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Contenuti del libro
Informazioni
“I racconti delle fate. Illustrazioni di Gustave Doré” di Carlo Collodi è un libro che ti porta subito dentro storie dove la magia e il destino si scontrano con la vita di personaggi indimenticabili. Non sono solo le solite fiabe che conosci, anche se ci sono principesse che si addormentano per incantesimo o ragazze maltrattate che trovano il loro principe, ma anche vicende di eroi inaspettati come Puccettino, piccolo ma super intelligente, o un Gatto con gli Stivali che usa l’astuzia per cambiare il destino del suo padrone. Quello che colpisce è come spesso i protagonisti, tra castelli incantati, foreste pericolose e umili case, si salvano o hanno successo grazie a un aiuto magico o a eventi fortuiti, anche se la loro bontà o il loro ingegno sono fondamentali. Il libro esplora un sacco di temi fighi: l’inganno dietro le apparenze, il vero valore che non è quello che si vede fuori, il potere dell’amore che rompe incantesimi e trasforma mostri in principi, e come la virtù alla fine viene quasi sempre ricompensata, mentre la cattiveria porta alla rovina, a volte anche con trasformazioni magiche. È un viaggio tra prove difficili e aiuti inattesi, che ti fa riflettere su quanto il destino e la magia influenzino le nostre vite, ma anche su quanto contino il coraggio e la bontà.Riassunto Breve
Personaggi si trovano ad affrontare situazioni difficili e piene di pericoli. Spesso, per superare queste avversità, arriva un aiuto esterno inaspettato. La moglie di Barba-blu viene salvata dai fratelli, Cenerentola riceve l’assistenza magica di una fata madrina che le permette di cambiare vita, la Bella Addormentata si risveglia grazie a un principe predestinato. Questi interventi esterni sono decisivi per la salvezza e il cambiamento di destino. Tuttavia, le storie mostrano anche che le qualità personali hanno un grande valore. L’intelligenza e l’astuzia possono superare la forza bruta e la povertà, come dimostra Puccettino che con l’ingegno salva i fratelli e ottiene ricchezze, o il Gatto con gli Stivali che usa la furbizia per fare la fortuna del suo padrone. La bontà, la gentilezza e la virtù interiore sono qualità che vengono riconosciute e ricompensate, anche quando l’aspetto esteriore è umile o trasandato, come nel caso di Pelle d’Asino o della figlia gentile che parla con la fata. L’apparenza può ingannare: un lupo sembra amichevole ma nasconde intenzioni pericolose, mentre una Bestia dall’aspetto spaventoso può avere un cuore buono e gentile. Il vero valore di una persona si trova dentro, non nell’aspetto fisico o nella ricchezza ereditata. L’amore che riesce a vedere e apprezzare la bontà interiore, al di là delle apparenze, ha un potere trasformativo, capace di rompere incantesimi e portare alla felicità, come accade a Bella con la Bestia o al principe che sposa la Gatta Bianca trasformata. Al contrario, la superbia, l’invidia, la cattiveria e la disobbedienza portano a conseguenze negative, come punizioni, isolamento o trasformazioni in forme mostruose. Il superamento delle prove e il raggiungimento della felicità dipendono quindi da una combinazione di aiuti esterni, spesso legati al destino o alla magia, e dalle proprie qualità interiori, perché sono la virtù, l’intelligenza e la capacità di amare a determinare il vero valore e a guidare verso un esito positivo.Riassunto Lungo
1. Destini e Aiuti Imprevisti
Nelle storie si incontrano personaggi che affrontano situazioni difficili e pericolose. C’è una donna che sposa un uomo temuto per la sua barba blu, la quale, spinta dalla curiosità, scopre un segreto terribile che la mette in grave pericolo di vita. Un’altra storia narra di una principessa che, nonostante i doni ricevuti dalle fate, cade vittima di una maledizione che la condanna a un lungo sonno dopo essersi punta con un fuso. Infine, si racconta di una ragazza maltrattata dalla matrigna e dalle sorellastre, costretta a vivere in condizioni di miseria e sofferenza.Il Ruolo dell’Aiuto Esterno
In queste vicende, superare le avversità dipende spesso dall’intervento di forze esterne o dall’aiuto di altri. La moglie di Barba-blu viene salvata all’ultimo momento dall’arrivo inaspettato dei suoi fratelli. La Bella Addormentata è protetta da una fata che riesce a modificare in parte la maledizione, e si risveglia dopo cento anni grazie all’arrivo di un principe che sembra predestinato. Cenerentola, invece, riceve l’aiuto magico di una fata madrina che le permette di andare al ballo e incontrare il principe, e una scarpetta di vetro diventa lo strumento cruciale per il suo riconoscimento e la sua salvezza.Qualità Personali e Destino
Sebbene qualità come la bontà, la grazia o la pazienza siano presenti nei personaggi, superare le sventure è strettamente legato a eventi fortuiti o all’assistenza di figure con poteri o capacità decisive. La curiosità, per esempio, porta a una scoperta pericolosa, ma è un aiuto esterno a garantire la salvezza finale. Allo stesso modo, la virtù e la bellezza dei personaggi non sono sufficienti da sole senza un intervento magico o un destino favorevole che cambi il corso degli eventi. Questo mostra come il successo e la felicità non dipendano unicamente dalle qualità personali, ma anche da aiuti esterni o dal semplice corso degli eventi.È lecito trarre conclusioni generali sul successo e la felicità basandosi esclusivamente sull’analisi di fiabe, o si rischia di ignorare il ruolo complesso dell’azione individuale e del contesto reale?
Il capitolo basa la sua argomentazione su un campione molto ristretto e specifico di narrazioni, le fiabe, che hanno spesso scopi simbolici o didattici piuttosto che realistici. Questo approccio rischia di semplificare eccessivamente il dibattito sul rapporto tra qualità personali, circostanze esterne e realizzazione individuale. Per approfondire la questione, sarebbe utile esplorare discipline come la psicologia della personalità, che studia come i tratti individuali influenzino il comportamento e i risultati, o la sociologia, che analizza l’impatto dei fattori sociali e strutturali sul destino delle persone. Autori come Carol Dweck, che ha studiato la mentalità di crescita, o Pierre Bourdieu, che ha analizzato il ruolo del capitale sociale e culturale, potrebbero offrire prospettive più articolate.2. Il Valore Nascosto
L’astuzia di Puccettino
In un periodo di grande povertà, una famiglia di boscaioli pensa di non poter più mantenere i sette figli e valuta l’idea di abbandonarli. Il più piccolo, Puccettino, nonostante la statura minuta, possiede un’intelligenza vivace e ascolta di nascosto il piano dei genitori. Quando vengono condotti nella foresta, Puccettino usa dei sassolini bianchi che aveva raccolto per segnare il sentiero. Grazie a questo stratagemma, i fratelli riescono a ritrovare la strada di casa dopo il primo tentativo di abbandono. Un secondo tentativo, però, fallisce perché Puccettino usa briciole di pane al posto dei sassolini, e gli uccelli le mangiano, lasciandoli senza punti di riferimento.L’Orco e gli stivali magici
Perduti e spaventati nel folto del bosco, i ragazzi trovano rifugio in una grande casa che appartiene a un Orco temibile, noto per cibarsi di bambini. Con grande sangue freddo, Puccettino escogita un piano per salvare sé stesso e i fratelli. Durante la notte, mentre l’Orco dorme profondamente, scambia le corone d’oro indossate dalle figlie dell’Orco con i semplici berretti dei suoi fratelli. L’Orco, risvegliatosi nel buio e brancolando, uccide per errore le proprie figlie, scambiandole per i piccoli intrusi a causa dei berretti. Puccettino e i fratelli approfittano della confusione per fuggire dalla casa pericolosa.La fuga e la fortuna
Prima di scappare definitivamente, Puccettino ha l’audacia di rubare un tesoro prezioso: gli stivali delle sette leghe dell’Orco. Questi stivali magici hanno la particolarità di adattarsi perfettamente alla taglia di chi li indossa, permettendo di coprire enormi distanze con un solo passo. Puccettino utilizza questa incredibile capacità per cambiare la sorte della sua famiglia. Sfrutta gli stivali per ottenere grandi ricchezze, a volte ingannando la moglie dell’Orco rimasta sola, altre volte offrendo i suoi servigi come velocissimo messaggero al Re. In questo modo, riesce a provvedere al sostentamento dei suoi cari, assicurando loro un futuro migliore.La Principessa dalla pelle d’asino
Una giovane Principessa, ammirata per la sua straordinaria bellezza e la sua grande bontà, si trova ad affrontare una situazione terribile. Dopo la morte improvvisa della Regina, il padre, il Re, è accecato dal dolore e dalla follia e decide di voler sposare la propria figlia, convinto che la sua bellezza superi persino quella della defunta moglie. Disperata, la Principessa cerca l’aiuto della sua fata madrina, che le consiglia una strategia per scoraggiare il padre. Su suggerimento della fata, la Principessa chiede al Re di procurarle abiti impossibili da realizzare, come uno del colore del cielo, uno del colore della luna e uno del colore del sole.Richieste impossibili e la fuga
Con sua sorpresa, il Re riesce a soddisfare tutte le richieste apparentemente irrealizzabili della figlia, dimostrando la sua determinazione nel volerla sposare. Come ultima, disperata richiesta, la Principessa, sempre guidata dalla fata, chiede la pelle di un asino magico che aveva la straordinaria capacità di produrre oro. Anche questa volta, il Re cede alla richiesta e sacrifica il prezioso animale. La Principessa, ottenuta la pelle sporca e maleodorante, la usa per coprirsi completamente, nascondendo la sua identità e la sua bellezza. Con questo misero travestimento, fugge dal palazzo e si rifugia in una fattoria lontana.La vita nascosta e la rivelazione
Nella fattoria, la Principessa vive umilmente come una sguattera, sopportando le fatiche e nascondendo la sua vera natura. Nonostante l’aspetto trasandato dovuto alla pelle d’asino, mantiene intatta la sua virtù interiore e la sua bellezza, che rivela solo in segreto, quando si ritira nella sua stanza e indossa i suoi magnifici abiti. Il figlio del Re proprietario della fattoria, un giorno, la vede per caso nella sua vera splendore e ne rimane folgorato, innamorandosene perdutamente al punto da ammalarsi per il desiderio. Chiede che gli venga preparato un dolce speciale fatto proprio dalla sguattera.Il riconoscimento e il lieto fine
Mentre prepara il dolce per il Principe, la Principessa inserisce al suo interno un piccolo anello prezioso. Il Principe, trovando l’anello mentre mangia il dolce, dichiara solennemente che sposerà solamente la donna alla quale quell’anello calzerà perfettamente. Molte donne del regno provano l’anello, ma nessuna riesce a indossarlo. Quando arriva il turno della sguattera, l’anello scivola perfettamente sul suo dito. A quel punto, la Principessa si rivela nella sua identità e nella sua incredibile bellezza. La fata madrina interviene per spiegare la sua storia e le difficili prove che ha superato. Finalmente libera dalla minaccia del padre e riconosciuta per il suo valore, la Principessa sposa il Principe, trovando la felicità che meritava.Le due sorelle e la fata
Una vedova vive con le sue due figlie, che sono molto diverse tra loro. Una è sgarbata, superba e altezzosa, esattamente come la madre. L’altra, invece, è gentile, dolce e di una bellezza rara. La madre, ingiustamente, favorisce la figlia che le somiglia e maltratta continuamente la figlia più buona. Un giorno, mentre la figlia gentile va ad attingere acqua alla fontana, incontra una fata travestita da povera mendicante. La ragazza, con il suo cuore generoso, offre gentilmente da bere alla vecchia.Ricompensa e punizione magica
Colpita dalla gentilezza della fanciulla, la fata decide di ricompensarla in modo straordinario: ogni volta che parlerà, dalla sua bocca cadranno fiori preziosi e gemme scintillanti. La madre, vedendo la ricchezza che la figlia porta a casa con ogni parola, invia immediatamente l’altra figlia alla fontana, sperando di ottenere lo stesso beneficio. La figlia sgarbata incontra la stessa fata, questa volta travestita da signora ricca, ma le risponde in modo rude e scortese, rifiutandosi di aiutarla. La fata, per punirla della sua maleducazione e superbia, le infligge una maledizione: ogni volta che aprirà bocca, le usciranno rospi e serpenti.Il destino delle sorelle
La madre, furiosa per la punizione ricevuta dalla figlia preferita, incolpa la figlia gentile per l’accaduto. La ragazza, per sfuggire all’ira materna, fugge nel bosco. Lì viene trovata dal figlio del Re, che rimane incantato dalla sua bellezza e dalla sua gentilezza, e soprattutto dai fiori e gioielli che le cadono dalla bocca ogni volta che parla. Il Principe si innamora di lei e la sposa, riconoscendo il suo valore interiore. Nel frattempo, la sorella sgarbata, odiata da tutti a causa dei rospi e serpenti che le escono di bocca, viene scacciata dalla madre stessa e muore sola e disprezzata. La storia mostra come la bontà e la virtù portino alla felicità e al riconoscimento, mentre la superbia e la cattiveria conducano all’isolamento e alla rovina.Il capitolo, nel mostrare il “valore nascosto”, non finisce per dimostrare che senza magia o fortuna il merito non basta?
Le vicende narrate si affidano pesantemente a interventi soprannaturali (stivali magici, fate, punizioni/ricompense incantate) e a coincidenze fortuite (l’incontro con il principe, l’anello nel dolce) per garantire che la virtù sia riconosciuta e premiata, e la malvagità punita. Questo solleva un dubbio sulla reale capacità del “valore nascosto” di emergere e affermarsi nel mondo senza l’aiuto di forze esterne. Per approfondire questo tema, si possono esplorare le discipline della filosofia morale, che indaga il rapporto tra virtù e felicità, o la critica letteraria focalizzata sulla struttura e il significato delle fiabe. Autori come Aristotele o Propp potrebbero offrire spunti interessanti.3. L’inganno dell’apparenza e il potere dell’ingegno
Questo capitolo esplora come l’aspetto esteriore possa essere ingannevole e non rifletta la vera natura o il valore di una persona o cosa. La realtà spesso si nasconde dietro le apparenze, e non ci si dovrebbe fidare solo di ciò che si vede. È fondamentale guardare oltre la superficie per comprendere la verità delle situazioni e delle persone che si incontrano. Questa idea viene illustrata attraverso diversi esempi che mostrano come l’ingegno e le qualità interiori abbiano un valore superiore rispetto alla bellezza o alla ricchezza ereditata.L’inganno dietro un volto amichevole
Un esempio lampante di come l’apparenza possa trarre in inganno si trova nella storia di una bambina che incontra un lupo. Questo lupo, nonostante la sua natura pericolosa, assume un’aria affabile e usa maniere garbate e complimenti per ingannare la piccola. La sua capacità di nascondere le sue vere intenzioni dietro un comportamento amichevole dimostra che il pericolo può celarsi dove meno ce lo si aspetta. Questo sottolinea l’importanza di non fermarsi a parlare con sconosciuti, poiché la gentilezza mostrata potrebbe non essere sincera.L’astuzia supera la fortuna
Un altro tema centrale è che l’ingegno e l’abilità personale valgono molto più della fortuna ereditata o della ricchezza materiale. Una storia racconta di un mugnaio povero che riceve in eredità solo un gatto. Questo gatto, apparentemente un bene di poco valore, si rivela incredibilmente astuto e intraprendente. Usando una serie di inganni e minacce intelligenti, riesce a procurare al suo padrone immense ricchezze e persino un titolo nobiliare. Il gatto fa credere al Re che vasti possedimenti appartengano al suo padrone, arrivando a sconfiggere un potente orco trasformandolo in un topo per poi mangiarlo. Questa vicenda dimostra chiaramente che l’industria, l’intelligenza e la svegliatezza d’ingegno sono qualità di gran lunga superiori alla semplice ricchezza ereditata.Il vero valore non è nella bellezza fisica
Infine, il capitolo evidenzia come l’intelligenza e le qualità interiori abbiano un valore superiore alla bellezza fisica. Viene presentato un principe che, pur essendo nato brutto d’aspetto, possiede uno spirito nobile e intelligente. Questa sua qualità interiore è così potente da poter essere trasmessa a chi ama. Parallelamente, si parla di una principessa dotata di straordinaria bellezza fisica, ma priva di intelletto e grazia nei movimenti. La narrazione suggerisce che la percezione della bellezza sia in realtà molto soggettiva e possa essere profondamente trasformata dall’amore. L’affetto e l’amore possono rendere gradevoli persino i difetti fisici, facendo apparire bello ciò che, a un primo sguardo, non lo è affatto.Se la bontà è davvero più importante dell’aspetto esteriore, perché il capitolo descrive punizioni e ricompense che si manifestano proprio cambiando l’aspetto dei personaggi?
Il capitolo presenta un interessante legame tra azioni, virtù e trasformazioni fisiche, culminando nell’affermazione che la bontà interiore superi l’importanza dell’aspetto o del potere. Tuttavia, le storie narrate utilizzano proprio il cambiamento di forma (principessa-gatta, principessa-cervia, principe-mostro/animale) come strumento principale della conseguenza magica, sia essa punizione o premio. Questo crea una tensione logica: se l’aspetto non conta, perché è l’aspetto a cambiare per riflettere lo stato morale? Per esplorare questa apparente contraddizione e comprendere meglio il simbolismo dietro le trasformazioni nelle narrazioni popolari, potrebbe essere utile approfondire gli studi sul folklore e la critica letteraria applicata alle fiabe. Autori come Propp, Bettelheim o Calvino hanno analizzato le strutture narrative e il significato psicologico e culturale di questi racconti, offrendo chiavi di lettura che vanno oltre una semplice morale superficiale.6. La Virtù di Bella
Un mercante molto ricco vive con i suoi sei figli, tra cui tre figlie. Tra queste, la più giovane, Bella, si distingue per la sua bellezza e la sua bontà d’animo, un forte contrasto con le sorelle maggiori, che sono invece orgogliose e pensano solo all’apparenza. Purtroppo, la fortuna del mercante finisce e la famiglia è costretta a lasciare la loro grande casa per trasferirsi in una piccola abitazione in campagna. Qui, Bella si adatta subito alla nuova vita, lavorando sodo senza lamentarsi, mentre le sorelle non fanno altro che protestare per la loro condizione.L’incontro nel bosco
La speranza si riaccende quando arriva la notizia che un bastimento del mercante è tornato in porto. Tuttavia, una volta in città, il mercante perde nuovamente tutto. Sulla via del ritorno, si smarrisce in un bosco fitto e, cercando riparo, si imbatte in un palazzo dall’aspetto incantato. Viene accolto e riceve ospitalità, ma mentre sta per andarsene, vede un bellissimo roseto e decide di cogliere una rosa per Bella, come lei gli aveva chiesto. Appena coglie il fiore, appare una Bestia dall’aspetto terrificante, furiosa per il gesto. La Bestia chiede in cambio la vita del mercante o quella di una delle sue figlie. Per salvare il padre, Bella si offre volontariamente di andare a vivere nel palazzo incantato.La vita con la Bestia
Arrivata al palazzo, Bella scopre di essere trattata con ogni riguardo. Ha a disposizione stanze lussuose e tutto ciò che desidera. Ogni sera, la Bestia le fa visita e le parla. Nonostante il suo aspetto spaventoso, Bella inizia a scoprire la sua gentilezza e la sua bontà d’animo durante queste conversazioni. Ogni sera, la Bestia le chiede di sposarla, ma Bella, pur provando affetto e rispetto, rifiuta la proposta di matrimonio, offrendo invece la sua amicizia.Il ritorno a casa e la rivelazione
Un giorno, guardando in uno specchio magico, Bella vede che suo padre è gravemente malato. Chiede quindi alla Bestia il permesso di andarlo a trovare. La Bestia, addolorata ma innamorata, acconsente, ponendo però una condizione: Bella deve tornare entro otto giorni, altrimenti lui morirà di dolore per la sua assenza. Tornata a casa, Bella viene accolta con gioia dal padre, ma le sorelle, invidiose della sua fortuna nel palazzo, la convincono con l’inganno a restare più a lungo del previsto. Quando i giorni passano e Bella non torna al palazzo, ha un sogno in cui vede la Bestia moribonda. Capisce allora di amare la Bestia non per il suo aspetto, ma per la sua virtù e la sua bontà interiore.L’amore spezza l’incantesimo
Bella torna immediatamente al palazzo e trova la Bestia quasi senza vita. Disperata, le dichiara il suo amore. Nel momento in cui le parole escono dalla sua bocca, la Bestia si trasforma in un bellissimo Principe. Era vittima di un incantesimo che poteva essere spezzato solo dall’amore sincero per la sua virtù interiore. Appare una fata che, per ricompensare Bella per aver scelto la bontà, trasforma le sorelle invidiose in statue, condannate a vedere la felicità di Bella finché non cambieranno il loro cuore. Bella sposa il Principe e vive felicemente, la loro unione basata sull’amore nato dalla scoperta della vera virtù.La virtù di Bella è davvero l’unico motore della felicità, o la storia nasconde una logica più complessa e, forse, discutibile nelle sue ricompense e punizioni?
Il capitolo presenta una chiara dicotomia tra virtù e vizio, ma la logica delle conseguenze appare talvolta sproporzionata. La trasformazione delle sorelle in statue per invidia solleva interrogativi sulla giustizia narrativa e sulla severità della punizione rispetto alla colpa. Inoltre, l’associazione tra la virtù interiore di Bella e la ricompensa finale (un principe bello e ricco) potrebbe suggerire che la bontà sia solo un mezzo per raggiungere uno status desiderabile e una bellezza esteriore, piuttosto che un fine in sé. Per esplorare queste dinamiche, si potrebbero approfondire studi sulla morale nelle fiabe, le interpretazioni psicologiche dei simboli narrativi e le analisi critiche sulla rappresentazione della virtù e della punizione nella letteratura. Autori come Bettelheim o studiosi di etica come Aristotele possono offrire spunti interessanti.Abbiamo riassunto il possibile
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