 16: Le ultime parole
Il 25 dicembre 1951, milioni di persone in Gran Bretagna e nel Commonwealth ascoltarono il messaggio di Natale di George VI. La sua voce, sebbene familiare, appariva diversa, risultando rauca e affaticata. Il re iniziò il suo discorso parlando dell’importanza di contare le proprie benedizioni e condivise un messaggio personale di gratitudine per il supporto ricevuto durante la sua malattia.Dopo un’operazione chirurgica tre mesi prima, il re era stato costretto a ridurre le sue apparizioni pubbliche. La sua salute era ulteriormente compromessa dalla situazione economica e politica del paese, con il governo laburista in difficoltà. Nonostante ciò, il re si era mostrato determinato a tenere il suo messaggio di Natale, registrandolo in anticipo per evitare lo stress di una diretta.La registrazione del messaggio richiese quasi due giorni e, sebbene fosse breve, il risultato finale mostrava segni di editing e una consegna più rapida del solito. Il re comunicò ai tecnici che era importante che la nazione ascoltasse il suo messaggio, anche se non era perfetto.Il 14 dicembre, il re scrisse una lettera al suo logopedista Lionel Logue, esprimendo il suo stato di salute e riconoscendo l’importanza del suo aiuto nel superare le difficoltà legate alla sua malattia. Logue, anch’esso in cattive condizioni di salute, non poté rispondere.Dopo il Natale, il re trascorse del tempo a Sandringham e mostrò segni di miglioramento, partecipando a attività come la caccia. Tuttavia, il 6 febbraio, il re morì a causa di una trombosi coronarica, nonostante i segnali di recupero. La notizia della sua morte raggiunse la regina Elisabetta e il duca di Edimburgo durante il loro viaggio in Africa.Logue scrisse alla vedova del re, esprimendo il suo rammarico per non aver potuto rispondere alla lettera del re. La regina madre rispose, riconoscendo l’importanza del supporto di Logue per il re. In maggio, la nuova regina Elisabetta II inviò a Logue un regalo personale, un portasigarette appartenuto al padre, esprimendo la sua gratitudine per il suo lavoro.Nel dicembre successivo, la regina Elisabetta II tenne il suo primo messaggio di Natale, onorando la tradizione del padre e sottolineando il suo impegno a continuare il suo lavoro. Logue, nel frattempo, si trovava in difficoltà di salute e trascorse le festività con la sua famiglia. Morì il 12 aprile 1953 per insufficienza renale, poco dopo il suo settantatreesimo compleanno.Le obituaries di Logue furono brevi, riconoscendo il suo ruolo nel trattamento delle difficoltà di linguaggio del re. Nonostante la sua fama, Logue non accumulò ricchezze e nel suo testamento lasciò una somma modesta. La sua metodologia si basava su esercizi di respirazione e un approccio psicoterapeutico, che contribuì a costruire la fiducia del re.Il legame tra Logue e il re si sviluppò in una vera amicizia, nonostante le differenze sociali. La nuora di Logue, Anne, sottolineò che il suo successo derivava dalla relazione instaurata con il re, piuttosto che da tecniche specifiche. La sua morte segnò la fine di un’epoca, lasciando un’eredità di dedizione e professionalità.Abbiamo riassunto il possibile
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