Letteratura

I vagabondi del Dharma

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1. Incontro con i Vagabondi del Dharma

Un viaggio in treno merci verso Santa Barbara segna l’inizio dell’avventura di Ray Smith. L’incontro con un vagabondo intento a leggere preghiere di Santa Teresa apre uno spiraglio sul mondo della spiritualità semplice e quotidiana dei “Vagabondi del Dharma”. A San Francisco, l’incontro con Japhy Ryder, figura centrale di questo mondo, è cruciale. Japhy, con la sua vita spartana, la profonda conoscenza del buddismo Zen e delle culture orientali, rappresenta un modello di vita contemplativa e minimalista. Japhy apre a Ray le porte della scena poetica di San Francisco, un ambiente vibrante di figure originali e appassionate. La potenza creativa e ribelle di questo gruppo si manifesta in una serata di reading poetico, coinvolgendo Ray in un contesto dove poesia, filosofia e ricerca spirituale si fondono. Ray si stabilisce a Berkeley, in un piccolo cottage, mentre Japhy vive in una capanna ancora più essenziale. Le giornate di Japhy sono scandite dallo studio di testi orientali, dalla meditazione e dalla preparazione del tè, uno stile di vita che condivide con Ray. L’invito di Japhy a scalare il Matterhorn, montagna delle High Sierras, è una proposta a intraprendere un cammino di crescita personale e spirituale a contatto con la natura. Le conversazioni tra Ray e Japhy sono intense e stimolanti, caratterizzate da un umorismo particolare e da riflessioni sul buddismo Zen. L’atmosfera si fa più vivace quando Ray e altri amici fanno visita a Japhy con del vino, dando vita a una serata di conversazioni e allegria. La serietà spirituale del gruppo si intreccia con momenti di convivialità. Il lato provocatorio di Japhy emerge quando, inaspettatamente, porta con sé una ragazza e le chiede di spogliarsi, rivelando un aspetto imprevedibile del suo carattere.

2. Mandala, Montagne e Dimenticanze

Lo yabyum, antica pratica buddista tibetana, unisce spiritualità e fisicità attraverso l’atto sessuale. Japhy coinvolge il narratore e Alvah in questa esperienza, insieme a una donna di nome Principessa. Nonostante un iniziale voto di castità, il narratore partecipa, aprendo un dialogo sul buddismo e sulle filosofie orientali. L’esperienza condivisa lascia spazio a una nuova avventura: un’escursione in montagna con Japhy e Morley. Il viaggio inizia con la guida eccentrica di Morley, un fiume di parole che spesso si perdono nel nulla. Dopo una sosta in un bar e un tentativo fallito di dormire nei boschi, la dimenticanza di Morley emerge in tutta la sua forza: il sacco a pelo è rimasto a casa. La notte si trasforma in un gelido disagio. Nonostante l’imprevisto, il viaggio riprende con una colazione abbondante e l’arrivo a Bridgeport, dove Morley cerca un nuovo sacco a pelo. Finalmente, raggiungono il lago. Japhy, prima di iniziare la salita, crea un mandala, un portafortuna per la loro impresa. I primi passi in montagna sono accompagnati da conversazioni su letteratura, natura e haiku ispirati al paesaggio. Ma un’altra dimenticanza di Morley interrompe l’armonia: il radiatore dell’auto non è stato svuotato, un rischio per le temperature rigide della montagna. Morley torna indietro, lasciando il narratore e Japhy a proseguire da soli. La scalata continua, immersa in un silenzio rigenerante, tra la bellezza del paesaggio e conversazioni profonde.

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8. Il Cammino Solitario Verso la Montagna

Ray e Japhy lasciano la festa e si avviano tra i sentieri di montagna della California. Japhy, pieno di entusiasmo, parla dei suoi progetti: un viaggio in Giappone e un poema epico, “Fiumi e monti senza fine”. Camminando, parlano di Dio, della morte, del senso dell’esistenza, collegando riflessioni buddiste e cristiane. Japhy immagina una comunità sulle colline, libera, fatta di poesia e vita semplice. Ray, invece, si chiede il perché della sofferenza nel mondo.Dopo due giorni di cammino, Japhy si prepara a partire per il Giappone. Ray inizia un viaggio solitario verso nord, puntando alla Desolation Peak, la montagna indicata da Japhy. Un viaggio lungo, tra autostop e incontri inattesi, attraversando foreste e città. A Marblemount, Ray segue un corso per guardie forestali e incontra Burnie, un collega di Japhy, che ne ricorda con affetto le qualità.Terminato il corso, Ray si immerge nella natura, contemplando il fiume Skagit e preparandosi alla montagna. Infine, insieme al mulattiere Happy e al vicecapo delle guardie, Ray affronta la salita a Desolation Peak. Un percorso difficile, tra pioggia, nebbia, sentieri ripidi e panorami spogli. Arrivato alla capanna in cima, Ray è solo, circondato dal silenzio. La prima notte, nella solitudine, Ray sente la potenza del luogo e la presenza del Monte Hozomeen, comprendendo la profondità della sua nuova, solitaria, dimora.

9. L’Estate Solitaria sulla Vetta

Il risveglio è in alta montagna, tra cime incontaminate e un mare di nuvole che si estende sotto i piedi. La solitudine è palpabile, amplificata dall’immensità di una natura che sembra fluttuare, irreale, nello spazio. Cucinare, esplorare, contemplare: ogni gesto quotidiano è un passo nell’isolamento e nell’autosufficienza. Dare un nome a ogni montagna, a ogni torrente, è un modo per creare un legame con questo mondo selvaggio.La percezione stessa cambia: mettersi a testa in giù è un esperimento per sentire la gravità, la forza che tiene ogni cosa ancorata al pianeta. Lontano da tutto, non c’è bisogno di spiegare, di giustificare, di interagire. La natura basta a se stessa, indifferente, come i fiori che sbocciano senza un perché.Il cielo sereno lascia spazio a tramonti infuocati, le notti stellate si alternano a tempeste improvvise. La noia cede il passo alla meraviglia. Osservare la natura porta a interrogarsi sulla vita, sulla propria condizione. Meditare, guardare la luna, diventano riti quotidiani che avvicinano sempre più all’essenza dell’ambiente. Cervi, orsi: la presenza di animali selvatici è il segno di un’immersione totale in un mondo incontaminato.Serenità e tempesta si alternano, come la vita, come la natura, imprevedibili. Una voce interiore, durante una meditazione, parla di libertà, la stessa libertà che si respira in questa solitudine. Ci si interroga sul senso dell’esistenza, sulla possibilità di un’anima, di uno spirito, al di là della persona.L’estate volge al termine, arriva la neve. Una comunicazione radio annuncia la fine della stagione di guardia, la fine di questo isolamento. Prepararsi a partire significa provare gratitudine per la montagna, per ogni insegnamento ricevuto. L’immagine di Japhy, amico e guida spirituale, è la conferma del valore di questa esperienza. Un ultimo saluto alla baracca, luogo di crescita e di scoperta, e poi il ritorno alla civiltà, con la consapevolezza di una libertà senza confini.

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