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Informazioni
“I nostri bei vestiti nuovi” di Ingo Schulze è un libro che ti prende e ti fa vedere le cose in modo diverso, un po’ come nella fiaba dell’imperatore. Schulze usa quella storia per parlare del nostro sistema economico e politico, dicendo che spesso facciamo finta di non vedere i problemi enormi, tipo la disuguaglianza che cresce o come i servizi essenziali vengono privatizzati. È come se fossimo tutti d’accordo a credere che questo sistema sia l’unico possibile, anche se ci sono evidenti falle e gli interessi collettivi non sono tutelati. Il libro ti fa notare come il linguaggio stesso nasconda la realtà e come, durante la crisi finanziaria, i profitti siano stati privatizzati mentre le perdite socializzate. Ma non è solo una critica: Schulze mostra anche che il popolo sovrano può e deve agire. Racconta storie vere, come l’iniziativa popolare per la rimunicipalizzazione dell’acqua a Berlino o i cittadini che bloccano i cortei neonazisti a Dresda. Sono esempi concreti di come l’azione dei cittadini, anche non violenta, possa fare la differenza e dimostrare che la democrazia non deve essere sottomessa ai mercati, ma il contrario. È un invito a fidarsi dei propri occhi e a non avere paura di dire che l’imperatore è nudo.Riassunto Breve
Si osserva che il sistema economico e politico attuale presenta problemi evidenti come la disuguaglianza crescente tra ricchi e poveri e l’indebitamento pubblico, ma questi fatti vengono spesso accettati come inevitabili o naturali. La privatizzazione e l’enfasi sulla crescita economica come unico obiettivo politico vengono presentate come l’unica via possibile, portando a considerare superate le idee alternative come la proprietà sociale o la necessità di una politica orientata al benessere collettivo. Il linguaggio usato contribuisce a questa accettazione, nascondendo la realtà dei rapporti di potere, ad esempio parlando di “sgravi a favore degli investitori” invece di riduzioni fiscali per i ricchi o di “stato snello” per giustificare tagli ai servizi pubblici essenziali come sanità e istruzione. La crisi finanziaria ha mostrato come i profitti siano privatizzati, mentre le perdite vengono socializzate, con miliardi di euro di aiuti statali alle banche che aumentano il debito pubblico, nonostante i governi si preoccupino di “tranquillizzare i mercati”, ovvero gli stessi attori che hanno causato la crisi. La democrazia sembra adattarsi alle esigenze del mercato, portando a una “democrazia conforme al mercato”, quando invece sarebbe necessario avere “mercati conformi alla democrazia”, che rispettino standard sociali, morali ed ecologici. Riconoscere questa realtà richiede di fidarsi dei propri sensi e di mettere in discussione la narrazione accettata. Nella vita pubblica è necessario esporre i propri interessi e presupposti. La democrazia richiede una collettività capace di assumersi la propria responsabilità. I rappresentanti eletti devono tutelare gli interessi collettivi, proteggendoli dallo sfruttamento e assicurando che i mercati siano al servizio della democrazia. Libertà e giustizia sociale sono inseparabili e richiedono una maggioranza che le esiga. Un esempio di azione collettiva si verifica a Berlino con l’iniziativa per la rimunicipalizzazione del consorzio idrico: dopo la vendita di una quota a privati, i prezzi dell’acqua aumentano significativamente, ma un’iniziativa popolare porta a un referendum vinto dai cittadini, spingendo l’autorità di vigilanza a imporre una riduzione dei prezzi, affermando che l’acqua potabile è un diritto umano e non dovrebbe essere abbandonata alla ricerca privata del profitto. Un altro caso si ha a Dresda, dove cittadini impediscono un corteo neonazista tramite blocchi pacifici, dimostrando come l’azione diretta dei cittadini possa avere successo anche quando le istituzioni faticano a intervenire adeguatamente. Questi eventi evidenziano l’importanza per la collettività di prendersi sul serio, esprimere i propri interessi e agire in modo non violento per affermare la propria volontà, anche contro la resistenza dei rappresentanti eletti. La dimensione pubblica inizia con il linguaggio di ognuno. È fondamentale esercitare pressione oltre il gesto simbolico, riconoscendo che il popolo è il sovrano e deve agire quando i propri interessi non sono tutelati.Riassunto Lungo
1. La nudità del sistema economico e la cecità collettiva
Esiste una situazione, simile a quella descritta nella fiaba dei vestiti nuovi dell’imperatore, dove tutti fingono di credere a qualcosa che non è vero per paura di apparire stupidi o inadatti al proprio ruolo. Oggi, questa dinamica si vede nel modo in cui guardiamo al sistema economico e politico. Ci sono problemi chiari e visibili, come la crescente disuguaglianza tra ricchi e poveri, l’indebitamento pubblico e la mercificazione di servizi essenziali come sanità e istruzione, ma spesso li accettiamo come se fossero normali o inevitabili.Perché accettiamo i problemi?
Questa accettazione di problemi chiari e visibili è spesso alimentata da una storia che viene raccontata di continuo: la privatizzazione e la ricerca della crescita economica a ogni costo sarebbero l’unica strada giusta da seguire, specialmente dopo la fine dei sistemi socialisti. Questa storia porta a considerare vecchie o sbagliate le idee diverse, anche quelle che un tempo erano considerate valide, come l’importanza di mettere al primo posto il benessere di tutti o l’idea che alcuni beni e servizi essenziali debbano appartenere alla comunità.Il linguaggio che nasconde
Anche le parole che usiamo contribuiscono a nascondere la verità. Si usano termini che sembrano tecnici o neutrali, ma che in realtà nascondono interessi precisi. Ad esempio, si parla di “sgravi a favore degli investitori” per dire che si riducono le tasse ai più ricchi, o di “stato snello” per giustificare i tagli ai servizi pubblici che servono a tutti. Questo modo di parlare rende più difficile capire cosa sta succedendo davvero.L’esempio della crisi finanziaria
La crisi finanziaria ha mostrato in modo molto chiaro questa dinamica. Quando ci sono stati grandi guadagni, questi sono finiti nelle tasche di pochi (profitti privatizzati). Ma quando ci sono state perdite enormi, è intervenuto lo stato con miliardi di euro di aiuti alle banche, facendo aumentare il debito pubblico (perdite socializzate). Nonostante siano stati i mercati finanziari a causare la crisi, i governi si sono preoccupati soprattutto di “tranquillizzarli”, come se fossero loro le vittime e non i responsabili.Democrazia e mercato
Sembra che la democrazia si sia piegata alle richieste del mercato, creando una “democrazia conforme al mercato”. Questo significa che le decisioni politiche importanti vengono prese pensando prima di tutto agli interessi finanziari, limitando la capacità dei cittadini di influenzare le scelte che riguardano le loro vite. Invece, avremmo bisogno di avere “mercati conformi alla democrazia”, cioè mercati che rispettino le regole sociali, morali e ambientali decise democraticamente, mettendo il benessere delle persone e del pianeta al di sopra del profitto.Fidarsi dei propri sensi
Capire questa situazione richiede coraggio: quello di fidarsi di ciò che vediamo e sentiamo direttamente, senza lasciarci condizionare da quello che “bisogna” credere. Significa mettere in discussione la storia ufficiale che ci viene raccontata. È un po’ come il bambino nella fiaba che, semplicemente, dice quello che vede, e come il padre che, coraggiosamente, conferma la sua verità.Se i problemi del sistema sono così ‘chiari e visibili’, come mai la ‘storia’ che li giustifica ha avuto un tale successo, e non è solo una questione di ‘cecità collettiva’?
Il capitolo descrive efficacemente i problemi e la “storia” che li accompagna, ma non approfondisce sufficientemente i meccanismi complessi che hanno permesso a questa narrazione di affermarsi e di essere accettata su larga scala, riducendo forse eccessivamente il fenomeno a una questione di semplice “cecità”. Per comprendere meglio le ragioni profonde del successo di determinate ideologie economiche e politiche e i fattori che influenzano la percezione collettiva al di là della semplice disattenzione, è utile approfondire gli studi di economia politica e la sociologia del potere e dell’ideologia. Autori come Antonio Gramsci o Karl Polanyi offrono prospettive che analizzano come determinate idee diventino dominanti e come le strutture economiche si intreccino con quelle sociali e politiche.2. Il Popolo Sovrano Riconosce i Suoi Interessi
In una società democratica, è fondamentale che le persone esprimano apertamente i propri interessi e le proprie idee. La democrazia funziona al meglio quando la collettività si assume le proprie responsabilità. Chi viene eletto per rappresentare i cittadini ha il compito di proteggere gli interessi di tutti, evitando che vengano sfruttati. È essenziale che i mercati siano uno strumento al servizio della democrazia e non il contrario. La libertà e la giustizia sociale sono strettamente legate e per realizzarle serve una maggioranza di cittadini che le pretenda con forza.La Battaglia per l’Acqua a Berlino
Un chiaro esempio di come i cittadini possano agire si è visto a Berlino, con l’iniziativa per riportare il consorzio idrico sotto il controllo pubblico. Dopo che una parte fu venduta a società private nel 1999, il costo dell’acqua salì moltissimo. Nonostante l’opposizione del governo e poca attenzione dai giornali, un gruppo di cittadini ha lanciato un’iniziativa popolare. Questo impegno ha portato a un referendum, dove la maggioranza dei berlinesi ha votato per il ritorno alla gestione pubblica. La vittoria ha costretto l’ente di controllo a chiedere una riduzione delle tariffe. L’acqua potabile è un bene essenziale per tutti e non dovrebbe mai essere lasciata in mano a chi pensa solo al profitto privato.L’Azione dei Cittadini a Dresda
Un’altra situazione in cui l’azione diretta dei cittadini è stata decisiva si è verificata a Dresda. Qui, un gruppo di persone ha bloccato pacificamente un corteo di neonazisti, impedendone lo svolgimento. Questa iniziativa è partita dai cittadini stessi, nonostante le autorità locali e la polizia all’inizio abbiano creato difficoltà o addirittura considerato illegali queste contromanifestazioni. Il successo dei blocchi dimostra che l’intervento diretto delle persone può funzionare in modo efficace, specialmente quando le istituzioni non riescono a gestire la situazione come dovrebbero.L’Importanza dell’Azione Collettiva
Questi esempi mostrano quanto sia importante che i cittadini si sentano parte attiva della vita pubblica. Devono esprimere i propri bisogni e agire in modo pacifico per far sentire la propria voce. A volte, questo diventa necessario anche quando chi è stato eletto non sembra ascoltare o addirittura si oppone. La partecipazione di ognuno alla sfera pubblica inizia con il modo in cui si esprimono le proprie idee. Non basta un semplice gesto simbolico; serve un’azione concreta che faccia pressione per ottenere risultati. È fondamentale ricordare che il potere ultimo appartiene al popolo, che è il vero sovrano. Per questo, i cittadini hanno il diritto e il dovere di intervenire quando vedono che i loro interessi fondamentali non vengono tutelati, proprio come nella fiaba in cui l’imperatore, alla fine, si accorge di essere stato ingannato.Ma l’azione diretta dei cittadini è davvero l’unica o la migliore risposta all’inerzia delle istituzioni?
Il capitolo giustamente sottolinea l’importanza della partecipazione civica, ma l’enfasi esclusiva sull’azione diretta come soluzione ai fallimenti istituzionali merita un approfondimento critico. Non sempre l’intervento diretto è privo di rischi o garantisce l’esito più equo o efficace. Esistono diverse teorie sulla democrazia, sul ruolo delle istituzioni e sui limiti dell’azione popolare spontanea. Per esplorare queste sfumature, si possono approfondire gli studi sulla teoria democratica e sulla sociologia politica, leggendo autori come Tocqueville o Dahl, che offrono prospettive più articolate sul rapporto tra cittadini, associazioni e potere statale.Abbiamo riassunto il possibile
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