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Contenuti del libro
Informazioni
Il corpo, il rito, il mito” di Bruno Barba è un libro che ti fa guardare lo sport con occhi diversi, non solo come un gioco o una competizione, ma come un vero e proprio “fatto sociale totale”, qualcosa che l’antropologia dello sport studia per capire le nostre culture. Questo viaggio esplora come lo sport e cultura si intrecciano, partendo dalle pratiche antiche legate a riti e guerra fino ad arrivare allo sport moderno, con le sue regole razionalizzate, la ricerca del record e la sua trasformazione in un’industria globale. Scoprirai come il corpo nello sport non sia solo biologia, ma sia plasmato dalla società e veicoli messaggi culturali, e come il rito sportivo, dai gesti degli atleti ai comportamenti dei tifosi, dia senso e struttura all’esperienza sportiva. Il libro analizza anche il mito sportivo, mostrando come gli atleti eroi diventino figure quasi divine, simboli potenti che riflettono e influenzano le nostre identità, sia individuali che collettive. Attraverso esempi che vanno dalle public schools inglesi alle dinamiche del calcio e del ciclismo in Italia, dalle Olimpiadi ai gruppi ultras, “Il corpo, il rito, il mito” ti mostra come lo sport sia uno specchio della società, riflettendo politica, mercato, discriminazioni ma anche integrazione e valori come il fair play e l’agonismo. È un modo per capire meglio non solo lo sport, ma noi stessi e il mondo che ci circonda.Riassunto Breve
Lo sport costituisce un tratto culturale importante studiato dall’antropologia, inteso come un “fatto sociale totale” denso di significati e funzionale alla cultura di riferimento, che riflette e influenza l’organizzazione sociale, le simbologie e la trasmissione del sapere. Le culture sono dinamiche e lo sport, come altri aspetti culturali, mostra continuità e influenze esterne. Il corpo è centrale nello sport, risultato dell’interazione tra natura e cultura, plasmato dall’ambiente, dall’allenamento e dalle condizioni sociali, e veicola messaggi culturali e identitari; l’idea di predisposizioni genetiche superiori per specifiche popolazioni non trova supporto scientifico, dipendendo il successo da fattori complessi. Il termine “sport” deriva dal latino “deportare” (svago) e si distingue dal gioco spontaneo, essendo una competizione fisica regolamentata con un obiettivo definito, unendo aspetti di play e game e canalizzando l’aggressività in modo controllato. Le pratiche fisiche antiche e medievali, spesso legate a rituali, culti o preparazione militare, differiscono dagli sport moderni, che si distinguono per secolarismo, uguaglianza teorica, specializzazione, razionalizzazione di regole e tecniche, organizzazione burocratica, quantificazione delle prestazioni e ricerca dei record; la nascita dello sport moderno si colloca nell’Inghilterra del XIX secolo, in particolare nelle public schools, dove l’*athleticism* promuoveva lo sport come strumento educativo, portando alla codifica di discipline come rugby e football. Il calcio si diffonde globalmente, trasformandosi da attività d’élite a fenomeno di massa, e in Italia, dopo una fase legata alla ginnastica patriottica, sport come ciclismo e calcio guadagnano popolarità, riflettendo i cambiamenti sociali ed economici; il passaggio al professionismo trasforma lo sport in spettacolo e lavoro, pur mantenendo un ruolo centrale nell’identità nazionale. Lo sport è profondamente intrecciato con politica, economia e cultura, riflettendo disuguaglianze e violenza sociale, ma è anche un’industria importante; l’identità, individuale e collettiva, si costruisce anche attraverso lo sport, sebbene gli stereotipi nazionali siano semplificazioni eccessive. Il successo di uno sport in un paese dipende da un complesso insieme di storia, cultura, scelte politiche e caso. L’attività sportiva presenta gioco e competizione, dove la vittoria è centrale ma la sconfitta è vista come opportunità di crescita; veicola valori desiderabili (cooperazione), puri (amicizia) e misti (competizione, vittoria) che possono degenerare se orientati al guadagno a ogni costo. Il fair play e il rispetto reciproco sono fondamentali, e l’agonismo è legato alla convivenza e al dialogo (“competere” significa “ricercare insieme”); l’allenatore ha un ruolo educativo, e lo sport giovanile è strumento di inclusione e lotta al razzismo. La “cultura dell’alibi” è un ostacolo, mentre lo sport insegna ad accettare la sconfitta senza scuse. Lo sport è un fatto culturale immerso nella società, capace di riflettere e influenzare dinamiche sociali e politiche, offrendo un’arena per socializzazione, educazione e apertura verso gli altri. I governi, specialmente nelle dittature, utilizzano lo sport per propaganda e costruzione dell’identità nazionale, e gli eventi sportivi riflettono tensioni politiche e diventano teatro di proteste per i diritti umani. La religione si lega allo sport attraverso istituzioni e movimenti. Le Olimpiadi moderne, nate con ideali di pace, mostrano contraddizioni come nazionalismi, boicottaggi, commercializzazione e doping, e la loro storia include episodi di razzismo e discriminazione, sebbene lo sport possa essere un potente strumento di integrazione e cambiamento sociale. Lo sport manifesta caratteristiche simili a quelle di una religione, con credo, rituali, luoghi sacri e figure carismatiche (allenatori, campioni); le squadre sono rappresentate da simboli totemici che creano senso di appartenenza. Il mito trova nello sport un ambito privilegiato, con atleti che diventano eroi e divi, protagonisti di narrazioni che collegano l’umano al quasi soprannaturale; questi miti moderni, spesso individuali e diffusi dai media, risuonano con il pubblico per le abilità straordinarie ma anche per le imperfezioni umane, e figure come Maradona incarnano questa dimensione mitologica e rituale. Lo sport funziona come un rito moderno, mettendo in scena il mito attraverso gesti e azioni simboliche, richiedendo partecipazione emotiva e distinguendosi per l’imprevedibilità; molte pratiche sportive sono riti di passaggio che segnano il cambiamento di status dell’individuo, con il corpo come veicolo di emozioni e simboli. Il carisma si manifesta attraverso simboli e luoghi iconici, e rituali specifici come la Haka o il calcio di rigore evidenziano la dimensione simbolica e quasi fatale di certi momenti. Lo sport contemporaneo, in particolare il calcio, è una vasta industria commerciale che trasforma il tifoso in consumatore, generando critiche per la mercificazione della passione e la demonizzazione del tifo organizzato, sebbene la relazione tra commercializzazione e disinteresse non sia diretta e i gruppi ultras mostrino anche capacità di solidarietà. La questione del razzismo nello sport è complessa, con episodi specifici che evidenziano meccanismi di autoassoluzione, ma l’intervento degli atleti contro la discriminazione rappresenta un passo importante. La comunicazione sportiva è cambiata radicalmente, passando da un giornalismo formativo a una narrazione spettacolarizzata influenzata dai media e dalla tecnologia. Accanto agli sport tradizionali, emergono nuove pratiche legate al “lifestyle” che valorizzano l’espressione personale e il benessere, coesistendo con sport violenti che riflettono aspetti della cultura contemporanea; lo sport è un fatto sociale totale che rispecchia le dinamiche culturali, inclusi i conflitti e le contraddizioni della società.Riassunto Lungo
1. Sport, Corpo e Cultura Umana
L’antropologia si occupa di capire le culture umane, come sono organizzate, i loro simboli e come si trasmette il sapere tra le persone. In questo studio, lo sport è diventato un argomento importante, visto come un aspetto fondamentale della cultura. Le culture non sono fisse, ma cambiano continuamente, mescolandosi e reinventandosi. Anche lo sport, come altre espressioni culturali, mostra questa capacità di mantenere tradizioni e accogliere novità da fuori.Come l’antropologia guarda allo sport
Per capire a fondo il fenomeno sportivo, l’antropologia lo considera un “fatto sociale totale”. Questo significa che lo sport è un fenomeno ricco di significati (“denso”) e utile (“funzionale”) per la cultura in cui si trova. Studia i linguaggi specifici dello sport, i rituali che lo accompagnano e come contribuisce a creare le identità delle persone e dei gruppi. Un metodo chiave per studiare lo sport è l’osservazione partecipante, che significa vivere l’esperienza sportiva dall’interno, sul “campo”, per cogliere il punto di vista di chi la vive (“emico”).Dalla trascuratezza allo studio moderno
Per molto tempo, gli antropologi non hanno dato molta importanza allo sport, vedendolo solo come un passatempo o un’attività fisica, meno seria di altri argomenti. Tuttavia, già negli anni ’30 si era capito che anche le “tecniche del corpo”, cioè come usiamo il nostro corpo nelle diverse attività, cambiano a seconda della cultura. Oggi, l’antropologia studia lo sport anche nelle società di oggi, che sono sempre più connesse a livello globale. Guarda come lo sport aiuta a definire chi siamo come nazione e come si confronta con l’idea di un’unica cultura mondiale. Lo sport funziona come un linguaggio capito ovunque, che però riesce a mostrare sia le cose che ci uniscono che quelle che ci rendono diversi culturalmente.Il corpo al centro dello sport
Il corpo ha un ruolo centrale nello sport. Non è visto solo come qualcosa di naturale, ma come il risultato di come la natura e la cultura interagiscono. Le nostre caratteristiche fisiche sono modellate dall’ambiente in cui viviamo, dall’allenamento che facciamo e dalle condizioni sociali. L’idea che alcune popolazioni siano geneticamente più adatte per certi sport, come la velocità per le persone di origine africana o la resistenza per quelle etiopi o keniote, non ha base scientifica. Il successo sportivo dipende da tanti fattori insieme: l’allenamento costante, le opportunità che la società offre e la forza di volontà personale. Il corpo, quando pratica sport, comunica messaggi culturali, a volte veicola stereotipi, e aiuta a costruire l’identità di ogni singola persona e della comunità.Cos’è lo sport: tra gioco e competizione
La parola “sport” viene dal latino “deportare”, che significava divertirsi o fare qualcosa fuori dal lavoro. Si distingue dal “gioco” (play), che è un’attività più libera e spontanea. Lo sport, invece, è una competizione fisica che segue regole precise (“game”) e ha uno scopo chiaro, come vincere. Lo sport moderno unisce questi due aspetti: è sia un modo per esprimersi liberamente (play) sia un’attività con regole da rispettare (game). L’aggressività che a volte si vede nello sport non è casuale, ma viene incanalata e trasformata in rituali. Questo riflette le dinamiche sociali e le pulsioni che sono parte della natura umana. Lo sport diventa così uno spazio dove le tensioni e la voglia di competere possono manifestarsi in modo controllato, quasi come su un “palcoscenico”.Affermare che l’idea di predisposizioni genetiche legate all’origine etnica nello sport non abbia alcuna base scientifica non rischia forse di semplificare eccessivamente una questione complessa e controversa?
Il capitolo liquida la questione delle predisposizioni genetiche legate all’origine etnica come priva di fondamento scientifico. Tuttavia, l’interazione tra genetica, ambiente, cultura e opportunità nello sport è un campo di ricerca estremamente complesso e dibattuto. Non si tratta di avallare stereotipi razziali, ma di riconoscere che la scienza esplora attivamente come fattori ereditari possano influenzare potenziali risposte all’allenamento o caratteristiche fisiche, sebbene l’esito sportivo dipenda da una miriade di fattori non genetici. Per approfondire questa delicata interazione, è utile esplorare studi nel campo della genetica dello sport, della fisiologia dell’esercizio e della sociologia dello sport.2. Dal Rito al Record: L’Evoluzione dello Sport
Le pratiche fisiche antiche e medievali sono molto diverse dagli sport come li conosciamo oggi. Le culture del passato non avevano una parola per definire lo sport moderno. Le attività fisiche di un tempo, come la lotta, la corsa o i giochi con la palla, erano spesso legate a riti, culti religiosi, alla preparazione alla guerra o servivano come divertimento per i potenti. Lo vediamo nelle scoperte archeologiche nel Mediterraneo, con Etruschi, Greci e Romani, ma anche in altre culture come quella Maya. Queste attività potevano essere anche molto violente e non avevano regole fisse per tutti.Le Caratteristiche dello Sport Moderno
Lo sport moderno si distingue per sette aspetti principali. È secolare, non legato alla religione, anche se mantiene certi riti. Cerca l’uguaglianza nelle opportunità e nelle condizioni, anche se nella realtà ci sono ancora esclusioni. Richiede specializzazione nei ruoli, soprattutto con l’arrivo del professionismo. Le regole e le tecniche sono razionalizzate, cioè rese precise e standardizzate, con attrezzature uguali per tutti, distanze fisse e allenamenti basati sulla scienza. C’è un’organizzazione burocratica, con federazioni e organismi che lo controllano. Infine, si basa sulla quantificazione delle prestazioni e sulla ricerca continua di nuovi record, misurando tutto per confrontare i risultati nel tempo e tra atleti diversi.La Nascita in Inghilterra
Lo sport moderno nasce in Inghilterra nel XIX secolo, in particolare nelle scuole private, le cosiddette public schools. Qui si sviluppa l’athleticism, un’idea che vede lo sport come uno strumento importante per educare i giovani sia nel corpo che nello spirito. Discipline come il rugby e il football iniziano ad avere regole precise, superando la violenza e la confusione dei giochi popolari di prima. Il calcio, in particolare, si diffonde in tutto il mondo seguendo l’espansione britannica. Con l’industrializzazione e la crescita delle città, il calcio diventa un fenomeno di massa, non più solo un’attività per pochi privilegiati.Lo Sviluppo in Italia
In Italia, l’attività fisica inizia a diffondersi con la ginnastica, legata all’esercito e alle scuole, con un forte valore patriottico e disciplinare. Più avanti, sport come il ciclismo e il calcio diventano molto popolari. Questi sport riflettono e influenzano i grandi cambiamenti sociali ed economici che avvengono nel paese. Il passaggio da sport amatoriale a professionistico, reso legale in Italia negli anni ’20, cambia profondamente lo sport: diventa uno spettacolo, un lavoro. Perde un po’ della sua spontaneità iniziale, ma acquisisce un ruolo centrale nella società e contribuisce a creare un senso di identità nazionale. Atleti come Coppi e Bartali nel ciclismo diventano simboli delle divisioni e delle speranze dell’Italia dopo la guerra. Anche durante il fascismo, che usa lo sport per la sua propaganda, il calcio e il ciclismo riescono a mantenere una loro identità forte.Il capitolo definisce lo sport moderno attraverso un elenco di caratteristiche e ne colloca la nascita nelle scuole inglesi del XIX secolo. Ma questa definizione è universalmente accettata e questa origine è l’unica possibile, o esistono altre prospettive che offrono una visione più sfumata o alternativa della sua genesi e delle sue caratteristiche?
La visione esposta nel capitolo è una delle più diffuse, ma non l’unica. La sociologia e la storia dello sport offrono diverse interpretazioni su cosa definisca lo sport moderno e su come si sia sviluppato. Alcuni autori potrebbero enfatizzare altri fattori o periodi storici, o proporre definizioni alternative che includono o escludono diverse pratiche. Per avere un quadro più completo, è consigliabile esplorare diverse teorie sull’origine e la natura dello sport, leggendo autori che hanno contribuito al dibattito accademico sull’argomento.3. Lo specchio dell’identità: sport e società
Lo sport è un fenomeno che tocca ogni aspetto della vita sociale. Non è solo un gioco o un passatempo, ma uno “specchio” che riflette e influenza la politica, l’economia e la cultura di una comunità. Per questo motivo, lo sport non può essere considerato separato dai problemi che affliggono la società, ma anzi spesso ne mette in luce le disuguaglianze o le manifestazioni di violenza. Il mondo dello sport professionistico, in particolare, rappresenta un’industria di grande importanza economica che crea lavoro e sostiene anche l’attività sportiva dilettantistica, mostrando così il suo impatto concreto sulla struttura sociale.Identità e Stereotipi nello Sport
L’identità di una persona o di un gruppo non è qualcosa di immutabile, ma si forma e cambia nel tempo attraverso le esperienze e le interazioni sociali. Nel contesto sportivo, questa costruzione dell’identità si manifesta spesso attraverso la diffusione di stereotipi legati alle diverse nazioni. Si tende a vedere gli italiani come giocatori difensivi, i tedeschi come organizzati o i brasiliani come dotati di grande creatività. Tuttavia, queste descrizioni sono eccessivamente semplificate e non rendono giustizia alla ricchezza e alla complessità che caratterizzano ogni singola cultura. Lo sport, purtroppo, può finire per rafforzare queste visioni riduttive invece di promuovere una comprensione più profonda delle diverse identità.La Nascita degli Sport Nazionali
Capire perché certi sport diventano simbolo di una nazione è un processo complesso influenzato da numerosi fattori. La storia gioca un ruolo cruciale, come dimostra l’arrivo del calcio in Sud America grazie agli inglesi, che ne diffuse rapidamente la pratica. Anche le differenze tra sport di squadra e sport individuali incidono sulla loro diffusione, spesso legate ai costi necessari per praticarli o ai sistemi educativi che li promuovono. Alcune interpretazioni teoriche collegano il successo di uno sport a specifici sistemi economici o a meccanismi di controllo sociale, suggerendo legami profondi con la struttura della società. Negli Stati Uniti, ad esempio, sport come il baseball e il football americano godono di enorme popolarità, visti da alcuni come legati a idee di tradizione o forza, mentre il calcio ha avuto una diffusione più lenta. In Brasile, invece, il calcio è diventato un elemento centrale dell’identità nazionale, capace di unire persone di diversa provenienza sociale e di esprimere aspetti distintivi della cultura brasiliana come il “jeitinho” o la “ginga”. Il successo di uno sport in un determinato paese non ha una risposta unica; è il risultato di un intreccio di vicende storiche, elementi culturali, decisioni politiche e persino del caso. Lo sport, in quanto fenomeno articolato, offre una lente preziosa per comprendere le dinamiche di una società, ma la sua complessità impedisce di ridurlo a poche spiegazioni semplicistiche.Ma l’analogia tra sport moderno e riti sacri antichi non rischia di essere una forzatura retorica, priva di un solido fondamento teorico?
Il capitolo presenta lo sport come un rito moderno, accostando figure sportive a divinità e luoghi a spazi sacri. Tuttavia, l’applicazione di categorie antropologiche e sociologiche così potenti a fenomeni contemporanei richiede rigore e contestualizzazione. Il capitolo non specifica chiaramente le basi teoriche di tale confronto, né esplora a fondo le differenze cruciali tra i rituali antichi, spesso legati a credenze cosmologiche profonde e funzioni sociali specifiche (come l’integrazione o la gestione del sacro), e le pratiche sportive moderne, che operano in un contesto secolarizzato e sono fortemente influenzate da dinamiche economiche e mediatiche. Per comprendere meglio la pertinenza e i limiti di questa analogia, sarebbe utile approfondire gli studi classici sull’antropologia del rito e del sacro (ad esempio, autori come Émile Durkheim o Victor Turner), confrontarli con le analisi sociologiche dello sport (ad esempio, autori come Norbert Elias o Pierre Bourdieu), e considerare anche prospettive critiche che mettono in discussione l’eccessiva “sacralizzazione” di fenomeni sociali contemporanei.8. Sport tra Passione e Mercato
Lo sport di oggi, specialmente il calcio, è diventato una grande industria. Questo cambiamento trasforma chi tifa in un cliente che compra prodotti e guarda contenuti in televisione o online. Molti appassionati non sono d’accordo con questa situazione. Si lamentano che la passione per lo sport sia diventata solo una questione di soldi, che la televisione mostri troppo e che le squadre perdano il loro significato profondo, diventando solo marchi per vendere oggetti e pagare stipendi altissimi. Criticano anche il modo in cui i gruppi di tifosi organizzati vengono visti male e come gli stadi stiano cambiando, favorendo chi ha più soldi e va solo ogni tanto, invece dei tifosi di sempre.La complessità del cambiamento
Tuttavia, non è detto che questi cambiamenti facciano per forza diminuire l’interesse dei tifosi. In alcuni paesi dove si vede molto sport in televisione, gli stadi sono ancora pieni, mentre altrove, anche con meno copertura televisiva, ci sono meno spettatori. Chi ricorda il passato spesso lo vede in modo troppo positivo, dimenticando che anche prima c’erano problemi come la violenza e la corruzione. Alcuni tifosi pensano che lo sport sia “roba loro” e questo si scontra con l’idea negativa che spesso si ha degli ultras. Nonostante ciò, i gruppi ultras sanno anche essere uniti e creare modi diversi di vivere lo sport tra la gente comune.Il problema del razzismo
Affrontare il razzismo nello sport è complicato. Quando succedono episodi razzisti, si tende a trovare scuse o a interpretarli in modo confuso. È importante che gli atleti prendano posizione contro il razzismo, come è successo nella partita tra PSG e Başakşehir. Però, la forza di queste azioni dipende anche da chi le fa e dal contesto politico ed economico in cui si trovano.Comunicazione e tecnologia
Anche il modo di raccontare lo sport è cambiato molto. Prima c’era un giornalismo che raccontava storie epiche e aiutava a capire lo sport. Ora si preferisce una narrazione che fa spettacolo e spesso prende una posizione, influenzata dalla televisione e dai social network. La tecnologia cambia il gioco stesso, come ci si allena e come lo spettatore vive l’evento, pensiamo ad esempio al VAR o all’analisi dei dati sui giocatori.Nuovi sport e tendenze
Oltre agli sport più conosciuti, stanno nascendo nuove attività legate a uno stile di vita diverso. Queste mettono in risalto l’essere sé stessi, stare a contatto con la natura e sentirsi bene. Esempi sono il parkour o il surf. Sono attività meno rigide e competitive, ma convivono con sport molto duri come la MMA (arti marziali miste), che mostrano altri aspetti della società di oggi. Lo sport, in generale, è un fenomeno che coinvolge tutta la società e ne riflette i cambiamenti, comprese le difficoltà e le contraddizioni che esistono al suo interno.Se il capitolo riconosce la “complessità del cambiamento”, perché si limita a elencare contraddizioni (interesse che non cala, ultras visti male ma creativi) senza spiegarne le dinamiche profonde?
Il capitolo, pur riconoscendo la “complessità del cambiamento”, presenta diverse contraddizioni – come il presunto calo di interesse dei tifosi a fronte di stadi pieni in contesti altamente commercializzati, o la dicotomia tra la visione negativa degli ultras e la loro capacità di creare forme alternative di partecipazione – senza approfondirne le cause e le interconnessioni. Per comprendere meglio queste dinamiche, è utile esplorare la sociologia dello sport e gli studi specifici sulle culture dei tifosi, discipline che analizzano in profondità come le trasformazioni economiche e mediatiche interagiscano con le identità collettive e le pratiche sociali legate allo sport.Abbiamo riassunto il possibile
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