Letteratura

I miserabili

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1. L’Incontro e la Caduta

Nel 1815, il vescovo di Digne, Monsignor Bienvenu Myriel, era un uomo amato da tutti per la sua immensa bontà. Aveva trasformato il palazzo dove viveva in un ospedale, per accogliere i più poveri. Un giorno, alla sua porta bussò Jean Valjean, un uomo dall’aspetto stanco e sofferente. Era stato in prigione per diciannove anni per aver rubato del pane. Nonostante questo, il vescovo lo accolse con grande gentilezza, offrendogli un pasto caldo e un letto per riposare. Durante la notte, però, Valjean, ancora tormentato dal suo passato, rubò l’argenteria del vescovo e scappò. Venne presto catturato e riportato indietro. I gendarmi erano pronti ad arrestarlo, ma il vescovo sorprese tutti: disse di aver regalato lui stesso l’argenteria a Valjean, aggiungendo anche due candelabri d’argento. Con questo gesto, il vescovo volle mostrare a Valjean la via del bene, invitandolo a diventare un uomo onesto. Valjean, profondamente turbato, lasciò Digne. Iniziò a riflettere sulle parole del vescovo, ma poco dopo rubò una moneta a un ragazzo. Questo piccolo furto, però, lo fece sentire ancora più in colpa, tanto che scoppiò a piangere, aprendo uno spiraglio alla possibilità di cambiare vita. Nel 1817, a Montreuil-sur-mer, una giovane donna di nome Fantine cercava disperatamente di guadagnarsi da vivere. Aveva una bambina, Cosette, che aveva dovuto affidare a una coppia di locandieri, i Thénardier, i quali si dimostravano avidi e crudeli. Fantine, sola e abbandonata, trovò lavoro in una fabbrica, ma venne licenziata ingiustamente a causa della sua condizione di ragazza madre. La fabbrica era di proprietà di un uomo di nome Madeleine, una persona benvoluta da tutti perché aveva portato lavoro e benessere in città, diventandone anche il sindaco. Nonostante la sua fama di uomo buono, Madeleine non seppe della situazione di Fantine, che ormai era caduta in miseria, costretta a fare di tutto per aiutare la sua bambina.

2. L’Ora della Verità

La miseria spinge Fantine a prostituirsi. I Thénardier, con la minaccia di cacciare Cosette, le estorcono sempre più denaro. Un giorno, dopo essere stata provocata e insultata dal ricco Bamatabois, Fantine reagisce con violenza e viene arrestata da Javert, che la condanna a sei mesi di prigione, sordo alle sue suppliche. Il sindaco Madeleine, però, interviene in modo inaspettato: ordina l’immediata liberazione di Fantine, sfidando apertamente l’autorità di Javert. Questo gesto scatena una profonda crisi in Javert, che confessa a Madeleine di averlo denunciato alle autorità di Parigi, sospettandolo di essere l’ex forzato Jean Valjean. La ragione di Javert è semplice: un uomo, Champmathieu, è stato arrestato per furto di mele e identificato da diversi testimoni come Jean Valjean. Madeleine è sconvolto. Rivelare la sua vera identità significherebbe salvare un innocente, ma anche rinunciare alla sua vita di rispettabilità. Dopo una notte tormentata, sceglie di recarsi ad Arras, dove si terrà il processo di Champmathieu. Il viaggio è costellato di imprevisti che ritardano il suo arrivo. Nel frattempo, Fantine, ignara di tutto, si illude che Madeleine sia partito per prendere Cosette. La speranza di rivedere la figlia le dà una nuova forza, un miglioramento che è solo apparente. Madeleine, giunto al processo, compie un gesto drammatico: si rivela pubblicamente come Jean Valjean, salvando Champmathieu da una condanna ingiusta.

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8. L’abisso e la redenzione si incontrano nella fogna di Parigi

La barricata di via Chanvrerie cede, sopraffatta dalle forze governative, nonostante il valore degli insorti. Enjolras e Grantaire vanno incontro alla morte con fierezza, davanti al plotone di esecuzione. Jean Valjean, tra le macerie, salva Marius, gravemente ferito, e lo porta in salvo attraverso un tombino, nelle fogne di Parigi. Inizia un’angosciante discesa nel sottosuolo della città, un labirinto oscuro e fangoso. Valjean avanza a fatica, con Marius sulle spalle, lottando contro la stanchezza e il rischio di perdersi. Imbattutosi in Thénardier, viene scambiato per un assassino. Thénardier, senza riconoscerlo, lo aiuta a uscire in cambio di denaro, aprendo il cancello verso la libertà. Valjean e Marius riemergono sulla riva della Senna, dove li attende Javert. Sorprendentemente, Javert, invece di arrestarlo, lo lascia andare, dopo averlo aiutato a portare Mario, in fin di vita, a casa del nonno, Gillenormand. Il dovere e la pietà verso Valjean scuotono Javert, che non riesce più a tenere insieme legge e coscienza. Il conflitto interiore è tale che, incapace di accettare il cambiamento, si toglie la vita, gettandosi nella Senna. Marius, sopravvissuto, si riprende lentamente. Guarito, chiede a Gillenormand la mano di Cosette, ottenendone il consenso. I due si riuniscono, mentre Valjean rivela la dote di Cosette, garantendo il loro futuro. Dalle tenebre della rivolta e dalle profondità delle fogne, emergono felicità e redenzione.

9. L’Addio Silenzioso di Valjean

Il matrimonio di Cosette e Mario è un momento di gioia, ma Jean Valjean si sente sempre più lontano dalla felicità della coppia. Per non contaminare la loro gioia, rivela a Mario il suo passato da galeotto, accettando di allontanarsi. Mario, sconvolto, acconsente tacitamente. Valjean continua a far visita a Cosette, ma in disparte, accettando di essere chiamato “signor Jean”. Cosette, ignara di tutto, si rattrista per questa freddezza. Mario, tormentato dai dubbi sul passato di Valjean e sulla dote di Cosette, incontra Thénardier, che cerca di ricattarlo. Ma Thénardier, nel tentativo di screditare Valjean, rivela involontariamente la verità sul salvataggio di Mario dalle barricate e sulla morte di Javert, mostrando l’eroismo di Valjean. Mario, finalmente consapevole del sacrificio di Valjean, corre con Cosette al suo capezzale. Valjean, morente ma sereno, riceve il loro perdono e amore, rivela la verità sulla fortuna di Cosette e li benedice. Spira in pace, lasciando un’eredità di amore e sacrificio. Viene sepolto in una tomba semplice, dimenticato dal mondo ma vivo nel cuore di Cosette e Mario.

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