1. La Minaccia Silenziosa a Bordo
Il Chancellor lascia Charleston diretto a Liverpool. A bordo, il passeggero Kazallon tiene un diario. Il capitano Huntly appare subito strano: sembra apatico e indeciso, a differenza del primo ufficiale Robert Kurtis, un uomo energico e capace. La rotta scelta dal capitano è insolita, verso est invece che verso nord. Questa scelta inspiegabile preoccupa l’equipaggio e soprattutto il primo ufficiale. Dopo qualche giorno, si scopre un incendio nella stiva, forse causato dal carico di cotone che brucia da solo. Per spegnere le fiamme, i boccaporti vengono chiusi, sperando di soffocare l’incendio togliendo l’ossigeno. Ma il calore aumenta, segno che il fuoco continua a bruciare. Il ponte viene bagnato di continuo per abbassare la temperatura. Kazallon, origliando una conversazione tra l’ingegnere Falsten e il negoziante Ruby, scopre che Ruby ha imbarcato di nascosto una damigiana di picrato di potassio, un esplosivo potente, proprio nella stiva dove c’è l’incendio. La nave è in grande pericolo: una bomba potrebbe esplodere da un momento all’altro. Il primo ufficiale Kurtis, avvisato del pericolo, resta calmo e decide di affrontare la situazione, sapendo bene che una minaccia incombe sul Chancellor e su tutti i passeggeri.2. L’Incendio e l’Isola di Basalto
Ruby, una passeggera, confessa di aver portato a bordo dell’esplosivo, senza rendersi conto del pericolo. La situazione precipita quando si sviluppa un incendio nella stiva. La paura si diffonde tra l’equipaggio e i passeggeri, terrorizzati dall’incendio e dalla possibilità di un’esplosione. Il capitano Huntly, incapace di gestire la crisi, cede il comando al primo ufficiale Robert Kurtis. Le fiamme diventano incontrollabili e la nave si trasforma in un inferno. Il calore costringe tutti a rifugiarsi sul ponte, mentre il fumo denso rende l’aria irrespirabile. La lotta per la sopravvivenza è disperata. Improvvisamente, una tempesta peggiora la situazione, spingendo il Chancellor verso la costa. La nave si incaglia su una scogliera sconosciuta, in un punto remoto dell’Atlantico. L’acqua che entra nello scafo, però, aiuta a spegnere l’incendio. L’equipaggio e i passeggeri, bloccati su un isolotto basaltico chiamato Ham-Rock, esplorano la zona e scoprono una grotta. Robert Kurtis prende in mano la situazione, organizzando i lavori per riparare la nave e scaricare il carico. Viene persino usato l’esplosivo di Ruby, il picrato di potassio, per aprire un varco tra le rocce che bloccano la nave. Dopo grandi sforzi, il Chancellor viene liberato e torna in mare. La navigazione è ancora difficile a causa dei danni e di una falla che fa entrare acqua. Le pompe lavorano senza sosta per mantenere a galla la nave, mentre la costa della Guiana resta l’unica speranza.5. L’Orrore della Zattera
La pesca è inutile senza esche, e la disperazione cresce tra i naufraghi. La sete è una tortura peggiore della fame. Owen, stremato, beve acqua avvelenata dal solfato di rame e muore tra dolori lancinanti. La zattera va senza meta, senza terra in vista. L’illusione di una nave svanisce subito, lasciando i sopravvissuti nello sconforto. Il nostromo prova a pescare squali, ma senza successo. La morte per fame sembra inevitabile. Uno dei naufraghi, delirando, scopre che lo steward Hobbart aveva nascosto del cibo. Ne nasce una lotta silenziosa, e Hobbart muore. Alcuni, spinti dalla disperazione, mangiano la sua carne per sopravvivere. Finita anche questa risorsa, la fame torna a farsi sentire. Si decide di tirare a sorte per sacrificare uno di loro e sfamare gli altri. Tocca al signor Letourneur, che si offre volontariamente. La signorina Herbey convince gli altri ad aspettare ancora un giorno, sperando in un miracolo. Il mattino dopo, la zattera è ancora alla deriva, e il momento del sacrificio sembra arrivato. Ma accade qualcosa di inatteso: un naufrago cade in mare e scopre che l’acqua è dolce. La zattera è vicina alla foce del Rio delle Amazzoni. La terra, e la salvezza, sono a portata di mano. Poco dopo, dei pescatori li soccorrono, mettendo fine all’incubo. Dei ventotto uomini partiti, solo undici sono sopravvissuti.6. Lessico Fondamentale della Navigazione a Vela
Per governare una nave a vela, è fondamentale conoscere alcune parole chiave. Ad esempio, per cambiare la direzione della nave, si usa il timone. Se si vuole avvicinare la prua (la parte anteriore) al vento, si “orza”. Se invece si vuole allontanare la prua dal vento, si “poggia”. Bisogna fare attenzione a non compiere movimenti bruschi, chiamati “imbardate” o “guizzate”, che possono essere causati dal mare, dal vento o da errori nel manovrare il timone.Le vele sono come grandi “ali” di stoffa che catturano il vento. Alcune sono di forma quadrata (vele “quadre”) e sono attaccate a dei pali orizzontali chiamati “pennoni”. Altre hanno una forma triangolare o simile a un trapezio (vele “di taglio”) e sono fissate a cavi o pali obliqui. La vela principale si chiama “vela maestra” e si trova sull'”albero maestro”, che è l’albero più grande. L'”albero di trinchetto”, invece, è più piccolo e si trova verso la prua.Per manovrare le vele, si usano cavi e cime, che nel loro insieme sono chiamate “manovre”. Alcune di queste sono fisse (“manovre fisse o dormienti”) e servono a tenere fermi gli alberi. Altre, invece, sono mobili (“manovre correnti o volanti”) e si usano per regolare le vele. Quando c’è troppo vento, si possono “imbrogliare” o “serrare” le vele, cioè raccoglierle e arrotolarle per ridurre la superficie esposta. Al contrario, per sfruttare al massimo il vento, si “tesa” la vela, cioè la si tende bene. La “mura” è un cavo che tiene fermo l’angolo inferiore della vela verso la prua, mentre la “scotta” tira l’angolo verso la poppa (la parte posteriore).È importante sapere come è posizionata la nave rispetto al vento. Navigare “di bolina” significa andare il più vicino possibile alla direzione da cui proviene il vento. Quando, invece, la nave si ferma perché le vele sono orientate in modo particolare, si dice che è “alla panna”.Per sapere dove si trova la nave, si usano strumenti come il sestante, che permette di calcolare la posizione in base all’altezza degli astri sull’orizzonte. Per sapere quanto è profonda l’acqua, si usa lo “scandaglio”. Quando si vuole fermare la nave, la si “ormeggia” con cavi e ancore. Quando si è pronti a ripartire, si “salpa”, cioè si tira su l’ancora. Il livello del mare cambia continuamente a causa delle “maree”, che sono influenzate dalla Luna e dal Sole. Si parla di “alta marea” quando il livello è alto e di “bassa marea” quando è basso.La nave è composta da diverse parti. Lo “scafo” è il corpo principale e si divide in una parte che sta sott’acqua (“opera viva”) e una che sta sopra l’acqua (“opera morta”). Il “ponte” è la superficie orizzontale su cui si cammina, e la “coperta” è il ponte superiore scoperto. La “murata” è il fianco della nave, mentre la “stiva” è lo spazio interno dove si mette il carico. Infine, la “zavorra” è un peso che si aggiunge per rendere la nave più stabile.Abbiamo riassunto il possibile
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