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Contenuti del libro
Informazioni
“Il coraggio di scegliere. Riflessioni sulla libertà” di Fernando Savater è un libro che ti fa pensare un sacco su cosa significa essere umani per davvero. Non siamo come gli animali, che seguono solo l’istinto; noi abbiamo questa capacità incredibile di agire, di intervenire sulla realtà, di inventare cose e di adattarci, proprio perché non siamo “finiti” biologicamente. Il punto centrale è la nostra azione umana e la scelta: ogni giorno dobbiamo decidere, e questa libertà non è facile, perché ci scontriamo con limiti umani come il tempo, la morte e l’incertezza. Savater esplora come affrontiamo tutto questo, dalla ricerca della verità – che non è una cosa sola e semplice – alla costruzione della società e della politica, che non sono date ma create da noi e che possiamo cambiare. Parla anche di cose come il piacere, spesso frainteso, e dell’importanza di accettare la contingenza, cioè il fatto che la vita è fragile e piena di caso, senza cercare per forza un senso assoluto. È un invito a vivere con coraggio, riconoscendo che definire l’umanità è una riflessione sulla libertà e una scelta continua, non qualcosa di già scritto.Riassunto Breve
L’essere umano agisce sulla realtà, non segue solo l’istinto, distinguendosi dagli altri esseri viventi per una mancanza di specializzazione fisica compensata da un cervello che permette apprendimento e adattamento. L’azione è un intervento intenzionale che richiede di concepirsi nel tempo, scegliendo tra possibilità combinando conoscenza, immaginazione e volontà, pur operando in un contesto di incertezza e fatalità. Le motivazioni dell’azione sono varie, dalle necessità ai progetti, e la valutazione non si basa su assoluti ma su un’arte di vivere che richiede discernimento pratico. L’esistenza umana è definita dalla capacità di scegliere, distinguendo bene e male con intenzione razionale e libero arbitrio, il che implica anche la possibilità di scegliere il male come negazione di sé. Questa libertà si confronta con limiti come il tempo e la morte. Per affrontare la vulnerabilità, gli esseri umani creano istituzioni sociali come linguaggio, tecnica e cultura, che offrono protezione e ampliano le possibilità. Il linguaggio rende la soggettività sociale, la tecnica agisce come una protesi. La ricerca della verità, intesa come corrispondenza alla realtà, è una scelta cruciale per la libertà, proteggendo dall’inganno, e richiede modestia nell’accettare la possibilità di sbagliare. Il piacere è spesso visto negativamente, ma un piacere autentico è antitemporale e rende momentaneamente autosufficienti, una condizione difficile per un’etica basata sull’interdipendenza. La politica è azione e partecipazione attiva alla vita pubblica è essenziale per le comunità libere; la società, creata dagli uomini, può essere modificata attraverso progetti condivisi, passando da una vita subita a una voluta. L’educazione civica prepara alla partecipazione democratica, insegnando a deliberare e persuadere con la forza delle ragioni, e la tolleranza democratica rispetta la cultura comune basata sui diritti umani, non tutte le idee indistintamente. La nozione di umanità non è fissa ma una scelta che implica autolimitazione tecnica, solidarietà e rispetto per la dimensione non definibile dell’essere umano; essere umani significa agire consapevolmente e resistere ai condizionamenti. Si tende a cercare un “Senso” assoluto che distorce la realtà e porta a delusione, mentre la vera banalità è rendere necessario ciò che è casuale. Una prospettiva diversa si basa sull’etica e l’estetica della contingenza, trovando valore e bellezza nella transitorietà e accettando la fragilità dell’esistenza. La gioia è l’accettazione incondizionata di questa realtà irripetibile, e l’eccellenza è perfezionare ciò che è stato fatto rimanendo nei limiti umani. Il rispetto per l’umanità si lega a questa accettazione della contingenza, riconoscendo l’origine casuale e la libertà di scelta, e vivendo insieme con coraggio reciproco senza che alcuni si considerino creatori di altri.Riassunto Lungo
1. L’azione umana tra destino e invenzione
Ciò che distingue l’essere umano dagli altri esseri viventi è la sua capacità di agire. Non seguiamo solo un programma istintivo, come fanno gli animali, che sono specializzati per vivere in certi modi e ambienti. Noi esseri umani, invece, non siamo specializzati fisicamente in modo rigido. Siamo caratterizzati da una grande apertura e flessibilità. Questa mancanza di specializzazione è bilanciata da un cervello molto sviluppato, che ci permette di trovare soluzioni sul momento, imparare continuamente e adattarci a situazioni diverse.Che cos’è l’azione umana?
L’azione non è una semplice reazione automatica. È un intervento consapevole sulla realtà. Significa scegliere, organizzare e creare qualcosa di nuovo. Per agire, dobbiamo vederci nel tempo, pensando al futuro. Agire vuol dire fare una scelta tra diverse possibilità. Questo richiede di conoscere la situazione attuale, immaginare cosa potrebbe succedere in modi diversi e decidere con la nostra volontà.Perché dobbiamo agire e quali sono i limiti?
Questa capacità di agire non è qualcosa che possiamo scegliere di avere o meno; è fondamentale per la nostra sopravvivenza. Però, le nostre azioni si svolgono in un mondo pieno di incertezze, perché la nostra conoscenza non è mai completa. Ci sono anche fattori esterni, come il destino o le circostanze che non dipendono da noi, che limitano le nostre possibilità. La nostra volontà lavora proprio in questo spazio ristretto, confrontandosi con ciò che non possiamo controllare.Cosa ci spinge ad agire?
Ci sono molte ragioni che ci spingono ad agire. A volte agiamo per soddisfare bisogni fondamentali, sia del corpo che legati alla vita in società. Altre volte cerchiamo esperienze piacevoli che rendono la vita più ricca. Ci sono poi gli obblighi che derivano dallo stare insieme agli altri. Possiamo anche agire per realizzare progetti che vogliono cambiare il futuro, o per provare cose nuove ed esprimere noi stessi in modi diversi.Come valutiamo le azioni?
Quando valutiamo le azioni, non usiamo idee fisse di Bene o Male che valgono sempre. Pensiamo piuttosto a un’arte di vivere. Questo significa guardare se le scelte fatte sono adatte agli obiettivi che si vogliono raggiungere e alla situazione specifica. Quest’arte di vivere comprende il prendersi cura di sé e comportarsi in modo giusto con gli altri. Richiede di saper giudicare caso per caso, usando buon senso, invece di applicare regole rigide che valgono per tutti e in ogni situazione.Ma siamo davvero gli unici a “scegliere” e “agire”, o stiamo solo sottovalutando la complessità del mondo animale?
Il capitolo fonda la sua argomentazione sulla netta distinzione tra l’azione umana, vista come scelta consapevole e intervento sulla realtà, e il comportamento animale, descritto come mero programma istintivo. Questa dicotomia, sebbene classica, rischia di semplificare eccessivamente le recenti scoperte scientifiche. L’etologia e le scienze cognitive hanno ampiamente dimostrato la presenza di apprendimento complesso, adattamento situazionale e persino forme rudimentali di pianificazione e cultura in numerose specie non umane. Per avere un quadro più completo e meno antropocentrico, sarebbe utile esplorare la letteratura sull’intelligenza animale e la biologia comparata, magari confrontandosi con il pensiero di autori che hanno studiato a fondo il comportamento animale.2. Scelte, Verità e Limiti Umani
L’esistenza umana si distingue per la capacità di scegliere, definendo bene e male non per istinto, ma tramite intenzione razionale e libero arbitrio. Questa libertà implica la possibilità di optare per il male, inteso come negazione o diminuzione di sé, non solo come errore o sventura. È una caratteristica umana la difficoltà di agire sempre per il bene, anche quando lo si conosce, influenzata da passioni, prospettive temporali e la capacità di valutare i propri stessi desideri.La Libertà Incontra i Limiti
La libertà si confronta con limiti ineludibili, come il destino rappresentato dal tempo e dalla morte. Non si sceglie di morire, ma ogni scelta avviene nel quadro di questa finitezza. Questi confini naturali pongono sfide alla piena realizzazione delle possibilità umane.Strumenti per Ampliare le Possibilità
Per affrontare la vulnerabilità data dai limiti e ampliare le possibilità di scelta, gli esseri umani creano istituzioni sociali. Queste strutture artificiali, come il linguaggio, la tecnica e la cultura, offrono protezione, semplificano la vita quotidiana e liberano energie per l’innovazione e l’espressione individuale.Il Ruolo del Linguaggio e della Tecnica
Il linguaggio, in particolare, è fondamentale in questo processo, rendendo la soggettività intrinsecamente sociale e oggettivando la realtà in forme comprensibili a tutti. La tecnica, con la sua rapidità e disponibilità, agisce come una protesi contro i vincoli naturali, permettendo di superare ostacoli fisici e temporali.L’Importanza Cruciale della Verità
Una scelta cruciale per esercitare la libertà in modo significativo è la ricerca della verità. La verità è definita come la corrispondenza tra ciò che si pensa o si dice e la realtà a cui ci si riferisce. Esistono diversi tipi di verità, legati a differenti aspetti della realtà, come i fatti storici, le interpretazioni artistiche o le leggi scientifiche.Rifiutare la Verità Porta all’Inganno
Rifiutare l’oggettività della verità o confondere i suoi diversi ambiti porta a errori e alla sottomissione a falsità o manipolazioni. La ricerca della verità richiede modestia e accettazione della possibilità di sbagliare, ma è essenziale per non essere in balia dell’inganno e poter fare scelte autenticamente libere.Ma la verità è davvero solo corrispondenza, e rifiutarla porta inevitabilmente all’inganno?
Il capitolo presenta la verità principalmente come corrispondenza tra pensiero/linguaggio e realtà, suggerendo che discostarsi da questa definizione conduca necessariamente all’errore e alla manipolazione. Questa visione, pur essendo una delle teorie fondamentali in filosofia (la teoria della corrispondenza), non è l’unica, né universalmente accettata. Esistono altre concezioni della verità, come quelle basate sulla coerenza, sul pragmatismo o sul consenso, che offrono prospettive diverse e talvolta più sfumate sul rapporto tra conoscenza e realtà. Per approfondire questa tematica e comprendere la complessità del concetto di verità, è utile esplorare la disciplina dell’epistemologia e confrontarsi con autori che hanno dibattuto a lungo su queste definizioni, come Immanuel Kant o Friedrich Nietzsche, le cui visioni mettono in discussione la possibilità di una corrispondenza semplice e diretta con la “realtà in sé”.3. La Scelta Consapevole dell’Esistenza
L’abbandono al piacere incontra spesso giudizi negativi da parte della società. Viene accusato di essere immaturo perché rifiuta di aspettare per ottenere ciò che desidera. È visto come una forma di ribellione perché sembra voler sfuggire alla sofferenza che tutti condividono. Viene considerato grossolano per la sua natura immediata e legata al corpo. C’è anche il timore che un eccessivo attaccamento al piacere possa portare all’abuso e alla distruzione personale. Eppure, il piacere autentico non segue il tempo normale; per un momento, rende la persona completa e non dipendente da altro. Questa idea di autosufficienza è difficile da accettare per l’etica, che invece si basa sul legame e sull’interdipendenza tra le persone. Anche nella società di oggi, il piacere è spesso ridotto a qualcosa da comprare e consumare, non una ricerca personale e profonda.La Politica come Scelta e Azione
La politica è un’azione concreta, non un’identità fissa che si possiede dalla nascita. Mentre nei regimi autoritari o in certi nazionalismi si dà molta importanza all’appartenenza a un gruppo o a un’etnia, scoraggiando le persone dal partecipare attivamente per cambiare le cose, nelle comunità libere è fondamentale che i cittadini prendano parte alla vita pubblica. Gli esseri umani nascono in società che non hanno scelto, trovandosi in ordini sociali già stabiliti. Tuttavia, possono lavorare attivamente per riformare questi ordini e farli diventare qualcosa di voluto e condiviso da tutti. A differenza della natura, che segue le sue leggi immutabili, la società è fatta dagli esseri umani e può essere trasformata attraverso progetti comuni e decisioni condivise. Scegliere di fare politica significa smettere di subire la vita e le sue regole e iniziare a volerla attivamente, diventando protagonisti e autori delle norme sociali.L’Educazione Civica e la Tolleranza Democratica
L’educazione civica prepara proprio a questa partecipazione attiva e consapevole nella democrazia. Insegna ai cittadini a capire cosa è giusto e cosa è sbagliato e a discutere insieme per prendere decisioni che riguardano la comunità. Questo processo richiede la capacità di convincere gli altri con la forza delle proprie idee e delle proprie ragioni, e allo stesso tempo di essere a propria volta convinti dalle buone ragioni altrui, mettendo da parte l’uso della forza o della prevaricazione. La tolleranza in una democrazia non significa accettare qualsiasi opinione o cultura senza distinzioni o critiche. Implica invece il rispetto per i principi fondamentali della nostra cultura comune, che sono basati sui diritti umani e sull’uguaglianza tra tutte le persone. Tutte le persone meritano rispetto in quanto esseri umani, ma non tutte le idee o le pratiche culturali possono essere accettate, specialmente quelle che vanno contro i principi fondamentali della democrazia stessa e dei diritti universali.Essere Umani: Una Scelta Consapevole
La nozione di cosa significhi essere umani è messa in discussione oggi dalle rapide trasformazioni tecnologiche e dalle grandi sfide legate all’ambiente. Non è qualcosa di fissato una volta per tutte dalla biologia o dalla cultura. Essere umani è piuttosto una scelta che facciamo attivamente nel corso della nostra esistenza. Questa scelta implica mettere dei limiti all’uso illimitato delle nostre capacità tecniche, mostrare solidarietà e vicinanza verso chi soffre e rispettare quella dimensione dell’essere umano che non può essere completamente definita, misurata o controllata. Essere umani significa agire pensando e resistendo ai semplici condizionamenti esterni, siano essi sociali, biologici o tecnologici. Significa definire chi siamo e chi vogliamo essere al di là di ciò che siamo semplicemente per come siamo nati o per le circostanze in cui ci troviamo.[/membership]Ma se “essere umani” è una scelta, come si concilia questa libertà con i condizionamenti biologici, culturali e sociali che il capitolo stesso riconosce?
Il capitolo propone l’affascinante idea che l’esistenza umana sia definita da una scelta attiva, distinguendola da ciò che siamo per nascita o circostanza. Tuttavia, non viene sufficientemente esplorato il modo in cui i potenti condizionamenti esterni e interni, pur menzionati, interagiscano con questa presunta libertà di scelta. Sembra esserci una lacuna nell’analisi del rapporto tra determinismo e libertà. Per approfondire questa complessa dialettica, sarebbe illuminante confrontarsi con le riflessioni di autori come Spinoza, per la sua visione del determinismo, o Sartre, per il suo radicale esistenzialismo, e studiare discipline come la filosofia della libertà e l’antropologia filosofica.4. Accettare il caso e la fragilità
Le persone tendono a dare troppa importanza alle cose, cercando un significato assoluto che vada oltre la vita di tutti i giorni. Questa ricerca di un “Senso” con la S maiuscola distorce la nostra percezione. Fa sembrare enormi cose che sono normali e porta a delusioni quando la realtà si dimostra semplicemente casuale e temporanea. La vera banalità non sta nell’assenza di un senso assoluto, ma nell’insistere a considerare necessario ciò che invece è casuale e passeggero. Questa fissazione su un Senso universale ci impedisce di apprezzare i tanti significati limitati ma veri che la vita ci offre ogni giorno.Il valore della contingenza
Una visione diversa si basa sull’etica e sull’estetica della contingenza. Contingente è ciò che può esistere oppure no, ciò che si presenta in modo eventuale, non per forza. Anche se fragile e non garantito, ciò che è accaduto fa parte dell’esistenza. Il valore e la bellezza si trovano proprio in questa sua natura transitoria, nel fatto che non dura per sempre. È buono ciò che è utile nel suo essere temporaneo. È bello apprezzare ciò che mostra la sua natura effimera, che svanisce. L’amore vero si lega a ciò che può finire, non a ciò che è eterno. Amare la vita significa accettare che siamo mortali e che la nostra esistenza è, in parte, frutto del caso.Vivere con la fragilità
La vita comprende sia momenti di grande gioia (estasi) sia momenti terribili (orrore). Questi due aspetti sono inseparabili e fanno parte della sua natura casuale e unica. La gioia vera è accettare senza riserve questa realtà fragile e irripetibile, così com’è. Non si cerca di scappare da ciò che è fugace, ma piuttosto di migliorarlo con umiltà e cura. Condividere le esperienze con gli altri ci permette di scoprire e moltiplicare i significati possibili nella vita. L’eccellenza non è raggiungere un punto perfetto e assoluto, ma impegnarsi a migliorare ciò che abbiamo fatto, restando sempre nei limiti di ciò che è umano.Accettare l’umanità per quello che è
Il rispetto per gli altri esseri umani è strettamente legato all’accettazione di questa contingenza. Le persone non dovrebbero essere “fabbricate” o progettate seguendo idee preconcette o pregiudizi. Questo negherebbe la loro origine casuale e la loro libertà di scegliere chi essere. È umano generare e crescere altri esseri umani in modo naturale, non creare modelli artificiali di persone. L’umanità riconosce l’umanità negli altri, sia nelle diversità che nelle somiglianze fondamentali. Significa vivere insieme con coraggio reciproco, senza che nessuno si senta il creatore o il padrone degli altri.Ma se la realtà è solo casuale e passeggera, come può emergere un imperativo etico come il rispetto o la cura?
Il capitolo propone una visione affascinante che abbraccia la contingenza e la fragilità dell’esistenza, suggerendo che il valore e la bellezza risiedano proprio nella transitorietà. Tuttavia, l’argomentazione non chiarisce sufficientemente come da questa accettazione del caso e dell’effimero derivino necessariamente l’etica del rispetto per gli altri o l’impegno a “migliorare con umiltà e cura”. Passare dalla constatazione di ciò che “è” (casuale, fragile) a ciò che “dovrebbe essere” (rispettare, curare) è un nodo filosofico complesso che meriterebbe maggiore approfondimento. Per esplorare questa transizione, è utile confrontarsi con le problematiche dell’etica e della metaetica, e considerare autori che hanno affrontato il rapporto tra assenza di un senso dato e fondazione dei valori, come Albert Camus o Jean-Paul Sartre.Abbiamo riassunto il possibile
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