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Contenuti del libro
Informazioni
“Il biografo di Nick La Rocca. Come entrare nelle storie del jazz” di Salvatore Mugno ti porta nel cuore pulsante della storia del jazz, esplorando la figura controversa di Nick La Rocca, leader dell’Original Dixieland Jazz Band (ODJB), una delle prime band a registrare musica jazz e a portarla fuori da New Orleans. Il libro segue la lunga e travagliata avventura di Harry Brass, il biografo che per oltre vent’anni ha cercato di raccontare la vita e le rivendicazioni di La Rocca, un uomo complesso e ossessionato dalla difesa del ruolo della sua band nelle origini del jazz, spesso scontrandosi con la critica che non riconosceva il contributo fondamentale dei musicisti neri. Attraverso le pagine, rivivi l’atmosfera di New Orleans, Chicago e New York nei primi anni del Novecento, tra locali fumosi, dispute legali sulla paternità dei brani come “Livery Stable Blues” e il difficile rapporto tra il musicista e il suo cronista, segnato da diffidenza, problemi economici e la personalità esuberante di La Rocca. È un viaggio non solo nella storia del dixieland e del jazz, ma anche nelle sfide della scrittura di una biografia, nelle controversie che hanno segnato la narrazione delle origini di questa musica rivoluzionaria e nelle vicende personali del biografo, Harry Brass, che si intrecciano indissolubilmente con la storia che cerca di raccontare, offrendo uno sguardo intimo e appassionato su un capitolo fondamentale della storia della musica americana.Riassunto Breve
Nick La Rocca, figura centrale della Original Dixieland Jazz Band (ODJB), e la sua rivendicazione di essere il pioniere del jazz sono al centro di una lunga e complessa storia, documentata dal biografo Harry Brass in un libro pubblicato nel 1960 dopo ventitré anni di lavoro. La Rocca, nato a New Orleans nel 1889 da padre siciliano che disapprova la musica professionale, impara a suonare la cornetta di nascosto e, dopo la morte del padre, si avvicina al mondo musicale suonando in diverse band di ragtime a New Orleans, spesso senza saper leggere la musica e lavorando contemporaneamente come idraulico o elettricista. Insieme ad altri musicisti come Eddie Edwards e Alcide Nunez, suona nella Reliance Band prima di essere notato e invitato a Chicago nel 1915. Qui forma la Stein’s Band from Dixie, che presto diventa Original Dixieland Jass Band e poi Original Dixieland Jazz Band. Il loro stile è energico e selvaggio, con La Rocca che guida la melodia e l’uso di effetti sonori. Dopo disaccordi, La Rocca e altri membri riformano la band che ottiene successo a Chicago e poi un contratto a New York. Nel gennaio 1917, l’ODJB arriva a New York, introducendo una musica nuova che conquista il pubblico e porta il “New York Times” ad adottare il termine “jazz”. Ottengono un contratto discografico con Victor e il loro primo disco con “Livery Stable Blues” vende oltre un milione di copie. Tuttavia, la paternità dei brani diventa subito oggetto di dispute legali, con un giudice che nel 1917 non riconosce La Rocca come unico autore di “Livery Stable Blues”, notando somiglianze con altri brani e la mancanza di educazione musicale formale nei musicisti. La Rocca, leader carismatico ma complesso, rivendica la paternità di molte composizioni, nonostante la band suoni basandosi su armonie e arrangiamenti memorizzati piuttosto che sull’improvvisazione pura che lui dichiara. Dopo il successo iniziale, la band affronta tensioni interne, problemi personali per La Rocca e pressioni commerciali che ne modificano il suono. Negli anni Trenta, dopo un periodo dedicato all’edilizia, La Rocca tenta di riunire l’ODJB, ma i conflitti interni, specialmente sulla divisione dei profitti e la paternità dei brani, portano allo scioglimento definitivo nel 1938. Negli anni successivi, La Rocca si dedica con passione a difendere il ruolo storico dell’ODJB, sostenendo che furono i primi a creare il jazz e che i musicisti bianchi, in particolare quelli di origine italiana, subirono discriminazioni. Questa posizione genera nuove e accese controversie, con l’ODJB accusata di plagio e La Rocca di falsificare documenti per ingigantire il suo ruolo. Nonostante le critiche, alcuni riconoscono alla band il merito di aver diffuso il jazz e ne apprezzano lo slancio ritmico. Harry Brass, affascinato dall’ODJB fin da giovane, intraprende il lungo progetto di scrivere la loro storia, incontrando La Rocca a più riprese a partire dal 1946 e poi intensamente dal 1957, lasciando il suo lavoro per dedicarsi al libro. Il rapporto con La Rocca è difficile a causa della sua personalità, delle sue rivendicazioni e della sua diffidenza, creando discrepanze nella stesura. La pubblicazione del libro nel 1960, con la tesi che l’ODJB creò il jazz, scatena un’ampia controversia, criticata per non riconoscere il contributo dei musicisti neri, tra cui Louis Armstrong. Brass interpreta le critiche come attacchi personali e difende la sua posizione, vedendo parzialità nei detrattori. Affronta difficoltà nella promozione del libro, incontrando detrattori sia in America che in Europa. La Rocca, nel frattempo, sviluppa tensioni con Brass riguardo ai diritti economici derivanti dal libro. La Rocca continua la sua lotta per il riconoscimento fino alla morte nel 1961, insistendo sulla sua priorità nel jazz. Decenni dopo, Harry Brass, ormai ottantenne e con problemi di salute, si dedica alla preparazione di una nuova edizione del suo libro, riflettendo sulla sua lunga vita, segnata anche da relazioni personali intense e dolorose.Riassunto Lungo
1. Ventitré anni per una storia di jazz
Nick La Rocca nasce a New Orleans nel 1889. Suo padre, Girolamo, era un immigrato siciliano ed ex bersagliere, un calzolaio che amava suonare la cornetta per hobby. Nonostante questa passione, disapprovava fortemente l’idea che Nick diventasse un musicista professionista, definendoli “pezzenti”. Questa opposizione paterna era così forte da portarlo a distruggere gli strumenti del figlio. Nonostante ciò, Nick non si arrese e imparò a suonare la cornetta di nascosto. Dopo la morte del padre, Nick lasciò la scuola per lavorare, riuscendo così a comprare nuovi strumenti. Questo gli permise di avvicinarsi concretamente al mondo della musica, frequentando l’Old French Opera e ascoltando con attenzione i dischi.L’inizio di un lungo progetto
L’interesse di Harry Brass per il dixieland prese il via nel 1937, quando aveva diciotto anni. Dopo aver visto un documentario sulla Original Dixieland Jazz Band (ODJB), fu così colpito da voler subito acquistare i loro dischi e, soprattutto, decidere di scrivere la loro storia. Questo desiderio lo portò a contattare La Rocca già nel 1938, scrivendogli su carta intestata della ditta del padre. La Rocca rispose, ma con una certa cautela. La corrispondenza tra i due si interruppe bruscamente durante la Seconda Guerra Mondiale: mentre Brass era nell’esercito, suo padre intercettò e rispedì le lettere di La Rocca. Curiosamente, Brass recuperò una copia di quella sua lettera del 1938 solo nel 1961, inviatagli proprio da La Rocca, che la utilizzò per rinfacciargli promesse non mantenute.Il ritorno a New Orleans e l’incontro
Dopo ventitré anni di lavoro e ricerche, Harry Brass completò finalmente il suo libro su Nick La Rocca e la Original Dixieland Jazz Band. La pubblicazione suscitò diverse reazioni nel mondo del jazz. Nel 1960, Brass tornò a New Orleans, la città natale del dixieland, proprio in occasione dell’uscita del suo volume. Arrivò il 25 aprile con l’obiettivo di incontrare personalmente La Rocca e partecipare agli eventi organizzati per promuovere il libro. Durante il suo soggiorno all’Hotel Monteleone, si dedicò a contattare i giornalisti locali. Successivamente, si recò a casa di La Rocca per quello che sarebbe stato il loro primo incontro dopo la pubblicazione. Nonostante alcuni problemi di salute, La Rocca lo accolse, ma non mancò di esprimere critiche sul libro, mettendo in discussione l’accuratezza di diversi dettagli.Se il protagonista stesso ha messo in discussione l’accuratezza del libro, quanto è attendibile la narrazione che il capitolo presenta?
Il capitolo descrive con dovizia di particolari il lungo e faticoso percorso di Harry Brass per scrivere la storia di Nick La Rocca e della sua band. Tuttavia, l’informazione cruciale che La Rocca stesso, una volta incontrato Brass, abbia criticato l’accuratezza del libro viene lasciata cadere senza alcun approfondimento. Questo solleva seri dubbi sulla validità della ricerca e sulla fedeltà storica del volume, e di conseguenza sulla completezza del quadro offerto dal capitolo. Per valutare l’attendibilità di una biografia, specialmente quando il soggetto esprime dissenso, è fondamentale approfondire i principi della critica delle fonti e della metodologia storica. Comprendere le sfide della biografia e le diverse interpretazioni possibili nella storia del jazz può aiutare a contestualizzare meglio questa discordanza.2. Il Cornettista e il suo Cronista
Harry Brass, finita la guerra nel 1946, torna a studiare arte. Sente la notizia della pace dal generale Eisenhower e decide di scrivere un libro. Per farlo, va a New Orleans per cercare Dominic James La Rocca, detto Nick. Nick era il capo della famosa Original Dixieland Jazz Band, ma dopo che la band si è sciolta, è tornato a fare il carpentiere. Harry lo trova che costruisce case per sé e per la sua famiglia.Gli inizi musicali di Nick La Rocca
Nick La Rocca aveva iniziato a suonare a New Orleans tra il 1905 e il 1916. Suonava in diverse band, spesso per strada o nei locali, e faceva soprattutto ragtime. Come molti musicisti di allora, Nick non sapeva leggere la musica. Per vivere, faceva lavori manuali come l’idraulico o l’elettricista. Incontra il trombonista Eddie Edwards e suonano e lavorano insieme. Nel 1914, a New Orleans c’erano molte bande che sfilavano. La Rocca, Edwards e il clarinettista Alcide Nunez suonavano nella Reliance Band di Jack “Papa” Laine, esibendosi anche sui carri.La nascita dell’Original Dixieland Jazz Band
Nel dicembre 1915, l’impresario Harry H. James li sente suonare e li invita a Chicago. Partono nel febbraio 1916 per suonare allo Schiller’s Café. All’inizio si chiamano Stein’s Band from Dixie, ma presto cambiano nome in Original Dixieland Jass Band, e poi Original Dixieland Jazz Band. Il loro modo di suonare era molto energico, con La Rocca che guidava la melodia e usavano anche suoni che imitavano gli animali. Le loro esibizioni erano vivaci e attiravano molta gente. Per via di discussioni sui soldi, La Rocca, Edwards, Nunez e il pianista Henry Ragas lasciano Stein. Nel maggio 1916 formano l’Original Dixieland Jass Band con il batterista Anthony Sbarbaro. Suonano al Casino Gardens di Chicago e diventano più conosciuti. Alcide Nunez viene poi sostituito da Larry Shields perché non era affidabile. La Rocca ha anche avuto problemi personali, a volte aveva bisogno di protezione da persone pericolose. Nonostante tutto, la band ottiene un contratto molto buono a New York.Il ritorno al progetto del libro
Il primo tentativo di Harry Brass di scrivere il libro nel 1946 non va bene. Dopo essersi laureato in architettura nel 1949, Harry lavora per vent’anni scrivendo manuali tecnici per l’elettronica degli aerei. Ma non smette di fare altre cose creative. Undici anni dopo il primo incontro, nel maggio 1957, Harry torna a New Orleans per riprendere l’idea del libro. Trova La Rocca che nel frattempo è andato in pensione ed è felice di aiutarlo.La collaborazione per raccontare la storia
La Rocca dà a Harry molti documenti e racconta tutto nei minimi dettagli. Lavorano al libro con grande impegno. Harry raccoglie le storie mentre La Rocca racconta la sua vita. La Rocca dice anche di voler usare il libro per far sapere la verità su persone che secondo lui hanno mentito. Harry, intanto, lascia il suo lavoro per potersi dedicare solo al libro. Il lavoro con La Rocca va avanti per diverse settimane. Passano il tempo tra i racconti del passato e ascoltando le vecchie registrazioni della band.Ma la “verità” di La Rocca è l’unica storia del jazz delle origini, o manca un contesto cruciale?
Il capitolo presenta la storia della Original Dixieland Jazz Band e del suo leader Nick La Rocca principalmente attraverso il suo racconto personale, che l’autore intende usare per “far sapere la verità su persone che secondo lui hanno mentito”. Questo approccio, pur legittimo per una biografia, rischia di offrire una visione parziale e non contestualizzata di un periodo storico e musicale estremamente complesso e dibattuto. La questione delle origini del jazz, del ruolo della ODJB e del contributo fondamentale dei musicisti afroamericani a New Orleans è oggetto di studi e controversie da decenni. Il capitolo, concentrandosi sulla prospettiva di La Rocca, non affronta né le tesi alternative né le critiche mosse alla band e alle sue rivendicazioni sulla paternità del jazz. Per comprendere appieno il contesto e le molteplici sfaccettature di questa storia, sarebbe utile approfondire la storia del jazz delle origini, la sociologia della musica a New Orleans nei primi del ‘900 e le diverse narrazioni storiografiche. Autori come L. Porter, T. Gioia o K. Burns hanno esplorato a fondo queste tematiche, offrendo prospettive più ampie e critiche.3. La Prima Onda Jazz e le Storie di Nick La Rocca
Nel gennaio 1917, una band chiamata Jasz, che in seguito divenne famosa come Original Dixieland Band (ODJB), arrivò nella città di New York. Portarono con sé una musica completamente nuova che inizialmente suscitò reazioni contrastanti. Nonostante ciò, il loro suono energico e innovativo conquistò rapidamente il pubblico, riempiendo le sale da ballo e diventando un fenomeno. Fu proprio in questo periodo che il giornale “New York Times” iniziò a utilizzare la parola “jazz” per descrivere questo genere musicale emergente. La band riuscì a ottenere un contratto discografico con la prestigiosa etichetta Victor Records, dopo un primo tentativo non andato a buon fine con la Columbia. Il loro primo disco, che conteneva il brano intitolato “Livery Stable Blues”, ebbe un successo straordinario, vendendo oltre un milione di copie e diffondendo il jazz a livello nazionale.Le Dispute sulla Paternità dei Brani
La grande popolarità dei brani suonati dalla band, e in particolare di “Livery Stable Blues”, portò presto a controversie legali sulla loro effettiva paternità. Molti musicisti e compositori rivendicavano infatti di aver creato quelle specifiche melodie e arrangiamenti. Un caso giudiziario significativo relativo proprio a “Livery Stable Blues” si svolse nel 1917 con l’obiettivo di stabilire chi fosse il legittimo autore. Il giudice chiamato a decidere sul caso esaminò le prove e stabilì che né Nick La Rocca, il leader della band, né Alcide Nunez potevano essere considerati gli unici e soli creatori del brano. Nella sua decisione, il giudice fece notare le somiglianze esistenti tra “Livery Stable Blues” e altre composizioni già note. Sottolineò inoltre che i musicisti coinvolti non possedevano un’educazione musicale formale e non sapevano leggere o scrivere musica, rendendo difficile l’attribuzione di una creazione originale e univoca nel senso tradizionale.La Figura di Nick La Rocca
Nick La Rocca era una figura centrale all’interno della Original Dixieland Band, ricoprendo il ruolo di leader. Aveva una personalità complessa e spesso difficile, tendendo ad attribuire a sé stesso la paternità di molti dei brani eseguiti dal gruppo. Questo atteggiamento era spesso causa di attrito e conflitti con gli altri membri della band. La Rocca si dimostrava inoltre particolarmente sensibile alle critiche che venivano mosse alla loro musica o alla sua persona. Nonostante lui stesso sostenesse che la musica della ODJB fosse basata sull’improvvisazione spontanea, in realtà la band suonava principalmente seguendo un’armonia generale concordata. Gli arrangiamenti dei brani venivano solitamente memorizzati e ripetuti nelle varie esibizioni, piuttosto che essere creati sul momento.Eventi Esterni e gli Anni Successivi
Nel 1918, un evento importante che influenzò la scena musicale fu la chiusura del quartiere a luci rosse di Storyville a New Orleans. Questa chiusura spinse molti musicisti jazz a lasciare la città d’origine e a cercare nuove opportunità in altre parti del paese. La Original Dixieland Band, nel frattempo, partecipò attivamente a diversi eventi organizzati per sostenere lo sforzo bellico durante la Prima Guerra Mondiale. Alcuni membri della band furono chiamati a prestare servizio militare, anche se Nick La Rocca e il clarinettista Larry Shields riuscirono a ottenere l’esonero dal servizio per motivi di salute. Purtroppo, la band subì una perdita significativa nel 1919 con la morte del pianista Henry Ragas.Il Successo Internazionale e le Sfide al Ritorno
Dopo il periodo bellico, la band ebbe un’esperienza di grande successo esibendosi in Inghilterra. Furono invitati a suonare per la famiglia reale e furono tra i protagonisti del prestigioso Ballo della Vittoria. Nonostante l’entusiasmo del pubblico inglese, la stampa locale a volte espresse critiche nei confronti del loro stile, giudicato troppo rumoroso o caotico. Al loro ritorno a New York, la band si trovò ad affrontare crescenti pressioni da parte dell’industria musicale e delle case discografiche. Queste pressioni commerciali iniziarono a influenzare il loro suono, portando ad esempio all’introduzione di nuovi strumenti come il sassofono, che non facevano parte della formazione originale. La ODJB continuò a esibirsi e a realizzare nuove registrazioni, a volte sperimentando con effetti sonori particolari, come l’imitazione di versi di animali all’interno dei brani. Questo periodo fu segnato anche da un aumento delle tensioni interne tra i membri della band e da problemi personali che afflissero alcuni di loro, inclusi alcuni guai legali che coinvolsero Nick La Rocca.Il Tentativo di Scrivere la Storia della Band
Molti decenni dopo il periodo di massimo splendore della Original Dixieland Band, un biografo decise di intraprendere il complesso progetto di scrivere la storia ufficiale del gruppo. Il processo di raccolta delle informazioni e di stesura del libro si rivelò particolarmente arduo, soprattutto a causa del rapporto con Nick La Rocca. La personalità difficile del leader, le sue insistenti e a volte esagerate rivendicazioni sulla paternità dei brani e la sua generale diffidenza nei confronti del biografo complicarono notevolmente il lavoro. Le numerose discrepanze e contraddizioni emerse tra i fatti documentati attraverso altre fonti e le versioni fornite da La Rocca crearono seri problemi nella stesura di un resoconto storico che fosse al tempo stesso accurato, obiettivo e completo sulla vicenda della band.La strenua difesa di un primato “bianco” nel jazz, così come descritta nel capitolo, non ignora forse le radici storiche e le controversie che circondano le origini del genere?
Il capitolo descrive con dovizia di particolari la crociata di Nick La Rocca per imporre una narrazione che vede la sua band, la ODJB, come pioniera assoluta del jazz. Tuttavia, nel presentare questa rivendicazione, il testo sembra trascurare il contesto storico e musicologico più ampio, che da decenni riconosce le profonde radici afroamericane del jazz, fiorito a New Orleans ben prima che la ODJB incidesse i suoi primi dischi. La pretesa di un primato “bianco”, per di più macchiata da accuse di plagio come quelle relative a “Tiger Rag”, richiede un confronto diretto con la storia del jazz basata sulle testimonianze e le analisi musicali. Per gettare luce su questa controversia e comprendere le vere dinamiche delle origini del jazz, è fondamentale rivolgersi agli studi di autorevoli storici del genere, come quelli di Ted Gioia o Gary Giddins, che offrono una prospettiva più completa e documentata.6. Riflessi di Vita e Musica
Harry ha ottant’anni e la sua salute è fragile, rendendo difficili le attività di ogni giorno e richiedendo cure mediche frequenti. Nonostante una vita legata ai motori, ora non possiede più un’auto. Trascorre il suo tempo dipingendo paesaggi e leggendo libri, tra cui volumi sulla Sicilia. La sua routine quotidiana include bere tè verde e vodka.La Famiglia
La sua famiglia include un fratello maggiore con cui non ha rapporti a causa di dispute ereditarie. Aveva anche un fratello minore, William, che è deceduto e che ha nominato esecutore testamentario per i suoi beni.Il Progetto Editoriale
Attualmente, Harry si dedica alla preparazione di una nuova edizione della “Story of the Original Dixieland Jazz Band”, che pensa di intitolare “Dal Jass al Jazz”. Il lavoro prevede l’aggiunta di nuove sezioni, tra cui un approfondimento su Jimmy Durante e sul cornettista della band. Il testo originale presenta alcune difficoltà di interpretazione dovute a problemi di scrittura dell’autore. Harry stima che impiegherà circa sei mesi per completare la revisione, un tempo limitato dalle sue condizioni fisiche. Ricorda che la prima pubblicazione del libro fu segnata da controversie economiche con l’autore originale e dalla riduzione del testo rispetto all’idea iniziale.Le Relazioni Passate
Riflette sulle relazioni avute nel corso della vita. Un fidanzamento nel 1950 con una donna di nome Joy fu particolarmente problematico. Questa relazione era caratterizzata da una dinamica di conflitto, dove la sua passività si scontrava con l’aggressività di lei. Nonostante la rottura del fidanzamento, Harry rimase nel gruppo teatrale di cui Joy faceva parte. Di quel periodo, ricorda in particolare l’auto d’epoca che possedeva all’epoca.Una relazione successiva, nel 1958 con Carol, è descritta come molto intensa e dolorosa. Durò solo pochi mesi ma ebbe un impatto profondo sulla sua vita. La relazione doveva rimanere segreta perché Carol era già fidanzata. Questa situazione portò Harry a sviluppare un problema di salute. Quando Carol decise di sposare il suo fidanzato, il tentativo di Harry di impedirglielo fallì, causandogli una malattia prolungata. Un appunto nel suo diario di quel tempo esprime la sensazione che non avrebbe mai incontrato un’altra persona come Carol e che la vita gli sembrasse uno scherzo crudele.Una Riflessione sull’Amore
Considera che le numerose relazioni brevi avute nel corso della vita, sommate, possano rappresentare l’equivalente di aver avuto una moglie.Questa “matematica dell’amore” ha davvero senso?
Il capitolo, nel suo riflettere sulle relazioni passate, accenna all’idea che la somma di numerose relazioni brevi possa equivalere all’esperienza di avere avuto una moglie. Questa affermazione, sebbene presentata come una riflessione personale, manca di approfondimento e rischia di semplificare eccessivamente la complessità delle relazioni umane e del concetto di impegno a lungo termine. Per esplorare meglio questa prospettiva e confrontarla con altre visioni, sarebbe utile considerare studi in sociologia delle relazioni o psicologia dell’attaccamento, e leggere autori che hanno analizzato la natura dell’amore e del legame, come Zygmunt Bauman o Erich Fromm.Abbiamo riassunto il possibile
Se vuoi saperne di più, devi leggere il libro originale
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