Letteratura

I Borboni Di Napoli, Volumes 3-4…

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1. L’Ascesa e l’Eredità di Carlo di Borbone

Carlo di Borbone, figlio di Filippo V di Spagna e Elisabetta Farnese, diventò re di Napoli. La sua salita al trono fu il risultato delle ambizioni della sua famiglia e dei conflitti in Europa. In particolare, la Guerra di Successione Polacca vide Spagna, Francia e Sardegna alleate contro l’Austria. Carlo, a soli diciassette anni, guidò l’esercito spagnolo alla conquista di Napoli. Nel 1734, entrò in città, promettendo di liberare il popolo dal governo austriaco e di non riportare in vita l’Inquisizione, un’istituzione che i napoletani temevano molto. Il regno di Carlo fu caratterizzato da importanti riforme e da contrasti con la Chiesa. Pur essendo molto religioso, Carlo si oppose alle intromissioni della Chiesa, limitando i privilegi del clero e riducendone il potere, soprattutto con l’accordo del 1741. La sua decisione nel difendere il potere del re lo portò a scontrarsi con il Papa, ma anche a ottenere l’appoggio del popolo, che vedeva in lui un difensore dei diritti dello Stato contro i privilegi della Chiesa. Carlo fu anche un re che promosse grandi opere pubbliche, come il Teatro San Carlo, i palazzi di Capodimonte, Portici e la maestosa Reggia di Caserta. Allo stesso tempo, diede impulso a scoperte archeologiche di grande valore, avviando gli scavi di Ercolano e Pompei. Queste scoperte portarono alla luce tesori antichi e diedero prestigio al regno. Nel 1759, la morte del fratellastro Ferdinando VI lo portò a diventare re di Spagna. Carlo lasciò Napoli per Madrid, con grande dispiacere del popolo napoletano. Prima di partire, scelse suo figlio Ferdinando IV come suo successore al trono di Napoli. I suoi venticinque anni di regno a Napoli furono ricordati come un periodo di pace, benessere e riforme, lasciando un segno profondo nella storia della città e del regno.

2. Un Re Lazzarone e una Regina Filosofa

Ferdinando IV, salito al trono, si ritrovò a governare un regno in cambiamento, ma non era pronto per questo compito. Era cresciuto senza un’istruzione adeguata, per scelta del ministro Tanucci. Amava la caccia e i divertimenti, e parlava solo il dialetto napoletano. A volte mostrava buon senso e umanità, ma spesso era crudele e capriccioso, guidato dagli istinti e dalla superstizione.Napoli, intorno al 1760, era una città di grandi differenze sociali. C’erano nobili corrotti, un clero ignorante, una nuova classe media che cresceva e un popolo molto vario. Tra questi, i “lazzaroni”, persone povere e vivaci, con cui Ferdinando amava stare. Il regno, basato sull’agricoltura, era mal governato. Tasse ingiuste e corruzione portarono alla carestia del 1763, mostrando quanto fosse incapace chi comandava.Un fatto importante fu l’allontanamento dei Gesuiti nel 1767, come stava accadendo in altri paesi europei. Questo segnò un cambiamento nel rapporto tra Stato e Chiesa. Le cose cambiarono con il matrimonio di Ferdinando con Maria Carolina d’Austria nel 1768. Lei era giovane, istruita e ambiziosa, l’opposto del marito. Al loro primo incontro, la differenza fu evidente: lei conosceva la filosofia e la cultura europea, lui era rozzo e legato alle usanze popolari napoletane.Carolina, però, influenzò subito il re, portando la politica europea a corte e allontanando Tanucci. Anche se mostrava idee illuministe, credeva anche a superstizioni popolari, come false sante e miracoli. Il rapporto tra Ferdinando e Carolina fu difficile, con litigi e tradimenti, ma anche con un legame forte e molti figli. La loro vita privata mostra due persone diverse ma complementari, che governarono insieme un regno pieno di problemi e contraddizioni.

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11. L’Ora dei Patiboli

Il Cardinale Ruffo riceve dispacci reali che svelano un piano di Nelson: non rispettare la capitolazione dei castelli di Napoli. Nonostante l’impegno firmato, Nelson, spinto dalla sete di vendetta della Regina Carolina e di Emma Lyonna, vuole ingannare i repubblicani. Con una lettera ambigua di Hamilton, Nelson rassicura Ruffo, dichiarando di non voler interrompere l’armistizio, ma in segreto progetta di catturare i repubblicani non appena si saranno imbarcati. L’ammiraglio Caracciolo, tornato in patria confidando nella capitolazione, viene tradito, arrestato e portato sulla nave di Nelson. Immediatamente, si tiene un processo farsa, guidato da Nelson, che ignora ogni legge. Caracciolo viene condannato a morte e impiccato all’albero maestro della Minerva, sotto gli occhi di Lady Hamilton. Ruffo, informato dell’accaduto, è sconvolto dalla violazione della parola data e dall’esecuzione sommaria di un uomo del suo rango. Tornato il Re Ferdinando a Napoli, la capitolazione viene ufficialmente annullata. Inizia una feroce repressione: una Giunta di Stato viene incaricata di giudicare in modo sommario i repubblicani. Seguono condanne a morte ed esecuzioni di massa nella piazza del Mercato. Nobili, prelati, intellettuali, militari, chiunque avesse sostenuto la Repubblica Napoletana, cade vittima della vendetta reale. Figure di spicco come Eleonora Fonseca Pimentel, Domenico Cirillo, Mario Pagano ed Ettore Carafa, Conte di Ruvo, vengono giustiziati con crudeltà. La repressione è spietata e colpisce chiunque, con il Re Ferdinando che incita a nuove esecuzioni, deciso a punire ogni forma di opposizione. Napoli è teatro di un massacro, dove la giustizia è asservita alla vendetta della monarchia restaurata.

12. Intrighi, Battaglie e Tragedie: L’Anno Fatidico 1799

Nel 1799, l’Europa è in guerra. Re Ferdinando IV torna a Napoli, ma la situazione è instabile. I sanfedisti, inviati a Roma, lasciano spazio all’armata ottomana a Palermo, che viene fermata solo da Nelson. A Roma, i repubblicani si preparano a difendersi, ma l’arrivo di rinforzi nemici li costringe alla resa. La città torna sotto il controllo dei Borbone, con repressioni e violenze contro i patrioti. La Francia, però, reagisce. Le vittorie in Svizzera cambiano le sorti della guerra, e Bonaparte, tornato dall’Egitto, prende il potere in Francia, rifiutando ogni compromesso con i monarchici. Deciso a ristabilire il dominio francese in Italia, Bonaparte attraversa le Alpi e sfida gli austriaci a Marengo. La battaglia è incerta, ma l’arrivo di rinforzi francesi porta alla vittoria, costringendo l’Austria alla resa. La notizia sconvolge la corte napoletana. La regina Carolina, in cerca di aiuto, viaggia verso Vienna e poi a San Pietroburgo. Ferdinando, rimasto a Palermo, è costretto a trattare la pace con la Francia. Il trattato di Firenze impone dure condizioni a Napoli, che perde territori e deve chiudere i porti agli inglesi. La famiglia reale è colpita da lutti, con la morte di due giovani principi. Nelson, tornato in Inghilterra, vive apertamente la sua relazione con Lady Hamilton. Richiamato in servizio, affronta la flotta nemica a Trafalgar. Vince, ma viene ferito a morte. Chiede invano che l’Inghilterra si prenda cura di Emma e della figlia Orazia. L’Inghilterra ignora le sue ultime volontà, condannando Lady Hamilton alla miseria.

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