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Contenuti del libro
Informazioni
“I media. Perché sono importanti” di Nick Couldry ti fa capire davvero perché i media contano così tanto nella nostra vita. Non sono solo canali, ma vere e proprie infrastrutture che ci connettono, trasmettendo significati e plasmando i mondi in cui viviamo. Il libro esplora come i media, dalle vecchie tavolette all’internet di oggi con le sue piattaforme digitali, abbiano sempre avuto un enorme potere mediatico, influenzando la società e la costruzione della realtà. Vedrai come le rappresentazioni mediatiche definiscono chi siamo e cosa conta, e come l’immaginazione oggi non sia solo fatta di storie, ma anche di algoritmi che analizzano i nostri dati nel capitalismo della sorveglianza. La condivisione online, così facile oggi, lascia tracce digitali che alimentano questo sistema e possono diffondere disinformazione. Il libro mostra come i media siano un campo di battaglia continuo tra potere e libertà, tra controllo governativo e possibilità di cambiamento. È un’analisi chiara e appassionata di come questa ecologia dei media complessa e a volte contraddittoria sia fondamentale per capire la politica digitale e la società di oggi.Riassunto Breve
I media sono tecnologie che trasportano simboli, immagini e suoni, creando connessioni tra persone e luoghi e contribuendo a definire il mondo in cui si vive. Questa capacità di connettere conferisce ai media un grande potere nella società, un fenomeno storico che oggi si manifesta con rapidità e ampiezza senza precedenti. Nel tempo, le tecnologie mediatiche si sono evolute, superando limiti fisici: dalla stampa che aumentò la circolazione di testi, al telegrafo, radio e televisione che permisero la trasmissione in tempo reale, fino a internet e alle piattaforme digitali che hanno creato una vasta rete di interconnessione. Queste connessioni trasformano le azioni sociali e politiche, facilitando la mobilitazione ma anche creando spazi di conflitto e polarizzazione. I governi utilizzano le infrastrutture mediatiche per il controllo sociale, come dimostra il sistema di credito sociale in Cina. I media influenzano anche le interazioni personali, mantenendo legami a distanza ma introducendo rischi come dipendenza e violazione della privacy tramite la diffusione non consensuale di immagini. Oltre a connettere, i media sono rappresentazioni che mostrano una versione selezionata e modellata della realtà. Queste “ri-presentazioni” non sono interpretate in modo uniforme dal pubblico, che spesso riceve i messaggi in modo distratto data l’enorme quantità di informazioni. Le rappresentazioni mediatiche sono vitali per la democrazia, aiutando a formare “comunità immaginate” e definendo il “popolo” e la “realtà” politica. La storia dei media include lotte per il diritto alla rappresentazione. Oggi, piattaforme digitali come i social media sono diventate fonti primarie di informazione, ma i loro algoritmi, guidati da logiche di profitto, possono manipolare le informazioni e non si basano su competenze giornalistiche. I media esercitano un “potere di costruzione della realtà” basato su risorse economiche e manifestato tramite simboli e software. I media creano anche nuove versioni elaborate del mondo tramite film, serie TV e giochi, aiutando a immaginare e comprendere la complessità sociale, una funzione che in passato era del romanzo. Oggi, gli algoritmi offrono un diverso modo di “immaginare” la società, analizzando grandi quantità di dati raccolti dalle attività online degli utenti. Questa “immaginazione algoritmica” serve principalmente per marketing mirato e sorveglianza, basandosi su dati passati che possono perpetuare disuguaglianze e discriminazioni. Mentre la narrativa tradizionale cercava di ridurre l’opacità sociale, l’immaginazione algoritmica, operando in modo nascosto, aumenta questa opacità. Condividere è una pratica umana fondamentale amplificata dai media, essenziale per la fiducia e la coesione sociale. La condivisione online lascia tracce digitali che diventano risorse per piattaforme e governi, alimentando la sorveglianza. Questa condivisione di dati è spesso accidentale e unidirezionale. La velocità e l’ampiezza della diffusione online possono creare problemi, specialmente in società polarizzate, promuovendo “condivisione esclusiva” e sfiducia nei media tradizionali. Gli algoritmi possono incentivare contenuti provocatori. La diffusione di disinformazione tramite piattaforme ha avuto conseguenze violente. L’architettura delle piattaforme digitali influenza la salute sociale, e le scelte di progettazione sono questioni morali. I media hanno sempre avuto un rapporto complesso con il potere, sfidandolo (pamphlet, samizdat) ma anche essendo usati dai governi per mantenerlo (BBC, agenzie di stampa statali). Esiste una “dialettica” tra libertà mediatica e controllo governativo. Oggi, bot e contenuti dannosi pongono nuove sfide alla libertà di condivisione. Gli algoritmi delle piattaforme influenzano la percezione del mondo sociale, e gli interessi commerciali possono confliggere con scopi sociali. Emergono nuovi modelli di governo basati sui media digitali, come il sistema di credito sociale cinese o l’uso diretto delle piattaforme da parte dei leader politici per aggirare i processi democratici. Questi modelli si basano sulla stessa infrastruttura che permette sia la sorveglianza che il governo diretto. I media sono diventati infrastrutture pervasive che plasmano la vita umana, le forme di governo e la società, estendendosi dalle tecnologie ai contenuti, alle istituzioni, ai pubblici e alla loro diffusione quotidiana. Comprendere i media implica osservare come operano nella società e le loro implicazioni per le forme di vita possibili oggi. L’attuale senso di crisi dei media deriva dalla rapida espansione dell’interconnessione via internet e dalla proliferazione di nuove forme mediatiche. Studiare i media richiede di considerare le implicazioni ambientali delle infrastrutture e riflettere su come vivere nelle attuali ecologie mediatiche. Comprendere i media e il loro funzionamento è una capacità fondamentale necessaria oggi, poiché influenzano sicurezza informatica, ambiente, economia, politica di genere e plasmano il mondo, rendendo possibili ordine e disordine.Riassunto Lungo
1. Connettere: L’Ecologia del Potere Mediatico
Media sono tecnologie che trasmettono e conservano simboli, immagini e suoni che hanno un significato. Questo processo di veicolare significati connette spazi e contribuisce a costruire i mondi in cui viviamo, influenzando profondamente la nostra percezione della realtà. Mettendo in contatto molte persone, i media ottengono potere nella società, determinando in parte come essa si organizza. Questa caratteristica del potere mediatico è presente da sempre nelle tecnologie di comunicazione, ma oggi si manifesta in modo più vasto e veloce che mai.I Media come Infrastruttura Storica
Nell’epoca attuale, i media funzionano come una rete di infrastrutture collegate che rendono possibile il nostro modo di vivere quotidiano. Storicamente, l’evoluzione dei media è stata definita dal superamento dei limiti fisici legati al mezzo usato, alla marcatura dei simboli e al trasporto delle informazioni, un percorso che ha cambiato radicalmente la portata della comunicazione umana. In passato, i media connettevano le persone più nel tempo che nello spazio, come dimostrano le tavolette d’argilla o gli annali che conservavano la memoria storica per le generazioni future. Oggi, inviare messaggi a distanza è diventato estremamente semplice e quasi istantaneo, ma la vera sfida attuale è conservare queste informazioni a lungo nel tempo e gestire l’enorme, crescente quantità di dati disponibili, un problema inedito nella storia della comunicazione.Le Tappe Fondamentali della Connessione
Le tecnologie mediatiche mettono in relazione gli esseri umani da migliaia di anni, tessendo una rete invisibile che lega culture e generazioni. L’invenzione della stampa nel Quattrocento fu un momento cruciale, portando a una maggiore diffusione dei testi, alla standardizzazione delle lingue e alla nascita di nuove forme sociali basate sulla lettura condivisa e sulla circolazione delle idee. Più tardi, telegrafo, radio e televisione hanno cambiato radicalmente la velocità e il tipo di comunicazione, permettendo di trasmettere informazioni in tempo reale e raggiungere un vasto pubblico contemporaneamente, creando l’era della comunicazione di massa. Internet, disponibile su larga scala dal 1994, ha creato la spina dorsale per le piattaforme sociali e il web, dando il via a una nuova fase di interconnessione globale caratterizzata dalla comunicazione molti-a-molti e con grandi effetti sull’economia, sulla politica e sulla vita di tutti i giorni.L’Impatto sulle Azioni Sociali e Politiche
Le connessioni create dai media trasformano profondamente il modo in cui le persone agiscono nella società e in politica, facilitando nuove forme di organizzazione e partecipazione su scala globale. Le piattaforme digitali permettono ai fan di restare sempre in contatto con i loro idoli o comunità di interesse, creando legami forti e continuativi, e ai sostenitori politici di organizzarsi e mobilitarsi velocemente per cause comuni, superando le barriere geografiche. Tuttavia, questi stessi spazi digitali sono anche teatro di intensi conflitti, dibattiti accesi e crescente polarizzazione delle opinioni, riflettendo e amplificando le tensioni sociali esistenti. Parallelamente, i governi sfruttano sempre più le infrastrutture mediatiche per esercitare forme di controllo sociale, monitorando le comunicazioni e i comportamenti online, come si vede chiaramente nel sistema di credito sociale in Cina, che unisce strettamente piattaforme digitali e stato per monitorare e valutare il comportamento dei cittadini su vasta scala. Questo dimostra come il potere mediatico possa essere usato sia per l’emancipazione che per il controllo.L’Influenza sulle Interazioni Personali
Le connessioni mediatiche influenzano profondamente anche i rapporti tra le persone a livello individuale, creando nuove opportunità e nuove sfide. Da un lato, rendono più facile trovare informazioni di ogni tipo e mantenere legami familiari e di amicizia anche a grande distanza, un aiuto fondamentale per esempio per le comunità di migranti che possono restare in contatto con i loro cari e le loro culture d’origine. Dall’altro lato, l’uso intensivo dei media digitali porta anche a rischi significativi per il benessere personale, come la dipendenza da smartphone e piattaforme, che possono isolare invece di connettere. Inoltre, emergono nuove e gravi forme di violazione della privacy e della dignità personale, come la diffusione senza permesso di immagini private (si pensi al revenge porn, all’upskirting o alla molka), che sfruttano le reti di connessione per infliggere danni psicologici e sociali. Questo dimostra la complessità dell’impatto dei media sulle relazioni umane, che dipende molto dall’uso che se ne fa e dal contesto.Media: Strumenti di Potere e L’Ecologia della Connessione
I media, connettendo in modi sempre più diversi, non solo riflettono i rapporti di potere già esistenti nella società, ma offrono anche nuovi strumenti di potere e creano spazi per conflitti o per collaborazioni inedite su vasta scala. È importante capire che non sono intrinsecamente buoni o cattivi; il loro impatto dipende molto da come vengono usati, da chi li controlla e dal contesto sociale in cui operano. L’integrazione profonda dei media nella vita di tutti i giorni suggerisce di vederli non solo come semplici strumenti passivi, ma come un vero e proprio ambiente o un’ecologia interattiva in cui siamo costantemente immersi e che partecipiamo a costruire. In questa ecologia dinamica, l’uso che ne facciamo, le interazioni che avvengono e le regole che la governano contribuiscono attivamente a plasmarla, ma questa plasmazione avviene sempre sulle basi delle dinamiche di potere e delle strutture sociali che già esistono nel mondo reale.È davvero inedito il problema della conservazione e gestione dei dati nell’era digitale, o il capitolo ignora le sfide storiche della memoria e dell’archivio?
Il capitolo presenta la sfida della conservazione e gestione dell’enorme quantità di dati come un problema senza precedenti nella storia della comunicazione, contrapponendolo alla presunta facilità di conservazione dei media antichi. Questa affermazione trascura le complesse pratiche storiche di archiviazione, selezione e conservazione del sapere, che hanno sempre rappresentato una sfida cruciale per le società. Per approfondire questa prospettiva e contestualizzare meglio il problema attuale, sarebbe utile esplorare la storia della comunicazione e degli archivi, e considerare le riflessioni di autori come Michel Foucault o Lisa Gitelman sulla materialità dei media e le istituzioni del sapere.2. I Media, la Rappresentazione e la Costruzione della Realtà
I media non sono soltanto uno strumento per collegare le persone, ma soprattutto creano immagini del mondo. Queste immagini, o rappresentazioni, non sono neutrali.Come i media costruiscono la realtà
Chi lavora nei media sceglie cosa mostrare e come farlo. Questo modo specifico di presentare le cose influenza come le persone vedono la realtà. Non è una semplice fotografia del mondo, ma una ‘ri-presentazione’, un’immagine costruita. Capire come queste rappresentazioni influenzano le persone non è semplice. Ognuno interpreta i messaggi in modo diverso, basandosi sulla propria vita e sulla posizione che occupa nella società. Non tutti reagiscono allo stesso modo a ciò che vedono o leggono. Oggi, poi, c’è tantissima informazione, soprattutto online. Spesso le persone ricevono i messaggi in modo distratto. Per i media, catturare l’attenzione su un singolo messaggio è diventato molto difficile.Il ruolo dei media nella democrazia
Le immagini create dai media sono molto importanti per la democrazia. Aiutano a far sentire le persone parte di una comunità, anche se non si conoscono di persona. Queste sono le ‘comunità immaginate’. I media, scegliendo le parole, mostrando certi tipi di persone e selezionando le notizie, definiscono chi è ‘il popolo’ che partecipa alla democrazia e quale è ‘la realtà’ su cui questo popolo deve decidere. In pratica, danno forma sia ai cittadini sia ai problemi di cui si discute. Per questo, la storia dei media è piena di battaglie per decidere chi ha il diritto di essere rappresentato e in che modo. Programmi come le soap opera o i talk show, per esempio, hanno aperto spazi per parlare di argomenti sociali che prima venivano messi da parte. Più di recente, i social media sono diventati un nuovo terreno per queste lotte. Molti movimenti sociali li hanno usati per sfidare e cambiare le immagini che i media tradizionali davano di loro.Le sfide dei media oggi
Oggi, però, l’ambiente dei media presenta nuove difficoltà. I social media sono diventati per molti la prima fonte di notizie. Ma non sono organizzazioni giornalistiche vere e proprie, con redattori e regole precise. Piattaforme come Facebook decidono cosa mostrare agli utenti usando degli algoritmi, cioè dei programmi informatici, invece di affidarsi all’esperienza dei giornalisti. Questi algoritmi spesso funzionano per fare profitto. Questo modo di operare può causare problemi seri, come si è visto con scandali legati alla manipolazione delle informazioni, un esempio noto è il caso di Cambridge Analytica.I media hanno un forte potere nel ‘costruire la realtà’. Questo potere deriva da soldi e risorse, ma si manifesta attraverso l’uso di simboli, immagini e programmi informatici. La domanda importante è: questo potere, che usa simboli per influenzare, viene usato per aiutare le persone o per danneggiarle?Se, come afferma il capitolo, “ognuno interpreta i messaggi in modo diverso”, quanto è davvero potente l’influenza dei media nel “costruire la realtà” per tutti allo stesso modo?
Il capitolo presenta l’idea che i media costruiscano la realtà, ma riconosce anche che l’interpretazione dei messaggi è soggettiva e varia in base all’esperienza e alla posizione sociale. Questa tensione tra il potere dei media e l’autonomia interpretativa del pubblico meriterebbe maggiore approfondimento. Per esplorare questa complessità, si potrebbero considerare gli studi sulla ricezione dei media e le teorie che analizzano come i pubblici attivi negozino o resistano ai significati proposti. Approfondire autori come Stuart Hall o Pierre Bourdieu potrebbe offrire strumenti concettuali per comprendere meglio questa dinamica.3. L’immaginazione tra storie e algoritmi
L’immaginazione attraverso le storie
I media come film, serie TV e giochi non si limitano a mostrare il mondo così com’è, ma creano anche nuove versioni elaborate della realtà. Questo ci permette di immaginare il mondo in modi diversi e comprendere meglio la sua complessità. Già dal Settecento, con l’aumento della complessità sociale dovuto all’urbanizzazione e al capitalismo, il romanzo ha svolto un ruolo fondamentale nell’aiutare le persone a capire questa nuova realtà. Autori come Balzac hanno usato la narrativa per esplorare l’opacità delle società complesse e l’incapacità delle persone di comprendersi a vicenda. Questa funzione si ritrova in generi successivi come il dramma poliziesco e la fantascienza, che affrontano temi sociali, tecnologici e umani, aiutando il pubblico a navigare realtà sempre più intricate. Serie TV recenti come The Wire continuano questa tradizione, mostrando la complessità stratificata di grandi società contemporanee.L’immaginazione creata dagli algoritmi e le sue conseguenze
Un modo diverso di immaginare il mondo sociale avviene oggi tramite gli algoritmi. Questi processi automatici elaborano grandi quantità di dati raccolti dalle attività online e quotidiane degli utenti. Le piattaforme digitali, come i social media, tracciano costantemente gli utenti per estrarre dati con potenziale valore commerciale. Gli algoritmi analizzano questi dati per trovare modelli e differenze, creando un nuovo modo di descrivere la società basato su elementi quantificabili e offrendo una visione del mondo filtrata dai dati, spesso molto diversa da quella offerta dalle storie.Gli effetti dell’immaginazione algoritmica
Questa “immaginazione algoritmica” serve principalmente a reimmaginare gli utenti per scopi di marketing mirato e sorveglianza da parte di aziende e governi. Sebbene le piattaforme algoritmiche possano facilitare azioni sociali su vasta scala, espongono anche gli utenti a maggiore controllo e manipolazione. Gli algoritmi si basano su dati passati per creare modelli predittivi, ma se questi dati sono distorti o incompleti, possono perpetuare disuguaglianze esistenti e portare a discriminazioni. Mentre la narrativa tradizionale cercava di ridurre l’opacità sociale rendendo comprensibili le dinamiche umane, l’immaginazione algoritmica, operando in modo spesso nascosto e proprietario, tende ad aumentare questa opacità. Le decisioni basate sugli algoritmi possono avere conseguenze reali e significative sulla vita delle persone, influenzando l’accesso a servizi o opportunità, ma i processi esatti che portano a tali decisioni rimangono frequentemente poco chiari e inaccessibili alla comprensione comune.Affermare che i media “danno forma al mondo” non rischia di attribuire troppa agenzia alla tecnologia, ignorando chi la controlla e la usa?
Il capitolo pone una forte enfasi sul ruolo delle infrastrutture e dei sistemi mediatici nel plasmare la realtà sociale e politica. Tuttavia, questa prospettiva, pur evidenziando l’importanza strutturale dei media, potrebbe involontariamente sottovalutare il peso delle dinamiche di potere, economiche e sociali che non solo utilizzano i media, ma ne determinano la struttura, l’accesso e i contenuti. Per ottenere una visione più completa, è essenziale integrare l’analisi delle infrastrutture con lo studio di come le forze sociali ed economiche modellano i sistemi mediatici stessi. Approfondire l’economia politica della comunicazione o le opere di autori come Raymond Williams o Manuel Castells può aiutare a comprendere meglio questa interazione complessa.7. Media e Società: Connessioni e Contraddizioni
La storia dei media inizia con la stampa, che ha rappresentato un fattore importante di cambiamento sociale. Successivamente, la radio ha segnato un’altra tappa fondamentale, grazie all’opera di pionieri come Marconi. Nel tempo, i media hanno continuato a evolversi, creando nuove forme di connessione, come quelle tra i fan, e diventando strumenti usati politicamente dagli stati, specialmente con l’avvento di internet. L’informazione e i media sono strettamente legati alla base sociale della politica democratica e hanno contribuito alla formazione degli stati moderni, favorendo la creazione di comunità immaginate. I media hanno avuto un ruolo centrale anche in eventi storici cruciali, come la Rivoluzione francese, e continuano a essere elementi chiave nelle dinamiche politiche contemporanee, inclusi i contesti post-coloniali.Media, Politica e Società
I media influenzano profondamente la rappresentazione e la percezione delle migrazioni. Esistono continue lotte per ottenere visibilità mediatica, che si manifestano in vari contesti, dai reality TV alla rappresentazione dei gruppi sociali meno visibili. La condivisione online e l’uso dei social media non solo modellano la vita quotidiana, ma hanno anche un impatto significativo sulla politica, potendo talvolta favorire l’estremismo. I media giocano un ruolo nelle rivoluzioni, come dimostrato dalla rivoluzione iraniana. Il controllo dei media da parte dello stato è una realtà in diversi paesi, come la Cina, dove vengono utilizzati anche in sistemi come il credito sociale, o come accadeva nel nazismo.L’Era Digitale e i suoi Strumenti
Internet e i media digitali sollevano questioni complesse legate alla sicurezza e all’insicurezza nell’ambiente online. Le serie TV, ad esempio, spesso riflettono le dinamiche e le contraddizioni della società in cui nascono. I media digitali sono particolarmente rilevanti per le discussioni e le politiche legate al genere. Le piattaforme digitali, con la loro crescente influenza, pongono importanti interrogativi sulla loro responsabilità sociale. I social media sono ampiamente utilizzati nei movimenti di protesta per organizzare e diffondere informazioni, ma possono anche diventare terreno fertile per conflitti interni.Algoritmi, Dati e Sorveglianza
Gli algoritmi non sono semplici strumenti tecnici, ma influenzano attivamente l’immaginazione e la percezione della realtà. I motori di ricerca, ad esempio, possono presentare bias, inclusi quelli di natura razzista. Gli algoritmi e i dati sono elementi fondamentali del capitalismo della sorveglianza, un modello economico in cui le informazioni personali degli utenti vengono raccolte e monetizzate su vasta scala. La sorveglianza si diffonde in vari ambiti, dal commercio al dettaglio a contesti più generali, e l’uso degli algoritmi può portare a discriminazioni sociali. Gli algoritmi che gestiscono le notizie su piattaforme come Twitter e Facebook modellano significativamente il modo in cui le informazioni vengono diffuse e consumate.Economia dei Media e Giornalismo
L’economia delle piattaforme digitali e la pubblicità online hanno un impatto diretto sul giornalismo, influenzando i valori-notizia e le pratiche professionali. La pubblicità, in generale, esercita una pressione costante sul mondo dell’informazione. I media sono considerati un fattore che può contribuire allo sviluppo economico e al progresso sociale di una nazione.Impatti Ulteriori
Infine, è importante considerare che i media hanno anche un impatto sull’ambiente, un aspetto spesso trascurato ma sempre più rilevante nell’era digitale.Ma l’influenza dei media e degli algoritmi è davvero così unidirezionale, o il capitolo trascura il ruolo attivo del pubblico e le dinamiche di resistenza?
Il capitolo descrive efficacemente il potere dei media e degli algoritmi nel plasmare la società, la politica e la percezione della realtà, arrivando a toccare temi come il capitalismo della sorveglianza e la discriminazione algoritmica. Tuttavia, l’analisi potrebbe beneficiare di un maggiore approfondimento sul versante dell’agency del pubblico: come gli individui e i gruppi interpretano, negoziano, resistono o si riappropriano dei contenuti mediatici e delle logiche algoritmiche? Per esplorare queste sfumature, è utile rivolgersi agli studi sui pubblici (audience studies) nell’ambito dei Media Studies e alla Sociologia della Comunicazione, leggendo autori come Stuart Hall o Manuel Castells, che offrono prospettive più complesse sull’interazione tra potere mediatico e ricezione sociale.Abbiamo riassunto il possibile
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