1X
🔊 100%
Contenuti del libro
Informazioni
“I filosofi e le macchine. 1400-1700” di Paolo Rossi ti porta in un viaggio affascinante attraverso la storia del pensiero occidentale, esplorando come, tra il Rinascimento e il Seicento, sia cambiata radicalmente la visione del rapporto tra scienza e tecnica. Dimentica la vecchia idea che la conoscenza vera stesse solo nei libri dei filosofi! Questo libro racconta di come le “arti meccaniche”, prima considerate inferiori e legate al lavoro manuale disprezzato, abbiano iniziato a essere rivalutate. Vedrai come figure come Leonardo da Vinci, Galileo, Bacone, Vesalio e Agricola abbiano contribuito a unire teoria e pratica, dimostrando che l’osservazione diretta e l’esperienza degli artigiani e degli ingegneri erano fondamentali per capire la natura. È la storia di come è nata la scienza moderna, basata sulla collaborazione, sul progresso continuo e sulla dignità del lavoro pratico, un percorso che ha portato fino all’Enciclopedia illuminista e ha segnato per sempre la civiltà occidentale.Riassunto Breve
Nella civiltà occidentale moderna si osserva una profonda unione tra tecnica e scienza, un legame inedito rispetto alle epoche antiche e medievali. Prima esisteva una netta separazione: le arti liberali, come grammatica e geometria, erano considerate proprie degli uomini liberi e legate al sapere teorico, mentre le arti meccaniche, connesse al lavoro manuale, erano viste come inferiori, proprie di schiavi e servi, immerse nella materialità e prive di dignità sociale. Questa percezione negativa persisteva ancora nel Seicento. Un cambiamento ideologico progressivo ha rivalutato il lavoro e la tecnica, portando all’integrazione tra scienza e tecnica che caratterizza il mondo contemporaneo. Già nel Cinquecento, figure come Palissy e Vesalio iniziano a sostenere che la vera conoscenza della natura deriva dall’osservazione diretta e dall’esperienza pratica degli artigiani e dei tecnici, non solo dai libri. Si critica la separazione tra teoria e pratica, riconoscendo le arti meccaniche come forme di sapere valide. Artisti come Brunelleschi e Leonardo uniscono abilità manuale e intelletto. Aumentano i trattati tecnici e la collaborazione tra scienziati e tecnici, ponendo le basi per la rivoluzione scientifica. Questo cambiamento riflette anche trasformazioni sociali ed economiche che danno prestigio alle competenze tecniche. L’approccio si sposta verso un’ampia osservazione e descrizione sistematica dei fatti, supportata da illustrazioni precise, come mostrano le opere di Agricola e Vesalio, che si distaccano dalle enciclopedie medievali piene di elementi fantastici. Agricola critica l’oscurità dell’alchimia e difende la dignità dell’arte dei metalli, evidenziando le competenze scientifiche richieste. Guidobaldo del Monte e Ramelli difendono le arti meccaniche per la loro utilità e il legame con la matematica. Nel Seicento, la scienza diventa una costruzione collettiva e in evoluzione, non statica. Bacone teorizza un sapere in crescita continua, basato sull’esperienza e sulla collaborazione. Le scoperte geografiche e le invenzioni mostrano i limiti del sapere antico e la superiorità della conoscenza sperimentale. Ingegneri e artigiani vedono il loro lavoro come parte di un patrimonio comune. Si afferma la perfettibilità del sapere e la necessità della cooperazione. Figure come Bodin e Bruno esaltano i moderni per i progressi tecnici. Bacone contrappone la progressività delle arti meccaniche all’immobilità della filosofia tradizionale. Le accademie scientifiche promuovono la condivisione dei risultati. Pascal vede l’umanità come un soggetto conoscente collettivo in progresso. Campanella critica le gerarchie sociali e celebra il lavoro manuale. Scoperte tecniche sono viste come segni della potenza umana. Mersenne e Gassendi riconoscono il valore pratico delle arti meccaniche. Galileo unisce teoria e pratica artigianale. Bacone promuove una storia delle arti meccaniche, influenzando la Royal Society. Leibniz riprende l’idea di integrare il sapere tecnico. L’Illuminismo, con l’Enciclopedia, completa questo percorso, valorizzando il lavoro pratico e la collaborazione tra teorici e tecnici, superando la vecchia distinzione e celebrando la dignità del lavoro manuale e della conoscenza pratica.Riassunto Lungo
1. L’unione di scienza e tecnica: una svolta nella civiltà occidentale
La separazione tra scienza e tecnica nelle civiltà antiche e medievali
La civiltà occidentale moderna è caratterizzata da una forte unione tra tecnica e scienza, un aspetto del tutto nuovo nella storia. Questo legame, che genera sia entusiasmo che preoccupazione, non esisteva nelle civiltà antiche e medievali. In quelle epoche, si faceva una distinzione netta tra due tipi di discipline: le arti liberali e le arti meccaniche.Le arti liberali e meccaniche: due mondi separati
Le arti liberali, considerate adatte agli uomini liberi, comprendevano materie come la grammatica, la retorica, la dialettica, l’aritmetica, la geometria, la musica e l’astronomia. Al contrario, le arti meccaniche, legate al lavoro manuale, erano considerate inferiori e associate a schiavi e servi. Per molti secoli, le arti meccaniche furono viste come una forma di conoscenza meno importante, anche se riconosciute come necessarie. Erano percepite come attività concrete, legate alla pratica e al lavoro manuale. Il disprezzo per le classi sociali non libere si estendeva anche ai lavori che queste persone svolgevano. Ancora nel XVII secolo, la parola “meccanico” aveva una connotazione negativa, indicando qualcosa di non nobile, disonorevole e socialmente inferiore.Il cambiamento nella civiltà moderna
Con la nascita e l’affermazione di una nuova idea di lavoro, tecnica e industria, si è verificato un grande cambiamento di pensiero. Questo cambiamento ha portato gradualmente a unire scienza e tecnica. Questa unione è diventata un tratto distintivo della civiltà occidentale contemporanea.La separazione tra arti liberali e meccaniche era davvero così netta come descritto?
Il capitolo presenta una distinzione marcata tra arti liberali e meccaniche, suggerendo una separazione quasi totale. Tuttavia, è utile interrogarsi se questa divisione fosse sempre così rigida nella realtà storica. Per comprendere meglio le sfumature di questa distinzione, si potrebbe approfondire la storia della scienza e della tecnica nel mondo antico e medievale, esaminando figure come Archimede o Vitruvio, che mostrano come il confine tra teoria e pratica potesse essere più sfumato. Autori come Lynn White Jr. possono offrire spunti interessanti sul rapporto tra tecnica, scienza e società in diverse epoche.2. L’Arte della Natura: Tecnica e Filosofia nel XVI Secolo
Nel XVI secolo, le arti meccaniche e la tecnica vengono considerate in modo nuovo. Prima, erano viste come attività meno importanti rispetto alla filosofia. Invece, in questo periodo, pensatori come Bernard Palissy, Robert Norman e Ludovico Vives iniziano a dare valore all’esperienza pratica e all’osservazione diretta della realtà .L’importanza dell’esperienza pratica
Questi studiosi affermano che per conoscere veramente la natura, non bisogna solo leggere libri e studiare teorie. È fondamentale anche osservare direttamente il mondo e imparare dalle attività pratiche degli artigiani, degli ingegneri e di chi lavora con le mani. Queste persone, grazie al loro lavoro concreto, capiscono la natura spesso meglio di chi studia solo sui libri.Superamento della divisione tra scienza e tecnica
In questo periodo si mette in discussione la divisione netta tra scienza e tecnica, tra teoria e pratica. Si capisce che le attività manuali non sono inferiori, ma sono un modo di conoscere a tutti gli effetti. Anche gli artigiani e i tecnici, che spesso non avevano studi formali, dimostrano grande intelligenza e capacità di inventare cose nuove. Questo modo di pensare sfida l’idea che le persone colte avevano di loro.Artisti e scienziati insieme
Artisti come Brunelleschi e Leonardo da Vinci sono esempi di questa unione tra arte e scienza, tra saper fare manuale e pensieroIntellettuale. Si scrivono molti libri tecnici, si traducono testi scientifici antichi e si commentano, perché c’è un grande interesse per il sapere pratico e per come trasmetterlo. Scienziati e tecnici iniziano a lavorare insieme sempre di più. Questo cambiamento prepara la strada alla rivoluzione scientifica del XVII secolo, in cui l’esperienza pratica diventa fondamentale per capire se le teorie sono giuste.Cambiamenti sociali ed economici
Questa rivalutazione delle tecniche non è solo un cambiamento di idee. Riflette anche trasformazioni nella società e nell’economia. La borghesia diventa più importante e si sviluppano attività come il commercio e l’estrazione mineraria. Queste attività danno più valore e importanza alle competenze tecniche, perché diventano fondamentali per la società .Ma è davvero solo l’ascesa della borghesia e le nuove esigenze economiche a spiegare questa rivalutazione delle tecniche, o il capitolo trascura altri fattori cruciali?
Il capitolo sembra presentare una visione un po’ deterministica, dove i cambiamenti socio-economici appaiono come la causa principale della rivalutazione delle tecniche. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire la storia sociale del periodo, studiando come le idee circolavano tra diversi gruppi sociali, non solo la borghesia. Inoltre, è fondamentale considerare la storia della scienza e della filosofia naturale del XVI secolo, per capire se ci furono anche sviluppi interni a questi campi che contribuirono a cambiare la percezione della tecnica. Autori come Peter Dear o Steven Shapin potrebbero offrire spunti interessanti.3. La Natura Osservata e Descritta
L’osservazione e la descrizione come base della conoscenza
Agricola e Vesalio credevano che per far progredire qualsiasi campo del sapere fosse fondamentale osservare e descrivere i fatti in modo approfondito. Questa descrizione doveva essere precisa, sistematica e analitica. Inoltre, per rendere le osservazioni ancora più chiare, era importante usare delle immagini grafiche. Opere come il De Fabrica di Vesalio e il De re metallica di Agricola dimostrano proprio questa volontà di chiarezza e di evitare fraintendimenti. Questi libri non proponevano un metodo di studio completamente nuovo, ma mettevano in discussione il modo tradizionale di apprendere, in cui l’osservazione attenta non aveva un ruolo centrale.Il diverso approccio delle enciclopedie medievali
Le enciclopedie del Medioevo, invece, si concentravano sulla descrizione di “cose segrete e rare”. Queste enciclopedie davano importanza a eventi straordinari e curiosi, prendendo spunto da autori antichi e aggiungendo elementi inventati e interpretazioni fantasiose delle origini delle parole. Un esempio di questo modo di fare è la Minera del Mondo di Bonardo. In quest’opera, si trovano elenchi disordinati di fenomeni naturali, pieni di elementi fiabeschi e incredibili. Anche quando l’obiettivo era descrivere qualcosa, si mescolava la descrizione con lo stupore. Un esempio è la descrizione dell’ambra fatta da Bonardo, piena di credenze popolari e ripresa dai libri tradizionali sull’argomento.La critica di Agricola all’alchimia
Agricola si allontana molto da questo modo di fare. Lui preferisce usare classificazioni precise e basarsi sull’osservazione diretta e sullo studio accurato dei testi. Critica l’alchimia perché usa un linguaggio oscuro e termini scelti a caso. Agricola non è d’accordo con un modo di studiare la natura che cerca solo di stupire e meravigliare. Il linguaggio degli alchimisti, appositamente nascosto e segreto, è contrario all’idea di una conoscenza che deve essere comunicabile e comprensibile a tutti. Questa critica all’alchimia mette in luce quanto siano importanti la precisione e la possibilità di comunicare in modo chiaro nel sapere tecnico-scientifico.La difesa della dignità delle arti meccaniche
Agricola difende il lavoro sui metalli dalle accuse di essere un’attività indegna e vile. Spiega che questo lavoro non dipende dalla fortuna o dal caso, e non è un lavoro da schiavi. Dimostra che chi lavora nel campo della metallurgia ha bisogno di molte competenze scientifiche, che vanno dalla filosofia alla medicina, dall’architettura al diritto. Allo stesso modo, Guidobaldo del Monte difende l’importanza delle arti meccaniche, sottolineando che sono utili e nobili perché uniscono geometria e fisica. Anche Ramelli esalta l’eccellenza della matematica e il suo ruolo nel progresso della meccanica. Nonostante queste difese, persone come Daniele Barbaro continuano a distinguere tra scienza e tecnica, dando più valore all’aspetto teorico e matematico. Bonaiuto Lorini, un ingegnere, evidenzia la differenza tra le dimostrazioni matematiche perfette e i difetti dei materiali concreti, anticipando le riflessioni di Galileo sul rapporto tra teoria e pratica nelle scienze.È davvero appropriato parlare di una rottura così netta con il passato?
Il capitolo descrive una cesura radicale nel XVII secolo, quasi come se il sapere precedente fosse completamente irrilevante. Tuttavia, questa visione potrebbe essere eccessivamente semplicistica. Per comprendere appieno l’evoluzione del pensiero scientifico, sarebbe utile esplorare la storia della scienza in modo più approfondito, magari partendo dalle opere di storici della scienza che hanno analizzato le continuità e le trasformazioni nel lungo periodo.5. La Dignità delle Mani: Arti Meccaniche e l’Ascesa della Scienza Moderna
Nuove Idee nel XVII Secolo
Nel XVII secolo, nasce un modo nuovo di vedere le cose. Si mette in discussione l’importanza data tradizionalmente ad alcune attività rispetto ad altre. Tommaso Campanella, per esempio, critica la società del suo tempo, che dava più valore a chi studiava rispetto a chi lavorava con le mani. Campanella invece dice che il lavoro manuale è fondamentale per la crescita delle persone e per costruire una società giusta e dove tutti sono uguali. In questo periodo, scoperte come la bussola, la stampa e la polvere da sparo vengono viste come segni di progresso. Queste invenzioni dimostrano la forza dell’uomo, non solo nel pensare ma anche nel fare cose concrete.Scienza e Pratica si Incontrano
Anche Cartesio si interessa alle macchine, ma pensa che gli scienziati debbano lavorare da soli. Al contrario, altri studiosi come Mersenne e Gassendi capiscono che le arti meccaniche, cioè i lavori manuali, sono molto utili per la scienza. Questi studiosi sottolineano l’importanza di conoscere le cose attraverso l’esperienza e di descrivere ciò che si osserva. Galileo è un esempio di chi unisce la teoria alla pratica. Lui valorizza molto l’esperienza degli artigiani e capisce che le idee teoriche servono per capire meglio la natura.L’Importanza della Storia delle Arti Meccaniche
Bacone propone di studiare la storia delle arti meccaniche, perché pensa che sia essenziale per far progredire il sapere e cambiare il modo di fare scienza. Questa idea influenza la Royal Society inglese e studiosi come Boyle. Questi scienziati mettono in evidenza l’utilità pratica della scienza e l’importanza di imparare direttamente dall’esperienza e dal lavoro degli artigiani. Leibniz riprende l’idea di Bacone di scrivere una storia delle arti, insistendo sulla collaborazione tra tutti e sulla necessità di unire le conoscenze tecniche con quelle scientifiche.L’Enciclopedia e il Riconoscimento del Lavoro Manuale
L’Illuminismo, con D’Alembert e Diderot, porta avanti questo pensiero e realizza l’Enciclopedia. Questa grande opera serve a far conoscere e apprezzare le arti meccaniche. Si capisce che per far progredire la società e la scienza è necessario valorizzare il lavoro pratico e far collaborare chi studia con chi lavora manualmente. Così si supera l’idea che alcuni lavori siano più importanti di altri e si riconosce il valore di tutti i lavori, anche quelli manuali, e delle conoscenze pratiche.Il capitolo celebra giustamente la rivalutazione del lavoro manuale, ma non rischia di dipingere un quadro eccessivamente roseo, trascurando le persistenti gerarchie sociali che, di fatto, continuavano a relegare il lavoro manuale in una posizione subalterna nonostante le dichiarazioni di principio?
Il capitolo presenta una narrazione progressista che culmina nel riconoscimento del lavoro manuale con l’Illuminismo. Tuttavia, è fondamentale chiedersi se questa rivalutazione intellettuale si sia tradotta in un’effettiva eguaglianza sociale e nella scomparsa delle gerarchie basate sul tipo di lavoro svolto. Per rispondere a questa domanda, sarebbe utile approfondire la storia sociale e le dinamiche di classe nel periodo illuminista e post-illuminista. Autori come Pierre Bourdieu, nei suoi studi sulla sociologia della cultura e del capitale sociale, offrono strumenti concettuali utili per analizzare come le distinzioni sociali, spesso legate al tipo di lavoro, persistano anche quando vengono messi in discussione a livello intellettuale.Abbiamo riassunto il possibile
Se vuoi saperne di più, devi leggere il libro originale
Compra il libro[sc name=”1″][/sc] [sc name=”2″][/sc] [sc name=”3″][/sc] [sc name=”4″][/sc] [sc name=”5″][/sc] [sc name=”6″][/sc] [sc name=”7″][/sc] [sc name=”8″][/sc] [sc name=”9″][/sc] [sc name=”10″][/sc]
