Crescita personale

I primi 90 giorni

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Affrontare le transizioni di leadership è una sfida cruciale per ogni leader. Questo libro fornisce strumenti e modelli per navigare questi momenti critici, dalla preparazione mentale all’adattamento strategico. Imparerai a costruire relazioni efficaci con il tuo capo, a creare team allineati e a ottenere risultati rapidi. Scopri come diagnosticare le situazioni aziendali, adattare il tuo stile di leadership e gestire le alleanze per accelerare il successo organizzativo. Un manuale indispensabile per chiunque voglia eccellere nel proprio ruolo e guidare il cambiamento con sicurezza.

1. Navigare le transizioni di leadership

Affrontare i cambiamenti di ruolo

Le transizioni rappresentano momenti molto importanti nella carriera di un leader. Per superare al meglio questi periodi, è essenziale sviluppare delle competenze specifiche e valutare con attenzione i rischi che possono presentarsi quando si assume un nuovo incarico. Un aspetto fondamentale è prepararsi mentalmente a lasciare il ruolo precedente e a prepararsi per le nuove responsabilità.

L’importanza della formazione

Imparare cose nuove è un investimento strategico. Per questo motivo, è cruciale pianificare un percorso di apprendimento e individuare le fonti di conoscenza più utili. Utilizzare dei metodi ben strutturati può rendere questo processo più rapido ed efficace. È importante capire che non esiste una strategia valida per ogni situazione. Analizzare attentamente il contesto e adattare di conseguenza il proprio approccio è quindi indispensabile. Per analizzare i diversi tipi di transizione e guidare il cambiamento, può essere utile usare il modello STARS.

Costruire un buon rapporto con il nuovo capo

Stabilire una relazione di lavoro positiva con il nuovo responsabile è cruciale. Un metodo utile è quello di affrontare cinque conversazioni chiave per definire le aspettative reciproche, concordare un’analisi della situazione di partenza, stabilire come collaborare efficacemente e definire le risorse necessarie. Un passo pratico è anche quello di creare un piano dettagliato per i primi tre mesi nel nuovo ruolo.

Evitare gli errori più comuni e concentrarsi sulle priorità

Per ottenere rapidamente dei risultati positivi, è fondamentale evitare gli errori più comuni e identificare le priorità principali. Per migliorare le prestazioni dell’organizzazione, è importante definire una visione convincente e guadagnarsi la fiducia delle persone. Inoltre, è preferibile favorire un apprendimento di gruppo piuttosto che imporre un piano di cambiamento rigido e predefinito.

Il leader come architetto dell’organizzazione

Il leader deve agire come un architetto dell’organizzazione, individuando le cause profonde delle prestazioni insoddisfacenti e coordinando strategia, struttura, sistemi, competenze e cultura aziendale. Costruire e gestire un team, che sia già esistente o completamente nuovo, richiede di trovare un equilibrio tra obiettivi a breve termine e obiettivi a lungo termine. Le modifiche alla struttura del team e le questioni organizzative devono essere affrontate contemporaneamente, implementando nuovi processi di lavoro di gruppo.

L’importanza dell’influenza e della gestione personale

Avere l’autorità formale non è sufficiente per guidare un cambiamento. È fondamentale individuare e ottenere il sostegno delle persone chiave all’interno dell’organizzazione. Per fare questo, può essere utile mappare le reti di influenza e capire le dinamiche di potere esistenti, in modo da poter influenzare le percezioni sugli interessi in gioco e sulle possibili alternative. Infine, è cruciale gestire efficacemente se stessi per evitare di entrare in un circolo vizioso negativo. Per fare questo, sono essenziali i tre pilastri dell’autoefficacia, la creazione di abitudini personali positive e il supporto di una rete di consulenti fidati.

Istituzionalizzare un approccio comune

Rendere più rapide le transizioni di ruolo a tutti i livelli dell’organizzazione rappresenta una grande opportunità per stabilire un approccio di riferimento comune. Questo modello può essere utilizzato per accelerare lo sviluppo del team, coltivare i leader con alto potenziale, integrare nuove acquisizioni e rafforzare la pianificazione della successione.

Ma questo capitolo propone una ricetta universale per le transizioni di leadership, o rischia di trascurare il ruolo cruciale del contesto e delle dinamiche organizzative specifiche?
Il capitolo offre un approccio strutturato alle transizioni di leadership, il che è certamente utile. Tuttavia, potrebbe essere utile riconoscere i limiti di un modello valido per tutte le situazioni. Culture organizzative diverse, settori industriali e tipi di transizioni richiedono strategie personalizzate. Per comprendere queste sfumature, sarebbe utile approfondire la teoria organizzativa e il lavoro di autori come Edgar Schein, che enfatizza la cultura organizzativa, o Jeffrey Pfeffer, che esamina le dinamiche di potere nelle organizzazioni.


2. La Competenza nella Transizione di Carriera

L’importanza di prepararsi al cambiamento di ruolo

Cambiare ruolo è un momento molto importante nella carriera di un leader. I primi mesi in un nuovo incarico sono decisivi per capire se si avrà successo oppure no. Se un cambiamento non è gestito bene, possono nascere problemi che rendono più difficile crescere professionalmente e far crescere l’azienda. Per questo, l’obiettivo principale quando si cambia ruolo è raggiungere velocemente il “punto di pareggio”. Questo significa arrivare al momento in cui il valore che porti è maggiore di quello che “consumi” in termini di risorse e tempo per ambientarti.

Competenze diverse per ruoli diversi

Per raggiungere questo punto di pareggio il prima possibile, è fondamentale prepararsi con attenzione. Bisogna essere consapevoli che le capacità che ci hanno portato al successo in passato potrebbero non bastare per il nuovo ruolo. Infatti, essere promossi è diverso rispetto a entrare in una nuova azienda, e ogni situazione presenta sfide diverse.

Le sfide di una promozione

Quando si viene promossi, è necessario trovare un giusto equilibrio tra la visione generale e l’attenzione ai dettagli. Bisogna anche cambiare il modo in cui si assegnano i compiti, influenzare gli altri in modo diverso, comunicare in modo più formale e dimostrare di avere più autorità.

Le sfide di un nuovo lavoro

Quando si entra in una nuova azienda, invece, è essenziale concentrarsi sugli obiettivi dell’azienda, creare relazioni con le persone chiave, capire bene cosa ci si aspetta da noi e adattarsi alla cultura aziendale.

Evitare gli errori più comuni

Per creare un circolo positivo, è fondamentale evitare gli errori più comuni. Ad esempio, non bisogna rimanere legati al modo di fare che si aveva nel ruolo precedente, non bisogna agire senza pensare e non bisogna trascurare i rapporti con i colleghi. Un circolo positivo nasce invece da decisioni giuste prese fin da subito, dall’impegno a imparare cose nuove e dalla capacità di guadagnarsi la fiducia degli altri. Tutto questo porta a essere sempre più efficaci.

Prepararsi al meglio

Per prepararsi al meglio a un nuovo ruolo, è importante fare un taglio netto con il passato. Bisogna capire quali sono i nostri punti deboli e le nostre preferenze che potrebbero crearci problemi. Inoltre, è utile ricordare che anche i nostri punti di forza, se usati male, possono diventare debolezze. Infine, è molto importante rinnovare la propria rete di contatti e chiedere aiuto quando serve. Queste azioni sono fondamentali per affrontare al meglio il cambiamento e raggiungere velocemente il “punto di pareggio”.

Ma come si misura concretamente questo fantomatico “punto di pareggio”?
Il capitolo introduce il concetto di “punto di pareggio” come obiettivo cruciale nella transizione di carriera, ma non chiarisce in modo operativo come un leader dovrebbe effettivamente misurarlo. Senza una definizione più precisa e strumenti pratici per valutarlo, il rischio è che questo concetto rimanga una vaga aspirazione teorica, difficilmente applicabile nella realtà complessa delle dinamiche aziendali. Per colmare questa lacuna, sarebbe utile approfondire le metodologie di valutazione della performance e dell’impatto della leadership, attingendo ad esempio alle teorie del management strategico e della misurazione delle performance organizzative.


3. La Bussola del Leader: Apprendere e Adattare la Strategia al Contesto

L’Importanza dell’Apprendimento Rapido per un Leader

Quando un leader assume una nuova posizione, il suo successo dipende soprattutto dalla velocità con cui riesce a capire il nuovo ambiente e ad aggiustare la strategia di conseguenza. Spesso, un errore grave è non dedicare abbastanza tempo a conoscere a fondo la nuova organizzazione. Questo può portare a decisioni sbagliate e danneggiare la fiducia che le persone hanno nel leader. Per evitare questi problemi, è essenziale che il leader si impegni in un percorso di apprendimento ben organizzato. Questo significa capire quali sono le informazioni più importanti da cercare e individuare le fonti migliori per ottenerle, sia dentro che fuori dall’azienda.

Il Modello STARS per Orientarsi nelle Diverse Situazioni Aziendali

Per aiutare i leader a capire meglio in quale situazione si trovano, esiste un modello chiamato STARS. Questo modello identifica cinque tipi comuni di situazioni aziendali: nuova impresa (start-up), rilancio (turnaround), crescita rapida, riorganizzazione (riallineamento) e mantenimento del successo. Ogni situazione ha le sue sfide e opportunità specifiche, e quindi richiede una strategia particolare. Ad esempio, se si tratta di rilanciare un’azienda in difficoltà, sono necessarie azioni veloci e decise. Invece, per una riorganizzazione, serve un approccio più paziente e che tenga conto delle opinioni di tutti.

Adattare la Leadership e Valutare il Successo in Base al Contesto

Un leader efficace deve essere capace di riconoscere in quale situazione STARS si trova l’azienda. Questa capacità è fondamentale per scegliere il modo di guidare più adatto. A volte, può essere necessario un approccio molto diretto e deciso, altre volte invece è meglio essere più diplomatici e collaborativi. Inoltre, è importante capire che il successo non si misura allo stesso modo in tutte le situazioni STARS. Quello che viene considerato un successo e come lo si misura cambia molto a seconda del contesto. Quindi, un buon leader deve saper capire la situazione, cambiare la propria strategia e il proprio stile di leadership, e guidare il cambiamento nel modo giusto per ogni scenario possibile.

Il modello STARS, pur utile, non rischia di semplificare eccessivamente la complessità delle situazioni aziendali, riducendo la leadership a una mera applicazione di ‘ricette’ contestuali?
Il capitolo presenta il modello STARS come una guida efficace, ma è fondamentale considerare che le realtà aziendali sono spesso più sfumate e dinamiche di quanto un modello possa rappresentare. Affidarsi esclusivamente a categorie predefinite potrebbe limitare la capacità del leader di cogliere le specificità di ogni situazione unica. Per una comprensione più approfondita, è utile esplorare le teorie sulla complessità organizzativa e i limiti dei modelli strategici semplificati, ad esempio approfondendo il lavoro di autori come Nassim Nicholas Taleb o Daniel Kahneman, che offrono prospettive critiche sull’applicazione di modelli rigidi in contesti incerti.


4. Dialogo Strategico e Vittorie Rapide: La Chiave del Successo

L’importanza della negoziazione iniziale con il superiore

Avviare con successo un nuovo incarico dirigenziale dipende in modo cruciale da una fase iniziale di attiva negoziazione con il proprio superiore. Questo momento è determinante perché il capo definisce le aspettative, valuta le azioni intraprese e gestisce le risorse necessarie per il raggiungimento degli obiettivi. Un atteggiamento passivo e reattivo in questa fase può seriamente compromettere il successo. Al contrario, affrontare in modo proattivo la negoziazione significa lavorare per stabilire aspettative realistiche, ottenere un accordo sugli obiettivi e assicurarsi di avere a disposizione le risorse adeguate per poter operare efficacemente.

Le cinque conversazioni chiave per un dialogo strategico

La relazione con il superiore richiede un approccio attento e calibrato, che tenga conto del livello gerarchico e del contesto aziendale specifico. È fondamentale impostare un dialogo ben strutturato, che si sviluppi attraverso cinque conversazioni chiave, ognuna con unFocus specifico: analisi della situazione attuale, chiarimento delle aspettative reciproche, definizione delle risorse necessarie, comprensione dello stile di lavoro preferito e individuazione delle aree di sviluppo personale. Questi dialoghi, idealmente integrati in un piano d’azione per i primi 90 giorni, permettono di allineare le diverse prospettive e di costruire una solida base per una collaborazione efficace e duratura.

Chiarire le aspettative e adattarsi allo stile del superiore

Un aspetto prioritario è definire con precisione le aspettative fin dall’inizio, negoziando anche i tempi necessari per condurre un’analisi iniziale della situazione e per pianificare le attività successive. È consigliabile concentrarsi sul raggiungimento di risultati positivi in quelle aree che il capo considera prioritarie, perseguendo obiettivi che siano in linea con le sue principali priorità strategiche. Parallelamente, è essenziale adattare il proprio stile di comunicazione e di lavoro a quello del superiore, assumendosi la responsabilità di costruire una relazione di lavoro efficace e basata sulla comprensione reciproca.

Ottenere ‘vittorie rapide’ per costruire credibilità

Per dimostrare competenza e generare rapidamente credibilità, è fondamentale ottenere in tempi brevi dei primi successi concreti, le cosiddette ‘vittorie rapide’. Questi risultati iniziali devono essere coerenti con gli obiettivi più ampi e a lungo termine, e devono contribuire a modificare eventuali comportamenti non funzionali all’interno dell’organizzazione. È importante focalizzarsi su poche aree chiave, identificando opportunità promettenti che siano rilevanti per il superiore e che possano essere realizzate con metodi appropriati al contesto culturale specifico. La pianificazione delle iniziative per ottenere ‘vittorie rapide’ deve tenere in considerazione sia gli obiettivi di business da raggiungere, sia i cambiamenti comportamentali che si vogliono promuovere, valorizzando le persone che si fanno promotrici del cambiamento e gestendo i progetti con un approccio ben strutturato. Evitare di incorrere in problematiche negative prevedibili è cruciale per mantenere alta la concentrazione sugli obiettivi prefissati e per avviare un circolo virtuoso di successi crescenti.

Ma davvero il successo dirigenziale si riduce solo all’arte di ‘negoziare’ col capo e ottenere ‘vittorie rapide’, ignorando la complessità delle dinamiche organizzative e umane?
Il capitolo presenta una visione del successo forse eccessivamente focalizzata sull’adattamento al superiore e sulla realizzazione di obiettivi a breve termine. Si rischia di trascurare l’importanza di una leadership autentica e di una visione strategica più ampia. Per ampliare la prospettiva, sarebbe utile esplorare le teorie sulla leadership trasformazionale e distribuita, approfondendo autori come James MacGregor Burns e Margaret Wheatley, che offrono modelli di leadership più complessi e orientati al lungo termine.


5. Allineamento e Squadra: Pilastri della Leadership

Per un leader, essere efficace dipende molto dalla sua abilità di organizzare bene l’azienda e di creare un gruppo di lavoro forte. Se un’azienda vuole funzionare al meglio, deve esserci un buon collegamento tra la direzione che si vuole prendere, come è organizzata, i compiti più importanti e le capacità delle persone. Se uno di questi aspetti non funziona, tutta l’organizzazione ne risente, anche se il capo è una persona molto capace e carismatica.

L’importanza dell’Allineamento Organizzativo

Perché un’azienda sia ben organizzata, bisogna partire da una direzione strategica chiara. Questa direzione è data da tre elementi: la missione, cioè lo scopo dell’azienda; la visione, cioè come si immagina l’azienda nel futuro; e la strategia, cioè il piano per raggiungere la visione. Questi tre elementi guidano il modo in cui l’azienda si organizza, i lavori da fare e le competenze necessarie. L’organizzazione decide come dividere il lavoro tra le persone e le tecnologie, stabilendo chi fa cosa, i livelli di responsabilità, chi decide cosa e come dare incentivi alle persone. I lavori più importanti trasformano le informazioni e le risorse in qualcosa di utile e di valore. Le competenze sono l’insieme di tutte le conoscenze utili che l’azienda possiede. Un buon leader deve capire se ci sono problemi di collegamento tra questi elementi e risolverli. Per fare questo, non deve fermarsi alle soluzioni facili, ma deve considerare la situazione specifica in cui si trova l’azienda.

Costruire una Squadra Vincente

Oltre a organizzare bene l’azienda, è fondamentale creare una squadra di lavoro valida. Spesso, un leader si trova a lavorare con un gruppo di persone già formato. La prima cosa da fare è capire se queste persone sono adatte. Per farlo, è importante avere dei criteri di valutazione chiari. Questi criteri possono essere: la competenza, cioè quanto una persona è brava nel suo lavoro; la capacità di giudizio, cioè la capacità di prendere decisioni giuste; l’energia, cioè la voglia di fare e di impegnarsi; la capacità di concentrarsi sugli obiettivi; le relazioni con gli altri; e la fiducia che ispira. Nel valutare le persone, bisogna considerare la loro esperienza specifica, se hanno bisogno di lavorare in gruppo, la situazione particolare dell’azienda e quanto è importante il ruolo che ricoprono. Dopo aver valutato le persone, il leader deve decidere cosa fare: chi tenere nel team, chi far crescere professionalmente, chi spostare ad un altro ruolo e chi sostituire. Per creare una squadra che funziona bene, è anche necessario che tutti i membri siano d’accordo sugli obiettivi e sulla visione dell’azienda. Per raggiungere questo accordo, si possono usare degli strumenti per ‘spingere’ le persone, come obiettivi e premi, ma anche strumenti per ‘attirare’, come una visione che dia entusiasmo. Infine, è molto importante guidare la squadra definendo come si lavora insieme, cioè stabilendo delle regole per le riunioni, per prendere decisioni e per gestire i conflitti. Il modo di guidare la squadra e di prendere decisioni deve essere adatto alla situazione e alle necessità specifiche del gruppo.

Ma è davvero così semplice? Ridurre la leadership efficace a ‘allineamento’ e ‘squadra’ non rischia di ignorare la complessità e le sfumature del mondo reale?
Il capitolo presenta un modello di leadership che, pur essendo logicamente coerente, potrebbe risultare eccessivamente semplificato. In contesti aziendali reali, le dinamiche sono spesso complesse e imprevedibili, e la leadership efficace richiede ben più di un ‘allineamento’ schematico. Per una comprensione più profonda, sarebbe utile esplorare le dimensioni meno tangibili ma cruciali, come la cultura organizzativa, un tema ampiamente trattato da autori come Edgar Schein.


6. Transizioni: Alleanze e Autogestione

Per affrontare con successo i cambiamenti di ruolo, è necessario saper creare collaborazioni utili e gestire bene sé stessi. Quando si inizia un nuovo lavoro, è essenziale ottenere l’appoggio di persone che non sono direttamente superiori, costruendo relazioni positive fin da subito. È importante capire chi sono le persone influenti, come funzionano le dinamiche di potere e quali sono le reti di influenza. Questo aiuta a capire chi può sostenere o ostacolare i nostri obiettivi.

Costruire alleanze efficaci

Per creare alleanze solide, bisogna prima capire chi prende le decisioni più importanti. Poi, è fondamentale capire cosa motiva queste persone, quali pressioni subiscono e quali alternative vedono. Per convincere e ottenere il consenso, si possono usare diverse strategie: chiedere consiglio, presentare le idee in modo chiaro ed efficace, adattare le proprie proposte, usare l’influenza delle relazioni sociali, procedere gradualmente, pianificare bene i tempi e sfruttare eventi particolari per spingere all’azione.

Gestire sé stessi nelle transizioni

Durante i cambiamenti di ruolo, diventa ancora più importante sapersi gestire. In questi momenti, alcune difficoltà personali possono diventare più evidenti, come avere problemi a dire di no, essere troppo rigidi, isolarsi o evitare il lavoro. Per gestire bene sé stessi, è utile seguire tre principi fondamentali: avere piani chiari a breve termine, essere disciplinati e creare una rete di supporto solida, sia sul lavoro che nella vita privata.

Disciplina personale e sistemi di supporto

Essere disciplinati significa organizzare il proprio tempo, concentrarsi sulle cose più importanti, saper rimandare ciò che non è urgente, mantenere la calma nelle situazioni difficili e valutare regolarmente il proprio lavoro. Avere un buon sistema di supporto vuol dire controllare l’ambiente di lavoro, rendere stabile la vita familiare e creare una rete di persone fidate che possono dare consigli. Questi consiglieri possono essere colleghi o persone esterne all’azienda, capaci di offrire aiuto pratico, spiegare la cultura aziendale e dare consigli sulle strategie politiche. Saper gestire bene sé stessi e costruire alleanze è fondamentale per avere successo nei cambiamenti di ruolo e per creare valore nel nuovo incarico.

Ma in un mondo del lavoro sempre più complesso e interconnesso, ridurre il successo professionale alla mera costruzione di ‘alleanze’ e all’uso di ‘strategie politiche’ non rischia di promuovere un approccio eccessivamente cinico e individualista, trascurando l’importanza di valori come l’autenticità e la collaborazione genuina?
Il capitolo, sebbene offra spunti pratici per affrontare i cambiamenti di ruolo, sembra sorvolare su una questione cruciale: l’etica delle relazioni professionali. Concentrarsi unicamente sulla costruzione di ‘alleanze strategiche’ potrebbe portare a trascurare l’importanza di relazioni autentiche e basate sulla fiducia reciproca. Per una comprensione più profonda, sarebbe utile esplorare studi sull’etica del lavoro e sulla leadership etica, approfondendo autori come studiosi di etica aziendale e leadership etica.


7. Accelerare le Transizioni di Leadership: Un Imperativo Strategico

Un momento molto delicato per un’azienda è il passaggio di consegne tra leader. Se questi cambiamenti non sono gestiti con attenzione, possono creare problemi seri, con costi alti e occasioni perse. Per questo motivo, è fondamentale avere un sistema che renda più veloci queste transizioni. Questo sistema serve a diminuire i rischi per l’azienda, a creare un vantaggio rispetto ai concorrenti e a mettere in pratica i cambiamenti più rapidamente. Se un cambio di leadership fallisce, le conseguenze negative possono costare centinaia di migliaia di euro, senza contare altri danni come la perdita di persone di valore e una crescita più lenta.

Perché è importante accelerare le transizioni

Un sistema efficace per rendere più veloci le transizioni si basa su alcuni principi fondamentali. Prima di tutto, è cruciale capire quali sono i passaggi di leadership più importanti per l’azienda e quanto spesso avvengono. Poi, bisogna capire bene come funzionano i sistemi di supporto per le transizioni che ci sono già, per poi scegliere un modello di riferimento valido per tutta l’azienda. Questo modello deve usare parole e strumenti semplici e comprensibili da tutti per gestire le transizioni, in modo da facilitare la comunicazione tra leader, superiori, colleghi e collaboratori.

Come supportare le transizioni in modo efficace

Il supporto da dare deve essere tempestivo, suddiviso in parti facili da gestire e adatto alle diverse fasi del cambiamento. Avere dei processi ben organizzati, con scadenze precise, è più utile rispetto a percorsi poco chiari. È anche molto importante personalizzare il supporto in base al tipo di transizione – come promozioni o nuovi incarichi – e al livello di responsabilità della persona coinvolta. Infine, è essenziale definire in modo chiaro chi fa cosa nel supportare le transizioni e fare in modo che tutti abbiano un interesse comune nel buon esito del processo.

Integrare le transizioni con la gestione dei talenti

Un sistema per accelerare i passaggi di leadership deve essere collegato agli altri sistemi di gestione dei talenti, soprattutto con l’assunzione di nuovo personale e lo sviluppo dei leader interni. Grazie a questo collegamento, si può tenere conto del rischio di transizione già quando si assume una nuova persona e usare le informazioni raccolte durante la selezione per preparare al meglio il suo inserimento in azienda. Adottare un sistema di questo tipo è un investimento strategico che ha un effetto positivo sui risultati generali dell’azienda.

Ma siamo sicuri che “accelerare” sia sempre la risposta giusta?
Il capitolo presenta l’accelerazione delle transizioni di leadership come un imperativo strategico, quasi fosse una verità auto-evidente. Tuttavia, non si sofferma sui possibili rischi di una simile accelerazione. Non è forse vero che una transizione troppo rapida potrebbe portare a decisioni affrettate o alla perdita di preziose informazioni e relazioni? Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile esplorare più a fondo la letteratura sul change management e sulla leadership, considerando autori che si sono occupati degli aspetti psicologici e umani delle transizioni organizzative, non solo quelli puramente operativi.


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